Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso
giovedì 30 dicembre 2010
Un dolore dal Brasile
La nostra carissima amica Laura Lodigiani ci gira per conoscenza una accorata lettera di protesta contro l'umiliazione e il dolore che potrebbero essere inferti alla nostra Repubblica dal presidente brasiliano, nel caso che decidesse di negare all'Italia l'estradizione di Battisti. E' una iniziativa che condividiamo e che vogliamo nel nostro piccolo appoggiare. Riassumiamo qui i passi essenziali della lettera:
A sua eccellenza l'ambasciatore José Viegas Filho
Ambasciata del Brasile
Roma
E' con vero sconcerto e indignazione che apprendiamo dai media che il presidente Lula ha intenzione, se non ha già deciso, di concedere a Cesare Battisti, un condannato all'ergastolo per crimini ignobili quali quelli terroristici che colpiscono persone indifese, asilo politico...
Se questa sitauzione corrispondesse a verità, come cittadini italiani ci sentiremmo insultati e offesi. Sarebbe per di più particolarmente doloroso, perchè il Brasile è la patria di decine di milioni di persone di origine italiana.
L'Italia è un paese a cui si possono rimproverare molte cose, ma non certo quello di mancanza di rispetto per i colpevoli condannati...
Chiediamo che il presidente Lula rispetti le decisioni giudiziarie del nostro Paese. Chiediamo che ne rispetti le Vittime e i loro parenti. Chiediamo che la nostra Repubblica non sia insultata con una decisione così grave, che non può non incrinare i nostri rapporti...
La preghiamo di voler far arrivare questa nostra protesta al suo presidente e al vostro governo !
Laura Lodigiani
Comitato per la Libertà nella Costituzione
Comitati per le Libertà
Firenze
http://www.lauralodigianimagazine.it/
* * *
lunedì 27 dicembre 2010
Sul portavoce dell'opposizione in Toscana
Un estratto della mia tesi per il master in Governance politica, che ho conseguito nel 2010 all'Università di Pisa, è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista on line Federalismi.it, la prestigiosa testata di diritto pubblico, comunitario e regionale, italiano e comparato, diretta dal prof. Beniamino Caravita.
Ecco il link al mio articolo, intitolato "Il portavoce dell'opposizione in Toscana - Origine e primi passi di un istituto innovativo".
Nella tesi di master e in questo articolo che ne è derivato, hanno trovato spazio riflessioni maturate attraverso la mia esperienza diretta, avendo chi scrive collaborato, dal 2005 al 2010, per tutta la VIII legislatura toscana, a vario titolo e in varie forme, con il primo portavoce dell'opposizione nel consiglio regionale della Toscana, Alessandro Antichi.
L'istituto del portavoce dell'opposizione è stata una delle principali innovazioni introdotte nella vita politica e istituzionale della Toscana dal nuovo statuto del 2004.
L'VIII legislatura 2005-2010 del Parlamento toscano, è stata quella del rodaggio per questa nuova figura. Ci sono stati e ci sono molti aspetti problematici, ma essa continua a esistere e, sia pure entro i limiti discussi nel mio articolo, si è persino rafforzata.
Il portavoce dell'opposizione ha contribuito alla ristrutturazione in senso tendenzialmente bipartitico del sistema politico toscano. Questa tensione toscana verso il bipartitismo, inoltre, ha influito anche sull'evoluzione bipartitica del sistema politico italiano. Come direbbero gli istituzionalisti alla Putnam, un piccolo cambiamento formale, contribuisce a forgiare processi politici reali.
L'attuale crisi del PDL e del PD, le forze maggiori della fase politica che si sta chiudendo in Italia e in Toscana, non metterà in discussione la richiesta di rinnovamento che viene dagli elettori sovrani.
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La foto si riferisce a uno dei tanti incontri di lavoro a cui il titolare di questo blog ha partecipato insieme ad Alessandro Antichi - Porto Santo Stefano, Monte Argentario, 26 marzo 2009 - Con Antichi e con le forze civiche di tutte le comunità toscane con cui abbiamo lavorato in quegli anni, la politica è sempre stata ascolto, studio, lavoro. Delle cose buone che il centrodestra stava facendo in quegli anni si sono perse le tracce ma per quanto riguarda il titolare di questo blog, dieci anni dopo, ci sentiamo di poter dire di essere rimasti coerenti con i nostri valori civici, ambientalisti e autonomisti (NdA, 20/12/2020).
mercoledì 22 dicembre 2010
I collegi uninominali stavano funzionando...
In rete è stato diffuso un interessante studio di Vincenzo Galasso e Tommaso Nannicini, che dimostra che i collegi uninominali stavano funzionando anche nella confusione della transizione italiana, anche con tutti i limiti della legge elettorale nota come Mattarellum.
Sarà per quello che Berlusconi, Bossi, Casini e Fini li hanno aboliti, per mettere in parlamento i loro nominati, invece che eletti?
Galazzo e Nannicini pubblicheranno presto il loro studio sull' American Political Science Review. Nella loro riflessione spiegano che i partiti, anche quelli che possono contare su un elettorato più fidelizzato e su leader carismatici nazionali più forti, quando si tratta di scegliere i propri candidati in collegi uninominali di frontiera, quelli in cui il loro vantaggio è minore, quelli cosiddetti contendibili, finiscono con lo scegliere candidati migliori.
Lo stava facendo la sinistra, fuori dalle sue roccaforti.
Lo stava cominciando a fare anche il centrodestra italiano, che si stava accorgendo che il carisma di Berlusconi, per quanto forte, non bastava a far eleggere chiunque, ovunque.
L'esperienza salutare dei moderni collegi uninominali è stata purtroppo bruscamente interrotta dal Porcellum. Ora occorrerà lottare per riportare nel nostro paese questa istituzione che è alla base del successo e dello splendore delle grandi democrazie anglosassoni.
Per consultare e approfondire lo studio di Galazzo e Nannicini:
http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002066.html
http://www.pietroichino.it/?p=11866
Gli auguri e un invito
per le feste del cuore d'inverno.
Buon Natale e felice 2011.
Per un po' ci meritiamo qualcosa di diverso dal solito pane e politica, tuttavia, se proprio non potete resistere, leggete della mia campagna per una politica più competitiva e creativa, con i collegi uninominali, anche in Toscana. Ho bisogno del vostro aiuto. Scrivetemi, troveremo insieme il modo di far realizzare le riforme in cui crediamo da sempre.
Attivismo e lavoro - come si sostiene un blog
Per restare liberi come persone e incisivi come attivisti, bisogna sempre essere disponibili a lavorare anche di più. Accetto, con circospezione perché il tempo è una risorsa limitata, proposte di collaborazione per conferenze, ricerche, convegni, copywriting, comunicazione su vecchi e nuovi media, siti web.
Potete sostenermi, indirettamente, anche diffondendo e cliccando questo blog, che è mantenuto in vita dalla pubblicità di Google.
Grazie!
martedì 21 dicembre 2010
10 anni di carcere a don Domenico Pezzini
Mi ci è voluto un po' di tempo, per incassare il colpo.
Il mio amico don Domenico Pezzini, un pioniere della pastorale delle persone omosessuali cristiane, un professore di anglistica in pensione, un vecchio prete che ormai si avvia verso i 75 anni, è stato condannato a dieci anni di carcere per esser stato ritenuto colpevole di aver abusato sessualmente di un adolescente immigrato che, all'epoca dei fatti, aveva meno di quattordici anni.
La sentenza è stata più dura di quanto chiesto dall'accusa, che si era fermata a otto anni e mezzo.
La difesa chiedeva l'assoluzione e, in subordine, il poter trascorrere la detenzione presso una comunità.
I domiciliari sono stati negati e don Domenico Pezzini resta chiuso dentro a S.Vittore.
Ora non resta che leggere il dispositivo della sentenza, sperare nell'appello, pregare per questo anziano sacerdote.
Ribadisco la mia intima convinzione che siamo di fronte a un errore giudiziario.
Nulla, in ogni caso, può cancellare il bene che don Domenico Pezzini ha fatto per tante persone omosessuali, aiutandole sulla strada della riconciliazione fra fede e condizione gay, impegnandosi perché i nostri gruppi di gay cristiani lasciassero la strada sterile del risentimento, per incamminarsi lungo la via feconda del lento cambiamento degli atteggiamenti e delle convenzioni.
Nulla, mai, può cancellare il bene che don Domenico Pezzini ha fatto a me e a tante persone che amo.
Chi ci separerà dall'amore di Cristo?
Sarà forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione...
(Romani 8,35)
Su don Domenico, al momento del suo arresto, scrissi anche questo...
Riforma elettorale toscana: piccoli collegi e primarie obbligatorie
Dopo quasi un lustro di discussioni, stiamo arrivando in fondo alla novella dello stento della riforma elettorale toscana.
Lottiamo fino all'ultimo, perché sia fondata su piccoli collegi e perché si conservino le primarie istituzionalizzate.
Le nuove preferenze "facilitate" dovrebbero diventare un voto obbligatorio alla persona, per disinnescare il pericolo del ritorno del clientelismo e del correntismo.
La Toscana aveva fatto una scelta lungimirante, nel 2004, abolendo le vecchie preferenze facoltative all'italiana.
Non torniamo indietro.
Ultimi aggiornamenti:
- 10 agosto 2014, S.Lorenzo - Rimandati a settembre, torniamo alle basi: piccoli collegi e primarie istituzionalizzate - Mauro Vaiani su Il Tirreno
- 18 giugno 2014 - Siamo stati battuti, oppure non tutto è perduto?, dal blog Diverso Toscana
- 5 giugno 2014 - Non scherziamo con la Toscana, dal blog Diverso Toscana
- 29 marzo 2014 - Mauro Vaiani, sul Corriere Fiorentino, sui quattro anni persi dal consiglio regionale toscano e sugli agguati dei tifosi delle vecchie preferenze
- 13 marzo 2014 - Carlo Fusaro, sul Corriere Fiorentino, ci ricorda che il favore della vecchia sinistra toscana verso le preferenze è, in realtà, fuoco amico verso il nuovo premier Renzi
- 5 febbraio 2014 - Tre anni pericolosi contro il ritorno delle preferenze, il culmine del nostro impegno trentennale per le primarie e i piccoli collegi
- 1 febbraio 2014 - Mauro Vaiani, sul Corriere Fiorentino, interviene sui costi delle primarie e quelli, ben più alti, del ritorno del passato delle vecchie preferenze
- 29 gennaio 2014 - Marco Taradash contro i 630 partiti, su Italia Oggi
- 20 gennario 2014 - Dagospia ci da' una mano - Avanti popolo, preferenza trionferà! Come i nemici di Renzi preferiscono distruggere il partito e la repubblica, piuttosto che lasciargli portare avanti il suo progetto politico maggioritario
- 15 gennaio 2014 - Il ritorno dei presidenti - intervento di Mauro Vaiani sul Corriere Fiorentino
- 10 gennaio 2014 - Gaspare Polizzi sottolinea i nostri dubbi e appoggia il nostro impegno per le primarie e i collegi uninominali
- 7 gennaio 2014 - Il pericolo delle preferenze usate poco e da pochi - intervento di Mauro Vaiani sul Tirreno
- 28-29 dicembre 2013 - Riforma non preferenze - l'appello di Mauro Vaiani dalle pagine del Corriere Fiorentino - la risposta, ancora una volta troppo incline alle vecchie preferenze all'italiana, del presidente Enrico Rossi
- dicembre 2013 - Il ritorno delle preferenze e del proporzionale nuociono gravemente alla salute - Un bel intervento di Francesco Clementi sull'Unità
- dicembre 2013 - In nome del 75%, contro i pochi - interessati - nostalgici delle preferenze - un altro appello ai leader del consiglio regionale toscano: Enrico Rossi e Daniela Lastri, Stefania Fuscagni e Alberto Magnolfi, Marco Manneschi e Monica Sgherri, e tutti gli altri...
- dicembre 2013 - Chi esalta il ritorno delle preferenze, mina il progetto di sviluppo delle primarie obbligatorie - La miopia di Paolo Marcheschi
- dicembre 2013 - I rischi ancora troppo sottovalutati del ritorno delle preferenze in collegi ancora troppo grandi - Daniela Lastri e Marco Ruggeri sembrano ancora incapaci di capire l'importanza di un voto obbligatorio alla persona...
- novembre 2013 - Pane e politica, ciò che ci rimettiamo a non aver ancora fatto la riforma elettorale in Toscana...
- settembre 2013 - In cerca del compromesso toscano, non perdiamo questa storica occasione!
- agosto 2013 - Saranno le ultime vacanze - per quelli che possono - con le liste bloccate in vigore in Toscana?
Sostieni il nostro impegno in Toscana per l'eliminazione delle liste bloccate, per l'uninominale, per le primarie obbligatorie. Leggete qui, in questa pagina indice, gli articoli che abbiamo potuto pubblicare, grazie alla cortese ospitalità della stampa toscana e di altri media.
Queste sono le nostre ultime proposte.
Fateci sapere cosa ne pensate e aiutate questa campagna. Aderite al nostro gruppo Facebook.
Una vasta e trasversale cittadinanza attiva vuole una legge elettorale dove si possano scegliere le persone, non solo i partiti. Il governatore Rossi si è personalmente impegnato su questa necessaria riforma. Sulla necessità di cambiare la legge elettorale toscana c'è un sincero interesse bipartisan fra i membri del Parlamento toscano. Se riuscissimo a superare le liste bloccate in Toscana, potremmo segnare una direzione che potrebbe essere seguita anche per la riforma della legge elettorale nazionale. I collegi uninominali, con primarie obbligatorie per tutti, sono la strada maestra per ripristinare un rapporto diretto fra territorio ed eletto. E' la dimensione ideale per consentire una scelta democratica dal basso dei candidati di ciascun partito, oltre che per consentire la partecipazione di candidati indipendenti.
* * *
Da dove siamo partiti, il 2 febbraio 2011:
Appello della Candelora 2011 ai legislatori toscani
* * *
lunedì 20 dicembre 2010
Che vuol dire libertino in Toscana
E' stato l'amico Mauro Aurigi, con il suo bel libro "Il Palio (o della liberta')", pubblicato a Siena nel 2006 da Il Torchio, a farmi riscoprire questo senso tutto toscano dell'essere "libertino".
Furono chiamati "libertini" quei Toscani della Repubblica di Siena che nel '500 sacrificarono la propria vita nella resistenza alla signoria medicea, agli invasori stranieri, alla corruzione pontificia.
Questi Toscani sono ancora fonte di ispirazione per il nostro popolo e in particolare per la nostra parte civico-liberale, per noi che abbiamo sognato, nonostante gli errori e le delusioni degli ultimi anni, un possibile "partito toscano della libertà".
Per noi che oggi, a quasi cinquant'anni suonati, portiamo avanti, speriamo con originalità, con irriverenza, con freschezza, un impegno popolano e libertino toscano, portato avanti da Toscani, per la Toscana (NdA, 3/4/2013).
sabato 18 dicembre 2010
Un focolare toscano
Neve in piazza dei Miracoli a Pisa Venerdì 17/12/2010 Per gentile concessione di Mario Cimino |
La Toscana è finita a terra come un pugile suonato, come ha scritto il mio amico Mario Lancisi nel suo bel editoriale sul Tirreno di oggi.
Stamane sono a Prato, nel popolare borgo di Mezzana, dove vive mia madre.
Sono sceso in strada e ho fatto due chiacchiere con i pochi che stamani erano a spalare il proprio vialetto e a pulire il proprio marciapiede. Pochi, troppo pochi: qualche anziano, qualche immigrato, pochissimi giovani.
Come mai così poche persone a fare il minimo richiesto alla civile convivenza in un buon vicinato, in un sabato mattina, dopo una nevicata come quella di ieri?
Ho sentito dei miei vicini, persone di una certa età, che per cinquanta anni sono stati pendolari del treno. Non si raccapezzano di come la neve di ieri abbia potuto paralizzare le ferrovie.
Tutti siamo sconvolti per il disastro logistico e organizzativo delle società che hanno in concessione le autostrade e le superstrade.
I mezzi pubblici su gomma si sono fermati ovviamente ancora prima dei treni e delle autostrade.
A sera, purtroppo, si è fermato a Firenze anche il costosissimo gioiello della tramvia.
Non solo nelle periferie, ma persino nei centri storici tutto si è bloccato.
Stavolta è mancata anche la protezione civile nazionale e chissà perché, dopo che troppi poteri sono stati accentrati a Roma, in troppe poche mani, in un paese come il nostro in cui il governo pure si proclama, a parole, tanto "federalista", la cosa non mi stupisce affatto.
Non è stata solo una caporetto dei servizi pubblici. Anche i privati hanno fatto fatica, come dimostrano le storie che da stamani sentire raccontare o leggerete sulla stampa toscana, a cominciare da quella del "rifugio" che i Gigli di Campi Bisenzio hanno allestito per la notte per un centinaio di persone rimaste isolate per la neve nel cuore della Piana metropolitana.
Ancora una volta ci siamo resi conto del generale declino del buon senso, della diligenza, della prudenza.
Sapete una cosa? Non mi rassegno.
Per prima cosa sostengo volentieri il governatore Rossi e il sindaco Renzi, nella loro rabbia, nel loro impegno per cercare di rimediare ai disastri di ieri, nella loro promessa di far accertare almeno qualche responsabilità.
Qualcuno, nelle alte ma anche nelle medie sfere delle aziende e degli enti che hanno in gestione i servizi e le infrastrutture toscane, dovrà pur pagare. Così come hanno già pagato l'operaio che ieri ha dovuto scappare dalla fabbrica a metà giornata, il trasportatore che stanotte non ha potuto consegnare il giornale o il latte, l'impiegato che non ha potuto finire il suo orario d'ufficio, l'artigiano che ha perso la riparazione e la commessa.
Inoltre, voglio tenere acceso un focolare toscano, in questa oscurità.
Non possiamo mollare.
Non possiamo arrenderci al menefreghismo.
Non possiamo più tollerare l'abbandono e il disprezzo in cui degradano i nostri beni pubblici e che minacciano i nostri beni privati.
Dobbiamo reagire.
Come?
Ho qualche idea in proposito e ne parlerò presto, proprio qui su questo blog e nella mailing list Toscana Insieme.
venerdì 17 dicembre 2010
Chi giudica i voltagabbana
Rivisto giovedì 16 dicembre 2010
Pubblicato sul Corriere Fiorentino venerdì 17 dicembre 2010
Gli sconosciuti decisivi
vaiani@unipi.it
Un gruppo di persone vere
E' stata una serata tranquilla, sobria, felice, passata ascoltando interventi di persone che hanno parlato di politica, dal più sconosciuto simpatizzante al presidente Fini in persona.
Voglio ringraziare, in particolare, le amiche e gli amici di Pisa. Un gruppo di persone vere, libere, appassionate, attaccate alla propria terra, con delle vere radici in città e nel circondario, con la cultura e la competenza necessarie per fare qualcosa di buono nella vita civica, in una sana competizione con i nostri avversari e amici - non nemici! - democratici.
Primo fra tutti, per l'energia, la passione, la generosità, l'impegno, Massimo Balzi.
A Massimo Balzi e a tutti gli altri, che mi onorano della loro amicizia, sono felice di poter dare il mio aiuto, quello piccolissimo, di un inventore di parole.
lunedì 13 dicembre 2010
In ansia e in preghiera per don Domenico Pezzini
Il sacerdote, impegnato da trent'anni nella pastorale delle persone omosessuali, fu arrestato il 24 maggio scorso, accusato di aver plagiato un giovane minorenne.
Don Domenico Pezzini ha trascorso oltre sei mesi in carcere. Non riusciamo a evitare di domandarci se erano davvero tutti necessari.
Per questo vecchio prete settantenne è arrivato un momento di speranza, una luce in fondo al tunnel della solitudine e del dolore.
Domani l'altro, il 15 dicembre, si svolgerà il processo, con rito abbreviato. E' giusto precisare che il “rito abbreviato” è un giudizio fatto sui materiali raccolti nelle indagini, senza udienze pubbliche o nuove testimonianze. Non va assolutamente confuso con il cosiddetto “patteggiamento”, che presuppone una ammissione di colpa che, da parte di don Domenico, non può esserci, perché si dichiara innocente.
Tutti coloro che, come me, lo hanno conosciuto personalmente, gli credono e sperano che la sua innocenza emerga con chiarezza.
sabato 11 dicembre 2010
Dopo il berlusconismo
E' già tornato a indossare i panni dell'antipolitico, dell'uomo che vorrebbe fare sfracelli e grandi opere, ma non ci riesce, vittima delle congiure di palazzo.
Non sta cercando veramente di mettere insieme una maggioranza per durare. Gli basta formare un blocco d'interdizione contro chiunque altro potrebbe prendere il suo posto.
Non vuole continuare a governare. Cerca piuttosto, ancora una volta, la discesa in campo, uno stato nascente, l'adrenalina della battaglia, bagni di folla, feste elettorali e fuochi d'artificio.
Stavolta, però, oltre al tempo che passa inesorabile, Silvio Berlusconi si troverà di fronte uno scoglio in più.
Non solo i suoi avversari di sempre, che comunque già due volte lo hanno battuto alle elezioni.
Non solo i suoi rivali interni al centrodestra, che stufi di aspettare la fondazione di un vero partito liberale e popolare, stanno provando a farlo senza di lui.
Non solo le regole costituzionali, che lui denuncia come vecchie e logore, ma che non ha mai saputo e forse nemmeno veramente voluto cambiare.
Non solo la delusione generale che nel paese dilaga contro le tante promesse mancate. Anche chi ancora simpatizza con lui è stanco delle troppe promesse che non ha saputo mantenere. Non ha saputo portare in porto non diciamo una rivoluzione liberale, ma neppure quelle minime riforme condivise da tutti e attese da decenni in questa Repubblica. Neppure quella, altamente simbolica e a cui nessuno potrebbe veramente opporsi, della riduzione del numero dei parlamentari.
Oltre a tutti questi, c'è un nuovo pericolo che lo aspetta: non è solo in crisi Berlusconi; è in crisi il berlusconismo, quello che abitava nella maggioranza di noi.
Il berlusconismo era tante cose, non tutte sbagliate.
Sono giuste, crediamo, la speranza federalista e le istanze liberali, liberiste, libertarie, che anzi sono diventate, anche grazie alla fascinazione berlusconiana, patrimonio della maggioranza dei cittadini.
Sbagliata, e anche pericolosa, è stata invece la verticalizzazione della vita politica. Abbiamo consentito la concentrazione di un potere troppo grande in troppe poche mani. Risentiremo a lungo dei guasti dell'obbedienza cieca al leader carismatico.
Giorgio Gaber aveva certamente ragione ad ammonirci ad aver paura non tanto di Berlusconi, quanto del berlusconista che è in noi.
C'era, tuttavia, anche una innocenza nel berlusconista.
Il presidente Berlusconi ha ricevuto la fiducia spontanea, ingenua, in un certo senso infantile, da parte di tanti. Hanno creduto nell'uomo che aveva realizzato così tanto e che di certo, una volta arrivato al potere, non avrebbe avuto bisogno di rubare. Hanno ammirato l'uomo di mondo, che aveva le sue scappatelle, ma che rispettava il senso del pudore, i sentimenti più profondi e anche quel tantino di bigottismo e conformismo che è ovviamente presente nella nostra società. Hanno sperato nell'uomo del fare, che non avrebbe lasciato opere incompiute e problemi irrisolti.
Invece, questo stesso uomo, di cose a mezzo ne ha lasciate parecchie. Ha esibito in pubblico cose di letto e problemi di famiglia, che avrebbe fatto meglio a tenere private. Non è diventato più povero, come accade a ogni uomo ricco che lascia la cura dei suoi affari privati per dedicarsi alla vita pubblica. Nel corso degli anni è stato abbandonato da intellettuali e politici, mentre attorno a lui si sono moltiplicati spregiudicati cortigiani.
L'innocenza di cuore del berlusconista è stata violata.
Il berlusconismo, non importa quante anime di parlamentari saprà convincere o corrompere per impedire la sfiducia in Parlamento il prossimo 14 dicembre, è morto.
Mettiamoci a lavorare, serenamente, per il dopo.
mercoledì 8 dicembre 2010
Applausi in playback
SABATO 11 ORE 10 PRINCIPE DI PIEMONTE VIAREGGIO
CONFERENZA REGIONALE PDL TOSCANA
A SOSTEGNO DEL GOVERNO BERLUSCONI
CON VERDINI MATTEOLI CALDORO PARISI MIGLIORI
Ancora una volta, invece che alle ripetutamente promesse assemblee decisionali, ci chiamano solo ad applaudire.
Da quando il PDL è stato lanciato dal presidente Berlusconi, con il famoso discorso del "Predellino" di domenica 19 novembre 2007, fino a oggi, non ho mai ricevuto un invito a partecipare a una assemblea politica in cui fosse possibile intervenire, discutere, decidere. Sempre e solo inviti ad ascoltare una serie di interventi già previsti. Posso segnalare una unica meritevole eccezione, in tre anni: un dibattito pubblico davvero senza rete che fu organizzato dal Coordinamento provinciale di Grosseto...
Continuando così, mi pare, le sale dovranno essere riempite di hostess e stewart. Gli applausi dovranno essere mandati in playback.
Più ci chiedono di serrare le fila, più divisioni provocheranno.
Più si additano traditori interni e poteri forti esterni, più tante persone, le più libere, le più in gamba, o più semplicemente le meno paranoiche, se ne andranno.
Più si protrarrà questo tempo in cui una ristretta nomenklatura si è ostinata a impedire agli elettori sovrani, ai militanti, agli intellettuali, agli eletti, di discutere e decidere su qualcosa di politico, più si accelererà l'implosione del PDL.
Potrei scommettere, pure, che di riforme profonde, di rivoluzione liberale, di federalismo compiuto, anche questa terza volta che Berlusconi ha vinto le elezioni, non se ne vedrà l'ombra.
Per difendere ciò che abbiamo costruito in questi anni in Toscana, portare avanti i valori e la linea politica in cui ancora crediamo, dobbiamo trovare il modo di reagire sul serio contro la nomenklatura che tiene in ostaggio le nostre speranze civiche e liberali e prepararci, ancora una volta, a cambiare per restare noi stessi.
sabato 4 dicembre 2010
Da gollisti a menefreghisti
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