Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso
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lunedì 27 dicembre 2010

Sul portavoce dell'opposizione in Toscana


 

Un estratto della mia tesi per il master in Governance politica, che ho conseguito nel 2010 all'Università di Pisa, è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista on line Federalismi.it, la prestigiosa testata di diritto pubblico, comunitario e regionale, italiano e comparato, diretta dal prof. Beniamino Caravita.

Ecco il link al mio articolo, intitolato "Il portavoce dell'opposizione in Toscana - Origine e primi passi di un istituto innovativo".

Nella tesi di master e in questo articolo che ne è derivato, hanno trovato spazio riflessioni maturate attraverso la mia esperienza diretta, avendo chi scrive collaborato, dal 2005 al 2010, per tutta la VIII legislatura toscana, a vario titolo e in varie forme, con il primo portavoce dell'opposizione nel consiglio regionale della Toscana, Alessandro Antichi.

L'istituto del portavoce dell'opposizione è stata una delle principali innovazioni introdotte nella vita politica e istituzionale della Toscana dal nuovo statuto del 2004. 

L'VIII legislatura 2005-2010 del Parlamento toscano, è stata quella del rodaggio per questa nuova figura. Ci sono stati e ci sono molti aspetti problematici, ma essa continua a esistere e, sia pure entro i limiti discussi nel mio articolo, si è persino rafforzata.

Il portavoce dell'opposizione ha contribuito alla ristrutturazione in senso tendenzialmente bipartitico del sistema politico toscano. Questa tensione toscana verso il bipartitismo, inoltre, ha influito anche sull'evoluzione bipartitica del sistema politico italiano. Come direbbero gli istituzionalisti alla Putnam, un piccolo cambiamento formale, contribuisce a forgiare processi politici reali.

L'attuale crisi del PDL e del PD, le forze maggiori della fase politica che si sta chiudendo in Italia e in Toscana, non metterà in discussione la richiesta di rinnovamento che viene dagli elettori sovrani.

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La foto si riferisce a uno dei tanti incontri di lavoro a cui il titolare di questo blog ha partecipato insieme ad Alessandro Antichi - Porto Santo Stefano, Monte Argentario, 26 marzo 2009 - Con Antichi e con le forze civiche di tutte le comunità toscane con cui abbiamo lavorato in quegli anni, la politica è sempre stata ascolto, studio, lavoro. Delle cose buone che il centrodestra stava facendo in quegli anni si sono perse le tracce ma per quanto riguarda il titolare di questo blog, dieci anni dopo, ci sentiamo di poter dire di essere rimasti coerenti con i nostri valori civici, ambientalisti e autonomisti (NdA, 20/12/2020).

 

sabato 17 luglio 2010

Archivio - Il progetto smarrito di un partito toscano, popolano, libertino

Un mio intervento su come si è rapidamente esaurito il tentativo PDL in Toscana, scritto il 17 luglio 2010 e pubblicato dal direttore Paolo Ermini sul Corriere Fiorentino di giovedì 22 luglio 2010, a pagina 9. Ripubblicato qui sul blog Diverso Toscana martedì 7 dicembre 2010.

Caro direttore,
so che si stenta a crederlo, dopo le ultime vicende, ma il Popolo Toscano della Libertà aveva un progetto.
Portare ovunque la benedizione dell'alternanza, arrivandoci magari prima che altre città e borghi della Toscana si riducano come si è ridotta Prato, dove a volte viene il dubbio che il cambiamento civico e liberale impersonato da Roberto Cenni sia arrivato troppo tardi.
Far emergere ovunque personalità libere e creative, che si mettano alla prova nella durezza della politica vera, che portino una ventata di freschezza, come Giovanni Galli a Firenze.
Dare alla Toscana degli scandali in stile Monticchiello e della svendita del territorio, una alternativa di pianificazione civile sapientemente conservatrice. Ispirandosi, per esempio, alla bella esperienza del piano urbanistico di Grosseto, che ha meritato riconoscimenti internazionali e bipartisan.
Portare una ventata di pluralismo e concorrenza, includendo di più i privati e le comunità locali, nella gestione della sanità.
Far dimagrire la burocrazia regionale, senza se, senza ma.
Sostenere, con le intelligenze e le competenze politiche di cui la Toscana deve andare fiera, la rivoluzione federale, liberale, antistatalista, antiburocratica. Le province, almeno in Toscana, non servono, questo è sicuro. E a pensarci bene nemmeno dieci prefetture, in questa nostra piccola terra di poco più di tre milioni di abitanti. Sono degli esempi di tagli da fare, non delle provocazioni!
Per fare tutto ciò ci vuole ovviamente un partito nuovo. Un partito che abbia decine di migliaia di elettori registrati, che possano partecipare e contare, grazie anche a Internet. Un partito che elegga da sé i propri leader toscani e che abbia una politica toscana. Non è per mettere in discussione il leader carismatico, ci mancherebbe. Il problema è che, se per qualsiasi cosa si deve ricorrere ad Arcore, si forma ai vertici della piramide un tappo tale, che alla fine, a governare il partito non c'è più Silvio Berlusconi, ma la sua corte. Nella quale, come in tutte le corti, i pensionati sfigati si intrufolano, mentre alle persone normali non si risponde nemmeno al telefono.
In questi anni qualcosa è andato storto, ovvio. Abbiamo avuto dirigenti che non volevano Cenni candidato. Abbiamo assistito a tentativi, ai limiti del ridicolo, di delegittimare Galli. Abbiamo problemi, per dirla in modo eufemistico, di “comunicazione” fra gli elettori e gli eletti, fra gli eletti e il governo. I nominati non ci bastano più. Anzi, gli ultimi nominati, in particolare, avrebbero fatto meglio a non accettare di sedersi su un tappo che deve per forza saltare.
Il nostro progetto, però, è ancora valido.
Non è contro qualcuno, è per qualcosa: un partito più popolare e più liberale. Più popolano e più libertino, per dirla alla Toscana.
Pisa, 17/7/2010 - Pubblicato a Firenze il 22/7/2010
Mauro Vaiani
vaiani@unipi.it

mercoledì 5 luglio 2006

Il primo riconoscimento pubblico a una nuova opposizione popolana e libertina


Recuperato e archiviato qui un articolo in cui Mario Lancisi racconta il cambiamento politico a cui abbiamo lavorato nel primo decennio del nuovo secolo. E' il primo riconoscimento pubblico alla nostra piccola grande ambizione: la fondazione di una forza politica veramente toscana, popolana e libertina, capace di rappresentare non solo una nuova opposizione, ma anche una praticabile alternativa amministrativa e politica. In calce pubblichiamo anche la nostra raccolta di appunti sulla nuova opposizione, che Mario Lancisi citò ampiamente, come spalla al suo pezzo (Nota di Mauro Vaiani, lunedì 20/12/2010).


Il cambiamento che investe la nostra Opposizione civica e liberale
mercoledì 05 luglio 2006
Anche chi, come noi, nel cambiamento ci crede davvero, da anni, rimane stupito dalla lentezza con cui esso raggiunge man mano la Toscana profonda (ma anche dalla velocità con cui viene assorbito da chi ne viene anche solo minimamente lambito). Una importante "inchiesta" del Tirreno di oggi, a pagina 11, sul "caso Antichi" e sulla nuova Opposizione civica e liberale che si sta formando attorno alla sua "missione di riflessione".

Una pagina 11 da conservare sul Tirreno di mercoledì 5 luglio 2006

L'intera pagina 11 del Tirreno di oggi è dedicata a una vivace inchiesta di Mario Lancisi sul rinnovamento della nostra Opposizione civica e liberale in Toscana.

Alessandro Antichi spiega in cosa consiste la nostra  ""missione di riflessione, di rinnovamento, di inclusione"", per parlare al cuore di un'antica anima toscana anticonformista e irriverente, capace di mettere alla berlina la corruzione di ogni clero, di ribellarsi a principi e granduchi, di respingere l'invasore straniero.
Maurizio Dinelli promette assemblee aperte nelle piazze di Lucca, una grande battaglia per restare competitivi nel 2007, con primarie aperte a tutti.
Maurizio Bianconi rivendica ad AN di essere stata la prima ad andare oltre il Polo.
Marco Carraresi, UDC, ammette che dobbiamo lasciarci alle spalle una opposizione impreparata, fragile e consociativa.
Per la Toscana, insieme!



Fonte: http://www.iltirreno.it
Alessandro Antichi sul Tirreno di oggi, mercoledì 5 luglio 2006, pagina 11, sezione Toscana
Antichi, manifesto per una nuova opposizione «Se la Cdl non cambia, diventerà marginale»
«Movimentisti, paesani e un po’ libertini»

di Mario Lancisi 
 
FIRENZE. Il manifesto per una nuova opposizione stilato dal portavoce della Cdl Alessandro Antichi, ex sindaco di Grosseto, ha cominciato ad essere pensato all’indomani delle elezioni comunali a Siena. E’ Pierluigi Piccini, ex sindaco diesse della città del palio, lo spettro del centrodestra in Toscana. La sua lista civica ha conquistato infatti il 30% contro il 12% riportato dalla Cdl. A Siena l’opposizione non è più nelle mani di An, Forza Italia e Udc. Il centrodestra è marginale. «Uno choc, inutile negarlo. Il rischio di diventare marginali non può essere preso sotto gamba», spiega Antichi.

 Da Bersani a Berlinguer. Da qui l’idea di una sorta di manifesto per una nuova opposizione (vedi la sintesi, in grafica), in cui Antichi apre ai diritti dei gay e delle coppie di fatto, plaude ai provvedimenti di liberalizzazione del ministro Bersani contrapponendoli al «conservatorismo» del Governatore Claudio Martini, cita come buoni esempi di amministratori toscani anche l’ex sindaco di Prato Giovannini, elogia la «leggendaria serietà di Enrico Berlinguer», ribadisce l’ancoraggio all’eredità spirituale cristiana, ebraica e laica ma afferma di essere libertino «come i seguaci del partito della libertà di Siena, contro la corruzione papale, la dittatura medicea, l’invasore straniero».
 
 Oltre Prodi e Berlusconi. Alla maggioranza che governa la Toscana Antichi lascia «una sfida simile a quella di Angela Merkel: fra maggioranza e opposizione, se ci sono da fare riforme istituzionali, cambiamenti della burocrazia regionale, grandi opere da terminare, qualche nuovo progetto, siamo disposti alla cooperazione bipartisan».
 Ma soprattutto Antichi sostiene la necessità di andare oltre Berlusconi e Prodi: «Stiamo lavorando da anni per dare alla Toscana delle risposte che né Berlusconi, né Prodi, sono stati in grado di dare». Antichi non prende le distanze da Berlusconi ma sostiene che l’opposizione non può vivere di rendita confidando nello stellone di Arcore. «Non basta dire no alle tasse, occorre saper tradurre sul piano locale una parola d’ordine nazionale. Per questo dobbiamo dare spazio alla Toscana dei Comuni, dei paesi e dei borghi», spiega Antichi.
 
 Se la Cdl guarda a sinistra. Addio quindi alla destra ideologica che basava la sua opposizione alla sinistra sull’anticomunismo. Basta con frasi boomerang come quelle sulla Toscana «buco nero della democrazia» o che paragonano la nostra regione alla Corea. Quella che disegna Antichi nel suo manifesto è un’opposizione movimentista, radicata nel territorio, che «include e non esclude», che crede nei valori e ripudia le ideologie e che non ha paura di confrontarsi con i gay o le case del popolo e, più in generale, con i mal di pancia della sinistra. «Dobbiamo dare una prospettiva agli elettori del centrosinistra che si sentono asfissiati dal potere della sinistra di governo», conclude Antichi.
 
 L’autocritica della Cdl. Il manifesto per una nuova opposizione dell’ex sindaco di Grosseto segue un dibattito che si è aperto nel centrodestra toscano sulle pagine del Giornale della Toscana, quotidiano di proprietà di Denis Verdini, coordinatore regionale di Forza Italia. Proprio ieri Maurizio Dinelli, lucchese, capogruppo toscano degli azzurri, elencava in un lungo articolo gli errori della Cdl sul referendum: «La ricetta per una nuova opposizione? Più piazza e più partito. Non è più nè possibile nè conveniente aspettare Berlusconi, Casini o Fini per parlare di politica a tutti».
 
 Sono i primi vagiti di un’opposizione sospesa tra la paura di diventare marginale e l’ambizione di sfidare la sinistra nella regione più rossa d’Italia.
 

Fonte: http://www.alessandroantichi.org/content/view/254/

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Gli appunti che avevamo preparato per Mario Lancisi, come materiale di approfondimento per la sua inchiesta sulla nuova opposizione toscana, che furono ampiamente citati sul Tirreno di mercoledì 5 luglio 2006, a pagina 11, come spalla all'articolo.


  1. Quando Alessandro Antichi diventò sindaco di Grosseto, nel 1997, iniziò una stagione di buongoverno. Un cambiamento epocale nella sua città. Iniziò subito a intrecciare rapporti con una nuova opposizione che si stava formando in Toscana, in particolare con la lista civica e liberale storica, Insieme per Prato, fondata nel 1995 dall'industriale Lamberto Cecchi. La giunta civica e liberale di Grosseto e l'opposizione civica e liberale in altre parti della Toscana avevano, fra tante diversità, qualcosa in comune: non avevano radici nella prima repubblica; non avevano nostalgie per le preferenze o i vecchi partiti. Guardavano al passato con senso storico, senza rancore. Andavano verso il futuro.
  2. Nella stragrande maggioranza dei comuni toscani il PCI e i suoi alleati andarono al potere nelle elezioni amministrative del marzo 1946. Da allora, nel bene e nel male, una stessa ristretta oligarchia - verrebbe da definirla quasi una aristocrazia - ha avuto in Toscana un potere indiscusso e crescente. Un vero e proprio partito-stato. Ora noi diciamo ai Toscani, soprattutto a quella maggioranza assoluta dei Toscani che hanno votato, almeno una volta nella loro vita, per il Partito Comunista Italiano, questa lunga egemonia, questo Sessantennio, è un problema o no? Condiziona la vita quotidiana, il costo della vita, la manutenzione delle nostre case, la ricerca di lavoro dei nostri figli, o no? Su questo possiamo approfondire, dialogare, cambiare qualcosa? Non sembra a tutti i Toscani, qualunque sia il loro orientamento politico, che le città e le comunità che hanno conosciuto l'alternanza siano tutte più avanzate di noi?
  3. La giunta Martini è talmente conservatrice che al suo confronto le timide innovazioni riformatrici di Pierluigi Bersani lo fanno sembrare una Thatcher. Contano anche i differenti retroterra umani e politici. Bersani viene da un PCI riformista e migliorista, quello dell'Emilia e della Romagna. Martini è cresciuto nel PCI toscano, che ha radici profonde nel massimalismo e che è stato percorso da tensioni ideologiche più laceranti che altrove.
  4. L'ossessione del controllo politico sulla società, la dispersione a pioggia dei finanziamenti pubblici, la pretesa di immaginare sempre e comunque una risposta pubblica alle crisi locali e di settore, continuano ad essere le ingombranti catene che paralizzano il governo della Toscana.
  5. A un certo punto la nostra opposizione civica e liberale è cresciuta. Forse si è dovuto chiudere un intero ciclo politico, quello dominato dallo scontro fra Prodi e Berlusconi, perché qualcuno se ne accorgesse, ma noi stiamo lavorando da anni per dare alla Toscana delle risposte che né Berlusconi, né Prodi, sono stati in grado di dare.
  6. La democrazia è naturalmente bipolare. La maggioranza, anche questa maggioranza toscana da sessant'anni al potere, alla fine si sta scontrando con una opposizione. I terzi incomodi sono l'eccezione, non la regola. Piccole forze estreme o intermedie continueranno ad esistere, ma inevitabilmente la scena politica toscana sarà dominata dal confronto fra due nuovi attori, che si stanno rapidamente consolidando: gli eredi del Sessantennio raccolti in Toscana Democratica; la nostra nascente opposizione civica e liberale.
  7. Destra, sinistra? Comunismo, anticomunismo? Progressismo e conservatorismo? Certo, discutiamone, ma ciò che preme alla nostra Opposizione civica e liberale è essere all'altezza di una sfida storica: la fine del Sessantennio. Stiamo costruendo una squadra di persone specchiate e capaci, che possano rappresentare per i Toscani una alternativa. E' inevitabile che, dopo una così lunga egemonia, la nostra Opposizione civica e liberale sia come il Forum Civico di Vaclav Havel, che includa cioè ampi settori di sinistra, di centro, di destra, indipendenti e civici. La politica non la fanno le etichette o le appartenenze del passato. La politica la fanno le persone e i progetti per il futuro. In Toscana l’inverno del partito-stato, la sfida del Sessantennio, l'agenda politica impone questo: che l’Opposizione sappia allargarsi e includere.
  8. Accettiamo la sfida di impegnarci per la nostra terra, per una Toscana migliore, in una nuova repubblica federale, contro i grandi pericoli che ci sono nello status quo. Mi riallaccio direttamente alle radici più profonde e migliori della nostra storia: alla moderazione e al singolare clima di operosità e tolleranza del ministro Fossombroni e dell'amministrazione lorenese; alle esperienze ai galantuomini liberali e socialisti che hanno amministrato con rigore alle origini della Toscana moderna; ai grandi sindaci del dopoguerra, in particolare al grande Giovannini di Prato; ai riformatori del centrosinistra; alla leggendaria serietà di Enrico Berlinguer; ai tentativi di cambiare l'Italia che sono stati portati avanti dai leader della seconda repubblica.
  9. Lanciamo una sfida simile a quella di Angela Merkel: fra maggioranza e opposizione, se ci sono da fare riforme istituzionali, cambiamenti della burocrazia regionale, grandi opere da terminare, qualche nuovo progetto, siamo disposti alla cooperazione bipartisan. Lo eravamo sotto il governo Berlusconi. Lo siamo ancora sotto il governo Prodi.
  10. Una sfida stile Blair: la cultura e i valori, la socialità e la solidarietà, l'ambiente e la storia della nostra terra hanno bisogno di competizione, di innovazione, di meritocrazia.
  11. Un patto per una nuova cittadinanza, non per un nuovo assistenzialismo, per gli immigrati.
  12. Smettiamo di parlare di "nuove famiglie" in astratto, cominciando a operare per la famiglia all'antica. Dico a tutta la classe politica: via l'ICI dalla prima casa, non dalla prima chiesa...
  13. Da prima che lo facesse Sarkozy, diciamo alle persone e alle coppie gay: la vostra energia attraversa da sempre la storia umana. Ora è finito il tempo di nasconderla e di nascondervi. La vostra sicurezza e serenità sta diventando il termometro della sicurezza e della serenità di tutti. Sono impegnato in prima persona per aprire una missione di riflessione sulle convivenze.
  14. Crediamo fermamente che sia possibile, restando ancorati alla nostra eredità spirituale cristiana, ebraica e laica, tentare una sintesi delle tradizioni e delle libertà di tutti i Toscani, credibile per tutti i Toscani. Certo, occorre una disponibilità a discutere su tutto, con tutti, senza pregiudiziali e senza posizioni precostituite. Senza opportunismi e senza asserragliarsi nei propri fortini. Senza slogan, senza frasi fatte, senza piaggeria, ma anzi con irriverenza e fantasia, come si addice al nostro ideale di antico e vero spirito toscano. Che è sempre "libertino", come libertini erano chiamati nel '500 i seguaci del partito della libertà di Siena, che sacrificarono la propria vita contro la corruzione papale, la dittatura medicea, l'invasore straniero.
  15. La Toscana è un palcoscenico spirituale e culturale per il mondo. Siamo in prima linea per la pace nel mondo, per la giustizia e la cooperazione fra i popoli, per la salvaguardia del creato. Abbiamo avuto l'onore, portando nel Parlamento toscano il caso Ganji, di fare qualcosa di concreto per la libertà in Iran, per la rinascita dell'Iraq, per la difesa di Israele, per la pace fra Occidente e mondo islamico. Ci vuole concretezza, umiltà, lungimiranza, fiducia nella libertà, non assessorati alla pace che finiscono per diventare ricettacoli di pregiudizi antioccidentali ormai fuori dalla storia.
  16. Per la nostra opposizione è un tempo di cambiamento. Siamo tutti in gioco. Non ci sono rendite di posizione per nessuno. Se non saremo all'altezza, se non saremo credibili, i Toscani faranno come a Siena, si troveranno un'altra opposizione.
  17. Intanto come opposizione stiamo sperimentando una nuova forma di continuità. Da quando è iniziata l'elezione diretta dei sindaci e dei capi degli esecutivi, in Toscana abbiamo avuto pochissime esperienze di sconfitti che restano sul campo a guidare l'opposizione. Una considerevole eccezione: il sindaco Franco Polcri, che ha vinto a Sansepolcro dopo una lunga e faticosa leadership dell'opposizione. Alessandro Antichi rappresenta intanto questo: continuità di una battaglia di opposizione fino alla fine della legislatura.
  18. In ogni borgo della Toscana, i cittadini hanno diritto a poter scegliere fra il più votato dei candidati della maggioranza uscente e il più votato dei candidati della opposizione. Come si fa a ottenere questo? Con nuove organizzazioni politiche unitarie? Con forme di primarie istituzionalizzate? Con il doppio turno? C'è l’esigenza, nei cittadini attivi di oggi, di contare di più e di scegliere le persone e non solo gli schieramenti. Quindi discutiamone insieme e cerchiamo delle soluzioni condivise.
  19. Allargamento? Sì. Ai giovani che si vedono passare avanti nelle migliori occasioni di lavoro i rampolli dell’aristocrazia della vecchia sinistra. Alle donne, agli Ebrei, ai gay, la cui vita quotidiana è messa in pericolo dal lassismo dei vecchi apparati nei confronti della clandestinità, della criminalità, della violenza ideologica.
  20. Un appello alla Toscana profonda, a chi è affezionato al borgo e alla terra e li vede messi in pericolo, o dalla cementificazione e dalla modernizzazione selvaggia, da una parte, o dall’assenza o dall’incompiutezza di opere importanti e fatte bene, dall’altra.
  21. Un appello al mondo del volontariato e all'associazionismo toscano, che si vedono beneficiati da tante elemosine a pioggia, mentre gli si impedisce di competere nella produzione di servizi, di sanità, di divertimento, di cultura, di pubblica istruzione.
  22. Un appello al mondo della conoscenza, della creatività, dell’innovazione, che non si ritrova in questa Toscana dove tutto ciò che la vecchia nomenklatura non può controllare, viene fermato. Un appello ai Toscani emigrati a Roma e a Milano, o addirittura all’estero. Per la Toscana, insieme, possiamo fare molto. Per far tornare molte intelligenze, per una iniezione di libertà e di pluralismo, per un risveglio prima di tutto spirituale.


    * * *

lunedì 29 maggio 2006

Partito toscano della libertà

Su questa pagina del sito di Alessandro Antichi, in un commento sulle elezioni amministrative parziali che si erano tenute la domenica 28 maggio 2006, ho ritrovato la prima volta che ho pubblicato un riferimento alla necessità di costituire un vero "partito toscano della libertà".

Con Antichi e il suo staff, abbiamo portato avanti questa suggestione, con fantasia e non senza audacia.

Il nostro ragionamento era senz'altro collegato al dibattito politico nazionale sul partito "unitario" del centrodestra, ma, a ben vedere, la nostra idea di una alternativa civico-liberale, libertaria e federalista, popolana e libertina, per la Toscana, andava ben oltre.

Volevamo raccordarci con il popolarismo europeo, ma sentivamo la necessità di contaminarci anche con altre esperienze europee, come quella dell'olandese libertario Pim Fortuyn, o dei conservatori euroscettici, con l'ampio spettro degli autonomisti e federalisti europei, con l'ambientalismo e gli altri movimenti trasversali alle vecchie e consunte divisioni fra destra e sinistra.

Poco più di un anno dopo, per Antichi scrissi uno statement ambizioso, sempre su questo tema. Ecco un frammento:

Martedì 21 agosto 2007
Verso il Partito toscano della libertà 
Noi crediamo nel bipartitismo come necessario compimento del maggioritario, nell'autogoverno della Toscana come tassello essenziale della trasformazione federale dell'Italia e dell'Europa, nelle tradizioni e nelle libertà che sono rappresentate dalla nostra alternativa civica e liberale.
Per queste nostre convinzioni, ci consideriamo fra i fondatori e parte promuovente e costituente dell'ormai prossimo Partito toscano della libertà, federato e coordinato con il percorso politico che porterà alla nascita di un Partito della libertà per tutta la Repubblica Italiana.
Fonte: http://www.alessandroantichi.org/content/view/55/


Quando pochi mesi dopo arrivò la svolta del Predellino, avemmo conferma dell'energia che Berlusconi ancora conservava. Come ogni vero leader, aveva colto il momento giusto per fare ciò che il suo popolo da tempo chiedeva. In noi si accesero molte speranze, ovviamente, e fu con un certo orgoglio che rivendicammo una nostra preveggenza:
Lunedì 19 novembre 2007
Avanti, verso il partito toscano della libertà
Il popolo delle libertà aveva già deciso. Silvio Berlusconi, come sempre schietto interprete della volontà popolare, ha infine rotto gli indugi.
Questa accelerazione politica nazionale premia chi, come noi, aveva già scommesso sulla costruzione, da subito e dal basso, dell'unico partito "unitario" possibile: il partito dei cittadini, governato dagli elettori della nostra area civico-liberale.
La nostra storica scelta di promuovere il "partito toscano della libertà", in ogni singolo comune della Toscana, a partire dai più piccoli, dove peraltro la stessa legge elettorale favorisce un naturale bipartitismo, si coordinerà con la trasformazione avviata a livello nazionale.
Nella fase costituente nazionale porteremo le nostre idee sulla sovranità degli elettori, le primarie e la partecipazione dei cittadini, il raccordo con i movimenti civici, l'autonomia dei territori e la struttura federale del nuovo partito.
Questo grande cambiamento, che è particolarmente necessario qui in Toscana, dove manca quasi ovunque la "benedizione dell'alternanza", ci ha trovato pronti. Anzi, ancora una volta, ne siamo stati pionieri.

Fonte: http://www.alessandroantichi.org/content/view/965/


Dalle delusioni ricevute dall'alto e da altrove, infine, è sgorgata oggi l'energia necessaria per continuare nel nostro progetto originario di "partito toscano della libertà". Faremo da soli, stavolta. Noi quattro gatti toscani che seguiamo questo blog non abbiamo più bisogno di Berlusconi, tanto meno di Matteoli o di Verdini. Non sappiamo se sapremo fare meglio, ma a sbagliare saremo senz'altro capaci anche da soli.


(Nota dell'A., vigilia del 21 dicembre 2010, memoria di Ugo di Toscana)

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