Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

venerdì 21 gennaio 2011

Un messaggio sull'uninominale al resto d'Italia

Alcuni amici di Italia Futura, l'associazione civica di Montezemolo a cui ho aderito, mi avevano chiesto un riassunto sul mio impegno per una nuova legge elettorale toscana, che oggi pubblico qui sul mio blog. Anche loro sono stati d'accordo con me sul fatto che una eventuale riforma elettorale nella nostra terra, sarebbe una scossa anche per la paralisi politica nazionale (Nda, venerdì 11 marzo 2011).
 
Firenze, venerdì 21 gennaio 2011

Una legge toscana per scuotere anche Roma

E' proprio quando i principali leader sono in declino, che ci si accorge che leggi elettorali migliori non sono un argomento per pochi tecnici delle istituzioni e appassionati di politica. E' attraverso un sistema elettorale competitivo, credibile, condiviso, infatti, che il popolo sovrano può selezionarne e metterne alla prova di nuovi.
Dalla Toscana potrebbe arrivare un segnale di generosità e di intelligenza politica, in materia elettorale, che potrebbe incoraggiare il Parlamento nazionale a superare il Porcellum di Calderoli.
Questa regione infatti, che è stata la prima in Italia ad abolire le vecchie preferenze facoltative all'italiana e a rendere possibili le primarie per legge, sta per affrontare una discussione su come rendere ancora più competitivo l'intero processo elettorale regionale e su come aumentare la partecipazione dei cittadini alla selezione dei loro rappresentanti.
C'è la tentazione di ritornare alle preferenze, il che avrebbe qualcosa di beffardo, dopo vent'anni di lotta per superarle. Il Il 9 giugno 1991 la maggioranza assoluta dei cittadini italiani andò a votare sì nel referendum per l'abolizione delle preferenze all'italiana. Si iniziò proprio allora a mettere in discussione un sistema che consentiva a ristrette minoranze organizzate di scegliere gli eletti all'insaputa della maggior parte degli elettori. Fu un primo segno di rivolta popolare contro lo strapotere delle fazioni, il clientelismo, la corruzione, gli eccessivi costi e lo scarso rendimento della politica.
C'è molta più determinazione, però, verso la scelta lungimirante dei collegi uninominali, che esaltano la responsabilità dell'eletto rispetto a tutta l'opinione pubblica del suo territorio. Coniugandoli pure, come accadeva una volta per l'elezione del Senato o come accade oggi per le province, con regole che consentano il recupero di rappresentanti anche per le forze minori.
Il collegio uninominale è peraltro lo spazio ideale in cui ciascuna forza politica potrebbe organizzare, con regole chiare e trasparenti, aperte e competitive, la selezione del proprio candidato. Regole che potrebbero diventare obbligatorie per tutti, perché in Toscana è molto avanzata la discussione sulla necessità di uno “statuto pubblico” dei partiti.
A promettere che il 2011 sarà l'anno del miglioramento della legge elettorale toscana è stato il governatore Enrico Rossi. C'è un consenso trasversale da parte di quei consiglieri di sinistra, di centro e di destra, che sono più fortemente radicati nei propri territori e determinati ad ascoltare la richiesta di cambiamento che proviene dai loro elettori. C'è, ed è importante, l'opportunità di mandare un segnale forte, che possa scuotere l'immobilismo della politica romana.
Mauro Vaiani

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