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Testo integrale dell'intervento:
La doppia sfida toscana
L'elezione
diretta dei sindaci si è rivelata essere, una volta di più, la
nostra istituzione politica più efficiente. Forse l'unica. Questo è
particolarmente vero quando l'elezione è preceduta da un processo
pubblico e partecipato di preselezione dei candidati, per esempio le
primarie, e quando c'è il doppio turno. Più
la competizione si prolunga nel tempo, più si crea, fra cittadini e
candidati, un rapporto maggiormente diretto e quindi anche più
critico e costruttivo, le cui positive conseguenze si riverberano nel
tempo, alzando la qualità dell'amministrazione e del dibattito
politico.
Anche la
crisi della partecipazione e dei partiti, sotto questa luce, appare
meno grave. Molti elettori torneranno a votare e molte aree politiche
si rivitalizzeranno, semplicemente quando scenderanno in campo volti
nuovi e idee diverse.
La
Toscana ha ancora, a questo proposito, l'opportunità formidabile di
dare a tutta la Repubblica un segnale di speranza. Siamo ancora in
tempo per vincere la doppia sfida toscana, quella lanciata dal
presidente Rossi e sostenuta da un ampio schieramento bipartisan di
cittadini, intellettuali, appassionati ed esperti di politica, oltre
che dalla stampa fiorentina e regionale: primo, fare una riforma
elettorale regionale
che restituisca ai cittadini il potere di scegliere le persone e non
solo i partiti; secondo, farla prima a Firenze che a Roma, per dare
un esempio politico nazionale.
I temi su cui
si sta consolidando il maggior consenso trasversale sono quelli che
consentirebbero a tutti gli elettori di intervenire sulla selezione
di una nuova generazione di leader locali: primarie
istituzionalizzate, collegi uninominali, doppio turno.
Dopo il
terremoto di Parma, che ha visto delegittimata una intera classe
politica, ma anche dopo il crollo di Siena, sotto il peso del ritorno
del frazionismo dei
signori delle preferenze e delle nomine, non ci pare che si debba
ulteriormente esitare nell'accettare fino in fondo, e vincere, la
doppia sfida toscana.
Mauro Vaiani
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