Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

domenica 30 gennaio 2022

Pensieri da Piacenza

 


Ho avuto l'onore di essere invitato come relatore aL Festival della cultura della Libertà, a Piacenza, oggi, domenica 30 gennaio 2021. E' stata la sesta edizione del Festival, sul tema: “La libertà al tempo della paura. Come riconquistare i diritti perduti? - Liberi di scegliere”. Ho parlato nella Sessione VIII, sul tema: “Dinanzi alla pandemia, centralismo o localismo?”, affiancando il deputato ticinese Paolo Pamini e il prof. Carlo Lottieri. Ringrazio di cuore i promotori del Festival: Associazione Liberali Piacentini, Confedilizia, il Giornale, European students for liberty, per l'occasione che mi hanno dato di lanciare qualche spunto anticentralista, autonomista, localista e decentralista. Grazie di cuore a Corrado Sforza Fogliani, che del Festival è il padre, e all'amico Carlo Lottieri, che ne è il direttore scientifico. Grazie davvero al Festival, che ha ospitato anche la mia voce tra le molte (anche dissonanti, perché sotto l'ombrello del pensiero liberale c'è grande pluralismo). Di seguito qualcuno dei pensieri che ho portato e che, con l'ascolto delle importanti voci autonomiste che ho incontrato in questo evento, ho potuto arricchire. (Mauro Vaiani)

 


Localismo e fallimento del centralismo

Si dovrebbe essere autonomisti e decentralisti anche se il centralismo funzionasse. Chi resta centralista dopo aver vissuto questi due anni di pandemia e sindemia, giunti al termine di trent'anni di declino della Repubblica e di involuzione tecnocratica della Unione Europea, ha seri problemi di rapporto con il momento presente, la condizione degli umili, i nostri doveri verso le generazioni future.

Giornata della memoria 27 gennaio 2022

Ho ripensato alle parole di un'altra giornata della memoria, di dieci anni fa. A Firenze, mercoledì 25 gennaio 2012, parlando a Sant'Apollonia, il prof. Zygmunt Bauman, in una delle sue ultime apparizioni pubbliche, ci ammoni che la macchina dello sterminio è ancora intatta. La nostra civilizzazione globalizzata e tecnocratica è ancora capace di distruggere il genere umano e il pianeta.

Scrisse Primo Levi: “È avvenuto, quindi può accadere di nuovo: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire". Non sono tanto fantasmi del passato che dobbiamo esorcizzare, ma i presagi di un futuro possibile, perché mai c'è stato nel mondo così tanto potere concentrato in così poche mani e capace di fare male a così tanti. Se non si capiscono i pericoli del centralismo autoritario, le discussioni sulla pandemia, la sindemia, l'infodemia, lo stato d'emergenza, la crisi, rischiano di essere gracili.

Dentro una peste moderna

In guerra e con la peste, chi si spoglia e chi si veste. Ma anche i guadagni di pochi e le perdite di molti hanno cambiato scala e quindi qualità. I contratti dell’Unione Europea con #BigPharma sono stati fatti, ci dicono per il nostro bene. Ma perché farli così segreti e così opachi?

Quindi dentro una moderna caccia alle streghe

Nella modernità, cambiano scala e qualità anche le cacce alle streghe. I dissidenti del pensiero unico sono stati trattati come tanti Dreyfus: capri espiatori di masse scatenate da una stampa monocorde, foraggiata da poteri giganteschi.

Un potere così grande genera errori geometricamente più grandi

Il convergere di OMS, Cina, USA, EU, BigPharma e altre potenze del nostro tempo su una narrazione grevemente conformista del pericolo pandemico ha portato miliardi di persone ad obbedire a ordini quanto meno discutibili.

Tra i tanti ordini a cui abbiamo obbedito, due su tutti paiono particolarmente avventati: il rifiuto di praticare cure precoci anti-infiammatorie, che è stato imposto in modo particolarmente testardo in Italia; la vaccinazione dei guariti.

Eppure, almeno dal momento in cui è uscita la Great Barrington Declaration, sapevamo che c'era una luce in fondo al tunnel ma coloro che comandano la società globalizzata non volevano che ci incamminassimo in quella direzione.

Per approfondire:

http://diversotoscana.blogspot.com/2021/03/la-luce-in-fondo-al-tunnel-del.html

Verità e riconciliazione

Non crediamo si possano portare in tribunale errori storici e politici così gravi, ma, almeno in questa Repubblica, nella prossima legislatura, sarà giusto chiedere almeno una Commissione verità e riconciliazione.

Il nostro mondo autonomista si è messo dalla parte del torto

Non senza orgoglio, ricordiamo che il nostro mondo civico, ambientalista, autonomista e decentralista, quello di Autonomie e Ambiente, è sempre stato nettamente schierato dalla parte dei medici di famiglia, degli ambulatori rionali, delle cure precoci in scienza e coscienza, delle quarantene locali mirate contro i "lockdown" indiscrimati, dello "stare locali" non dello "stare a casa", della protezione mirata come suggerito dalla Great Barrington Declaration, contro la narrazione terroristica e, ancora di più, contro l'uso centralista e autoritario della paura e dell'inquietudine popolare.

Il tempo dell'obbedienza industrializzata di una umanità massificata è giunto al termine

Non abbiamo potuto approfondire questo punto a Piacenza, ma chi segue questo blog sa che siamo in un lungo 1989, un tempo di "Disintegration as Hope", come aveva previsto, prima e più chiaramente di altri, il grande boemo-tedesco-americano Karl Deutsch, a partire dal suo articolo "Social Mobilization and Political Development" del 1961, dedicato alla "mobilitazione sociale" e alle sue conseguenze politiche in un mondo sempre più interconnesso.

Una rivolta biopolitica

Che di fronte a una gestione così centralista e autoritaria della pandemia, scoppiasse una rivolta biopolitica, era proprio il minimo che c'era da aspettarsi.

Per approfondire:

https://diversotoscana.blogspot.com/2020/11/non-avrete-il-nostro-corpo.html

Che vuol dire essere autonomisti nel XXI secolo?

Non scalare le piramidi, ma smontarle. Non più solo anticolonialismo alla Léopold Sédar Senghor. Non più solo contrari al neocolonialismo esterno alla Magdoff. Non più solo ribelli al colonialismo interno stile il Tom Nairn degli anni Settanta (con il suo bel libro The Break-Up of Britain). I neonazionalismi, le piccole patrie, l’Europa dei popoli, tutte cose belle, ma non bastano più.

Oggi significa essere contrari alle concentrazioni di ricchezza e di potere in modo molto più radicale.

Spunti contro il terrapiattismo politico

Kirkpatrick Sale, un importante decentralista americano, a partire dalla sua forte identità ecologista, localista, di vicinanza alle comunità native, si è sempre impegnato nel dialogo con altri anticentralisti americani, inclusi coloro che erano radicati in tradizioni conservatrici della più remota provincia americana o del profondo Sud. Ha rivendicato la necessità di liberarsi dal terrapiattismo politico che aveva paralizzato intere generazioni di attivisti. La realtà della globalizzazione e delle concentrazioni di potere e di ricchezza che la dominano non è comprensibile, infatti, attraverso una sola dimensione, meno che mai quella lineare sinistra-destra.

Vanno accettate le provocazioni su come essere "antifragili", di Nassim Taleb: "Never describe, compare, or assess the effectiveness of political systems without reference to scale. Politics is not scale-free. One can be "libertarian” at the federal level, Republican at the state level, Democrat at the county level, socialist within the commune, and communist at the family and tribe level.".

Da leggere anche:

A case for the Balkanization of practically everyone : the new nationalism / Michael Zwerin - London : Wildwood House, 1976.

Da non dimenticare Leopold Kohr, che dopo molti rifiuti ricevuti, da parte di editori americani e inglesi, riuscì a pubblicare nel 1957 il The Breakdown of Nations. In Italia fu tradotto e pubblicato da chi? Da Adriano Olivetti e dalle sue edizioni di Comunità, naturalmente, nel 1960.

Contro i podestà e gli aspiranti tiranni, ancora su scala e qualità

Non c’è DEMOS, senza un territorio circoscritto, senza una lingua comune. Non c’è popolo libero, se i cittadini non conoscono personalmente i leader che eleggono, non sanno dove abitano, non possono incontrarli ogni mattina e tirar loro la giacchetta. Non c’è democrazia se non si conoscono le persone che ci governano e se chi ci governa non conosce noi.

Se il governante conosce solo grandi numeri, inevitabilmente – questo è ancora un tema antico riscoperto e riproposto con le parole di Taleb - si è prigionieri di un abstract universalism. Inevitabilmente chi ci governa da troppo lontano e da altrove tende a essere un self-righteous psychopath.

E' fondamentale, e il nostro mondo civico, ambientalista e autonomista lo fa e lo farà, mettersi di traverso contro tutte le elezioni mediatiche. No, quindi, all'elezione diretta di presidenti italiani ed europei. Va pronunciato un no netto a ogni forma di presidenzialismo.

Sussidiarietà e ritorno alla Costituzione e agli Statuti

Nella Costituzione e negli Statuti vigenti ci sono già principi forti e utili a un corretto equilibrio tra centri e periferie politiche: legalità, imparzialità, pubblicità e trasparenza, proporzionalità, responsabilità e obbligo risarcitorio, tutela del legittimo affidamento, principio del contraddittorio, obbligo di motivazione. Sussidiarietà, soprattutto, sia verticale, con compiti e responsabilità nitidamente affidate alle autorità locali più vicine alla gente; sia orizzontale, per lasciare agli individui, alle imprese, alle organizzazioni sociali la possibilità di rispondere in autonomia alle proprie esigenze.

Internet Reformation

Una bella provocazione di Pamini, che paragona l'accesso a Internet alla rivoluzione portata dall'invenzione della stampa. Un pensiero che ben si riconnette alle riflessioni sulla mobilitazione sociale di Karl Deutsch.

La defezione dal pensiero unico

Carlo Lottieri ci ha ricordato l’importanza delle defezioni dal pensiero unico, che sono state un segno di speranza, durante le torsioni autoritarie della pandemia.

Con Paolo Pamini si è riflettutto sulla necessità che le autonomie personali, sociali, territoriali, si organizzino in tempo di pace. Quando poi arrivano le emergenze e ci vengono tolte le libertà, è troppo tardi. E' difficile che le libertà ci vengano restituite.

Carlo Lottieri e Paolo Pamini ci hanno aiutato a riflettere sulla necessità che le persone tengano ben ferme le mani sulle proprie libertà, che sono prima di tutto quelle consacrate dall'autogoverno locale, echeggiando un pensiero che risale a Cattaneo, il quale a sua volta echeggiava Machiavelli, e poi su su fino alle parole di Aristotele sulla tirannia. 

Cambi di scala e di qualità

Nulla di ciò in cui abbiamo creduto e che abbiamo fatto funzionare per una comunità di 5.000 abitanti e poi essere facilmente esteso a una comunità di 50.000, o di 500.000, o di 5 milioni, o di 50 milioni, o di 500 milioni. Nulla, non importa quanto liberale o sociale ci sembri.

Inoltre siamo in una modernità tecnologica, dove ci sono strumenti nuovi di cui non siamo assolutamente coscenti, di controllo e sorveglianza universale.

Per approfondire:

https://diversotoscana.blogspot.com/2022/01/contro-la-sorveglianza-universale.html

 


sabato 22 gennaio 2022

Appello alla prossima inquilina del Quirinale

 


OraToscana

Rete di civismo, ambientalismo, autonomismo in Toscana

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Lucca, 22 gennaio 2022


L’ultima mitragliata di decreti-legge, DPCM, FAQ sui siti web governativi, circolari del ministero della salute pubblica, è allucinante. Siamo nelle mani di “competenti”? Piuttosto diremmo di prepotenti. La moltiplicazione e la confusione delle norme su Green Pass e Super Green Pass, è il segno di un grande degrado giuridico. I “supertecnici”, e i politici che si sono inginocchiati davanti a essi, stanno distruggendo la Repubblica.

Ci appelliamo ai grandi elettori, in particolare a quelli toscani, perché il prossimo presidente della Repubblica sia una persona che abbia, almeno, una formazione giuridica. Una persona che capisca che abbiamo bisogno di leggi generali, astratte, semplici, brevi, comprensibili a tutti. Si torni alla Costituzione e al rispetto delle autonomie personali, sociali, territoriali.

Alla persona prossima inquilina temporanea del Quirinale chiediamo:

- 1) la fine immediata dello stato di emergenza, come chiesto ripetutamente dalle forze autonomiste (si vedano le prese di posizione di Autonomie e Ambiente, AeA, https://www.autonomieeambiente.eu);

- 2) rinviare al Parlamento le leggi di conversione dei più assurdi decreti Green Pass;

- 3) impegnarsi per restituire ai medici di famiglia la piena autonomia di valutare, in scienza e coscienza, di cosa abbiano bisogno i loro assistiti (nuove dosi dei prodotti Pfizer e Moderna comprati e imposti dall’Unione Europea, oppure altri farmaci che per fortuna oggi abbiamo e tra i quali possiamo scegliere); se si è costretti a vaccinare i guariti e a rivaccinare i vaccinati, non si sta facendo scienza, ma stregoneria;

- 4) un TSO (trattamento sanitario obbligatorio) può essere imposto solo dopo l’attento scrutinio del Parlamento, con il conforto degli esperti, attraverso una legge ordinaria; basta decreti sui vaccini, che sono in aperta violazione dell’art. 32 della Costituzione;

- 5) un impegno istituzionale perché si restituiscano alle regioni e ai comuni le loro competenze in materia di gestione quotidiana e, soprattutto, POTENZIAMENTO, della sanità territoriale.

Basta terrore, basta con questo clima infame, questo delirio da caccia alle streghe e di ispezioni dei carrelli della spesa.


* * *

 

sabato 15 gennaio 2022

Contro la sorveglianza universale


 

Un sogno centralista inseguito e infine perseguito per anni è arrivato a realizzarsi. Lo stato italiano dispone finalmente di una anagrafe nazionale della popolazione residente, che include anche i cittadini residenti all'estero e i non cittadini residenti nel territorio della Repubblica. Si chiama ANPR: Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente.

Il partner tecnologico che tiene in vita questa immensa bancadati è SOGEI, una società esterna di diritto privato ma chiamata a perseguire finalità pubbliche. L'ibrido societario è posseduto al 100% dal Ministero delle Finanze.

I dati resi pubblici a ieri (14 gennaio 2022) sono i seguenti:

- 7.902 comuni sono connessi con ANPR; manca solo il piccolo comune di San Teodoro, in provincia di Messina, con i suoi circa 1.300 abitanti;

- 67.374.450 sono le persone registrate in ANPR, di cui 61.513.464 residenti in Italia e 5.860.986 iscritte alla AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero);

- dei 61 milioni di residenti nella Repubblica, ANPR sa anche con esattezza quanti sono stranieri comunitari ed extracomunitari, ma al momento non lo rende noto dal suo portale (per inciso sappiamo da ISTAT che, a inizio 2021, circa l'8% della popolazione residente era composta da stranieri non cittadini).

Prima erano solo i comuni ad avere questa fotografia dettagliata della propria popolazione e agli enti superiori venivano trasmessi solo totali anonimizzati.

Ora lo stato è in grado di esercitare una sorveglianza diretta su ciascun cittadino.

 


 

Da pochi mesi a SOGEI è stata affidata un'altra bancadati, quella dei Green Pass, i certificati Covid. La bancadati ha emesso circa 200 milioni di tessere verdi e sa con esattezza, per ciascun cittadino, se ha ricevuto 4, 3, 2, 1 o nessuna dose di uno dei sieri acquistati centralmente dalla Unione Europea e imposti, in modo più o meno ipocrita e vessatorio, a tutti i cittadini, in nome dell'emergenza sanitaria Covid (che si è voluta affrontare solo con queste inoculazioni di massa, con una risolutezza degna di miglior causa, trascurando testardamente altre cure e altri farmaci, oltre che lasciando la sanità territoriale più o meno nelle condizioni in cui era due anni fa, prima della pandemia-sindemia).

Le basi di dati SOGEI sono facilmente incrociabili tra di loro, attraverso chiavi univoche come il codice fiscale, che è anche codice sanitario.

Per cui il governo ha potuto dichiarare (un dispaccio ANSA di ieri 14 gennaio 2022) di avere la lista dei 2.017.973 ultra cinquantenni non ancora vaccinati. Non è un totale anonimizzzato, sia chiaro. E' una lista, con nome, cognome, indirizzo.

Non esiste più alcuna riservatezza, quindi, quella che una volta veniva chiamata privacy. Decenni di lavoro giuridico per segregare i dati più sensibili custoditi nelle diverse banche di dati digitali, a tutela della sfera intima delle persone umane, sono stati gettati nel cestino della spazzatura.

Grazie al Green Pass, le autorità delle Finanze conoscono oggi i dati sanitari di tutti e di ciascuno, a un livello di dettaglio che nemmeno i comuni, né le stesse autorità sanitarie locali hanno mai potuto raggiungere.

Le famigerate multe da 100 Euro a chi non si è ancora inoculato con il siero Pfizer, quindi, potranno partire in automatico. Il ministro della Sanità, Roberto Speranza, sa chi sono i recalcitranti e potrà raggiungerli tutti con un clic.

Ancora una volta, anche con le basi di dati, che sono il fulcro del potere in questo nostro tempo, da civici, ambientalisti, autonomisti quali siamo, dobbiamo porre il problema della "scala". 

Una cosa è la cittadinanza digitale su piccola scala, quando a possedere i nostri dati sono il nostro comune, il nostro ospedale, il nostro medico di famiglia. Ben altra è aver consegnato e concentrato in così poche mani i dati di quasi 70 milioni di persone.

Il paragone con i bigdata che vengono quotidianamente raccolti dai giganti della rete è appropriato ma solo fino a un certo punto. Le GAFAM (Google, Apple, Facebook, Amazon, Microsoft) raccolgono, con il nostro consenso più o meno consapevole, una grande quantità di nostre informazioni personali, per dispiegare il loro capitalismo predittivo e orientativo dei nostri consumi. Al momento, però, anche se stanno studiando come arrivarci, non possono ancora imporci uno stile di vita, o una cura, o una scelta politica.

Ben diverso è il potere che stiamo consegnando allo stato, accelerando un processo di centralismo digitale che era iniziato ben prima dello stato di emergenza e che non si interromperà neppure con la sua (da noi autonomisti sospirata) cessazione.

Oggi la discussione infuria su una medicazione obbligatoria (che gli scienziati seri si rifiutano di chiamare vaccinazione, ma questo è tutt'altro discorso). Lo stato può punirci istantaneamente alla minima trasgressione. 

A nulla varrà essere guariti, essersi curati all'estero (magari con un vaccino diverso da quelli imposti dalla Unione Europea), aver fatto una, due, o anche tre dosi (se, come pare, s'imporrà attraverso il Green Pass la sostanziale obbligatorietà della quarta).

Oggi le dosi... Un domani chissà... E' raro che chi si ritrova in mano un potere così assoluto si trattenga dall'usarlo.

Al nostro movimento civico, ambientalista, autonomista, questa sorveglianza universale, puntuale, istantanea, senza limiti spaziali e temporali non sembra normale.

Ci dobbiamo mettere di traverso e lo faremo.


* * *

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domenica 9 gennaio 2022

No Green Pass contro la deriva centralista e autoritaria

Alcune modeste riflessioni dopo le manifestazioni No Green Pass di ieri, sabato 8 gennaio 2022.


 

A Livorno si sono riuniti i Toscani delle decine di gruppi ribelli al Green Pass, a protestare per l'accanimento dei centralisti autoritari del Draghistan contro gli abitanti delle isole, contro gli umili, contro i guariti, contro coloro che chiedono di essere curati e non schedati. 

A Torino si sono riuniti esponenti della Commissione Dubbio e Precauzione, del Coordinamento 15 Ottobre, parlamentari di opposizione al governo Draghi. E' stata annunciata la costituzione di un nuovo CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) contro la deriva centralista e autoritaria. Tra i protagonisti di Torino dobbiamo ricordare il prof. Ugo Mattei, l'on. Jessica Costanzo (componente Alternativa, ex Cinque Stelle), Luca Abba (resistente No Tav di lunghissima data), Stefano Puzzer (che si è collegato per telefono). 

Sabato 15 gennaio prossimo ci sarà una confluenza di queste e altre componenti su Roma, per un'altra testimonianza di resistenza al Green Pass.

Ricordiamo un caveat molto importante, lanciato dal prof. Ugo Mattei: i paragoni storici sono possibili e anzi necessari, ma vanno fatti non con il 1943, bensì con il 1924. 

L'antico CLN (con le sue articolazioni politiche e militari, tra cui il comitato per l'Alta Italia e quello della Toscana) si costituì il 9 settembre 1943, dopo che tutto era andato perduto con il fascismo e con la guerra, per fondare la nostra nuova Repubblica delle Autonomie personali, sociali e territoriali. 

Ciò che spetta ai nuovi resistenti di oggi, invece, è evitare un nuovo 1924, un altro fallimento aventiniano: dopo il delitto Matteotti una opposizione politica e sociale meno divisa avrebbe forse potuto porre fine al nascente regime fascista.

E' esagerato paragonare il governo Draghi a un nascente regime modernamente autoritario? A molti, compreso chi scrive, pare di no. C'è tanto di quello che Pasolini chiamava con preveggenza "tecnofascismo", nel sistema di potere che si è aggrappato attorno alla figura del presidente Mario Draghi.

Non ripeteremo qui i moniti contro la gestione centralista e autoritaria della crisi pandemica e sindemica e contro la prosecuzione dello stato di emergenza, che sono venuti dal variegato mondo delle Autonomie, dalla rete Autonomie e Ambiente, dal mondo civico, ambientalista e autonomista che qui in Toscana si raccoglie attorno a OraToscana. Sono tutti attuali e chi li ignora, mette drammaticamente in pericolo l'intera Repubblica delle Autonomie.

Non ricorderemo il caos provocato dal rifiuto ostinato (e probabilmente prezzolato) delle cure precoci e delle cure tout court, il terrore seminato dai media, l'acquisto con contratti segreti dei nuovi farmaci da pochissimi produttori privati (rendendo sempre più potente BigPharma), il caos legislativo e organizzativo provocato dall'uso abnorme della decretazione d'urgenza, l'umiliazione del Parlamento, la cancellazione di ogni diritto alla privacy, la violazione delle norme internazionali ed europee, la centralizzazione in una sola gigantesca banca dati (gestita da privati per conto del Ministero delle Finanze) di dati personali dell'intera popolazione, la sorveglianza universale, la caccia ai sani, l'umiliazione dei guariti, l'abbondono dei malati. Tutto questo non potrà mai essere dimenticato dalle reti di cittadinanza attiva.

Ricordiamoci, invece, che questo nascente regime ha già una sua legge "Acerbo". Se anche volessimo votare, con la pretesa di voler cambiare qualcosa, con le leggi attualmente in vigore, il nuovo Parlamento sarebbe ancora meno rappresentativo, meno plurale e meno libero.

 

 

E' difficile prevedere se la nostra resistenza contro la deriva centralista e autoritaria riuscirà a impedire che il Green Pass si stabilizzi come regime di sorveglianza universale, oppure se a primavera vedremo questo sistema di menzogne e terrore sciogliersi come neve al sole. Ogni caccia alle streghe ha fine, prima o poi. 

Nel frattempo partecipiamo con umiltà a tutte le forme di protesta nonviolenta e di disobbedienza civile, creiamo solidarietà fra i dissidenti, aiutiamo le persone più compententi a farsi ascoltare, stiamo vicini ai pochi consiglieri comunali e amministratori locali che non hanno gettato il cervello all'ammasso, incoraggiamo una nuova generazione di leader locali a candidarsi.

Nella babele delle voci del dissenso, non pensiamo mai di poter fare a meno del magistero di alcuni maestri, uno dei quali è certamente il prof. Ugo Mattei insieme alle persone impegnate in Generazioni Future.

Nel moltiplicarsi delle iniziative individuali, valorizziamo il lavoro dei collettivi, come la comunità dei lavoratori del porto di Trieste, che ha per portavoce l'umile e mite facchino Stefano Puzzer.

A coloro che stanno difendendo l'integrità del proprio corpo, chiediamo di mantenere una visione più ampia. Per un nuovo "Habeas Corpus" non basta gridare "non avrai il mio corpo", ma serve invece un coro "non avrete il nostro corpo". Non c'è speranza di poter difendere il corpo individuale, se non ricostituiamo l'autogoverno del nostro corpo comunitario locale di fronte alle minacce dei poteri globali.

Animo!

 

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mercoledì 5 gennaio 2022

Draghi contro le isole


Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa presa di posizione della rete civica ambientalista autonomista OraToscana


OraToscana

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Lucca, 4 gennaio 2022

La metastasi normativa scatenata dal governo dei “competenti”, presieduto da Mario Draghi, sta producendo esiti mostruosi. Il combinato disposto tra i diversi decreti legge che si stanno sovrapponendo, con richiami bizantini l’uno all’altro, ordina che dal 10 gennaio 2022 si possa viaggiare sui mezzi di trasporto pubblico locale e regionale solo con il c.d. Super Green Pass.

Saranno colpiti più duramente di altri gli abitanti delle isole, a partire dai residenti delle nostre isole toscane. Esprimiamo la nostra massima solidarietà agli isolani del Giglio, di Capraia, dell’Elba. Sosteniamo la richiesta di Sergio Ortelli, sindaco del Giglio e vice presidente dell'Ancim (Associazione Nazionale Comuni Isole Minori) di una revisione immediata di queste norme capestro. La presa di posizione di Ortelli è sostenuta dalle osservazioni critiche che sono arrivate dalla sindaca di Capraia, Maria Ida Bessi, e da alcuni amministratori elbani, in particolare il sindaco di Porto Azzurro, Maurizio Papi.

Non è inutile ricordare che l’attuazione del Super Green Pass sta confermandosi complicata e contraddittoria, una impalcatura di norme inutili prima ancora che ingiuste, frutto di un esecrabile centralismo autoritario. Ancora una volta le persone guarite dal Covid, o che si sono curate con sieri diversi da Pfizer, stanno incontrando seri problemi nello scaricare i propri “certificati verdi” dalla banca dati nazionale, gestita dalla società SOGEI (Società Generale d'Informatica S.p.A., una struttura posseduta al 100% dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, una singolare concentrazione di un grande potere pubblico nelle mani di una struttura di diritto privato, lontana da ogni controllo politico e di opinione pubblica).

I Green Pass erano controversi sin dall’inizio, quando furono adottati con regolamento europeo. Il loro uso, in Italia, come strumento di discriminazione e di ricatto, oltre che aver violato le norme europee, ha provocato il caos. In particolare dal 15 ottobre, da quando è partita la follia di richiedere il Green Pass nei luoghi di lavoro, disagi e ingiustizie hanno dilagato, insieme ai contagi.

L’errore fondamentale – frutto di una preoccupante dissonanza cognitiva che fa dubitare della stessa lucidità dei responsabili del potere esecutivo - è aver avallato l’idea che un certificato potesse garantire una immunità che invece nessuno dei vaccini imposti dall’Unione Europea garantisce.

Da questo errore, avventatamente sostenuto, tra gli altri, dal presidente Draghi, dal ministro Speranza, dai sottosegretari Sileri e Costa, derivano le altre storture: l’imposizione di farmaci sperimentali alle persone guarite che non ne avevano bisogno; l’umiliazione di chi si era curato con altri tipi di farmaci e vaccini, come avevano fatto all’estero molti immigrati, ma anche diplomatici, tecnici e manager; l’emarginazione degli umili e delle persone che hanno scarsa dimestichezza con il digitale; il ricatto inutile e anzi potenzialmente controproducente nei confronti dei giovani.

Anche in Toscana, oltre che nel resto d’Italia e d’Europa, aver pervicacemente ignorato le raccomandazioni di buon senso della Great Barrington Declaration, le proteste del Coordinamento 15 Ottobre, gli studi della Commissione Dubbio e Precauzione, sta producendo conseguenze insensate e insostenibili.

* * *

 

 

sabato 1 gennaio 2022

L'avvenire autonomista


 

Buon anno 2022!

Celebriamo l'anno nuovo con una immagine del 1992, di trent'anni fa. 

Le abbiamo dato appena un tocco di viola, colore di speranza e rispetto. L'originale era, ovviamente, in bianco e nero.

Il lavoro autonomista consuma intere esistenze, spesso senza apparente successo, ma resta uno dei più preziosi e necessari per le generazioni future. L'autonomismo ha radici molto più antiche, ovviamente, ma in quegli anni cominciò a prendere forma anche in Toscana una rinnovata mentalità autonomista democratica, radicalmente decentralista e ostile a tutte le concentrazioni di ricchezza e di potere.

Nella mappa troverete i nomi dei tanti territori che formano la nostra penisola, insieme ad etichette che segnalano la presenza di antiche diversità e quindi ricchezze culturali. Con la maturità, l'esperienza, gli studi, oggi ne aggiungeremmo moltissime altre!

Non fu e non è ancora oggi, tuttavia, una nuvola caotica di parole. La loro disposizione evoca le forme dell'arco alpino, della penisola, delle grandi isole. Tutt'intorno, con altre parole, si accenna alla grande ricchezza di diversità presente nel nostro immediato vicinato.

State pronti, perché l'avvenire è autonomista, semplicemente perché non ci sono alternative, come questa pandemia-sindemia dovrebbe aver reso chiaro a tutti. Essere comandati, fin dentro il nostro stesso corpo, da pochissimi, dall'alto, da lontano, da altrove, sommersi di divieti, costretti in un continuo stato di emergenza, avrà pure insinuato qualche dubbio.

L'autogoverno di tutti dappertutto e il conseguente rifiuto di ogni centralismo autoritario, sono il nostro futuro, se ne avremo uno in cui la parola umanità avra ancora il significato che le diamo oggi.

Guardiamo a Svizzera, Svezia, San Marino e teniamo desta la speranza.

Continuiamo a impegnarci per il buongoverno dei nostri paesini, frazioni, quartieri e rioni, in Toscana; per tutte le autonomie personali, sociali e territoriali in questa Repubblica; per un'Europa diversa; per un mondo liberato da vecchi e nuovi colonialismi.  

 

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