Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

mercoledì 29 novembre 2023

I tiranni del mondo non avranno l'ultima parola

Il mondo è pieno di tiranni, alcuni dei quali sono, non importa quanto coscientemente, aspiranti padroni del mondo, ma non saranno loro ad avere l'ultima parola nella storia dell'umanità.

Tutti gli stati, a partire da quelli più grandi, sono governati da elite centraliste e autoritarie, ma gli esseri umani contemporanei, per quanto massificati e bombardati dai conformismi della globalizzazione, restano affamati di autonomie personali, sociali, territoriali. Autonomie che si tengono le une con le altre, guai a dimenticarlo.

Le grandi e medie concentrazioni di potere finanziario sono giganti dai piedi d'argilla. L'argilla sono le comunità e le economie locali che esse stanno distruggendo, contribuendo così, però, alla propria rovina.

Le multinazionali e le grandi corporazioni, specie quelle dell'agroindustria e della farmaceutica, stanno distruggendo l'ambiente e, con gli ecosistemi e le biodiversità, la salute e la felicità delle generazioni future. Per quanto siano confusi, gli esseri umani, non potranno essere ingannati tutti, né ancora a lungo.

Le centrali del terrore (per esempio Hamas) e gli apparati militari-industriali (per esempio la cricca Netanyahu) continuano a sostenersi a vicenda, alimentando guerre insopportabilmente ingiuste, ma le persone di questo terzo millennio sono sempre meno convinte che si debba morire per servire immonde bandiere.

Le organizzazioni internazionali (dall'OMS alla NATO) sono in mano a elite corrotte, che dall'alto delle loro bolle di privilegi e lusso sfrenato impongono le loro agende alle persone, alle comunità, alle diversità del pianeta, ma non mancano in ogni territorio persone e movimenti, come quelli raccolti in Autonomie e Ambiente nella Repubblica italiana e più in generale tutti i decentralisti in ogni angolo della Terra, che si ribellano alla velenosa metastasi di norme uguali imposte come un giogo uniforme a territori, ambienti, persone diverse. Lo chiamano "one size fits for all", ma non è davvero il bene di tutti.

I media locali e indipendenti vengono perseguitati, quelli globali sono al servizio di padroni e padroncini e tentano di addormentarci, chiudendoci in casa, terrorizzandoci con sempre nuove emergenze, costringendoci a drogarci dei loro programmi di un intrattenimento che è indottrinamento, imponendoci di consumare i loro prodotti industriali velenosi, somministrandoci le loro medicine prodotte su scala industriale. Tuttavia, proprio per la loro greve uniformità, la loro credibilità sta crollando verticalmente.

La digitalizzazione, in quanto operata da poche grandi concentrazioni di potere, di ricchezze, di dati, sta mostrando il suo vero volto, riducendo le persone a numeri, sottoponendoci a una inaccettabile sorveglianza universale, sostituendo alle relazioni umane l'angosciante ottusità delle intelligenze artificali.

No, non periremo nell'ignoranza, nella rassegnazione, nell'obbedienza. 

La modernità e l'occidentalizzazione del mondo non produrrano la concentrazione del potere in un distopico e pauroso stato mondiale, né, per quanto riguarda i nostri territori, nell'incubo di uno stato centralista europeo, tanto meno nella prosecuzione di questo insopportabile centralismo italiano.

Seguendo Machiavelli, Cattaneo, Chanoux, Hugo, Camus, De Rougemont e mille altri profeti di decentralismo, autonomie, libertà, che troverete ampiamente commentati nel Forum 2043, il nostro futuro non sarà la Cina, ma la Svizzera.

Le persone anticonformiste, ribelli, libertarie, affamate di autonomie, assetate di giustizia sociale e ambientale al momento paiono inaridite e disperse. Siamo come frantumi dei grandi miraggi di vetro che si sono sbriciolati, a cominciare dalle istituzioni e dalle formazioni sociali che un tempo ci difendevano ed oggi sono diventate le carnefici dei beni comuni, dei servizi pubblici essenziali, della sanità pubblica, della giustizia. Possiamo però tornare a forgiare, riscoprendo i valori umani, cristiani, socialisti e liberali delle autonomie, dei nuovi specchi di Archimede, strumenti cruciali di resistenza contro tutte le tirannie.

Per fermare ogni deriva centralista e autoritaria, occorre irrobustirci, a partire dal ritrovare e sviluppare radici più profonde. Noi vecchi autonomisti e nuovi territorialisti possiamo offrire la voce semplice, comprensibile, umile ma potente, antica ma sempre giovanissima, della Carta di Chivasso, di cui presto celebreremo l'80° anniversario (1943-2043), insieme con il Patto Autonomie e Ambiente e con la European Free Alliance, uniti spiritualmente con tutti gli anticentralisti del pianeta. Il 16 dicembre 2023 ci sarà il nostro incontro a Chivasso, per forgiare ancora speranza per le generazioni future. Salvatevi la data!

Le parole di Chivasso, disse Chanoux, non sono solo per qualche valle alpina, ma per tutti i territori. Riascoltatele, quelle parole, in questa registrazione fatta a Prato da attivisti della resistenza a ogni forma di centralismo autoritario: https://www.youtube.com/watch?v=wSLSjx0PJ0c.

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La copertina del libro intitolato "Il padrone del mondo", riportata in cima a questo post, è quella del cupo romanzo di Robert Hugh Benson, del 1907. Uno dei primi romanzi distopici a intuire come l'oppressione moderna nella società di massa, governata da pochi centri di potere mondiali, si sarebbe presentata come benevolmente "umanitaria", essendo in realtà capace d'imporre un feroce conformismo e di perseguitare ogni diversità.


domenica 26 novembre 2023

Il civismo chiede dieci minuti in più

 


Il compito dei consiglieri comunali eletti in liste civiche è quello di parlare sempre dieci minuti in più degli altri, per non dare nulla per scontato, per chiedere, rispondere, spiegare, capire e far capire ai cittadini cosa sta accadendo nella scena pubblica, facendoli sentire coinvolti e, magari, facendoli tornare a votare. Un lavoro durissimo, quindi, quello di cui ci ha parlato Pierluigi Piccini, fondatore e mentore del movimento civico "Per Siena", uno dei più importanti della Toscana, alla festa di "Un Cuore per Vecchiano", ieri sera sabato 25 novembre 2023.

In questi giorni tristi, nel ricordo degli ostaggi, delle vittime di tutte le guerre, dei perseguitati politici, degli esiliati, delle donne e dei bambini colpiti dalla violenza, la lista civica ambientalista autonomista "Un Cuore per Vecchiano" ha celebrato una serata familiare per festeggiare i propri cinque anni di attività, al ristorante "Mirovino" di Vecchiano, a cui hanno partecipato oltre 40 persone.

Gli ideali civici abbracciati dalla lista "Un Cuore per Vecchiano" sono quelli rappresentati nell'Allegoria del Buono Governo di Ambrogio Lorenzetti, il famoso affresco della prima metà del Trecento che si può vedere nel palazzo civico di Siena: giustizia e concordia, nella chiara coscienza che senza buona amministrazione dei beni comuni anche le più solide fortune private vanno incontro alla rovina.

I partiti verticali del nostro tempo ci vogliono ridotti a tifosi, con i loro slogan semplicistici e le loro sterili contrapposizioni fra leader soli al comando. Ai movimenti civici, ambientalisti, autonomisti dal basso tocca la formazione e la preparazione di una nuova generazione di leader locali per una politica meno cinica e più seria, che consenta a ogni persona di essere un cittadino libero, né servo, né padrone.


 


venerdì 17 novembre 2023

Un antico e sempre nuovo umanesimo per un cambiamento profondo


Vannino Chiti è garanzia di esperienza e serietà politica. Per questo siamo andati volentieri ad ascoltarlo a Cafaggio, oggi (venerdì 17 novembre 2023), alla presentazione del suo saggio "Dare un'anima alla sinistra - Idee per un cambiamento profondo" (Guerini e Associati, 2023), organizzata presso la casa del popolo di Cafaggio. Ha dialogato con l'autore la consigliera Ilaria Bugetti.

Fra i temi trattati, con grande coraggio, dal rispettato ex presidente della regione Toscana (1992-2000): la crisi della rappresentanza, che impedisce ai cittadini di selezionare i propri leader locali, per colpa di leggi elettorali oscene (che Chiti ha combattuto spesso restando isolato nel suo stesso Partito Democratico); il pluridecennale fraintendimento delle conseguenze economiche della globalizzazione, cantonata storica che ha praticamente distrutto la sinistra (non solo in Italia); la dissonanza fra il PD al potere e le paure dei cittadini di questa Italia che invecchia e che s'impoverisce; i problemi del capitalismo della sorveglianza digitale universale.

Vannino Chiti e Ilaria Bugetti, moderati dal giornalista Giancarlo Gisonni (direttore TV Prato), hanno anche riflettuto insieme su cosa sia possibile fare per rinnovare profondamente il PD e, più in generale, per consentire ai partiti di svolgere in questa Repubblica il ruolo loro assegnato dalla Costituzione. Fra le prime iniziative possibili, quella per una legge sullo statuto dei partiti e sul loro finanziamento pubblico.

Non ci soffermiamo sulle differenze che abbiamo registrato e sulle (poche) cose su cui i nostri accenti sarebbero stati diversi. E' più importante sottolineare quello che, a parere di chi scrive, è stato il contributo più importante della serata e che più interessa al mondo civico, ambientalista, territorialista dei lettori di questo blog: la conferma dell'intima adesione di Vannino Chiti e di Ilaria Bugetti a un umanesimo nuovo (ma in realtà antico), socialista e cristiano.

La persona umana deve essere al centro di tutto e la società non deve essere disumanizzata dalla competizione economica, dallo sviluppo tecnologico, dall'inquinamento, dalle guerre.

Per questo umanesimo abbiamo combattuto nazionalismo e fascismo. Questo umanesimo ha scritto la Costituzione e sancito molte autonomie personali, sociali, territoriali (mai abbastanza per noi autonomisti, ma comunque importanti).

Recuperando questo umanesimo i Democratici ritroveranno la propria anima; saranno in grado di "riformare il riformismo", come ha detto Vannino Chiti, echeggiando un Romano Prodi in uno dei suoi momenti migliori; sapranno selezionare una nuova generazione di leader in grado di dialogare con altre culture e realtà politiche (fra cui il nostro mondo di localisti).


domenica 5 novembre 2023

Il cemento uccide e non solo in Toscana


 

Non sono incoraggianti i primi interventi pubblici degli amministratori della Toscana, dopo la crisi del 2 novembre 2023. Questa alluvione non è stata uno scherzo. I morti sono stati pochissimi, ma i danni sono diffusi. Lacerante, inoltre, è stata la sensazione che gli oltre sessant'anni trascorsi dalle terribili alluvioni del 1966 non abbiano insegnato nulla.

I leader attualmente al potere nella regione e nella città metropolitana di Firenze non mostrano alcuna consapevolezza della gravità della cementificazione della piana di Pistoia-Prato-Firenze.

Nemmeno gli allegamenti registrati in edifici relativamente recenti, che si sono verificati ben lontano dalle rotture negli argini, sembrano averli scossi.

Non abbiamo ancora sentito una parola di ripensamento rispetto a scelte deliranti come costruire il nuovo aeroporto, nuovi nastri di tramvie turistico-immobiliari, nuovi centri commerciali, in zone che si sono completamente allagate.

Invitiamo a leggere questa presa di posizione di OraToscana, ospitata dal sito del Patto Autonomie e Ambiente:

https://www.autonomieeambiente.eu/news/204-toscana-animo

Per favore, non si faccia finta di non capire: la piana fiorentina è stata eccessivamente cementificata e parlare a vanvera di svolta "green" non ci sta portando da nessuna parte.

E' tempo di una svolta audace per RESTITUIRE SPAZIO ALL'ACQUA e perché gli enti locali possano RIAPPROPRIARSI DI COMPETENZE E RISORSE per decementificare e curare il proprio territorio.

 



 

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