Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso
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domenica 30 marzo 2025

Incontriamo una nuova generazione di leader civici della Toscana

 


Sabato prossimo, 5 aprile 2025, a partire dalle 9.30, presso l'Hotel Hilton Florence Metropole, una nuova generazione di leader civici toscani si presenta pubblicamente, annunciando l'avvio di un lavoro comune nel Coordinamento "Altra Toscana".

L'albergo che ospiterà l'evento si trova in Via del Cavallaccio, nel rione di San Bartolo a Cintoia, zona nota per la multisala e perché lì s'incontrano lo stradone verso l'Indiano e la FI-PI-LI. La torre dell'hotel è ben visibile anche a distanza.

Promuovono l'iniziativa civismi di differenti storie, culture, territori. Ne ricordiamo solo alcuni: Giovanni Bellosi (Scandicci Civica), Francesca Marrazza e Riccardo Galimberti (RiBella Firenze), Anna Ravoni e Renzo Luchi (Cittadini per Fiesole), Federico D'Anniballe (Insieme Cambiamo Ponsacco), Claudio Lucii (Vivi Poggibonsi), Pierluigi Piccini (Per Siena), Marta Mancianti (consigliere provinciale Patto Civico Arezzo), Francesco Carbini (Agorà - Liste Civiche Sangiovannesi), Marco Donati (Scelgo Arezzo), Enrico Buoncompagni (Movimento Civico Fare Ora Figline-Incisa), Andrea Ridi (Più Certaldo), Marco Cannito (Città Diversa - Livorno), Ione Orsini (Un Cuore per Vecchiano). Secondo Mauro Vaiani, garante di OraToscana (realtà in rete con Autonomie e Ambiente e con EFA), questo nuovo dialogo interterritoriale fra civismi può risvegliare la partecipazione, frenare l'erosione della democrazia, rigenerare le autonomie personali, sociali, territoriali.

Nella mattinata si ascolteranno due contributi da fuori Toscana: Stefano Rolando, studioso e accademico che si è fatto promotore di un "buon civismo di scopo" ancorato ai valori della Costituzione; Giampaolo Sodano, giornalista e promotore della Federazione Civici Europei (una delle esperienze pionieristiche di collaborazione interterritoriale fra civismi e movimenti politici locali). Seguiranno interventi da diverse delle liste e dei gruppi civici locali che hanno promosso l'evento.

Concluderà i lavori uno degli amministratori civici più autonomi, dinamici, operosi e competenti della Toscana: Giorgio Del Ghingaro, sindaco di Viareggio.

 


 

domenica 2 marzo 2025

La fallacia della corsa a costituire nuovi partiti all'italiana

 


Si avvicina la primavera e ricominciano i tentativi di fondare nuovi partiti centralizzati, "nazionali", con i migliori propositi di rinnovare la vita politica di tutta la Repubblica Italiana. I tentativi sono talvolta nobili ma anche irrimediabilmente fallaci.

L'articolo 49 della Costituzione italiana garantisce a tutti i cittadini il diritto di associarsi in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica italiana e oggi anche, per estensione e grazie alle garanzie contenute nei trattati e nella legislazione unionale, anche la politica europea. Eppure questo diritto è stato sequestrato dalle elite attualmente al potere a Roma, a Milano, a Bruxelles. Finché non avremo spezzato almeno le catene più pesanti, fondare nuovi partiti "nazionali" non servirà.

Sono in essere feroci e implacabili meccanismi centralisti, tecnocratici, in definitiva autoritari, che stanno rendendo la Repubblica e l'Unione un travestimento della democrazia.

Per fermare questa deriva occorrono coraggiose lotte dal basso per riprenderci la rappresentanza, non nuovi partiti che, in questo quadro, finirebbero per essere uguali a quelli esistenti (sempre che il tirannico bipolarismo dominante e le trappole del maggioritario all'italiana non li uccidano in culla).

Queste lotte riguardano il pluralismo dell'informazione, a cominciare da quella locale, per porre un argine all'analfabetismo funzionale delle persone e alle ondate di terrificante conformismo che ci sommergono quotidianamente; un ordinamento semplificato per l'associazionismo politico, che renda possibile anche al più piccolo gruppo civico locale di formarsi, agire, candidarsi, anche nel più piccolo comune; un finanziamento pubblico a tutti i movimenti politici direttamente proporzionale al loro consenso elettorale; norme di procedimento elettorale che rendano semplice candidarsi, anche a personalità civiche e indipendenti; circoscrizioni elettorali di dimensioni contenute, dove sia possibile agli elettori conoscere davvero i candidati; leggi elettorali più giuste per tutti, che restituiscano agli elettori il potere di scegliere le persone da cui essi vogliono essere rappresentati.

Dobbiamo inoltre abbattere il totem della cosiddetta "governabilità". Abbiamo accettato per decenni come "normale" un'idea che invece è assurda e fonte di molti guai: quella secondo cui ogni capo esecutivo deve avere automaticamente anche una maggioranza di eletti a lui fedeli negli organi legislativi. Così, dopo una successione vergognosa di leggi elettorali che sono state ciascuna una "porcata" peggiore della precedente, le elezioni sono ridotte a una sorta di plebiscito fra pochi leader mediatici, mentre non sappiamo più, letteralmente, chi verrà eletto a rappresentare il nostro territorio. Anzi sappiamo già prima di votare che le assemblee saranno riempite non da persone elette da noi, ma scelte dall'alto e da pochi, sulla base di criteri di fedeltà al capo (se non in base a logiche ancora più opache).

Possiamo e quindi dobbiamo porre fine a questo scandalo. Ci sono molti altri modi per eleggere un esecutivo stabile senza sacrificare la rappresentanza, la rappresentanza, l'autonomia e l'indipendenza degli eletti nelle assemblee legislative!

Queste lotte per la rappresentanza sono già iniziate, per esempio con il Comitato Besostri, che si è ispirato alle antiche lotte per la giustizia elettorale condotte dal compianto avvocato socialista.

Sono attive in Italia e in Europa molte energie locali, civiche, autonome, indipendenti, a cominciare da quelle che cooperano attraverso Autonomie e Ambiente e EFA. Esse possono e quindi devono conoscersi, cooperare, eventualmente confederarsi per portare avanti insieme un cambiamento profondo dal basso.

Sono lotte cruciali, perché l'erosione della democrazia sta distruggendo la coesione sociale, alimenta l'assenteismo, scoraggia ogni forma di partecipazione, semina discordia, settarismo, populismo, estremismo.

Non possiamo più accettare di vivere in una finta democrazia dominata da pochi leader mediatici e dalle loro schiere di fedelissimi sempre più "nominati" che "eletti".

Lottiamo per fare spazio a una nuova generazione di leader locali, espressa dai mondi vivi delle autonomie, del civismo, della sussidiarietà, della solidarietà, del buongoverno che unisce e include trasversalmente persone che hanno storie politiche differenti, delle iniziative concrete per la protezione delle comunità e degli ecosistemi locali.

Anche in una società come quella europea, invecchiata, inquinata, impoverita, stordita dallo strapotere dei media, minacciata da paurose concentrazioni di potere, ci sono ancora persone coraggiose e generose, che si candidano a guidarci.

Dobbiamo incoraggiarle e aiutarle, soprattutto a essere consapevoli dei tetti invisibili che sono sopra la loro testa, a liberarsi dei pesi morti, a spezzare almeno alcune delle catene.

 

Mauro Vaiani Ph.D.

Garante di OraToscana

Vicepresidente segretario di Autonomie e Ambiente

 

venerdì 10 gennaio 2025

Il civismo autonomo riunito a Viareggio

 



Decine di liste civiche e realtà impegnate nei territori della Toscana si sono incontrate a Viareggio venerdì 10 gennaio 2025, all'Hotel Esplanade, a seguito di un invito del sindaco Giorgio Del Ghingaro.

E' stato un incontro di lavoro, dedicato alla situazione politica, amministrativa ed elettorale della regione Toscana. Decine di amministratori comunali e di attivisti locali sono in rete dall'estate scorsa a livello regionale. Nelle diverse province la collaborazione intercomunale è ancora più risalente. 

Si tratta di comunità politiche locali che agiscono in modo autonomo e sono libere da ogni dipendenza dai partiti centrali della Repubblica, per scelta culturale e politica. 

Si sono confrontate con serenità e con generosità, sottraendo tempo al lavoro, alle famiglie, al loro impegno locale, per ragionare su cosa è possibile fare di fronte ai guasti della partitocrazia, nella sua ultima incarnazione: un bipolarismo forzato, verticista, centralista e autoritario. Due piramidi politiche dominano la vita pubblica italiana e toscana, il centrodestra e il centrosinistra, alternandosi al potere senza riuscire a selezionare competenze e senza produrre miglioramenti concreti nella vita dei cittadini. Riempiono i media ma svuotano le urne, ha detto Mauro Vaiani, il garante di OraToscana: vanno a votare sempre meno persone, i loro tifosi, perché la maggioranza dei cittadini non si sente più rappresentata da loro.

I gruppi civici autonomi della Toscana sono tutti diversi, concentrati sui diversi problemi e sulle urgenze dei diversi territori. Nel medio-lungo termine il loro dialogo produrrà certamente profondi cambiamenti politici, culturali e istituzionali. Anche nel breve termine, però, è possibile fare qualcosa, è stato detto in tutti gli interventi: si può partecipare alle elezioni regionali toscane del 2025, con l'obiettivo ambizioso di costringere i due maggiori schieramenti al ballottaggio.

Un'avventura civica democratica, un sogno lo ha definito Giovanni Bellosi (leader di Scandicci Civica), è possibile, per portare in consiglio regionale alcune figure competenti e indipendenti, salvaguardando il patrimonio più prezioso che è stato visibile in questo incontro come nei precedenti: la presenza di una nuova generazione di leader locali e delle loro comunità di attivisti, ciascuna ricca di competenze e capacità d'innovazione.

Giorgio Del Ghingaro, che incarna una esperienza di buongoverno ventennale - sempre indipendente dai vertici partitici, ma mai antipolitica - ha proposto di lavorare uniti e ispirati dalle parole che sono il motto della sua coalizione civica viareggina: concretezza (quella che ha consentito di salvare Viareggio dal dissesto); bellezza (Viareggio la sta ritrovando); felicità (quella che progressivamente ritorna nella vita quotidiana delle famiglie e delle imprese di Viareggio).

Non si dà nulla per scontato, perché si devono scegliere alcune priorità programmatiche e vanno scritte delle regole comuni. Anzi sarà difficile, perché stiamo vivendo un momento storico dominato da ondate di greve conformismo, in cui la partecipazione democratica dal basso viene scoraggiata in ogni modo da molti: dai vertici dei partiti (in particolare dai "nominati" dal Rosatellum), dalle concentrazioni di potere economico e mediatico, dai sedicenti esperti delle tecnocrazie, dall'arroganza (e ignoranza) dei populisti.

Grazie a una rete di moderatori - personalità provenienti da ciascuna delle tredici circoscrizioni elettorali della Toscana - inizia ora un lavoro di cucitura di un patto politico, programmatico, organizzativo ed elettorale fra centinaia di realtà comunali che devono collaborare restando però se stesse, civiche e libere. E anche un po' "matte", ha scherzato Del Ghingaro (che ha sempre risposto con il sorriso e con il lavoro ai tanti che lo hanno osteggiato).



domenica 22 settembre 2024

Civici in festa a Scandicci

 


L'associazione politica comunale "Scandicci Civica", animata da Giovanni Bellosi e protagonista di un importante affermazione elettorale nelle ultime amministrative del proprio comune, ha organizzato "Civici in festa" ieri e oggi, 21 e 22 settembre 2024, in piazza Guglielmo Marconi. Questa due giorni di incontri, amicizia, condivisione conferma che il civismo toscano è più vivo che mai.

Hanno portato una testimonianza, fra gli altri, Claudio Lucii (Poggibonsi), Enrico Buoncompagni (Figline e Incisa Valdarno), Renzo Luchi (Fiesole), Riccardo Galimberti (Firenze), Mauro Vaiani (Prato, garante di OraToscana e dirigente di Autonomie e Ambiente), Anna Ravoni (per dieci anni sindaca civica di Fiesole).

Nella loro diversità di storia personale e formazione culturale, queste persone stanno animando il dialogo regionale "La Toscana dei Cittadini", mantenendosi autonomi sia dal centrosinistra che dal centrodestra. Non è solo il rifiuto di un bipolarismo coatto, che non produce più alternative, ma solo alternanze di ceti politici al potere locale. Questa nuova stagione di civismo toscano rivendica un'identità nitidamente distinta dai partiti nazionali, per mettere avanti a tutto le attese della gente e la buona amministrazione.

I cittadini hanno il diritto di costituire formazioni politiche locali - veri e propri "partiti" comunali - secondo l'art. 49 della Costituzione. Si può "determinare la politica nazionale" lavorando autonomamente dal basso, dal proprio quartiere, dal paesino, dal comune, dalle relazioni interterritoriali e dalla dimensione regionale, senza lasciare che tutto venga deciso dai "cari leader" dei partiti del centralismo.

È a livello comunale che si devono assolvere le funzioni amministrative primarie, secondo l'art. 118 della Costituzione, dando piena attuazione a un antico, prezioso, umanissimo principio di sussidiarietà. Le persone devono poter trovare, quando possibile addirittura andando a piedi, tutto ciò che serve loro: ambulatori, servizi, scuole, buon cibo, acqua pura, sicurezza.

In questa eterogenea famiglia di civismo autonomo e autonomista sta emergendo una resistenza contro il progetto della "multiutility" regionale toscana. 

Rileggendo e cercando di attualizzare l'art. 43 della Costituzione, ci si domanda se davvero abbia senso concentrare in una unica azienda toscana (di diritto privato ancorché a capitale prevalentemente o anche integralmente pubblico) tutti i servizi essenziali, le fonti di energia, i monopoli naturali del ciclo dell'acqua e del riscaldamento, la raccolta dei rifiuti, le reti di comunicazione digitale e chissà cos'altro.

Questa "azienda" diventerebbe un "grande fratello" della Toscana. Svuoterebbe di poteri e risorse la regione, le province, le associazioni fra comuni, i comuni stessi. È un pericolo per chi crede nella democrazia, nel pluralismo, nelle diversità, nella prossimità.

Una tale concentrazione di potere e di risorse non ha nulla di sociale o liberale, popolare od ecologista.

Poiché la filosofia della "multiutility" è al momento egemone sia nella sinistra che nella destra, chi ha qualche dubbio in proposito si deve organizzare, nel modo più inclusivo e innovativo possibile.


sabato 25 maggio 2024

Buon viaggio Giacomo Fiaschi

 


Giacomo Fiaschi è partito per l'ultimo viaggio, ieri 24 maggio 2024. Il prossimo 7 Giugno 2024 avrebbe compiuto 74 anni. Lo dobbiamo ricordare e onorare come merita, perché è stato un grande pratese, quindi toscano, italiano ed europeo a tutto tondo. E' stato anche, ragione di più per ricordarlo, un grande tunisino. In Tunisia ha vissuto dal 1995 al 2023.

Fra le molte cose importanti per cui merita il nostro affettuoso ricordo c'è il suo grande impegno per la democrazia in Tunisia, oltre che in Italia e in Europa, ispirato da autentici valori cristiani e socialisti. Impegno per la democrazia e quindi per l'amicizia fra tutti i territori - la Tunisia, la Toscana, la Sicilia, la Sardegna, la Catalogna - prima che fra gli stati.

Ricorderemo per sempre i suoi racconti sulla "Rivoluzione dei gelsomini" 2010-2011, che ha portato la Tunisia a essere, per qualche stagione, un esempio mondiale di democrazia dal basso: una democrazia per tutti, inclusiva e rispettosa di tradizioni berbere e arabe, oltre che di spiritualità laiche, islamiche, ebraiche e cristiane.

La concentrazione di potere nelle mani dell'attuale presidente, il giurista Kaïs Saïed, convertitosi in tiranno populista, è una parentesi oscura che, Giacomo Fiaschi ne era convinto e noi con lui, non durerà a lungo.

Giacomo Fiaschi andrebbe ricordato anche solo per la sua visione umanitaria e pragmatica del problema dei migranti. Ricordiamo che la Tunisia, paese di dieci milioni di abitanti, ospita un milione di rifugiati. Fiaschi credeva giustamente nella possibilità di una collaborazione diretta fra autorità locali, ai due lati dello Stretto di Sicilia, per dare ai rifugiati delle possibilità, affinché rinunciassero a imboccare la strada spesso mortale del tentativo di attraversare illegalmente prima il Sahara e poi il Mediterraneo.

E' in linea il suo blog, per chi volesse conoscere meglio il pensiero di Giacomo Fiaschi e spero che quei suoi interventi restino in rete il più a lungo possibile:

https://giacomofiaschi.wordpress.com/

Sono sicuro che qualche giovane studioso riuscirà a farne una raccolta, perché questo socialista toscano che ha vissuto tanto in Tunisia e infine negli ultimi anni in Sicilia, lo meriterebbe.

Con Giacomo avevamo sognato di fare diverse cose, alcune certamente ben superiori alle nostre forze, per la democrazia, per leggi elettorali più giuste, per l'autogoverno di tutti i territori, per il rispetto di tutte le diversità, per i beni comuni universali e locali, per la rinascita di un socialismo autonomista e cristiano, umanitario e riformista, internazionale e internazionalista.

Affidiamo tutto alla Provvidenza, caro Giacomo, nel seno della quale ci rivedremo. Buon viaggio e tante sentite condoglianze ai tuoi cari familiari.

Il tuo amico Mauro Vaiani

 


sabato 24 febbraio 2024

Speranze in tempo di guerra


 

Abbiamo studiato per anni la "mobilitazione sociale", un'antica ma sempre attuale intuizione di Karl Deutsch. È un fenomeno sociale che rappresenta anche una grande speranza. Rara avis.

Alcune delle sue conseguenze sono davanti al nostro naso ma, come giustamente diceva George Orwell, occorre un grande sforzo per vederle, perché i pregiudizi del passato accecano anche le menti più brillanti. Proviamo a ricordarne alcune.

Sempre meno persone umane, nella nostra contemporaneità globalizzata, accettano di obbedire fino all'estremo sacrificio della morte ad autorità alte, lontane, che da lontano promuovono conflitti di ogni tipo. Questo ha già delle conseguenze in ogni stato del mondo, specialmente nei grandi stati centralisti e autoritari, ma anche nelle piccole fazioni estremiste e terroriste. Conseguenze che sono quasi tutte positive, anche se non sempre evidenti. Coloro che scommettono sul prolungamento di conflitti terrificanti, come quello fra Ucraina e Russia, hanno la testa nel passato e, a modesto parere di chi scrive, sbagliano tutti i calcoli. Potremmo scrivere qualcosa di analogo anche su molte altre terrificanti violenze che sono in corso nel mondo, ma in questo secondo anniversario dell'invasione russa in Ucraina, restiamo in Europa.

Qualcuno potrebbe obiettare al nostro ragionamento che in questa contemporaneità globalizzata le elite al potere non hanno veramente bisogno delle persone per alimentare conflitti e rendere infinite le guerre. Possiedono infatti strumenti sempre più potenti di dominio e di distruzione. Questo è assolutamente vero, ma proprio per questo sempre più persone si stanno opponendo a qualsiasi concentrazione di un così grande potere in poche mani.

Dopo due anni di guerra, a chi ha gli occhi aperti è chiaro che sempre meno abitanti d'Europa, della Federazione Russa, di tutto il mondo, vogliono morire per decidere a quale stato debbano appartenere sei territori (prevalentemente abitati da Russi), al momento illegalmente annessi e pressoché completamente occupati dalla Federazione Russa: la Repubblica di Crimea, la città autonoma di Sebastopoli, l'oblast di Cherson, l'oblast di Zaporižžja e le autoproclamate repubbliche popolari di Doneck e Lugansk.

È stata giusta l'invasione? No.

È giusto riconoscere le conquiste avvenute manu militari? No.

Nemmeno però è sensato, né morale, immaginare che per porre rimedio agli eventi drammatici di questi ultimi due anni si debba prolungare una guerra che sempre meno persone vogliono combattere e che nessuno può vincere, pena la distruzione non della Federazione Russa o dell'Ucraina, ma dell'intero pianeta.

Deve tornare la politica. Deve esserci un congelamento del conflitto. Devono tornare ad avere voce in capitolo, riguardo al loro futuro, gli abitanti delle sei regioni contese.

Una posizione realistica è stata fatta propria dalla piccola famiglia politica dei civici, degli ambientalisti, degli storici autonomisti e dei nuovi territorialisti, quella di Autonomie e Ambiente:

https://autonomieeambiente.eu/news/163-cessate-il-fuoco

Anche per questo ci impegniamo in Autonomie e Ambiente, con tutte le nostre forze.

Animo!

 

giovedì 27 luglio 2023

Omaggio alla poesia di Sergio Salvi

 


Archiviamo qui un affettuoso omaggio alla poesia di Sergio Salvi, a pochi mesi dalla sua scomparsa, avvenuta il 23 aprile 2023. Da giovane, questo pioniere di autonomie, identità, promozione delle diversità, studioso di nazioni piccole e grandi, intellettuale e grande lavoratore per la cultura di Firenze, aveva esordito come poeta. Nel 1960 Vallecchi aveva pubblicato la sua raccolta "Il vento di Firenze", di cui pubblichiamo qui qualche verso.


Il paese alla notte si rassegna.

Anche il verde s'è spento ed il viola

delle montagne è vago, irraggiungibile.

Tornano i falciatori, mi sorpassano

senza guardarmi, avvezzi a questa estrema

solitaria fatica. Dondolanti

spaiono all'orizzonte i portatori

di fieno sotto il bilico dei cumuli.

L'oste ha già aperto, dagli sgangherati

battenti filtra un'arsa luce, vaga

un odore di vino dietro i quieti

lumi portati a mano. Ora la gente

di questa valle fredda si raccoglie

sulle soglie in attesa che s'accenda

fioco un televisore. Anche se i conti

non tornano, anche nulla può turbare

questa cupa parentesi. Arsa trama,

freme soltanto una curiosità

di povere notizie, di bicchieri

consunti per affogarvi l'attesa.

 

* * * 

 


mercoledì 19 aprile 2023

Siamo in piena emergenza democratica

 


Siamo in piena emergenza democratica, che si aggiunge alle emergenze ambientale, economica, sociale, politica, militare.

Lo spiega bene Felice Besostri, con i suoi ficcanti articoli che non lesinano dettagli e suggeriscono contromisure.

In pratica, in questa Repubblica, ormai votano solo minoranze più o meno politicizzate, che si contentano di votare un simbolo, un leader solo al comando, oppure uno dei suoi fedelissimi. 

Questo accade persino nei piccoli comuni, dove in molti casi gli elettori residuali eleggono il candidato nominato dall'alto e da altrove (mentre la maggioranza dei cittadini se ne resta a casa, non si sa se arrabbiata, delusa o semplicemente indifferente).

Contro questa disastrosa situazione, che distruggerà la Repubblica delle Autonomie, si è alzata solo la voce di persone della rete di Autonomie e Ambiente e in particolare del loro ramo toscano, quelli di OraToscana.

Non c'è scampo, senza profonde riforme elettorali, dal centralismo autoritario, che in Italia è già egemone e che perfezionerà la propria dittatura attraverso la svolta verso l'orrendo presidenzialismo.

Mai il "sindaco d'Italia", mai il presidente eletto dal popolo, mai la democrazia televisiva che elegge solo presidenti di plastica nominati da opache piramidi, da qualche potere forte, da qualche concentrazione di potere della globalizzazione.

 

 

 


lunedì 27 marzo 2023

La maggioranza non ha sempre ragione

 


Siamo e saremo sempre dalla parte della repubblica di Israele. Proprio per questo esprimiamo il nostro sconcerto per come essa è stata presa in ostaggio da una maggioranza parlamentare di folli (peraltro risicata e frutto di casualità elettorali).

Il principale responsabile dell'attuale disastro è il sig. Benjamin Netanyahu, uomo con un io sfrenato, troppo cinico e troppo disinvolto, che per restare al potere si è consegnato mani e piedi a minoranze fanatiche, razziste, estremiste. Chi è stato in Israele sa di cosa parliamo, di certi orrendi sè-dicenti "religiosi", che in realtà di spirituale non hanno nulla. Sono partitini settari, guidati da pazzi ciarlatani, votati da parassiti che non fanno il militare, non pagano tasse, non lavorano, ma vivono, con i loro molti figli, alle spalle della società israeliana.

I progetti di cambiare regole fondamentali di convivenza civile e di sconvolgere lo stato di diritto, peraltro, non si fanno a colpi di maggioranza. La democrazia si fonda prima di tutto sulla protezione delle minoranze, delle diversità, del dissenso. Si deve essere sempre vigili contro il rischio della tirannia della maggioranza.

Stiamo con Yair Lapid e stiamo con la protesta, contro la degenerazione di Israele in una democratura.

 

 


 

* * *

 

domenica 19 febbraio 2023

Tanta strada ancora per i Samaritani

 


Si è tenuta l'assemblea dell'associazione Samaria, ieri, sabato 18 febbraio 2023. Attualmente la realtà caritativa e di promozione umana sta sostenendo la diffusione della traduzione italiana del libro "Amori biblici censurati - Sessualità, genere e traduzioni erronee" di K. Renato Lings. Per sostenere Samaria, si visiti il nuovo sito:

https://associazionesamaria.org/

Sono stato, sin dall'inizio, tra i promotori di questa realtà d'impegno sociale e culturale concreto, fondata e operata da persone omosessuali cristiane, che ha ormai compiuto dieci anni. Ne sono stato uno dei dirigenti e continuo a esserne uno dei soci e dei donatori.

Credo che questa nostra piccola realtà di Samaritani abbia ancora molti anni di lavoro davanti e conto che la Provvidenza non mancherà di incoraggiare persone delle nuove generazioni a diventarne organizzatori, volontari, donatori.

In questi anni difficili, non temo i rigurgiti di bigottismo, i movimenti reazionari, gli imprenditori della paura, i chierici corrotti, i politici neofascisti. Essi sono ancora pericolosi, ma sono perdenti, perché hanno la testa piena di idee sbagliate, che non li porteranno da nessuna parte.

Temo invece le ingiustizie sociali e le sofferenze materiali, che colpiscono tutte le persone umane e, certo, scatenano guerre tra poveri, paure e diffidenze, che possono certamente colpire di più noi, perché siamo comunque persone diverse, particolarmente esposte in quanto minoranze. 

Viviamo in società che invecchiano e s'impoveriscono, a causa delle contraddizioni della globalizzazione.

Il pianeta è ancora afflitto da centralismi autoritari, multinazionali che come macchine impazzite distruggono il mondo, colonialismo, militarismo, tutti poteri che sono ecocidi e genocidi.

C'è bisogno di carità e in particolare di quella carità sapiente che proprio le persone diverse, così spesso perseguitate, sanno esprimere.

Dobbiamo continuare a essere Samaritani, perché noi persone omosessuali cristiane, insieme a tutte le altre comunità lgbt* e alle persone e alle realtà queer, dobbiamo portare a compimento la grande opera in cui abbiamo dovuto esporci, corpo e anima, quella della nostra liberazione e piena accoglienza nelle chiese cristiane e nelle società.

Dobbiamo persistere nella lotta per il nostro pieno riconoscimento come creature umane figlie di D-o. Il Creatore non è un industriale di automobili, non fa macchine sbagliate. Noi siamo parte del grande disegno della Provvidenza sulla diversità, imprevedibilità, ingovernabilità della creatura umana.

Riusciremo a riprenderci il nostro posto, alla luce del sole, in ogni chiesa cristiana. Lo stesso faranno le nostre sorelle e i nostri fratelli delle altre fedi.

Dobbiamo vincere una grande battaglia civile nel mondo globalizzato: la depenalizzazione completa della nostra condizione umana in ogni stato del mondo.

Animo, quindi, e buon lavoro ai nuovi dirigenti di Samaria.


venerdì 28 ottobre 2022

La luce di Gobetti dirada la nebbia delle vigliaccate e delle infamie della Marcia su Roma

 


Il 2022 è il centenario della "Rivoluzione Liberale", cioè degli scritti radicalmente democratici di Piero Gobetti contro il fascismo, i gerarchi incantatori e imbrogliatori dei reduci, gli infami Savoia, i guasti dello stato italiano, sin dall'inizio centralista e autoritario. 

La luce dei suoi scritti dirada la nebbia che ancora avvolge, e nasconde a gran parte dell'opinione pubblica, quell'ammasso di vigliaccate, prepotenze, infamie e codardia che fu la "Marcia su Roma" iniziata il 28 ottobre 1922 e culminata con l'ascesa al potere di Benito Mussolini, il 31 ottobre, con la sua nomina a presidente del consiglio su incarico di re Vittorio Emanuele III.

Gli interventisti, nazionalisti e colonialisti, con la complicità del palazzo reale e dei padroni delle nascenti ferriere industriali, avevano trascinato il Regno d'Italia, contro la volontà del parlamento e dei suoi popoli, nella tragedia della "Inutile Strage", la Prima guerra mondiale. 

Dopo la guerra, nel paese distrutto moralmente dall'alluvione di menzogne che la propaganda aveva dovuto diffondere per sostenere l'adesione delle masse a un conflitto tanto assurdo, oltre che in una società italiana sconvolta e impoverita, il fascismo si impose come salvatore e perfezionatore dello stato centralista e autoritario.

Il fascismo salì al potere grazie alla mobilitazione dei reduci frustrati dal ritorno alla vita civile con un pugno di mosche, dopo essere stati per anni ubriacati di retorica, di violenza, di promesse vane.

Cavalcò la rabbia delle classi medie impoverite, approfittando della mancanza di spina dorsale delle vecchie classi dirigenti liberali e delle divisioni nelle forze popolari e socialiste.

Soprattutto, però, ottenne finanziamenti e appoggi perché rappresentava la continuità dello stato nato dalle conquiste sabaude, promettendo di tenere in vita i miti del Risorgimento, continuando a celarne la triste realtà, che era quella della costruzione di un vero e proprio imperetto coloniale sabaudo sull'intera penisola.

Garantiva, cosa ancora più urgente nella crisi del Primo dopoguerra, che sarebbe stata perpetuata la retorica della Grande Guerra e che si sarebbero tenuti a bada coloro che la guerra l'avevano odiata e poi subìta come la più grande delle ingiustizie.

Il garibaldinismo, il fascismo - scrisse Gobetti - sono espedienti attraverso cui l'inguaribile fiducia ottimistica dell'infanzia ama contemplare il mondo semplificato secondo le proprie misure... Il nostro antifascismo prima che un'ideologia, è un istinto... Ma il fascismo è stato qualcosa di più; è stato l'autobiografia della nazione... La palingenesi fascista ci ha attestato inesorabilmente l'impudenza della nostra impotenza. A un popolo di dannunziani non si può chiedere spirito di sacrificio [cioè resistenza alle prepotenze e all'incredibile disastro politico che il fascismo recava con sé e che Gobetti aveva già intuito]... Si può credere all'utilità dei tutori e giustificare Giolitti e Nitti, ma... Né Mussolini né Vittorio Emanuele hanno virtù di padroni, ma gli Italiani hanno bene animo di schiavi.


° ° ° 

Fonte della foto del giovanissimo Gobetti: https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=843026

Fonte dei testi dell'articolo "Elogio della ghigliottina" di Piero Gobetti (dalla “RIVOLUZIONE LIBERALE” del 23 novembre 1922): https://www.eticapa.it/eticapa/wp-content/uploads/2013/12/Elogio-della-ghigliottina.pdf



sabato 15 ottobre 2022

Asilo politico per Assange e per tanti altri

 

Anche tanti amici e compagni di Firenze e della Toscana sono in campo oggi per la 24 ore di mobilitazione per Assange: https://www.24hassange.org/.

Quella di Julian Assange è una vicenda che mobilita e spinge alla solidarietà uno dei movimenti più globali e trasversali del nostro tempo. E' un segno di speranza. 

Non occorre considerarlo un eroe, o un genio, o un santo, tanto meno approvare integralmente l'operato di Assange, per solidarizzare con lui. E' sufficiente la cruda evidenza che questo attivista australiano della libertà d'informazione non potrà mai subire un processo giusto non solo negli Stati Uniti d'America, ma nemmeno nei paesi "alleati". 

Il trattamento che gli riservarono le autorità svedesi, quello da solo, dovrebbe spingere ogni garantista a pretendere che gli sia concesso asilo politico a tempo indeterminato. 

La Svezia, paese che pure vantava una antica neutralità e una solida cultura democratica, si rivelò essere diventata, all'inizio degli anni Dieci del XXI secolo, una repubblica delle banane, corrotta dai servizi segreti americani e asservita al più greve conformismo.

In questa giornata dedicata a Julian Assange, ricordiamo anche tante altre persone per le quali chiediamo la fine dell'accanimento giudiziario, a cominciare da: Leonard Peltier, attivista nativo americano, ingiustamente detenuto negli USA;  Osman Kavala, filantropo prigioniero nella repubblica "presidenziale" esecutiva di Erdogan; Alexei Anatolievich Navalny, oppositore politico perseguitato nella Federazione Russa; Aung San Suu Kyi, la fiera leader politica nonviolenta che ha dedicato la sua vita all'emancipazione della Birmania dal militarismo; Ales Bialiatski, Nobel per la Pace 2022, detenuto in Bielorussia. 

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Grazie a Stefano Cecchi, leader della USB di Firenze e della Toscana, per la foto



domenica 30 gennaio 2022

Pensieri da Piacenza

 


Ho avuto l'onore di essere invitato come relatore aL Festival della cultura della Libertà, a Piacenza, oggi, domenica 30 gennaio 2021. E' stata la sesta edizione del Festival, sul tema: “La libertà al tempo della paura. Come riconquistare i diritti perduti? - Liberi di scegliere”. Ho parlato nella Sessione VIII, sul tema: “Dinanzi alla pandemia, centralismo o localismo?”, affiancando il deputato ticinese Paolo Pamini e il prof. Carlo Lottieri. Ringrazio di cuore i promotori del Festival: Associazione Liberali Piacentini, Confedilizia, il Giornale, European students for liberty, per l'occasione che mi hanno dato di lanciare qualche spunto anticentralista, autonomista, localista e decentralista. Grazie di cuore a Corrado Sforza Fogliani, che del Festival è il padre, e all'amico Carlo Lottieri, che ne è il direttore scientifico. Grazie davvero al Festival, che ha ospitato anche la mia voce tra le molte (anche dissonanti, perché sotto l'ombrello del pensiero liberale c'è grande pluralismo). Di seguito qualcuno dei pensieri che ho portato e che, con l'ascolto delle importanti voci autonomiste che ho incontrato in questo evento, ho potuto arricchire. (Mauro Vaiani)

 


Localismo e fallimento del centralismo

Si dovrebbe essere autonomisti e decentralisti anche se il centralismo funzionasse. Chi resta centralista dopo aver vissuto questi due anni di pandemia e sindemia, giunti al termine di trent'anni di declino della Repubblica e di involuzione tecnocratica della Unione Europea, ha seri problemi di rapporto con il momento presente, la condizione degli umili, i nostri doveri verso le generazioni future.

Giornata della memoria 27 gennaio 2022

Ho ripensato alle parole di un'altra giornata della memoria, di dieci anni fa. A Firenze, mercoledì 25 gennaio 2012, parlando a Sant'Apollonia, il prof. Zygmunt Bauman, in una delle sue ultime apparizioni pubbliche, ci ammoni che la macchina dello sterminio è ancora intatta. La nostra civilizzazione globalizzata e tecnocratica è ancora capace di distruggere il genere umano e il pianeta.

Scrisse Primo Levi: “È avvenuto, quindi può accadere di nuovo: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire". Non sono tanto fantasmi del passato che dobbiamo esorcizzare, ma i presagi di un futuro possibile, perché mai c'è stato nel mondo così tanto potere concentrato in così poche mani e capace di fare male a così tanti. Se non si capiscono i pericoli del centralismo autoritario, le discussioni sulla pandemia, la sindemia, l'infodemia, lo stato d'emergenza, la crisi, rischiano di essere gracili.

Dentro una peste moderna

In guerra e con la peste, chi si spoglia e chi si veste. Ma anche i guadagni di pochi e le perdite di molti hanno cambiato scala e quindi qualità. I contratti dell’Unione Europea con #BigPharma sono stati fatti, ci dicono per il nostro bene. Ma perché farli così segreti e così opachi?

Quindi dentro una moderna caccia alle streghe

Nella modernità, cambiano scala e qualità anche le cacce alle streghe. I dissidenti del pensiero unico sono stati trattati come tanti Dreyfus: capri espiatori di masse scatenate da una stampa monocorde, foraggiata da poteri giganteschi.

Un potere così grande genera errori geometricamente più grandi

Il convergere di OMS, Cina, USA, EU, BigPharma e altre potenze del nostro tempo su una narrazione grevemente conformista del pericolo pandemico ha portato miliardi di persone ad obbedire a ordini quanto meno discutibili.

Tra i tanti ordini a cui abbiamo obbedito, due su tutti paiono particolarmente avventati: il rifiuto di praticare cure precoci anti-infiammatorie, che è stato imposto in modo particolarmente testardo in Italia; la vaccinazione dei guariti.

Eppure, almeno dal momento in cui è uscita la Great Barrington Declaration, sapevamo che c'era una luce in fondo al tunnel ma coloro che comandano la società globalizzata non volevano che ci incamminassimo in quella direzione.

Per approfondire:

http://diversotoscana.blogspot.com/2021/03/la-luce-in-fondo-al-tunnel-del.html

Verità e riconciliazione

Non crediamo si possano portare in tribunale errori storici e politici così gravi, ma, almeno in questa Repubblica, nella prossima legislatura, sarà giusto chiedere almeno una Commissione verità e riconciliazione.

Il nostro mondo autonomista si è messo dalla parte del torto

Non senza orgoglio, ricordiamo che il nostro mondo civico, ambientalista, autonomista e decentralista, quello di Autonomie e Ambiente, è sempre stato nettamente schierato dalla parte dei medici di famiglia, degli ambulatori rionali, delle cure precoci in scienza e coscienza, delle quarantene locali mirate contro i "lockdown" indiscrimati, dello "stare locali" non dello "stare a casa", della protezione mirata come suggerito dalla Great Barrington Declaration, contro la narrazione terroristica e, ancora di più, contro l'uso centralista e autoritario della paura e dell'inquietudine popolare.

Il tempo dell'obbedienza industrializzata di una umanità massificata è giunto al termine

Non abbiamo potuto approfondire questo punto a Piacenza, ma chi segue questo blog sa che siamo in un lungo 1989, un tempo di "Disintegration as Hope", come aveva previsto, prima e più chiaramente di altri, il grande boemo-tedesco-americano Karl Deutsch, a partire dal suo articolo "Social Mobilization and Political Development" del 1961, dedicato alla "mobilitazione sociale" e alle sue conseguenze politiche in un mondo sempre più interconnesso.

Una rivolta biopolitica

Che di fronte a una gestione così centralista e autoritaria della pandemia, scoppiasse una rivolta biopolitica, era proprio il minimo che c'era da aspettarsi.

Per approfondire:

https://diversotoscana.blogspot.com/2020/11/non-avrete-il-nostro-corpo.html

Che vuol dire essere autonomisti nel XXI secolo?

Non scalare le piramidi, ma smontarle. Non più solo anticolonialismo alla Léopold Sédar Senghor. Non più solo contrari al neocolonialismo esterno alla Magdoff. Non più solo ribelli al colonialismo interno stile il Tom Nairn degli anni Settanta (con il suo bel libro The Break-Up of Britain). I neonazionalismi, le piccole patrie, l’Europa dei popoli, tutte cose belle, ma non bastano più.

Oggi significa essere contrari alle concentrazioni di ricchezza e di potere in modo molto più radicale.

Spunti contro il terrapiattismo politico

Kirkpatrick Sale, un importante decentralista americano, a partire dalla sua forte identità ecologista, localista, di vicinanza alle comunità native, si è sempre impegnato nel dialogo con altri anticentralisti americani, inclusi coloro che erano radicati in tradizioni conservatrici della più remota provincia americana o del profondo Sud. Ha rivendicato la necessità di liberarsi dal terrapiattismo politico che aveva paralizzato intere generazioni di attivisti. La realtà della globalizzazione e delle concentrazioni di potere e di ricchezza che la dominano non è comprensibile, infatti, attraverso una sola dimensione, meno che mai quella lineare sinistra-destra.

Vanno accettate le provocazioni su come essere "antifragili", di Nassim Taleb: "Never describe, compare, or assess the effectiveness of political systems without reference to scale. Politics is not scale-free. One can be "libertarian” at the federal level, Republican at the state level, Democrat at the county level, socialist within the commune, and communist at the family and tribe level.".

Da leggere anche:

A case for the Balkanization of practically everyone : the new nationalism / Michael Zwerin - London : Wildwood House, 1976.

Da non dimenticare Leopold Kohr, che dopo molti rifiuti ricevuti, da parte di editori americani e inglesi, riuscì a pubblicare nel 1957 il The Breakdown of Nations. In Italia fu tradotto e pubblicato da chi? Da Adriano Olivetti e dalle sue edizioni di Comunità, naturalmente, nel 1960.

Contro i podestà e gli aspiranti tiranni, ancora su scala e qualità

Non c’è DEMOS, senza un territorio circoscritto, senza una lingua comune. Non c’è popolo libero, se i cittadini non conoscono personalmente i leader che eleggono, non sanno dove abitano, non possono incontrarli ogni mattina e tirar loro la giacchetta. Non c’è democrazia se non si conoscono le persone che ci governano e se chi ci governa non conosce noi.

Se il governante conosce solo grandi numeri, inevitabilmente – questo è ancora un tema antico riscoperto e riproposto con le parole di Taleb - si è prigionieri di un abstract universalism. Inevitabilmente chi ci governa da troppo lontano e da altrove tende a essere un self-righteous psychopath.

E' fondamentale, e il nostro mondo civico, ambientalista e autonomista lo fa e lo farà, mettersi di traverso contro tutte le elezioni mediatiche. No, quindi, all'elezione diretta di presidenti italiani ed europei. Va pronunciato un no netto a ogni forma di presidenzialismo.

Sussidiarietà e ritorno alla Costituzione e agli Statuti

Nella Costituzione e negli Statuti vigenti ci sono già principi forti e utili a un corretto equilibrio tra centri e periferie politiche: legalità, imparzialità, pubblicità e trasparenza, proporzionalità, responsabilità e obbligo risarcitorio, tutela del legittimo affidamento, principio del contraddittorio, obbligo di motivazione. Sussidiarietà, soprattutto, sia verticale, con compiti e responsabilità nitidamente affidate alle autorità locali più vicine alla gente; sia orizzontale, per lasciare agli individui, alle imprese, alle organizzazioni sociali la possibilità di rispondere in autonomia alle proprie esigenze.

Internet Reformation

Una bella provocazione di Pamini, che paragona l'accesso a Internet alla rivoluzione portata dall'invenzione della stampa. Un pensiero che ben si riconnette alle riflessioni sulla mobilitazione sociale di Karl Deutsch.

La defezione dal pensiero unico

Carlo Lottieri ci ha ricordato l’importanza delle defezioni dal pensiero unico, che sono state un segno di speranza, durante le torsioni autoritarie della pandemia.

Con Paolo Pamini si è riflettutto sulla necessità che le autonomie personali, sociali, territoriali, si organizzino in tempo di pace. Quando poi arrivano le emergenze e ci vengono tolte le libertà, è troppo tardi. E' difficile che le libertà ci vengano restituite.

Carlo Lottieri e Paolo Pamini ci hanno aiutato a riflettere sulla necessità che le persone tengano ben ferme le mani sulle proprie libertà, che sono prima di tutto quelle consacrate dall'autogoverno locale, echeggiando un pensiero che risale a Cattaneo, il quale a sua volta echeggiava Machiavelli, e poi su su fino alle parole di Aristotele sulla tirannia. 

Cambi di scala e di qualità

Nulla di ciò in cui abbiamo creduto e che abbiamo fatto funzionare per una comunità di 5.000 abitanti e poi essere facilmente esteso a una comunità di 50.000, o di 500.000, o di 5 milioni, o di 50 milioni, o di 500 milioni. Nulla, non importa quanto liberale o sociale ci sembri.

Inoltre siamo in una modernità tecnologica, dove ci sono strumenti nuovi di cui non siamo assolutamente coscenti, di controllo e sorveglianza universale.

Per approfondire:

https://diversotoscana.blogspot.com/2022/01/contro-la-sorveglianza-universale.html

 


venerdì 3 dicembre 2021

Per il ritorno a un minimo buon senso

Prendetevi un'oretta, in questo ponte dell'Immacolata, per ascoltare Alberto Contri. Se non lo conoscete, fatevi un'idea dello spessore professionale e culturale di questa persona, visitando il suo sito.

Alberto Contri, forte della sua lunga esperienza professionale nella comunicazione scientifica delle grandi aziende farmaceutiche, dei suoi vent'anni in Pubblicità Progresso, del suo essere uno studioso e un docente di scienze delle comunicazioni, del suo attuale impegno volontario sul fronte delle cure precoci, con la fondazione Allineare Sanità & Salute, riepiloga in modo semplice e convincente i gravi problemi del momento presente.

L'eccesso di centralismo autoritario, la mancata indipendenza delle autorità sanitarie internazionali (ed europee, e nazionali), il pervicace rifiuto (forse incoraggiato da preoccupanti conflitti d'interesse) delle cure precoci, le forzature e le improvvisate ripetizioni delle vaccinazioni, la vessazione delle persone guarite (costrette a inutili richiami), l'assurdità del Green Pass (falsa sicurezza, vera licenza a contagiare), la ridicolizzazione di ogni pensiero divergente, il rischio di una dittatura morbida solo nelle forme ma durissima nella sostanza, tutte queste cose le ritroverete spiegate con grande chiarezza nelle parole di Alberto Contri.

Dobbiamo tornare a un minimo di buon senso e dobbiamo farlo insieme, ponendo fine allo stato di emergenza, alla caccia alle streghe, al disastro dell'infodemia (che sta avendo conseguenze peggiori della stessa infezione).

Di seguito il collegamento a due conversazioni con Alberto Contri.

La prima con il piccolo ma serio canale Crescere Informandosi (in studio Giusy Sabatino):



La seconda è andata in onda su Byoblu (in studio Michele Crudelini):

https://www.byoblu.com/2021/11/23/ecco-come-zittire-i-virologi-da-salotto-alberto-contri/

Buon ascolto!

Comprenderete meglio perché siamo preoccupati. Intere classi dirigenti si mostrano incapaci di correggere errori madornali compiuti in questi anni di pandemia. Ricostruire la fiducia tra cittadini e istituzioni sarà un processo lungo e faticoso. I nostri movimenti civici, ambientalisti, autonomisti hanno davanti una impresa ciclopica.

Visitate il sito Autonomie e Ambiente: https://www.autonomieeambiente.eu

Iscrivetevi al canale OraToscana: 

https://t.me/OraToscana

 




sabato 27 novembre 2021

Mai ci arrenderemo al green pass

 

Gli Studenti contro il green pass stanno diventando, con il loro coordinamento interuniversitario, un punto di riferimento per un grande cambiamento culturale nella nostra povera repubblica. Tra di loro ci sono i giovani che saranno protagonisti di un grande cambiamento anticentralista e antiautoritario.

Si uniscono ad altre realtà e comunità che sono un punto di riferimento importante di questa nuova resistenza. Solo per citarne alcune: i 1.000 professori universitari #NoGreenPass (che a parere di chi scrive, e non sembri mera enfasi, riscattano la categoria dalla vergogna di quando solo in dodici si rifiutarono di giurare fedeltà al regime fascista); i medici di IppocrateOrg; il milione di persone qualificate che da tutto il mondo hanno firmato la Great Barrington Declaration; i portuali di Trieste, animati da Stefano Puzzer, e il Coordinamento 15 ottobre che è nato dalla loro protesta; i Liberi Fiorentini di Fabrizio Valleri, il cui ruolo in Toscana è stato e sarà fondamentale. 

Il rifiuto del clima infame di terrore e discriminazione che è stato montato da pochi centri di potere globale deve essere anch'esso globale, costante e lungimirante.

Ancora pochi, purtroppo, hanno capito che la sovranità del corpo di ciascuna persona viene attaccata pesantemente dalle stesse forze che vogliono porre fine a tutte le altre autonomie personali, sociali e territoriali.

Alla vigilia dell'importante voto in Svizzera di domani, contro il sistema dei odiosi certificati verdi, raccomandiamo di leggere i testi scritti e diffusi dal movimento universitario. Ne riproduciamo integralmente uno, invitando tutti a leggerne anche altri. Sono grida di gioiosa e nonviolenta rivolta. Una rivolta che sarà difficile trasformare in cambiamenti duraturi, certo, ma che è necessaria, pena la distruzione di tutto ciò che ci è di più prezioso e che ci rende veramente umani, la nostra irriducibile diversità.

* * * 

Il Coordinamento Nazionale Studenti contro il green pass comunica quanto segue:

Con il Super Green Pass si raggiunge ufficialmente il punto di non ritorno per la democrazia italiana.

La Repubblica Italiana e l’Italia come l’abbiamo conosciuta fino al 2019 è morta.

Sarebbe ingenuo illuderci che durerà solo fino al 15 gennaio, non è così, lo sappiamo bene.

Tutto quello che oggi è parte della nostra quotidianità doveva essere una misura temporanea, nulla lo è stato, e questa misura non sarà diversa.

Prendiamo atto che entriamo, senza possibilità di tornare indietro, in un nuova Italia dove il ricatto, la vessazione, l’umiliazione e la riduzione in servitù dei cittadini è norma.

Prendiamo atto che ciò che decide per TUTTI gli aspetti della nostra vita è l’arbitrio e il capriccio di Draghi e poche altre persone, con il silenzio omertoso di tutti i partiti.

Dal 6 dicembre per milioni di persone inizia una vera e propria SEGREGAZIONE. 

Quello che fino ad ora abbiamo letto sui libri di storia o associato a qualche regime del terzo mondo è qui, in Italia, nel 2021.

C’è solo una cosa da fare DISOBBEDIRE.

 ° ° °  

Per leggere altri testi degli studenti e del movimento universitario anticentralista e antiautoritario, si visiti il loro sito:

https://www.studenticontroilgreenpass.it/

 

 

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domenica 25 luglio 2021

Basta con lo stato di emergenza

 

Prato, sabato 24 luglio 2021 in Piazza Duomo, protesta contro lo stato di emergenza e l'uso strumentale del "Green Pass"


C'è un tempo per tutto, nella vita e ancora di più in politica.

Questo è il momento di protestare contro l'insensato prolungamento dello stato di emergenza, deciso dal governo Draghi con il decreto legge 23 luglio 2021, n. 105 (Misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 e per l'esercizio in sicurezza di attivita' sociali ed economiche).

Su questo si sono concentrate le forze territoriali collegate nella rete Autonomie e Ambiente. Questo è stato uno dei temi principali per le persone che si sono riunite spontaneamente nelle piazze sabato 24 luglio.

Oltre che contro lo stato d'emergenza, dobbiamo protestare contro l'uso strumentale del cosiddetto "Green Pass", con il quale si è voluto irresponsabilmente iniziare una guerra contro le persone guarite (che non hanno bisogno di vaccinarsi), contro coloro che hanno curato invece che lasciar morire le persone di "tachipirina e vigile attesa". Persino contro coloro che si sono vaccinati con prodotti diversi da quelli decisi dalle loro maestà europee... 

Dovremo persino mobilitarci per difendere i cittadini della Serenissima Repubblica di San Marino, che si sono vaccinati con lo Sputnik, oppure per difendere imprenditori e rappresentanti che si sono vaccinati in Serbia, in Vietnam, a Cuba. Ci rendiamo conto di quanto irresponsabili siano quelli che ci governano? Sì, quelli del governo dei "competenti".

Del certificato verde, il cosiddetto "Green Pass", non ci hanno ancora dato i dettagli, ma sappiamo già che avrà l'effetto deleterio di dare una "illusione" di sicurezza a coloro che si sono vaccinati, i quali invece non solo continueranno ad ammalarsi ma anche a contagiare. Dobbiamo convivere con il Covid con una mentalità completamente diversa: più cure, meno paure.

Questo video contiene il racconto della nostra piazza di Prato:


 

Per maggiori informazioni:

https://www.facebook.com/pratesiperlacostituzione/posts/2105721786237789





giovedì 22 aprile 2021

Un 25 aprile con i valori di sempre, ma in un contesto diverso

Riceviamo e volentieri pubblichiamo, da Fabrizio Valleri e dagli attivisti di Libera Firenze, lista civica ambientalista e autonomista. I valori del 25 aprile sono quelli di sempre, ma cosa è fascismo, cosa è autoritarismo, cosa è il sempre ritornante centralismo autoritario, va contestualizzato.

* * *

Giulietto Chiesa, uno dei mentori di Libera Firenze, insieme a Fabrizio Valleri nella manifestazione dell'Odeon 2019

 



Comunicato stampa

Firenze, 22 aprile 2021

Fabrizio Valleri e gli attivisti di Libera Firenze aderiscono alla manifestazione indetta In occasione del 25 Aprile, festa nazionale della liberazione, dal Coordinamento Toscano per la Fine dello Stato d’Emergenza.

La manifestazione si terrà domenica 25 aprile dalle ore 15 in Piazza Santa Maria Novella a Firenze.

I promotori dell’evento ritengono sia in atto una SVOLTA AUTORITARIA, con il tradimento della lettera e dello spirito della Costituzione repubblicana.

Forzature e strumentalizzazioni della epidemia di covid, hanno portato, come tutti sanno:

  • a confinamenti insensati dei cittadini, privati così dei fondamentali diritti di spostarsi e di riunirsi pacificamente (art. 16 e 17 della costituzione);

  • all’attacco al diritto al lavoro scolpito con solennità nel primo articolo della carta;

  • al tradimento dell’articolo 32 della legge fondamentale ove asserisce che “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario”.

Oggi, la segregazione, le chiusure e l’obbligo vaccinale rappresentano provvedimenti che, lungi dal risolvere i problemi sanitari, paiono piuttosto funzionali a un riordino della società in senso centralista autoritario, a spese delle piccole imprese, dei servizi pubblici locali, dei beni comuni.

Non vogliamo un futuro dominato da pochi enormi conglomerati finanziari internazionali. Sarebbe una società dai caratteri distopici.

Non siamo tranquilli quando vediamo anche attività pubbliche essenziali, come la scuola, la sanità, la pubblica amministrazione, vengono disumanizzate con DAD, telemedicina, lavoro a distanza.

Crediamo sia necessaria una nuova resistenza che rilanci l’idea di libertà e i valori di solidarietà, mutualismo, rispetto delle persona umana, quelli che prevalsero alla fine della guerra e che devono essere rinnovati, contestualizzati e riproposti in risposta all’inammissibile torsione centralista e autoritaria imposta dalla politica italiana (ed europea) nell’ultimo durissimo anno.

All’evento hanno aderito numerose forze sociali, politiche, gruppi di base e personalità del mondo della cultura e della scienza.

Alcuni dei principali interventi previsti: STEFANO SCOGLIO (ricercatore Scientifico, candidato al Nobel per la Medicina 2018); Leonardo Mazzei (del Coordinamento Toscano per la Fine dello Stato d’Emergenza); Antonello Cresti (musicologo fiorentino); Fulvio Grimaldi (giornalista e inviato di guerra per BBC e RAI); Eleonora Leoncini (avvocato e legale di Rinascimento Italia); Sonia Savioli (saggista toscana e attivista vicina a R2020); Luca Dinelli (Rappresentante RSU ASL Toscana Nord Ovest); Benedetto Tangocci (psicologo); Alessandra Scarcelli (insegnante di Pontassieve); Giuseppe Padovano (del Comitato NO GUERRA NO NATO).

Libera Firenze lista civica ambientalista autonomista
Telegram: https://t.me/liberafirenze

 

 

mercoledì 31 marzo 2021

Solidarietà a Byoblu e DavveroTv

YouTube Italia ha cancellato il canale di Byoblu, dopo averlo recentemente demonetizzato. Mezzo milione di italofoni che seguivano il canale sono stati così pesantemente umiliati da un atto di brutale censura.

Nella foto Valerio Malvezzi in un messaggio di solidarietà a Claudio Messora

Ovviamente il lavoro ultradecennale di Claudio Messora e della sua redazione non si ferma. E' sempre possibile sostenere e seguire Byoblu e DavveroTv attraverso altre piattaforme e altri canali YouTube che non sono stati chiusi. Di certo, però, è stato un attacco scomposto, che viola minime regole di buona fede tra privati (gli editori e la stessa piattaforma YouTube) e le prerogative che la Costituzione assicura alla stampa registrata.

YouTube è un gigante, quindi la nostra protesta forse non lo scalfirà, ma non taceremo. Ci domandiamo perché la stessa multinazionale che assicura ampio accesso a miriadi di realtà piccole, locali, periferiche, spesso dissidenti e ribelli, abbia voluto colpire un canale come Byoblu, mettendone in pericolo la crescita, che era davvero importante.

Non dimentichiamo certo che YouTube da' ospitalità, tra le altre cose, a singoli come chi scrive su questo blog, a gruppi come Libera Firenze, a reti come Autonomie e Ambiente:

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Anche per questo, la scelta di YouTube Italia ci pare incomprensibile, ispirata da qualche forma di odio settario organizzato, presa con una superficialità che non promette nulla di buono. 

Non possiamo non ringraziare Alberto Bagnai, di cui pure non condividiamo le scelte recenti e il posizionamento politico, per aver portato la questione in Senato, con limpidezza e precisione:

https://youtu.be/I9b-VErg928

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Se ci è concesso, vorremmo dire che di Byoblu non ci è mai piaciuto tutto, per questo la difendiamo ancora più strenuamente.

Non tanto perché ha ospitato personaggi improbabili e contenuti veramente discutibili, ci mancherebbe (le tivù pubbliche e commerciali fanno cose ben più drammatiche e senza lasciare a milioni di telespettatori passivi, specie anziani e poveri, alcuna libertà di scelta). 

Abbiamo, piuttosto, sempre temuto che le voci "ribelli", senza i necessari approfondimenti scritti e senza adeguati apparati critici, avrebbero comportato il rischio di impigrire e assuefare gli ascoltatori. Un lungo e difficile discorso, questo, contro i leoni da tastiera, gli ascoltatori ridotti a tifosi, lo squadrismo delle chat, le rivoluzioni dal divano, che di certo non riguarderebbe solo Byoblu e che svilupperemo appena possibile.

Intanto, dobbiamo gridarlo: prima di tutto la libertà.

Senza dimenticare la gratitudine, che in politica non è l'ultima delle virtù da praticare con perseveranza! 

Byoblu è stata tra le prime e praticamente uniche emittenti a dare spazio agli autonomisti e ai decentralisti in momenti in cui i massmedia sono servi sciocchi del peggior centralismo. Mai dimenticheremo, per esempio, che Byoblu ha ospitato il Patto per la Toscana, quando la maggior parte dei media toscani lo ignoravano o lo ridicolizzavano:


 

 

Per concludere, è tempo di fare qualcosa. Andiamo sui siti di Byoblu e di DavveroTv e versiamo il nostro obolo per la democrazia:

https://www.byoblu.com/

https://www.davvero.tv/


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