Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

mercoledì 5 luglio 2006

Il primo riconoscimento pubblico a una nuova opposizione popolana e libertina


Recuperato e archiviato qui un articolo in cui Mario Lancisi racconta il cambiamento politico a cui abbiamo lavorato nel primo decennio del nuovo secolo. E' il primo riconoscimento pubblico alla nostra piccola grande ambizione: la fondazione di una forza politica veramente toscana, popolana e libertina, capace di rappresentare non solo una nuova opposizione, ma anche una praticabile alternativa amministrativa e politica. In calce pubblichiamo anche la nostra raccolta di appunti sulla nuova opposizione, che Mario Lancisi citò ampiamente, come spalla al suo pezzo (Nota di Mauro Vaiani, lunedì 20/12/2010).


Il cambiamento che investe la nostra Opposizione civica e liberale
mercoledì 05 luglio 2006
Anche chi, come noi, nel cambiamento ci crede davvero, da anni, rimane stupito dalla lentezza con cui esso raggiunge man mano la Toscana profonda (ma anche dalla velocità con cui viene assorbito da chi ne viene anche solo minimamente lambito). Una importante "inchiesta" del Tirreno di oggi, a pagina 11, sul "caso Antichi" e sulla nuova Opposizione civica e liberale che si sta formando attorno alla sua "missione di riflessione".

Una pagina 11 da conservare sul Tirreno di mercoledì 5 luglio 2006

L'intera pagina 11 del Tirreno di oggi è dedicata a una vivace inchiesta di Mario Lancisi sul rinnovamento della nostra Opposizione civica e liberale in Toscana.

Alessandro Antichi spiega in cosa consiste la nostra  ""missione di riflessione, di rinnovamento, di inclusione"", per parlare al cuore di un'antica anima toscana anticonformista e irriverente, capace di mettere alla berlina la corruzione di ogni clero, di ribellarsi a principi e granduchi, di respingere l'invasore straniero.
Maurizio Dinelli promette assemblee aperte nelle piazze di Lucca, una grande battaglia per restare competitivi nel 2007, con primarie aperte a tutti.
Maurizio Bianconi rivendica ad AN di essere stata la prima ad andare oltre il Polo.
Marco Carraresi, UDC, ammette che dobbiamo lasciarci alle spalle una opposizione impreparata, fragile e consociativa.
Per la Toscana, insieme!



Fonte: http://www.iltirreno.it
Alessandro Antichi sul Tirreno di oggi, mercoledì 5 luglio 2006, pagina 11, sezione Toscana
Antichi, manifesto per una nuova opposizione «Se la Cdl non cambia, diventerà marginale»
«Movimentisti, paesani e un po’ libertini»

di Mario Lancisi 
 
FIRENZE. Il manifesto per una nuova opposizione stilato dal portavoce della Cdl Alessandro Antichi, ex sindaco di Grosseto, ha cominciato ad essere pensato all’indomani delle elezioni comunali a Siena. E’ Pierluigi Piccini, ex sindaco diesse della città del palio, lo spettro del centrodestra in Toscana. La sua lista civica ha conquistato infatti il 30% contro il 12% riportato dalla Cdl. A Siena l’opposizione non è più nelle mani di An, Forza Italia e Udc. Il centrodestra è marginale. «Uno choc, inutile negarlo. Il rischio di diventare marginali non può essere preso sotto gamba», spiega Antichi.

 Da Bersani a Berlinguer. Da qui l’idea di una sorta di manifesto per una nuova opposizione (vedi la sintesi, in grafica), in cui Antichi apre ai diritti dei gay e delle coppie di fatto, plaude ai provvedimenti di liberalizzazione del ministro Bersani contrapponendoli al «conservatorismo» del Governatore Claudio Martini, cita come buoni esempi di amministratori toscani anche l’ex sindaco di Prato Giovannini, elogia la «leggendaria serietà di Enrico Berlinguer», ribadisce l’ancoraggio all’eredità spirituale cristiana, ebraica e laica ma afferma di essere libertino «come i seguaci del partito della libertà di Siena, contro la corruzione papale, la dittatura medicea, l’invasore straniero».
 
 Oltre Prodi e Berlusconi. Alla maggioranza che governa la Toscana Antichi lascia «una sfida simile a quella di Angela Merkel: fra maggioranza e opposizione, se ci sono da fare riforme istituzionali, cambiamenti della burocrazia regionale, grandi opere da terminare, qualche nuovo progetto, siamo disposti alla cooperazione bipartisan».
 Ma soprattutto Antichi sostiene la necessità di andare oltre Berlusconi e Prodi: «Stiamo lavorando da anni per dare alla Toscana delle risposte che né Berlusconi, né Prodi, sono stati in grado di dare». Antichi non prende le distanze da Berlusconi ma sostiene che l’opposizione non può vivere di rendita confidando nello stellone di Arcore. «Non basta dire no alle tasse, occorre saper tradurre sul piano locale una parola d’ordine nazionale. Per questo dobbiamo dare spazio alla Toscana dei Comuni, dei paesi e dei borghi», spiega Antichi.
 
 Se la Cdl guarda a sinistra. Addio quindi alla destra ideologica che basava la sua opposizione alla sinistra sull’anticomunismo. Basta con frasi boomerang come quelle sulla Toscana «buco nero della democrazia» o che paragonano la nostra regione alla Corea. Quella che disegna Antichi nel suo manifesto è un’opposizione movimentista, radicata nel territorio, che «include e non esclude», che crede nei valori e ripudia le ideologie e che non ha paura di confrontarsi con i gay o le case del popolo e, più in generale, con i mal di pancia della sinistra. «Dobbiamo dare una prospettiva agli elettori del centrosinistra che si sentono asfissiati dal potere della sinistra di governo», conclude Antichi.
 
 L’autocritica della Cdl. Il manifesto per una nuova opposizione dell’ex sindaco di Grosseto segue un dibattito che si è aperto nel centrodestra toscano sulle pagine del Giornale della Toscana, quotidiano di proprietà di Denis Verdini, coordinatore regionale di Forza Italia. Proprio ieri Maurizio Dinelli, lucchese, capogruppo toscano degli azzurri, elencava in un lungo articolo gli errori della Cdl sul referendum: «La ricetta per una nuova opposizione? Più piazza e più partito. Non è più nè possibile nè conveniente aspettare Berlusconi, Casini o Fini per parlare di politica a tutti».
 
 Sono i primi vagiti di un’opposizione sospesa tra la paura di diventare marginale e l’ambizione di sfidare la sinistra nella regione più rossa d’Italia.
 

Fonte: http://www.alessandroantichi.org/content/view/254/

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Gli appunti che avevamo preparato per Mario Lancisi, come materiale di approfondimento per la sua inchiesta sulla nuova opposizione toscana, che furono ampiamente citati sul Tirreno di mercoledì 5 luglio 2006, a pagina 11, come spalla all'articolo.


  1. Quando Alessandro Antichi diventò sindaco di Grosseto, nel 1997, iniziò una stagione di buongoverno. Un cambiamento epocale nella sua città. Iniziò subito a intrecciare rapporti con una nuova opposizione che si stava formando in Toscana, in particolare con la lista civica e liberale storica, Insieme per Prato, fondata nel 1995 dall'industriale Lamberto Cecchi. La giunta civica e liberale di Grosseto e l'opposizione civica e liberale in altre parti della Toscana avevano, fra tante diversità, qualcosa in comune: non avevano radici nella prima repubblica; non avevano nostalgie per le preferenze o i vecchi partiti. Guardavano al passato con senso storico, senza rancore. Andavano verso il futuro.
  2. Nella stragrande maggioranza dei comuni toscani il PCI e i suoi alleati andarono al potere nelle elezioni amministrative del marzo 1946. Da allora, nel bene e nel male, una stessa ristretta oligarchia - verrebbe da definirla quasi una aristocrazia - ha avuto in Toscana un potere indiscusso e crescente. Un vero e proprio partito-stato. Ora noi diciamo ai Toscani, soprattutto a quella maggioranza assoluta dei Toscani che hanno votato, almeno una volta nella loro vita, per il Partito Comunista Italiano, questa lunga egemonia, questo Sessantennio, è un problema o no? Condiziona la vita quotidiana, il costo della vita, la manutenzione delle nostre case, la ricerca di lavoro dei nostri figli, o no? Su questo possiamo approfondire, dialogare, cambiare qualcosa? Non sembra a tutti i Toscani, qualunque sia il loro orientamento politico, che le città e le comunità che hanno conosciuto l'alternanza siano tutte più avanzate di noi?
  3. La giunta Martini è talmente conservatrice che al suo confronto le timide innovazioni riformatrici di Pierluigi Bersani lo fanno sembrare una Thatcher. Contano anche i differenti retroterra umani e politici. Bersani viene da un PCI riformista e migliorista, quello dell'Emilia e della Romagna. Martini è cresciuto nel PCI toscano, che ha radici profonde nel massimalismo e che è stato percorso da tensioni ideologiche più laceranti che altrove.
  4. L'ossessione del controllo politico sulla società, la dispersione a pioggia dei finanziamenti pubblici, la pretesa di immaginare sempre e comunque una risposta pubblica alle crisi locali e di settore, continuano ad essere le ingombranti catene che paralizzano il governo della Toscana.
  5. A un certo punto la nostra opposizione civica e liberale è cresciuta. Forse si è dovuto chiudere un intero ciclo politico, quello dominato dallo scontro fra Prodi e Berlusconi, perché qualcuno se ne accorgesse, ma noi stiamo lavorando da anni per dare alla Toscana delle risposte che né Berlusconi, né Prodi, sono stati in grado di dare.
  6. La democrazia è naturalmente bipolare. La maggioranza, anche questa maggioranza toscana da sessant'anni al potere, alla fine si sta scontrando con una opposizione. I terzi incomodi sono l'eccezione, non la regola. Piccole forze estreme o intermedie continueranno ad esistere, ma inevitabilmente la scena politica toscana sarà dominata dal confronto fra due nuovi attori, che si stanno rapidamente consolidando: gli eredi del Sessantennio raccolti in Toscana Democratica; la nostra nascente opposizione civica e liberale.
  7. Destra, sinistra? Comunismo, anticomunismo? Progressismo e conservatorismo? Certo, discutiamone, ma ciò che preme alla nostra Opposizione civica e liberale è essere all'altezza di una sfida storica: la fine del Sessantennio. Stiamo costruendo una squadra di persone specchiate e capaci, che possano rappresentare per i Toscani una alternativa. E' inevitabile che, dopo una così lunga egemonia, la nostra Opposizione civica e liberale sia come il Forum Civico di Vaclav Havel, che includa cioè ampi settori di sinistra, di centro, di destra, indipendenti e civici. La politica non la fanno le etichette o le appartenenze del passato. La politica la fanno le persone e i progetti per il futuro. In Toscana l’inverno del partito-stato, la sfida del Sessantennio, l'agenda politica impone questo: che l’Opposizione sappia allargarsi e includere.
  8. Accettiamo la sfida di impegnarci per la nostra terra, per una Toscana migliore, in una nuova repubblica federale, contro i grandi pericoli che ci sono nello status quo. Mi riallaccio direttamente alle radici più profonde e migliori della nostra storia: alla moderazione e al singolare clima di operosità e tolleranza del ministro Fossombroni e dell'amministrazione lorenese; alle esperienze ai galantuomini liberali e socialisti che hanno amministrato con rigore alle origini della Toscana moderna; ai grandi sindaci del dopoguerra, in particolare al grande Giovannini di Prato; ai riformatori del centrosinistra; alla leggendaria serietà di Enrico Berlinguer; ai tentativi di cambiare l'Italia che sono stati portati avanti dai leader della seconda repubblica.
  9. Lanciamo una sfida simile a quella di Angela Merkel: fra maggioranza e opposizione, se ci sono da fare riforme istituzionali, cambiamenti della burocrazia regionale, grandi opere da terminare, qualche nuovo progetto, siamo disposti alla cooperazione bipartisan. Lo eravamo sotto il governo Berlusconi. Lo siamo ancora sotto il governo Prodi.
  10. Una sfida stile Blair: la cultura e i valori, la socialità e la solidarietà, l'ambiente e la storia della nostra terra hanno bisogno di competizione, di innovazione, di meritocrazia.
  11. Un patto per una nuova cittadinanza, non per un nuovo assistenzialismo, per gli immigrati.
  12. Smettiamo di parlare di "nuove famiglie" in astratto, cominciando a operare per la famiglia all'antica. Dico a tutta la classe politica: via l'ICI dalla prima casa, non dalla prima chiesa...
  13. Da prima che lo facesse Sarkozy, diciamo alle persone e alle coppie gay: la vostra energia attraversa da sempre la storia umana. Ora è finito il tempo di nasconderla e di nascondervi. La vostra sicurezza e serenità sta diventando il termometro della sicurezza e della serenità di tutti. Sono impegnato in prima persona per aprire una missione di riflessione sulle convivenze.
  14. Crediamo fermamente che sia possibile, restando ancorati alla nostra eredità spirituale cristiana, ebraica e laica, tentare una sintesi delle tradizioni e delle libertà di tutti i Toscani, credibile per tutti i Toscani. Certo, occorre una disponibilità a discutere su tutto, con tutti, senza pregiudiziali e senza posizioni precostituite. Senza opportunismi e senza asserragliarsi nei propri fortini. Senza slogan, senza frasi fatte, senza piaggeria, ma anzi con irriverenza e fantasia, come si addice al nostro ideale di antico e vero spirito toscano. Che è sempre "libertino", come libertini erano chiamati nel '500 i seguaci del partito della libertà di Siena, che sacrificarono la propria vita contro la corruzione papale, la dittatura medicea, l'invasore straniero.
  15. La Toscana è un palcoscenico spirituale e culturale per il mondo. Siamo in prima linea per la pace nel mondo, per la giustizia e la cooperazione fra i popoli, per la salvaguardia del creato. Abbiamo avuto l'onore, portando nel Parlamento toscano il caso Ganji, di fare qualcosa di concreto per la libertà in Iran, per la rinascita dell'Iraq, per la difesa di Israele, per la pace fra Occidente e mondo islamico. Ci vuole concretezza, umiltà, lungimiranza, fiducia nella libertà, non assessorati alla pace che finiscono per diventare ricettacoli di pregiudizi antioccidentali ormai fuori dalla storia.
  16. Per la nostra opposizione è un tempo di cambiamento. Siamo tutti in gioco. Non ci sono rendite di posizione per nessuno. Se non saremo all'altezza, se non saremo credibili, i Toscani faranno come a Siena, si troveranno un'altra opposizione.
  17. Intanto come opposizione stiamo sperimentando una nuova forma di continuità. Da quando è iniziata l'elezione diretta dei sindaci e dei capi degli esecutivi, in Toscana abbiamo avuto pochissime esperienze di sconfitti che restano sul campo a guidare l'opposizione. Una considerevole eccezione: il sindaco Franco Polcri, che ha vinto a Sansepolcro dopo una lunga e faticosa leadership dell'opposizione. Alessandro Antichi rappresenta intanto questo: continuità di una battaglia di opposizione fino alla fine della legislatura.
  18. In ogni borgo della Toscana, i cittadini hanno diritto a poter scegliere fra il più votato dei candidati della maggioranza uscente e il più votato dei candidati della opposizione. Come si fa a ottenere questo? Con nuove organizzazioni politiche unitarie? Con forme di primarie istituzionalizzate? Con il doppio turno? C'è l’esigenza, nei cittadini attivi di oggi, di contare di più e di scegliere le persone e non solo gli schieramenti. Quindi discutiamone insieme e cerchiamo delle soluzioni condivise.
  19. Allargamento? Sì. Ai giovani che si vedono passare avanti nelle migliori occasioni di lavoro i rampolli dell’aristocrazia della vecchia sinistra. Alle donne, agli Ebrei, ai gay, la cui vita quotidiana è messa in pericolo dal lassismo dei vecchi apparati nei confronti della clandestinità, della criminalità, della violenza ideologica.
  20. Un appello alla Toscana profonda, a chi è affezionato al borgo e alla terra e li vede messi in pericolo, o dalla cementificazione e dalla modernizzazione selvaggia, da una parte, o dall’assenza o dall’incompiutezza di opere importanti e fatte bene, dall’altra.
  21. Un appello al mondo del volontariato e all'associazionismo toscano, che si vedono beneficiati da tante elemosine a pioggia, mentre gli si impedisce di competere nella produzione di servizi, di sanità, di divertimento, di cultura, di pubblica istruzione.
  22. Un appello al mondo della conoscenza, della creatività, dell’innovazione, che non si ritrova in questa Toscana dove tutto ciò che la vecchia nomenklatura non può controllare, viene fermato. Un appello ai Toscani emigrati a Roma e a Milano, o addirittura all’estero. Per la Toscana, insieme, possiamo fare molto. Per far tornare molte intelligenze, per una iniezione di libertà e di pluralismo, per un risveglio prima di tutto spirituale.


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