Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso
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lunedì 22 settembre 2014

Time for Self-Restraint in the Levant

I paste here some useful link to very provocative contributions, that are also very necessary, against the mainstream.
We would like to increase awareness
- against the endless warfare state, that is intoxicating the United States (Bruce Fein - thank to Ian56 for sharing)
against the third war in Iraq  (Paul Rogers, OpenDemocracy)
against the illusory belief that ISIL might be much worse than Saudi Arabia (Diana West)
The only "moderates", in the Levant and beyond, are we, the Westerners, and we must keep dealing as such.
It 's time for self-restraint, not to be launched into another pointless, senseless, impossible-to-win, so-called war on terror.



giovedì 5 settembre 2013

Ceasefire in Syria, now

This map (source: http://www.aljazeera.com) is emblematic. It explains at a glance that the world should unite and help imposing a truce in Syria, along lines that have already drawn, in the present de facto partition of the country.
Within the different areas, interim administrations may be formed, and a political process of democratization and reconstruction may be started with the consent of the locals. With time, one might even try to investigate and punish the perpetrators of war crimes, the shameful use of gas in particular. The USA, NATO, the UN Security Council, should use their vast powers to enforce an immediate ceasefire, not to shoot blindly into the fray.

giovedì 29 agosto 2013

Guerra alla Siria? No!

La Siria è un paese dilaniato da una atroce guerra civile.
Alcune potenze occidentali, dice la stampa internazionale, si stanno preparando a bombardarla.
Ovviamente noi conosciamo solo la narrazione, la retorica, con la quale i governi americano, inglese, francese e turco, stanno giustificando questa loro grave iniziativa. Quanto viene prospettato, tuttavia, ci sembra profondamente sbagliato e bene ha fatto la ministra degli esteri italiana, Emma Bonino, a marcare la distanza italiana da una operazione che, francamente, ci sembra crudele e improvvida.
Bombardare la Siria è sbagliato.
Provo a elencare con semplicità i principali motivi di questa mia convizione.
Primo, non abbiamo ancora alcuna certezza su chi e perché abbia usato armi chimiche vietate dal diritto internazionale. Come riconosce anche un interventista convinto come Ian Hurd, non ci sono assolutamente basi giuridiche sufficienti per scatenare un attacco legale alla Siria. La scomoda verità è che, come è accaduto in ogni altro conflitto contemporaneo, potremo perseguire i responsabili di eventuali violazioni del diritto bellico, solo dopo la fine della guerra, non finché essa è in corso.
Se si disorienta l'opinione pubblica annunciando spedizioni punitive, si mente e allora si giustifica il sospetto che coloro che si vestono da giustizieri non siano altro che pistoleri.
La retorica del presidente Obama rischia di trascinare gli USA in una guerra sbagliata e illegale.
Sono estremamente preoccupato dal pericolo che la politica americana possa essere nuovamente dominata da una cupa hubris interventista, come quella che peraltro è adombrata negli scritti di Samantha Power, l'attuale ambasciatore USA all'ONU.
Secondo, se anche si riuscissero a trovare ragioni sufficienti per giustificare una guerra alla Siria, bombardare dall'alto e da lontano un paese spaccato in due, o tre, dalla guerra civile, è stupidamente feroce, prima ancora che sbagliato. Se abbiamo davvero delle forze che possono giocare un ruolo, dovremmo usarle per facilitare l'armistizio fra le parti che si stanno combattendo sul campo.
Armistizio che, sia detto per inciso, non è mai stato così vicino, dopo due anni di guerra, proprio perché oggi le parti sono in possesso di proprie roccaforti vitali. Analisti di diversa formazione e di opposti schieramenti riconoscono che sarebbe possibile una tregua duratura, fondata sulla partizione della Siria in almeno tre parti: un nord in mano ai ribelli; un rifugio orientale per la minoranza curda; mentre la costa, Damasco e il centrosud resterebbero in mano all'attuale regime nazionalsocialista di Bashar al-Assad.
Dopo un bombardamento occidentale, invece, l'attuale equilibrio potrebbe venir fatalmente alterato. Le fazioni si radicalizzerebbero. Le vittime innocenti si moltiplicherebbero.
Terzo, il successo di un attacco occidentale alla Siria è davvero improbabile, mentre le ricadute geopolitiche negative sarebbero gigantesche. Sono scarse le probabilità di colpire con successo obiettivi anche molto limitati e ben circoscritti, come arsenali e impianti, secondo osservatori attenti come quelli di Stratfor. Le conseguenze dei bombardamenti, invece, sugli equilibri già precari di Libano, Israele, Cisgiordania, Gaza, Iraq, Egitto, potrebbero rivelarsi disastrose.
Chiudo ricordando, amaramente, che in Occidente e in particolare negli USA, l'intera crisi siriana è stata fraintesa sin dall'inizio. L'opposizione ad Assad non ci pare proprio formata da donne, giovani e intellettuali della Primavera araba, i quali avrebbero sicuramente scelto metodi di resistenza nonviolenta di massa, non la guerra civile.
Questi rivoltosi hanno scelto di combattere Assad con la forza e, come ci hanno insegnato i maestri della nonviolenza contemporanea, da Gandhi a Gene Sharp, lo scontro armato è il terreno su cui i regimi non solo sono forti, ma spesso si rafforzano.
Né possiamo sorvolare sul fatto che, come molti hanno sospettato sin dall'inizio, donne, giovani e intellettuali, in questa crisi, sembrano stare dalla parte del regime nazionalsocialista del clan Assad, e non certo dalla parte di Al-Qaeda e Arabia Saudita, che sono fra i maggiori sponsor della ribellione.
Ce n'è abbastanza, mi pare, per riflettere, riflettere, riflettere ancora.
Non guerra, quindi, ma tregua per la Siria.
Tregua subito.

mercoledì 28 agosto 2013

Three inconvenient things about Syria

Three inconvenient circumstances that should suggest intervention supporters to be more cautious: 1) Obama and Cameron are siding with Al-Qaeda; 2) the international punishment of Syria will be backed by Saudi Arabia; 3) even the most fanatical liberal warmongers - like Ian Hurd - admit that the many cruel actors who are fighting the Syrian civil war, probably did not violate international law. So, let me ask again and again: why another pointless international intervention, instead of putting an international pressure in the direction of an immediate truce?

lunedì 26 agosto 2013

Immediate ceasefire in Syria

It is not too late.
It is time for advocating an immediate ceasefire in Syria.
If we, the West, really have any believable influence and dissuasion, we have to throw all our weight on the scales, on the side of an immediate truce.
Every attempt to bring an alleged international justice in the midst of a civil war will result only in another pointless and endless war.
Stop the liberal hubris. 
Stop the neocon warmongers.
Stop the military-industrial complex.
Let the UN mission end their survey.
Let the the painful but inevitable partition of Syria happen.
Please, America, think and think again.
The indigestion of political rhetoric will not bring international justice.
A time of justice might come come only after war. 
In the meantime, another good measure of geopolitical ignorance may lead the United States towards another disaster.

lunedì 22 luglio 2013

Do not mess in Syria



Imagine, for a moment, that Western powers may have no public debts and austerity problems.
Imagine they really may be able to gather serious and profound geopolitical expertise about Syria.
Imagine they may have found local, accountable partners that want a free, democratic, pluralistic Syria.
Imagine they may really understand the ground and they may really be able to apply a certain military pressure.
Imagine and, please, don't take these four assumptions for granted!
In that case, what would you like?
Start another war, without clear objectives, limits, restraints?
Or rather use Western hypothetical force to claim an immediate truce and the beginning of a political process?
Before the end of Ramadan and the summer, there is a great opportunity for a lasting truce.
The alternative would be another disastrous “humanitarian” intervention.
I do not believe the military-industrial complexes have learned any lesson from the past.
It is up to all of us, citizens and netizens, to shut up the warmonger, exposing the risky hubris of many top leaders - even the intelligent and respected senator John McCain, for instance - that are sadly walking with their heads turned back.


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