Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso
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domenica 19 febbraio 2023

Tanta strada ancora per i Samaritani

 


Si è tenuta l'assemblea dell'associazione Samaria, ieri, sabato 18 febbraio 2023. Attualmente la realtà caritativa e di promozione umana sta sostenendo la diffusione della traduzione italiana del libro "Amori biblici censurati - Sessualità, genere e traduzioni erronee" di K. Renato Lings. Per sostenere Samaria, si visiti il nuovo sito:

https://associazionesamaria.org/

Sono stato, sin dall'inizio, tra i promotori di questa realtà d'impegno sociale e culturale concreto, fondata e operata da persone omosessuali cristiane, che ha ormai compiuto dieci anni. Ne sono stato uno dei dirigenti e continuo a esserne uno dei soci e dei donatori.

Credo che questa nostra piccola realtà di Samaritani abbia ancora molti anni di lavoro davanti e conto che la Provvidenza non mancherà di incoraggiare persone delle nuove generazioni a diventarne organizzatori, volontari, donatori.

In questi anni difficili, non temo i rigurgiti di bigottismo, i movimenti reazionari, gli imprenditori della paura, i chierici corrotti, i politici neofascisti. Essi sono ancora pericolosi, ma sono perdenti, perché hanno la testa piena di idee sbagliate, che non li porteranno da nessuna parte.

Temo invece le ingiustizie sociali e le sofferenze materiali, che colpiscono tutte le persone umane e, certo, scatenano guerre tra poveri, paure e diffidenze, che possono certamente colpire di più noi, perché siamo comunque persone diverse, particolarmente esposte in quanto minoranze. 

Viviamo in società che invecchiano e s'impoveriscono, a causa delle contraddizioni della globalizzazione.

Il pianeta è ancora afflitto da centralismi autoritari, multinazionali che come macchine impazzite distruggono il mondo, colonialismo, militarismo, tutti poteri che sono ecocidi e genocidi.

C'è bisogno di carità e in particolare di quella carità sapiente che proprio le persone diverse, così spesso perseguitate, sanno esprimere.

Dobbiamo continuare a essere Samaritani, perché noi persone omosessuali cristiane, insieme a tutte le altre comunità lgbt* e alle persone e alle realtà queer, dobbiamo portare a compimento la grande opera in cui abbiamo dovuto esporci, corpo e anima, quella della nostra liberazione e piena accoglienza nelle chiese cristiane e nelle società.

Dobbiamo persistere nella lotta per il nostro pieno riconoscimento come creature umane figlie di D-o. Il Creatore non è un industriale di automobili, non fa macchine sbagliate. Noi siamo parte del grande disegno della Provvidenza sulla diversità, imprevedibilità, ingovernabilità della creatura umana.

Riusciremo a riprenderci il nostro posto, alla luce del sole, in ogni chiesa cristiana. Lo stesso faranno le nostre sorelle e i nostri fratelli delle altre fedi.

Dobbiamo vincere una grande battaglia civile nel mondo globalizzato: la depenalizzazione completa della nostra condizione umana in ogni stato del mondo.

Animo, quindi, e buon lavoro ai nuovi dirigenti di Samaria.


domenica 28 ottobre 2018

Il potere diabolico della parola "naturale"


Si discuteva oggi in famiglia dell'ennesimo cambio di fuso orario.
La Toscana viene di nuovo portata nell'ora cosiddetta "solare" o "invernale", nonostante sia ormai chiaro da molti anni che il fuso orario della cosiddetta ora "legale" ed "estiva", sia molto più adatto alle esigenze della vita toscana di oggi.
Mentre si parlava di questa assurdità del cambio di fuso orario, due volte l'anno, in tanti paesi europei, alcuni hanno definito l'ora invernale "naturale".
Naturale?
Non c'è nulla di naturale nell'ora invernale. L'Italia la adottò alla fine dell'800, per l'esattezza nel 1893.
Il fatto è che la parola "naturale" ha un suo potere diabolico.
Veniamo educati sin da piccoli a usarla per sottolineare la nostra obbedienza a un ordine dato, alle strutture degli attuali regimi che ci dominano.
Si deve crescere nell'ignoranza della storia e dei continui mutamenti istituzionali che sono alle nostre spalle, perché consideriamo tutto ciò che ci sovrasta come "naturale".
Naturale sarebbe quindi anche l'ora "invernale", ma non è vero. Essa è convenzionale come ogni altra ora che abbiamo usato in passato.
Naturale sarebbe lo stato italiano, nonostante i suoi continui e ripetuti fallimenti, anzi proprio per quelli! Veniamo educati a non sapere nulla di ciò che c'era prima dello stato italiano, perché, appena ne riprendessimo coscienza, ci ribelleremmo e lo scioglieremmo.
Naturale sarebbe ciò che la morale comune ci dice della famiglia, della nascita, della morte. Proprio nella nostra vita più personale e più intima, però, non è poi così difficile rendersi conto che troppe cose che ci vengono propinate come naturali, sono solo funzionali al dominio di pochi maschi, vecchi, bianchi, sani, ricchi. Mentre sono assolutamente contrarie alle esigenze della maggioranza della popolazione, composta da donne, giovani, bambini, immigrati, disabili, persone lesbiche, gay e trans, senza dimenticare ovviamente i poveri, che sono sempre di più.
Naturale sarebbe il mercato, che invece non è più una istituzione di ragionevole concorrenza fra imprenditori, almeno da quando il pensiero liberale del Settecento è stato minato dalla sua incapacità di comprendere i disastri della Rivoluzione industriale.
Naturale sarebbe il capitalismo.
Naturale sarebbe lo stato.
Naturale sarebbe il predominio di chi fa parte di caste come il clero, o la alta burocrazia, o gli alti gradi della vita militare.
Naturale sarebbe la schiavitù dei lavoratori precari e sottopagati.
Naturale sarebbe una concentrazione di proprietà e di ricchezze, che è invece assolutamente incompatibile con la tutela dei beni comuni, dell'ambiente, dell'uguaglianza sociale.
Naturale sarebbe la creazione e la distruzione continua di grandi ricchezze finanziarie nei mercati globali totalmente virtualizzati.
Naturale sarebbe, ovviamente, come sempre, la guerra - un classico sotto ogni regime, un "sempre verde" (evergreen).
Naturale sarebbe, addirittura, la distruzione della natura stessa! E qui siamo al trionfo di quei poteri orwelliani che chiamano "verità" le più grandi menzogne.

Praticamente tutto ciò che ci viene venduto, sin da piccoli, come "naturale", è assolutamente artificiale, concepito per farci amare il nostro asservimento a uno status quo assai discutibile e, con il passare del tempo, sempre più insopportabile.

Questo uso della parola "naturale" come strumento diabolico di dominio di pochi su molti, ha precise origini, connesse con la formazione degli stati moderni europei, quelli che hanno conquistato il mondo e, tutt'ora, lo mettono in grande pericolo con inquinamento e guerra. Lo aveva intuito, fra i primi e fra i pochi, un grandissimo pensatore e moralista toscano, Enrico Chiavacci.

Grazie a complessi processi storici - e forse grazie soprattutto alla Provvidenza - è però iniziato il declino dei colonialisti e degli attuali padroni del mondo. Chi scrive se ne è occupato nei suoi studi di dottorato (Disintegration as Hope).

Nel XXI secolo, quindi, può e deve essere portata in ogni casa, in ogni angolo del mondo, la buona notizia che la nostra ignoranza, il nostro avvelenamento, il nostro asservimento alle potenze di questo mondo non sono affatto "naturali".

Sì, avete capito bene: ciò che è "naturale", nel mondo umano, per lo più non ha senso, o è largamente sopravvalutato, o è altamente discrezionale, o comunque non è quasi mai quello che il potere vorrebbe convincerci che fosse.

C'è qualcosa di più e di diverso, per ogni individuo, nel nostro comune e breve tragitto fra la nascita e la morte, che obbedire a ciò che dall'alto e da altrove è stato definito come "naturale".

E' dovere di ciascuna persona umana scoprirlo e prenderselo, per il bene suo e delle generazioni future.

domenica 28 maggio 2017

Un Pride a misura d'uomo


Ieri sono stato al Toscana Pride di Arezzo, ancora una volta con il gruppo Kairos, cristiani queer di Firenze.
E' stata una manifestazione bellissima, per la varietà e l'energia dei partecipanti, ma anche per l'incredibile accoglienza che ci hanno riservato i cittadini.
Complimenti sinceri agli organizzatori, in particolare al gruppo Chimera. Sappiamo quanto ci hanno creduto e quanto ci hanno lavorato.
E' stato un Pride a misura d'uomo, una marcia gioiosamente partecipata in una città ancora vissuta dai suoi cittadini.
L'anno scorso, quando una ampia rete di associazioni ha ripreso l'idea del Toscana Pride - che era rimasta incompiuta alcuni anni prima - e la ha rilanciata da Firenze, eravamo forse il triplo, ma abbiamo camminato nelle strade di un centro città ormai ridotto a contenitore di burocrazie e di punti d'appoggio per soli turisti facoltosi. Anche l'anno scorso fu un sabato pomeriggio, ma camminammo soli in una città senza lavoratori e con pochissimi cittadini.
Quest'anno ad Arezzo eravamo circa 10.000, ma abbiamo camminato praticamente sempre in mezzo alla gente.
Non dimentichiamo che Arezzo è un comune con meno di 100.000 abitanti, capoluogo di una provincia in gran parte rurale e scarsamente abitata.

Da notare che l'amministrazione comunale di Firenze, a differenza della Regione, di Livorno, di Sesto, di tante altre, ha voluto confermare anche quest'anno la sua distanza dal Toscana Pride.
Ci hanno pensato attivisti della democrazia e della parità dei diritti, come il nostro amico Marco Ferrari, o come il leader dell'opposizione in consiglio comunale, Tommaso Grassi, a fare una splendida "operazione supplenza" del gonfalone assente, come vi documentiamo in questa nostra foto.
Grazie ancora di cuore a tutte le persone che hanno fatto volontariato e che hanno partecipato al Toscana Pride 2017.




martedì 9 agosto 2016

Susanna la scorretta



Su Facebook fa molto discutere una presa di posizione del nuovo sindaco di Cascina, Susanna Ceccardi, dal tono molto libertario, se non addirittura anarco-individualista. Il sindaco contesta l'interferenza dello stato nella vita delle persone, che si sarebbe manifestata, una volta di più, nell'approvazione della legge sulle unioni civili e sulla registrazione obbligatoria delle convivenze.
L'argomento ha un suo fascino per tutti gli anti-statalisti, me compreso. Mi potrebbe far piacere scoprire che il sindaco Susanna è una ribelle al politicamente corretto.
Anch'io sono molto critico con questa legge sulle unioni e le convivenze che la maggioranza renziana ha infine imposto al parlamento con il voto di fiducia.
Tuttavia appare un po' sospetto alzare un polverone contro l'intrusione statalista nei nostri focolari domestici, proprio ora che qualche coppia di persone omosessuali potrebbe bussare alle porte del comune per farsi registrare.
Diciamo che non è molto liberale che, forti delle proprie convenzioni anarco-individualiste, si prendano di mira proprio i più deboli, gli ultimi arrivati.
Non ho pregiudizio alcuno contro Susanna Ceccardi, che ai miei occhi è la protagonista di una storica alternanza alla ancora parecchio incartapecorita sinistra locale.
Per lei hanno votato tantissime persone mie amiche, che condividono con me una storia civico-liberale, laica, socialista, autonomista.
Non mi crea alcun problema che lei non voglia celebrare unioni civili (e forse, a quanto capisco dalle sue parole, nemmeno matrimoni civili o altri riti di stampo statalista).
Tuttavia mi aspetto che, come sindaco di tutti e come pubblico ufficiale, deleghi qualcuno a farlo al suo posto.
Non mancheranno le persone disponibili.
Altrimenti sarà commissariata, se non rimossa, come è ovvio che accada in uno stato di diritto.
A tutti dico attenti: le vostre (nostre) convinzioni sono sacre, ma le persone lo sono di più.
E le persone omosessuali sono in credito da questa società.
E guai a chi si rifiuta di saldare la propria parte.

mercoledì 11 maggio 2016

Tardi e male, ma infine ci siamo arrivati


Denis Verdini in una vecchia foto del 2006 -
dieci anni dopo, ancora una volta,
nel bene e nel male,
protagonista dell'approvazione in Italia
delle unioni civili (11 maggio 2016, ndr)


A proposito dell'approvazione odierna della prima legge italiana sulle unioni civili e sul riconoscimento delle convivenze, rilancio le parole del caro amico Giacomo Fiaschi, che da Tunisi ha scritto: "...credo che sia profondamente ingiusto, e indegno di una civiltà in progresso, impedire a due persone che si amano e che desiderano realizzare un progetto di vita comune, di poterlo fare con pieno diritto". Precisando, più avanti, che persone dello stesso sesso che si amano e che scelgono di vivere insieme devono vedersi riconosciuti i medesimi "diritti e doveri di una coppia eterosessuale".

Ci siamo arrivati tardi e male. Si potrebbe forse anche dire timeo Renzi, Verdini et dona ferentes.

L'uso di una raffica di voti di fiducia in materia di diritti civili è un precedente inaccettabile. Non perdono ai relatori certi tratti statalisti che hanno voluto inserire nella legge Cirinnà. Non perdono le derisioni, le esagerazioni, le umiliazioni, come la strumentalizzazione della parola "fedeltà", che è stata prima inserita e poi tolta, quasi per mostrare che noi persone omosessuali, in fondo, siamo esseri umani moralmente inferiori.

Non perdono nulla, delle loro sbagliate scelte politiche, tanto meno dei loro sbagliati metodi politici, a Matteo Renzi e a Denis Verdini, ma riconosco loro questo risultato, che comunque pone fine a una lunga attesa. In Italia si allevia, almeno un pochino, la sofferenza di tante coppie omosessuali.

Spero che una eco di speranza ritorni indietro a Tunisi, caro amico Giacomo. Come sai una vasta rete di forze laiche e cristiane, ebraiche e islamiche, si stanno unendo per aiutare le persone omosessuali perseguitate e rifugiate in Tunisia.

Questo piccolo aiuto serva, se a D-o così piacerà, a incoraggiare coloro che, nel nome della Divina Misericordia, delle più autentiche tradizioni tunisine, dei diritti umani universali, lavorano nell'assemblea nazionale tunisina per la depenalizzazione dell'omosessualità, attraverso l'abolizione dell'articolo 230 del codice penale.

Un abbraccio, infine, e un grande ringraziamento a Farhat Othman, un intellettuale coraggioso che lotta per il superamento dell'omofobia in Tunisia.

Avanti, verso la libertà, con amore.

mercoledì 20 gennaio 2016

Cristiani per le unioni civili


Dopo tanti anni di discussioni, ma soprattutto di ipocrisie e fallimenti, ora basta. Occorre da parte di noi cristiani una posizione chiara, netta, in favore delle unioni civili. Questo intervento è stato pubblicato su Gionata e sul sito del Kairos.

* * *

Tante persone cristiane queer aderiscono alle manifestazioni civili di sabato 23 gennaio 2016, in sostegno dell'introduzione anche nella Repubblica Italiana di un riconoscimento pubblico delle coppie omosessuali e delle loro famiglie.

Scenderemo nelle piazze unite dallo slogan-tag #SvegliatItalia. Molti di noi, persone cristiane lgbt*, parteciperemo, con le nostre famiglie, ovunque siano stati indetti incontri pubblici per ricordare che “è ora di essere civili”.

Non abbiamo una agenda politica o legislativa da portare avanti in quanto persone omosessuali cristiane. Fra di noi c'è lo stesso pluralismo che c'è nel resto della società, come è naturale che sia.

Tuttavia condividiamo una idea semplice e chiara, che è matura da tempo nella Repubblica, tanto da essere stata consacrata da importanti sentenze e pronunciamenti delle più alte istanze poste a tutela dei diritti umani fondamentali e costituzionali: ci deve essere un istituto che consenta a tutte le coppie omosessuali di essere riconosciute e rispettate, in tutti gli aspetti essenziali della loro convivenza.

Ci deve essere riconoscimento pubblico dell'aver messo in comune i beni, di essere l'una persona al fianco dell'altra nella salute e nella malattia, di accudire insieme i propri figli e i propri anziani.

Il riconoscimento delle nostre coppie e delle nostre famiglie è la prossima e necessaria tappa della nostra scelta di cominciare a vivere, finalmente, alla luce del sole, nella società e nelle nostre chiese.

Non spetta a noi entrare nei dettagli, ma stiamo seduti alla porta dei nostri legislatori e non smetteremo di bussare.

Firenze, festa di San Sebastiano, 20 gennaio 2016

Mauro Vaiani, Firenze

Mauro Vaiani
cristiano omosessuale del gruppo Kairos di Firenze
volontario del progetto Gionata
presidente del fondo Samaria

lunedì 11 gennaio 2016

Non taceremo mai più




Questo blog si unisce volentieri alla campagna di solidarietà con i webmaster del Progetto Gionata, dopo l'ennesimo attacco informatico.
Come è noto, Gionata è un portale dedicato alla riconciliazione fra fede e omosessualità, fra amore per il nostro Salvatore Gesù Cristo e la nostra condizione queer.
I criminali che hanno tentato di distruggerlo saranno anche dei nerd, saranno anche cyber, ma in fondo restano solo degli squallidi, miserabili squadristi, che verranno denunciati.
Ci hanno provato e ci proveranno ancora, magari, ma non l'avranno vinta.
Non taceremo.
Non torneremo a nascondere la nostra capacità di amare, di credere, di vivere.
Non rinunceremo a essere diversi ma eguali, diversi ma felici.
Il sito è in corso di ripristino, grazie alla generosità e alla sagacia dei volontari che lo amministrano.
Per aggiornamenti invitiamo tutti a seguire la situazione su https://www.facebook.com/progettogionata/.

Grazie a tutt*.


sabato 23 maggio 2015

Uguaglianza matrimoniale in Irlanda




Siamo in attesa dei risultati definitivi, che registreremo qui:


Yes: 62.1% (1,201,607) 
No:  37.9% (734,300)

Percent Turnout
60.5%


Tutto lascia intravedere, già dopo solo un paio d'ore di spoglio dei voti del referendum celebrato ieri, che il popolo irlandese abbia approvato l'uguaglianza matrimoniale fra le coppie etero e le coppie queer. Un fremito di gioia attraversa non solo l'Europa e l'America, ma tutto il mondo. Congrats Ireland!

Per seguire lo spoglio:
http://www.rte.ie/news/results/2015/referendum/ssm/

Per conoscere meglio il significato della campagna:
https://www.yesequality.ie/

Per capire come il popolo irlandese partecipa al processo di evoluzione costituzionale della repubblica:
http://en.wikipedia.org/wiki/Amendments_to_the_Constitution_of_Ireland


PS

I miei amici dal Trinity e dallo UCD di Dublino mi scrivono e mi dicono: oggi c'è anche il sole!



giovedì 19 giugno 2014

Uno Diverso su Cielo TV


Mauro Vaiani, in a documentary about faith and homosexuality, 
on Monday, June 23, 2014, at 23:15 (CET-Florence). 
It will be on again on Saturday, June 28, 2014, at 23:15 (CET-Florence).
Also in streaming at http://www.cielotv.it/index.html.




Invito a un appuntamento televisivo, per lunedì 23 giugno 2014, ore 23:15.
Su Cielo TV va in onda una inchiesta su sesso, fede, amore, matrimonio gay, eros e agape di Alberto D'Onofrio, con la mia testimonianza - Mauro Vaiani, l'autore che vi scrive da questo blog.
Mi trovate insieme ad altre testimonianze d'amore, fede e omosessualità, a partire dall'incredibile storia di Massimo Milani e Gino Campanella, la coppia siciliana che, il 28 giugno del 1993, in piazza Pretoria a Palermo, si unì simbolicamente in matrimonio.
Il documentario andrà in onda, in replica, sabato 28 giugno 2014, ore 23.15.
Vedrete e ascolterete di anni di sacrifici, tentativi, errori, timidi cambiamenti, cadute rovinose e il coraggio di ripartire sempre. Non mancate.
Il materiale video è in parte mutuato dal documentario girato alcuni anni fa, a cui contribuirono molte persone omosessuali credenti, soprattutto della Toscana. L'intero progetto, però, è stato ripensato e aggiornato. Sono curioso di vedere come si è espressa, stavolta, la vena artistica e la sensibilità sociale del bravo documentarista e regista Alberto D'Onofrio.
Sono in attesa della conferma da Cielo, su una replica prevista per sabato 28 giugno alle 23:00.
Nonostante ormai sia abituato - insieme ai miei familiari - a subire le conseguenze dell'essere impegnato pubblicamente, posso confessare di essere ancora un po' emozionato?
La voglio vivere con lo spirito festoso di questi giorni del Solstizio d'estate, ancora una volta orgoglioso e grato alla mia famiglia, a chi mi sta vicino, alla Provvidenza, del fatto che possa gettare qualche seme di speranza, di amore, soprattutto di libertà.
Per chi vuole saperne di più, sulle persone queer credenti, raccomando una visita al nostro portale di riferimento, Gionata.

PS di S.Giovanni, da Facebook:
Buon S.Giovanni a tutti! Stasera fuochi d'artificio a Firenze!
Grazie a tutt* le persone che ieri hanno voluto vivere e commentare insieme a me la raccolta di testimonianze su sesso, fede, omosessualità, matrimonio gay, andata in onda su cielotv - Alberto D'Onofrio, l'autore, è sempre garanzia di un tocco di grazia e di sensibilità sociale! Continuiamo questo dialogo sulla libertà e sull'amore, che sono la nostra vera natura.

Leggete tutti i commenti su Facebook...

venerdì 11 aprile 2014

Società naturale fondata sul matrimonio


Due belle pagine del Tirreno di oggi sono dedicate alla sentenza di Grosseto in favore della trascrizione di un matrimonio celebrato a New York. Segnalo, a pagina 2, la bellissima testimonianza di Giuseppe Chigiotti, che è unito da venticinque anni con Stefano Bucci - ma ce ne sono anche altre, di belle storie di coppie toscane omosessuali.
Di spalla a queste storie di amore, serietà, sobrietà, c'è un piccolo pezzo dedicato al grande don Alessandro Santoro che con coraggio ripete: è amore vero e la Conferenza episcopale cattolica italiana sbaglia. Che hanno fatto i vescovi? Hanno preso posizione contro la trascrizione di questo matrimonio gay all'anagrafe di Grosseto, perdendo l'ennesima occasione per esprimersi con maggiore aderenza evangelica alla realtà delle persone umane.
Si parva licet, sono citato anch'io, intervistato al telefono da Antonio Valentini del Tirreno.
Il mio contributo si limita a ricordare l'importanza del sito http://www.gionata.org, come punto di riferimento per chi vuole davvero approfondire il tema fede e omosessualità. Riaffermo anche che le coppie stabili sono una speranza per tutti e che il popolo di D-o è molto più avanti di certi pastori, come si capirà presto, dalle risposte che il Vaticano riceverà al suo questionario preparatorio del prossimo sinodo dei vescovi cattolici sulla famiglia.
La sentenza va nella direzione giusta.
L'annunciato ricorso della procura mi pare inopportuno e ideologico.
Le unioni omosessuali, esattamente come tutte le altre, sono esattamente quelle società naturali che le costituzioni moderne riconoscono - come fa la nostra agli articoli 2 e 29.
Non c'è alcun modo di impedire a queste famiglie di "fondarsi sul matrimonio", se i loro membri lo desiderano.
Coloro che si intromettono e mostrano ostilità contro le persone e le coppie diverse, magari per cavalcare elettoralmente inquietudini e conformismi presenti fra la gente, vanno contrastati a viso aperto, con umiltà, moderazione, ma anche con tenacia. Senza mai cadere in eccessi ideologici, nell'elitarismo, negli errori antropologici del cosiddetto "politicamente corretto".
Gli stati, le chiese, i potenti in genere, dovrebbero assumere un atteggiamento più umile e più rispettoso, davanti a ciò che esiste da prima di loro.
L'amore, la fedeltà, la famiglia, prima di tutto.



Mauro Vaiani
volontario del progetto
intellettuale e attivista
cristiano e omosessuale

Un particolare delle due pagine del Tirreno
dell'11 aprile 2014
con un bel primo piano di Giuseppe Chigiotti;
a sinistra il pezzo dove sono citati
don Alessandro Santoro
e Mauro Vaiani, l'autore di questo blog.





























* * *

venerdì 28 marzo 2014

Queer Christian Tuscany at a glance


The Washington Post publishde an eyeful reportage about Tuscan queer Christian people and their condition within a backward Catholic environment and one of the last European republic which does not recognize queer people and their family rights. The glance may sound somehow superficial but, between the lines, some rare signs of hope are revealed.

Please, take your time to read something about Tuscan Christian queer people, in the time of pope Francis:


The Washington Post: in Italy, gay catholics feel the ‘Francis effect’.
Article by Anthony Faiola
Stefano Pitrelli contributed to this report
Picture by Alessandro Penso (OnOff Picture)
Published in The Washington Post (USA), March 27, 2014



In Italian:

Il Washington post: "In Italia, i gay cattolici sentono l’effetto Francesco”.Articolo di Anthony Faiola con il contributo di Stefano Pitrelli pubblicato sul The Washington Post (USA) del 27 marzo 2014.
Traduzione di Gionata.org.



Father Andrea Bigalli giving Communion
to Tuscan queer Christians
(The Washington Post)

sabato 1 marzo 2014

Contro l'omofobia a Pisa


Venerdì 28 febbraio alle ore 16,00, presso la Stazione Leopolda, piazza Guerrazzi, a Pisa, sono intervenuto a questa tavola rotonda:

Libertà di manifestare il pensiero (art. 21 Cost.)
e proposta di legge “Scalfarotto“
Problemi aperti

Eravamo:
Ranieri Del Torto, presidente consiglio comunale di Pisa;
Stefania Fuscagni, consigliere regionale;
Alfredo Mantovano, magistrato;
Mauro Vaiani, intellettuale e collaboratore del progetto Gionata.org.

Moderatore: Luca Daddi, vice caposervizio del Tirreno.

Hanno promosso l'iniziativa l'Associazione “Valori e Tradizione“ di Pisa, assieme a Scienza & Vita - Pisa-Livorno e a La Manif Pour Tous - Pisa.


L'incontro conteneva dei rischi di strumentalizzazione, ma io contavo molto sulla serietà dei miei amici pisani che lo hanno organizzato: Carla Ferri, Mirella Bronzini e Aldo Ciappi. A Pisa, negli anni in cui c'ero anch'io, insieme a loro, con tutto un vasto ambiente civico-liberale, abbiamo coltivato uno spirito di grande rispetto, di libertà intellettuale, di superamento di inutili contrapposizioni.


Forse alcuni, a questo incontro, erano venuti con una tesi: esisterebbe una ideologia "gender" che sta cercando di minare nella nostra società le coppie eterosessuali e la loro voglia di avere bambini. Una tesi che, nel nostro piccolo, abbiamo cercato di smontare.

Abbiamo allargato ieri sera, a Pisa, il campo di coloro che non vogliono vecchie o nuove discriminazioni, non vogliono nuovi reati d'opinione, vogliono che la violenza omofoba sia punita - né più né meno come si puniscono la violenza politica razzista, sessista, antisemita, contro altre minoranze.


Per coloro che, come chi scrive, vogliono sostenere la legge Scalfarotto (e il compromesso politico Scalfarotto-Galan), pur con tutti i suoi limiti e i suoi difetti, non starò qui a farvi perdere tempo leggendo me. Invito caldamente a leggere questo bel articolo di Marco Gattuso.


venerdì 21 febbraio 2014

Homage to Binyavanga Wainaina

Binyavanga Wainaina


A message for the students I will meet tomorrow in Florence, at the Liceo Ginnasio Dante. Please, don't miss this coming out:
http://africasacountry.com/i-am-a-homosexual-mum/

Here a key excerpt:
"I have never touched a man sexually... [till 2000, when he was 35] I cannot say the word gay until I am thirty nine, four years after that brief massage encounter. Today, it is 18 January 2013, and I am forty three".

External repression and inner homophobia have being going along and are - hopefully - along retreating. When I was still repressing myself as a gay person, Harvey Milk was elected as a local council member in San Francisco, in 1977. Thirty years later, when in Europe we have many queer public figures, a new generation of pioneers are coming out in Africa and Iran, Arabia and India, China and Vietnam.






sabato 4 gennaio 2014

Figli di uomini

Stanno facendo il giro del mondo le parole semplici e nitide che, ancora una volta, il vescovo di Roma, papa Francesco, ha usato per parlare delle persone gay, lesbiche, queer, delle loro coppie e dei loro figli; che sono figli di uomini e di donne come tutti gli altri, a cui, raccomanda il papa, si deve stare attenti a non trasmettere un "vaccino anti-fede". Basta prepotenze, pregiudizi, corruzione, nella chiesa e nelle sue istituzioni. Basta preti faccendieri, piccoli mostri che predicano l'impossibile a tutti, mentre a loro stessi tutto è concesso.

Queste parole di Francesco sono dappertutto in rete. Noi segnaliamo un pezzo molto sintetico, apparso su una testata popolare: Quotidiano.Net.

mercoledì 6 novembre 2013

Queer Festival Florence 2013

 Eccomi ancora una volta come volontario al Florence Queer Festival - XI edizione - 2013, nella settimana dedicata al cinema. Siamo, ancora una volta, al bel Odeon, in pieno centro. Insieme al Robert Kennedy Center for Human Rights di Firenze portiamo al pubblico toscano un film sulla condizione queer in Cameroon - Born This Way - e una novità importante: un film pieno di speranza sulla condizione gay in Vietnam - Lost in Paradise. Siamo solo all'inizio. L'intero programma si trova sul sito http://www.ireos.org e sul sito http://www.florencequeerfestival.it/. Seguite il festival sull'hashtag #fqf2013, ma soprattutto venite a trovarci all'Odeon.

venerdì 20 settembre 2013

Dalla parte delle vittime, senza vittimismo

Il contrasto fra l'apertura spirituale del vescovo di Roma alle donne, ai gay, ai divorziati, e l'angustia politica della moribonda repubblica italiana, oggi, in questo anniversario ultra-laico del XX settembre, ci è parso particolarmente stridente.
Tuttavia, a vestali e soloni che strillano contro il compromesso faticosamente raggiunto alla camera dei deputati, grazie in particolare al tenace impegno di Ivan Scalfarotto, sull'estensione della legge Mancino alle violenze omofobe e transofobe, consiglierei un pochino di moderazione e, forse, una maggiore onestà intellettuale che invece vedo scarseggiare.
Con l'eccesso di vittimismo - e di strumentalizzazione propagandistica - ci si allontana dalla vita e, temo, si perde di vista il fatto che le vittime hanno bisogno di cambiamenti, anche se questi sono piccoli, non di chiacchiere.
Continuerò a mettercela tutta per convincere altre persone - soprattutto i miei fratelli e le mie sorelle queer - ad abbandonare i pregiudizi e a smettere di crogiolarsi nell'impotenza sterile della solita vecchia sinistra sinistrata.
In difesa delle vittime, vale la pena di prendere le distanze dal vittimismo.


lunedì 29 luglio 2013

Chi sono io per giudicare una persona queer?

Il vescovo di Roma, papa Francesco, a ruota libera con la stampa mondiale: chi sono io per giudicare un gay, si è chiesto a voce alta, e si capisce che si riferiva davvero a ciascuna persona queer. Pronunciata dalla voce del papa l'indicibile parola gay e non solo, esposta anche una saggia considerazione sul fatto che se c'è qualcosa di sbagliato in Vaticano, sono il denaro e il potere di tutte le lobby, non certo i gay.
Sta succedendo qualcosa di davvero importante. Siamo in mezzo a un kairos, un momento opportuno. Spero che tutti gli altri vescovi e tutte le chiese locali trovino il coraggio di ascoltare queste lezioni di libertà. Un bel articolo di Gian Guido Vecchi dal Corriere online.

lunedì 13 maggio 2013

A Firenze, contro l'omofobia

Due importanti eventi a Firenze questa settimana, contro l'omofobia, cioè, più precisamente contro l'odio nei confronti delle persone queer, in tutte le loro sfumature.
Alla Madonna della Tosse, in largo Adone Zoli 1, giovedì 16 maggio 2013, ore 21, una veglia di preghiera ecumenica, promossa, come ogni anno, dal gruppo di cristiani queer di Firenze, il Kairòs. Ricordiamo ai pochi che ancora non lo sanno che kairòs significa "il momento opportuno".
Venerdì 17 maggio 2013, il giorno dopo, in occasione della Giornata Internazionale contro l’omofobia e la transfobia, alle ore 20.15, al cinema Principe, in viale Matteotti, vicino a piazza della Libertà, si proietta, grazie anche al lavoro dei volontari IREOS, un bellissimo film-documentario, CALL ME KUCHU, un viaggio approfondito e commovente nella condizione queer in Uganda, nonché un omaggio a David Kato, attivista gay ugandese vittima dell'omofobia. Introdurranno: Kerry Kennedy (Presidente RFK Center) e Franck Mugisha, RFK Human Rights Award 2011. Seguirà un dibattito moderato da Roberta Vannucci (Direttrice artistica Florence Queer Festival - vicepresidente IREOS).
Fate di tutto per non perdervi questi due "momenti opportuni".


venerdì 14 dicembre 2012

In vesta di pastor lupi rapaci


Il tentativo del cattolicesimo contemporaneo di far tornare il papa a essere il vescovo di Roma, un pastore ecumenico, è fallito?
La lunga marcia conciliare per la demolizione del papato come istituzione totalitaria, fondata sulla menzogna e sulla corruzione, è stata fermata?
Alla fine, gli inferi del denaro e del potere stanno prevalendo?
Si torna sempre a Dante, quando si parla di Vaticano:
 In vesta di pastor lupi rapaci (Paradiso, XXVII).

Tre piccole notizie che si commentano da sole:
- il papa e la pena di morte per gli omosessuali in Uganda
- tasse sulla prima casa, ma non sulla chiesa
- l'abbassamento del livello morale di chi lavora nella burocrazia vaticana 
 
E infine la sparata più grossa di tutte, che scuote, che spaventa:
le nozze gay minano la pace nel mondo, scrive il papa nel messaggio per la giornata della pace 2013

E siccome non ci credevo, sono andato a leggere il testo integrale:

Anche la struttura naturale del matrimonio va riconosciuta e promossa, quale unione fra un uomo e una donna, rispetto ai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale.
Questi principi non sono verità di fede, né sono solo una derivazione del diritto alla libertà religiosa. Essi sono inscritti nella natura umana stessa, riconoscibili con la ragione, e quindi sono comuni a tutta l’umanità. L’azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa. Tale azione è tanto più necessaria quanto più questi principi vengono negati o mal compresi, perché ciò costituisce un’offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace.

Questo messaggio viene contrabbandato come una dichiarazione politico-culturale, ma in realtà, a mio modesto parere, è una mina fatta esplodere sotto la cattolicità.

Non finisce qui, siatene certi.
 
PS

Cercando una ragionevole traduzione italiana della gloriosa espressione antipapista "Down with Popery", mi sono inventato una parola da usare nel grido: basta con questo papaciume!



domenica 11 novembre 2012

La nascita del fondo Samaria

Ormai la piccola realtà caritativa di Samaria ha compiuto dieci anni. Per custodirne la memoria abbiamo cercato nell'archivio della corrispondenza di Mauro Vaiani le primissime mail nelle quali l'idea del "fondo Samaria" prese forma, grazie alle intuizioni di persone come Innocenzo Pontillo, Gianni Geraci, Fabio Regis, Cristian Berra e diversi altri. Postiamo tutto nel giorno di San Martino del 2012, quando i soci fondatori stilarono l'atto costitutivo. I brani delle mail citate, conservano la data originale (Ndr, 19 febbraio 2023).

Da una mail di Innocenzo

Subject: Samaria... La mia proposta
Date: Tue, 7 Feb 2012
From: Innocenzo Pontillo


Carissimi, ...mi sono commosso rileggendo la parabola del buon Samaritano. Come non rivedersi in colui che è stato scacciato perchè eretico, perchè impuro di nascita, perchè diverso, eppure solo lui ricorda Gesù sa accudire l'uomo ferito perchè 'provò compassione'...

Così  ho pensato alla nostra piccola associazione da metter su... Mi sono detto perchè non chiamarla SAMARIA, ovvero la terra dei Samaritani, proprio di coloro che ai tempi di Gesù erano disprezzati dagli ebrei  solo perchè considerati impuri per nascita.

Conoscete qualcuno nella nostra società che è disprezzato, guardato da capo a piedi e non incluso nella società con i pieni diritti degli altri cittadini solo a causa del modo in cui è nato?

Ma Samaria ha un significato più complesso, deriva forse da shâmar, 'guardare', quindi significa qualcosa di simile a 'prospettiva', 'osservatorio' da cui guardare e guardarsi intorno.

Un pò quello che vuol fare la nostra associazione, vuol avere uno sguardo sulla nostra realtà per aiutare a guarire le ferite inferte all'uomo dal pregiudizio.

SAMARIA, può essere il luogo in cui la compassione per l'uomo ferito si  traduce in azione, iniziative, progetti...

La fondazione di Samaria

Il dialogo fra gli amici omosessuali cristiani a cui si rivolgeva Innocenzo con questa mail proseguì fitto e condusse, il giorno di San Martino di quell'anno 2012, alla costituzione del "fondo Samaria".Questo è un estratto della mail che annuncia la fondazione:
 
Subject: [Consiglio Direttivo Fondo Samaria] è nato il Fondo Samaria! grazie a tutti!
Date: Mon, 12 Nov 2012
From: Fondo Samaria
Reply-To: consiglio-direttivo-fondo-samaria


Cari soci fondatori,
 
ieri, 11 novembre a Roma, è nato il Fondo Samaria! E' stata davvero una grande emozione essere insieme, chi di persona, chi con il pensiero, per piantare un piccolo seme di speranza per un mondo migliore...
 
Dopo un anno di lavoro iniziato a Firenze con il gruppo di studio e la presentazione del progetto al Forum dei Cristiani Omosessuali Italiani di Albano, siamo giunti alla partenza. Si tratta di un inizio e il Fondo Samaria dovrà adesso muovere i suoi primi passi. Tanti auguri al Fondo Samaria!
 

Una presentazione di Samaria

Dal primo sito di Samaria, riprendiamo questa presentazione del significato di questa realtà caritativa:

Perchè “Samaria”

Samaria è una semplice parola che contiene in sé un mondo di rimandi. La prima suggestione viene ovviamente dalla parabola del buon Samaritano (Lc 10, 25-37) e dalla straordinaria storia della buona Samaritana (Gv 4,1-26) che, ricordiamolo, non è una parabola, ma è raccontata dai Vangeli come un fatto storico: l’incontro in cui il puro chiede da bere all’impura, una riflessione rivoluzionaria! Non ci proviamo nemmeno a commentarla, tanto è grande e ispirante. Segnaliamo solo uno dei mille link che ne parlano...

Una seconda suggestione viene dalle leggende sulla Samaria come terra di rifugio e di sepoltura per il perseguitato Giovanni Battista, e per i suoi discepoli, e per tanti dissidenti perseguitati in Giudea dai Giudei stessi o dai Romani o da altri).

Una terza riflessione è più storica e generale: Giudea e Samaria sono il classico esempio di due terre così vicine, così simili, eppure così contrapposte dalla storia e dalla religione (e c’è un certo paradosso della Provvidenza nel pensare che oggi esse sono accumunate dall’orrore dell’occupazione militare). In questa coppia storico-politica, la Giudea è la vincente, ma è anche la bigotta, la farisea… Mentre la Samaria è quasi sempre la perdente, l’impura, l’abbandonata, la separata, eppure… Eppure…

Proprio dalla Samaria viene un qualche segno di speranza, proprio da un posto così queer viene una luce nuova per la fede, la cultura, la solidarietà…

Una cattura dal primo sito di Samaria,
per dare una idea dello spirito
che ha animato Samaria negli anni.

 

 


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