Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso
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venerdì 17 gennaio 2020

Bocciato l'uninominale in salsa neonazionalista



La Corte Costituzionale ha bocciato la proposta di referendum abrogativo sottoscritta da diverse regioni governate dalla Lega neonazionalista e dai suoi alleati post-berlusconiani del c.d. "centrodestra".

La sentenza della Corte è positiva e vorrei spiegare perché, soprattutto ai pochi che mi conoscono come attivista che ha sempre amato il piccolo collegio uninominale, quello vero, risalente a una antica tradizione liberale.

Non ho cambiato idea, ho solo preso atto che i collegi uninominali, in Italia, sono sempre stati e continuano a essere inquinati dall'imbroglio. Sono, al momento, una chimera irrealizzabile.

E' così da quando è entrato potentemente nella politica italiana il bieco centralismo autoritario, sdoganato prima da Silvio Berlusconi, poi coltivato anche dai leader del centrosinistra, fino all'ultracentralista Matteo Renzi, che poi ha contagiato anche i Cinque Stelle, fino a diventare l'ideologia ufficiale di Matteo Salvini e di altre sinistre figure del postberlusconismo.

Il collegio uninominale, in Italia, è solo una triste parodia della democrazia. Una farsa o forse una tragedia, dove non si possono candidare indipendenti; dove i partiti non possono organizzare primarie (attenzione: non possono, anche se volessero, grazie a norme vergognose che sono in vigore dai tempi del Porcellum); dove si può essere solo indicati dall'alto da coalizioni farlocche e opportunistiche; dove non ci sono condizioni eque di finanziamento pubblico delle campagne; dove non c'è informazione locale; dove non c'è equità in nessuna fase del processo elettorale.

In questa greve messinscena, nel calare dall'alto candidati improbabili, nello scegliere sempre altrove i nominati, il centrodestra italiano berlusconiano, postberlusconiano, nazionalista e neocentralista, è stato, probabilmente, più abile e più vergognoso di tutti gli altri schieramenti.

Mi pare che l'attuale bolla mediatica lo dimostri una volta di più. Alla gente viene detto di votare Salvini, mentre invece vengono eletti, ad importanti cariche locali, figure improbabili e improvvisate, come praticamente tutti gli ultimi presidenti di regione indicati dalla nuova Lega neonazionalista,

Questa indecenza che la Lega e altri postberlusconiani si ostinano a chiamare "centrodestra unito espressione della maggioranza del paese", è consentita solo dalla grande nebbia mediatica.

Le nebbie però passano e gli elettori si rendono presto conto di essere stati ingannati.

Ancora un po' di pazienza.

Le cose cambieranno.


lunedì 19 dicembre 2016

Mattarellum iuxta modum


Con anni di ritardo, si riparla di Mattarellum, come sistema elettorale per l'elezione della Camera e del Senato della Repubblica Italiana.
Si tratta, lo diciamo subito, di un sistema elettorale decente, da cui non ci si sarebbe mai dovuti allontanare, perché stava funzionando e, nel medio-lungo termine, avrebbe prodotto effetti ancora più positivi, come scrivemmo qui in tempi non sospetti.
Fa un po' effetto che ad essersi convertiti al ripristino di una legge elettorale meno folle di quelle che sono state imposte al paese da ormai un decennio, siano i due Mattei nazionali (e neo-nazionalisti): l'ex presidente Renzi, che ha rapidamente ripudiato la "legge elettorale che l'Europa ci avrebbe invidiato", l'Italicum; il segretario della Lega Nord, Salvini, il nemico politico preferito dallo stesso Renzi, il quale lo alimenta mediaticamente come spauracchio per tener buoni i suoi elettori più di sinistra.
Questo blog, laicamente, saluta il ritorno dei due figlioli prodighi, lanciando però a tutti i membri delle commissioni affari istituzionali di Camera e Senato un appello a stare attenti a ciò di cui i due Mattei non si occupano mai: i dettagli.

Il Mattarellum ci piace, ovviamente iuxta modum.
Per il Senato era già ben impostato: consentiva una chiara competizione nei collegi uninominali; garantiva il recupero dei migliori secondi, a cui, regione per regione, era garantito un diritto di tribuna pari al 25%; consentiva le candidature indipendenti dai partiti ed eventualmente contro i partiti carenti di primarie e di democrazia interna, un punto centrale, questo ultimo, per far veramente funzionare il sistema uninominale.
Per la Camera, invece, i difetti erano notevoli: le candidature nei collegi erano obbligatoriamente legate ai partiti; c'erano la follia delle liste civetta formate per imbrogliare nel momento del cosiddetto scorporo; la quota proporzionale, con le sue liste bloccate, era ancora una ridotta dove si riproducevano le peggiori abitudini della partitocrazia.
Buon lavoro, allora, commissari.
Siate ragionevoli, almeno una volta, in questa sciagurata XVII legislatura, che è durata anche troppo a lungo e ha prodotto una serie interminabile di leggi non solo sbagliate, ma scritte male, oscure, inapplicabili, odiose.


mercoledì 27 maggio 2015

In cerca di veri leader locali


Respingo con tutta l'energia possibile i 7 a 0, i 6 a 1, i 4 a 3.
Sono contrario a ogni pronostico, su queste elezioni regionali, così come in genere sono ostile a ogni tentativo di strumentalizzare le elezioni locali in funzione di lotte di potere romane o europee.
In Toscana e nelle altre sei regioni al voto, stiamo disperatamente cercando una nuova generazione di leader locali, preparati sull'esistente, ma anche aperti a qualche coraggioso cambiamento per il futuro.
La verità è che, senza primarie, senza sistemi elettorali che diano piena sovranità al potere costituente di piccoli collegi locali (quelli che globalmente sono chiamati costituencies), senza un voto obbligatorio alle persone, è davvero difficile, ma è dovere dei cittadini provarci.
Saremo in pochi a votare, perché la dittatura dello status quo sta facendo di tutto per impedire agli elettori di sentirsi sovrani.
Quei pochi che voteremo, abbiamo quindi responsabilità ancora maggiori, perché in Toscana, rispetto alle altre sei regioni, abbiamo, riconosciamolo, un sistema elettorale un tantino migliore.
Non abbiamo avuto primarie, non abbiamo vera sovranità di ciascun collegio, ma abbiamo un voto facilitato alle persone e, se nessun candidato raggiungerà il 40% dei voti validi, avremo il ballottaggio fra i primi due classificati.

Vorrei invitare le due o tre persone che capitano sul mio blog di visitare questa bella pagina della Regione, dedicata alle elezioni.

Qui i nomi dei sette candidati alla presidenza:
  • Claudio Borghi, Lega Nord e Fratelli d'Italia
  • Gabriele Chiurli, Democrazia Diretta (non presente a Pisa)
  • Tommaso Fattori, Lista Sì Toscana a sinistra
  • Giacomo Giannarelli, M5S
  • Gianni Lamioni, Passione Toscana (con l'appoggio di Ncd e Udc)
  • Stefano Mugnai, Forza Italia e Lega Toscana - Più Toscana
  • Enrico Rossi, PD e Lista civica Popolo toscano
In un'altra pagina troverete i facsimili delle schede che verranno distribuite agli elettori nelle 13 circoscrizioni in cui è stato diviso il territorio toscano.

Vorrei anche segnalare due belle iniziative dove i candidati sono messi alla prova su materie difficili:


http://www.toscanalgbti.it/
- un sito dove è stato chiesto ai candidati di esprimersi su questioni che interessano il mondo queer e i diritti di tutt*

http://www.linfanzianonsiappalta.it/
- il sito di lotta sociale fiorentina per l'uguaglianza dei lavoratori e per la conservazione nel tempo di servizi pubblici di qualità, dove pure ai candidati è stata data una piccola tribuna per dire cosa veramente pensano, per l'oggi e per il domani

Buona riflessione, buon voto, buon senso civico toscano, a tutte e a tutti.


sabato 29 novembre 2014

Cinque Stelle cadenti

Senza leader eletti dai cittadini, attraverso primarie, in collegi circoscritti, con regole chiare e con una grande partecipazione popolare, nella politica moderna non si va da nessuna parte.
Nessuna meraviglia, quindi, per la crisi dei Cinque Stelle, su cui invito a leggere il bel articolo di Bruno Manfellotto oggi sul Tirreno: un grande vaffa li seppellirà...
Del resto, dal punto di vista della selezione del proprio personale politico e delle loro idee su come vanno scelti gli eletti, i Cinque Stelle si erano già dimostrati dei potenziali imbroglioni - politicamente parlando, s'intende.
E, sia chiaro, senza primarie e senza collegi, non saranno certo gli unici ad affondare, insieme a questa repubblica.

giovedì 2 gennaio 2014

Mattarellum in testa

Fra le proposte che Matteo Renzi ha lanciato, subito, nel primo giorno lavorativo del nuovo anno, c'è quella di un ritorno al Mattarellum, con il suo rafforzamento, coerentemente con le coraggiose battaglie di Roberto Giachetti e con i preziosi consigli di Roberto D'Alimonte - quest'ultimo, ricordiamolo, uno dei pochissimi accademici italiani che si sta esponendo come figura pubblica in favore di una repubblica migliore.
Coloro che lavoreranno concretamente sui dettagli dell'intesa sono i membri della commissione affari istituzionali della Camera - Francesco Paolo SISTO, presidente; Roberta AGOSTINI e Danilo TONINELLI, vicepresidenti; i segretari Maria Elena BOSCHI (la fiduciaria di Matteo Renzi per le riforme) ed Emanuele COZZOLINO; gli altri membri, molti dei quali si giocano con questa partita la propria credibilità personale come futuri candidati nei collegi: BALDUZZI Renato, BERSANI Pier Luigi, BIANCHI Dorina, BIANCONI Maurizio, BINDI Rosy, BRAGANTINI Matteo, BRESSA Gianclaudio, CENTEMERO Elena, CUPERLO Giovanni, DADONE Fabiana, D'AMBROSIO Giuseppe, D'ATTORRE Alfredo, DIENI Federica, FABBRI Marilena, FAMIGLIETTI Luigi, FIANO Emanuele, FRACCARO Riccardo, GASPARINI Daniela Matilde Maria, GELMINI Mariastella, GIORGIS Andrea, GITTI Gregorio, GULLO Maria Tindara, INVERNIZZI Cristian, KRONBICHLER Florian, LA RUSSA Ignazio, LATTUCA Enzo, LAURICELLA Giuseppe, LEONE Antonio, LOMBARDI Roberta, MAZZIOTTI DI CELSO Andrea, MELONI Marco, MERLO Ricardo Antonio, MIGLIORE Gennaro, NACCARATO Alessandro, NUTI Riccardo, PILOZZI Nazzareno, PLANGGER Albrecht, POLLASTRINI Barbara, RAVETTO Laura, RICHETTI Matteo, ROSATO Ettore, SANNA Francesco.
Non mancheranno certo loro informazioni e consigli.
Aggiungiamo anche i nostri, come ci ha suggerito di fare Matteo Renzi.
Eccoli:
- Tornare ai 475 collegi uninominali del Mattarellum è semplice, veloce, opportuno.
- In ciascuno di questi collegi le forze politiche possono organizzare, magari contestualmente e congiuntamente, delle serie e vere primarie, con pari opportunità per aspiranti di diverse età e generi.
- Il vincitore, il first-past-the-post, di ciascuno di questi collegi deve poter entrare alla camera, come leader naturale del suo territorio.
- Essendo molto probabile - in un paese complesso e diviso come l'Italia - che nessuna forza politica raggiunga in questo modo la maggioranza assoluta, è giusto immaginare un secondo turno eventuale, che dovrebbe consistere in un ballottaggio fra le due forze politiche maggiori, la prima e la seconda classificata.
- In palio, in questo secondo turno, dovrebbero esserci i 155 seggi della vecchia parte proporzionale del Mattarellum. Magari non tutti, ma quanti ne servono al vincitore finale per avere la maggioranza sufficiente a governare.
- Se non si fa a tempo a modificare la Costituzione, anche la composizione del senato dovrebbe essere influenzata dai risultati di questo tipo di secondo turno.

Il cambiamento è davvero possibile, ed è possibile adesso.
Restituiamo sovranità agli elettori, rappresentanza ai territori, centralità al valore e al carisma personale di candidati che possono avere il voto della maggioranza del loro collegio - non il consenso clientelare di piccole fazioni organizzate, come era nel vecchio sistema italiano delle preferenze facoltative multiple.
In poche settimane si decide tutto.
Si decide - questa è la nostra modesta opinione - se si salva o no questa repubblica, questo nostro stare insieme come Italiani ed Europei.
Non ci deludete.
Non ci rovinate.

PS:
Se conoscete qualcuno di questi deputati, scrivete loro che vogliamo un rapido ritorno a un Mattarellum rafforzato; che vogliamo scegliere in ciascun territorio sia un partito, sia la persona che lo rappresenterà; che vogliamo che si cambi subito il Porcellum, ma che non vogliamo il ritorno delle vecchie preferenze all'italiana - nemmeno nella loro reincarnazione politicamente corretta ma ingannevole, quella della cosiddetta doppia preferenza di genere. Eccovi una lista alfabetica con i link alle mail dei membri della I commissione permanente della camera, quella degli affari costituzionali:

BOSCHI Maria Elena PD boschi_m@camera.it
BRAGANTINI Matteo LNP bragantini_m@camera.it
BRESSA Gianclaudio PD bressa_g@camera.it
CALABRIA Annagrazia PDL calabria_a@camera.it
CENTEMERO Elena PDL centemero_e@camera.it
COZZOLINO Emanuele M5S cozzolino_e@camera.it
CUPERLO Giovanni PD cuperlo_g@camera.it
D’ATTORRE Alfredo PD dattorre_a@camera.it
DADONE Fabiana M5S dadone_f@camera.it
DIENI Federica M5S dieni_f@camera.it
FABBRI Marilena PD fabbri_marilena@camera.it
FAMIGLIETTI Luigi PD famiglietti_l@camera.it
FIANO Emanuele PD fiano_e@camera.it
FRACCARO Riccardo M5S fraccaro_r@camera.it
GASBARRA Enrico PD gasbarra_e@camera.it
GASPARINI Matilde Maria PD gasparini_d@camera.it
GELMINI Mariastella PDL gelmini_m@camera.it
GIORGIS Andrea PD giorgis_a@camera.it
GITTI Gregorio Scelta Civica gitti_g@camera.it
INVERNIZZI Cristian LNP invernizzi_c@camera.it
KRONBICHLER Florian SEL kronbichler_f@camera.it
LA RUSSA Ignazio Fratelli D’Italia larussa_i@camera.it
LAURICELLA Giuseppe PD lauricella_g@camera.it
LOMBARDI Roberta M5S lombardi_roberta@camera.it
MAZZIOTTI DI CELSO Andrea Scelta Civica mazziotti_a@camera.it
MELONI Marco PD meloni_m@camera.it
MERLO Ricardo Antonio M5S merlo_r@camera.it
MIGLIORE Gennaro SEL migliore_g@camera.it
NACCARATO Alessandro PD naccarato_a@camera.it 
NUTI Riccardo M5S nuti_r@camera.it
PILOZZI Nazzareno SEL pilozzi_n@camera.it
PLANGGER Albrecht MISTO – Min. Ling. plangger_a@camera.it
POLLASTRINI Barbara PD pollastrini_b@camera.it
RAVETTO Laura PDL ravetto_l@camera.it
RICHETTI Matteo PD richetti_m@camera.it
ROMANO Francesco S. PDL romano_f@camera.it
ROSATO Ettore PD rosato_e@camera.it
SANNA Francesco PD sanna_f@camera.it
SISTO Francesco Paolo PDL sisto_f@camera.it
TONINELLI Danilo M5S toninelli_d@camera.it
ZOGGIA Davide PD zoggia_d@camera.it



lunedì 30 dicembre 2013

Via anche il Cnel

Leggendo la godibile, chiara sintesi degli ultimi anni di impegno politico di Matteo Renzi scritta da Alberto Ferrarese e da Silvia Ognibene per Giunti - Matteo il conquistatore - oltre alla conferma dell'impegno di Renzi e Giachetti per le primarie e l'uninominale, trovo una piacevole sorpresa, a pagina 138: oltre al senato e alle province, verrà abolito anche il Cnel. Sì, c'è speranza, quindi. Buon 2014 a tutti*!

domenica 29 dicembre 2013

Il probabile disastro delle preferenze

Il presidente Enrico Rossi ha avuto la gentilezza di rispondere al mio intervento di ieri sul Corriere Fiorentino. La risposta è a pagina 15 sul numero di oggi. Gli sono grato, ma in questa sua cortese replica mancano - ancora una volta - due risposte sostanziali: cosa pensa lui veramente delle preferenze e come fa a sapere che il popolo toscano vuole le preferenze. A quando le grandi consultazioni e il dibattito alla luce del sole che è stato promesso? A quando non ci sarà più tempo? È con il ricatto del tempo che si vuole rendere più probabile il disastroso ritorno delle preferenze?

Ecco il testo integrale della risposta del governatore:
    Domenica 29 Dicembre, 2013
    da http://corrierefiorentino.corriere.it
Rossi: perché le preferenze nella riforma elettoraleIl presidente della Regione Enrico Rossi risponde all'articolo di Mauro Vaiani (Università di Pisa) che sul Corriere Fiorentino di ieri («Rinunciate alla riforma se ci riporterà le preferenze») aveva affrontato il tema delle legge elettorale toscana e del suo cambiamento. Il professore aveva espresso dure critiche all'ipotesi di un ritorno delle preferenze, abbandonate nel 2004, perché provocherebbero nei partiti una nuova «guerra di tutti contro tutti».

Caro professor Mauro Vaiani,
quella che lei chiama politica degli annunci e promesse si sta trasformando in modo puntuale in realtà. Nel 2010, a partire dalla campagna elettorale e poi con il programma di governo, avevo preso due impegni:
1) ridurre i costi della politica. E infatti i consiglieri regionali sono stati ridotti da 55 a 40 e gli assessori da 10 ad 8; solo nel 2013 abbiamo tagliato le spese di oltre 52 milioni; abbiamo venduto le auto blu e presidente e assessori viaggiano su una Fiat Punto a metano, in treno nella standard e in economy e low cost in aereo;
2) cambiare la legge elettorale regionale e reintrodurre le preferenze. Tutto ciò al fine di ristabilire un rapporto più diretto tra elettori ed eletti. Su questo il Consiglio regionale approverà la nuova legge nei primi mesi del 2014. Ed è molto probabile che la soluzione possa essere proprio quella del ripristino delle preferenze.
Si tratta di scelte, credo, in sintonia anche con i cittadini toscani. Un fatto non secondario se, come lei mi insegna, l'opinione degli elettori in democrazia deve pur contare qualcosa. 
Cordialmente
Enrico Rossi
Presidente della giunta regionale
 

PS: Ci tengo a precisare che non sono affatto un professore ma un modesto studioso, un neo PhD, oltre che un attivista civico-liberale, che cerca di raccordare la nostra riforma elettorale toscana con le grandi speranze sollevate dalla battaglia nazionale di Roberto Giachetti e dalle promesse bipartisan di sviluppo delle primarie e di ritorno ai collegi uninominale.

sabato 28 dicembre 2013

Riforma non preferenze

Grazie al Corriere Fiorentino, che oggi ospita un mio intervento contro il ritorno dei signori delle preferenze, a pagina 15.

A distanza di alcuni giorni dalla pubblicazione, rilancio dal mio blog il testo integrale dell'intervento - che peraltro era già apparso nella rassegna stampa del Consiglio regionale della Toscana (Nda, 2/1/2014):

    Sabato 28 Dicembre, 2013
    da http://corrierefiorentino.corriere.it

Rinunciate alla riforma se ci riporterà le preferenze 
di MAURO VAIANI *
 
Caro direttore,
quattro anni di proteste e speranze, da parte del popolo toscano, e di continui annunci e sempre rinnovate promesse, da parte di Enrico Rossi e dei leader della sua maggioranza in consiglio regionale, potrebbero partorire e lasciare dopo le feste un ceppino avvelenato: una proposta di riforma elettorale toscana fondata sul ritorno della vecchia e nefasta preferenza facoltativa. E non si tratterebbe nemmeno della preferenza unica, che fu voluta dal popolo nel referendum del 1991, per ridurre i pericoli di controllo criminale e clientelare del voto, ma addirittura di un ritorno della doppia preferenza, camuffata sotto la foglia di fico della cosiddetta preferenza di genere.
Non solo in circoscrizioni grandi come quelle di Firenze e Pisa, ma anche in quelle eterogenee come Arezzo, Livorno, o Massa-Carrara, tornerebbero decine di liste. Tornerebbero centinaia di candidati. Tornerebbe la guerra di tutti contro tutti, non solo e non tanto fra partiti e partitini, ma dentro ciascun partito. I budget elettorali e i costi della politica esploderebbero, come è accaduto ovunque le preferenze sono sempre rimaste: i disastri del Lazio, della Lombardia, della Campania, della Sicilia, del Veneto, sono lì a dimostrarlo, per chiunque voglia vederli. Il raddoppio della preferenza, come si è visto nelle elezioni della Campania e, più recentemente, nelle elezioni delle grandi città, non fa altro che incrementare geometricamente il malcostume.
Anche coloro che credono giusto che ci debbano essere tanti partiti e tante correnti dentro i partiti, se non esitano davanti al lievitare dei costi e della relativa corruzione, dovrebbero almeno preoccuparsi del fatto che, con il ritorno della preferenza facoltativa, il potere sarebbe in mano a piccole clientele organizzate, che deciderebbero all'insaputa della maggioranza della popolazione. Non solo perché in Toscana la preferenza facoltativa è usata da meno di un quarto dei votanti, ma soprattutto perché la maggior parte delle preferenze si disperde. Solo i gruppi organizzati conquistano i posti, con il risultato che nessuno degli eletti è veramente rappresentativo degli elettori del proprio partito. Nelle ultime elezioni toscane con le preferenze, le regionali del 2000, Riccardo Nencini, che pure è un eccezionale campione di preferenze, ebbe la preferenza solo del 32% degli elettori del suo piccolo Partito Socialista; Angelo Passaleva rappresentò solo il 21% degli elettori del suo Partito Popolare; Achille Totaro fu eletto dall'11,41% degli elettori di Alleanza Nazionale; Paolo Bartolozzi dal 9,88% degli elettori di Forza Italia; Riccardo Conti dal 4,52% degli elettori Ds; tutti gli altri da percentuali ancora più basse.
Il disastro del ritorno delle preferenze non è solo nel loro carattere intrinsecamente clientelare, nella loro capacità di stroncare sul nascere ogni leadership nascente, nel provocare l'esplosione di ogni progetto politico responsabile che avesse ancora una vocazione maggioritaria, ma anche nella loro micidiale capacità di rafforzare un sistema economico e sociale chiuso, fondato su minoranze organizzate che si tengono ben stretti potere e privilegi, all'insaputa della maggioranza.
È di un rafforzamento delle caste politiche che abbiamo bisogno in questi anni di crisi? Noi continuiamo a credere nella bellezza di una competizione in primarie di collegio, dove una nuova generazione di leader locali, che parli a nome della maggioranza degli elettori della propria parte, venga costretta a parlare a tutto il proprio territorio e alla maggioranza degli elettori. Non ai pochi, ai noti, ai soliti, ai già garantiti. Se dovesse essere questa la riforma elettorale , gentili legislatori della Toscana, lasciate perdere. Di regali avvelenati ci basta quello che hanno fatto al paese i pensionati d'oro della Corte Costituzionale.
 
* Università di Pisa 

 

venerdì 13 dicembre 2013

In nome del 75% del popolo toscano


Il 75% del popolo toscano ha sempre diffidato del mercato delle vecchie preferenze clientelari all'italiana. Quei pochi che le hanno usate, sanno bene di essere stati sempre imbrogliati: nella babele delle preferenze, a vincere sono stati per lo più personaggi con alle spalle delle minoranze, avide e ben organizzate ma pur sempre sparute.
Chi non se lo ricorda, si vada a rileggere un po' di dati.
Chi non li conosce, li studi.
La strada scelta dalla politica toscana, ormai dieci anni fa, con le riforme del 2004, è stata quella delle primarie e dei piccoli collegi.
Non è stata perseguita sempre con coerenza e con sincerità, ma la direzione di marcia è sempre stata, sin qui, univoca: ciascun partito deve arrivare a presentarsi su ciascun territorio con un unico candidato, scelto dalla maggioranza degli elettori della sua parte, investito della responsabilità di rivolgersi agli elettori di tutte le parti.
Daniela Lastri e Nicola Danti a una iniziativa
PD di Tavarnuzze
Fonte: http://pdtavarnuzze.blogspot.it/

Ricordiamo al presidente Enrico Rossi le sue promesse e non ci si prenda in giro dicendo che le preferenze e le primarie sono la stessa cosa!
Ricordiamo che ci era stato promesso un dibattito serio in tutta la Toscana in cui parlare ad alta voce dei pericoli del ritorno delle preferenze.
Ricordiamo al parlamento della Toscana - a cui per inciso va riconosciuto di essere uno dei meno costosi e più operosi d'Italia - che avrebbe dovuto discutere la riforma elettorale toscana entro questo dicembre 2013.
Ricordiamo, infine, che era già stata trovata la strada di un compromesso onorevole fra forze politiche a vocazione maggioritaria - il PD rifondato dalle primarie che hanno visto il trionfo di Matteo Renzi - e forze minori - come quelle formatesi dalla diaspora del centrodestra. Lo abbiamo chiamato Provincellum, perché consiste in un sistema elettorale a doppio turno, ispirato a quello vigente per le elezioni provinciali. I candidati di ciascun collegio dovrebbero essere scelti con primarie. La regione ha, ribadiamolo, il potere statutario di rendere le primarie obbligatorie, rendendo così più competitiva e più selettiva la vita politica toscana.

Consiglieri regionali della Toscana -
Agresti Andrea, Nuovo Centrodestra;
Ammirati Paolo Enrico,  Popolo della Libertà;
Antichi Alessandro,  Popolo della Libertà;
Bambagioni Paolo, Partito Democratico;
Bartolomei Salvadore, Popolo della Libertà;
Benedetti Roberto Giuseppe, Nuovo Centrodestra;
Boretti Vanessa, Partito Democratico;
Brogi Enzo, Partito Democratico;
Carraresi Marco, Unione di Centro;
Chincarini Maria Luisa,  Centro Democratico;
Chiurli Gabriele,  Gruppo Misto;
Ciucchi Pieraldo,  Gruppo Misto;
Danti Nicola, Partito Democratico;
Del Carlo Giuseppe, Unione di Centro;
De Robertis Lucia, Partito Democratico;
Donzelli Giovanni, Fratelli d'Italia;
Fedeli Giuliano, Italia dei Valori;
Ferri Jacopo Maria, Popolo della Libertà;
Ferrucci Ivan, Partito Democratico;
Gambetta Vianna Antonio,  Più Toscana/Nuovo Centrodestra;
Gazzarri Marta,  Italia dei Valori;
Giani Eugenio, Partito Democratico;
Lastri Daniela, Partito Democratico;
Lazzeri Gian Luca, Più Toscana/Nuovo Centrodestra;
Magnolfi Alberto, Nuovo Centrodestra;
Manneschi Marco, Italia dei Valori;
Marcheschi Paolo, Fratelli d'Italia;
Marignani Claudio, Popolo della Libertà;
Marini Paolo,  Federazione della Sinistra e Verdi;
Matergi Lucia, Partito Democratico;
Mattei Fabrizio, Partito Democratico;
Monaci Alberto, Partito Democratico;
Morelli Aldo, Partito Democratico;
Mugnai Stefano, Popolo della Libertà;
Naldoni Simone, Partito Democratico;
Nascosti Nicola, Popolo della Libertà;
Parrini Gianluca, Partito Democratico;
Pellegrinotti Giovanni Ardelio, Partito Democratico;
Pugnalini Rosanna, Partito Democratico;
Remaschi Marco, Partito Democratico;
Romanelli Mauro, Gruppo Misto;
Rossetti Loris,  Partito Democratico;
Ruggeri Marco, Partito Democratico;
Russo Rudi, Centro Democratico;
Santini Giovanni, Popolo della Libertà;
Sgherri Monica,  Federazione della Sinistra e Verdi;
Spinelli Marco, Partito Democratico;
Staccioli Marina, Gruppo Fratelli d'Italia;
Taradash Marco, Nuovo Centrodestra;
Tognocchi Pier Paolo, Partito Democratico;
Tortolini Matteo, Partito Democratico;
Venturi Gianfranco, Partito Democratico;
Villa Tommaso, Popolo della Libertà;
Fuscagni Stefania, portavoce dell'opposizione, del Popolo della Libertà;
Rossi Enrico, presidente e consigliere, di Toscana Democratica

- non siamo qui a rinfacciare, ma a supplicarvi di essere meno cinici, più seri, all'altezza della durezza dei tempi, delle aspettative della povera gente, della rabbia di coloro che non ce la fanno più.

Buona S.Lucia a tutti.

mercoledì 4 dicembre 2013

Attenti a quei giudici

La corte costituzionale ha dichiarato incostituzionale il Porcellum, con particolare riferimento al premio di maggioranza e alle liste bloccate. Ovviamente si devono aspettare i dettagli e i termini esatti del giudizio.
Ancora non sappiamo quali norme resteranno in vigore e per quanto.
Aspettiamo a gioire, vigiliamo.
Era partito un trappolone per lasciare in vigore solo la proporzionale e per reintrodurre le preferenze.
Solo Matteo Renzi e Roberto Giachetti si sono messi, con forza, di traverso, riproponendo primarie, collegi uninominali, premi di maggioranza dati eventualmente al secondo turno.
Ragione in più per correre in massa a votarli domenica 8 dicembre, alle primarie PD.
Ragione in più - qui per noi in Toscana - per continuare a fare pressione per una nuova legge elettorale regionale fondata su primarie obbligatorie, collegi uninominali, ballottaggi, con uno spazio per le opposizioni garantito in stile Provincellum.



lunedì 2 dicembre 2013

Una perla fra i porci

La settimana è iniziata risvegliando la speranza che si riscoprano i collegi uninominali, che sono una preziosa perla istituzionale, che era andata perduta fra i porci politici e le porcate elettorali. Nelle discussioni costituzionali sembra farsi strada l'ipotesi che si possa annullare il Porcellum, facendo rivivere il Mattarellum. La lotta politica portata avanti da Roberto Giachetti, sembra cogliere qualche primo riconoscimento. In senato e, ancora di più alla camera si profila una intesa fra PD, Lega, Montiani, sul possibile ritorno ai collegi uninominali, con un premio di maggioranza simile a quello che ottengono sindaci e presidenti di regione, come chiesto da Matteo Renzi. Sono i primi segnali seri, da mesi, che il ritorno delle preferenze, della dittatura proporzionale delle fazioni e dei faziosi, l'autodistruzione della repubblica, non sono fatali. La nostra lotta, in Italia e ovviamente in Toscana, per i collegi uninominali e le primarie obbligatorie, è più che mai importante, urgente, necessaria.



giovedì 31 ottobre 2013

Omaggio a Giachetti e Farinetti

Roberto Giachetti, il nostro eroe della lotta contro il Porcellum, oggi digiuna e festeggia - sì, digiunare e festeggiare, proprio come dice il Vangelo - insieme a Oscar Farinetti. E' il "No Porcellum Day". Ci uniamo a loro, sapendo che la loro lotta è intimamente connessa con la nostra, quella per i collegi, le primarie obbligatorie, la riforma elettorale toscana.

venerdì 25 ottobre 2013

Leopolda 2013

Vado con gioia alla Leopolda 2013, stasera, come volontario e come sherpa di contenuti.
Porto con me la mia voglia di vedere la nostra terra maggiormente curata e custodita - capace di resistere, quindi, a eventi come le drammatiche piogge in stile monsonico di questo inizio autunno.
Porto con me la mia determinazione a chiedere al 10 per cento della popolazione, che possiede il 50 per cento della ricchezza, di dare una mano al restante 90 per cento, accettando che il peso della fiscalità si sposti dal lavoro alle cose - un'altra delle cose che aspettiamo da decenni!
Porto con me il mio impegno a sostenere coloro che, come Roberto Giachetti, si sacrificano in prima persona per farci uscire dalla palude: riforma elettorale con doppio turno, collegi ed elezione del sindaco d'Italia subito e si torni presto al voto - tutto il resto è - anche se viene dal Quirinale - una solenne presa in giro.
Sì, stavo riflettendo in questi giorni, il documento congressuale di Matteo Renzi è pieno di difetti, anzi, è sicuramente una delle peggiori piattaforme politiche che io abbia mai sostenuto nella mia vita, a parte tutte le altre...
Con Matteo Renzi, quindi, avanti.

giovedì 30 maggio 2013

Casta Letta


Il governo di re Napolitano e di padron Berlusconi, con l'aiuto della sempre tempestiva Finocchiaro, ha fatto uno scivolone ieri in parlamento.
Letta e Alfano, bocciando la mozione Giachetti, hanno perso una occasione d'oro per dimostrare che vogliono veramente governare e riformare, almeno un annetto, garantendo al paese l'immediata eliminazione del male elettorale assoluto, il Porcellum.
Perché non ne siamo affatto sorpresi?



mercoledì 29 maggio 2013

Avanti tutta verso il passato


Cerchiamo di aprire gli occhi su ciò che abbiamo davanti al nostro naso.
Il voto alle persone deve essere obbligatorio SEMPRE.
Se il voto alle persone è facoltativo, come nel caso delle vecchie preferenze ma anche della nuova doppia preferenza di genere, si alimentano le clientele e si premiano le minoranze organizzate.
Un voto obbligatorio alle persone deve essere anche un voto semplice.
Questo comporta che l'elettore deve poter scegliere fra poche candidate e candidati, i cui nomi siano già stampati sulle schede.
Questo, a sua volta, rende necessaria una selezione preliminare, cioè le primarie, che devono essere istituzionalizzate anch'esse, rese non una facoltà, ma un obbligo facente parte di uno statuto pubblico dei partiti.
Un processo veramente competitivo di selezione dei nostri leader - composto cioè di primarie, un turno di voto e magari di un turno di ballottaggio - è ovviamente più efficace quando, su un territorio delimitato, l'elettorato sovrano deve selezionare una sola personalità (come nel caso dei collegi uninominali e della elezione diretta del sindaco e del presidente regionale).
E ora, se siete arrivati fin qui, e ancora credete a quel colossale imbroglio che sono le preferenze facoltative all'italiana, chiudete pure gli occhi e continuate così.
Avanti tutta verso il muro del passato.






martedì 28 maggio 2013

Il disastro della doppia preferenza facoltativa e i veri perdenti

Vittorie e sconfitte in questa tornata di elezioni comunali, come sempre.
Il popolo, più di sempre, impone alternanze e ballottaggi, non mancando di confermare qualcuno che ha lavorato, che è cambiato, che ha saputo allargare la propria visione politica e la propria base sociale.
Tuttavia sappiamo che i cittadini elettori sono e restano i veri perdenti di un processo elettorale confuso e clientelare.
Il numero impressionante di candidati consiglieri e persino di candidati sindaci, è la prova che manca un filtro selettivo. Urgono primarie obbligatorie per tutti.
Il numero di liste, molte talmente simili da risultare indistinguibili, è sempre troppo alto. Urge il superamento di questo frazionismo, con meccanismi che incentivino l'aggregazione.
Il ritorno della doppia preferenza, di genere e facoltativa, è stato un disastro. Si sono riprodotti subito rapporti di forza e di potere, che conoscevamo già. A personalità già potenti (di solito maschi di una certà età) si è data la possibilità di portarsi dietro i propri delfini (di solito donne e giovani). Un bel risultato della dittatura delle scempiaggini politicamente corrette. Il solito imbroglio dei pochi faziosi organizzati alle spalle dei tanti che si limitano a dare un voto di opinione.

Gli scrutini, con tutto questo, sono diventati lunghissimi, diremmo quasi estenuanti.
E quanti elettori, infine, non dimentichiamolo, sapendo che votare era spesso difficile e qualche volta inutile, hanno scelto di stare a casa! E di che si meravigliano, lor signori?
Noi, in questo momento di crisi, che è anche una crisi culturale e politica, restiamo attaccati saldamente ai nostri principi:
- primarie obbligatorie per tutti
- voto alle persone SEMPRE obbligatorio e MAI facoltativo
- primato dei collegi uninominali e comunque di un rapporto il più diretto possibile fra gli eletti e il loro territorio

Avanti, con fantasia, con energia, ma anche con coerenza.
Altrimenti non fermeremo questo degrado.


mercoledì 1 maggio 2013

Tutto il potere a una convenzione?

A proposito di lavoro e di crisi, il pensiero che occorra aspettare altri diciotto mesi le riforme minime che potrebbero essere approvate in meno di nove, mi fa veramente arrabbiare.
Fate subito la riforma elettorale e le riforme minime che aspettiamo dai tempi della commissione Bozzi (1983)! Da trent'anni!
Una convenzione, se proprio la volete, se proprio proprio ne siete capaci, la farete dopo.
Se sarete ancora in carica.
Buon Primo Maggio a tutti!
E' maggio, coraggio!


* * *

Per chi ha tempo di approfondire, ecco un semplice articolo wikipediano che elenca le convenzioni del passato, tutte fallite...



sabato 27 aprile 2013

Governo Napolitano al via

Il presidente Giorgio Napolitano, lord protettore di questa vecchia e moribonda repubblica, ha formato il suo governo, presieduto da Enrico Letta, il nipote di Gianni.
Come sapete non amiamo i notabili, né ci piace avere un leader che non abbiamo eletto. D'altra parte Bersani, che ne avrebbe avuto il diritto, non ha voluto formare un umile governo di transizione e si è - politicamente parlando - auto-esodato.
C'è la bella sorpresa della nomina di Emma Bonino agli esteri.
Ci sono un po' di persone competenti, ma forse anche un po' troppo parenti, un po' troppo amiche degli amici.
Della signora De Girolamo in Boccia, che dire? Non è colpa sua se questo paese ha ancora sulle spalle il rottame del ministero dell'agricoltura e foreste.
Adesso li aspettiamo al varco, tutti costoro, da Napolitano in giù.
Vogliamo vedere se avranno il coraggio, con una corsia preferenziale, di votare per il ritorno ai collegi uninominali, spazzando via il Porcellum.
Vogliamo vedere se daranno respiro alle famiglie da mille euro al mese, che pagano il mutuo prima casa, che pagano le rate della utilitaria.
Vogliamo vedere se faranno la necessaria amnistia.
Vogliamo vedere se aboliranno il senato, o almeno il CNEL!
Vogliamo vedere se cancelleranno dalla Costituzione i superati enti intermedi che stanno fra le regioni e i comuni.
Facciano le cose urgenti.
Ci farà piacere se faranno qualcosa di buono, ma non ci interessa che durino.
Aspettiamo le primarie e le prossime elezioni, per eleggere noi un'altra generazione di leader.
Aspettiamo Matteo Renzi.


* * *




sabato 13 aprile 2013

Agghiacciante distanza

Leggo con disappunto i lunghi, inutili e persino fuorvianti saggi prodotti dai saggi del Quirinale.
Ascolto incredulo le parole di Giorgio Napolitano, che non saprei come altro definire, se non pilatesche.
Roberto Speranza (nella foto) ripete a pappagallo la particina che Bersani gli ha assegnato nell'annunicare l'impossibile monocolore PD.
Persino Fabrizio Barca, che è un uomo operoso, nel suo documento sul "partito nuovo" annacqua una intelligente intuizione anti-elitaria, anti-tecnocratica, anti-casta, in una marea di luoghi comuni.
Sento - soffro - questa agghiacciante distanza fra tutti loro che vogliono salvare la politica così come è oggi, mentre ci sarebbe piuttosto da salvare le regioni, l'Italia, l'Europa, che affondano.
Che fare?
Dobbiamo costringerli tutti a un bagno di umiltà e di realtà.
Serve il ritorno ai collegi uninominali, subito.
E poi nuove primarie, nuove elezioni, una nuova generazione di leader - al più presto possibile.


martedì 9 aprile 2013

Il pentimento degli estremisti di centro

Pierferdinando Casini confessa i suoi errori, il disastro della lista Monti, il fallimento degli estremisti di centro, che sono stati fra i più tenaci oppositori delle riforme che avrebbero potuto risollevare la Repubblica. Apre al ritorno dei collegi uninominali, l'unico sistema elettorale che può restituire al popolo il potere di scegliersi una nuova generazione di leader. Riconosciamo e apprezziamo questo atto di umiltà personale e questo pentimento politico, che ci appare serio.

Per approfondire:
- Sul Corriere l'intervista a Casini
- Una sintesi su ADN Kronos


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