Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

lunedì 13 dicembre 2021

No al centralismo, no al presidenzialismo

 


In questo giorno di Santa Lucia siamo stati informati dalla stampa ufficiale, con un articolo di anticipazioni a firma di Ilvo Diamanti, che la popolazione della nostra Repubblica sarebbe sempre più presidenzialista. Nello stesso giorno, si badi, veniamo informati che è intenzione del governo Draghi-Speranza di prolungare per altri tre mesi lo stato d'emergenza... C'è da riflettere, secondo noi.

Il presidenzialismo godrebbe di un consenso superiore all'80% nel centrodestra, ma maggioritario anche al centro, nel centrosinistra, tra gli elettori indipendenti.

Il nostro mondo civico, ambientalista, autonomista, che non ha al momento accesso ai grandi media obbedienti allo status quo, ha il dovere assoluto di mettersi di traverso.

Il presidenzialismo, persino negli stati di diritto in cui è più rigidamente regolato, è una concentrazione inaccettabile di potere e di ricchezze. Se poi l'elezione diretta del capo del potere esecutivo insiste su un territorio ampio, essa è giocoforza governata dallo strapotere dei media. Il cittadino comune viene spogliato di ogni residua influenza sul destino della propria comunità e quindi della propria vita. Gli esempi della Francia, degli Stati Uniti, del Brasile dovrebbero indurre spavento, non solo prudenza. 

Essere cittadini non può e non deve ridursi a scegliere, ogni cinque anni, il podestà meno peggio tra quelli che sono stati scelti dalle elite al potere.

Il nostro impegno contro l'avvento di un podestà d'Italia deve quindi intensificarsi. Tutte le forze che hanno a cuore il destino della Repubblica delle Autonomie personali, sociali, territoriali, devono metterci più coraggio e più energia.

In Italia, in particolare, il presidenzialismo sarebbe un disastro: una colata di ferro su uno stato già prefettizio, su partiti verticisti e lideristi, su amministrazioni centralizzate, su servizi pubblici privatizzati e in mano a ristrette elite, su autonomie locali già fortemente minate da decenni di austerità economica e bulimia legislativa.

Il presidenzialismo in Italia sarebbe l'eterno ritorno del vizio d'origine del nostro stato, il centralismo autoritario.

Non sarebbe solo il riaffacciarsi del mortifero centralismo prima nazionalista e poi fascista. Sarebbe molto peggio, perché diventerebbe un "commissariato" pronto ad agire in sinergia con il centralismo tecnocratico europeo e con i rulli compressori della globalizzazione.

Non siamo più negli anni Ottanta, quando avevamo partiti veri, un parlamento formato da leader locali, una moneta locale, una stampa plurale. Non siamo più nel 2001, quando una generazione di leader locali era pronta a iniziare la transizione verso uno stato federale. Non siamo più nel 2016, quando abbiamo sconfitto in extremis il centralismo autoritario immaginato dalla riforma Boschi-Renzi-Verdini. 

Stiamo entrando nel 2022, con pochissimi uomini al comando di un potere che, con la scusa dell'emergenza sanitaria, è sempre più concentrato e incontestato. Siamo in un momento oscuro, in cui il parlamento è impotente e non abbiamo una legge elettorale decente con cui rinnovarlo. Tutti sembrano al momento in ginocchio davanti a Mario Draghi, che sembra una persona equilibrata, ma lo sono tutti quelli che gli stanno intorno? Lo saranno quelli che accumulano potere sotto la sua ala protettiva?

Le nostre classi dirigenti sono, per di più, eccessivamente subalterne a ciò che è stato deciso in sede di Unione Europea. L'Unione stessa a sua volta è legata mani a piedi a poteri globali opachi. Vi sembra normale che un intero continente si sia affidato, per affrontare la crisi pandemica, praticamente a un solo fornitore di farmaci, a Pfizer?

Vi sembra possibile, in queste condizioni, una discussione serena sulla forma di governo?

No al presidenzialismo, che sarebbe solo la quintessenza del centralismo.

Alla presidenza della Repubblica sia eletta una persona capace di garantire la Costituzione e gli Statuti che già abbiamo. La scelta di una figura che non ci garantisse una capacità di equilibrio notarile, sarebbe eversiva.

Per coloro che volessero approfondire la magnitudo del pericolo che il centralismo rappresenta, raccomandiamo di ripassare le riflessioni sul tecnofascismo di Pier Paolo Pasolini. Dobbiamo resistere, ora e sempre, contro la massificazione, la distruzione delle diversità, la cancellazione delle nostre comunità e delle nostre identità.

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sabato 11 dicembre 2021

Ultimo appello per Costa San Giorgio

 


 

Ultimo appello
per l’azzeramento delle proposte di delibera della Giunta Comunale di Firenze e per l’attivazione di una nuova procedura finalizzata al restauro
degli ex Conventi, poi Scuola di Sanità Militare, in Costa San Giorgio
 

Firenze, 7 dicembre 2021
 

Il Comune di Firenze sta procedendo a confermare definitivamente nel centro storico Unesco un progetto privato per un albergo di lusso in Costa San Giorgio al posto di un servizio già pubblico (l’ex Scuola di Sanità Militare) preventivamente ceduto dal Demanio, attraverso la Cassa Depositi e Prestiti, ad un operatore privato a prezzo di saldo (circa 1100 euro a metro quadro di superficie costruita, alla quale si aggiungono cortili e giardini per un totale di tre ettari). La decisione non tiene neppure conto del dibattito speso durante la pandemia sulla necessità di cambiare il modello turistico della città. 

L’area è pregiatissima per qualità ambientali, valori architettonici e paesaggistici, incastonata com’è fra Santa Felicita, Palazzo Pitti, Giardini di Boboli, Forte Belvedere, Villa e Giardino Bardini. Le caratteristiche topografiche, urbanistiche e architettoniche,
assolutamente uniche di area appartata e segreta, l’hanno difesa fino ad oggi come il brano più prezioso rimasto dei caratteri dell’antica Firenze. Le peculiarità eccezionali del complesso, la fragilità idrogeologica, le gravi difficoltà di accesso non sono state adeguatamente considerate, e il Comune ne disciplina la trasformazione come se fosse un banale intervento di ristrutturazione edilizia. Le 135 camere dell’hotel comporterebbero inevitabilmente lo sminuzzamento degli spazi e l’alterazione di gran parte delle strutture architettoniche. Lo sventramento previsto per ospitare parcheggio sotterraneo, servizi e percorsi di accesso comprometterebbe seriamente la stabilità degli edifici e la continuità della falda che alimenta le fontane e gli invasi del giardino di Boboli. Non è contemplata un’adeguata accessibilità pubblica alle ricche risorse artistiche a vantaggio di un ghetto di lusso sigillato e impermeabile.
 

Per stabilire la destinazione urbanistica è stata adottata una procedura impropria, che è partita dalla parodia di un concorso pubblico ed è sfociata in un progetto privato: il Comune ha pertanto illegittimamente rinunciato al compito di predisporre uno strumento attuativo di iniziativa pubblica e ha preferito limitare il proprio ruolo a poche indicazioni superficiali che hanno assunto acriticamente l’esito del concorso attraverso una
procedura artatamente accelerata.
 

Il procedimento, tenuto in stallo per un anno e mezzo, durante il quale l’operatore privato ha elaborato il suo progetto, ha subito un’accelerazione in vista della scadenza del Regolamento Urbanistico del 31 dicembre, data entro la quale ne decadrebbe l’operatività. 

Facciamo appello affinché sia revocato il procedimento in atto e venga finalmente attivato quel processo di partecipazione, finora respinto nonostante l’assenso della Regione Toscana, ai fini dell’elaborazione e dell’adozione di uno strumento attuativo
di analisi dettagliata e di corretto recupero dell’area, con regole vincolanti per il successivo progetto architettonico di restauro degli edifici e degli spazi aperti da parte dell’operatore
privato. Solo innovando profondamente la procedura, il metodo e la gestione della progettazione pubblica si può arrivare infatti a mitigare l’errata scelta politica di partenza di vendere a privati uno dei beni più importanti del patrimonio della città.

 
Trasmettere la propria adesione a
 

bobolibelvedere@gmail.com 

indicando titolo o ruolo

Per approfondire, qui ci sono tutti gli articoli diffusi da Italia Nostra Firenze e qui il sito di Idra Firenze Onlus

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lunedì 6 dicembre 2021

Cinque anni di lavoro per l'autonomia della Toscana - Non era certamente l'inizio e non è che il principio

 

 

Cinque anni fa un largo mondo civico, ambientalista, autonomista della Toscana partecipò con generosità alla lotta per la difesa della Repubblica delle Autonomie (personali, sociali, territoriali).

Non era di certo l'inizio del nostro lavoro e non era altro che il principio.

Nel 2016 si doveva fermare l'assurda pretesa di trasformare l'Italia in una sorta di Turchia (con una sola camera, un solo partito, un solo podestà). Nel referendum del 4 dicembre 2016, la riforma Renzi-Boschi-Verdini fu bocciata e anche civismo, ambientalismo e autonomismo toscani dettero una mano. 

Non vincemmo, in Toscana, anzi la nostra fu una delle sole tre regioni in cui vinse il renzismo centralista, insieme con Emilia-Romagna e Trentino-Sudtirolo. Tuttavia inchiodammo il progetto di "schiforma" costituzionale al 52% (si veda il grafico di fonte ANSA).

Piantammo dei semi di ripensamento e iniziammo una più consapevole resistenza anticentralista, in coerenza con principi e valori autonomisti che erano già coltivati da almeno un trentennio (per chi fosse curioso di approfondire questo lungo lavoro, invitiamo a frugare negli archivi di Radio Radicale o anche, più modestamente, in quelli di questo blog Diverso Toscana).

Cinque anni dopo la vittoria anticentralista nel referendum del 2016, possiamo tentare un bilancio.

C'è qualche luce nell'oscurità. Oggi esiste OraToscana, una rete di attivisti e amministratori civici, ambientalisti, autonomisti, impegnati in una critica serrata e matura del centralismo e dell'autoritarismo italiano, europeo e globalista. Esistono consiglieri comunali civici, ambientalisti e autonomisti eletti in diversi comuni toscani. E' nata, anche grazie ad alcuni autonomisti toscani, Autonomie e Ambiente (AeA), una rete politica che riunisce le migliori energie politiche territoriali. La sorellanza di AeA è impegnata per la Repubblica delle Autonomie e per un'Europa delle regioni, dei territori, dei popoli. Siamo più strettamente connessi con le radici dell'autonomismo europeo, quello della Carta di Chivasso e di Bruno Salvadori. Siamo, oggi come sempre e più di sempre, anticolonialisti e internazionalisti. Siamo stati, anche noi toscani, con le nostre liste civiche, ambientaliste e autonomiste, come Un Cuore per Vecchiano, tra i primi interpreti di un moderno localismo e di un avanzato territorialismo. Il nostro movimento civico, ambientalista, autonomista può giocare un ruolo importante. Possiamo contribuire a eleggere una nuova generazione di leader locali.

Poi ci sono molte ombre. Il pensiero unico centralista e autoritario è ancora largamente egemone, come la gestione della pandemia ha dimostrato anche ai più sprovveduti. Intere forze politiche toscane hanno tagliato le proprie antiche radici autonomiste, quasi rinnegando i cinquant'anni di autonomia della Regione Toscana e dimenticando l'impegno di figure come Lelio Lagorio, Gianfranco Bartolini, Vannino Chiti. I primi pionieri dell'autonomia toscana, che avevano tenuto in vita la "questione toscana" sin dai tempi dell'infausto plebiscito dell'11-12 marzo 1860, hanno esaurito il loro ciclo di impegno civile e culturale. Il leghismo continua ancora, purtroppo, a confondere gli animi e a far perdere la strada a tanti. Toscana Civica è rimasta compressa nel ristretto e opaco recinto del centrodestra. Orgoglio Toscana è stata emarginata dal miope verticismo del centrosinistra. Il Patto per la Toscana è rimasto al palo delle elezioni regionali del 2020 per la sua intrinseca fragilità e infine perché stroncato da una discutibile bocciatura giudiziaria. Il pregevole lavoro culturale e politico svolto dal piccolo Comitato Libertà Toscana dal 2017 al 2021 è stato sfigurato e tradito, provocando la dissoluzione di quel cenacolo.

Dopo due anni di autoritario e improvvido stato di emergenza, dopo cinque anni di impegno civico, ambientalista, autonomista in Toscana e oltre, dopo trent'anni di attivismo, dopo cinquant'anni di autonomia regionale, dopo centocinquant'anni di ottuso centralismo italiano, non ci fermiamo. La gente come noi non molla mai.

Sono in campo e si moltiplicheranno ancora di più i giovani - non solo di età ma soprattutto di cervello - che hanno compreso che la nostra vita è troppo breve, per non esserne protagonisti fino in fondo, sin da ora. Non solo e non tanto come individui, ma come esseri umani, quindi come membri delle nostre comunità, come prìncipi del proprio territorio, come custodi dei beni comuni locali che dobbiamo conservare non solo per l'oggi o per il futuro prossimo, ma per le generazioni future. 

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Buone feste! Un santo Natale e un felice anno nuovo!

 

venerdì 3 dicembre 2021

Per il ritorno a un minimo buon senso

Prendetevi un'oretta, in questo ponte dell'Immacolata, per ascoltare Alberto Contri. Se non lo conoscete, fatevi un'idea dello spessore professionale e culturale di questa persona, visitando il suo sito.

Alberto Contri, forte della sua lunga esperienza professionale nella comunicazione scientifica delle grandi aziende farmaceutiche, dei suoi vent'anni in Pubblicità Progresso, del suo essere uno studioso e un docente di scienze delle comunicazioni, del suo attuale impegno volontario sul fronte delle cure precoci, con la fondazione Allineare Sanità & Salute, riepiloga in modo semplice e convincente i gravi problemi del momento presente.

L'eccesso di centralismo autoritario, la mancata indipendenza delle autorità sanitarie internazionali (ed europee, e nazionali), il pervicace rifiuto (forse incoraggiato da preoccupanti conflitti d'interesse) delle cure precoci, le forzature e le improvvisate ripetizioni delle vaccinazioni, la vessazione delle persone guarite (costrette a inutili richiami), l'assurdità del Green Pass (falsa sicurezza, vera licenza a contagiare), la ridicolizzazione di ogni pensiero divergente, il rischio di una dittatura morbida solo nelle forme ma durissima nella sostanza, tutte queste cose le ritroverete spiegate con grande chiarezza nelle parole di Alberto Contri.

Dobbiamo tornare a un minimo di buon senso e dobbiamo farlo insieme, ponendo fine allo stato di emergenza, alla caccia alle streghe, al disastro dell'infodemia (che sta avendo conseguenze peggiori della stessa infezione).

Di seguito il collegamento a due conversazioni con Alberto Contri.

La prima con il piccolo ma serio canale Crescere Informandosi (in studio Giusy Sabatino):



La seconda è andata in onda su Byoblu (in studio Michele Crudelini):

https://www.byoblu.com/2021/11/23/ecco-come-zittire-i-virologi-da-salotto-alberto-contri/

Buon ascolto!

Comprenderete meglio perché siamo preoccupati. Intere classi dirigenti si mostrano incapaci di correggere errori madornali compiuti in questi anni di pandemia. Ricostruire la fiducia tra cittadini e istituzioni sarà un processo lungo e faticoso. I nostri movimenti civici, ambientalisti, autonomisti hanno davanti una impresa ciclopica.

Visitate il sito Autonomie e Ambiente: https://www.autonomieeambiente.eu

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