Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso
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mercoledì 5 giugno 2024

Davide o Golia? Poggiali o Dorfmann?

 


Il blog Diverso Toscana non ha potuto fare a meno di notare che nella circoscrizione "Italia nordorientale" è in corso uno scontro fra Davide e Golia.

Lo si capisce da cinguettii come questo:


 

Nel Nordest, in Emilia, in Romagna, si scontrano due prospettive diverse, due diverse idee autonomiste.

Da una parte (quella di David) c'è un'idea nuova, fresca, candida di autonomie per tutti, quella incarnata da Giovanni Poggiali.

Dall'altra (quella di Golia) c'è un sedicente autonomismo vecchio e stantio - "self-serving" - rappresentato dal deputato uscente Herbert Dorfmann, che cerca la riconferma del poco che ha rappresentato nella legislatura uscente del Parlamento europeo.

Giovanni Poggiali è un candidato civico, indipendente, espresso dallo storico autonomismo romagnolo, che si è recentemente rinnovato e riorganizzato nel partito territoriale "Romagna Unita", membro della sorellanza Autonomie e Ambiente, e quindi vicino a EFA (l'alleanza anticentralista europea).

Dopo che una sinistra modifica in corsa delle norme elettorali ha impedito ai nuovi autonomisti di correre per le Europee, Giovanni Poggiali è stato accolto, come indipendente, dalla lista di Azione-Siamo Europei.

Azione è l'unica lista di una qualche consistenza, ricordiamolo, che si sta seriamente contrapponendo alle degenerazioni del bipolarismo "all'italiana", agli aspiranti podestà d'Italia e napoleone d'Europa, all'erosione democratica della Repubblica, alla paralisi politica che da ormai trent'anni sta impedendo ogni serio riformismo.

Herbert Dorfmann, al contrario, è un incolore deputato uscente della SVP, membro di seconda fila del PPE. Nessuno si ricorda alla fine della legislatura in cosa il PPE (tanto meno il suo esponente sudtirolese) abbiano fatto la differenza nella crisi politica (e normativa) dell'Unione Europea in materia di agricoltura, salute, innovazione, giustizia, costruzione di una politica estera, impegno per la pace. 

Purtroppo c'è ancora di peggio: la SVP si è collegata tecnicamente con Forza Italia, civetta con i "fardelli d'Italia" e con la lega reazionaria di Salvini,  cioè con i partiti che stanno portando l'Italia verso la deriva dell' "elezione diretta del capo", la svolta centralista e autoritaria del "premierato".

Non è un caso che nella lista di Azione siano confluite, in aperta polemica con la SVP e con Dorfmann, altre forze territoriali anticentraliste, come il Team K sudtirolese (il movimento di Paul Köllensperger) e la trentina Casa Autonomie (a sostegno di Mario Raffaelli). 

Dorfmann è un deputato uscente e rientrante sicuramente forte, perché la legge elettorale lo favorisce, perché la SVP è un partito ancora rappresentativo di una parte importante del Sudtirolo, perché alcune marginali (e invecchiate) realtà sedicenti autonomiste (anche nel Bellunese, anche nelle comunità slovene) gli hanno confermato sostegno.

Poggiali invece è uno sfidante, insieme a Raffaelli e Köllensperger (attenzione, tutti e tre non possono essere votati, perché sono tre persone di sesso maschile!).

Il viticoltore romagnolo, in particolare, rappresenta un territorialismo con radici antiche ma ben ancorato al XXI secolo. Giovanni Poggiali rappresenta le grandi novità politiche che stanno emergendo in Romagna.

E' una persona nuova e innovativa. Non promette un "autonomismo" difensivo e chiuso nella difesa dell'esistente, ma un cambiamento profondo, secondo gli ideali della Repubblica delle Autonomie e dell'Europa delle Regioni. Per tutti, non per pochi.

La battaglia è impari, ma è bello che sia tentata, per il bene delle generazioni future, contro una generazione di vecchi politici che ha sbagliato tutto quello che c'era da sbagliare.


lunedì 20 maggio 2024

EFA e Autonomie e Ambiente con Poggiali

 


EFA e Autonomie e Ambiente hanno organizzato giovedì 16 maggio 2024 una intensa giornata di lavoro a Milano, ospitati dal centro culturale Slow Mill (dell'associazione italo-albanese https://www.doraepajtimit.org/ "La mano della riconciliazione").

Dall'ufficio stampa degli autonomisti italiani, a cura di Alberto Mazzotti, riceviamo e volentieri pubblichiamo una sintesi dell'evento.

A Milano EFA ed Autonomie e Ambiente hanno dimostrato, ancora una volta, di essere persone d'altri tempi, quelli futuri: alla sinistra modifica delle leggi elettorali (culminata con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge 38 del 25 marzo 2024) e alla debolezza di alcune forze storiche dell'autonomismo in Italia, hanno reagito con il sorriso e con iniziative positive e costruttive.

Prima di tutto, hanno deciso il sostegno al viticoltore ravennate Giovanni Poggiali, da sempre sostenitore dell’autonomia romagnola e candidato nelle liste di Azione-Siamo Europei alle prossime elezioni europee. Poggiali è e sarà nel Parlamento europeo il principale punto di riferimento per l’impegno EFA e AeA per la democrazia, la sussidiarietà, il federalismo in Italia e in Europa.

Inoltre, Autonomie e Ambiente ha promosso e sostiene centinaia di liste civiche e autonomiste presentatesi alle elezioni comunali in tutta Italia. Ne hanno parlato Riccardo Galimberti di RiBella Firenze, e soprattutto, come movimento ospite, Giuseppe Olivieri ed Enrico Chiapparoli di Lombardia Civica.

Infine, la rete autonomista ha aderito al Comitato Referendario per la Rappresentanza che, ispirandosi alle lotte dell'avvocato Carlo Felice Besostri per i diritti elettorali dei cittadini, propone l'abrogazione delle parti più deteriori del  Rosatellum.

“Sono orgoglioso di rappresentare, unico in Italia, la rete di Autonomia e Ambiente alle elezioni europee.” – ha detto Giovanni Poggiali - “Essere riusciti a far partecipare le autonomie in una coalizione riformista seria e plurale come quella di Azione-Siamo Europei è già una vittoria per tutti noi. Credo fermamente che serva un’Unione Europea più forte e unita, ma basata sempre più sulle diversità dei singoli territori. L’esempio del vino – il mondo che conosco da sempre – va proprio in questa direzione: si diventa più forti quanto più si è in grado di evidenziare le singole specificità di ogni territorio”.

Mauro Vaiani ha sottolineato: "E' convinzione delle nostre reti di storico autonomismo e moderno territorialismo, impegnate per le autonomie personali, sociali, che l'Europa sia incompatibile con le concentrazioni di potere. Con questi 27 stati che esercitano insieme un centralismo europeo, senza rinunciare al proprio centralismo statale, non andiamo da nessuna parte. La nostra Europa sarà una confederazione di 270 popoli, territori, regioni. Questa sarà l'unica Europa possibile.".

La responsabile EFA-AeA in Sardegna, Silvia Lidia Fancello, ha portato a Milano un circostanziato e drammatico appello del mondo politico autonomista e identitario sardo contro il centralismo autoritario che vuole svendere la Sardegna alla speculazione dell’eolico facendone la “dinamo” d’Italia.

Thomas Agnoli, giovane attivista veneto, uno dei segretari del Comitato Referendario per la Rappresentanza, ha spiegato la natura dei quesiti con cui un ampio schieramento trasversale di attivisti per la democrazia si propone di abbattere il Rosatellum, una delle leggi elettorali più ingiuste di sempre (che non per nulla verrà esaminata anche dalla CEDU, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, a seguito del ricorso presentato dallo storico attivista radicale Mario Staderini).

Sono stati presenti ai lavori di Milano esponenti di movimenti e reti di attivismo amiche delle autonomie, fra cui DEMOS, con lo storico ambientalista Piervito Antoniazzi; hanno inviato un messaggio di saluto Adalberto Notarpietro e Mattia Molteni di INSIEME.

Marco Cappato e Francesco Vecchi del movimento paneuropeo per la partecipazione dei cittadini, EUMANS, sono venuti ad incontrare i leader europei e italiani delle autonomie e a porre delle basi di collaborazione per iniziative comuni, dal referendum contro il Rosatellum in Italia, a nuove iniziative civiche dal basso in Europa.

Sul sito e nelle reti sociali di Autonomie e Ambiente sono disponibili ulteriori approfondimenti, materiali video e foto.

Nella foto in alto, da sinistra a destra:

Thomas Agnoli (Comitato Referendario per la Rappresentanza)

Mauro Vaiani (toscano, vicepresidente segretario Autonomie e Ambiente)

Silvia Lidia Fancello (rappresentante EFA-AeA Sardegna)

Lorena López de Lacalle (basca, presidente di EFA)

Maylis Roßberg (danese-tedesca, Spitzenkandidatin EFA)

Enrico Chiapparoli (Lombardia Civica)

Riccardo Galimberti (RiBella Firenze - civismo toscano)

Giovanni Poggiali (fondatore di Romagna Unita, autonomista candidato nel Nordest per la lista "Azione-Siamo Europei")

Giuseppe Olivieri (Lombardia Civica, civismo milanese)

(Milano, domenica di Pentecoste, 19 maggio 2024)

 

domenica 11 febbraio 2024

La par condicio serve ora, non solo gli ultimi trenta giorni

Riceviamo e volentieri pubblichiamo una nota di approfondimento della segreteria interterritoriale di Autonomie e Ambiente, che sta promuovendo la lista PATTO AUTONOMIE AMBIENTE per le prossime elezioni europee. Viene affermato un concetto semplice da capire: i media e la stampa dovrebbero da subito pubblicare approfondimenti politici su tutte le realtà politiche che si stanno preparando alle elezioni europee, magari anche solo per criticarle ferocemente, considerando il livello di ciarlatanismo che è ormai ai livelli di guardia. Rappresentare la politica della Repubblica solo con i duelli (Meloni-Schlein) o con i trielli (Meloni-Salvini-Trajani), è semplicemente servile e pericoloso per la democrazia. Non parlare mai delle forze politiche minori, salvo garantire ogni tanto una finestra a quelli che urlano o spendono di più (stile Renzi o Scateno) non aiuta molto l'opinione pubblica italiana ed europea. Andando avanti così, quando scatterà la "par condicio", un mese prima delle elezioni, la stragrande maggioranza degli aventi diritto al voto avrà capito poco o nulla e cadrà nella trappola infernale del non voto. Staranno a casa, invece che andare a votare, e forse è proprio questo che le grandi concentrazioni di potere mediatico vogliono.

 

Comunicato stampa

 

PAR CONDICIO ORA O MAI PIÙ


Bruxelles – Udine - Roma, 8 febbraio 2024


La legge sulla “par condicio” (legge 28/2000) promette una qualche parità di accesso all’informazione alle forze politiche all’incirca a partire dal 30 aprile 2024, il giorno in cui si presentano le liste per le elezioni europee. Una garanzia non solo molto relativa, quindi, ma assicurata solo per meno di quaranta giorni, quelli della campagna elettorale europea in senso stretto.

Purtroppo al momento del deposito delle liste, gran parte dei giochi sono già fatti.

Le forze politiche nuove e diverse, a quel punto, sono costrette a concorrere azzoppate, perché la campagna elettorale europea, in realtà, è già in corso da tempo.

La stampa registra e amplifica solo gli scontri quotidiani fra pochissimi leader attualmente padroni (o padrone) del “bipolarismo all’italiana”, che è una competizione a chi è più semplicistico, populista, o peggio.

La nostra famiglia politica europea, EFA (European Free Alliance – Alleanza Libera Europea), che promuove in Italia la lista Patto Autonomie Ambiente, chiede più attenzione per tutti.

La lista Patto Autonomie Ambiente è una grande tenda di civismo, ambientalismo, storico autonomismo, moderno territorialismo, dove si è uniti dall’ideale di fare dell’Italia una vera Repubblica delle autonomie personali, sociali, territoriali, in una Europa diversa, non tecnocratica, non autoritaria, ma al contrario veramente rispettosa dei territori, delle regioni, dei popoli.

Gli alleati nel Patto Autonomie Ambiente combattono il centralismo autoritario in ogni sua forma e si mettono di traverso rispetto alla sinistra prospettiva dell’elezione diretta del “podestà d’Italia”, scelto mediaticamente da poche concentrazioni di ricchezza e di potere.


A cura della segreteria interterritoriale


Per maggiori informazioni e per un contatto con il nostro ufficio stampa:

https://www.autonomieeambiente.eu/
info@autonomieeambiente.e


  


domenica 17 dicembre 2023

La gioia contagiosa di Chivasso

 


 

 

Da Prato, dopo Chivasso, domenica 17 dicembre 2023

Poche centinaia di storici autonomisti, insieme a una nuova generazione di territorialisti e ad alcuni ambientalisti localisti e bioregionalisti stanno iniziando un viaggio con cui intendono raggiungere almeno un milione di cittadini appassionati di diversità e biodiversità. E’ una missione difficile e quindi proprio per questo necessaria.

A Chivasso sabato 16 dicembre 2023 un gruppo di dirigenti di movimenti e gruppi territoriali, riuniti per celebrare gli 80 anni della incredibilmente attuale Carta di Chivasso, hanno confermato la decisione presa già da alcuni mesi: prenderà il largo una navicella politica armata solo della storia di EFA (l’alleanza europea delle piccole nazioni e delle regioni in cerca di autogoverno), dei quattro anni di lavoro politico e culturale di Autonomie e Ambiente (sotto la guida degli amici del Patto per l’Autonomia Friuli-Venezia Giulia), dell’apporto dell’Alleanza per l’Autonomia; dell’energia di alcuni campioni di civismo e ambientalismo sparsi in tutti i territori della Repubblica.

Il progetto sarà contraddistinto, oltre che dal colore viola di EFA, da tre parole chiave: patto, autonomie, ambiente. In vista c’è l’importante scadenza elettorale delle elezioni europee del giugno 2024, una occasione imperdibile per rivolgere un messaggio a tutti i cittadini elettori della Repubblica, almeno a quelli che vanno ancora a votare, che non sono accecati dal rancore e dal disprezzo verso la politica, che hanno già cuore e mente aperte alle autonomie personali, sociali, territoriali. Autonomie che sono state ferocemente tradite da tutti gli altri partiti e partitini italiani.

La nuova lista, per quanto inclusiva e plurale, potrà sembrare un vaso di coccio fra coloro che i media raccontano come i veri vasi di ferro. Una informazione greve e conformista racconta di uno scontro polarizzato fra destra e sinistra, tra pochi leader nazionali. Sembra esserci davvero poco spazio per i battitori liberi in questo bipolarismo che è anche una competizione a chi è più ignorante, semplicistico, greve, spesso volgarmente opportunista.

Eppure dai pochi coraggiosi di Chivasso vengono pronunciate ad alta voce parole di verità e di speranza difficili da ignorare, anche dall’attuale greve e conformista mainstream.

Da ormai trent’anni centrosinistra, centrodestra, vecchi e nuovi movimenti si alternano al potere, ma tutti condividono la stessa mentalità centralista. La fallacia di sinistre, centri, destre, salviniani e pentastellati è che esistano ricette “italiane” (o anche “europee”) che possano funzionare dalle Alpi alle isole Pelagie. Ricette one fits for all che semplicemente non funzionano, non importa quanti slogan vengano inventati dagli spin doctor per bombardare i pochi spazi rimasti di dibattito pubblico.

Essendo tutte subalterne alla stessa mentalità centralista e – come si è visto chiaramente in tempi di pandemia e guerra – autoritaria, le forze politiche dominanti, una volta al potere, si acconciano alla mera difesa dello status quo (italiano, europeo, atlantico, onusiano). Magari si rivelano anche moderate, ma restano incapaci di fermare il declino. Magari si presentano come competenti, ma non è con la tecnocrazia centralizzata che salveremo una vita a misura di persona umana per le generazioni future.

E’ profondamente sbagliato credere che ai problemi creati dalle concentrazioni di potere e ricchezze della modernità si possa porre rimedio con più centralismo, non importa se italiano, europeo o internazionale.

Ci sono almeno un milione di persone in grado di comprendere i pericoli del centralismo autoritario in questa Repubblica? Quelli del patto Autonomie e Ambiente scommettono di sì.

Per raggiungerli alzano dei segnali luminosi, visibili anche a grande distanza. Ricordiamo i principali:

- prendere coscienza che la democrazia mediatica è un grande imbroglio e quindi sono inaccettabili tutte le forme di elezione diretta di un capo politico dello stato italiano (no al premierato, no al sindaco d’Italia, no al podestà d’Italia;

- lavorare per una confederazione europea di regioni, territori, popoli, rifiutando gli “Stati Uniti d’Europa”, che purtroppo sono diventati l’etichetta di coloro che tifano per un superstato ancora più centralista dello stato italiano, ma rifiutando anche i nazionalisti che vogliono conservare i vecchi stati centralisti così come sono;

- rispettare la Costituzione e gli Statuti vigenti nella Repubblica delle autonomie, oggi sfacciatamente traditi, tornando a decentrare risorse e competenze al più basso livello possibile, attuando fino in fondo il principio della sussidiarietà.

Solo enti locali forti e competenti possono garantire la giustizia, la sicurezza, i beni comuni, i servizi pubblici locali, la sanità pubblica di prossimità, l’assistenza ai nostri anziani, lavoro di qualità per i giovani, un ambiente abitabile per le generazioni future.

Bisogna essere esigenti in materia di protezione sociale e responsabilità ambientale, ma se a risolvere i problemi non ce la fanno coloro che vivono vicino e conoscono ciò e coloro che governano, nessuna tecnocrazia più alta e lontana potrà riuscirsi al loro posto. Questo è il succo del nostro realismo personalista, comunitario, umanitario, libertario, decentralista e confederalista.

Questo pensiero e questa modalità di azione sono l’opposto della mentalità dominante, ma, per coloro che le abbracciano, saranno anche fonte di una gioia che potrebbe risultare contagiosa.

Grazie al chiarore di questi segnali, si sono potuti avviare cantieri politico-culturali ancora più ambiziosi, come la lotta contro opere faraoniche inutili e pericolose (per esempio il Ponte di Messina), il gruppo di studio Sanità Pubblica e Prossima, le riforme economiche anticentraliste e antiautoritarie elaborate dal Comitato Charta di Melfi e, ultimo non certo per importanza, il Forum 2043, dove si immaginano paesi nuovi, ancora abitabili, una speranza per le generazioni future.

Come disse Émile Chanoux, l’autonomista valdostano e martire antifascista, ciò che fu scritto a Chivasso vale per tutte le regioni, tutti i territori, tutti i popoli. La Carta di Chivasso ha proiettato antichissimi principi confederalisti nella modernità e nella contemporaneità.

Ora tocca a noi, che sentiamo dentro la gioia di Chivasso e vogliamo lasciare che essa si diffonda, contagi, risvegli, unisca.

Mauro Vaiani Ph.D.

garante di OraToscana

segreteria interterritoriale del patto Autonomie e Ambiente


lunedì 17 luglio 2023

Una modesta proposta per l'Europa

 


C'è una modesta ma seria proposta per andare insieme alle elezioni europee del 2024. La hanno elaborata il Patto per l'Autonomia Friuli-Venezia Giulia, in nome e per conto dell'intera sorellanza di Autonomie e Ambiente, ed EFA, il partito europeo dei territorialismi (European Free Alliance, che fa parte del gruppo parlamentare europeo Greens-EFA).

Non ci facciamo illusioni: il nostro "Patto Autonomie Ambiente" per l'Europa e per la pace, non può certo raggiungere tutti i cittadini. Non abbiamo certo denaro o potere sufficiente per farci largo nel terrificante conformismo mediatico del nostro tempo. Una persona su dieci, però, ha già la cultura, la sensibilità, il tempo per ascoltare ed eventualmente sostenere questo appello contro tutti i centralismi autoritari.

A quella persona su dieci, quindi, ci rivolgiamo, a coloro che sanno cosa è un serio civismo autonomo dai partiti centralisti, che hanno intenzione di praticare un serio e pragmatico ambientalismo territorio per territorio, che hanno valori decentralisti ispirati al nostro antico e nobile confederalismo, quello della Carta di Chivasso.

Per capire cosa stiamo facendo, si legga la bella intervista rilasciata da Lorena López de Lacalle Arizti, la presidente EFA, a Gino Giammarino:

https://napolivera.info/2023/07/16/autonomia-autogoverno-europa-intervista-a-lorena-lopez-de-lacalle-presidente-dellefa/

Per approfondire il posizionamento politico del "Patto Autonomie Ambiente", si legga il documento finale approvato a Udino il 10 giugno 2023:

https://www.autonomieeambiente.eu/news/160-per-la-libertas-europea

Grazie a quella persona su dieci, che potrebbe essere interessata!

 

 

giovedì 8 giugno 2023

Mauro Vaiani - Messaggio da Bruxelles in vista dell'impegno di AeA per le Europee 2024


 

Mauro Vaiani (nella foto insieme a Lorena Lopez, la presidente EFA) da Bruxelles, 1 giugno 2023, a margine di una giornata di lavori con l'Alleanza Libera Europea (ALE/EFA), Autonomie e Ambiente, altre forze del civismo e dell'ambientalismo europeo: 


sabato 26 febbraio 2022

Si fermi la guerra e si combattano coloro che l'hanno preparata

 


Lo ha detto bene Marco Tarquinio, il direttore di Avvenire, ieri, venerdì 25 febbraio 2022, su Radio Radicale, ospite dello speciale Spazio transnazionale di Francesco De Leo: proprio oggi che siamo sommersi di immagini e video, non abbiamo mai saputo così poco di questa guerra e delle altre. Paradossalmente, i corrispondenti di guerra di una volta, in un mondo meno tecnologico e meno globalizzato del nostro, ci spiegavano di più delle guerre di allora, bucavano la censura, smascheravano la propaganda.

Le persone che stanno morendo oggi in molte città ucraine sono vittime dell'aggressione russa, certo, ma anche del silenzio, della propaganda, della complicità con cui i potenti della terra hanno lasciato morire migliaia di persone nella lunga guerra scatenata dai neonazionalisti ucraini contro i russofoni del Donbass.

Ora dobbiamo senza esitazione pretendere l'immediata cessazione delle ostilità.

Poi bisognerà che tutti gli interessati siano coinvolti in lunghe e complesse trattative: 

- le nuove repubbliche di Donetsk e Lugansk, a meno che non si pretenda di tornare a bombardarle, come si è fatto dal 2014 in avanti;

- i governi di Crimea e Sebastopoli, che devono confermare e spiegare davanti al mondo quanto sia effettiva e definitiva la loro volontà di restare nella Federazione Russa;

- il governo dell'Ucraina, con il presidente Zelensky tornato alla ragione, o con un nuovo governo, questo lo deciderà il parlamento ucraino, appena potrà riunirsi; 

- la Bielorussia e la Federazione Russa, che avevano delle ragioni da difendere, ma ora sono passate irrimediabilmente dalla parte del torto;

- i paesi confinanti, tutti, perché non ci si possono scegliere, in questo mondo, i vicini; 

- l'Unione Europea, che deve recuperare la dignità e la terzietà e smettere di essere il ripetitore degli eccessi del militarismo americano; 

- l'Alleanza Atlantica, che avrebbe molte cose da spiegare a tutti noi, a partire dalle costose e inutili spese per rafforzare un cosiddetto fronte orientale oltre il quale nessuno ci minaccia.

I leader e le forze politiche europee più serie e meno ciniche devono fare uno sforzo gigantesco: guardare sia alla drammaticità che alla complessità della situazione, pena la perdita di molte altre vite.

Di fronte alla complessità e alla drammaticità del momento presente, la presa di posizione del recente Consiglio europeo del 24 febbraio scorso, sconcerta per la sua tragicomica avventatezza, per un linguaggio così antipolitico da meritarsi più l'irrisione che l'indignazione.

Chi si intende di politica e geopolitica, leggendola, capirà immediatamente che è una grida isterica, non certo una iniziativa di verità e riconciliazione.

Macron, Draghi e gli altri capi di stato dell'Unione Europea hanno sottoscritto un documento infantile e pericoloso, che chiede, in buona sostanza, che tutto torni come prima, come se la Federazione Russa non esistesse, non fossero successe molte cose irreversibili in questi ultimi anni di crisi, non fossero già stati commessi, non solo da Putin, molti irrimediabili errori.

Siete vergognosi, cari leader europei della nuova generazione di plastica, tecnocrati pieni di arroganza e poveri di saggezza, sedicenti competenti e poveri di esperienza politica, inadatti alla guida dell'Europa e pericolosi per tutti i popoli e tutti i territori che governate, ma questo già lo sapevamo.

In questo momento, noi come OraToscana, insieme crediamo a ogni persona impegnata nel civismo, nell'ambientalismo, nell'ambientalismo, nella resistenza anti-autoritaria, contro la dittatura delle continue emergenze imposte dall'alto e da altrove, chiediamo che si fermi in ogni modo possibile la guerra, ma allo stesso tempo continueremo a combattere coloro che questa guerra hanno preparato, quei governi e quei governanti centralisti e autoritari che sono la rovina dei popoli e dei territori e che vanno rovesciati, con ogni forma di resistenza nonviolenta possibile.

Poiché la spiritualità e la preghiera sono fondamentali in ogni resistenza nonviolenta, aderiamo, come persone di OraToscana credenti e non credenti, al giorno di digiuno e di preghiera proclamato dal vescovo di Roma, papa Francesco, per il sacro Mercoledì delle Ceneri, 2 marzo 2022, per la pace tra Ucraina e Russia, ma anche nel ricordo di coloro che stanno morendo e soffrendo in Tigrè, in Yemen, nel Sahel, nelle comunità oppresse dei nativi americani, in tutte le periferie disperate di questo mondo che i grandi potentati della globalizzazione stanno distruggendo.

per OraToscana
da Firenze, sabato 26 febbraio 2022
il garante
Mauro Vaiani Ph.D.



 

 

mercoledì 23 giugno 2021

Si può essere ambientalisti senza essere decentralisti?

 

Nel 1979, oltre quarant'anni fa quindi, uscì anche in lingua italiana il "Rapporto al popolo europeo" a cura di Denis de Rougemont e del Gruppo Cadmos.

Al netto delle ingenuità del tempo (c'era ancora il bipolarismo USA-URSS, tanto per contestualizzare), il testo merita rispetto perché presagisce cose che sono ancora attuali e che lo saranno ancora a lungo, se l'umanità vorrà sopravvivere:

- la necessità del moltiplicarsi di movimenti ecologisti regionalisti, per dare più autogoverno ai territori e maggiori possibilità di partecipazione ai cittadini;

- la comprensione già nitida (alla fine degli anni Settanta!), con accenti da ecologia profonda, che non solo ci saranno cambiamenti climatici, ma che la nostra civilizzazione industriale e in particolare la nostra agricoltura industriale, erano già diventate eccessivamente fragili rispetto ai problemi climatici;

- l'urgenza di un cambiamento radicale di mentalità economica, che ponga fine a questo sviluppo fondato su uno sfrenato consumismo, che non ci nutre in modo sano, che ci costringe a un disumano pendolarismo, che ci fa ammalare; 

- la necessità di porre fine a una economia fondata sul consumo crescente di risorse finite, come i combustibili fossili;

- il rifiuto dell'illusione nucleare, non sapendo noi - allora come oggi - come e dove conservare per migliaia di anni le scorie; 

- l'opposizione al centralismo autoritario, in tutte le sue forme, anche in campo economico e non solo politico; rifiutando, quindi, le grandi centrali energetiche, le concentrazioni industriali, le corporazioni multinazionali;

- un'idea veramente europea e in definitiva universale di rifiuto della passività e dell'obbedienza, che spinga i cittadini a mettere in discussione gli stati, gli statalismi, i loro centralismi autoritari, i loro colonialismi;

- la necessità di sottomettersi a un diritto delle genti che ponga fine al militarismo e ai conflitti;

- la promozione globale dei diritti umani, non solo individuali ma anche sociali, culturali e comunitari.

Rileggiamo volentieri questo pensiero che è sì federalista, ma pervaso da una mentalità profondamente decentralista.

Se non si guarda alla Svizzera, invece che agli USA o alla Cina, non c'è futuro per il pianeta, inteso proprio come delicatissima biosfera, minacciata dalla nostra modernizzazione ecocida, oltre che genocida.

Non si può essere seriamente ambientalisti, senza credere nell'autogoverno delle comunità umane al più basso livello possibile.

Solo i territori possono agire, retti da leader locali sostenuti da comunità coese, perché le cose fondamentali della vita, da cosa si beve e mangia, a come ci si cura, a come si vive e infine a come si muore, possano essere migliorate. 

 

martedì 9 marzo 2021

Infame decisione del Parlamento europeo

Nella serata dell'8 marzo 2021, a scrutinio segreto, su richiesta di un opaco ma non meno infame blocco di centralisti, autoritari, neofranchisti e criptofascisti, il Parlamento europeo ha privato dell'immunità tre dei suoi membri: Carles Puigdemont, Toni Comin, Clara Ponsatì.

I tre eurodeputati catalani sono stati perseguitati e costretti all'esilio dalla giustizia spagnola a causa del referendum per l'indipendenza che il governo catalano organizzò il 1 ottobre 2017. Quella consultazione assolutamente pacifica e democratica, organizzata in modo unilaterale, fu repressa nel sangue dal governo centralista spagnolo. Da allora, per molti esponenti dell'indipendentismo catalano, il destino ha riservato la prigione, la persecuzione, l'esilio, il tentativo di distruggerne l'immagine politica e di calunniarne l'integrità personale.

Puigdemont, Comin e Ponsatì, dall'esilio, hanno lottato come leoni per internazionalizzare la crisi e impedire che all'opinione pubblica mondiale venisse raccontata in modo caricaturale la rivolta popolare catalana, per esempio con la falsa narrazione della "provincia ricca" che vuole tenersi le sue risorse.

E' importante anche ricordare che, da allora, gli indipendentisti, con le loro liste politiche e civiche, di sinistra e di destra, radicali e moderate, hanno continuato a vincere tutte le elezioni. Per questo i tre esuli sono diventati eurodeputati.

Chiunque pensi che le questioni di autogoverno, una volta maturate in una comunità, siano semplicemente conculcabili, con la forza, con il carcere, con queste opache manovre politiche, non ha capito nulla del nuovo secolo.

In questa società del XXI secolo esiste una interconnessione globale, una memoria collettiva incancellabile grazie alla potenza dei media di cui ogni persona è in possesso, una intelligenza della universale dignità delle persone umane.

Sono necessari, nel breve termine, dialogo, amnistia e tanta pazienza. Nel lungo termine, però, la Catalogna diventerà una repubblica che si autogovernerà e non sarà la sola a raggiungere questo traguardo.

 

Da sinistra, Toni Comin, Clara Ponsatì, Carles Puigdemont, in una foto circolata su Twitter tra i sostenitori del dialogo, dell'amnistia, dell'immunità


martedì 2 febbraio 2021

Ognun di Ferruccio abbia il cuore, la mano

Ci rivolgiamo a coloro che credono nelle liste civiche, ambientaliste, autonomiste, come Libera Firenze, come Un Cuore per Vecchiano, come Pratomagno Sostenibile, come Per Siena; a coloro che si sono spesi per tentare di cambiare la politica toscana, mettendo in campo i propri corpi e i propri soldi, non chiacchiere, attraverso le liste di Patto per la Toscana, Orgoglio Toscano, Toscana Civica; a coloro che credono nei principi localisti, territorialisti, autonomisti della Costituente Libera Toscana; a coloro che sono disponibili a fare rete, in tutta Italia, in Europa e oltre, con Autonomie e Ambiente, per l'autogoverno di tutti dappertutto.

 

Museo Francesco Ferrucci, a Gavinana (foto M.Vaiani, 2021)


A tutti ci permettiamo di ricordare che nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per questa grande opera politica dell'autogoverno, che è una incredibile fatica (non è per tutti) ma anche una grande storia d'amore (anche questa non è per tutti).

Il mondo cambia continuamente e se non fosse stato per la pandemia sarebbe stato qualcos'altro. Chi ha principi profondi e capacità di pensiero e di azione coerenti, non ha paura. Un verso troppo poco conosciuto del Canto degli Italiani recita ognun di Ferruccio abbia il cuore, la mano. Ispiriamoci all'eroe della Repubblica Fiorentina o almeno cerchiamo di non essere maramaldi.

Non i blog della controinformazione, ma la stampa internazionale più moderata e paludata, è piena di critiche feroci alla gestione della pandemia da parte della OMS, al fiasco sui vaccini della Unione Europea (che ha incrinato l'immagine della Commissione "Ursula"), al disastro degli acquisti centralizzati del supercommissario Arcuri. Afferriamo quest'attimo! E' più che mai il momento di essere rigorosi e preparati attivisti contro il centralismo autoritario.

Tutte le grandi potenze del mondo sono messe sotto accusa, dai loro cittadini, perché sono magna latrocinia, colpevoli di centralismo, autoritarismo, militarismo, colonialismo interno ed esterno. I disastri interni e internazionali commessi dalle maggiori potenze come (in ordine di grandezza demografica) Cina, India, Stati Uniti d'America, Indonesia, Pakistan, Brasile, Nigeria, Russia, Giappone, Messico, Filippine, Egitto, Etiopia, Iran, Myanmar-Birmania, gridano vendetta e non resteranno senza conseguenze, nell'era della mobilitazione sociale di reti globali di cittadinanza attiva.

Il centralismo continua a collezionare fiaschi clamorosi e spesso criminali. Anche noi, quindi, che vogliamo essere Liberi Toscani, dobbiamo fare la nostra parte.

Per coloro che sono interessati, a un pensiero globale anti-globalista e a una azione locale in prima persona, segnaliamo l'apertura di una modesta iniziativa di collegamento tra Liberi Toscani che vogliano candidarsi a guidare il cambiamento civico, ambientalista, autonomista nel proprio quartiere, rione, frazione, paese. Per maggiori informazioni scriveteci.

Bona Candelora, il giorno in cui si scruta il cielo per capire se dell'inverno siamo fòra.


sabato 16 gennaio 2021

Un salmo contro il letargo


Dal canale YouTube LorenXMan, sbocco creativo del mio carissimo amico Renzo Giannini, antico popolarissimo dj pratese e oggi apprezzato creativo multimediale, rilancio un suo pezzo molto significativo, intitolato "IN LETARGO" (Parole e musica Renzo Giannini - feat. Vittorio Sgarbi). Lo propongo come colonna sonora delle manifestazioni toscane di questi giorni. La crescita della consapevolezza è la principale azione politica necessaria, oltre che possibile. Abbiamo bisogno di cittadini attivi e di attivisti preparati e disciplinati, non di "zucche vuote" che si lasciano riempire da ciò che capita in rete. Buon ascolto.  


Grazie Renzo!

 


sabato 12 dicembre 2020

Basta addormentare le menti, basta sventrare Firenze

  

Si è conclusa oggi una serie di sit-in di Libera Firenze davanti alla RAI Toscana, in Largo Alcide De Gasperi, a Firenze. La lista civica, ambientalista e autonomista di Firenze ha consegnato ai giornalisti RAI una simbolica pergamena, elencante degli argomenti scomodi che sono un vero e proprio tabù per i media. Riportiamo integralmente il testo della pergamena. Avanti con il risveglio civico, ambientalista, autonomista, dal basso, a Firenze, in Toscana e oltre, contro il pensiero unico che spadroneggia, con le sue convinzioni infondate e pericolose, nella Repubblica Italiana e nella Unione Europea.

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Appello al servizio pubblico di informazione toscana, in nome del popolo di Firenze, per TRIBUNE SPECIALI DELL’ACCESSO per dare voce a chi non ha avuto voce - Sabato 12 dicembre 2020

8 ESEMPI DI ARGOMENTI TABU’ PER IL CONFORMISMO TOSCANO, che erano già URGENTI prima e che resteranno CRUCIALI dopo la pandemia:


1) Prevenzione, stili di vita, possibilità di curarsi a casa. Basta seminare terrore dando cifre senza confronto con la mortalità storica.

2) Medicina del territorio, ambulatori di paese e di quartiere, di frazione e di rione. Critica di coloro che hanno centralizzato e tagliato la sanità pubblica in vent’anni di austerità insensata.

3) Sventramento degli storici viali di Firenze e stravolgimento della vita di Sesto e Bagno a Ripoli, con i treni-tram (congegnati come servizi privati, non pubblici).

4) Saccheggio delle proprietà toscane da parte di capitali stranieri anonimi.

5) Guerra agli alberi adulti, che viene combattuta senza ritegno e non solo nelle città.

6) Autosufficienza produttiva del territorio in tutte le cose essenziali; a partire dalla produzione pubblica locale di farmaci e presidi. Lavoro locale, contro il disastro della fuga dei giovani dalla Toscana.

7) Sovranità alimentare ed energetica. perché la Toscana resti toscana.

8) Rete pubblica di telecomunicazioni sicure, senza una sciagurata moltiplicazione delle antenne private.

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Per chi volesse entrare in rete con Libera Firenze e il più ampio movimento civico, ambientalista, autonomista che si sta sviluppando in Toscana: liberafirenzelistacivica@gmail.com

Per chi vuole conoscere meglio gli attivisti di Libera Firenze e principalmente Fabrizio Valleri: https://www.facebook.com/ivalleroxfirenze

Libera Firenze ha condotto questa serie di sit-in in memoria di Giulietto Chiesa e per onorare tutti gli attivisti, informatori, giornalisti dissidenti perseguitati in ogni angolo del mondo, a partire da Edward Snowden e Julian Assange. Abbasso l'impero globalista, abbasso il centralismo autoritario (italiano ed europeo), abbasso i servi delle società anonime che saccheggiano la Toscana. Viva Firenze, viva la Toscana, viva la libertà.

Visitate anche il canale YouTube di Libera Firenze


giovedì 1 ottobre 2020

La scelta di ALE

 


ALE, l'Alleanza Libera Europea (European Free Alliance), è una rete europea composta da una cinquantina di forze territoriali, di diversa ispirazione e consistenza. 

E' una grande alleanza di indipendentisti storici delle nazioni ancora senza stato (dalla Scozia al Nagorno-Karabakh), di autonomisti e localisti, di federalisti e confederalisti. Nel Parlamento Europeo è presente all'interno dello stesso gruppo dei Verdi, insieme ad altri europarlamentari ecologisti, civici, o comunque indipendenti rispetto allo status quo dell'eterna austerità e delle sterili tecnocrazie dell'Unione.

Nella Repubblica Italiana, dopo anni di stasi, il mondo dei territorialisti EFA è tornato attivo attraverso la giovane ma già promettente esperienza di Autonomie e Ambiente.

Nell'assemblea generale europea di oggi (1 ottobre 2020), ALE ha dovuto prendere una decisione difficile e sofferta, la cui maturazione ha richiesto anni. E' stato espulso dall'alleanza il Partito Sardo d'Azione (PSDAZ), che ne era stato uno dei fondatori. 

La dolorosa amputazione è stata resa necessario dal fatto che, ormai da anni, il PSDAZ ha uno stretto legame organizzativo e politico, con la Lega Salvini Premier, vale a dire con il partito che Matteo Salvini ha rifondato, facendo della vecchia Lega nordista di Bossi un partito nazionalista e centralista italiano, con venature populiste, avvelenato da rigurgiti bigotti, reazionari e razzisti. Peraltro un partito, la Lega - ma questa non è una novità di Salvini perché sotto Bossi le cose già andavano così - che è amministrato in modo verticista e autoritario dal suo capo.

La Lega, vale la pena ripeterlo, sin dai tempi di Bossi, ben prima di Salvini, è stata un organismo politico centralista e autoritario. Una emblematica eterogenesi dei fini, per un movimento nato sulla voglia di identità e autogoverno di Lombardi, Veneti e Piemontesi. Sin dalle sue origini, nessun attivista della Lega ha mai avuto autonomia di pensiero o di azione. I rappresentanti territoriali sono sempre stati tutti commissari nominati dal capo indiscusso pro-tempore. Un ristretto gruppo dirigente ha sistematicamente impedito per un ventennio (e continua ancora oggi ad impedire) l'emersione di ogni possibile nuovo leader locale.

L'espulsione del PDSAZ ha fatto chiarezza. Non sono tante, in Italia e in Europa, le forze votate al decentralismo, non hanno così tante risorse umane e organizzative, non possono permettersi di essere (ancora!) accostate a forze leghiste o para-leghiste.

Il PSDAZ, con i suoi legami con il centralismo leghista, si è di fatto trasformato in una vera e propria palla al piede, che ha impedito per anni lo sviluppo di una rete di localisti e territorialisti, anche in Italia. Una rete che invece promette di rendersi protagonista non solo nella difesa della attuale Repubblica delle Autonomie, ma anche e soprattutto nella costruzione di una Italia e di una Europa modernamente confederali (sull'esempio della Svizzera, non della Cina o degli USA), dell'avanzamento del decentralismo anticolonialista e anti-imperialista nel mondo, per l'autogoverno di tutti, dappertutto.

Spiace davvero per l'antico partito sardista, fondato nel 1921 da personaggi come Emilio Lussu, ma la sua alleanza (ripetiamolo: organica, non programmatica; strategica, non occasionale) con Matteo Salvini è solo l'ultima di una serie di scelte sbagliate, che hanno infine trasformato il PSDAZ in una succursale coloniale del centrodestra italiano (e anzi delle componenti più centraliste e più autoritarie di esso).

Nella stessa sessione assembleare, ALE ha accolto tra i suoi membri il Patto per l'Autonomia (Friuli - Venezia Giulia), la forza che insieme ad alcuni attivisti e intellettuali di altre regioni (in particolare toscani e siciliani) è riuscita a promuovere la rete italiana di Autonomie e Ambiente. Il Patto è una forza politica rappresentata nel suo consiglio regionale e sempre più cruciale nella costruzione di una alternativa al leghismo e al nordismo.

Tra i principali protagonisti di questa importante scelta di ALE, vanno ricordati dirigenti europei come la basca Lorena Lopez de Lacalle e il catalano e neodeputato europeo Jordi Solè, oltre a Roberto Visentin, mentore e ispiratore della riorganizzazione dei decentralisti, territorialisti e localisti italiani attraverso la costituzione della rete Autonomie e Ambiente.


martedì 25 agosto 2020

Patto per la Toscana su Byoblu

Byoblu ci ha dedicato due minuti, oggi, martedì 25 agosto 2020. Noi del Patto per la Toscana siamo una realtà composita e per molti aspetti moderata, ma ci siamo trovati bene all'interno di telegiornale piuttosto di frontiera. Avanti con la nostra lista civica, autonomista, ambientalista, per le elezioni regionali della Toscana dei prossimi 20-21 settembre 2020. E' una novità storica per la Toscana.  

Un estratto del video:


 

(Aggiornamento del 1/12/2021 - Il video originale non è più disponibile dopo che Youtube ha cacciato Byoblu, ndr) 

 

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sabato 1 agosto 2020

Per la Sardegna e contro il colonialismo italiano



Il 22 luglio 2020 scorso, il titolare di questo blog, Mauro Vaiani, e Pier Franco Devias hanno registrato una conversazione sul pieno autogoverno della Sardegna. Ve ne presentiamo un estratto, con l'intento di raggiungere un pubblico di lingua italiana media, potenzialmente molto ampio, che potrebbe essere in grado di comprendere la complessità, l'importanza e anche l'urgenza della questione sarda.
La Repubblica delle Autonomie italiane, quando si guarda riflessa nelle acque limpide della Sardegna, come in uno specchio, si vede per quello che è: uno stato malato di centralismo, autoritarismo e colonialismo, che opprime e distrugge un'altra piccola nazione, la Sardegna.
Mauro Vaiani, il blogger di Diverso Toscana e uno dei vicepresidenti di Autonomie e Ambiente, la sorellanza di forze decentraliste attive in ogni territorio della Repubblica Italiana, legata alla Alleanza Libera Europea (Free European Alliance).
Pier Franco Devias (Predu Frantziscu), di Nuoro, è stato sin da giovanissimo attivo nella sinistra indipendentista sarda. Nel 2016 è stato tra i fondatori di Liberu (denominazione ufficiale: LIBE.R.U. Lìberos Rispetados Uguales), di cui è attualmente segretario nazionale. 
Il progetto politico di Liberu prevede, in prospettiva, la fondazione di una repubblica sarda sovrana e interconnessa, in modo paritario - finalmente, dopo secoli di colonialismo - con tutti gli altri territori d'Europa, del Mediterraneo, del mondo.
Liberu e Autonomie e Ambiente hanno avviato un dialogo che si sta rivelando promettente, su temi urgenti di difesa della Repubblica delle Autonomie e nella prospettiva di una controffensiva culturale e politica per porre fine alle ricorrenti tentazioni centraliste e autoritarie del sistema politico italiano.
Nella conversazione, tra gli altri temi, si rievoca anche il drammatico arresto degli indipendentisti sardi del 2006, una operazione che non si deve esitare a definire una vergognosa persecuzione politica. Il processo a questi "pericolosi" indipendentisti sardi, ovviamente, dopo quasi un quindicennio, è ancora in alto mare - un diniego di giustizia che, anch'esso, dice molto dello stato in cui viviamo e di quanto sia dura vivere sotto il centralismo autoritario italiano.
Buon ascolto.


 

mercoledì 8 aprile 2020

Internazionalismo, non cosmopolitismo



Riprendo da una conversazione riportata nel gruppo "Uniti per la Costituzione", animato dal bravo avvocato pratese Michele Giacco, di ieri 7 aprile 2020. Questo post nasce per il gruppo autonomista su Facebook "Pratesi per la Repubblica delle Autonomie" e per i socialisti autonomisti toscani, ma crediamo che possa servire anche a molte altre persone che credono in una #LiberaToscana, che si stanno domandando come liberare le persone, i territori, le nazioni, dalle catene della finanza globalista, da un cosmopolitismo minaccioso, vera e propria incarnazione dell'incubo dello "stato mondiale", cioè dell'intero pianeta ridotto ad un unico grande carcere, con l'intera umanità sottomessa a pochissimi privilegiati padroni del mondo.


Un centinaio di intellettuali italiani, facenti capo alla Fondazione Basso, ha firmato un appello alla Ue che si caratterizza per mediocrità e superficialità. L’amico Roberto Passini lo ha giustamente criticato in una corrispondenza con lo scrittore e saggista Thomas Fazi. Da Fazi è arrivata una arguta risposta, che riportiamo qui di seguito:

"L’Unione europea non è solo mercato comune dotato di moneta unica. È soprattutto una comunità politica definita dalla condivisione di valori politici basilari quali l’uguaglianza, la dignità della persona, la pace, la solidarietà, i diritti civili e i diritti sociali attribuiti a tutti i cittadini europei». Così inizia un vomitevole "appello per la solidarietà europea" della fondazione che porta il nome di Lelio Basso, un grande intellettuale, politico, giurista e costituente italiano, il quale fino agli anni ‘70 del secolo scorso, come ricorda Roberto Passini, in più occasioni utilizzò parole di fuoco per descrivere la lex mercatoria impersonata dall’allora CEE, la globalizzazione liberale versus l’internazionalismo dei lavoratori e la siderale distanza di questi rispetto alla democrazia sociale incarnata dalla Costituzione del 1947! Figuriamoci come avrebbe tuonato in questi anni e ora contro questa tecnostruttura liberale liberista che è la UE, infinitamente peggiore della CEE, nonchè matrice di disuguaglianza e ingiustizia sociale impensabile rispetto ai suoi tempi. La cosa surreale è che l'accusa di "cieco nazionalismo" che l'appello muove a chi oggi critica l'architettura europea è la stessa che al tempo i liberali muovevano contro Basso, che rispondeva così:

«Ed ecco che noi assistiamo a questo punto al passaggio improvviso di quelle borghesie occidentali dal vecchio esasperato nazionalismo ad un’ondata di cosmopolitismo. Ma così come il sentimento nazionale del proletariato non ha nulla di comune con il nazionalismo della borghesia, così il nostro internazionalismo non ha nulla di comune con questo cosmopolitismo di cui si sente tanto parlare e con il quale si giustificano e si invocano queste unioni europee e queste continue rinunzie alla sovranità nazionale. [...] L’internazionalismo proletario non rinnega il sentimento nazionale, non rinnega la storia, ma vuol creare le condizioni che permettano alle nazioni di vivere pacificamente insieme. Il cosmopolitismo di oggi che le borghesie, nostrana e dell’Europa, affettano è tutt’altra cosa: è rinnegamento dei valori nazionali per fare meglio accettare la dominazione straniera».


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Un po' di memoria occorre. Chi si dice socialista, chi si dice anarchico, chi si dice libertario, ma anche chi si dice liberale, dovrebbero capire che ciò in cui credono DEVE ESSERE INEVITABILMENTE INCARNATO in un mondo globalizzato dove sono cambiati non solo i meccanismi dello sfruttamento, ma le loro dimensioni. E i cambiamenti di scala, in politica e in geopolitica, in economia e nella vita sociale, NON LASCIANO NULLA COM'ERA PRIMA.

Ciò che riterreste accettabile nella gestione del vostro quartiere, una volta portato a livello di una intera città o di un intero territorio, potreste scoprirlo essere ABNORME. Ciò che va bene per la vostra regione, una volta imposto a intere repubbliche e continenti, sarà certamente AUTORITARIO (o, se va veramente molto bene, almeno percepito da molti come tale). Vivere in centro, piuttosto che in periferia non è la stessa cosa, INDIPENDENTEMENTE DA QUANTA distanza c'è tra periferia e centro stessi.

Basso, Gramsci, ma anche Lussu, Canepa e tanti altri pensatori socialisti e democratici (ma anche tanti altri più a sinistra o più a destra di loro), avevano, entro la mentalità del loro tempo, consapevolezza che OGNI TERRITORIO DOVEVA AUTOGOVERNARSI, contribuendo, liberando se stesso, alla libertà e alla pace internazionale, nel quadro di un vero internazionalismo, non di un pauroso e totalitario cosmopolitismo.

Lelio Basso, insomma, viene tradito dalla fondazione che ne porta il nome... Triste.


martedì 17 marzo 2020

Salviamo la Repubblica dal virus del centralismo



17 marzo 2020

Non scherziamo con i virus, con quelli che passeranno, come il #coronavirus, e con quelli che non vogliono passare, come le follie del centralismo autoritario. No a questa orrenda "disunità italiana". Sì alla Repubblica delle Autonomie, nello spirito della Carta di Chivasso, restando attaccati agli ideali di una Europa delle regioni, dei popoli, dei territori, oltre che connessi con tutte le battaglie anticolonialiste e decentraliste del mondo.

Una lettura contro il virus del centralismo

A coloro che ancora civettano con il #centralismo, che prospettano, per il dopo emergenza #coronavirus, una società ancora più centralista e più autoritaria, che sono pronti a invocare il prossimo sindaco, podestà o duce d’Italia (o magari dell’intera Europa, che sarebbe anche peggio), raccomandiamo di usare il tempo della quarantena per leggere qualcosa di un tantino più profondo, come queste eterne riflessioni di Tocqueville, che riportiamo qui di seguito, contro chi oscilla sempre tra “servitù e licenza”.

Cosa mi importa, dopotutto, che vi sia un’autorità sempre pronta, che veglia a che i miei piaceri siano tranquilli, che vola davanti a me per allontanare i pericoli dal mio cammino, senza che io abbia bisogno di pensare a tutto questo; se questa autorità, nel tempo stesso che allontana le più piccole spine sul mio passaggio, è padrona assoluta della mia libertà e della mia vita; se monopolizza il movimento e l’esistenza al punto che quando essa languisce, languisce tutto intorno a lei, che tutto dorme, quando essa dorme, che tutto perisce quando essa muore? Vi sono in Europa certe nazioni in cui l’abitante si considera come una specie di colono indifferente al destino del luogo in cui abita. I più grandi cambiamenti sopravvengono nel suo paese senza il suo concorso; egli non sa precisamente quel che è successo e ne dubita, poiché ha inteso parlare dell’avvenimento per caso. Non solo, ma il patrimonio del suo villaggio, la pulizia della sua strada, la sorte della sua chiesa e della sua parrocchia, non lo toccano affatto; egli pensa che tutte queste cose non lo riguardano in alcun modo, perché appartengono ad un estraneo potente, che si chiama il governo. Quanto a lui, non è che l’usufruttuario di questi beni, senza spirito di proprietà e senza idee di miglioramento. Questo disinteresse di se stesso si spinge tanto in là che se la sua sicurezza o quella dei suoi figli è compromessa, invece di cercare di allontanare il pericolo, egli incrocia le braccia per attendere che l’intera nazione venga in suo aiuto. Quest’uomo, del resto, benché abbia sacrificato completamente il suo libero arbitrio, non ama l’obbedienza più degli altri; si sottomette, è vero, al beneplacito di un impiegato, ma si compiace di sfidare la legge, come un nemico vinto, quando la forza si ritira. Così oscilla senza tregua fra la servitù e la licenza.1
1 Alexis de Toqueville, De la Démocratie en Amérique, Parigi, 1835-40. Edizione italiana: La democrazia in America, Rizzoli, Brescia, 1995, pp.96-97.


Questo è il nostro regalo a tutti i cittadini di una Italia che, non dimentichiamolo, nacque sbagliata, come Regno conquistato il 17 marzo 1861, e che solo con la Costituzione del 1948, con la fondazione di una Repubblica di Autonomie, ha ricominciato lentamente a risalire la china della storia in cui il centralismo autoritario l’aveva precipitata. No, per noi oggi non è la giornata della “unità nazionale“, semmai di una virale ipocrisia da cui la Repubblica delle Autonomie dovrebbe guarire, una volta per tutte.


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Argomenti solidamente piantati in questa nuvola:

1989 a touch of grace abolizione delle province e delle prefetture Alberto Contri alternativa civico-liberale Altra Toscana ambientalismo anti-imperialismo Anticolonialismo antiglobalismo antimilitarismo Antiproibizionismo Archivio cose toscaniste Archivio di Toscana Libertaria verso Toscana Insieme Archivio Gaymagazine Archivio Vaiani autogoverno della Sardegna autogoverno della Sicilia autogoverno della Toscana autogoverno di tutti dappertutto autonomie ambiente lavoro Autonomie e Ambiente autonomismo basta cicche BijiKurdistan borgate borghi e comuni brigate d'argento Bruno Salvadori bussini Campi Bisenzio Candelora Capitale Carrara chi può creare valore Chivasso cittadinanza attiva civismo come domare la spesa Comitato anti-Rosatellum confederalismo contro contro gli ecomostri contro il bipolarismo contro il centralismo contro il virus del centralismo autoritario contro la dittatura dello status quo coronavirus Corsica Cosmonauta Francesco dalla mailing list di Toscana Insieme Decentralism International decentralismo dialogo autogoverno Disintegration as hope don Domenico Pezzini don Lorenzo Milani Draghistan ecotoscanismo EFA Emma Bonino English Enrico Rossi eradication of poverty Eugenio Giani Eurocritica Europa delle regioni European Free Alliance Fabrizio Valleri Fare Città fare rete Festa della Toscana Fi-Po Link fine del berlusconismo Forum 2043 frazioni Friuli Venezia Giulia garantismo gay alla luce del sole Gaza Giacomo Fiaschi Gianni Pittella Gioiello Orsini Giorgio Del Ghingaro Giovanni Poggiali Giulietto Chiesa Hands off Syria Hawaii Homage to Catalonia Hope after Pakistan Il disastro delle vecchie preferenze in difesa degli alberi In difesa di Israele Inaco Rossi indipendenze innocenza tradita internazionalismo Italia Futura Karl W. Deutsch Kennedy L'Altra Toscana la bellezza come principale indice di buongoverno Lahaina leggi elettorali più giuste Leonard Peltier Libera Europa Libera Firenze Libera Toscana Liberi Fiorentini Liberiamo l'Italia Libertà in Iran libertino liste di proscrizione localismo Lucca 2012 Mario Monti Massimo Carlesi Matteo Renzi Maui Maurizio Sguanci Mauro Vaiani memoria storica meno dipendenza Mezzana Michele Emiliano monete locali Moretuzzo NO a questa tramvia antifiorentina no al podestà d'Italia no al presidenzialismo no al sindaco d'Italia no elettrosmog NoGreenPass Noi stessi NoMES nonviolenza Ora e sempre resistenza ora toscana OraToscana Oscar Giannino pace e lavoro Palestina Patto Autonomie Ambiente Patto per la Toscana Peace Is Possible - War Is Not Inevitable pionieri popolano postcoronavirus Prato Prima di tutto la libertà primarie Primavera araba 2011 quartieri quattrini al popolo Queer Faith radici anarchiche e socialiste referendum Besostri Repubblica delle Autonomie ricostruzione di una moralità pubblica riforma elettorale toscana riformismo ritorno alla Costituzione rivoluzione liberale rivoluzione paesana rivoluzione rionale Romagna SaharaLibre salute pubblica San Carlo San Vincenzo Santa Cecilia Sergio Salvi sessantennio Siena silver brigades Simone Caffaz solidarietà toscana spezzare le catene del debito statuto pubblico dei partiti Stefania Ferretti Stefania Saccardi Svizzera tener desta la speranza territori The Scottish Side of History Too Big To Fail? Torre del Lago Toscana Toscana Civica tradizioni e libertà Tunisia Ugo di Toscana uninominale Vannino Chiti Vecchiano veraforza Via dall'Afghanistan Vincenzo Simoni vittime yes in my backyard