Una delle cose da salvare, del grande lavoro del dott. Mauro
Vaiani nei quattro anni del CLT 2017-2021, è un documento intitolato
"Ecotoscanismo", che riproduciamo interamente come si presentava fino al
suo ultimo aggiornamento, risalente al 18 novembre 2018. Abbiamo
salvato anche l'immagine che corredava il post originale, uno
scatto significativo del lago Massaciuccoli, ripreso nel 2013 dalle
colline di Vecchiano (ndr, archiviato il 16 aprile 2022).
Ecotoscanismo
Non esiste toscanismo senza una svolta ambientale
radicale.
Grazie a chi ci sta scrivendo per migliorare
questo documento ecotoscanista!
Fra i primi che hanno voluto suggerirci
miglioramenti: Luca Pardi, autore insieme a Jacopo Simonetta di "Picco
per capre – Capire, cercando di cavarsela, la triplice crisi:
economica, energetica ed ecologica", Luce Edizioni, 2017; Gianluca
Serra, biologo conservazionista, ecologista e naturalista. I
contenuti e i limiti dell’articolo restano, ovviamente,
responsabilità politica degli attivisti.
Ultimo aggiornamento: 18 novembre 2018
* * *
Noi crediamo nella Toscana come paese a misura di
persona umana, fatto a miccino per una esperienza di autogoverno
civico, liberale, democratico, sociale. La Toscana è la “dolce
patria nostra” (Piero Calamandrei).
L’amore per la nostra terra, l’assunzione di
responsabilità di autogoverno, paesino per paesino, quartiere per
quartiere, rione per rione, implica una scelta ambientalista netta e
profonda. Accettiamo i cambiamenti che sono necessari: combattiamo
gli sprechi, incoraggiamo – senza bigottismi e senza proibizionismi
– stili di vita più sobri.
Dobbiamo imparare dalle piccole nazioni e regioni
che hanno fatto già molto meglio di noi, puntando a fare molto di
più. Dobbiamo proteggere il mare, l’aria, la terra, la flora, la
fauna, il paesaggio di Toscana fino al punto di diventare noi stessi
un esempio per tutto il mondo.
Dobbiamo fare la nostra parte per rispondere alla
crisi ecologica planetaria che, tra le altre cose, ha comportato,
solo negli ultimi decenni, la perdita del 60% delle popolazioni di
fauna selvatica, oltre che un ritmo di estinzioni di specie viventi
che fa scrivere gli studiosi di “sesta estinzione di massa” nella
storia della Terra. L’inquinamento riversato nell’ambiente in
soli due secoli di età industriale ci sta tornando indietro sotto
forma di eventi climatici sempre più estremi, anche in Toscana. Il
cambiamento è necessario, e urgente.
Alla base di questa svolta ecologista, ci devono
essere investimenti regionali in studio, conoscenza, ricerca,
innovazione, oltre che, con saggezza e pacatezza, in educazione dei
giovani e informazione a tutta la cittadinanza toscana.
In Toscana vogliamo raggiungere l’eccellenza di
una ricerca scientifica orientata verso la salvaguardia del creato.
Non consentiremo segretezza, né brevettazione degli studi sui
viventi e sul loro patrimonio genetico, né sfruttamento, né
crudeltà. Ciò che vive ha una dignità intrinseca, non è solo
“utile” o “funzionale” all’uomo, come abbiamo anche
recentemente ribadito.
Tutto ciò che è protezione ambientale, dai
forestali all’agricoltura, dall’acqua pubblica alla tutela del
mare, deve essere riportato sotto il controllo esclusivo e
responsabile delle comunità locali.
L’intero territorio toscano, con tutti i suoi
beni ambientali e culturali, deve essere considerato come la propria
“hasa” e deve essere integralmente protetto.
Perché questo nostro “ecotoscanismo” diventi
un programma politico concreto, accettiamo con coraggio le sfide qui
ennciate:
Depurazione integrale di tutti gli scarichi
liquidi, sia urbani che industriali, con metodi sostenibili, con
restituzione di acqua buona all’ambiente; in tutti i corsi e
specchi d’acqua toscani deve tornare la vita.
Progressiva messa al bando di ogni prodotto
che non sia pensato in termini di riciclo; raccolta facile e
agevolata di ogni tipo di rifiuto; riciclaggio di tutto, senza
incenerimento e dispersione delle relative polveri nell’ambiente;
sostituzione progressiva di ogni materiale plastico o misto, con
materiali effettivamente biodegradabili e compostabili; attenzione
severa al fatto che molte cosiddette bioplastiche sono compostabili
solo in determinate condizioni e comunque devono essere comunque
tutte raccolte, per non finire nelle acque e in mare.
Sì a nuovi bacini (e a nuovi impianti
idroelettrici) ma solo con il consenso delle popolazioni e solo
contestualmente a progetti sostenibili per trattenere e rallentare
l’acqua piovana in bacini e casse di espansione, con letti di
scorrimento allargati e naturalizzati, per la salvaguardia del
territorio e per la mitigazione degli eventi climatici estremi
(picchi di siccità, bombe d’acqua).
Sì alla produzione privata, locale, regionale
di energie alternative, purché veramente rinnovabili e sostenibili,
con procedure snelle e con tecnologie facilmente aggiornabili e
comunque reversibili; sì a ogni possibile investimento per lo
sviluppo di una rete elettrica intelligente (smart grid) e di nuove
tecnologie per la conservazione dell’energia, sotto il controllo di
compagnie pubbliche locali toscane. Il grande apporto della geotermia
al fabbisogno elettrico della Toscana è importante, ma non possiamo
premere oltre sullo sfruttamento. Ci si deve aprire a ogni
innovazione disponibile nell’impiego del sole, del vento, del
freddo delle profondità, delle maree e della gravità, con il
consenso e la partecipazione delle popolazioni locali, nel rispetto
del paesaggio e senza consumo irreversibile di territorio. La Toscana
deve prendersi la responsabilità, come regione industrializzata che
negli ultimi 70 anni ha contribuito significativamente al cambiamento
climatico del pianeta, di essere apripista di una vigorosa politica
di uscita dalla dipendenza da carburanti fossili in favore delle
energie rinnovabili.
Fermo assoluto di ogni ulteriore
cementificazione: nessuna nuova costruzione, senza perequazione e
restituzione di suolo alla vegetazione e all’agricoltura; sostegno
pubblico a ogni forma di bioedilizia; sostegno pubblico a ogni
intervento per il risparmio energetico nei luoghi di vita e di
lavoro.
Sostegno pubblico a una agricoltura
progressivamente meno intensiva e meno dipendente dal petrolio e
dalla chimica, dando priorità alle produzioni tipiche e locali;
bando di pesticidi e diserbanti.
In Toscana solo allevamento sostenibile di
animali, all’aperto, non intensivo, senza medicinali, senza
crudeltà; in particolare sostegno all’apicoltura; incoraggiamento
di una dieta prevalentemente vegetariana; disincentivi al consumo di
latte vaccino importato e di prodotti caseari industriali.
Moratoria della pesca industriale nelle acque
toscane; sostegno ai pescatori che accettano di essere protagonisti
di una pesca sostenibile e rispettosa; sostegno all’itticoltura
sostenibile.
I veri appassionati di caccia e pesca devono
essere adeguatamente formati e inquadrati in associazioni di
volontariato per la sorveglianza del territorio e il controllo della
fauna, ponendosi all’avanguardia nel rispondere alle nuove
necessità ambientali e sociali. Porremo fine, insieme ai cacciatori,
al bracconaggio, ai ripopolamenti impropri, alle immissioni illegali,
agli incidenti mortali, alle regole di accesso troppo lasche, ai
calendari troppo lunghi, alla caccia come pratica impropriamente
“ricreativa”. In molte aree antropizzate e agricole la fauna va
controllata, con l’aiuto di conoscitori e appassionati, ma il
concetto di caccia come “sport” deve essere archiviato insieme a
tante altre esagerazioni individualistiche e consumistiche.
Rapido abbandono del diesel e della benzina;
incoraggiamento dei motori alternativi; valorizzazione di aziende
locali toscane per lo sviluppo della mobilità elettrica; valutazione
attenta dei carburanti di transizione (idrogeno, biometano,
biodiesel), anche per mezzi pubblici (traghetti e aerei compresi); è
fondamentale uscire al più presto, nella mobilità e non solo, dalla
schiavitù del fossile.
La Toscana vuole la piena responsabilità sul
sistema dei parchi nazionali, che, integrati con le altre aree
protette, devono essere custoditi gelosamente in quanto rappresentano
ciò che rimane di un patrimonio naturale e paesaggistico
insostituibile. Tutta la Toscana per noi deve essere trattata come
una terra inestimabile, ma i nostri parchi devono essere l’emblema
della nostra capacità di conservare e proteggere, per motivi
educativi, scientifici, estetici, storici e spirituali. Attorno ai
parchi le comunità locali devono essere responsabilizzate nella
gestione di una economia locale fondata su ecoturismo e agriturismo.
Che ne pensate?
Volete aiutarci a costruire un ecotoscanismo
serio, concreto, praticabile?
Diventate insieme a noi attivisti per costruire
insieme il nostro nuovo paese toscano.
* * *
Purtroppo questo "ecotoscanismo" del CLT
2017-2021 è rimasta soffocato nel solipsismo incompetente e presuntuoso
del vecchio "toscanismo". Per coloro che fossero interessati a un
impegno popolare per civismo, ambientalismo e autonomismo, raccomandiamo
di collegarsi al canale Telegram di OraToscana: https://t.me/OraToscana (ndr).