Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso
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domenica 13 gennaio 2013

La rivolta di Italia Futura Toscana

Due piccole soddisfazioni in questi giorni cupi: la rete toscana di Italia Futura si è ribellata contro le candidature imposte dall'alto e da altrove; Fare - Fermare il declino, la lista di Oscar Giannino contro lo status quo, ha raccolto in Toscana tutte le firme sufficienti e anche di più.
Pochi amici di Italia Futura si impegneranno ancora per la debole e raccogliticcia lista di Monti, ma solo per sostenere la candidatura di Edoardo Nesi, di lui come persona, non certo come esponente del nuovo-vecchio centro.
Il nostro progetto civico-liberale per la Toscana andrà avanti, nonostante il deleterio effetto Monti.

domenica 9 dicembre 2012

Che c'entra Casini?

Le iniziative politiche di Italia Futura sono sempre partite da una richiesta precisa ai politici che hanno retto il paese nell'era di Berlusconi e Prodi: fatevi da parte.
Identica richiesta la abbiamo fatta, con umiltà ma con determinazione, ai capi politici che sono ai vertici della politica italiana da prima di Berlusconi e Prodi.
Senza rancori, senza settarismi, senza giustizialismi, senza populismi, la rete delle fondazioni di Italia Futura è sorta per contribuire a un rinnovamento profondo, con l'ambizione di fare finalmente le riforme attese da decenni: via il bicameralismo paritario; via i ministeri statali nelle materie devolute alle regioni; via le province; via il finanziamento pubblico dei partiti; via i vitalizi e le pensioni d'oro; dismissioni e liberalizzazioni; un programma ambizioso per ridurre gradualmente il debito, le spese, tutte le tasse, ma specialmente quelle sul lavoro, sui giovani, sulle donne.
Più penso e ripenso a queste ambizioni, più mi domando: che c'entra Casini?
Dovrei aggiungere anche: perché non si aprono delle consultazioni fra gli aderenti alla convention per la Terza Repubblica? E perché non si lavora per una partecipazione alle elezioni insieme a Fermare il Declino, di cui tanti di noi sono parte costituente, il cui programma abbiamo contribuito a elaborare e lanciare?


lunedì 12 novembre 2012

Bravo Federico Vecchioni


Rilancio dal mio blog la bella lettera con cui Federico Vecchioni comunica, con semplicità, con linearità, con candore, le sue dimissioni dai vertici di Italia Futura.
Aderisco anch'io, da Newark, alla dichiarazione di stima e di solidarietà che gli è stata espressa da tutta Italia Futura di Toscana.
Riporto l'elenco - comunque incompleto - delle amiche e degli amici che hanno firmato, a nome di tutti gli altri, per Federico Vecchioni:

Antonio Abatangelo
Andrea Antongiovanni
Mauro Antonini
Lorenzo Apollonio
Gaetano Barrella
Roberto Barsanti
Arturo Bartoletti
Giuliana Baudone
Anna Maria Beligni
Paolo Benesperi
Pierpaolo Bertilorenzi
Benedetta A. Bertoni
Luigi Borri
Stefano Boschi
Simone Caffaz
Pietro Campanelli
Vincenzo Carni'
Alessia Carovani
Angela Castaldi
Lapo Cecconi
Andrea Chiodi
Alessandro Cinughi de Pazzi
Valentina Cioni
Laura Cutini
Francesco D'Ambrosi
Tommaso Del Tacca
Iginio Dell'Amico
Maurizio Dinelli
Luigi Faggiani
Massimo Felicioni
Riccardo Gabriele
Euro Giagnetich
Andrea Giannecchini
Massimo Giannoni
Andrea Giannotti
Lorenzo Giappichelli
Fabrizio Giovannoni
Mirco Giromella
Francesco M. Guerreschi
Bianca Imperato
Antonio La Croce
Fiorella Lenzi
Enrico Martinucci
Mauro Marzucchi
Andrea Mazzoni
Daniel Meyer
Simone Morganti
Niccolo' Natali
Marco Natalizi
Patrizia Paoletti
Gian Maria Papandrea
Alessandro Pelosini
Massimiliano Pescini
Giulio Pierulivo
Daniele Rebechi
Andrea Romiti
Giuseppe Ruggiero
Sergio Russo
Massimiliano Scotta'
Umberto Stefanelli
Michele Suffra'
Matteo Valori
Maurizio Vernassa
Maurizio Zingoni
Lucia Zollo





mercoledì 31 ottobre 2012

100 giorni decisivi, prima delle elezioni, non dopo...


Ci siamo incontrati ieri a Firenze, a parlare dei prossimi 100 giorni, quelli decisivi per la formazione di una rinnovata offerta politica nazionale per le elezioni del 2013.

C'erano i giovani di spirito, i puri di cuore, le donne, i quarantenni, gli innovatori, coloro che vengono emarginati e penalizzati dal declino, dalla corruzione, dal fallimento delle attuali elite politiche.

Si sono ritrovate persone che credono che, oltre a PD, PDL, centristi, Cinque Stelle, occorra presentare una lista civica nazionale popolare e liberale, immoderata e riformista, che sia formata da alcune centinaia di candidati totalmente estranei allo status quo, totalmente nuova rispetto al personale politico del passato e del presente.

Una lista che sia caratterizzata dalle intuizioni originarie di Nicola Rossi, Montezemolo, Giannino e di altri:

1) - abbattere il debito, subito, dismettendo caserme e privatizzando aziende e enti pubblici, a partire dalla RAI;

2) - eliminare privilegi come le pensioni retributive (quelle regalate dalla Repubblica, non guadagnate con i contributi) superiori al reddito medio procapite e abbassare subito gli stipendi e vitalizi dei politici e dei burocrati che guadagnano più del presidente Obama;

3) - liberalizzare e detassare subito il lavoro, a cominciare da quello dei più disperati, cioè giovani, donne, disoccupati e sottoccupati intellettuali, cinquantenni espulsi dalla contrazione del manifatturiero;

4) - abolire subito province, prefetture e tutta una teoria di uffici e direzioni provinciali, favorendo nello stesso tempo l'unificazione, dal basso, dei comuni;

5) - fare subito le riforme costituzionali mature da trent'anni, dall'eliminazione del bicameralismo alla giustizia.

Non ci bastano più le "narrazioni" generiche: il dialogo laici-cattolici, la riunificazione dei moderati, la necessità di fermare il populismo... Non ci basta più neppure Monti, anche se sicuramente vorremmo che i prossimi leader avessero il suo stile e la sua competenza.

Vogliamo rinnovare la politica nei metodi e negli stili, lavorando sodo per avere una selezione del personale politico dal basso, fondata, qui e ora, sulla consultazione dei cittadini che sostengono e finanziano queste nuove reti civiche.

Vogliamo subito l'abolizione immediata di ogni finanziamento pubblico ai partiti.

Per il futuro vogliamo collegi uninominali e primarie istituzionalizzate e obbligatorie per tutti.

Abbiamo sentito le voci di giovani, provenienti da cinque realtà che possono cambiare la politica, non solo a Firenze, non solo in Toscana e in Umbria. Non ci accontenteremo di niente di meno.

Le cinque reti civiche e politiche presenti hanno lanciato un segnale di dialogo e unità fra di loro. Hanno dichiarato di accettare le sfide che ci vengono dalle primarie del PD (ma anche da quelle del PDL e dalle consultazioni online di Grillo). Si sono impegnate a fare qualcosa di nuovo, di insperato, di immoderato, di civico e di civile, di popolare e liberale.

Non era con noi, purtroppo, per motivi di salute, Emiliano Lascialfari, contadino, consigliere comunale della Lista Civica per Barberino del Mugello. C'erano invece:
- Lapo Cecconi, imprenditore, responsabile regionale giovani di Italia Futura Toscana
- Giordano Masini, imprenditore e blogger, coordinatore di Fermare il Declino Toscana-Umbria
- Marco Faraci, ingegnere, opinionista, di ZeroPositivo
- Elisa Sassoli, ricercatrice universitaria e scrittrice, di Spirito Libero
- Gabriele Scalini, insegnante, Labduepuntozero (http://www.labduepuntozero.com), una espressione dei giovani di Italia Futura

L'incontro è stato moderato da Leonardo Cipriani, imprenditore e attivista civico-liberale fiorentino. All'organizzazione hanno lavorato i giovani di Italia Futura, Alessia Carovani (del direttivo IF Prato) e chi scrive su questo blog.

* * *

venerdì 26 ottobre 2012

Verso una nuova repubblica (non c'è pasto gratis per chi vuole davvero cambiare...)


E' uscito l'invito a partecipare alla convention nazionale che si stava preparando all'interno della rete di Italia Futura. Coloro che condividono questo appello e si sentono di poter contribuire alla costruzione di una nuova repubblica, sono invitati a Roma per sabato 17 novembre 2012.

Intellettuali e imprenditori, attivisti civico-liberali, amministratori locali di cultura riformista, esponenti di associazioni di volontariato, sindacalisti, pensano che si possa dire addio ai partiti e alla politica di oggi, nella costruzione di una terza repubblica, dimostrando di aver imparato dagli errori della cosiddetta seconda repubblica e - aggiungiamo noi - stando ben attenti a non guardare indietro, con impropria nostalgia, verso la partitocrazia della prima.

"Crediamo - scrivono - che il nostro paese non sia condannato a vivere di furbizie ed espedienti ma possa prosperare sui propri talenti e le proprie virtù, scommettendo sul potenziale di chi è attualmente escluso dalle opportunità di crescita e sviluppo a partire dai giovani e dalle donne".

Ecco l'elenco, in ordine rigorosamente alfabetico, dei promotori:

Gregorio Arena
Ernesto Auci
Andrea Ballabio
Maurizio Baradello
Francesco Bonami
Raffaele Bonanni
Giovanni Borri
Paolo Borzatta
Massimo Bucci
Alessandro Buzzi
Carlo Calenda
Vincenzo Camporini
Vasco Cannatà
Agostino Capozzo
Andrea Carandini
Ennio Cascetta
Andrea Casolari
Gianfranco Cattai
Stefano Ceci
Mario Ceroli
Carlo Costalli
Lorenzo Cuocolo
Stefano Dambruoso
Luca De Vecchi
Lorenzo Dellai
Marco Delli Zotti
Tito Di Maggio
Luca Di Montezemolo
Piercamillo Falasca
Pietro Ferrari
Alberto Fontana
Gianmarco Gabrieli
Alberto Galassi
Stefania Giannini
Agostino Giovagnoli
Mario Giro
Maria Gomierato
Benedetto Ippolito
Mario Marazziti
Enrico Marcora
Salvatore Matarrese
Paolo Mazzanti
Stefano Micelli
Raoul Minetti
Andrea Moltrasio
Diego Mosna
Edoardo Nesi
Floriano Noto
Andrea Olivero
Cinzia Palazzetti
Francesca Pasinelli
Cinzia Pecchio
Simone Perillo
Gaetano Piepoli
Carlo Pontecorvo
Beniamino Quintieri
Andrea Riccardi
Walter Ricciardi
Andrea Romano
Nicola Rossi
Florindo Rubbettino
Marco Simoni
Giulio Sottanelli
Alberto Stancanelli
Irene Tinagli
Riccardo Tozzi
Franco Vaccari
Federico Vecchioni
Alessio Vianello
Enrico Zanetti
Giuseppe Zollino

E' la prova che si sta tentando di costruire qualcosa di grande, una compagine politica popolare e liberale molto ampia.

Avanti così!

* * *

PS delle 14:

Poche ore fa ci arriva una mail negativa - forse troppo apodittica - da Fermare il Declino, che riproduciamo in calce. Per il momento ci limitiamo a dire che siamo preoccupati da questa divaricazione, che speriamo ancora sia temporanea.

Ecco il testo:

Gentili amiche, cari amici,

come avete notato, mancano le firme dei fondatori di Fermare il Declino al manifesto promosso dal centro cattolico e dai dirigenti di Italia Futura. Il motivo è incredibilmente facile. Nel testo del manifesto non troverete 6 concetti che per noi rappresentavano una conditio sine qua non:

taglio alla spesa, riduzione del debito tramite privatizzazioni, liberalizzazioni, selezione democratica dei leader, meritocrazia nella PA e nella giustizia e concorrenza nella sanità e istruzione.
Legittime diverse di opinioni, ma noi siamo nati per essere inclusivi non per fare operazioni partitiche senza contenuti ideali coerenti con quello che proponiamo. Si continua nella nostra opera con lo stesso spirito rispettoso verso chi ha compiuto scelte diverse dalle nostre, ma fermi nei nostri convincimenti e rafforzati nell'entusiasmo.
Un caro saluto a tutti,
Michele Boldrin, Sandro Brusco, Alessandro De Nicola, Oscar Giannino, Andrea Moro, Carlo Stagnaro, Luigi Zingales

* * *

PPS delle 18:

Altri aggiornamenti usciti nella giornata...

- Oscar Giannino si lamenta di tempi e modi di elaborazione del documento e dice no al Monte-Bona

- Andrea Romano gli risponde che tempi e modi si potevano modificare, purché si trovasse una maggiore intesa sulla valutazione del governo Monti

C'è da preoccuparsi? Le riforme hanno bisogno di vaste alleanze fra coraggiosi. Sarebbe meglio allearsi oggi, prima delle elezioni, piuttosto che dopo... Ma... Non c'è pasto gratis per chi vuole davvero cambiare le cose...



 

lunedì 1 ottobre 2012

Italia Futura a Prato


 

Lunedì 1 ottobre 2012, a Prato, nel ridotto del Politeama, alle ore 18, Italia Futura Prato si è presentata alla cittadinanza. Un incontro bello e affollato. Il presidente della delegazione pratese, Francesco D'Ambrosi ha toccato un tema delicato e importante, la mancanza di patriottismo territoriale, di attaccamento ai beni comuni, di civismo, che ha afflitto l'Italia negli anni della grande trasformazione economica del dopoguerra. E' un problema riccorrente nella modernizzazione e ne rappresenta uno dei lati oscuri. Intere generazioni si muovono, emigrano, si acculturano, si conquistano nuove posizioni sociali, ma sembrano anche perdere radici, rispetto per la propria terra, senso delle tradizioni. L'Italia e la Toscana, a causa di questa mancanza di rispetto e di attaccamento, hanno distrutto tanta della propria bellezza naturale e artistica, tanta parte del proprio patrimonio civile e spirituale. Serietà, diligenza, meritocrazia sono declinate nelle follie della repubblica proporzionale dei partiti, delle clientele, delle preferenze.
Il coordinatore nazionale Federico Vecchioni ha spiegato, con toni pacati ma che sono stati giustamente definiti anche molto renziani, che ormai il dado è tratto: le persone e le idee di Italia Futura contribuiranno alla formazione di una lista civica nazionale che porti nel prossimo parlamento, quello che eleggeremo chissà con quali regole nel 2013, un personale politico completamente rinnovato. Sì, anche Italia Futura deve contribuire a una poderosa sostituzione delle elite che hanno fallito. Anche noi dobbiamo dare una mano alla rottamazione. E allora Monti?
Italia Futura rinvendica senz'altro di aver ispirato un programma di ricostruzione nazionale e il governo di emergenza nazionale. Le riforme iniziate da Monti, però, richiedono di essere portate ben oltre.
E' tutto molto difficile e molto ambizioso, ma dobbiamo provarci, insieme con Oscar Giannino, i movimenti civili e le liste civiche, in un confronto serrato e serio con le grandi novità che possono emergere nel campo dei nostri amici e competitori democratici.
Purtroppo non è potuto venire il senatore Rossi, l'ispiratore del programma di Italia Futura, ma ci ha promesso che verrà presto.
Non defletteremo dal nostro impegno per trasformarci da sudditi a cittadini.

mercoledì 26 settembre 2012

Il dovere di rottamare

La lettura di un articolo di Verderami sul Corriere di oggi, sembrerebbe contenere una piccola buona notizia: Berlusconi mostrerebbe segni di resipiscenza rispetto all'annunciato disastroso ritorno delle preferenze. Proseguendo la lettura, però, si capisce che il sistema è impazzito, che neppure Monti - come abbiamo sempre pensato noi - basta più, che questi qua ci preparano l'elezione a presidente della repubblica di Amato il pluri-multi-mega-dorato-pensionato, che nessuno di loro sembra più credere a nulla, né nel liberalismo, né nel federalismo, né nella vocazione sociale, né nella sovranità popolare.
E' urgente la scelta di nuovi leader nei partiti che hanno le regole per cambiare leadership - in pratica il solo PD. E' urgente quindi anche la presentazione all'elettorato di nuove liste civiche, che possano candidare donne, giovani, nuove competenze e nuove esperienze. Rottamare è diventato un dovere trasversale e universale. Incuranti del disastro economico a cui hanno condotto la Repubblica (trascinandosi dietro anche le grandi aziende pubbliche, para-pubbliche e persino i grandi monopolisti privati), asserragliate nei loro lussuosi fortini, le caste hanno perso la testa. Via tutti. Quelli di Berlusconi e, ancora di più, quelli che c'erano prima di Berlusconi.

lunedì 3 settembre 2012

Manca il territorio

Bruno Bozzetto per Oscar Giannino


 

Ricevo e rilancio una bella lettera di Oscar Giannino, che spiega con notevole chiarezza morale e politica il punto a cui è arrivata l'idea di costruire una grande lista civica nazionale per le elezioni politiche del 2013, un "fronte per la crescita", costruito attorno alle intelligenze e alle generosità raccolte da Italia Futura, in collaborazione stretta con molte altre realtà civiche e civili, a partire dal movimento Fermareildeclino.it promosso dallo stesso Oscar Giannino.
Dico subito che mi piacciono i contenuti, il tono, le prospettive di questa lettera, e che appoggio l'idea di una lista civica nazionale che promuova un drammatico ma necessario cambio generazionale nelle elite politiche e burocratiche di questa nostra povera repubblica.
Mi permetto di osservare però che manca qualcosa.
Mancano i territori e le città, in questi ragionamenti che leggo, da parte degli intellettuali e dei promotori di questa nuova iniziativa politica nazionale, popolare e liberale.
Mi piace sentir parlare di una grande consultazione popolare per designare un premier capace di guidare un "fronte per la crescita", ma è ora di discutere anche, insieme, su come i territori e le città, potranno partecipare concretamente alle scelte programmatiche, alla indicazione dei candidati, alla sintesi delle nuove regole.
Sono i territori che devono finalmente dire la loro, sul completamento della transizione italiana da repubblica d'impronta centralista e partitocratica, a repubblica federale integrata con l'Europa.
Sono le città e le regioni che hanno il diritto di eleggere, localmente, i commissari che dovranno mobilizzare la grande manomorta pubblica, per abbattere il debito nazionale e quelli locali.
Sono i comuni e le comunità locali che devono vedersi conferire tutta l'autonomia impositiva necessaria per gestire l'austerità, ma anche per trovare alternative concrete all'austerità permanente.
Non ci crediamo alla salvezza centralizzata dell'Italia.
Non è mai venuto nulla di durevolmente buono, all'Italia e agli Italiani, dalle centralizzazioni. E continuiamo a non fidarci di elite politiche nazionali - ma anche europee e internazionali - che continuano a parlare di crisi dell'Euro, mentre siamo di fronte a una drammatica e storica crisi dei debiti pubblici. Che non può essere risolta centralmente, ma solo localmente, laddove ci sono le risorse pubbliche da valorizzare, le persone e le idee da liberare.



* * *




Oscar Giannino spiega i contenuti dell'incontro tra Fermare il declino e Italia Futura: prinicipi, modalità, tempi, leadership e prossime iniziative.

Fermare il declino e Italia Futura: le ragioni e le modalità della collaborazione



Cara amica, caro amico,
Come forse hai letto sul nostro sito o sugli organi di stampa che ne hanno parlato, sabato si è tenuto a Roma un incontro tra Fermare il declino e Italia Futura, presso la sede nazionale di IF: loro hanno uffici e personale retribuito, sono in pista da due annni e mezzo. All'incontro hanno partecipato per Fermare il declino, oltre ai fondatori presenti in Italia, anche i rappresentanti di alcune delle associazioni che si sono finora riconosciute nel nostro manifesto e programma, come Zero+, Civicum, Costituente liberale, Fondazione Oltremare, Indipendenti per Monti. L'incontro nasceva dalla comune esigenza di verificare la possibilità di  un'agenda il più possible comune, politica e organizzativa, che tenga conto dei tempi estremamente ristretti nei quali ci dobbiamo misurare, per verificare quali esiti e sviluppi dare alla nostra iniziativa.
È vero che la prima linea di Italia Futura si è riconosciuta nel nostro appello e programma. E che in talune parti d'Italia tra i nostri aderenti nelle prime settimane vi sono anche sostenitori di Italia Futura. Ma è altrettanto ovvio che il loro essere campo da due anni e mezzo con proprie risorse, presenze e agenda, poneva il problema di una immediata verifica operativa che sgombrasse il campo da ogni equivoco, mettesse a fuoco convergenze o margini di dissenso, ed elaborasse bozze di organi e procedure per strutturare da subito processi decisionali e un metodo di lavoro davvero condivisi.
Per questo io stesso ho proposto a inizio dei lavori un ordine del giorno in tre punti. Primo: organi e procedure di lavoro, politici organizzativi e programmatici. Secondo: valutazioni politiche sui tempi e i modi dello sviluppo della nostra iniziativa. Terzo: quali criteri seguire per l'estensione ulteriore del nostro movimento, ad associazioni, espressioni civiche, ma anche pezzi ed esponenti di politica locale in uscita dai vecchi partiti e coalizioni.
Ho premesso a tutto ciò una considerazione che ha una importanza essenziale, e che desidero qui ribadire con grande chiarezza a tutti, a maggior ragione vista la lettura che il Corriere della sera ha voluto proporre ieri del nostro incontro.


È ovvio che tra non molte settimane - stante che l'ipotesi realistica è che le elezioni politiche saranno tra fine marzo e metà aprile - quando dovremo tirare le fila dello sviluppo futuro di Fermare il declino, l'indicazione di una leadership sarà parte essenziale di una proposta credible per il Paese. Ma, ho aggiunto, quello che è chiaro è che non ci sono leader "in sonno" già decisi e che aspettano solo che altri lavorino per poi cavalcare l'onda: nè Montezemolo, nè Marcegaglia, nè altri. Quando sarà il momento la decisione sarà presa e saranno gli aderenti a votare e scegliere tra le candidature con le primarie.
Con questa inequivoca dichiarazione nostra gli esponenti presenti di Italia Futura si sono dichiarati d'accordo. E qui desidero ribadirlo a voi tutti, soprattutto ai molti che in rete e per mail ci hanno legittimamente chiesto conto di quella che per il Corriere stamane era invece solo una mera tattica per tirare la volata a un candidato leader già scelto. Non è così: come sempre abbiamo detto e come ieri con noi ha convenuto chi rappresentava Italia Futura.
La discussione sui tre punti è durata circa quattro ore. E ha prodotto i seguenti risultati.
Sul primo punto, è stato deciso senza particolari problemi di costituire tre comitati ristretti da porre al lavoro al più presto: un comitato politico, e al di sotto un comitato organizzativo e uno programmatico. Il comitato politico nasce attualmente come espressione di Fermare il declino e Italia Futura, per poi allargarsi in caso di auspicate nuove estensioni della nostra rappresentanza a soggetti civici, associazioni culturali e movimenti. Al comitato organizzativo spetta l'immediata attivazione della messa a matrice comune delle nostre presenze in tutte le Regioni, Province e Comuni dove sia possibile, e il coordinamento delle attività di adesione e sostegno alla nostra iniziativa.
Al comitato programmatico l'indirizzo prioritario dei punti del programma da approfondire ed estendere, a cominciare dai temi del lavoro, condizione femminile e giovanile sui quali molti degli intervenuti hanno puntato il dito, per sventare il rischio di apparire come una formazione a caratterizzazione solo macroeconomica. Numerosi interventi hanno risollevato un punto che torna in rete e sui social network ogni giorno: com pensarla su questo e su quello.
Noi restiamo fedeli all'idea che partiti e movimenti con una linea definita su ogni cosa siano un retaggio delle vecchie chiese. Nasciamo su alcune priorità per invertire il declino italiano, riconosciamo che dobbiamo perfezionare profondità ed estensione delle nostre proposte su alcuni temi, ma non ambiamo a diventare produttori di linea per ogni voce dell'ecnciclopedia.
Sul punto due, la discussione ha toccato a lungo il giudizio sul governo Monti. Le sensiblità erano e restanto diverse. I fondatori di Fermare il declino riconoscono a Monti uno stance internazionale che il predecessore non poteva neppur sognarsi, ma ritengono che il governo Monti non abbia scalfito le pessime prassi della PA italiana che sommate alla cecità della politica hanno condotto al declino italiano. Gli esponenti di Indipendenti per Monti hanno ribadito che tuttavia l'offerta attuale della politica consiglia di restare a difesa attiva di Monti oggi, e pronti a sostenerlo anche un domani se presenti in Parlamento. In posizione mediana IF, convinta dell'inopportunità di apparire come nemici del premier, mentre diverso è criticare anche pesantemente errori dei suoi ministri.
Sul punto tre, il radicamento territoriale e l'apertura verso l'inclusione di nuove associazioni e movimenti dovrà portare a "filtri" nei confronti di pezzi di vecchia politica e amministratori locali che si avvicinassero a noi. Regole formali scritte e precetti validi per tutti non possono essere facilmente identificati, l'esame della crediblità personale e collettiva andrà fatto caso per caso, alla luce dei punti del nostro manifesto e del programma.
A conclusione dei lavori, esaminato il presumibile calendario elettorale, la decisione finale è stata di tenere una grande convention a inizio novembre, nella quale sciogliere defitivamente il dilemma intorno alle modalità della piattaforma politica con la quale lanceremo una proposta nuova al Paese, programmatica e di cambio di classe politica e dirigente. Non serve un partitino nuovo. L'essenziale è capire se e come saremo in condizione di presentare liste e candidati in coerenza a ciò per cui siamo nati e che ci unisce, alla luce anche di quella che sarà l'eventuale riforma elettorale. E a quella data, in una manifestazione che potrebbe unire due luoghi evocativi del lavoro e della cultura a nord e a sud collegati via satellite, dovrà ovviamente essere sciolto anche il problema della leadership.
Cari amici, come vedete si tratta di un pecorso molto impegnativo. Il tempo è poco, le nostre risorse sono ancora troppo limitate. Ma se in quattro setimane di agosto ventimila hanno aderito, ora si tratta di di moltiplicare l'impegno di tutti per accresere le adesioni. I coordinatori di cui stiamo annnciando la nomina nelle diverse Regioni non sono al vertice di gerarchie nè eligendi a questa o quella assemblea politica, sono volontari tra volontari tra volontari che accettano di iniziare a organizzare e focalizzare presenza e iniziative degli amici. Servono in particolare da subito due tipi di eventi, localmente. Incontri anche conviviali finalizzati al fund raising, estesi a non aderenti, con la partecipazione di uno di noi che illustri brevemente le prorità che qui trovate. E vere e proprie presentazini pubbliche della nostra iniziativa, del suo programma, delle sue intenzioni di rimettere in piedi l'Italia senza più cadere trappola nè delle vecchie promesse dei partiti, nè della nuova seduzione della pura protesta.
C'è molto, moltissimo da fare. E lo faremo su base volontaria. Continuando a potenziarci nella comunicazione, dove siamo solo agli inizi. E nel web, dove già siamo un poco più avanti, con oltre 10 mila like al sito. Ma l'obiettivo alla nostra portata deve essere quello di arrivare oltre quota 50 mila nel giro delle prossime sei settimane, con un fund raising appropriato a sostenere le nuove iniziative che annunciamo.
Contiamo su ciascuno di voi, sul vostro entusiasmo, sulla vostra disponibilità a metterci faccia, tempo e credibilità. Come noi tutti facciamo..
Fermiamo il declino, 
Oscar Giannino 

* * *

Altre due letture interessanti sulle possibilità che si aprono per Italia Futura:
- Possibili sinergie con i giovani di Zero Positivo
- Un importante intervento di Luca Ricolfi sulle prospettive elettorali di una lista civica nazionale


 

giovedì 2 agosto 2012

Fermare il declino

Occorre qualcosa di nuovo.
Compresa una rottura generazionale nella classe politica.
Le riforme incompiute da oltre vent'anni, i progetti dell'Istituto Bruno Leoni, la statura intellettuale e politica di Oscar Giannino, le proposte innovative di Italia Futura, la richiesta popolare di libertà, autogoverno, responsabilità, autonomia e identità dei nostri territori, il nostro spirito toscano e libertino, tutte queste cose devono precipitare in uno sforzo nuovo, trasversale, lungimirante.
Ho aderito, seguendo volentieri l'esempio del presidente Federico Vecchioni, all'appello fermareildeclino.it.


venerdì 27 luglio 2012

Tempi maturi


Tutti gli attuali partiti sono drammaticamente screditati. Ci si deve rendere conto della distanza siderale che c'è fra le attuali elite, fallite e fallimentari, e la stragrande maggioranza dei cittadini sovrani. I tempi sono maturi, scrive oggi sul Tirreno il mio amico Alberto Vannucci, esperto di corruzione politica, perché nuovi attori si facciano carico dell'istanza popolare di rinnovamento.

Ieri a Castiglione della Pescaia, alla Riva del Sole, Italia Futura ha dimostrato in Toscana - ma presto sarà chiaro in tutto il paese - che può diventare un punto di riferimento per un vasto movimento civico e liberale; non anti-politico ma per la buona politica; determinato a completare le riforme che il popolo vuole da decenni, per smettere di essere sudditi e diventare cittadini; moderato nei toni e pragmatico nei contenuti; trasversale rispetto agli schemi consunti dei vecchi centrosinistra e centrodestra; deciso a fare quello che promette e a rispettare la volontà popolare su tutti i temi più controversi; in concorrenza diretta con i populismi vecchi e nuovi.

Sentiti tutti gli interventi, dalla bella introduzione di Maurizio Vernassa alle appassionate - e commosse, e commoventi - conclusioni di Federico Vecchioni, ieri siamo usciti più convinti e determinati che mai della necessità di una proposta politica nuova, che ambisca a un risultato a due cifre, per le prossime elezioni politiche.

Possiamo aggregare movimenti di rottura con il "partito unico della spesa pubblica", come quello di Oscar Giannino. Possiamo unirci a importanti movimenti civici locali e regionali, promossi da persone per bene e che hanno già dimostrato di saper ben amministrare le loro comunità locali. Possiamo rivendicare, come Italia Futura, di essere stati noi a segnare la direzione giusta all'azione dolorosa ma necessaria del governo Monti, senza per questo dismettere l'ambizione di fare di più e di meglio.

Di certo dobbiamo lavorare per una rottura, una discontinuità con tutte le attuali elite politiche. Una nostra possibile lista civica nazionale potrà senz'altro farsi aiutare da qualche saggio uscente, da qualche parlamentare veramente indipendente, di alto profilo culturale, che ci aiuti dal punto di vista tecnico, ma per il resto dovrà segnare un rinnovamento integrale: grazie no, a tutti quelli che sono stati parlamentari in questi anni del fallimento di Berlusconi e di Prodi; grazie no, a tutti quelli che erano già in parlamento prima dell'avvento di Berlusconi e di Prodi. Hanno già avuto la loro occasione, hanno fallito, è giusto che passino tutti la mano, come abbiamo detto più volte, come ha ripetuto ieri Federico Vecchioni, il coordinatore nazionale e presidente toscano di Italia Futura.

Fra i tanti begli interventi di ieri a Castiglione, vogliamo ricordare quelli che abbiamo segnalato anche su Facebook: il bel richiamo all'umiltà e alla diligenza di Lapo Cecconi e l'appello di Alessia Carovani a una "welfare review" che ci renda, quanto a politiche familiari e sociali, almeno - ALMENO! - paragonabili alla Germania.

La legge elettorale? Non sarà un ostacolo. Anche se non dovesse prevalere un ragionevole compromesso su collegi uninominali veramente competitivi, un grande movimento popolare e liberale può e deve accettare la sfida. Anzi, può e deve partecipare al dibattito in corso, per propiziare regole che segnino un passo in avanti e non uno indietro, verso il passato disastroso delle preferenze.

* * *

mercoledì 11 luglio 2012

Da sudditi a cittadini, il programma di Italia Futura


Si è tenuta oggi a Milano la presentazione di Sudditi : Un programma per i prossimi 50 anni, il libro-manifesto dell'Istituto Bruno Leoni curato da Nicola Rossi ed edito a inizio giugno da IBL Libri.

Il libro si può acquistare online attraverso diversi canali.

Qui potete leggerne una piccola sinossi.

Sono intervenuti, presso la Sala Colonne di Palazzo Giureconsulti, in Piazza Mercanti, 2, a Milano: Rodolfo De Benedetti (Amministratore delegato, CIR), Diego Della Valle (Presidente, Tod's) e Guido Tabellini (Rettore, Università Bocconi). Ha introdotto e coordinato i lavori Oscar Giannino. E' intervenuto il curatore del volume, Nicola Rossi, che è anche il presidente dell'Istituto Bruno Leoni e il principale coordinatore dell'approfondimento programmatico di Italia Futura.

Il libro racconta un'Italia in cui lo stato è rimasto lo "Stato" con la S maiuscola, cioè il vero sovrano, mentre la sovranità dei cittadini è rimasta un miraggio. Questo, hanno detto i protagonisti dell'incontro, è  lo spread più preoccupante fra l'Italia e i suoi principali partner occidentali.

Gli autori sono: Silvio Boccalatte, Luigi Ceffalo, Natale D'Amico, Alessandro De Nicola, Franco Debenedetti, Giampaolo Galli, Pietro Ichino, Maria Leddi, Pasquale Medina, Lucia Quaglino, Giorgio Rebuffa, Fabio Scacciavillani, Manuel Seri, Serena Sileoni, Carlo Stagnaro, Marianna Vintiadis ed Enrico Zanetti.

Questo libro è una occasione importante per riunire coloro che, magari partendo da posizioni politiche e culturali molto diverse, hanno comunque capito alcune cose che potrebbero unirli in un programma a lungo termine di riforma e di ricostruzione delle comunità locali, delle regioni, della Repubblica, dell'Unione Europea:
- che quella che stiamo vivendo è una crisi che durerà anni e da cui si uscirà molto lentamente, attraverso un drastico ridimensionamento del peso delle grandi burocrazie pubbliche (quelle europee comprese), che attualmente grava sulle spalle dei produttori;
- che l'austerità va diluita in un tempo lunghissimo, che si misurerà in decenni;
- che l'austerità è necessaria, perché l'alternativa, l'inflazione strisciante o magari galoppante, sarebbe ben più iniqua;
- che ciò che aspettiamo da decenni, meno tasse sul lavoro e più tasse sulle cose (specie quelle lasciate improduttive, come la manomorta pubblica) e sulle case (specie quelle vuote e abbandonate), è ineludibile;

- che la distribuzione dei sacrifici richiederà una grande prudenza, una salomonica saggezza e soprattutto una profonda conoscenza della vita reale e dei problemi dei ceti più deboli, oltre a una sincera compassione verso coloro che sono veramente in pericolo, perché estranei al sistema di privilegi del vecchio stato sociale - i portatori di diversità, le famiglie monoparentali, i giovani laureati ignoranti e quelli masterizzati in argomenti inutili, i piccoli imprenditori, i custodi di mestieri antichi e saperi tradizionali, gli esperti di territorio e natura, gli inventori e gli innovatori;
- che non è la fine del mondo, ma sicuramente l'inizio della fine delle cose cresciute troppo - quelle mostruosità troppo grandi persino per essere lasciate fallire (i cosiddetti Too Big To Fail);
- che chiunque voglia vendere la storiella che è sempre colpa di qualcun altro - dell'Euro, della Germania, dell'Inghilterra, di Prodi, delle banche, dei commercianti, di chissà chi - non è nient'altro che l'ennesimo imbroglione che tenta di carpire, ancora una volta, la nostra fiducia;
- che non ci sarà mai più crescita senza profonde liberalizzazioni, che includono anche l'introduzione di maggiore competizione e meritocrazie in tutti i settori, a partire da quelli che assicurano i servizi pubblici universali.
E tante altre cose importanti, sul territorio, sulla produzione, sulla formazione professionale, sul rilancio del lavoro manuale, sul dimagrimento della burocrazia, sul rilancio del civismo, sulla riscoperta di una buona politica, che, per l'appunto, stanno trovando spazio nel lavoro di Italia Futura.

sabato 30 giugno 2012

I nuovi cittadini ci aiutano a rimettere in movimento l'Italia


Foto da http://www.corriere.it/
Lo straordinario abbraccio fra Mario Balotelli e la sua mamma adottiva Silvia, dopo la partita Italia-Germania dello scorso 28 giugno, sarà ricordato nel tempo. E' un bellissimo segno dell'importanza che hanno, in ogni società, i nuovi cittadini. Insieme all'amico Andrea Romiti, avevamo nel cassetto da diverso tempo una piccola riflessione sull'inclusione dei giovani immigrati e figli di immigrati nelle nostre comunità locali, in Toscana e in Italia. La abbiamo preparata nell'ambito del nostro comune impegno civico e politico con Italia Futura Toscana. Ci sembra un buon momento per diffonderla (Nda, 30/6/2012).



Cittadinanza come dovere, oltre che diritto

Riflessione sul percorso che conferisce la cittadinanza ai giovani nuovi Italiani
Livorno - Firenze, febbraio 2012

Andrea Romiti - Mauro Vaiani

I fenomeni migratori contemporanei impongono a tutti gli stati del mondo una continua e prudente manutenzione delle proprie leggi sull'ingresso, sul soggiorno, sulla naturalizzazione degli immigrati. I paesi dell'Unione Europea e dello spazio Schenghen, inoltre, devono accettare la responsabilità di far evolvere le proprie legislazioni in una direzione comune, per non creare eccessive disparità e ostacoli alla libera circolazione delle persone.
Vorremmo innanzitutto sfatare un luogo comune. In nessun paese europeo - ma nemmeno negli Stati Uniti e in altri paesi del mondo che attirano immigrati - esistono percorsi facili di acquisizione della cittadinanza. I principi astratti a cui si ispirano le diverse legislazioni, «ius soli», cioè il diritto alla cittadinanza a seguito della nascita su un territorio, e «ius sanguinis», cioè l’acquisizione della cittadinanza ereditandola da almeno uno dei genitori, sono variamente coniugati e miscelati.
In Francia, per esempio, una legge del 1998 ha stabilito che ogni bambino nato sul suolo francese da genitori stranieri acquisisce la cittadinanza francese al momento della maggiore età se, a quella data, ha ancora la propria residenza in Francia o vi ha avuto la propria residenza abituale durante un periodo, continuo o discontinuo, di almeno 5 anni, dall’età di 11 anni in poi.
La legge italiana del 1992, la n. 91, all’art. 4 comma 2, prevede qualcosa di analogo: “Lo straniero nato in Italia, che vi abbia risieduto legalmente senza interruzioni fino al raggiungimento della maggiore età, diviene cittadino se dichiara di voler acquistare la cittadinanza italiana entro un anno dalla suddetta data”.
Talvolta si parla di «ius soli» come uno slogan, con l'obiettivo politico di arrivare a integrare, più rapidamente i nuovi Italiani, i giovani nati nella Repubblica da genitori immigrati. Ma più rapidamente dovrebbe davvero significare “automaticamente”? Non è così in nessun altro paese europeo. Non crediamo che dovrebbe essere così nemmeno in un paese come il nostro. Un paese, l'Italia, in cui, non nascondiamocelo, il contrasto all'immigrazione clandestina e le nostre capacità di integrare efficacemente gli immigrati legali, sono storicamente problematiche e, in questi anni di crisi e di transizione politica, non si stanno purtroppo rafforzando.
Ciò di cui abbiamo bisogno non sono astratti e automatici diritti, ma percorsi più semplici e regole chiare e responsabilizzanti per tutti.
Dobbiamo dare piena attuazione a ciò che l’art. 4 della nostra legge sulla cittadinanza già prevede.
I bambini nati in Italia devono godere di permesso di soggiorno a lungo termine fino al compimento del diciottesimo anno. Una volta arrivati alla maggiore età, essi devono poter chiedere la cittadinanza con una procedura semplificata e autocertificata. Il richiedente deve esprimere la sua volontà di assumersi i doveri di una cittadinanza attiva e consapevole, dimostrando, per esempio, di aver assolto al compimento dell’obbligo scolastico.
Il futuro cittadino, di fatto, attraverso i suoi studi, ha già dato prova di conoscere la lingua italiana, i principi fondamentali e i diritti e doveri dei cittadini così come sanciti nella prima parte della Costituzione e una conoscenza sufficiente dell'ordinamento statale, regionale e locale.
Questi nuovi cittadini, lo dimostra la storia dell'immigrazione ovunque nel mondo, sono uno stimolo, un arricchimento, un esempio per tutti. Essi sono parte essenziale del nostro sforzo comune per rimettere in moto l'Italia. E' nel nostro interesse migliorare il loro percorso di accesso a una cittadinanza sentita e vissuta come dovere, oltre che come diritto. 


* * *


Andrea Romiti: Dottore in Scienze Giuridiche – Consigliere Comunale Livorno, lista civica “Governare Livorno” – Assistente della Polizia di Stato









Mauro Vaiani: Dottorando in Geopolitica - Attivista civico-liberale in Toscana - Tecnico universitario

domenica 22 aprile 2012

Spartiacque fra vecchio e nuovo

In questi tempi così incerti di una cosa almeno siamo sicuri: non possiamo e non vogliamo affidare il nostro prossimo futuro a coloro che hanno governato con Berlusconi-Burlesconi, Bossi e i suoi badanti, Formigoni-Firmigoni, né a coloro che sono in politica da prima di Berlusconi e che, dopo il suo fallimento, intendono riproporsi, come se niente fosse accaduto, come se le riforme non fossero state paralizzate, prese in ostaggio dai fanatici di Berlusconi e dai professionisti dell'anti-berlusconismo.

Non ci interessano liste in cui si cambia il simbolo, ma restano le solite facce e le solite idee. Sono vent'anni che i partiti cambiano nome, continuano a promettere le riforme che aspettiamo da decenni senza mai farle, mantenendo però in sella le solite facce, una casta di politici che, ci pare, stanno finalmente perdendo definitivamente e fortunamente il consenso popolare di cui pure hanno goduto.

Coloro che promettono di fare ora ciò che non hanno saputo fare negli anni e decenni in cui ne hanno avuto la possibilità, devono essere licenziati dal voto popolare.

E' necessario che si organizzino e si presentino alle elezioni delle liste civiche nazionali che offrano qualche garanzia di umiltà, operosità, novità in più, rispetto alle mirabolanti promesse, alle sparate, agli insulti, agli slogan, alla ormai insopportabile incompetenza di quelli che hanno dominato la scena politica negli ultimi vent'anni.

Montezemolo e la rete di generosità e novità che si sta raccogliendo attorno a Italia Futura sono senz'altro uno dei principali catalizzatori, da cui potrebbe emergere una proposta politica nuova.

Italia Futura è, di conseguenza, assalita da ogni parte. Non solo da gattopardi e imbroglioni. E' assediata anche da politici assolutamente rispettabili, che in buona fede cercano dei genuini cambiamenti. Questi ultimi, però, dovrebbero rendersi conto che il primo modo in cui possono rendersi utili oggi è quello di farsi da parte, tornare al lavoro, nella cultura, nel volontariato, nella società, da dove possono aiutare nuovi leader ad emergere.

Ciascuno di coloro che fanno parte dell'attuale parlamento, dovrebbe guardarsi allo specchio, valutare onestamente i risultati del proprio lavoro politico, le proprie forze e competenze, la propria capacità di essere ancora creativo e innovativo, produttivo e determinato. La scelta di ripresentarsi, a nostro parere, dovrebbe essere l'eccezione, non la regola.

Siamo felici che, in poche ore, il sito di Italia Futura abbia pubblicato due interventi che danno prova, a questo proposito, di chiarezza morale e politica: un primo importante intervento di Nicola Rossi, in favore dell'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti, da sostituirsi con un sistema di donazioni da parte dei cittadini elettori e sovrani, da parte di persone fisiche, non giuridiche; una seconda nota, non firmata e quindi emessa a nome di tutta la rete di associazioni di Italia Futura, in cui si prendono le distanze dagli annunci berlusconiani e casiniani, iniziative in cui non si intravede alcun spiraglio di quella discontinuità che invece è necessaria.

L'abolizione del finanziamento pubblico è il principale elemento di svolta. Da solo costituisce già uno spartiacque. Va abolito, senza se e senza ma, come ha sancito il popolo sovrano nel referendum del 1993. Con chi non capisce che occorre, entro il 2013, rispettare la volontà popolare, sarà impossibile costruire alcun tipo di collaborazione politica.

Una riforma elettorale fondata sulle primarie, sui collegi uninominali, prevalentemente maggioritaria, costituisce un altro elemento discrimante. Vogliamo senz'altro lasciarci alle spalle questi anni di bipolarismo forzoso e fazioso. Certamente vogliamo che possano competere per la rappresentanza e per il governo tante forze, vecchie o nuove, tutte quelle che abbiano l'ambizione di un consenso almeno a due cifre. Certamente non vogliamo, invece, tornare al mondo fazioso e clientelare delle preferenze, o a un proporzionale che incoraggi la frammentazione, la faziosità, la rissa populista.

C'è un terzo elemento assolutamente dirimente, a nostro parere: è la necessità di una svolta generazionale. Possiamo e dobbiamo presentare, d'ora in poi, a tutte le elezioni, a tutti i livelli, una nuova generazione di leader trentenni e quarantenni. Qualche saggio, qualche riserva repubblicana, qualche esperto dei vecchi sistemi politici, qualche eccezione ci potrà essere, ma per il resto competenze nuove, idee nuove, facce nuove, aria nuova!

Mauro Vaiani

martedì 14 febbraio 2012

Costituzione di Italia Futura Prato


 

Il giorno di S.Valentino 2012 ho partecipato alla costituzione di Italia Futura Prato, entrando anche nel suo consiglio direttivo. E' una piccola soddisfazione. Un modo per tornare a condividere, attualizzandola, la storia del nostro modernamare Prato...
Il presidente di Italia Futura Prato è Francesco D'Ambrosi.
Del direttivo fanno parte anche Lapo Cecconi, Andrea Biancalani, Alessia Carovani, Marco Cavallaro, Rodolfo Fregoli, Paolo Olmi.

giovedì 5 gennaio 2012

Qualcosa la Toscana dovrà comunque cambiare

Segnaliamo questo ottimo intervento di Pietro Celli sul sito di Italia Futura Toscana:
http://www.italiafutura.it/dettaglio/112653/porcellum_o_mattarellum

E' apparso lo scorso 5 gennaio 2012 e riaffermava, in linea con la nostra campagna per la riforma toscana, che qualunque decisione avesse preso la Corte Costituzionale sul referendum nazionale anti-Porcellum, il Consiglio regionale della Toscana non poteva che procedere in direzione del superamento delle liste bloccate.

Ne rilanciamo la chiosa:

"Di conseguenza, qualora la Consulta dovesse ritenere ammissibili i quesiti referendari, e dalla consultazione risultasse la scelta di un ritorno al “Mattarellum”, di ciò dovrebbe altresì prendere atto anche la Regione Toscana, la cui legge elettorale è per molti aspetti affine al “Porcellum”. In ogni caso, sarebbe auspicabile che il Parlamento (e dunque anche la Regione Toscana) - tenendo conto dei risultati prodotti dai due sistemi elettorali nel corso dell'ultimo ventennio, e dunque valutandone i pro e i contro - provvedesse, ancor prima, a riformare l'attuale sistema elettorale, non foss'altro che per restituire al Popolo sovrano il diritto di scegliere direttamente i propri rappresentanti."
Pietro Celli

giovedì 22 dicembre 2011

Facciamo spazio in politica

Fare spazio in politica a persone di talento, a volti nuovi, è sempre stata una delle mie priorità, come attivista e come intellettuale.
Italia Futura oggi è uno dei principali strumenti, attraverso il quale può essere rinnovata profondamente la proposta politica.
Federico Vecchioni, il nostro presidente di Italia Futura Toscana, è diventato il coordinatore nazionale della rete delle associazioni regionali e territoriali. Una persona che incarna competenza e generosità, slancio e visione. Valori che devono tornare a contare qualcosa, anche in politica.
Congratulazioni, Federico!

lunedì 28 novembre 2011

Italia Futura Livorno, per una riscossa civica e civile

In una affollata sala della Camera di Commercio, è stata presentata Italia Futura Toscana a Livorno. Grazie di cuore al consigliere Andrea Romiti, al prof. Maurizio Vernassa, a tutte le persone che si sono impegnate per la buona riuscita dell'iniziativa.
Dopo il benvenuto di Roberto Nardi, presidente dell'istituzione che ci ha ospitato, abbiamo ascoltato il presidente di Italia Futura Livorno, l'avv. Sergio Russo. Ha messo subito l'accento sulle aspirazioni più profonde che ci stanno ispirando: i Toscani che aderiscono alla rete di Italia Futura vogliono prima di tutto la rinascita del senso civico e poi che Italia Futura sia una "zona franca", in cui riunirsi per realizzare quelle riforme e quella rinascita civile che stiamo aspettando da vent'anni.
Il presidente toscano di Italia Futura, Federico Vecchioni, ha spiegato che ci stiamo organizzando per fare noi, in prima persona, quello che non sono riusciti a fare coloro che ci avevano promesso la rivoluzione liberale, il federalismo compiuto, la meritocrazia. Non siamo l'antipolitica, siamo piuttosto un tentativo serio, onesto, umile, di fare una politica migliore.
Ci stiamo unendo, ha continuato Vecchioni, attorno alla necessità di cancellare la distanza fra il dire e il fare. Basta divisioni strumentali, basta vecchie categorie. La rifondazione della giustizia civile, la qualità della scuola, la libertà di innovare, gli incentivi a chi crea lavoro qualificato e non precario, non sono né di destra né di sinistra, sono solo le riforme necessarie.
I politici degli ultimi vent'anni non si sono portati "le leggi sulle spalle", ha detto Vecchioni, usando una espressione espressiva e incisiva. E, con l'attuale legge elettorale, non potremo nemmeno giudicarli e sceglierne di nuovi. I governi e le legislature si sono succedute senza risultati, anzi, peggio, con i risultati perversi delle cose lasciate a mezzo.
Italia Futura si concentra attorno a poche scelte, che sono mature da decenni, in favore della mobilità sociale, dell'innovazione, della semplificazione, della patrimoniale di stato, dell'abbattimento del debito pubblico, della necessità di domare la spesa.
Il presidente di Italia Futura Toscana ha citato due cifre emblematiche: nel nostro Paese, a fronte di 1.200.000 addetti all'agricoltura, ci sono 1.200.000 dipendenti pubblici impegnati a controllare il settore.
Un paradosso che spiega bene, ci pare, il fallimento di un'intera generazione di politici, e la necessità di riunire una rete nuova e innovativa di persone e competenze, per tentare di fare qualcosa di diverso e migliore.

* * *

martedì 22 novembre 2011

Auguri a Italia Futura Grosseto

Eccoci arrivati alla presentazione di Italia Futura Toscana a Grosseto, un'altra città che mi è molto cara e in cui i nostri valori civico-liberali hanno radici profonde.
Italia Futura, questa nuova rete di persone impegnate con senso civico e con amore per la propria terra, si arricchisce di uno snodo decisivo, quello che ci terrà uniti alla Maremma e all'Amiata.
L'appuntamento con il presidente Federico Vecchioni è per oggi martedi 22 novembre, alle 18, presso l' Hotel Granduca.

Leggi tutto sul sito di Italia Futura Toscana.

mercoledì 16 novembre 2011

Auguri a Italia Futura Carrara

Dopo quella di Lucca, Italia Futura costituisce una delegazione in un'altro luogo che mi è molto caro, Carrara.

In questa bellissima città, cerniera cruciale fra la Toscana e il Nord, la guida dell'iniziativa viene affidata al mio amico Simone Caffaz, di cui ricordo ancora con ammirazione il grande impegno profuso per le elezioni comunali del 2007.

Fu un momento di freschezza e innovazione, degno delle tradizioni anarchiche e liberali dei Carrarini. Negli anni successivi la campagna Caffaz 2007 ha ispirato altre iniziative di rinnovamento profondo del nostro mondo civico-liberale in Toscana e oltre.

Buon lavoro a Simone e a tutte le amiche e gli amici di Italia Futura Carrara. Sono sicuro che sapranno dare il loro contributo anche per le elezioni comunali del 2012.

La presentazione avviene oggi pomeriggio, alle ore 18 nella sala di rappresentanza del comune di Carrara. Il presidente toscano, Federico Vecchioni presenterà la nuova delegazione guidata da Simone Caffaz. Interverranno anche: Alberto Ravecca, direttore Istituto Studi e Ricerche della CCIAA Massa Carrara; Luigi Guccinelli, presidente Port Autority Carrara; Gianluigi Fondi, presidente comitato Tribunale del Malato Carrara; Franco Pezzica, critico letterario; Giulio Andreani, della Crisi Spa.

Tutti i dettagli sul sito di Italia Futura Toscana.

lunedì 24 ottobre 2011

Auguri a Italia Futura Lucca

Auguri ai nostri amici di Italia Futura Lucca, che danno vita nella loro città a una nuova proposta civica e politica. La presentazione di Italia Futura Lucca si tiene mercoledì 26 ottobre 2011, presso l'Hotel Guinigi a Lucca, alle ore 18.00. Interverranno, fra gli altri, Federico Vecchioni, il presidente di Italia Futura Toscana;  Marco Natalizi, presidente di Italia Futura Lucca; Maurizio Dinelli, vicepresidente di Italia Futura Lucca.

Per maggiori informazioni, visitare il sito http://www.toscana.italiafutura.it.

E' una iniziativa che potrà contribuire a un profondo rinnovamento civico e liberale, in città, in vista delle elezioni comunali del 2012, a Lucca, in tutta la Toscana e oltre.

Italia Futura, la fondazione promossa da Luca Cordero di Montezemolo, con la promozione di una serie di comitati regionali e locali, come questo di Lucca, può diventare un luogo di incontro e di sintesi, di azione, non solo di studio. Uno strumento in cui ritrovarsi e uno stimolo a non perdere di vista l'ideale di una rivoluzione liberale, soprattutto per tante persone - tanti nostri amici - orfani dell'abortito PDL e dello storico fallimento del berlusconismo.

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