Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso
domenica 13 gennaio 2013
La rivolta di Italia Futura Toscana
Pochi amici di Italia Futura si impegneranno ancora per la debole e raccogliticcia lista di Monti, ma solo per sostenere la candidatura di Edoardo Nesi, di lui come persona, non certo come esponente del nuovo-vecchio centro.
Il nostro progetto civico-liberale per la Toscana andrà avanti, nonostante il deleterio effetto Monti.
domenica 9 dicembre 2012
Che c'entra Casini?
Identica richiesta la abbiamo fatta, con umiltà ma con determinazione, ai capi politici che sono ai vertici della politica italiana da prima di Berlusconi e Prodi.
Senza rancori, senza settarismi, senza giustizialismi, senza populismi, la rete delle fondazioni di Italia Futura è sorta per contribuire a un rinnovamento profondo, con l'ambizione di fare finalmente le riforme attese da decenni: via il bicameralismo paritario; via i ministeri statali nelle materie devolute alle regioni; via le province; via il finanziamento pubblico dei partiti; via i vitalizi e le pensioni d'oro; dismissioni e liberalizzazioni; un programma ambizioso per ridurre gradualmente il debito, le spese, tutte le tasse, ma specialmente quelle sul lavoro, sui giovani, sulle donne.
Più penso e ripenso a queste ambizioni, più mi domando: che c'entra Casini?
Dovrei aggiungere anche: perché non si aprono delle consultazioni fra gli aderenti alla convention per la Terza Repubblica? E perché non si lavora per una partecipazione alle elezioni insieme a Fermare il Declino, di cui tanti di noi sono parte costituente, il cui programma abbiamo contribuito a elaborare e lanciare?
lunedì 12 novembre 2012
Bravo Federico Vecchioni
Rilancio dal mio blog la bella lettera con cui Federico Vecchioni comunica, con semplicità, con linearità, con candore, le sue dimissioni dai vertici di Italia Futura.
Aderisco anch'io, da Newark, alla dichiarazione di stima e di solidarietà che gli è stata espressa da tutta Italia Futura di Toscana.
Riporto l'elenco - comunque incompleto - delle amiche e degli amici che hanno firmato, a nome di tutti gli altri, per Federico Vecchioni:
mercoledì 31 ottobre 2012
100 giorni decisivi, prima delle elezioni, non dopo...
Ci siamo incontrati ieri a Firenze, a parlare dei prossimi 100 giorni, quelli decisivi per la formazione di una rinnovata offerta politica nazionale per le elezioni del 2013.
C'erano i giovani di spirito, i puri di cuore, le donne, i quarantenni, gli innovatori, coloro che vengono emarginati e penalizzati dal declino, dalla corruzione, dal fallimento delle attuali elite politiche.
Si sono ritrovate persone che credono che, oltre a PD, PDL, centristi, Cinque Stelle, occorra presentare una lista civica nazionale popolare e liberale, immoderata e riformista, che sia formata da alcune centinaia di candidati totalmente estranei allo status quo, totalmente nuova rispetto al personale politico del passato e del presente.
Una lista che sia caratterizzata dalle intuizioni originarie di Nicola Rossi, Montezemolo, Giannino e di altri:
1) - abbattere il debito, subito, dismettendo caserme e privatizzando aziende e enti pubblici, a partire dalla RAI;
2) - eliminare privilegi come le pensioni retributive (quelle regalate dalla Repubblica, non guadagnate con i contributi) superiori al reddito medio procapite e abbassare subito gli stipendi e vitalizi dei politici e dei burocrati che guadagnano più del presidente Obama;
3) - liberalizzare e detassare subito il lavoro, a cominciare da quello dei più disperati, cioè giovani, donne, disoccupati e sottoccupati intellettuali, cinquantenni espulsi dalla contrazione del manifatturiero;
4) - abolire subito province, prefetture e tutta una teoria di uffici e direzioni provinciali, favorendo nello stesso tempo l'unificazione, dal basso, dei comuni;
5) - fare subito le riforme costituzionali mature da trent'anni, dall'eliminazione del bicameralismo alla giustizia.
Non ci bastano più le "narrazioni" generiche: il dialogo laici-cattolici, la riunificazione dei moderati, la necessità di fermare il populismo... Non ci basta più neppure Monti, anche se sicuramente vorremmo che i prossimi leader avessero il suo stile e la sua competenza.
Vogliamo rinnovare la politica nei metodi e negli stili, lavorando sodo per avere una selezione del personale politico dal basso, fondata, qui e ora, sulla consultazione dei cittadini che sostengono e finanziano queste nuove reti civiche.
Vogliamo subito l'abolizione immediata di ogni finanziamento pubblico ai partiti.
Per il futuro vogliamo collegi uninominali e primarie istituzionalizzate e obbligatorie per tutti.
Abbiamo sentito le voci di giovani, provenienti da cinque realtà che possono cambiare la politica, non solo a Firenze, non solo in Toscana e in Umbria. Non ci accontenteremo di niente di meno.
Le cinque reti civiche e politiche presenti hanno lanciato un segnale di dialogo e unità fra di loro. Hanno dichiarato di accettare le sfide che ci vengono dalle primarie del PD (ma anche da quelle del PDL e dalle consultazioni online di Grillo). Si sono impegnate a fare qualcosa di nuovo, di insperato, di immoderato, di civico e di civile, di popolare e liberale.
Non era con noi, purtroppo, per motivi di salute, Emiliano Lascialfari, contadino, consigliere comunale della Lista Civica per Barberino del Mugello. C'erano invece:
- Lapo Cecconi, imprenditore, responsabile regionale giovani di Italia Futura Toscana
- Giordano Masini, imprenditore e blogger, coordinatore di Fermare il Declino Toscana-Umbria
- Marco Faraci, ingegnere, opinionista, di ZeroPositivo
- Elisa Sassoli, ricercatrice universitaria e scrittrice, di Spirito Libero
- Gabriele Scalini, insegnante, Labduepuntozero (http://www.labduepuntozero.com), una espressione dei giovani di Italia Futura
L'incontro è stato moderato da Leonardo Cipriani, imprenditore e attivista civico-liberale fiorentino. All'organizzazione hanno lavorato i giovani di Italia Futura, Alessia Carovani (del direttivo IF Prato) e chi scrive su questo blog.
* * *
venerdì 26 ottobre 2012
Verso una nuova repubblica (non c'è pasto gratis per chi vuole davvero cambiare...)
E' uscito l'invito a partecipare alla convention nazionale che si stava preparando all'interno della rete di Italia Futura. Coloro che condividono questo appello e si sentono di poter contribuire alla costruzione di una nuova repubblica, sono invitati a Roma per sabato 17 novembre 2012.
Intellettuali e imprenditori, attivisti civico-liberali, amministratori locali di cultura riformista, esponenti di associazioni di volontariato, sindacalisti, pensano che si possa dire addio ai partiti e alla politica di oggi, nella costruzione di una terza repubblica, dimostrando di aver imparato dagli errori della cosiddetta seconda repubblica e - aggiungiamo noi - stando ben attenti a non guardare indietro, con impropria nostalgia, verso la partitocrazia della prima.
"Crediamo - scrivono - che il nostro paese non sia condannato a vivere di furbizie ed espedienti ma possa prosperare sui propri talenti e le proprie virtù, scommettendo sul potenziale di chi è attualmente escluso dalle opportunità di crescita e sviluppo a partire dai giovani e dalle donne".
Ecco l'elenco, in ordine rigorosamente alfabetico, dei promotori:
Gregorio Arena
Ernesto Auci
Andrea Ballabio
Maurizio Baradello
Francesco Bonami
Raffaele Bonanni
Giovanni Borri
Paolo Borzatta
Massimo Bucci
Alessandro Buzzi
Carlo Calenda
Vincenzo Camporini
Vasco Cannatà
Agostino Capozzo
Andrea Carandini
Ennio Cascetta
Andrea Casolari
Gianfranco Cattai
Stefano Ceci
Mario Ceroli
Carlo Costalli
Lorenzo Cuocolo
Stefano Dambruoso
Luca De Vecchi
Lorenzo Dellai
Marco Delli Zotti
Tito Di Maggio
Luca Di Montezemolo
Piercamillo Falasca
Pietro Ferrari
Alberto Fontana
Gianmarco Gabrieli
Alberto Galassi
Stefania Giannini
Agostino Giovagnoli
Mario Giro
Maria Gomierato
Benedetto Ippolito
Mario Marazziti
Enrico Marcora
Salvatore Matarrese
Paolo Mazzanti
Stefano Micelli
Raoul Minetti
Andrea Moltrasio
Diego Mosna
Edoardo Nesi
Floriano Noto
Andrea Olivero
Cinzia Palazzetti
Francesca Pasinelli
Cinzia Pecchio
Simone Perillo
Gaetano Piepoli
Carlo Pontecorvo
Beniamino Quintieri
Andrea Riccardi
Walter Ricciardi
Andrea Romano
Nicola Rossi
Florindo Rubbettino
Marco Simoni
Giulio Sottanelli
Alberto Stancanelli
Irene Tinagli
Riccardo Tozzi
Franco Vaccari
Federico Vecchioni
Alessio Vianello
Enrico Zanetti
Giuseppe Zollino
E' la prova che si sta tentando di costruire qualcosa di grande, una compagine politica popolare e liberale molto ampia.
Avanti così!
* * *
PS delle 14:
Poche ore fa ci arriva una mail negativa - forse troppo apodittica - da Fermare il Declino, che riproduciamo in calce. Per il momento ci limitiamo a dire che siamo preoccupati da questa divaricazione, che speriamo ancora sia temporanea.
Ecco il testo:
taglio alla spesa, riduzione del debito tramite privatizzazioni, liberalizzazioni, selezione democratica dei leader, meritocrazia nella PA e nella giustizia e concorrenza nella sanità e istruzione.
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PPS delle 18:
Altri aggiornamenti usciti nella giornata...
- Oscar Giannino si lamenta di tempi e modi di elaborazione del documento e dice no al Monte-Bona
- Andrea Romano gli risponde che tempi e modi si potevano modificare, purché si trovasse una maggiore intesa sulla valutazione del governo Monti
C'è da preoccuparsi? Le riforme hanno bisogno di vaste alleanze fra coraggiosi. Sarebbe meglio allearsi oggi, prima delle elezioni, piuttosto che dopo... Ma... Non c'è pasto gratis per chi vuole davvero cambiare le cose...
lunedì 1 ottobre 2012
Italia Futura a Prato
Lunedì 1 ottobre 2012, a Prato, nel ridotto del Politeama, alle ore 18, Italia Futura Prato si è presentata alla cittadinanza. Un incontro bello e affollato. Il presidente della delegazione pratese, Francesco D'Ambrosi ha toccato un tema delicato e importante, la mancanza di patriottismo territoriale, di attaccamento ai beni comuni, di civismo, che ha afflitto l'Italia negli anni della grande trasformazione economica del dopoguerra. E' un problema riccorrente nella modernizzazione e ne rappresenta uno dei lati oscuri. Intere generazioni si muovono, emigrano, si acculturano, si conquistano nuove posizioni sociali, ma sembrano anche perdere radici, rispetto per la propria terra, senso delle tradizioni. L'Italia e la Toscana, a causa di questa mancanza di rispetto e di attaccamento, hanno distrutto tanta della propria bellezza naturale e artistica, tanta parte del proprio patrimonio civile e spirituale. Serietà, diligenza, meritocrazia sono declinate nelle follie della repubblica proporzionale dei partiti, delle clientele, delle preferenze.
Il coordinatore nazionale Federico Vecchioni ha spiegato, con toni pacati ma che sono stati giustamente definiti anche molto renziani, che ormai il dado è tratto: le persone e le idee di Italia Futura contribuiranno alla formazione di una lista civica nazionale che porti nel prossimo parlamento, quello che eleggeremo chissà con quali regole nel 2013, un personale politico completamente rinnovato. Sì, anche Italia Futura deve contribuire a una poderosa sostituzione delle elite che hanno fallito. Anche noi dobbiamo dare una mano alla rottamazione. E allora Monti?
Italia Futura rinvendica senz'altro di aver ispirato un programma di ricostruzione nazionale e il governo di emergenza nazionale. Le riforme iniziate da Monti, però, richiedono di essere portate ben oltre.
E' tutto molto difficile e molto ambizioso, ma dobbiamo provarci, insieme con Oscar Giannino, i movimenti civili e le liste civiche, in un confronto serrato e serio con le grandi novità che possono emergere nel campo dei nostri amici e competitori democratici.
Purtroppo non è potuto venire il senatore Rossi, l'ispiratore del programma di Italia Futura, ma ci ha promesso che verrà presto.
Non defletteremo dal nostro impegno per trasformarci da sudditi a cittadini.
mercoledì 26 settembre 2012
Il dovere di rottamare
E' urgente la scelta di nuovi leader nei partiti che hanno le regole per cambiare leadership - in pratica il solo PD. E' urgente quindi anche la presentazione all'elettorato di nuove liste civiche, che possano candidare donne, giovani, nuove competenze e nuove esperienze. Rottamare è diventato un dovere trasversale e universale. Incuranti del disastro economico a cui hanno condotto la Repubblica (trascinandosi dietro anche le grandi aziende pubbliche, para-pubbliche e persino i grandi monopolisti privati), asserragliate nei loro lussuosi fortini, le caste hanno perso la testa. Via tutti. Quelli di Berlusconi e, ancora di più, quelli che c'erano prima di Berlusconi.
lunedì 3 settembre 2012
Manca il territorio
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Bruno Bozzetto per Oscar Giannino |
Ricevo e rilancio una bella lettera di Oscar Giannino, che spiega con notevole chiarezza morale e politica il punto a cui è arrivata l'idea di costruire una grande lista civica nazionale per le elezioni politiche del 2013, un "fronte per la crescita", costruito attorno alle intelligenze e alle generosità raccolte da Italia Futura, in collaborazione stretta con molte altre realtà civiche e civili, a partire dal movimento Fermareildeclino.it promosso dallo stesso Oscar Giannino.
Dico subito che mi piacciono i contenuti, il tono, le prospettive di questa lettera, e che appoggio l'idea di una lista civica nazionale che promuova un drammatico ma necessario cambio generazionale nelle elite politiche e burocratiche di questa nostra povera repubblica.
Mi permetto di osservare però che manca qualcosa.
Mancano i territori e le città, in questi ragionamenti che leggo, da parte degli intellettuali e dei promotori di questa nuova iniziativa politica nazionale, popolare e liberale.
Mi piace sentir parlare di una grande consultazione popolare per designare un premier capace di guidare un "fronte per la crescita", ma è ora di discutere anche, insieme, su come i territori e le città, potranno partecipare concretamente alle scelte programmatiche, alla indicazione dei candidati, alla sintesi delle nuove regole.
Sono i territori che devono finalmente dire la loro, sul completamento della transizione italiana da repubblica d'impronta centralista e partitocratica, a repubblica federale integrata con l'Europa.
Sono le città e le regioni che hanno il diritto di eleggere, localmente, i commissari che dovranno mobilizzare la grande manomorta pubblica, per abbattere il debito nazionale e quelli locali.
Sono i comuni e le comunità locali che devono vedersi conferire tutta l'autonomia impositiva necessaria per gestire l'austerità, ma anche per trovare alternative concrete all'austerità permanente.
Non ci crediamo alla salvezza centralizzata dell'Italia.
Non è mai venuto nulla di durevolmente buono, all'Italia e agli Italiani, dalle centralizzazioni. E continuiamo a non fidarci di elite politiche nazionali - ma anche europee e internazionali - che continuano a parlare di crisi dell'Euro, mentre siamo di fronte a una drammatica e storica crisi dei debiti pubblici. Che non può essere risolta centralmente, ma solo localmente, laddove ci sono le risorse pubbliche da valorizzare, le persone e le idee da liberare.
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Fermare il declino e Italia Futura: le ragioni e le modalità della collaborazione
Contiamo su ciascuno di voi, sul vostro entusiasmo, sulla vostra disponibilità a metterci faccia, tempo e credibilità. Come noi tutti facciamo..
Oscar Giannino
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Altre due letture interessanti sulle possibilità che si aprono per Italia Futura:
- Possibili sinergie con i giovani di Zero Positivo
- Un importante intervento di Luca Ricolfi sulle prospettive elettorali di una lista civica nazionale
giovedì 2 agosto 2012
Fermare il declino
Compresa una rottura generazionale nella classe politica.
Le riforme incompiute da oltre vent'anni, i progetti dell'Istituto Bruno Leoni, la statura intellettuale e politica di Oscar Giannino, le proposte innovative di Italia Futura, la richiesta popolare di libertà, autogoverno, responsabilità, autonomia e identità dei nostri territori, il nostro spirito toscano e libertino, tutte queste cose devono precipitare in uno sforzo nuovo, trasversale, lungimirante.
Ho aderito, seguendo volentieri l'esempio del presidente Federico Vecchioni, all'appello fermareildeclino.it.
venerdì 27 luglio 2012
Tempi maturi
Tutti gli attuali partiti sono drammaticamente screditati. Ci si deve rendere conto della distanza siderale che c'è fra le attuali elite, fallite e fallimentari, e la stragrande maggioranza dei cittadini sovrani. I tempi sono maturi, scrive oggi sul Tirreno il mio amico Alberto Vannucci, esperto di corruzione politica, perché nuovi attori si facciano carico dell'istanza popolare di rinnovamento.
Ieri a Castiglione della Pescaia, alla Riva del Sole, Italia Futura ha dimostrato in Toscana - ma presto sarà chiaro in tutto il paese - che può diventare un punto di riferimento per un vasto movimento civico e liberale; non anti-politico ma per la buona politica; determinato a completare le riforme che il popolo vuole da decenni, per smettere di essere sudditi e diventare cittadini; moderato nei toni e pragmatico nei contenuti; trasversale rispetto agli schemi consunti dei vecchi centrosinistra e centrodestra; deciso a fare quello che promette e a rispettare la volontà popolare su tutti i temi più controversi; in concorrenza diretta con i populismi vecchi e nuovi.
Sentiti tutti gli interventi, dalla bella introduzione di Maurizio Vernassa alle appassionate - e commosse, e commoventi - conclusioni di Federico Vecchioni, ieri siamo usciti più convinti e determinati che mai della necessità di una proposta politica nuova, che ambisca a un risultato a due cifre, per le prossime elezioni politiche.
Possiamo aggregare movimenti di rottura con il "partito unico della spesa pubblica", come quello di Oscar Giannino. Possiamo unirci a importanti movimenti civici locali e regionali, promossi da persone per bene e che hanno già dimostrato di saper ben amministrare le loro comunità locali. Possiamo rivendicare, come Italia Futura, di essere stati noi a segnare la direzione giusta all'azione dolorosa ma necessaria del governo Monti, senza per questo dismettere l'ambizione di fare di più e di meglio.
Di certo dobbiamo lavorare per una rottura, una discontinuità con tutte le attuali elite politiche. Una nostra possibile lista civica nazionale potrà senz'altro farsi aiutare da qualche saggio uscente, da qualche parlamentare veramente indipendente, di alto profilo culturale, che ci aiuti dal punto di vista tecnico, ma per il resto dovrà segnare un rinnovamento integrale: grazie no, a tutti quelli che sono stati parlamentari in questi anni del fallimento di Berlusconi e di Prodi; grazie no, a tutti quelli che erano già in parlamento prima dell'avvento di Berlusconi e di Prodi. Hanno già avuto la loro occasione, hanno fallito, è giusto che passino tutti la mano, come abbiamo detto più volte, come ha ripetuto ieri Federico Vecchioni, il coordinatore nazionale e presidente toscano di Italia Futura.
Fra i tanti begli interventi di ieri a Castiglione, vogliamo ricordare quelli che abbiamo segnalato anche su Facebook: il bel richiamo all'umiltà e alla diligenza di Lapo Cecconi e l'appello di Alessia Carovani a una "welfare review" che ci renda, quanto a politiche familiari e sociali, almeno - ALMENO! - paragonabili alla Germania.
La legge elettorale? Non sarà un ostacolo. Anche se non dovesse prevalere un ragionevole compromesso su collegi uninominali veramente competitivi, un grande movimento popolare e liberale può e deve accettare la sfida. Anzi, può e deve partecipare al dibattito in corso, per propiziare regole che segnino un passo in avanti e non uno indietro, verso il passato disastroso delle preferenze.
* * *
mercoledì 11 luglio 2012
Da sudditi a cittadini, il programma di Italia Futura
Si è tenuta oggi a Milano la presentazione di Sudditi : Un programma per i prossimi 50 anni, il libro-manifesto dell'Istituto Bruno Leoni curato da Nicola Rossi ed edito a inizio giugno da IBL Libri.
Il libro si può acquistare online attraverso diversi canali.
Qui potete leggerne una piccola sinossi.
Sono intervenuti, presso la Sala Colonne di Palazzo Giureconsulti, in Piazza Mercanti, 2, a Milano: Rodolfo De Benedetti (Amministratore delegato, CIR), Diego Della Valle (Presidente, Tod's) e Guido Tabellini (Rettore, Università Bocconi). Ha introdotto e coordinato i lavori Oscar Giannino. E' intervenuto il curatore del volume, Nicola Rossi, che è anche il presidente dell'Istituto Bruno Leoni e il principale coordinatore dell'approfondimento programmatico di Italia Futura.
Il libro racconta un'Italia in cui lo stato è rimasto lo "Stato" con la S maiuscola, cioè il vero sovrano, mentre la sovranità dei cittadini è rimasta un miraggio. Questo, hanno detto i protagonisti dell'incontro, è lo spread più preoccupante fra l'Italia e i suoi principali partner occidentali.
Gli autori sono: Silvio Boccalatte, Luigi Ceffalo, Natale D'Amico, Alessandro De Nicola, Franco Debenedetti, Giampaolo Galli, Pietro Ichino, Maria Leddi, Pasquale Medina, Lucia Quaglino, Giorgio Rebuffa, Fabio Scacciavillani, Manuel Seri, Serena Sileoni, Carlo Stagnaro, Marianna Vintiadis ed Enrico Zanetti.
Questo libro è una occasione importante per riunire coloro che, magari partendo da posizioni politiche e culturali molto diverse, hanno comunque capito alcune cose che potrebbero unirli in un programma a lungo termine di riforma e di ricostruzione delle comunità locali, delle regioni, della Repubblica, dell'Unione Europea:
- che quella che stiamo vivendo è una crisi che durerà anni e da cui si uscirà molto lentamente, attraverso un drastico ridimensionamento del peso delle grandi burocrazie pubbliche (quelle europee comprese), che attualmente grava sulle spalle dei produttori;
- che l'austerità va diluita in un tempo lunghissimo, che si misurerà in decenni;
- che l'austerità è necessaria, perché l'alternativa, l'inflazione strisciante o magari galoppante, sarebbe ben più iniqua;
- che ciò che aspettiamo da decenni, meno tasse sul lavoro e più tasse sulle cose (specie quelle lasciate improduttive, come la manomorta pubblica) e sulle case (specie quelle vuote e abbandonate), è ineludibile;
- che la distribuzione dei sacrifici richiederà una grande prudenza, una salomonica saggezza e soprattutto una profonda conoscenza della vita reale e dei problemi dei ceti più deboli, oltre a una sincera compassione verso coloro che sono veramente in pericolo, perché estranei al sistema di privilegi del vecchio stato sociale - i portatori di diversità, le famiglie monoparentali, i giovani laureati ignoranti e quelli masterizzati in argomenti inutili, i piccoli imprenditori, i custodi di mestieri antichi e saperi tradizionali, gli esperti di territorio e natura, gli inventori e gli innovatori;
- che non è la fine del mondo, ma sicuramente l'inizio della fine delle cose cresciute troppo - quelle mostruosità troppo grandi persino per essere lasciate fallire (i cosiddetti Too Big To Fail);
- che chiunque voglia vendere la storiella che è sempre colpa di qualcun altro - dell'Euro, della Germania, dell'Inghilterra, di Prodi, delle banche, dei commercianti, di chissà chi - non è nient'altro che l'ennesimo imbroglione che tenta di carpire, ancora una volta, la nostra fiducia;
- che non ci sarà mai più crescita senza profonde liberalizzazioni, che includono anche l'introduzione di maggiore competizione e meritocrazie in tutti i settori, a partire da quelli che assicurano i servizi pubblici universali.
E tante altre cose importanti, sul territorio, sulla produzione, sulla formazione professionale, sul rilancio del lavoro manuale, sul dimagrimento della burocrazia, sul rilancio del civismo, sulla riscoperta di una buona politica, che, per l'appunto, stanno trovando spazio nel lavoro di Italia Futura.
sabato 30 giugno 2012
I nuovi cittadini ci aiutano a rimettere in movimento l'Italia
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Foto da http://www.corriere.it/ |
Cittadinanza come dovere, oltre che diritto
Andrea Romiti: Dottore in Scienze Giuridiche – Consigliere Comunale Livorno, lista civica “Governare Livorno” – Assistente della Polizia di Stato
domenica 22 aprile 2012
Spartiacque fra vecchio e nuovo
Non ci interessano liste in cui si cambia il simbolo, ma restano le solite facce e le solite idee. Sono vent'anni che i partiti cambiano nome, continuano a promettere le riforme che aspettiamo da decenni senza mai farle, mantenendo però in sella le solite facce, una casta di politici che, ci pare, stanno finalmente perdendo definitivamente e fortunamente il consenso popolare di cui pure hanno goduto.
Coloro che promettono di fare ora ciò che non hanno saputo fare negli anni e decenni in cui ne hanno avuto la possibilità, devono essere licenziati dal voto popolare.
E' necessario che si organizzino e si presentino alle elezioni delle liste civiche nazionali che offrano qualche garanzia di umiltà, operosità, novità in più, rispetto alle mirabolanti promesse, alle sparate, agli insulti, agli slogan, alla ormai insopportabile incompetenza di quelli che hanno dominato la scena politica negli ultimi vent'anni.
Montezemolo e la rete di generosità e novità che si sta raccogliendo attorno a Italia Futura sono senz'altro uno dei principali catalizzatori, da cui potrebbe emergere una proposta politica nuova.
Italia Futura è, di conseguenza, assalita da ogni parte. Non solo da gattopardi e imbroglioni. E' assediata anche da politici assolutamente rispettabili, che in buona fede cercano dei genuini cambiamenti. Questi ultimi, però, dovrebbero rendersi conto che il primo modo in cui possono rendersi utili oggi è quello di farsi da parte, tornare al lavoro, nella cultura, nel volontariato, nella società, da dove possono aiutare nuovi leader ad emergere.
Ciascuno di coloro che fanno parte dell'attuale parlamento, dovrebbe guardarsi allo specchio, valutare onestamente i risultati del proprio lavoro politico, le proprie forze e competenze, la propria capacità di essere ancora creativo e innovativo, produttivo e determinato. La scelta di ripresentarsi, a nostro parere, dovrebbe essere l'eccezione, non la regola.
Siamo felici che, in poche ore, il sito di Italia Futura abbia pubblicato due interventi che danno prova, a questo proposito, di chiarezza morale e politica: un primo importante intervento di Nicola Rossi, in favore dell'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti, da sostituirsi con un sistema di donazioni da parte dei cittadini elettori e sovrani, da parte di persone fisiche, non giuridiche; una seconda nota, non firmata e quindi emessa a nome di tutta la rete di associazioni di Italia Futura, in cui si prendono le distanze dagli annunci berlusconiani e casiniani, iniziative in cui non si intravede alcun spiraglio di quella discontinuità che invece è necessaria.
L'abolizione del finanziamento pubblico è il principale elemento di svolta. Da solo costituisce già uno spartiacque. Va abolito, senza se e senza ma, come ha sancito il popolo sovrano nel referendum del 1993. Con chi non capisce che occorre, entro il 2013, rispettare la volontà popolare, sarà impossibile costruire alcun tipo di collaborazione politica.
Una riforma elettorale fondata sulle primarie, sui collegi uninominali, prevalentemente maggioritaria, costituisce un altro elemento discrimante. Vogliamo senz'altro lasciarci alle spalle questi anni di bipolarismo forzoso e fazioso. Certamente vogliamo che possano competere per la rappresentanza e per il governo tante forze, vecchie o nuove, tutte quelle che abbiano l'ambizione di un consenso almeno a due cifre. Certamente non vogliamo, invece, tornare al mondo fazioso e clientelare delle preferenze, o a un proporzionale che incoraggi la frammentazione, la faziosità, la rissa populista.
C'è un terzo elemento assolutamente dirimente, a nostro parere: è la necessità di una svolta generazionale. Possiamo e dobbiamo presentare, d'ora in poi, a tutte le elezioni, a tutti i livelli, una nuova generazione di leader trentenni e quarantenni. Qualche saggio, qualche riserva repubblicana, qualche esperto dei vecchi sistemi politici, qualche eccezione ci potrà essere, ma per il resto competenze nuove, idee nuove, facce nuove, aria nuova!
martedì 14 febbraio 2012
Costituzione di Italia Futura Prato
Il giorno di S.Valentino 2012 ho partecipato alla costituzione di Italia Futura Prato, entrando anche nel suo consiglio direttivo. E' una piccola soddisfazione. Un modo per tornare a condividere, attualizzandola, la storia del nostro modernamare Prato...
Il presidente di Italia Futura Prato è Francesco D'Ambrosi.
Del direttivo fanno parte anche Lapo Cecconi, Andrea Biancalani, Alessia Carovani, Marco Cavallaro, Rodolfo Fregoli, Paolo Olmi.
giovedì 5 gennaio 2012
Qualcosa la Toscana dovrà comunque cambiare
http://www.italiafutura.it/dettaglio/112653/porcellum_o_mattarellum
E' apparso lo scorso 5 gennaio 2012 e riaffermava, in linea con la nostra campagna per la riforma toscana, che qualunque decisione avesse preso la Corte Costituzionale sul referendum nazionale anti-Porcellum, il Consiglio regionale della Toscana non poteva che procedere in direzione del superamento delle liste bloccate.
Ne rilanciamo la chiosa:
"Di conseguenza, qualora la Consulta dovesse ritenere ammissibili i quesiti referendari, e dalla consultazione risultasse la scelta di un ritorno al “Mattarellum”, di ciò dovrebbe altresì prendere atto anche la Regione Toscana, la cui legge elettorale è per molti aspetti affine al “Porcellum”. In ogni caso, sarebbe auspicabile che il Parlamento (e dunque anche la Regione Toscana) - tenendo conto dei risultati prodotti dai due sistemi elettorali nel corso dell'ultimo ventennio, e dunque valutandone i pro e i contro - provvedesse, ancor prima, a riformare l'attuale sistema elettorale, non foss'altro che per restituire al Popolo sovrano il diritto di scegliere direttamente i propri rappresentanti."
giovedì 22 dicembre 2011
Facciamo spazio in politica
Italia Futura oggi è uno dei principali strumenti, attraverso il quale può essere rinnovata profondamente la proposta politica.
Federico Vecchioni, il nostro presidente di Italia Futura Toscana, è diventato il coordinatore nazionale della rete delle associazioni regionali e territoriali. Una persona che incarna competenza e generosità, slancio e visione. Valori che devono tornare a contare qualcosa, anche in politica.
Congratulazioni, Federico!
lunedì 28 novembre 2011
Italia Futura Livorno, per una riscossa civica e civile
Dopo il benvenuto di Roberto Nardi, presidente dell'istituzione che ci ha ospitato, abbiamo ascoltato il presidente di Italia Futura Livorno, l'avv. Sergio Russo. Ha messo subito l'accento sulle aspirazioni più profonde che ci stanno ispirando: i Toscani che aderiscono alla rete di Italia Futura vogliono prima di tutto la rinascita del senso civico e poi che Italia Futura sia una "zona franca", in cui riunirsi per realizzare quelle riforme e quella rinascita civile che stiamo aspettando da vent'anni.
Il presidente toscano di Italia Futura, Federico Vecchioni, ha spiegato che ci stiamo organizzando per fare noi, in prima persona, quello che non sono riusciti a fare coloro che ci avevano promesso la rivoluzione liberale, il federalismo compiuto, la meritocrazia. Non siamo l'antipolitica, siamo piuttosto un tentativo serio, onesto, umile, di fare una politica migliore.
Ci stiamo unendo, ha continuato Vecchioni, attorno alla necessità di cancellare la distanza fra il dire e il fare. Basta divisioni strumentali, basta vecchie categorie. La rifondazione della giustizia civile, la qualità della scuola, la libertà di innovare, gli incentivi a chi crea lavoro qualificato e non precario, non sono né di destra né di sinistra, sono solo le riforme necessarie.
I politici degli ultimi vent'anni non si sono portati "le leggi sulle spalle", ha detto Vecchioni, usando una espressione espressiva e incisiva. E, con l'attuale legge elettorale, non potremo nemmeno giudicarli e sceglierne di nuovi. I governi e le legislature si sono succedute senza risultati, anzi, peggio, con i risultati perversi delle cose lasciate a mezzo.
Italia Futura si concentra attorno a poche scelte, che sono mature da decenni, in favore della mobilità sociale, dell'innovazione, della semplificazione, della patrimoniale di stato, dell'abbattimento del debito pubblico, della necessità di domare la spesa.
Il presidente di Italia Futura Toscana ha citato due cifre emblematiche: nel nostro Paese, a fronte di 1.200.000 addetti all'agricoltura, ci sono 1.200.000 dipendenti pubblici impegnati a controllare il settore.
Un paradosso che spiega bene, ci pare, il fallimento di un'intera generazione di politici, e la necessità di riunire una rete nuova e innovativa di persone e competenze, per tentare di fare qualcosa di diverso e migliore.
* * *
martedì 22 novembre 2011
Auguri a Italia Futura Grosseto
Italia Futura, questa nuova rete di persone impegnate con senso civico e con amore per la propria terra, si arricchisce di uno snodo decisivo, quello che ci terrà uniti alla Maremma e all'Amiata.
L'appuntamento con il presidente Federico Vecchioni è per oggi martedi 22 novembre, alle 18, presso l' Hotel Granduca.
Leggi tutto sul sito di Italia Futura Toscana.
mercoledì 16 novembre 2011
Auguri a Italia Futura Carrara
In questa bellissima città, cerniera cruciale fra la Toscana e il Nord, la guida dell'iniziativa viene affidata al mio amico Simone Caffaz, di cui ricordo ancora con ammirazione il grande impegno profuso per le elezioni comunali del 2007.
Fu un momento di freschezza e innovazione, degno delle tradizioni anarchiche e liberali dei Carrarini. Negli anni successivi la campagna Caffaz 2007 ha ispirato altre iniziative di rinnovamento profondo del nostro mondo civico-liberale in Toscana e oltre.
Buon lavoro a Simone e a tutte le amiche e gli amici di Italia Futura Carrara. Sono sicuro che sapranno dare il loro contributo anche per le elezioni comunali del 2012.
La presentazione avviene oggi pomeriggio, alle ore 18 nella sala di rappresentanza del comune di Carrara. Il presidente toscano, Federico Vecchioni presenterà la nuova delegazione guidata da Simone Caffaz. Interverranno anche: Alberto Ravecca, direttore Istituto Studi e Ricerche della CCIAA Massa Carrara; Luigi Guccinelli, presidente Port Autority Carrara; Gianluigi Fondi, presidente comitato Tribunale del Malato Carrara; Franco Pezzica, critico letterario; Giulio Andreani, della Crisi Spa.
Tutti i dettagli sul sito di Italia Futura Toscana.
lunedì 24 ottobre 2011
Auguri a Italia Futura Lucca
Per maggiori informazioni, visitare il sito http://www.toscana.italiafutura.it.
E' una iniziativa che potrà contribuire a un profondo rinnovamento civico e liberale, in città, in vista delle elezioni comunali del 2012, a Lucca, in tutta la Toscana e oltre.
Italia Futura, la fondazione promossa da Luca Cordero di Montezemolo, con la promozione di una serie di comitati regionali e locali, come questo di Lucca, può diventare un luogo di incontro e di sintesi, di azione, non solo di studio. Uno strumento in cui ritrovarsi e uno stimolo a non perdere di vista l'ideale di una rivoluzione liberale, soprattutto per tante persone - tanti nostri amici - orfani dell'abortito PDL e dello storico fallimento del berlusconismo.
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