Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso
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mercoledì 8 giugno 2022

Al voto domenica 12 giugno 2022

Insieme al mondo civico ambientalista autonomista di OraToscana, in particolare con la più significativa delle nostre esperienze, la lista civica "Un Cuore per Vecchiano", ci siamo esposti per sostenere alcune idee, esperienze e anche singole persone di valore.

Siamo per i cinque SI' ai referendum popolari che, attraverso piccoli segnali, cercano di dare una spallata all'incapacità e all'ipocrisia della politica centralista (e autoritaria) che priva i cittadini di una giustizia giusta.

Abbiamo deciso di sostenere la candidatura a sindaco di Carrara di Simone Caffaz e di incoraggiare la lista civica ambientalista, ricca di valori autonomisti e localisti, "Capitale Carrara", che sostiene la rivoluzione gentile di Simone Caffaz nella bella città, incrocio cruciale di culture e valori fra Toscana e Liguria.

Abbiamo espresso simpatia e rispetto per Samuela Breschi, candidata sindaco di Pistoia con la piccola ma coraggiosa esperienza di "Onda Etica", che ha il merito di aver riunito un antico attivismo a favore dei beni comuni e dell'autogoverno locale insieme alle istanze di resistenza all'autoritarismo sanitario di questi ultimi anni di crisi pandemica.

Altre persone ci piacciono e andrebbero ricordate per la generosità, il candore, la competenza che hanno già dimostrato. Meritano di essere rielette, per esempio, a Lucca, persone come Enzo Giuntoli, ricandidato con il PD, ma anche Cristina Consani, ricandidata con la lista civica Lucca 2032, indipendentemente da quale sarà, alla fine, il nuovo sindaco di Lucca.

Se ci seguite sui social, trovate i segni della simpatia e del sostegno che abbiamo cercato di dare.

Qualche link per chi volesse approfondire:

https://www.referendumgiustiziagiusta.it/

https://mailchi.mp/7f08a7f6da4c/domenica12giugno?e=[UNIQID]

https://www.facebook.com/OraToscana

https://www.facebook.com/capitalecarrara

https://www.simonecaffazsindaco.it/

https://www.facebook.com/Onda-Etica-Lista-civica-104152352303239

https://www.instagram.com/p/Cejuo8gq953/?igshid=YTgzYjQ4ZTY%3D

https://twitter.com/oratoscana

Enzo Giuntoli

Cristina Consani

Per seguire il lavoro politico e culturale di OraToscana, seguiteci sul nostro canale Telegram:

https://t.me/OraToscana

 

Nella foto, scattata a Carrara il 7 giugno 2022 durante l'incontro fra Capitale Carrara e Un Cuore per Vecchiano, al bagno Nettuno di Marina di Carrara, si riconoscono, fra gli altri, Simone Caffaz candidato sindaco a Carrara, Ione Orsini (garante di Un Cuore per Vecchiano), Vincenzo Carnì (consigliere comunale di Un Cuore per Vecchiano), Mauro Vaiani (garante di OraToscana e segretario della rete Autonomie e Ambiente), Massimiliano Tedeschi (coordinatore della lista Capitale Carrara), Alessandro Nicodemi (candidato di Capitale Carrara), Carla Ragaglini (candidata di Capitale Carrara), Federica Tommasi (candidata di Capitale Carrara).

Gli altri candidati di Capitale Carrara sono: Mattia Andreani, Umberto Barzaghi, Angelo Batti, Flavia Biggi, Anna Caci, Riccardo Ciancianaini, Francesca Cortesi, Clara Chiara Crudeli, Stefano Dadà, Guido Fiaschi, Ilaria Ginesi, Valeria Lattanzi, Andrea Lugarini, Stefano Martini, Orietta Moriconi, Giulia Musetti, Luca Pucci, Mario Ragaglini, Giacomo Rossi, Antonio Saccardi, Luca Santi.

Segnaliamo, per chi volesse approfondire le grandi novità che stanno maturando a Carrara, anche questo pezzo del dott. Gabriele Maestri, pubblicato sul suo sito "I simboli della discordia". Attraverso la puntuale documentazione di Maestri sulle "forme" e sui "simboli" della politica, le persone che volessero studiare, approfondire, iniziare ad agire per il bene della propria comunità, possono imparare moltissimo:

https://www.isimbolidelladiscordia.it/2022/05/carrara-simboli-e-curiosita-sulla-scheda.html


giovedì 30 aprile 2015

Cercasi princìpi disperatamente


Qui in Toscana faccio parte di una eterogenea comunità di persone con forti convinzioni civico-liberali, ambientaliste e autonomiste, formatesi negli anni, in un cammino iniziato ben prima del 1989.

Non siamo tantissimi, non siamo più giovani, non siamo quelli di maggior successo, è vero, ma siamo noi che possiamo davvero sostenere le necessarie riforme promesse da Matteo Renzi.

Siamo una corrente accumunata da forti legami sociali e spirituali, prima ancora che da convinzioni politiche.
Lottiamo da decenni per ridurre il potere del centro sulle periferie; per diminuire le distanze e le disuguaglianze; per moltiplicare le occasioni di autonomia, riducendo la dipendenza dei cittadini dalle intermediazioni del potente di turno; per allargare e far circolare le elite; per rimettere in moto l'ascensore sociale per tutti, non per pochi.

Questa opinione pubblica civica si domanda - qualcuno anche in modo toscanamente canzonatorio, come il mio amico Andrea Auteri di Livorno - come mai il primo governo Renzi, una volta saltati i compromessi con i ceti politici di destra, di centro e di sinistra, non abbia colto l'occasione per sparigliare e rilanciare, invece che impiccarsi all'Italicum. Una legge che, così com'è - ammesso e non concesso che possa mai entrare in vigore - si presenta come un meccanismo anti-politico, buono solo a mandare al potere una persona, una sola, al comando di una pattuglia di deputati da lei nominati.

Forse è un po' troppo, anche per uno bravo, anzi bravissimo, come Matteo Renzi.

Non sappiamo come andrà a finire, ma siamo delusi, e anche un po' tristi.
Al federalismo italiano ed europeo servirebbero princìpi antichi, non un nuovo aspirante prìncipe.
Una volta rotto con Denis Verdini, dovendo andare alla conta, davanti alle corti, e magari anche al referendum, sarebbe stato meglio farlo da posizioni più forti e più popolari, quelle di sempre, le nostre: piccoli collegi, primarie obbligatorie, obblighi democratici non solo nella competizione elettorale, ma anche nella vita interna dei partiti.

Le nostre inquietudini, purtroppo, non sono state ascoltate. Da noi, quindi, ci si aspetti correttezza, ma non certo applausi.

 

sabato 13 dicembre 2014

Più vigne, meno villette

Il civismo toscano è una sorgente viva di persone fresche, che potrebbero giocarsi una bella partita alle prossime elezioni regionali.
Abbiamo bisogno di un cambiamento, in regione, che oggi vorrei sintetizzare così: vorremmo che le burocrazie e i piani regionali, da ora in poi, impediscano nuove villette, non nuove vigne.
Sembra impossibile, vero? Finito il sessantennio, i ceti dirigenti toscani non sono riusciti ancora a trovare strade semplici e chiare per proteggere il territorio, distruggere gli ecomostri, fermare le colate di cemento sulle colline e sui fiumi della Toscana.
Invece, per chi lavora in agricoltura, turismo, energie rinnovabili, tecnologie avanzate e sostenibili - guarda caso proprio nei settori più vitali e più promettenti per la conservazione della nostra identità ma anche per un futuro di lavoro e ricchezza - la sentina dei vizi dirigisti e degli ostacoli burocratici, è sempre più insopportabile.
Come intellettuale e attivista indipendente, appoggio le recenti e coraggiose iniziative del presidente Enrico Rossi, sostengo la grinta riformatrice di Stefania Saccardi, ma spero anche che il mio mondo civico-liberale, con tutte le sue energie produttive e riformatrici, si dia una mossa.
Parecchi contenuti buoni li ho trovati qui a Firenze, stamane, all'incontro di #PassioneToscana.
Complimenti e buon lavoro, fra gli altri, al bravo Giovanni Lamioni, e ai miei cari amici Paolo Spadaccini, Tommaso Del Tacca e Andrea Romiti.

PS
Nel titolo di questo post - Più vigne, meno villette - ho dimenticato di aggiungere: e più cipressi. Chi può capire, capirà...
 

lunedì 9 giugno 2014

Maremoto a Livorno

Filippo Nogarin, candidato espresso dai Cinque Stelle, è il nuovo sindaco di Livorno. Una svolta storica per la città e per la nostra terra.
Uno establishment che era al potere, ininterrottamente, da oltre un sessantennio, è stato licenziato in tronco.
Anche a Livorno, infine, è successo quello che era già successo a Firenze, Prato, Grosseto, Lucca, Arezzo. Gli elettori sovrani, speriamo sempre più spesso, danno delle belle spallate. E meno male!
Notiamo che altri status quo - di altri colori - sono messi in discussione a Perugia e Civitavecchia, a Colle Val d'Elsa, ma anche più lontano, verso Padova, Pavia, Potenza.
E' esattamente ciò che è necessario nel nostro tempo, nei nostri territori, nelle nostre vite.
Il nuovo sindaco - parlando in questo momento su Canale 50 - sta dicendo che non è una vittoria di parte e sbagliano tutti coloro che pensano ancora in termini di appartenza rigida a prescindere.
Siamo d'accordo: nessuno - tanto meno i candidati di quel PD che, con Matteo Renzi, è una speranza per tutto il paese - deve più vincere in quanto appartiene a una parte, ma in quanto promette di portarci da qualche parte.Auguri ai nuovi sindaci.
Auguri in particolare a Filippo Nogarin.
Congratulazioni anche a Marco Ruggeri, il giovane politico PD sconfitto a Livorno, il quale, con umiltà e dignità, ha appena ammesso la sua sconfitta, promettendo di continuare a contribuire a un vero cambiamento.


Autoscatto di Filippo Nogarin
(dal suo sito http://www.stratolimite.it/)


* * *


Approfondimenti:
- Chi è Filippo Nogarin, il nuovo sindaco di Livorno
- Andrea Romizi, candidato civico appoggiato anche dal centrodestra, è il nuovo sindaco di Perugia
- Antonio Cozzolino ha battuto un esponente non proprio nuovissimo del centrosinistra di Civitavecchia
- Massimo Bitonci, un leghista venetista, è il nuovo sindaco di Padova
- Massimo Depaoli sostituisce il berlusconiano Alessandro Cattaneo a Pavia
- Dario De Luca, con una rimonta incredibile, batte il centrosinistra di Potenza






sabato 5 aprile 2014

Cambiamo Prato




Impressioni positive da questa giornata passata quasi interamente a lavorare per Prato, insieme ad altri 250 concittadini.

Matteo Biffoni, lo staff di http://www.cambiaprato.it/, i democratici di Prato, ci hanno riunito alla Camera di commercio, per 16 tavoli di approfondimento programmatico.

Ho portato il mio contributo, come cittadino, come lavoratore dell'amministratore digitale, come studioso dei borghi e delle frazioni di Prato e del rafforzamento delle democrazie locali.

Credo che ciascuna frazione, quartiere, borgo di Prato, debba avere uno o più dipendenti comunali dedicati, a cui i cittadini dovrebbero potersi rivolgere senza formalità e senza limiti - usando, per esempio, Whatsapp, per inviare posizione, foto, commenti, su qualsiasi problema che essi notino nel loro territorio.

Credo nell'elezione diretta di rappresentanti locali, per ciascuna frazione, borgo, quartiere, porzione di Prato, andando quindi ben oltre - senza disperderla né svalutarla, sia chiaro - l'esperienza di prossimità delle cinque vecchie circoscrizioni.

Ho trovato molta sintonia con tante persone diverse e di diversa estrazione politica e culturale!

Ho apprezzato tantissimo un intervento introduttivo di Lorenzo Rocchi, in cui ha precisato che non ci siamo riuniti per riconquistare niente, non siamo qui per tornare al 2009, non siamo qui per riportare a Prato il passato, ma per dare vita a una stagione completamente nuova.

Su Twitter ho lanciato due messaggi:

Nell'amministrazione digitale del futuro una scelta antica ma sempre valida: farsi prossimo
Partono i lavori per rimodernare - modernamare Prato


Ho commentato su Facebook, parlando - fra gli altri - con Manrico Funghi:

Mauro Vaiani Veramente bene - Mi piace un certo candore che avvolge questa iniziativa - Della vecchia sinistra pratese che io ricordo, delle sue rigidità, dei suoi pregiudizi, resta ben poco. Forse, ma questo non è certo un male, una certa consuetudine e un certo rispetto delle regole del potere. Insomma, la mia scelta di appoggiare, da indipendente autonomista civico-liberale, Biffoni Matteo , la sento confermata!

Ho salutato un bel po' di persone, quelle con cui ho condiviso la bella stagione costituente del 1990-1992, quando ho contribuito a scrivere il primo Statuto moderno del Comune di Prato, e quelle con cui ho partecipato a movimenti cattolici, civici, oltre a tanti miei vicini, di Casale, di Mezzana e di S.Paolo, i luoghi di Prato in cui ho vissuto.

Sono grato alla Provvidenza di questa bella giornata. Forza Prato, #cambiaprato!


martedì 24 settembre 2013

In attesa di una leader meno cinica, più seria


La vittoria in Germania della cancelliera Merkel ci affascina perché evoca in tutti noi la sensazione che una politica meno cinica e più seria è possibile.
Da noi, invece, in questa repubblica morente, mentre le opposizioni sono prive di leader credibili e progetti concreti, abbiamo il collasso delle forze di maggioranza: il PD in piena ebollizione anti-Renzi; Scelta Civica sempre più in difesa dello status quo; il PDL che, con Brunetta, lancia proposte cosiddette anti-tasse che sono poco più che una partita di giro o, se volete, una presa in giro.
Tagliare l'IMU, rinviare l'IVA, sono solo piccolissime manovre diversive, poco più che trucchetti.
Continuate a imbrogliare donne e uomini che guadagnano duemila euro al mese mentre voi della casta, gliene trattenete almeno mille alla fonte.
Continuate a promettere sconti di pochi euro al mese - sulle bollette o sui cellulari - mentre gli derubate di più di un quinto dei loro mille euro rimasti ogni volta che varcano la porta di un negozio.
Continuate a prenderli in giro, chiamandoli "guerrieri" del quotidiano, mentre li private di verità culturale e di sovranità politica.
La vera questione sociale, la sfida più grande, la detassazione del lavoro che serve per vivere, cioè - come minimo - dei primi mille euro guadagnati ogni mese da ciascuno, con abbondanti e ulteriori sconti fiscali per figli e altri familiari a carico, non è in cima all'agenda di nessuno dei membri della casta.
L'annuncio di Letta da New York, che ci sarà il taglio del "cuneo fiscale", arma letale che uccide - letteralmente - i lavoratori e le loro famiglie, ci appare ipocrita come, ma saremmo felici di essere smentiti, l'attivismo di re Giorgio a Roma, nei suoi colloqui di oggi con i rappresentanti della casta.
Per tagliare le tasse sul lavoro, senza aumentare l'IVA, senza rimettere in discussione - almeno per quest'anno - l'IMU sulla prima casa, occorrerebbe una  forza di tagliare la spesa pubblica (e rinegoziare con l'Europa, allentare l'austerità, ristrutturare il debito pubblico), che nessuno possiede in questa XVII legislatura.
Se la avessero, avrebbero già varato una nuova legge elettorale, abolito il finanziamento pubblico dei partiti, ridotto i privilegi delle caste, riformato il senato, dimezzato i parlamentari, iniziato lo smantellamento di ministeri, prefetture e province, ridimensionato burocrazie e fermato i tentacoli dell'ipertrofia legislativa.
Il tutto, possibilmente, senza svendere i beni veramente pubblici - ma questo è un altro grande discorso in cui veri democratici e veri liberali dovranno trovare il coraggio di lavorare insieme in modo nuovo, insieme a una nuova generazione di leader, come Matteo Renzi.
Buon autunno, repubblica.
Ma non dormite, non addormentatevi del tutto, tenetevi pronti a reagire!

venerdì 20 settembre 2013

Dalla parte delle vittime, senza vittimismo

Il contrasto fra l'apertura spirituale del vescovo di Roma alle donne, ai gay, ai divorziati, e l'angustia politica della moribonda repubblica italiana, oggi, in questo anniversario ultra-laico del XX settembre, ci è parso particolarmente stridente.
Tuttavia, a vestali e soloni che strillano contro il compromesso faticosamente raggiunto alla camera dei deputati, grazie in particolare al tenace impegno di Ivan Scalfarotto, sull'estensione della legge Mancino alle violenze omofobe e transofobe, consiglierei un pochino di moderazione e, forse, una maggiore onestà intellettuale che invece vedo scarseggiare.
Con l'eccesso di vittimismo - e di strumentalizzazione propagandistica - ci si allontana dalla vita e, temo, si perde di vista il fatto che le vittime hanno bisogno di cambiamenti, anche se questi sono piccoli, non di chiacchiere.
Continuerò a mettercela tutta per convincere altre persone - soprattutto i miei fratelli e le mie sorelle queer - ad abbandonare i pregiudizi e a smettere di crogiolarsi nell'impotenza sterile della solita vecchia sinistra sinistrata.
In difesa delle vittime, vale la pena di prendere le distanze dal vittimismo.


venerdì 13 settembre 2013

Prendiamoci ciò che è giusto

Solo all'università può capitare una cosa dolce e amara come quella che il brillante professor Luciano Bozzo ha sottolineato oggi, in uno dei migliori panel del XXVII convegno della Società Italiana di Scienza Politica, quello su Intelligence e Globalizzazione : il caso italiano, presieduto dal professor Umberto Gori, con la partecipazione, fra gli altri, del senatore Marco Minniti, sottosegretario nel governo italiano con delega sui servizi.
Ebbene, ci ha provocato Luciano Bozzo, ecco oggi riuniti un gruppo di professori e professionisti ormai nei loro cinquanta, ad interloquire con brillanti giovani ancora nei loro venti. Cosa si scopre? Che questi ultimi condividono ancora, dopo trent'anni, la stessa voglia di riscatto, le stesse speranze di riforma e, praticamente, le stesse proposte di cambiamento che i loro ormai maturi maestri chiedono a gran voce sin dai primi anni ottanta.
Dalla ormai mitica commissione Bozzi a una maggiore capacità competitiva italiana sulla scena di un mondo che sta cambiando - in meglio, come sostengo nella mia tesi di dottorato difesa il 12 luglio 2013 a Pisa - siamo ancora lì che chiediamo cambiamenti di buon senso, riforme liberali capaci di portare maggiore eguaglianza per tutti e, insieme, più opportunità per i migliori.
Non arrendiamoci quindi.
Non siamo ancora così vecchi, ne' avevamo poi così torto.
Prendiamoci ciò che è giusto!
Realizziamo le riforme civili, liberali, federali, per le quali lottiamo da trent'anni!

* * *

Al panel di Umberto Gori hanno portato contributi brillanti il prefetto Gianluca Ansalone, il prefetto Adriano Soi, il consigliere Fabio Rugge.
Un complimento particolare lo merita il paper sul cyberspace come arena digitale di dispersione ma anche concentrazione del potere, presentato dall'amico Marco Mayer e dai due giovani e bravi Niccolò De Scalzi e Iacopo Chiarugi.
Ci hanno parlato che il cyberspazio è il terreno di una nuova geopolitica, molto meno virtuale di quello che comunemente si pensa: dove sono i server? Chi li costruisce? Quale energia li alimenta? Quali infrastrutture li interconnettono?
I cittadini digitali, se vogliono essere liberi sovrani del nuovo infinito mondo virtuale, devono pretendere il controllo di territori e risorse molto reali, locali, limitate, se non addirittura scarse.
Ne parlerò e li citerò, nella mia book proposal per la pubblicazione della mia tesi Disintegration as Hope.


mercoledì 31 luglio 2013

Cessate il fuoco

Più che di vacanze, quest'anno, si potrà parlare al massimo di cessate il fuoco.
Occorrerebbero gesti forti:
- via dall'Afghanistan;
- via il Porcellum;
- via le province e le prefetture;
- via dalle carceri i poveracci in attesa di giudizio;
- via le tasse su chi campa con meno di mille euro al mese;
- via almeno qualche pensione dorata;
- via le tasse sugli interessi per la prima casa, altro che IMU!
Non ci sono stati questi gesti...
E  intanto arriva il "generale agosto".
Tutto si ferma e diventa ancora più terribile, per chi è in carcere, in attesa di giudizio e di giustizia, in cerca di lavoro, in fila per una cura, anche palliativa.
Che D-o ci protegga, ma noi, intanto, almeno firmiamo tutti i referendum e prepariamoci a fare ben di più.


* * *



lunedì 15 luglio 2013

Crederci sempre, arrendersi mai


Referendum! Referendum! Referendum!

Sostengo con convinzione i sei nuovi referendum promossi dai Radicali Italiani:
- contro la schiavitù e il lavoro nero degli immigrati;
- contro l'inutile persecuzione penale degli irregolari, una mostruosità giuridica che ha moltiplicato la clandestinità e rallentato la sua giusta punizione;
- contro il finanziamento pubblico, ribadendo la volontà popolare solennemente espressa;
- contro la spartizione indecorosa del cosiddetto "otto per mille";
- contro l'inutile lunghezza delle pratiche di divorzio;
- contro l'inutile persecuzione penale del consumo di droga, che riempie le carceri, paralizza le polizie, ingolfa i tribunali; il più grande disastro politico-giudiziario del nostro tempo; un altro di quei temi su cui il popolo si era già espresso nel 1993, restando drammaticamente inascoltato.
Sostengo anche altri sei referendum radicali per la giustizia giusta.
In totale i cittadini sono invitati ad avallare, con le loro firme in comune o ai banchetti, un totale di dodici nuovi quesiti che potrebbero scuotare, già dal 2014, lo status quo.
Ancora una volta i Radicali Italiani dimostrano coerenza e professionalità, e annunciano ulteriori nuove proposte di iniziativa popolare per l'uninominale, le riforme economiche, le depenalizzazioni, l'abolizione dei quorum e dei limiti all'esercizio della sovranità popolare diretta.
Con il tempo - in particolare con la mia ricerca di PhD in geopolitica, che ho terminato e difeso proprio venerdì 12 luglio scorso all'Università di Pisa - sono sempre più scettico sulla possibilità di riformare una repubblica malata - troppo grande, troppo eterogenea - come quella italiana, ma sono sempre più ottimista sul fatto che i suoi cittadini possono prendere l'iniziativa e contare di più, in prima persona.
Non c'è altra strada che quella di insistere per realizzare le riforme federali e liberali che aspettiamo da decenni.
Come abbiamo sempre detto e come si è verificato, l'alternativa sarebbe stata un lento scivolamento verso povertà e violenza.

Non c'è alternativa, dobbiamo crederci ancora.
Crederci sempre, arrendersi mai (semper credere numquam sese dedere - always to believe, never to surrender).

sabato 8 giugno 2013

Padroni e ville in Toscana

Riguardo all'evocazione di padroni e ville come male sociale ritornante in Toscana, fatta dal presidente Enrico Rossi a Grosseto, di cui riparla oggi la nostra stampa, mi permetto di ricordare di chi è la responsabilità primaria dell'esplosione della bolla immobiliare, dei privilegi delle rendite, della manomorta (soprattutto pubblica) che soffoca le città e le comunità della Toscana: le macchine politico-amministrative degli attuali comuni, delle attuali province, dell'attuale governo regionale portano sulle proprie spalle la colpa principale.
La distruzione del territorio toscano è stata decisa dalla vecchia sinistra toscana, nel tentativo - in parte riuscito - di prolungare la propria egemonia e i propri privilegi ben oltre il Sessantennio.
E' la politica che consente le ville e scoraggia il lavoro, incrementando ingiustizie e ineguaglianze.
Il male è politico, non imprenditoriale. E come tutti i mali politici, occorre la rivolta dei cittadini sovrani per portare un po' di innovazione e, consentitemelo, di speranza.
Da dove possiamo ripartire? Ci sembra che un buon modo sia la scelta del "cemento zero", fatta da sindaci come Matteo Renzi, Dario Parrini e altri.

Diamo una mano, in questa direzione, e diamoci una mano, fra Toscani, invece di lamentarci e basta.

giovedì 23 maggio 2013

Un po' di endorsement

Ci sono delle importanti elezioni amministrative questo finesettimana.
Voglio incidere alcuni in bocca al lupo a persone che stimo politicamente e di cui sono amico personalmente:
- all'Impruneta ad Alessio Calamandrei, candidato sindaco;
- a Siena a Mauro Marzucchi, candidato sindaco;
- a Viareggio a Paolo Spadaccini, candidato sindaco; il suo impegno per il territorio è già stato ricordato su questo blog;
- a Pisa a Massimo Balzi, futurista candidato al consiglio comunale nella bella lista dei Riformisti per Pisa, una bella aggregazione civico-liberale, socialista e repubblicana, che appoggia la riconferma dell'amministrazione Filippeschi.
Viva la politica bella, la più dura, l'unica che merita.
Buona corsa!







mercoledì 24 aprile 2013

Fallisce il progetto Peria, facciamone uno migliore

Il popolo elbano sovrano ha parlato.
Il progetto Peria di unificazione dell'isola è stato bocciato.
Per una riforma dell'autogoverno dell'Elba e per la valorizzazione di tutti i suoi borghi, bisogna farne un altro.
Possiamo dare una mano e lo faremo ancora.
Intimamente resto convinto che sarebbe stato meglio scommettere sull'unificazione, ma confesso anche che, dopo aver sentito certi toni del sindaco di Portoferraio negli ultimi momenti della campagna elettorale, ho pensato a una possibile reazione di rigetto.
Se pensate di lavorare perché il vostro piccolo comune si unisca con altri, usatene di assai diversi, come è accaduto negli altri tre referendum toscani che, invece, hanno avuto esito positivo.
Non stiamo lavorando alla nostra ideale riforma borghese per fare esibizione di numeri e forza, né per promuovere nuovi centralismi.
Abbiamo in testa la valorizzazione di ciascun paesino, di ciascun angolo della nostra terra, con la partecipazione di tutti.
Una cosa ben diversa, più ambiziosa, più civica e più liberale.

* * *

Approfondimenti sulla sconfitta all'Elba e sul successo delle altre tre proposte di unificazione:

Incisa e Figline Valdarno - Valdarnopost

Castelfranco-Pian di Scò - Valdarnopost

Fabbriche di Vallico e a Vergemoli - Luccaindiretta

La sconfitta in sette comuni su otto all'Elba - Elbareport

Un articolo sui quattro referendum - Corriere Fiorentino




giovedì 7 marzo 2013

Bersani, una fine o un inizio?

Sono stato così temerario da voler seguire via web un po' di interventi della direzione nazionale PD di ieri. Davvero desolanti, la maggior parte di essi. Segnalo, in proposito, la brillante riflessione del mio amico Giovanni Fontana e le fulminanti riflessioni su Facebook di Tommaso Ciuffoletti.
Ci sono da salvare gli interventi di chi, come Gentiloni, ha sommessamente ricordato che la proposta di abolire il finanziamento pubblico ai partiti non è eludibile, e dei pochi, fra cui D'Alema, che hanno ricordato che le forze che devono parlarsi, in questa XVII legislatura, sono tre: PD, PDL, Movimento Cinque Stelle.
Dei toscani salvo solo Claudio Martini, che mi è parso uno dei pochi a rendersi conto che le cose che si possono davvero fare, prima di tornare al voto, sono davvero pochine e che bisognerebbe avere il coraggio di entrare nei dettagli.
Brava la Puppato contro le burocrazie che fanno affondare il paese, ma un po' ingenua nel suo riferirsi alle possibili convergenze con gli eletti Cinque Stelle.
Bersani, che peraltro continuo a considerare il primo candidato a guidare un governo di minoranza che in pochi mesi ci riporti al voto, andrà a sbattere, se si continua a ignorare la necessità di una discontinuità immediata rispetto al finanziamento della casta, da una parte e dall'altra, se si continua a voler far finta che non occorra anche la corresponsabilizzazione del PDL. Al Senato la non sfiducia per far entrare in carica un governo di minoranza, va chiesta a tutti.
A questo proposito, posso permettermi di chiedere, per esempio, come si potrebbe fare una riforma elettorale uninominale senza o contro il PDL? Gli eletti a Cinque Stelle, lo ha lugubramente ricordato ieri sera uno dei loro esponenti più infervorati, Alfonso Bonafede, sulla Sette, parlando con Lilli Gruber, non hanno alcuna idea in materia elettorale, se non quella di un ben triste ritorno alle vecchie preferenze all'italiana.

Dalla padella nella brace!
Una buona cosa che sembra già emergere con chiarezza nel PD c'è: presto saranno riconvocate le primarie, in vista delle prossime elezioni.
Matteo Renzi ha il diritto di riprovarci.








martedì 19 febbraio 2013

Se aspettiamo quello perfetto...


Mi spiace che girassero in rete riferimenti a studi universitari di Oscar Giannino che lui non ha fatto. Giannino ha dichiarato, con semplicità, di aver sbagliato a non farli correggere per tempo, in passato.

Capita a tutti di sbagliare, specialmente alle persone davvero brave, che fanno tante cose, come lui. Le trappole della comunicazione sono tante e ci si può cascare. La character assassination, però, va respinta e con fermezza.

Poi, che si attacchi Giannino su questo è, paradossalmente, positivo. Significa che fa davvero paura. Bene!

Non abbiamo bisogno di persone perfette, in politica. Anche perché non esistono e se esistessero, sarebbero probabilmente fanatici o ingenui, categorie entrambe abbastanza pericolose.

Abbiamo bisogno, invece, più semplicemente, di persone che facciano quello che promettono.
Voterò Giannino non perché sia perfetto, ma perché è competente e determinato. Può portare alla Camera, volando sopra il 4%, e al Senato, superando l'8% in Lombardia e Veneto, proprio ciò che serve in questo momento.

Abbiamo bisogno che si formi un governo politico a termine, concentrato sulla protezione dei poveri, mentre si taglia agli alti burocrati.

Abbiamo bisogno che non sia eletto al Quirinale un pensionato d'oro o un boiardo di stato.

Abbiamo bisogno che sia affidato a una sola camera il controllo sul governo nazionale e all'altra il coordinamento dei governi regionali, il tutto con drastica riduzione del numero dei parlamentari.

Abbiamo bisogno di collegi uninominali e primarie obbligatorie.

E tutto questo deve essere fatto in un anno o due al massimo, per poi tornare subito a votare. La XVII legislatura della Repubblica deve essere la più operosa e la più breve, insieme. Ne va della qualità della nostra vita!

Per questo ci serve Giannino, stavolta. Poi magari lo butteremo via.

* * *

martedì 29 gennaio 2013

Giannino Unchained


Un omaggio di Bruno Bozzetto a Oscar Giannino
Si rafforza ogni giorno di più la speranza che Oscar Giannino, con la sua lista Fare per Fermare il Declino, possa superare il 4% ed entrare alla Camera.
Gli ultimi sondaggi dicono che il 3% è superato e ogni giorno qualche cittadino in più si avvicina, si convince, si mobilita.
Nel mio piccolo, quasi ogni giorno, semplicemente raccontando che lui c'è, qualcuno dei miei amici e colleghi si decide a votare per lui, almeno alla Camera.
Oscar Giannino, nonostante i non pochi problemi che la sua iniziativa ha dovuto superare, fra i quali il vero e proprio pacco che fu rifilato a lui e a parecchi altri, incluso chi scrive, alcuni mesi fa, da un gruppo di aspiranti notabili, sta finalmente bucando il muro di gomma della rassegnazione, dell'indifferenza e dell'incomprensione.
Quando lo lasciano parlare, i cittadini lo capiscono e ne comprendono la serietà.
Svizzera, Svezia, sono i suoi modelli di federalismo, welfare e competitività.
Parla di numeri e di obiettivi concreti, una mosca bianca in un mondo di chiacchieroni a vanvera.
Rischia personalmente, in un mondo di potenti e privilegiati che cascano sempre in piedi.
E' l'unico maverick veramente minaccioso per la dittatura dello status quo.
In cima al suo programma ci sono i giovani, le donne, le piccole imprese, le famiglie che pagano il mutuo della prima casa, gli innovatori, i creativi.
Può farcela perché - e finalmente! - in queste elezioni politiche 2013 conteranno qualcosa coloro che guardano più Internet che la televisione, coloro che consultano più le fonti originali che certe superficiali e tendenziose sintesi giornalistiche.
Comunque vada, il prossimo parlamento non potrà fare molto di più che tagliare qualche poltrona e qualche privilegio, dimezzare i parlamentari, togliere il bicameralismo paritario, varare una legge elettorale più decente.Oscar Giannino ha capito anche questo e, a differenza di altri, lo dice apertamente e farà quello che dice.
Votiamolo.
Non ce ne pentiremo.


domenica 13 gennaio 2013

La rivolta di Italia Futura Toscana

Due piccole soddisfazioni in questi giorni cupi: la rete toscana di Italia Futura si è ribellata contro le candidature imposte dall'alto e da altrove; Fare - Fermare il declino, la lista di Oscar Giannino contro lo status quo, ha raccolto in Toscana tutte le firme sufficienti e anche di più.
Pochi amici di Italia Futura si impegneranno ancora per la debole e raccogliticcia lista di Monti, ma solo per sostenere la candidatura di Edoardo Nesi, di lui come persona, non certo come esponente del nuovo-vecchio centro.
Il nostro progetto civico-liberale per la Toscana andrà avanti, nonostante il deleterio effetto Monti.

giovedì 3 gennaio 2013

In bocca al lupo, Oscar


 

Un cordiale in bocca al lupo a Oscar Giannino e la mia personale gratitudine per il coraggio da leone con cui si getta solitario nella mischia elettorale, con la sua lista Fare - Fermare il Declino, presentata ieri alla stampa.
Sarà l'unica lista liberista.
Sarà anche l'unica lista con candidati civico-liberali davvero indipendenti dalla vecchia politica, davvero ribelli alla dittatura dello status quo.
Si parva licet, mi unisco ai riconoscimenti che sta ricevendo da Luca Ricolfi, da Gad Lerner e da tanti altri.
 

martedì 1 gennaio 2013

2013, un altro anno per sperare e lavorare

Dopo aver iniziato l'anno nuovo vicino a Ponte a Vicchio, alla bellissima festa organizzata dagli amici di Ore D'Aria, mi sento carico di gioia ed energia per tornare al lavoro e per continuare il mio impegno civico e civile per la Toscana. Rileggo i miei auguri dell'anno scorso e mi accorgo che delle cose per cui ci stiamo battendo non ne è andata avanti una. Politicamente parlando, un altro anno perso! Ma invece che rammarico o delusione, sento dentro di me la conferma di una positiva risolutezza. Saremo illusi, ma nessuno si illuda: ci riproveremo! A tutt*  auguro un felice anno nuovo 2013.


lunedì 24 dicembre 2012

Contro l'inquisizione


Stamane, dalle frequenze di Radio Radicale, un anonimo ascoltatore ha sintetizzato efficacemente uno dei mali profondi della giustizia italiana, una delle pietre legate al collo di questa decadente repubblica alla deriva: la magistratura italiana si limita ad accusare. Tutta l'azione giuridica si concentra nell'accusa. Di cosa accade dopo l'accusa - decenni di attesa per i processi, anni di carcere preventivo, gogna mediatica, dolore e morte per i deboli e per gli innocenti, impunibilità per i potenti - la macchina della giustizia non si cura.
E' un male antico, quello di questa giustizia che somiglia a una inquisizione, concepita per essere forte con i deboli e debole con i forti, per essere uno strumento di dominio statalista e classista.
Sia chiaro - per non ingenerare equivoci nei miei pochi lettori - che credo fermamente nell'assoluta libertà del procuratore, dell'accusatore, ma l'assoluta mancanza, entro tempi giusti, di un giusto giudice, sgomenta, scandalizza, solo che uno si trovi davanti a casi di vita, o approfondisca minimamente il tema, o getti un occhio sulla disperata condizione delle carceri italiane.
Come ci costringe a fare il grande Marco Pannella, al quale però devo dire che non condivido il suo digiuno e che lo imploro di smetterla.
Non condivido totalmente nemmeno le sue attuali proposte e, quando ci sarà occasione, esporrò alcune mie contro-proposte.
Tuttavia lo onoro e lo ammiro.
Lui e la sua piccola fazione radicale, se non ci fossero, andrebbero inventati.
Auguri, Marco, ma resta vivo!
Abbiamo ancora bisogno di te, come ispiratore di una grande battaglia per porre fine allo scandalo della carcerazione preventiva e, di più, al più generale e storico male di una giustizia che è ancora una odiosa inquisizione.


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