Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

giovedì 24 aprile 2014

Liberiamoci del Senato

Confidiamo nella tenacia di Matteo Renzi, ma anche in un supplemento di umiltà di tutte le persone che lavorano attorno a lui come mediatori, esperti, sherpa. Dobbiamo trasformare il Senato della Repubblica nel Senato federale.

Nel nuovo senato devono sedere rappresentanti di tutte le unità federali della Repubblica stessa: le 19 regioni, le 2 province autonome, Roma capitale.

Quanti per ciascun unità? Ho pensato spesso, in questi lunghissimi anni di militanza e di studio, che dovessero essere almeno tre: il presidente, un rappresentante eletto dalla sua maggioranza e il portavoce della sua opposizione.
Bastano per chi, come me, ha sempre pensato che i senatori federali potessero essere molti meno di oggi (e anche i deputati potessero essere ridotti di numero).

Il nuovo senato non deve dare la fiducia al governo. Non deve votare su leggi fiscali o di bilancio. I suoi membri - essendo stipendiati dei loro consigli locali - non dovrebbero riscuotere alcuna ulteriore indennità.

In pratica sono d'accordo con i punti dell'accordo Renzi-Berlusconi e decisamente diffidente nei confronti della cosiddetta iniziativa Chiti. Tuttavia di un nuovo senato senza membri eletti direttamente, senza fiducia, senza poteri fiscali, senza stipendio, si può e si deve discutere a tutto campo.

Credo che al nuovo Senato federale dovrebbero essere dati poteri penetranti, che gli consentano di diventare un attore del rinnovamento federale d'Italia e d'Europa. 

Lo scriviamo in questa vigilia di un altro importante 25 aprile: vogliamo salvarla o no questa nostra Repubblica?

Buona festa della Liberazione a tutt*!

domenica 20 aprile 2014

Rivolta otto per mille

C'è solo una cosa che possiamo fare in Italia per aiutare seriamente papa Bergoglio: uno spostamento di massa del nostro otto per mille (8 x 1000) verso le chiese più piccole e sobrie, a cominciare dai Valdesi, o verso lo stato. Diamo una lezione ai Bertone di cui tutte le curie italiane sono piene: per approfondire leggete Dagospia che, di fronte agli sprechi vaticani e della Cei, sembra moderato come un settimanale diocesano.
Grazie a D-o di questa santa e buona Pasqua!


Il principe della chiesa cattolica
Tarcisio Bertone
in una foto da Wikipedia


PS

Non siete ancora convinti? Visitate il sito che ospita una delle più ipocrite e fuorvianti campagne pubblicitarie del nostro tempo: http://www.chiediloaloro.it/


Chiedilo a loro? No, a Bertone,
dove finiscono i soldi.
Un po' di ironia giocando
sulle foto del sito
http://www.chiediloaloro.it


 

sabato 19 aprile 2014

Forza Matteo Olivetti


Nonostante tutti i suoi limiti e difetti, il governo Matteo Renzi ha fatto il grande passo, che equivale a una Pasqua per l'intera Repubblica: stipendio lordo massimo di 240.000 euro l'anno per chiunque lavori in posizioni apicali o dirigenziali nella pubblica amministrazione e in tutti gli enti connessi. E' la norma Adriano Olivetti. Chiunque conosce le pubbliche amministrazioni, comprese le più alte istanze e corti, sa che questa riforma è sacrosanta. Avrà effetti benefici nel breve, ma soprattutto nel medio e nel lungo termine. Chiunque tenti di opporsi a essa, sia punito dagli elettori. #ForzaRenzi, anzi #VivaMatteoOlivetti.
Auguri di cuore a tutti!



venerdì 18 aprile 2014

De-escalation in Ukraine

I firmly believe in a possible thaw, in this dramatic hour, in Ukraine. 
Despite warmongers as Anne Applebaum, Samantha Power and John Kerry's liberal hubris, Putin's rhetoric, elites' backwardness, extremists, radical losers, I believe that peace is more likely than internecine violence.
Why am I so stubbornly optimistic?
Because of a geopolitical fact: in East Ukraine there are not enough people willing to take up arms and die for - nor against - Kiev. 
There are no more obedient masses, not enough, not even in Russia. 
This is one of the facts at the basis of my positive outlook on Post-Cold War disintegration.
Impoverished Russian-speaking provinces - Luhansk, Kharkiv, Donetsk - are tempted by annexation to Russian Federation, where they hope to find low-cost energy and, perhaps, even a more solid welfare - not certainly by violence.
Odessa, the multi-ethnic southern province, is definitely interested in becoming a self-governing international zona franca - not certainly in self-destruction.
There are much more problems than resources, throughout the area, but also hope!
There are no limits to reforms and ameliorations that can be achieved, if citizens and netizens will be left free to choose a new generation of more accountable, pragmatic local leaders - may Vitali Klitschko (in the pic) be one of them?
Let's pray, let's hope, let's vote.
Happy Easter, beloved peoples of Ukraine, East Ukraine and Odessa.



giovedì 17 aprile 2014

Servire è cambiare

Entro nel Triduo pasquale con la convinzione profonda che chi vuole servire la sua comunità, deve prima di tutto accettare di cambiare davvero. Servire, nella vita pubblica, nel lavoro civico, nell'impegno civile, è cambiare, cambiare, cambiare, rompere finalmente lo status quo. Mentre mi inchino anch'io a lavare i piedi di chi ha bisogno, in questo Giovedì santo, voglio rilanciare alcune riflessioni che la mia amica Stefania Saccardi - la vicepresidente toscana - ha condiviso nelle ultime occasioni pubbliche in cui la ho ascoltata - ultima la sera del 2 aprile scorso nel bel salone comunale di Prato, in sostegno a Matteo Biffoni, rafforzando il senso degli impegni assunti dal nuovo governo Renzi e dal nuovo ministro Giuliano Poletti.
Le cose che Stefania Saccardi ripete sono semplici e chiare: la nostra solidarietà toscana è un dono generoso, ma è anche un impegno esaltante per spingere ciascuna persona a costruire o ricostruire la propria autonomia.
La Toscana dona e in cambio pretende, da ciascun beneficiato, impegno, formazione, cooperazione.
A ciascun contributo sociale deve corrispondere un impegno a restituire alla comunità, ciascuno come sa e come può.
Impariamo da tanti anziani, spesso i più poveri e più deboli, che si mettono in fila pur di restituire al loro borgo, alla loro comunità, un po' di lavoro socialmente utile.
Impariamo da tanti immigrati, che si spezzano la schiena, pur di costruirsi una nuova vita, lottando e resistendo a soprusi di ogni tipo, per restare o per tornare al più presto nella legalità.
Impariamo da tanti cinquantenni vittime della crisi, che accettano lavori anche più umili e meno pagati di quelli che avevano prima, pur di conservare la dignità.
Noi, cittadini liberi, persone comuni, ci crediamo ancora.
Resistiamo, restiamo qui, stiamo vicini.
Auguri di una Pasqua gioiosa.

mercoledì 16 aprile 2014

In cerca di una eurocritica costruttiva

Mauro Vaiani oggi su Facebook:
Fra le mie mille contraddizioni e preoccupazioni politiche, facendo il test http://euandi.eu/ (versione lunga), è venuto fuori che il partito a cui sono più vicino è il PD. Effetto Renzi, senza dubbio, ma forse anche la constatazione - lo dico senza voler essere né polemico, né liquidatorio - che altre liste e movimenti, almeno per come li vediamo qui dalla Toscana, siano troppo impreparati a fronteggiare la gravità della situazione. Una piccola critica ai ricercatori Euandi : poca attenzione al grande problema - che a me pare centrale - del rafforzamento delle democrazie locali, dell'autogoverno responsabile, delle correzioni necessarie per evitare l'eurocrazia e il superstatalismo europeo.

 
EuandI
European University Institute
 

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venerdì 11 aprile 2014

Società naturale fondata sul matrimonio


Due belle pagine del Tirreno di oggi sono dedicate alla sentenza di Grosseto in favore della trascrizione di un matrimonio celebrato a New York. Segnalo, a pagina 2, la bellissima testimonianza di Giuseppe Chigiotti, che è unito da venticinque anni con Stefano Bucci - ma ce ne sono anche altre, di belle storie di coppie toscane omosessuali.
Di spalla a queste storie di amore, serietà, sobrietà, c'è un piccolo pezzo dedicato al grande don Alessandro Santoro che con coraggio ripete: è amore vero e la Conferenza episcopale cattolica italiana sbaglia. Che hanno fatto i vescovi? Hanno preso posizione contro la trascrizione di questo matrimonio gay all'anagrafe di Grosseto, perdendo l'ennesima occasione per esprimersi con maggiore aderenza evangelica alla realtà delle persone umane.
Si parva licet, sono citato anch'io, intervistato al telefono da Antonio Valentini del Tirreno.
Il mio contributo si limita a ricordare l'importanza del sito http://www.gionata.org, come punto di riferimento per chi vuole davvero approfondire il tema fede e omosessualità. Riaffermo anche che le coppie stabili sono una speranza per tutti e che il popolo di D-o è molto più avanti di certi pastori, come si capirà presto, dalle risposte che il Vaticano riceverà al suo questionario preparatorio del prossimo sinodo dei vescovi cattolici sulla famiglia.
La sentenza va nella direzione giusta.
L'annunciato ricorso della procura mi pare inopportuno e ideologico.
Le unioni omosessuali, esattamente come tutte le altre, sono esattamente quelle società naturali che le costituzioni moderne riconoscono - come fa la nostra agli articoli 2 e 29.
Non c'è alcun modo di impedire a queste famiglie di "fondarsi sul matrimonio", se i loro membri lo desiderano.
Coloro che si intromettono e mostrano ostilità contro le persone e le coppie diverse, magari per cavalcare elettoralmente inquietudini e conformismi presenti fra la gente, vanno contrastati a viso aperto, con umiltà, moderazione, ma anche con tenacia. Senza mai cadere in eccessi ideologici, nell'elitarismo, negli errori antropologici del cosiddetto "politicamente corretto".
Gli stati, le chiese, i potenti in genere, dovrebbero assumere un atteggiamento più umile e più rispettoso, davanti a ciò che esiste da prima di loro.
L'amore, la fedeltà, la famiglia, prima di tutto.



Mauro Vaiani
volontario del progetto
intellettuale e attivista
cristiano e omosessuale

Un particolare delle due pagine del Tirreno
dell'11 aprile 2014
con un bel primo piano di Giuseppe Chigiotti;
a sinistra il pezzo dove sono citati
don Alessandro Santoro
e Mauro Vaiani, l'autore di questo blog.





























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mercoledì 9 aprile 2014

Il solco dell'autogoverno

Bravissimo Carlo Fusaro oggi sul Corriere Fiorentino, con il suo pezzo "Il pendolo della regione", in prima pagina, in cui difende le innovazioni e le cose buone che sono potute accadere grazie ad alcune esperienze di buongoverno regionale, fra cui quella della Toscana.
L'autogoverno dei territori, che è intimamente collegato con una competizione politica ancorata a piccoli collegi, dove il personale politico viene scelto da primarie sempre più aperte e dall'esito sempre più imprevedibile, è e resta il solco da seguire, oltre le mode, la confusione mediatica, gli imbrogli del ritorno della vecchia politica (e delle vecchie preferenze).
Chi ha messo mano all'aratro lungo il solco delle riforme federali e liberali, non si volti indietro (e, magari, si rilegga anche il famoso passo evangelico - Luca, 9, 62 - visto che la Pasqua è vicina).

sabato 5 aprile 2014

Cambiamo Prato




Impressioni positive da questa giornata passata quasi interamente a lavorare per Prato, insieme ad altri 250 concittadini.

Matteo Biffoni, lo staff di http://www.cambiaprato.it/, i democratici di Prato, ci hanno riunito alla Camera di commercio, per 16 tavoli di approfondimento programmatico.

Ho portato il mio contributo, come cittadino, come lavoratore dell'amministratore digitale, come studioso dei borghi e delle frazioni di Prato e del rafforzamento delle democrazie locali.

Credo che ciascuna frazione, quartiere, borgo di Prato, debba avere uno o più dipendenti comunali dedicati, a cui i cittadini dovrebbero potersi rivolgere senza formalità e senza limiti - usando, per esempio, Whatsapp, per inviare posizione, foto, commenti, su qualsiasi problema che essi notino nel loro territorio.

Credo nell'elezione diretta di rappresentanti locali, per ciascuna frazione, borgo, quartiere, porzione di Prato, andando quindi ben oltre - senza disperderla né svalutarla, sia chiaro - l'esperienza di prossimità delle cinque vecchie circoscrizioni.

Ho trovato molta sintonia con tante persone diverse e di diversa estrazione politica e culturale!

Ho apprezzato tantissimo un intervento introduttivo di Lorenzo Rocchi, in cui ha precisato che non ci siamo riuniti per riconquistare niente, non siamo qui per tornare al 2009, non siamo qui per riportare a Prato il passato, ma per dare vita a una stagione completamente nuova.

Su Twitter ho lanciato due messaggi:

Nell'amministrazione digitale del futuro una scelta antica ma sempre valida: farsi prossimo
Partono i lavori per rimodernare - modernamare Prato


Ho commentato su Facebook, parlando - fra gli altri - con Manrico Funghi:

Mauro Vaiani Veramente bene - Mi piace un certo candore che avvolge questa iniziativa - Della vecchia sinistra pratese che io ricordo, delle sue rigidità, dei suoi pregiudizi, resta ben poco. Forse, ma questo non è certo un male, una certa consuetudine e un certo rispetto delle regole del potere. Insomma, la mia scelta di appoggiare, da indipendente autonomista civico-liberale, Biffoni Matteo , la sento confermata!

Ho salutato un bel po' di persone, quelle con cui ho condiviso la bella stagione costituente del 1990-1992, quando ho contribuito a scrivere il primo Statuto moderno del Comune di Prato, e quelle con cui ho partecipato a movimenti cattolici, civici, oltre a tanti miei vicini, di Casale, di Mezzana e di S.Paolo, i luoghi di Prato in cui ho vissuto.

Sono grato alla Provvidenza di questa bella giornata. Forza Prato, #cambiaprato!


mercoledì 2 aprile 2014

Grideranno


Leggo con dispiacere i resoconti degli arresti di oggi in Veneto.
Non mi piace affatto che si siano fatti tanti arresti e tanti sequestri di telefoni e computer.
Temo che, invece che limitarsi a fermare gli esagitati che stavano trasformando un trattore in un altro cosiddetto tanko, si sia cercato - da più parti - di alzare un gran polverone.
Condivido profondamente la convinzione che tutti gli indagati debbano ottenere, come minimo, i domiciliari, visto che, neppure dalle cronache più malevole, traspare alcunché di così grave da meritare il carcere.
Poi verranno processati, certo, e soffriranno le pene dei tempi esasperanti della giustizia italiana, anche quelli che si sono limitati a pronunciare qualche parolona di troppo.
Costruire un pensiero indipendente richiede tempo e fatica.
Lo status quo è forte.
Occorrono umiltà e sacrifici.
Auguro agli aspiranti leader veneti di averne tanta della prima e di essere pronti a sopportare i secondi, che non mancheranno.
Aggiungo un mio pensiero personale, da cittadino e da studioso: secondo me il Veneto ha un drammatico bisogno di un bagno spartano elettorale, per scegliersi nuovi leader.
Lo iato fra le cose che stanno succedendo nelle piazze e in rete, e i tempi e le modalità degli attuali governanti regionali, è troppo forte.
Va sanato da una bella competizione elettorale.
Suggerisco al governatore Luca Zaia di riflettere sulla opportunità di un percorso pilotato che porti il Veneto, al più presto, a nuove elezioni.
Restituiamo ai Veneti l'ultima parola.
Grideranno.



martedì 1 aprile 2014

Si dice Renzi, come Firenze

E' vero che noi Toscani, con la nostra gorgia e il nostro parlare diverso, non possiamo sempre dare lezioni di dizione, ma qualcuna però sì.
Agli oratori e parlatori romaneschi e padani lo vogliamo ricordare:
- si dice Renzi, non Renʒi (la z è sorda e non sonora, come in Firenze, non come in manʒo o in manʒoniano);
- si dice Bòschi, non bóschi (la ò è aperta, come in bòschi, quelli di alberi, come in bòtta, il colpo - non chiusa, come in bótte, quella per vino e liquori).
Buon Aprile!



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