Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso
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giovedì 15 maggio 2025

Nuove idee, nuove energie, nuove speranze per la Toscana


Giorgio Del Ghingaro, referente e garante della rete civica "L'Altra Toscana" (#AltraToscana), nei lunghi anni in cui ha ben amministrato prima Capannori e poi Viareggio non ha mai lasciato le cose come le ha trovate. Le ha sempre coraggiosamente migliorate. Nel tempo, questa figura di cattolico democratico si è reso completamente indipendente dalle due piramidi che dominano - e devastano - la politica italiana e toscana (il centrosinistra e il centrodestra).

Un sondaggio, diffuso oggi e largamente commentato sulla stampa locale, ha dimostrato che è uno dei nuovi leader in cui i Toscani potrebbero riporre la loro fiducia.

Dalla rete civica "L'Altra Toscana" abbiamo ricevuto una nota che pubblichiamo volentieri e pressoché integralmente:

Toscana 2025: i cittadini chiedono una terza via che parte dal basso. Appuntamento a Giugno per la presentazione del Manifesto programmatico de L'altra Toscana.

Nel cuore della Toscana, a pochi mesi dalle elezioni regionali del 2025, un recente sondaggio realizzato da Winpoll racconta con chiarezza un cambiamento profondo in atto nel tessuto politico regionale: i cittadini toscani mostrano una crescente insofferenza verso i due blocchi tradizionali, centrodestra e centrosinistra, e manifestano una domanda forte e diffusa di una terza via. Una via che parta dal basso, che sia autonoma, libera, concreta.

Il dato più significativo è che il 55% degli intervistati si dice pronto a votare un candidato civico, indipendente dalle alleanze partitiche. Questo consenso è trasversale a generazioni, aree geografiche e sensibilità politiche: tra gli under 30 raggiunge il 58%, supera il 60% tra gli elettori di Lega, 5 Stelle e Forza Italia, e arriva a picchi come il 66% a Livorno e il 63% a Lucca. È la fotografia nitida di un popolo che chiede rappresentanza fuori dagli schemi e lontana dalle vecchie logiche di apparato.

A rispondere a questa richiesta crescente è in corso un importante coordinamento regionale di realtà civiche toscane - L'Altra Toscana - le quali, pur nella loro autonomia locale, stanno costruendo una rete capace di affrontare le sfide regionali con uno sguardo nuovo, pragmatico e condiviso. Questo coordinamento mira a portare in Regione una visione civica autentica, fondata sulla partecipazione dei cittadini, la competenza amministrativa e la concretezza delle proposte.

A guidare questa prospettiva di rinnovamento è Giorgio Del Ghingaro, sindaco civico di lungo corso, esperto, competente e dalla forte personalità, che ha fatto del civismo un sistema di governo libero, trasversale e profondamente radicato nei territori, ottenendo risultati eccellenti nella gestione della cosa pubblica. La sua figura rappresenta oggi un punto di riferimento per chi crede che sia possibile amministrare con serietà, visione e autonomia dai partiti.

In un quadro in cui i cittadini indicano come priorità assolute sanità (62%), sicurezza (31%), lavoro (24%) e costo della vita (19%), emerge chiaramente il desiderio di una politica vicina, concreta, non ideologica. Ed è proprio qui che si colloca la proposta civica: una terza via che parte dal basso, costruita sui territori, e guidata da chi ha già dimostrato di saper fare buona amministrazione.

E' quindi possibile un cambiamento, proveniente dalla società civile, da una nuova generazione di leader - locali, ma "glocal" -  ancorati a una visione lungimirante, per il bene delle generazioni future.

Prato, 15 maggio 2025
Festa della Madonna di Montenero, patrona della Toscana


domenica 2 marzo 2025

La fallacia della corsa a costituire nuovi partiti all'italiana

 


Si avvicina la primavera e ricominciano i tentativi di fondare nuovi partiti centralizzati, "nazionali", con i migliori propositi di rinnovare la vita politica di tutta la Repubblica Italiana. I tentativi sono talvolta nobili ma anche irrimediabilmente fallaci.

L'articolo 49 della Costituzione italiana garantisce a tutti i cittadini il diritto di associarsi in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica italiana e oggi anche, per estensione e grazie alle garanzie contenute nei trattati e nella legislazione unionale, anche la politica europea. Eppure questo diritto è stato sequestrato dalle elite attualmente al potere a Roma, a Milano, a Bruxelles. Finché non avremo spezzato almeno le catene più pesanti, fondare nuovi partiti "nazionali" non servirà.

Sono in essere feroci e implacabili meccanismi centralisti, tecnocratici, in definitiva autoritari, che stanno rendendo la Repubblica e l'Unione un travestimento della democrazia.

Per fermare questa deriva occorrono coraggiose lotte dal basso per riprenderci la rappresentanza, non nuovi partiti che, in questo quadro, finirebbero per essere uguali a quelli esistenti (sempre che il tirannico bipolarismo dominante e le trappole del maggioritario all'italiana non li uccidano in culla).

Queste lotte riguardano il pluralismo dell'informazione, a cominciare da quella locale, per porre un argine all'analfabetismo funzionale delle persone e alle ondate di terrificante conformismo che ci sommergono quotidianamente; un ordinamento semplificato per l'associazionismo politico, che renda possibile anche al più piccolo gruppo civico locale di formarsi, agire, candidarsi, anche nel più piccolo comune; un finanziamento pubblico a tutti i movimenti politici direttamente proporzionale al loro consenso elettorale; norme di procedimento elettorale che rendano semplice candidarsi, anche a personalità civiche e indipendenti; circoscrizioni elettorali di dimensioni contenute, dove sia possibile agli elettori conoscere davvero i candidati; leggi elettorali più giuste per tutti, che restituiscano agli elettori il potere di scegliere le persone da cui essi vogliono essere rappresentati.

Dobbiamo inoltre abbattere il totem della cosiddetta "governabilità". Abbiamo accettato per decenni come "normale" un'idea che invece è assurda e fonte di molti guai: quella secondo cui ogni capo esecutivo deve avere automaticamente anche una maggioranza di eletti a lui fedeli negli organi legislativi. Così, dopo una successione vergognosa di leggi elettorali che sono state ciascuna una "porcata" peggiore della precedente, le elezioni sono ridotte a una sorta di plebiscito fra pochi leader mediatici, mentre non sappiamo più, letteralmente, chi verrà eletto a rappresentare il nostro territorio. Anzi sappiamo già prima di votare che le assemblee saranno riempite non da persone elette da noi, ma scelte dall'alto e da pochi, sulla base di criteri di fedeltà al capo (se non in base a logiche ancora più opache).

Possiamo e quindi dobbiamo porre fine a questo scandalo. Ci sono molti altri modi per eleggere un esecutivo stabile senza sacrificare la rappresentanza, la rappresentanza, l'autonomia e l'indipendenza degli eletti nelle assemblee legislative!

Queste lotte per la rappresentanza sono già iniziate, per esempio con il Comitato Besostri, che si è ispirato alle antiche lotte per la giustizia elettorale condotte dal compianto avvocato socialista.

Sono attive in Italia e in Europa molte energie locali, civiche, autonome, indipendenti, a cominciare da quelle che cooperano attraverso Autonomie e Ambiente e EFA. Esse possono e quindi devono conoscersi, cooperare, eventualmente confederarsi per portare avanti insieme un cambiamento profondo dal basso.

Sono lotte cruciali, perché l'erosione della democrazia sta distruggendo la coesione sociale, alimenta l'assenteismo, scoraggia ogni forma di partecipazione, semina discordia, settarismo, populismo, estremismo.

Non possiamo più accettare di vivere in una finta democrazia dominata da pochi leader mediatici e dalle loro schiere di fedelissimi sempre più "nominati" che "eletti".

Lottiamo per fare spazio a una nuova generazione di leader locali, espressa dai mondi vivi delle autonomie, del civismo, della sussidiarietà, della solidarietà, del buongoverno che unisce e include trasversalmente persone che hanno storie politiche differenti, delle iniziative concrete per la protezione delle comunità e degli ecosistemi locali.

Anche in una società come quella europea, invecchiata, inquinata, impoverita, stordita dallo strapotere dei media, minacciata da paurose concentrazioni di potere, ci sono ancora persone coraggiose e generose, che si candidano a guidarci.

Dobbiamo incoraggiarle e aiutarle, soprattutto a essere consapevoli dei tetti invisibili che sono sopra la loro testa, a liberarsi dei pesi morti, a spezzare almeno alcune delle catene.

 

Mauro Vaiani Ph.D.

Garante di OraToscana

Vicepresidente segretario di Autonomie e Ambiente

 

giovedì 20 febbraio 2025

Noi, quelli dei territori

 

Noi, quelli dei territori, ci siamo.

Siamo persone diverse perché siamo cresciuti in territori diversi e perché non crediamo che esistano soluzioni uguali ai problemi concreti dei nostri diversi territori.

Alcuni di noi hanno radici nelle parole eterne della Carta di Chivasso, in una cultura delle autonomie personali, sociali, territoriali, assai risalente, di grande valore non solo europeo ma universale.

Alcuni di noi avevano cominciato a impegnarsi politicamente in formazioni antiche o più recenti, ma le abbiamo presto abbandonate, per il loro insopportabile verticismo. Tutte le piramidi politiche stanno andando a sbattere, perché sono guidate da leader che hanno fatto carriera gridando slogan sui media e non amministrando le comunità locali. Esse si tengono in vita vampirizzando la democrazia: meno gente va a votare, più ingiuste sono le regole con cui si va a votare, più il potere economico, finanziario e mediatico si concentra, più esse s'illudono di sopravvivere, in barba ai loro epici fallimenti.

Alcuni di noi hanno abbracciato l'impegno civico diretto in autonomia, formando gruppi civici locali indipendenti, partecipando alle proprie elezioni locali dandosi come unico scopo una stagione di buongoverno con buon senso.

Ci siamo incontrati attraverso varie reti: le autonomie; l'ispirazione cristiano-sociale e le opere della solidarietà; le lotte ambientaliste per le generazioni future; antichi valori socialisti e liberali che meritano di sopravvivere alla degenerazione dei partiti; l'amicizia e la collaborazione diretta fra amministratori locali per risolvere problemi interterritoriali.

Abbiamo dimostrato che si possono eleggere consiglieri e amministratori locali più in sintonia con le comunità, più rispettosi degli elettori, più operosi e più efficaci, perché indipendenti dall'ignoranza, dalle dissonanze cognitive, dai pregiudizi, dal potere di chi sta più in alto e altrove.

Viviamo in un mondo pieno di potenti che, non riuscendo a sistemare le cose per tutti, si limitano a sistemare se stessi. Il nostro prossimo difficile compito è quindi dimostrare che sappiamo esprimere una nuova generazione di leader locali competenti, con il consenso necessario per entrare nelle istituzioni superiori, con la generosità e la lungimiranza necessarie per portarvi un grande progetto di cambiamento fondato sulla concretezza e sulla sussidiarietà, per migliorare la vita quotidiana di tutte le persone, non solo la propria.

Animo!

 

Mauro Vaiani Ph.D.

venerdì 10 gennaio 2025

Il civismo autonomo riunito a Viareggio

 



Decine di liste civiche e realtà impegnate nei territori della Toscana si sono incontrate a Viareggio venerdì 10 gennaio 2025, all'Hotel Esplanade, a seguito di un invito del sindaco Giorgio Del Ghingaro.

E' stato un incontro di lavoro, dedicato alla situazione politica, amministrativa ed elettorale della regione Toscana. Decine di amministratori comunali e di attivisti locali sono in rete dall'estate scorsa a livello regionale. Nelle diverse province la collaborazione intercomunale è ancora più risalente. 

Si tratta di comunità politiche locali che agiscono in modo autonomo e sono libere da ogni dipendenza dai partiti centrali della Repubblica, per scelta culturale e politica. 

Si sono confrontate con serenità e con generosità, sottraendo tempo al lavoro, alle famiglie, al loro impegno locale, per ragionare su cosa è possibile fare di fronte ai guasti della partitocrazia, nella sua ultima incarnazione: un bipolarismo forzato, verticista, centralista e autoritario. Due piramidi politiche dominano la vita pubblica italiana e toscana, il centrodestra e il centrosinistra, alternandosi al potere senza riuscire a selezionare competenze e senza produrre miglioramenti concreti nella vita dei cittadini. Riempiono i media ma svuotano le urne, ha detto Mauro Vaiani, il garante di OraToscana: vanno a votare sempre meno persone, i loro tifosi, perché la maggioranza dei cittadini non si sente più rappresentata da loro.

I gruppi civici autonomi della Toscana sono tutti diversi, concentrati sui diversi problemi e sulle urgenze dei diversi territori. Nel medio-lungo termine il loro dialogo produrrà certamente profondi cambiamenti politici, culturali e istituzionali. Anche nel breve termine, però, è possibile fare qualcosa, è stato detto in tutti gli interventi: si può partecipare alle elezioni regionali toscane del 2025, con l'obiettivo ambizioso di costringere i due maggiori schieramenti al ballottaggio.

Un'avventura civica democratica, un sogno lo ha definito Giovanni Bellosi (leader di Scandicci Civica), è possibile, per portare in consiglio regionale alcune figure competenti e indipendenti, salvaguardando il patrimonio più prezioso che è stato visibile in questo incontro come nei precedenti: la presenza di una nuova generazione di leader locali e delle loro comunità di attivisti, ciascuna ricca di competenze e capacità d'innovazione.

Giorgio Del Ghingaro, che incarna una esperienza di buongoverno ventennale - sempre indipendente dai vertici partitici, ma mai antipolitica - ha proposto di lavorare uniti e ispirati dalle parole che sono il motto della sua coalizione civica viareggina: concretezza (quella che ha consentito di salvare Viareggio dal dissesto); bellezza (Viareggio la sta ritrovando); felicità (quella che progressivamente ritorna nella vita quotidiana delle famiglie e delle imprese di Viareggio).

Non si dà nulla per scontato, perché si devono scegliere alcune priorità programmatiche e vanno scritte delle regole comuni. Anzi sarà difficile, perché stiamo vivendo un momento storico dominato da ondate di greve conformismo, in cui la partecipazione democratica dal basso viene scoraggiata in ogni modo da molti: dai vertici dei partiti (in particolare dai "nominati" dal Rosatellum), dalle concentrazioni di potere economico e mediatico, dai sedicenti esperti delle tecnocrazie, dall'arroganza (e ignoranza) dei populisti.

Grazie a una rete di moderatori - personalità provenienti da ciascuna delle tredici circoscrizioni elettorali della Toscana - inizia ora un lavoro di cucitura di un patto politico, programmatico, organizzativo ed elettorale fra centinaia di realtà comunali che devono collaborare restando però se stesse, civiche e libere. E anche un po' "matte", ha scherzato Del Ghingaro (che ha sempre risposto con il sorriso e con il lavoro ai tanti che lo hanno osteggiato).



domenica 22 settembre 2024

Civici in festa a Scandicci

 


L'associazione politica comunale "Scandicci Civica", animata da Giovanni Bellosi e protagonista di un importante affermazione elettorale nelle ultime amministrative del proprio comune, ha organizzato "Civici in festa" ieri e oggi, 21 e 22 settembre 2024, in piazza Guglielmo Marconi. Questa due giorni di incontri, amicizia, condivisione conferma che il civismo toscano è più vivo che mai.

Hanno portato una testimonianza, fra gli altri, Claudio Lucii (Poggibonsi), Enrico Buoncompagni (Figline e Incisa Valdarno), Renzo Luchi (Fiesole), Riccardo Galimberti (Firenze), Mauro Vaiani (Prato, garante di OraToscana e dirigente di Autonomie e Ambiente), Anna Ravoni (per dieci anni sindaca civica di Fiesole).

Nella loro diversità di storia personale e formazione culturale, queste persone stanno animando il dialogo regionale "La Toscana dei Cittadini", mantenendosi autonomi sia dal centrosinistra che dal centrodestra. Non è solo il rifiuto di un bipolarismo coatto, che non produce più alternative, ma solo alternanze di ceti politici al potere locale. Questa nuova stagione di civismo toscano rivendica un'identità nitidamente distinta dai partiti nazionali, per mettere avanti a tutto le attese della gente e la buona amministrazione.

I cittadini hanno il diritto di costituire formazioni politiche locali - veri e propri "partiti" comunali - secondo l'art. 49 della Costituzione. Si può "determinare la politica nazionale" lavorando autonomamente dal basso, dal proprio quartiere, dal paesino, dal comune, dalle relazioni interterritoriali e dalla dimensione regionale, senza lasciare che tutto venga deciso dai "cari leader" dei partiti del centralismo.

È a livello comunale che si devono assolvere le funzioni amministrative primarie, secondo l'art. 118 della Costituzione, dando piena attuazione a un antico, prezioso, umanissimo principio di sussidiarietà. Le persone devono poter trovare, quando possibile addirittura andando a piedi, tutto ciò che serve loro: ambulatori, servizi, scuole, buon cibo, acqua pura, sicurezza.

In questa eterogenea famiglia di civismo autonomo e autonomista sta emergendo una resistenza contro il progetto della "multiutility" regionale toscana. 

Rileggendo e cercando di attualizzare l'art. 43 della Costituzione, ci si domanda se davvero abbia senso concentrare in una unica azienda toscana (di diritto privato ancorché a capitale prevalentemente o anche integralmente pubblico) tutti i servizi essenziali, le fonti di energia, i monopoli naturali del ciclo dell'acqua e del riscaldamento, la raccolta dei rifiuti, le reti di comunicazione digitale e chissà cos'altro.

Questa "azienda" diventerebbe un "grande fratello" della Toscana. Svuoterebbe di poteri e risorse la regione, le province, le associazioni fra comuni, i comuni stessi. È un pericolo per chi crede nella democrazia, nel pluralismo, nelle diversità, nella prossimità.

Una tale concentrazione di potere e di risorse non ha nulla di sociale o liberale, popolare od ecologista.

Poiché la filosofia della "multiutility" è al momento egemone sia nella sinistra che nella destra, chi ha qualche dubbio in proposito si deve organizzare, nel modo più inclusivo e innovativo possibile.


lunedì 2 settembre 2024

Un sorriso contro i seminatori di discordia

 


Con il suo sorriso, la parlata romanesca, i ringraziamenti agli amici del X Municipio di Roma (quello sul mare, che comprende Ostia), il saluto ad Alice (la "ragazza sua"), Rigivan Ganeshamoorthy ci ha conquistato tutti.

Classe 1999, figlio di immigrati dallo Sri Lanka, "Rigi" è l'atleta paralimpico che ha vinto oggi una medaglia d'oro in una delle sue specialità, il lancio del disco, alle Paralimpiadi di Parigi 2024.

Con poche parole ha spazzato via tutti i seminatori di discordia del nostro tempo: neonazionalisti, neorazzisti, imprenditori dell'odio di ogni schieramento.

Alla domanda su come trovava l'esperienza paralimpica ha risposto con una battuta fulminante: "Bella, ma ci sono un po' troppi disabili". Detta da lui, portatore di handicap molto seri, questa fulminante battuta ha spazzato via anche le ipocrisie dell'odioso "politicamente corretto"

"Rigi" è un giovanotto romano, l'ennesima prova vivente di quanta forza attrattiva abbiano le nostre comunità locali, con la loro storia, la loro identità, l'originalità della propria cultura vernacolare, tanto antica eppure sempre capace di evolversi e includere, rinfrescare, generare sempre nuova gioia.

Per chi vuole conoscere meglio "Rigi":

https://www.ilfaroonline.it/2024/09/02/la-favola-di-ganeshamoorthy-alle-paralimpiadi-di-parigi-un-oro-per-mia-madre-roma-e-il-decimo-municipio/586166/

https://it.wikipedia.org/wiki/Rigivan_Ganeshamoorthy

https://www.ilpost.it/flashes/ganeshamoorthy-interviste-record-del-mondo/

https://x.com/grande_flagello/status/1830349466894803314

https://x.com/grande_flagello/status/1830349466894803314 https://x.com/grande_flagello/status/1830349466894803314

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mercoledì 31 luglio 2024

La Toscana dei cittadini

 

Sotto il motto "La Toscana dei cittadini" continuano dialogo, conoscenza reciproca, percorsi di collaborazione fra civismi e realtà politiche autonome e locali, avviati  lo scorso 8 luglio con un primo incontro pubblico a Scandicci.

In un comunicato di oggi, i promotori della rete civica annunciano l'allargamento dei loro contatti e la prosecuzione, anche in piena estate, delle prime forme di collaborazione.

Le prime adesioni includevano esponenti di diverse località, come Alberto Andreoli (Pontedera), Giovanni Bellosi (Scandicci), Enrico Buoncompagni (Figline e Incisa Valdarno), Federico D'Anniballe (Ponsacco), Vincenzo De Franco (Signa), Filippo Pierini (Greve in Chianti) e Andrea Poggianti (Empoli).

Ad oggi si sono collegate nuove realtà, rappresentate da Pardo Cellini, consigliere comune di Certaldo; Pierluigi Piccini, ex sindaco di Siena e assessore di Piancastagnaio; Sergio Mazzocchi, sindaco di Gambassi Terme; Francesca Marrazza e Riccardo Galimberti, RibellaFirenze; Vincenzo Carni e Ione Orsini, lista civica Un Cuore per Vecchiano; Mauro Vaiani, garante di OraToscana (rete di autonomismo, territorialismo, civismo e ambientalismo collegata con Autonomie e Ambiente); Michele Bazzani, ex sindaco di Barberino Val d'Elsa; Primo Bosi, Vaiano; Luca Artino, vicesindaco di Lamporecchio.

C'è un cantiere aperto, con la convinzione che, partendo dal basso, si possano dare risposte più concrete alle attese dei cittadini.

Cittadini toscani che, non a caso, a decine di migliaia nelle ultime
elezioni, nonostante la forte pressione del bipolarismo imposto dai media e dall'alto, hanno riposto la loro fiducia in liste civiche locali alternative ai partiti tradizionali.

Questo dato - scrivono i promotori - merita non solo attenzione, ma impone anche la necessità di esplorare un percorso condiviso.

In settembre si terranno altri incontri, provinciali e territoriali, per allargare ancora di più il dialogo fra le realtà civiche comunali indipendenti dalle piramidi politiche nazionali.

Sempre a settembre, la lista Scandicci Civica organizzerà l'evento "Civici in Festa", durante il quale si terrà un ampio dibattito sul futuro del civismo in Toscana, con la partecipazione delle varie realtà civiche della regione già in rete.

La Toscana dei Cittadini invita tutti i cittadini interessati a partecipare e a contribuire attivamente a questo progetto, che mira a creare un'alternativa solida e rappresentativa per il futuro della regione.

Per ulteriori informazioni e adesioni, sono disponibili i contatti Whatsapp dell'ufficio stampa dei promotori:

- 338 7616126

- 348 6022103



mercoledì 20 settembre 2023

Cominciare a uscire da un quarto di secolo di errori sull'immigrazione

 

Nessuna, fra le voci che abbiamo raccolto su questo blog, ha delle ricette in tasca, né può fare annunci roboanti, né può riempire i media di sciocchezze. Siamo però attivisti politici. Abbiamo dei principi, delle competenze, una grande passione, una creatività, un devoto realismo (la realtà sarà la nostra guida interiore, scriveva E. Mounnier).

Fatto: da almeno un quarto di secolo i media italiani e i leader di centrodestra e centrosinistra - peraltro tutti più o meno da allora sotto il controllo delle stesse teste e degli stessi gruppi di potere - non sta governando né fronteggiando il problema delle migrazioni; né dell'immigrazione legale o clandestina; né delle emigrazioni. Se da così tanto tempo hanno fallito tutti quanti, si potrebbe anche legittimamente pensare che qualcuno ci abbia marciato. Ma quest'ultima, ovviamente, è solo una ipotesi "andreottiana". Non penso solo agli ultimi imprenditori della paura che sono saliti al potere - Salvini e Meloni - ma anche a molti altri.

Non penso, sia chiaro, a persone che ho conosciuto nei territori, come il mio antico e colto amico Alessandro Antichi, sul versante di centrodestra, oppure i miei tanti amici di centrosinistra. Penso a persone molto più potenti, molto più in alto, che non mancano di certo (NdA).

Fatto: i numeri veramente biblici di migranti hanno origine dalle guerre. Non è nel potere della Repubblica Italiana (e nemmeno dell'Unione Europea), ricostruire il Biafra, l'Iraq, lo Yemen del Sud, la Siria, la Libia, il Tigrè, l'Ucraina, della cui distruzione, peraltro, le nostre tecnocrazie portano qualche responsabilità. Il problema, davvero, non sono duecentomila africani che sbarcano sulle spiagge di Lampedusa o della Sicilia in un anno.

Non nego, sia chiaro, che dall'Africa subsahariana siano in moto centinaia di migliaia di persone che affrontano un viaggio terribile che per molti di loro terminerà con la morte nel deserto o in mare. Già dieci anni fa la piccola repubblica di Tunisia, circa dieci milioni di abitanti, ospitava già un milione di africani in cerca di una vita migliore - lo so perché me ne occupavo come responsabile di una iniziativa caritativa. Non sarà facile governare le loro illusioni e soprattutto le loro disillusioni (NdA).

Venticinque anni di errori, di legislazione (internazionale, europea, italiana) sbagliata, di malgoverno, malagestione e - non di rado - malversazione, non possono essere risolti in poco tempo, da nessuno.

Eppure, nonostante la gravità della situazione, noi coltiviamo la speranza che questi problemi possano essere affrontati.

Il primo fondamentale passo che dobbiamo fare, nella Repubblica Italiana, se possibile in accordo con tutti i nostri partner dello spazio Schengen, è abolire le leggi proibizioniste e quindi criminogene, a cominciare dalla famigerata Bossi-Fini (ma ce ne sono molte altre, che riguardano l'istruzione, la previdenza, l'assistenza sociale, la cittadinanza - e va fatto senza guardare né troppo a destra, né troppo a sinistra, ma tenendo ferma la barra sul buongoverno di tradizione autonomista, ispirato da antichi principi cristiani, socialisti e liberali).

Per questo da anni lottiamo e dobbiamo continuare a lottare.

Per questo noi, che rappresentiamo un'anima civica e civile, ambientalista e territorialista, riformista e sempre orientata verso giustizia, libertà, responsabilità, quell'anima, anzi quelle anime che si stanno raccogliendo nel Patto Autonomie e Ambiente, dobbiamo, dovremo partecipare alla vita pubblica e alle prossime elezioni europee 2024, con parole di verità, di compassione, di buon senso.


domenica 17 settembre 2023

La triste parodia di Pontida

 

La diretta della trentesima edizione del raduno di Pontida conferma una verità triste: Pontida è ormai ridotta a una parodia di se stessa. Siamo passati dal giuramento al tradimento, grazie a una classe dirigente che è al potere e in prima fila da ormai un ventennio. Persino il dirigente giovanile è lì da oltre quindici anni. 

Le leghe di vent'anni fa sono state cancellate dal centralismo autoritario di Bossi e Berlusconi. Per chi mastica un po' di storia, filosofia e scienza politica, è facile capire che si tratta di un classico caso di eterogenesi dei fini, dovuto all'incompatibilità fra fini e mezzi. Non si arriva a realizzare ideali federalisti e decentralisti, con una organizzazione verticale, verticista, che qualcuno giustamente definisce "leninista". 

Quanto al linguaggio e agli slogan, che sono rivelatori di ciò che sta succedendo, ben di più dei formali omaggi alle autonomie, da essi si capisce il posizionamento politico della Lega Salvini: contro i negri, contro le baby gang, contro le auto elettriche, contro un inesistente (e mai esistito, con buona pace del furbissimo Berlusconi che sempre ne evocava lo spettro) "comunismo" italiano ed europeo. Il tutto, ribadiamolo, da una classe politica centrale che da vent'anni contribuisce al declino di tutto, dalla sanità, alla scuola, a tutti i servizi pubblici e beni comuni. Molti amministratori locali sono ben altra cosa da questi cialtroni incompetenti e, politicamente parlando, imbroglioni, ma è chiaro che, manzonianamente, se uno non ha il coraggio di uscire da questa piramide di menzogne e ipocrisia, non se lo può dare.

Tuttavia la Pontida di quest'anno introduce un elemento di chiarezza: la presenza di Marine Le Pen. A questo punto non ci sono più scuse, il castello fantastico tenuto su dai media attorno a capitan Salvini, genero di Verdini, potrà anche reggere, ma senza i voti degli autonomisti di ogni denominazione.

A questo proposito riceviamo e pubblichiamo integralmente un approfondimento politico che abbiamo ricevuto dal Patto Autonomie e Ambiente (di cui fa parte la nostra rete civica OraToscana). Buona lettura!

* * *

C’è vita oltre Pontida

Il tradimento di Pontida chiarisce finalmente un equivoco durato per un ventennio: nessun gruppo autonomista, d’ora in poi, resterà ostaggio del ciarlatanismo politico, del falso popolarismo, degli aspiranti “podestà” d’Italia


Venezia – Milano – Roma – Napoli – Palermo, 15 settembre 2023

Pontida si è trasformata in un raduno italo-francese di nazionalisti e centralisti, all’interno del quale gli autonomismi saranno trattati un po’ come il folklore in età fascista. Finalmente si fa chiarezza e d’ora in poi nessun movimento territoriale, locale, civico resterà più ostaggio dei ciarlatani che hanno tradito il federalismo delle prime leghe.

Le destre e non pochi centristi (più o meno "scatenati") scherzano con il fuoco dell'elezione diretta del "podestà" d'Italia, che sarebbe per la Repubblica più o meno come una bomba atomica su Roma. Altro che popolarismo o conservatorismo, l’elezione diretta del presidente o del primo ministro di una Repubblica complessa e grande come l’Italia, sarebbe l’ennesima recidiva di quella grave malattia politica che è il centralismo autoritario, sempre accompagnato da retorica populista e disprezzo del Parlamento.

Le sinistre, intanto, si accaniscono contro lo spettro di una "autonomia differenziata", che tutti sanno essere irrealizzabile, così come proposta oggi dai salvinisti. Infatti hanno votato – le sinistre con le destre - per far sì che le finte autonomie di Calderoli, oltre che "a tempo", siano anche "revocabili" prima della scadenza. La politica italiana, insomma, continua a bombardare ciò che aveva di più prezioso: le tradizioni autonomiste di buongoverno locale.

Il nostro impegno in difesa della Repubblica delle Autonomie e dell’Europa dei popoli, è quindi necessario. Ci saremo come PATTO AUTONOMIE AMBIENTE, per l'Europa e per la pace, rappresentando i valori della Carta di Chivasso del 1943 e le innumerevoli lotte locali per l'autogoverno e il buongoverno dei territori, per le autonomie personali, sociali, territoriali, per la salvaguardia del creato, per le tradizioni e le libertà di tutti: individui, famiglie, piccole imprese, comunità.

La partecipazione del PATTO AUTONOMIE AMBIENTE alle elezioni europee del giugno 2024 sarà possibile grazie alla nostra forza guida, il Patto per l’Autonomia Friuli-Venezia Giulia, e al nostro partito europeo Alleanza Libera Europea - European Free Alliance (ALE/EFA).

* * *

Per ulteriori approfondimenti:

info@autonomieeambiente.euhttps://www.autonomieeambiente.eu



   


venerdì 8 settembre 2023

Per una sanità pubblica e prossima, cioè veramente a misura di persona umana

 

Per cosa siamo impegnati nel civismo, nell'ambientalismo, nel territorialismo, in un moderno autonomismo? Perché la società resti umana.

Si riparte dalle cose minime, che una volta davamo per scontate, ma ora non lo sono più.

Le persone hanno diritto a un medico di fiducia, facilmente raggiungibile.

Le comunità - ogni quartiere e ogni paesino - hanno diritto a un ambulatorio di prossimità.

I medici hanno diritto alla piena autonomia scientifica e professionale, sollevati dall'oppressione delle burocrazie (anche quelle dell'ordine dei medici), delle tecnocrazie, delle multinazionali.

Quesi minimi presidi possono essere realizzati solo da forti governi locali, con ampia autonomia finanziaria, normativa, organizzativa. Si riparte sempre dai comuni, insomma.

Invito tutti a seguire questo impegno del nostro PATTO AUTONOMIE E AMBIENTE:

https://www.autonomieeambiente.eu/news/183-per-una-sanita-pubblica-e-prossima


 


domenica 2 luglio 2023

Per la dignità del lavoratore


 

E' scritto nella Costituzione della Repubblica italiana:

Art. 36 (I comma):
Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.


E' dagli anni Ottanta che il rispetto di questa disposizione costituzionale sta arretrando.

Questa norma, lo scriviamo sommessamente, ha rischiato di cadere in desuetudine anche perché una ampia maggioranza di elettori adulti ha goduto di un relativo benessere, grazie al proprio reddito, al risparmio accumulato nelle famiglie durante gli anni del "boom" economico dei territori italiani, alla disponibilità di patrimoni magari ancora più antichi. 

Troppi cittadini si sono dimenticati di questo comando costituzionale, perché per essi era assolto, grazie al lavoro loro e delle generazioni precedenti.

Poi, man mano che è avanzato il mercato unico europeo e che si è deciso che questa nostra comunità continentale fosse aperta al libero scambio globale, la situazione è diventata più complessa.

Si è accettato per decenni che gli stipendi restassero fermi, per non perdere competitività rispetto alle fabbriche del mondo dove gli stipendi erano ancora più bassi. Qualche settore, in qualche capitale industriale e tecnologica, è potuto restare competitivo attraverso continue innovazioni di processo e di prodotto, senza comprimere i compensi, ma questo non è mai stato e non sarà mai generalizzabile (le eccellenze dell'export sono l'eccezione, non la regola, in una società globalizzata, speriamo che questo sia chiaro...).

Aggiungiamo che vivere usando come unica moneta una valuta internazionale forte come l'Euro ha reso le cose ancora più complicate.

La situazione è così profondamente cambiata. Lentamente, ma inesorabilmente, stanno aumentando i cittadini che oggi, pur lavorando, pur essendo titolari di una pensione, pur avendo persino piccole proprietà immobiliari, sono poveri e anzi si stanno impoverendo sempre di più.

Alcuni leader di opposizione hanno appena sottoscritto una proposta di legge sul salario minimo, nel tentativo di offrire almeno una prima risposta a questo storico problema dell'impoverimento di massa. Essi si sono concentrati sul tema dei "working poor", il lavoratore povero, e hanno immaginato una prima risposta: imporre per legge un salario orario minimo di 9 Euro.

Purtroppo 9 Euro l'ora - peraltro lordi - lavorando 35 ore per 4 settimane, diventano 1.260 Euro al mese...

Uno stipendio che possiamo definire di sopravvivenza, in questa società impostata su questi stili di vita e livello di consumi (sempre indotti, spesso imposti).

Ammesso, ovviamente, che non si viva da soli, che non si abbiano figli, che si viva in zone economicamente e socialmente marginali (cioè più economiche, ma comunque non del tutto prive di servizi pubblici universali).

E' una proposta di buona volontà, certo, ma è una risposta davvero modesta, di fronte alla gravità del problema.

Con quelle cifre siamo ben lontani dal rispetto della Costituzione e lontanissimi dall'offrire una speranza a decine di milioni di cittadini di questa Repubblica.

C'è anche un altro ostacolo, diciamo reputazionale, per i firmatari di quella proposta, che sono Giuseppe Conte (Movimento 5 stelle), Nicola Fratoianni (Sinistra italiana), Matteo Richetti (Azione), Elly Schlein (Partito democratico), Angelo Bonelli (Europa Verde) e Riccardo Magi (+ Europa).

Essi sono considerati da una vasta opinione pubblica responsabili dell'impoverimento di massa. Nella migliore delle ipotesi essi o i partiti che essi guidano sono considerati incapaci di affrontare il problema. A torto o a ragione, sono invotabili, o meglio votabili solo dai loro affezionati.

Non è del tutto giusto, ovviamente, perché quei partiti hanno al proprio interno persone serie che stanno cercando di cambiare rispetto agli errori del passato, ma la realtà è questa.

Questa proposta di salario minimo è veramente troppo poco e troppo tardi.

Il nostro patto Autonomie e Ambiente cerca di guardare insieme più da vicino e più in lontananza. Siamo convinti che non esistano ricette semplici per frenare il processo di impoverimento delle masse nella globalizzazione, tanto meno che esistano soluzioni "europee" o "italiane", valide per tutti i nostri territori. Tuttavia qualcosa può essere fatto subito, per fronteggiare l'emergenza, e qualcosa può essere avviato cercando di essere lungimiranti, senza cedere nelle fallaci chimere del centralismo autoritario.

Per esempio si potrebbe, STATIM (subito), porre fine alle esternalizzazioni in tutte le amministrazioni pubbliche locali. Garantire una dignità minima a tutti i lavoratori di ogni comune della Repubblica, internalizzando coloro che oggi sono ostaggi degli appaltatori e dei subappaltatori, vorrebbe dire assicurare un punto di riferimento, di stabilità, di servizio, di resistenza. Si avrebbero più lavoratori pubblici, più autorevoli e più sereni, a occuparsi degli umili, a custodire i beni comuni, a curare i territori. Come sanno gli esperti di gestione del personale, nel campo dei servizi pubblici (che non sono produzioni aziendali comprimibili o estensibili secondo richieste di mercato), questo non costerebbe affatto di più. Toglierebbe potere e reddito a qualche appaltatore, ma produrrebbe dignità per molti lavoratori.

GRADATIM, cioè con un serio e competente gradualismo riformista, si potrebbero avviare riforme attese da tanto tempo, come la drastica riduzione delle tasse sul reddito da lavoro (ogni forma di lavoro), affidando alle autorità locali, in un serio sistema di federalismo fiscale, la leva di una maggiore imposizione sulle case e sulle cose, magari coniugandola con la massiccia circolazione di monete fiscali locali complementari, con il fine di incoraggiare la cooperazione fra autorità pubblica, proprietari privati, imprenditori locali, per la transizione ecologica.

La moneta, al contrario di quello che pensano gli apprendisti stregoni che hanno in mano il potere nella Eurozona, deve circolare di più, non di meno, per consentire a persone, famiglie, imprese, di soddisfare i propri bisogni.

Promettiamo, insomma, cambiamenti magari più difficili, ma che varrebbero molto di più di 1.260 Euro lordi al mese.


mercoledì 8 giugno 2022

Al voto domenica 12 giugno 2022

Insieme al mondo civico ambientalista autonomista di OraToscana, in particolare con la più significativa delle nostre esperienze, la lista civica "Un Cuore per Vecchiano", ci siamo esposti per sostenere alcune idee, esperienze e anche singole persone di valore.

Siamo per i cinque SI' ai referendum popolari che, attraverso piccoli segnali, cercano di dare una spallata all'incapacità e all'ipocrisia della politica centralista (e autoritaria) che priva i cittadini di una giustizia giusta.

Abbiamo deciso di sostenere la candidatura a sindaco di Carrara di Simone Caffaz e di incoraggiare la lista civica ambientalista, ricca di valori autonomisti e localisti, "Capitale Carrara", che sostiene la rivoluzione gentile di Simone Caffaz nella bella città, incrocio cruciale di culture e valori fra Toscana e Liguria.

Abbiamo espresso simpatia e rispetto per Samuela Breschi, candidata sindaco di Pistoia con la piccola ma coraggiosa esperienza di "Onda Etica", che ha il merito di aver riunito un antico attivismo a favore dei beni comuni e dell'autogoverno locale insieme alle istanze di resistenza all'autoritarismo sanitario di questi ultimi anni di crisi pandemica.

Altre persone ci piacciono e andrebbero ricordate per la generosità, il candore, la competenza che hanno già dimostrato. Meritano di essere rielette, per esempio, a Lucca, persone come Enzo Giuntoli, ricandidato con il PD, ma anche Cristina Consani, ricandidata con la lista civica Lucca 2032, indipendentemente da quale sarà, alla fine, il nuovo sindaco di Lucca.

Se ci seguite sui social, trovate i segni della simpatia e del sostegno che abbiamo cercato di dare.

Qualche link per chi volesse approfondire:

https://www.referendumgiustiziagiusta.it/

https://mailchi.mp/7f08a7f6da4c/domenica12giugno?e=[UNIQID]

https://www.facebook.com/OraToscana

https://www.facebook.com/capitalecarrara

https://www.simonecaffazsindaco.it/

https://www.facebook.com/Onda-Etica-Lista-civica-104152352303239

https://www.instagram.com/p/Cejuo8gq953/?igshid=YTgzYjQ4ZTY%3D

https://twitter.com/oratoscana

Enzo Giuntoli

Cristina Consani

Per seguire il lavoro politico e culturale di OraToscana, seguiteci sul nostro canale Telegram:

https://t.me/OraToscana

 

Nella foto, scattata a Carrara il 7 giugno 2022 durante l'incontro fra Capitale Carrara e Un Cuore per Vecchiano, al bagno Nettuno di Marina di Carrara, si riconoscono, fra gli altri, Simone Caffaz candidato sindaco a Carrara, Ione Orsini (garante di Un Cuore per Vecchiano), Vincenzo Carnì (consigliere comunale di Un Cuore per Vecchiano), Mauro Vaiani (garante di OraToscana e segretario della rete Autonomie e Ambiente), Massimiliano Tedeschi (coordinatore della lista Capitale Carrara), Alessandro Nicodemi (candidato di Capitale Carrara), Carla Ragaglini (candidata di Capitale Carrara), Federica Tommasi (candidata di Capitale Carrara).

Gli altri candidati di Capitale Carrara sono: Mattia Andreani, Umberto Barzaghi, Angelo Batti, Flavia Biggi, Anna Caci, Riccardo Ciancianaini, Francesca Cortesi, Clara Chiara Crudeli, Stefano Dadà, Guido Fiaschi, Ilaria Ginesi, Valeria Lattanzi, Andrea Lugarini, Stefano Martini, Orietta Moriconi, Giulia Musetti, Luca Pucci, Mario Ragaglini, Giacomo Rossi, Antonio Saccardi, Luca Santi.

Segnaliamo, per chi volesse approfondire le grandi novità che stanno maturando a Carrara, anche questo pezzo del dott. Gabriele Maestri, pubblicato sul suo sito "I simboli della discordia". Attraverso la puntuale documentazione di Maestri sulle "forme" e sui "simboli" della politica, le persone che volessero studiare, approfondire, iniziare ad agire per il bene della propria comunità, possono imparare moltissimo:

https://www.isimbolidelladiscordia.it/2022/05/carrara-simboli-e-curiosita-sulla-scheda.html


giovedì 17 marzo 2022

Appello di Autonomie e Ambiente per il 2023


Pochi giorni fa, per la precisione il 9 marzo 2022, Autonomie e Ambiente ha pubblicato un appello per la formazione di una lista dei territori per la Repubblica delle Autonomie. Non in solitudine, si specifica, ma cercando alleanze con tutte le forze storiche delle Autonomie e con quelle tantissime realtà civiche, ambientaliste, autonomiste, localiste, decentraliste, territorialiste, che si stanno moltiplicando in tutti i territori della Repubblica.

L'appello è articolato in dodici punti, molto densi, che richiedono a chi li voglia approfondire qualcosa che oggi è rara avis: capacità di studio, scelte di campo, senso di sacrificio. Non è, evidentemente, scritto per tutti. L'appello si rivolge a persone che coordinano realtà e lotte territoriali, che si sono già presentate alle loro elezioni locali, che amministrano o hanno amministrato.

Si capisce subito, dalla lettura dell'appello, che i movimenti di Autonomie e Ambiente, durante questi ultimi due anni di crisi pandemica, si sono schierati contro le torsioni autoritarie e il delirio del #GreenPass. Si comprende che la sorellanza decentralista è appassionata di economie locali e ispirata da decenni di resistenza alle storture della globalizzazione. Molto nette sono le prese di posizione contro il presidenzialismo e contro tutte le concentrazioni di potere. Tuttavia il mondo che potrebbe riunirsi in Autonomie e Ambiente, in una comune battaglia contro il centralismo dello stato italiano e della tecnocrazia europea, è ampio e diversificato. Non si sta unendo in un partito, ma anzi aspira a far arrivare nel prossimo parlamento una nuova ed estremamente plurale generazione di leader locali.

Interessante è la rivendicazione delle radici storiche. Ormai è raro incontrare in politica iniziative che abbiano una memoria così lunga. L'appello cita un elenco esemplare di padri costituenti: il valdostano Giulio Bordon, il toscano Piero Calamandrei, l'umbro Tristano Codignola, il siciliano Andrea Finocchiaro Aprile, il sardo Emilio Lussu, il romagnolo Aldo Spallicci, il friulano Tiziano Tessitori. Ciascuno di essi è stato "autonomista" a suo modo ma di certo, se le loro idee avessero prevalso, la nostra Repubblica Italiana sarebbe oggi molto più fedele al progetto di Repubblica delle Autonomie inciso nella Costituzione. Non saremmo ancora la Svizzera, ma di certo saremmo molto meno arretrati, dal punto di vista della qualità e della responsabilità dell'autogoverno locale, di quanto siamo oggi.

 

L'appello politico-elettorale è accompagnato da una suggestione grafica molto significativa (vedi immagine qui sopra): una carrellata di sei simboli che sono stati usati in quasi mezzo secolo di alleanze tra forze politiche territoriali. La suggestione contiene un messaggio che solo coloro che hanno partecipato in prima persona a questo dialogo tra forze locali possono ascoltare.

La sfida di Autonomie e Ambiente è quella di tramandare alla generazioni future sentimenti apparentemente lontani nel tempo e nello spazio, eppure incredibilmente convergenti come l'antico autonomismo antifascista della Union Valdôtaine, la storica rivendicazione dell'identità e dell'autogoverno friulano, l'autonomismo della Romagna e della Toscana, la voglia di riscatto di Napoli, la rivolta di una terra come la Calabria contro un feroce neocolonialismo interno, l'anticolonialismo esplicitamente indipendentista di Sicilia e Sardegna.

Per approfondire, si deve leggere integralmente l'appello:

https://www.autonomieeambiente.eu/appello-2023

Su uno dei siti più attenti ai movimenti profondi della politica italiana, "I simboli della discordia", Gabriele Maestri ha dedicato un ottimo articolo ad Autonomie e Ambiente: 

https://www.isimbolidelladiscordia.it/2022/03/autonomie-e-ambiente-il-progetto-e.html

Non si dimentichi che Autonomie e Ambiente è strettamente connessa con una piccola ma combattiva famiglia politica europea, l'Alleanza Libera Europea, meglio nota come European Free Association (EFA). Si tratta della componente, interna al gruppo verde nel Parlamento europeo, che raccoglie le storiche nazioni senza stato, come Catalogna e Corsica, ma anche tantissimi autonomisti ambientalisti da tutto il continente. Per chi volesse approfondire questo aspetto:

https://www.autonomieeambiente.eu/chi-siamo

Un'ultima annotazione la vogliamo fare riguardo allo studio di simbolo con cui si presenta Autonomie e Ambiente (riprodotto in cima a questo post). Non è un simbolo elettorale definitivo, quello verrà scelto più avanti dalle forze della sorellanza, ma contiene senza dubbio alcune idee forti: la scelta ecologista, la critica dell'Europa così com'è oggi, l'antiautoritarismo del "Ragazzo che sorride" (lo Smiling Boy del Forum Civico di Vaclav Havel). Non si può fare a meno di notare, infine, in questa famiglia politica confederalista, la centralità della persona umana e delle comunità in cui essa si realizza. E' per la persona e le sue comunità più prossime e quindi più vitali, che Autonomie e Ambiente ha abbracciato la suggestione dell'autogoverno di tutti dappertutto, tanto cara al nostro blog.

* * *



 

giovedì 17 febbraio 2022

Il compito autonomista

Con un omaggio a Tristano Codignola (1913-1981)

 


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Il nostro moderno, aggiornato, colto autonomismo toscano ha un ruolo cruciale, qui e ora.

In questi ultimi drammatici tempi, noi decentralisti ci siamo messi di traverso, insieme a non molti altri, rispetto allo stato di emergenza, alla dittatura sanitaria, alla sorveglianza universale, alla violazione dei corpi, al delirio dei famigerati certificati verdi (Green Pass). Non ci limiteremo tuttavia, sia chiaro, a lottare contro queste degenerazioni che sono conseguenza e non causa di una eccessiva concentrazione di potere, minacciosa per l'intero pianeta.

Il nostro è un lavoro per l'autogoverno di tutti, dappertutto, non certo solo della nostra terra o del nostro campanile.

E' un compito da far tremare i polsi, ma, grazie al nostro patrimonio culturale, al capitale sociale accumulato nella nostra storia, alla nostra felice posizione geopolitica, possiamo e dobbiamo portarlo avanti.

Nei nostri comuni, nei territori, nelle repubbliche culturali di Firenze, Pisa, Siena e Lucca, abbiamo più strumenti di altri e quindi maggiori responsabilità. Dobbiamo metterci al lavoro, senza risparmiarci.

Saremo determinanti nella drammatica lotta che ci aspetta per salvare la Repubblica delle Autonomie personali, sociali, territoriali. Fermeremo l'avvento del presidenzialismo. Metteremo fine alla stagione degli uomini soli al comando, nominati da opaci poteri mediatici come podestà di città e regioni.

Mai come oggi, con i vertici della Repubblica Italiana e della Unione Europea occupati da persone così poco rappresentative delle persone, delle comunità, dei territori, il nostro impegno è necessario. 

Sconfiggeremo il centralismo autoritario, quello italiano e quello europeo. 

Porteremo avanti il grande cantiere internazionale dell'anticolonialismo, per la giustizia, la pace tra tutti i popoli del mondo, la salvaguardia del creato.

Restituiremo ai nostri conterranei e concittadini il gusto di partecipare ai processi democratici e fiducia nelle istituzioni.

Aiuteremo una nuova generazione di leader locali a farsi valere nella guida delle nostre comunità.

Siamo in rete con le migliori tradizioni decentraliste, federaliste, confederaliste, indipendentiste d'Europa e del mondo.

Siamo seduti sulle spalle delle madri e dei padri che hanno tenuta viva, in passato, la "questione toscana", hanno resistito al colonialismo, si sono opposti alla "Inutile strage", hanno combattuto il fascismo, sono stati tra i fondatori della Repubblica delle Autonomie, hanno organizzato la moderna regione Toscana, hanno criticato la partitocrazia e il "sessantennio", sono stati tra i pionieri dei movimenti civici e verdi, hanno combattuto le ossessioni del proibizionismo, la distruzione del pluralismo spirituale e culturale, il conformismo dei media, l'austerità euromaniacale, la tecnocrazia europea, il militarismo neoimperialista, le follie della globalizzazione selvaggia.

Fra di essi vogliamo ricordare (grazie a una gradita sollecitazione dei Socialisti Autonomisti Toscani) Tristano Codignola (1913-1981), un socialista toscano di origine umbra, un uomo di pensiero e azione, libero e irrequieto, generosamente impegnato, insieme con gli altri autonomisti della Costituente, per la nascita di una vera Repubblica delle Autonomie, fondata su (parole sue) "i più ampi poteri di autogoverno e di legislazione locale" (1946).

Organizzeremo la nostra rete civica, ambientalista e autonomista, OraToscana, fondata sulla partecipazione popolare e la formazione di una nuova generazione di amministratori locali al duro lavoro della politica.

Impariamo dagli errori e dalle sconfitte, ma sentiamoci forti dell'immenso patrimonio lasciatoci dalle poderose radici cristiane, anarchiche, socialiste, libertarie, localiste e federaliste, dalle quali il nostro civismo, ambientalismo, autonomismo trae linfa vitale.

Renderemo migliore la vita nei nostri paesi di Toscana, consegnando intatto alle generazioni future tutto ciò che d'importante è rappresentato dalle parole "Toscana dolce matria nostra".

 

Pensieri e azioni di Tristano Codignola
(fonte: http://www.toscananovecento.it/)


domenica 6 febbraio 2022

Confederarsi tra territori contro il centralismo

L'assemblea ecologista che si è tenuta ieri, sabato 5 febbraio 2022, a Firenze, ha riunito alcune centinaia di attivisti, studiosi, amministratori locali di un vasto mondo civico, ambientalista, tra i quali alcune persone con una chiara visione territorialista, localista e autonomista.

Per attivisti di vecchia data come chi scrive, inevitabile è il confronto con il lavoro di trent'anni fa per la creazione di un'area confederata tra movimenti e persone civiche, verdi, federaliste. Alcune cose s'intravedevano già allora, almeno tra pochi coraggiosi che si riunirono alla fine del 1991 all'Unione Inquilini di Vincenzo Simoni e Stefania Ferretti.

Purtroppo quel lavorìo dell'inizio degli anni Novanta finì nelle catacombe, mentre nella Repubblica, nelle istituzioni europee, nella globalizzazione, si avviarono pericolosi processi centralisti e autoritari.

Possiamo, dobbiamo tener desta la speranza, dopo questi due anni di infodemia, sindemia, pandemia, centralismo autoritario e terrore, spoliazione dei territori e violazione dei corpi. Sono state distrutte molte illusioni e molte altre menzogne verranno presto smascherate, a cominciare dalle follie del centralismo tecnocratico della Eurozona.

Trent'anni dopo, il localismo che allora fu emarginato, oggi si ripresenta, testardamente, come una prospettiva feconda. 

Lo hanno testimoniato i Verdi del Sudtirolo, rappresentati ieri da Riccardo Dello Sbarba (Volterranno trapiantato a Bolzano) e Brigitte Foppa (la capogruppo dei verdi nel landtag di Bolzano). Lo testimoniano persone di una nuova generazione civica, ambientalista e autonomista, come Giulia Massolino, neoeletta consigliera comunale di Adesso Trieste, una lista civica vicina al Patto per l'Autonomia del Friuli-Venezia Giulia.

Occorre confederare movimenti politici territoriali, determinati a perseguire l'autogoverno dei territori, per costruire una presenza politica ed elettorale significativa per fermare il centralismo autoritario nella Repubblica Italiana e oltre.

Trent'anni dopo oggi c'è Autonomie e Ambiente, per riprendere un antico discorso confederalista, territorialista, civico, autonomista, ambientalista. Sarà capace di un dialogo serrato con tutti coloro che si sono riuniti ieri a Firenze.

Non è troppo tardi per fare qualcosa di buono qui e ora, magari già per le elezioni politiche del 2023.

Se fallissimo ancora una volta, avremmo comunque consegnato alle generazioni future i valori di una politica buona, pensata e fatta dal basso, da comunità locali, a misura di persona umana, per la pace, la giustizia, la salvaguardia del creato.

Un futuro, insomma, forse l'unico oggi immaginabile, per esseri umani che vogliano restare tali.


Giulia Massolino a Firenze, 5/2/2022

Brigitte Foppa e Riccardo Dello Sbarba (Verdi Sudtirolo) a Firenze, 5/2/2022



 

  

domenica 30 gennaio 2022

Pensieri da Piacenza

 


Ho avuto l'onore di essere invitato come relatore aL Festival della cultura della Libertà, a Piacenza, oggi, domenica 30 gennaio 2021. E' stata la sesta edizione del Festival, sul tema: “La libertà al tempo della paura. Come riconquistare i diritti perduti? - Liberi di scegliere”. Ho parlato nella Sessione VIII, sul tema: “Dinanzi alla pandemia, centralismo o localismo?”, affiancando il deputato ticinese Paolo Pamini e il prof. Carlo Lottieri. Ringrazio di cuore i promotori del Festival: Associazione Liberali Piacentini, Confedilizia, il Giornale, European students for liberty, per l'occasione che mi hanno dato di lanciare qualche spunto anticentralista, autonomista, localista e decentralista. Grazie di cuore a Corrado Sforza Fogliani, che del Festival è il padre, e all'amico Carlo Lottieri, che ne è il direttore scientifico. Grazie davvero al Festival, che ha ospitato anche la mia voce tra le molte (anche dissonanti, perché sotto l'ombrello del pensiero liberale c'è grande pluralismo). Di seguito qualcuno dei pensieri che ho portato e che, con l'ascolto delle importanti voci autonomiste che ho incontrato in questo evento, ho potuto arricchire. (Mauro Vaiani)

 


Localismo e fallimento del centralismo

Si dovrebbe essere autonomisti e decentralisti anche se il centralismo funzionasse. Chi resta centralista dopo aver vissuto questi due anni di pandemia e sindemia, giunti al termine di trent'anni di declino della Repubblica e di involuzione tecnocratica della Unione Europea, ha seri problemi di rapporto con il momento presente, la condizione degli umili, i nostri doveri verso le generazioni future.

Giornata della memoria 27 gennaio 2022

Ho ripensato alle parole di un'altra giornata della memoria, di dieci anni fa. A Firenze, mercoledì 25 gennaio 2012, parlando a Sant'Apollonia, il prof. Zygmunt Bauman, in una delle sue ultime apparizioni pubbliche, ci ammoni che la macchina dello sterminio è ancora intatta. La nostra civilizzazione globalizzata e tecnocratica è ancora capace di distruggere il genere umano e il pianeta.

Scrisse Primo Levi: “È avvenuto, quindi può accadere di nuovo: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire". Non sono tanto fantasmi del passato che dobbiamo esorcizzare, ma i presagi di un futuro possibile, perché mai c'è stato nel mondo così tanto potere concentrato in così poche mani e capace di fare male a così tanti. Se non si capiscono i pericoli del centralismo autoritario, le discussioni sulla pandemia, la sindemia, l'infodemia, lo stato d'emergenza, la crisi, rischiano di essere gracili.

Dentro una peste moderna

In guerra e con la peste, chi si spoglia e chi si veste. Ma anche i guadagni di pochi e le perdite di molti hanno cambiato scala e quindi qualità. I contratti dell’Unione Europea con #BigPharma sono stati fatti, ci dicono per il nostro bene. Ma perché farli così segreti e così opachi?

Quindi dentro una moderna caccia alle streghe

Nella modernità, cambiano scala e qualità anche le cacce alle streghe. I dissidenti del pensiero unico sono stati trattati come tanti Dreyfus: capri espiatori di masse scatenate da una stampa monocorde, foraggiata da poteri giganteschi.

Un potere così grande genera errori geometricamente più grandi

Il convergere di OMS, Cina, USA, EU, BigPharma e altre potenze del nostro tempo su una narrazione grevemente conformista del pericolo pandemico ha portato miliardi di persone ad obbedire a ordini quanto meno discutibili.

Tra i tanti ordini a cui abbiamo obbedito, due su tutti paiono particolarmente avventati: il rifiuto di praticare cure precoci anti-infiammatorie, che è stato imposto in modo particolarmente testardo in Italia; la vaccinazione dei guariti.

Eppure, almeno dal momento in cui è uscita la Great Barrington Declaration, sapevamo che c'era una luce in fondo al tunnel ma coloro che comandano la società globalizzata non volevano che ci incamminassimo in quella direzione.

Per approfondire:

http://diversotoscana.blogspot.com/2021/03/la-luce-in-fondo-al-tunnel-del.html

Verità e riconciliazione

Non crediamo si possano portare in tribunale errori storici e politici così gravi, ma, almeno in questa Repubblica, nella prossima legislatura, sarà giusto chiedere almeno una Commissione verità e riconciliazione.

Il nostro mondo autonomista si è messo dalla parte del torto

Non senza orgoglio, ricordiamo che il nostro mondo civico, ambientalista, autonomista e decentralista, quello di Autonomie e Ambiente, è sempre stato nettamente schierato dalla parte dei medici di famiglia, degli ambulatori rionali, delle cure precoci in scienza e coscienza, delle quarantene locali mirate contro i "lockdown" indiscrimati, dello "stare locali" non dello "stare a casa", della protezione mirata come suggerito dalla Great Barrington Declaration, contro la narrazione terroristica e, ancora di più, contro l'uso centralista e autoritario della paura e dell'inquietudine popolare.

Il tempo dell'obbedienza industrializzata di una umanità massificata è giunto al termine

Non abbiamo potuto approfondire questo punto a Piacenza, ma chi segue questo blog sa che siamo in un lungo 1989, un tempo di "Disintegration as Hope", come aveva previsto, prima e più chiaramente di altri, il grande boemo-tedesco-americano Karl Deutsch, a partire dal suo articolo "Social Mobilization and Political Development" del 1961, dedicato alla "mobilitazione sociale" e alle sue conseguenze politiche in un mondo sempre più interconnesso.

Una rivolta biopolitica

Che di fronte a una gestione così centralista e autoritaria della pandemia, scoppiasse una rivolta biopolitica, era proprio il minimo che c'era da aspettarsi.

Per approfondire:

https://diversotoscana.blogspot.com/2020/11/non-avrete-il-nostro-corpo.html

Che vuol dire essere autonomisti nel XXI secolo?

Non scalare le piramidi, ma smontarle. Non più solo anticolonialismo alla Léopold Sédar Senghor. Non più solo contrari al neocolonialismo esterno alla Magdoff. Non più solo ribelli al colonialismo interno stile il Tom Nairn degli anni Settanta (con il suo bel libro The Break-Up of Britain). I neonazionalismi, le piccole patrie, l’Europa dei popoli, tutte cose belle, ma non bastano più.

Oggi significa essere contrari alle concentrazioni di ricchezza e di potere in modo molto più radicale.

Spunti contro il terrapiattismo politico

Kirkpatrick Sale, un importante decentralista americano, a partire dalla sua forte identità ecologista, localista, di vicinanza alle comunità native, si è sempre impegnato nel dialogo con altri anticentralisti americani, inclusi coloro che erano radicati in tradizioni conservatrici della più remota provincia americana o del profondo Sud. Ha rivendicato la necessità di liberarsi dal terrapiattismo politico che aveva paralizzato intere generazioni di attivisti. La realtà della globalizzazione e delle concentrazioni di potere e di ricchezza che la dominano non è comprensibile, infatti, attraverso una sola dimensione, meno che mai quella lineare sinistra-destra.

Vanno accettate le provocazioni su come essere "antifragili", di Nassim Taleb: "Never describe, compare, or assess the effectiveness of political systems without reference to scale. Politics is not scale-free. One can be "libertarian” at the federal level, Republican at the state level, Democrat at the county level, socialist within the commune, and communist at the family and tribe level.".

Da leggere anche:

A case for the Balkanization of practically everyone : the new nationalism / Michael Zwerin - London : Wildwood House, 1976.

Da non dimenticare Leopold Kohr, che dopo molti rifiuti ricevuti, da parte di editori americani e inglesi, riuscì a pubblicare nel 1957 il The Breakdown of Nations. In Italia fu tradotto e pubblicato da chi? Da Adriano Olivetti e dalle sue edizioni di Comunità, naturalmente, nel 1960.

Contro i podestà e gli aspiranti tiranni, ancora su scala e qualità

Non c’è DEMOS, senza un territorio circoscritto, senza una lingua comune. Non c’è popolo libero, se i cittadini non conoscono personalmente i leader che eleggono, non sanno dove abitano, non possono incontrarli ogni mattina e tirar loro la giacchetta. Non c’è democrazia se non si conoscono le persone che ci governano e se chi ci governa non conosce noi.

Se il governante conosce solo grandi numeri, inevitabilmente – questo è ancora un tema antico riscoperto e riproposto con le parole di Taleb - si è prigionieri di un abstract universalism. Inevitabilmente chi ci governa da troppo lontano e da altrove tende a essere un self-righteous psychopath.

E' fondamentale, e il nostro mondo civico, ambientalista e autonomista lo fa e lo farà, mettersi di traverso contro tutte le elezioni mediatiche. No, quindi, all'elezione diretta di presidenti italiani ed europei. Va pronunciato un no netto a ogni forma di presidenzialismo.

Sussidiarietà e ritorno alla Costituzione e agli Statuti

Nella Costituzione e negli Statuti vigenti ci sono già principi forti e utili a un corretto equilibrio tra centri e periferie politiche: legalità, imparzialità, pubblicità e trasparenza, proporzionalità, responsabilità e obbligo risarcitorio, tutela del legittimo affidamento, principio del contraddittorio, obbligo di motivazione. Sussidiarietà, soprattutto, sia verticale, con compiti e responsabilità nitidamente affidate alle autorità locali più vicine alla gente; sia orizzontale, per lasciare agli individui, alle imprese, alle organizzazioni sociali la possibilità di rispondere in autonomia alle proprie esigenze.

Internet Reformation

Una bella provocazione di Pamini, che paragona l'accesso a Internet alla rivoluzione portata dall'invenzione della stampa. Un pensiero che ben si riconnette alle riflessioni sulla mobilitazione sociale di Karl Deutsch.

La defezione dal pensiero unico

Carlo Lottieri ci ha ricordato l’importanza delle defezioni dal pensiero unico, che sono state un segno di speranza, durante le torsioni autoritarie della pandemia.

Con Paolo Pamini si è riflettutto sulla necessità che le autonomie personali, sociali, territoriali, si organizzino in tempo di pace. Quando poi arrivano le emergenze e ci vengono tolte le libertà, è troppo tardi. E' difficile che le libertà ci vengano restituite.

Carlo Lottieri e Paolo Pamini ci hanno aiutato a riflettere sulla necessità che le persone tengano ben ferme le mani sulle proprie libertà, che sono prima di tutto quelle consacrate dall'autogoverno locale, echeggiando un pensiero che risale a Cattaneo, il quale a sua volta echeggiava Machiavelli, e poi su su fino alle parole di Aristotele sulla tirannia. 

Cambi di scala e di qualità

Nulla di ciò in cui abbiamo creduto e che abbiamo fatto funzionare per una comunità di 5.000 abitanti e poi essere facilmente esteso a una comunità di 50.000, o di 500.000, o di 5 milioni, o di 50 milioni, o di 500 milioni. Nulla, non importa quanto liberale o sociale ci sembri.

Inoltre siamo in una modernità tecnologica, dove ci sono strumenti nuovi di cui non siamo assolutamente coscenti, di controllo e sorveglianza universale.

Per approfondire:

https://diversotoscana.blogspot.com/2022/01/contro-la-sorveglianza-universale.html

 


domenica 9 gennaio 2022

No Green Pass contro la deriva centralista e autoritaria

Alcune modeste riflessioni dopo le manifestazioni No Green Pass di ieri, sabato 8 gennaio 2022.


 

A Livorno si sono riuniti i Toscani delle decine di gruppi ribelli al Green Pass, a protestare per l'accanimento dei centralisti autoritari del Draghistan contro gli abitanti delle isole, contro gli umili, contro i guariti, contro coloro che chiedono di essere curati e non schedati. 

A Torino si sono riuniti esponenti della Commissione Dubbio e Precauzione, del Coordinamento 15 Ottobre, parlamentari di opposizione al governo Draghi. E' stata annunciata la costituzione di un nuovo CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) contro la deriva centralista e autoritaria. Tra i protagonisti di Torino dobbiamo ricordare il prof. Ugo Mattei, l'on. Jessica Costanzo (componente Alternativa, ex Cinque Stelle), Luca Abba (resistente No Tav di lunghissima data), Stefano Puzzer (che si è collegato per telefono). 

Sabato 15 gennaio prossimo ci sarà una confluenza di queste e altre componenti su Roma, per un'altra testimonianza di resistenza al Green Pass.

Ricordiamo un caveat molto importante, lanciato dal prof. Ugo Mattei: i paragoni storici sono possibili e anzi necessari, ma vanno fatti non con il 1943, bensì con il 1924. 

L'antico CLN (con le sue articolazioni politiche e militari, tra cui il comitato per l'Alta Italia e quello della Toscana) si costituì il 9 settembre 1943, dopo che tutto era andato perduto con il fascismo e con la guerra, per fondare la nostra nuova Repubblica delle Autonomie personali, sociali e territoriali. 

Ciò che spetta ai nuovi resistenti di oggi, invece, è evitare un nuovo 1924, un altro fallimento aventiniano: dopo il delitto Matteotti una opposizione politica e sociale meno divisa avrebbe forse potuto porre fine al nascente regime fascista.

E' esagerato paragonare il governo Draghi a un nascente regime modernamente autoritario? A molti, compreso chi scrive, pare di no. C'è tanto di quello che Pasolini chiamava con preveggenza "tecnofascismo", nel sistema di potere che si è aggrappato attorno alla figura del presidente Mario Draghi.

Non ripeteremo qui i moniti contro la gestione centralista e autoritaria della crisi pandemica e sindemica e contro la prosecuzione dello stato di emergenza, che sono venuti dal variegato mondo delle Autonomie, dalla rete Autonomie e Ambiente, dal mondo civico, ambientalista e autonomista che qui in Toscana si raccoglie attorno a OraToscana. Sono tutti attuali e chi li ignora, mette drammaticamente in pericolo l'intera Repubblica delle Autonomie.

Non ricorderemo il caos provocato dal rifiuto ostinato (e probabilmente prezzolato) delle cure precoci e delle cure tout court, il terrore seminato dai media, l'acquisto con contratti segreti dei nuovi farmaci da pochissimi produttori privati (rendendo sempre più potente BigPharma), il caos legislativo e organizzativo provocato dall'uso abnorme della decretazione d'urgenza, l'umiliazione del Parlamento, la cancellazione di ogni diritto alla privacy, la violazione delle norme internazionali ed europee, la centralizzazione in una sola gigantesca banca dati (gestita da privati per conto del Ministero delle Finanze) di dati personali dell'intera popolazione, la sorveglianza universale, la caccia ai sani, l'umiliazione dei guariti, l'abbondono dei malati. Tutto questo non potrà mai essere dimenticato dalle reti di cittadinanza attiva.

Ricordiamoci, invece, che questo nascente regime ha già una sua legge "Acerbo". Se anche volessimo votare, con la pretesa di voler cambiare qualcosa, con le leggi attualmente in vigore, il nuovo Parlamento sarebbe ancora meno rappresentativo, meno plurale e meno libero.

 

 

E' difficile prevedere se la nostra resistenza contro la deriva centralista e autoritaria riuscirà a impedire che il Green Pass si stabilizzi come regime di sorveglianza universale, oppure se a primavera vedremo questo sistema di menzogne e terrore sciogliersi come neve al sole. Ogni caccia alle streghe ha fine, prima o poi. 

Nel frattempo partecipiamo con umiltà a tutte le forme di protesta nonviolenta e di disobbedienza civile, creiamo solidarietà fra i dissidenti, aiutiamo le persone più compententi a farsi ascoltare, stiamo vicini ai pochi consiglieri comunali e amministratori locali che non hanno gettato il cervello all'ammasso, incoraggiamo una nuova generazione di leader locali a candidarsi.

Nella babele delle voci del dissenso, non pensiamo mai di poter fare a meno del magistero di alcuni maestri, uno dei quali è certamente il prof. Ugo Mattei insieme alle persone impegnate in Generazioni Future.

Nel moltiplicarsi delle iniziative individuali, valorizziamo il lavoro dei collettivi, come la comunità dei lavoratori del porto di Trieste, che ha per portavoce l'umile e mite facchino Stefano Puzzer.

A coloro che stanno difendendo l'integrità del proprio corpo, chiediamo di mantenere una visione più ampia. Per un nuovo "Habeas Corpus" non basta gridare "non avrai il mio corpo", ma serve invece un coro "non avrete il nostro corpo". Non c'è speranza di poter difendere il corpo individuale, se non ricostituiamo l'autogoverno del nostro corpo comunitario locale di fronte alle minacce dei poteri globali.

Animo!

 

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mercoledì 5 gennaio 2022

Draghi contro le isole


Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa presa di posizione della rete civica ambientalista autonomista OraToscana


OraToscana

Rete di civismo, ambientalismo, autonomismo in Toscana

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Lucca, 4 gennaio 2022

La metastasi normativa scatenata dal governo dei “competenti”, presieduto da Mario Draghi, sta producendo esiti mostruosi. Il combinato disposto tra i diversi decreti legge che si stanno sovrapponendo, con richiami bizantini l’uno all’altro, ordina che dal 10 gennaio 2022 si possa viaggiare sui mezzi di trasporto pubblico locale e regionale solo con il c.d. Super Green Pass.

Saranno colpiti più duramente di altri gli abitanti delle isole, a partire dai residenti delle nostre isole toscane. Esprimiamo la nostra massima solidarietà agli isolani del Giglio, di Capraia, dell’Elba. Sosteniamo la richiesta di Sergio Ortelli, sindaco del Giglio e vice presidente dell'Ancim (Associazione Nazionale Comuni Isole Minori) di una revisione immediata di queste norme capestro. La presa di posizione di Ortelli è sostenuta dalle osservazioni critiche che sono arrivate dalla sindaca di Capraia, Maria Ida Bessi, e da alcuni amministratori elbani, in particolare il sindaco di Porto Azzurro, Maurizio Papi.

Non è inutile ricordare che l’attuazione del Super Green Pass sta confermandosi complicata e contraddittoria, una impalcatura di norme inutili prima ancora che ingiuste, frutto di un esecrabile centralismo autoritario. Ancora una volta le persone guarite dal Covid, o che si sono curate con sieri diversi da Pfizer, stanno incontrando seri problemi nello scaricare i propri “certificati verdi” dalla banca dati nazionale, gestita dalla società SOGEI (Società Generale d'Informatica S.p.A., una struttura posseduta al 100% dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, una singolare concentrazione di un grande potere pubblico nelle mani di una struttura di diritto privato, lontana da ogni controllo politico e di opinione pubblica).

I Green Pass erano controversi sin dall’inizio, quando furono adottati con regolamento europeo. Il loro uso, in Italia, come strumento di discriminazione e di ricatto, oltre che aver violato le norme europee, ha provocato il caos. In particolare dal 15 ottobre, da quando è partita la follia di richiedere il Green Pass nei luoghi di lavoro, disagi e ingiustizie hanno dilagato, insieme ai contagi.

L’errore fondamentale – frutto di una preoccupante dissonanza cognitiva che fa dubitare della stessa lucidità dei responsabili del potere esecutivo - è aver avallato l’idea che un certificato potesse garantire una immunità che invece nessuno dei vaccini imposti dall’Unione Europea garantisce.

Da questo errore, avventatamente sostenuto, tra gli altri, dal presidente Draghi, dal ministro Speranza, dai sottosegretari Sileri e Costa, derivano le altre storture: l’imposizione di farmaci sperimentali alle persone guarite che non ne avevano bisogno; l’umiliazione di chi si era curato con altri tipi di farmaci e vaccini, come avevano fatto all’estero molti immigrati, ma anche diplomatici, tecnici e manager; l’emarginazione degli umili e delle persone che hanno scarsa dimestichezza con il digitale; il ricatto inutile e anzi potenzialmente controproducente nei confronti dei giovani.

Anche in Toscana, oltre che nel resto d’Italia e d’Europa, aver pervicacemente ignorato le raccomandazioni di buon senso della Great Barrington Declaration, le proteste del Coordinamento 15 Ottobre, gli studi della Commissione Dubbio e Precauzione, sta producendo conseguenze insensate e insostenibili.

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