Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso
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domenica 1 giugno 2025

Avremmo voluto un altro referendum

 

 

Mai farò propaganda astensionista. Sarebbe contro le mie radici e un'offesa ai miei antenati che hanno così tanto sofferto, prima di ottenere il diritto di voto.

Nemmeno però voglio nascondere i miei dubbi su questa tornata referendaria dei prossimi 8-9 giugno 2025.

Nei quesiti sottoposti al voto popolare, non c'è nemmeno l'ombra di quella sapienza referendaria di Marco Pannella e dei suoi studiosi radicali. Loro seppero, su questioni grandi e piccole, portare al successo iniziative referendarie che cambiavano da subito, in meglio, la vita di vasti strati popolari di questa nostra composita Repubblica.

Stavolta non c'è nemmeno un vero e proprio messaggio simbolico e unificante, così come fu il referendum per l'acqua pubblica del 2011. Si sapeva che le conseguenze normative erano modeste e fragili - e infatti sono state tradite dal centrosinistra e dal centrodestra - ma era una battaglia trasversale e mobilitante. Per questo raggiunse il quorum, scuotendo una popolazione già allora profondamente stanca degli attuali partiti e dei loro due poli.

Purtroppo i quattro quesiti proposti (imposti?) da Landini e dalla sua CGIL sono giuridicamente scivolosi. Il diritto del lavoro è ormai troppo complesso. Le esigenze degli anziani (la maggioranza) e dei giovani (la minoranza) avrebbero avuto bisogno di qualche mese di lavoro in una commissione di semplificazione e delegificazione, a livello sia europeo, che repubblicano, per trovare margini di miglioramento.

Mi rendo conto che il messaggio parrebbe nobile: invertiamo la rotta che ci ha condotto alla mercificazione del lavoro. Peccato che questa riduzione del lavoro umano a merce che deve circolare e sottostare alle condizioni di mercato è largamente imposta dalle attuali normative europee. Cambiare l'ideologia della libera circolazione di persone, merci, capitali, servizi in Europa è ben altra cosa che contestare, con una generazione di ritardo, il "Job Act" di Renzi. 

Rendiamoci conto che un messaggio così radicale come quello contro il "mercato" non può incarnarsi in questi quattro referendum, che toccano così marginalmente il diritto del lavoro. Peraltro, nell'ipotesi remota che questi quattro referendum raggiungano il quorum, le conseguenze strettamente legislative saranno molto scivolose e non mancherebbero effetti boomerang per la libertà e la dignità dei lavoratori e, cosa non meno importante, dei creatori di posti di lavoro.

Quanto al referendum sulla cittadinanza, so per esperienza personale e professionale - ho lavorato anche per i servizi demografici di un ente locale - che non potrà cancellare le storture burocratiche, le lungaggini, le sofferenze, le discriminazioni, le vere e proprie ingiustizie che subiscono tanti immigrati in Italia.

Ceteris paribus, se non si ferma la metastasi legislativa, se non si pone rimedio all'accidia dei servizi sociali locali, se non si esce dal paralizzante centralismo autoritario, si diventerà sì cittadini in meno tempo, ma solo per aggiungersi a una massa di altri cittadini che già soffrono la povertà o sono a rischio di esclusione.

Avrei voluto un altro referendum, quello proposto l'anno scorso dal Comitato Besostri, in cui mi impegnai personalmente e a nome della rete Autonomie e Ambiente. 

Quello sarebbe stato un tema davvero decisivo: un attacco al Rosatellum e alle leggi elettorali ingiuste che da decenni ci impediscono di scegliere i nostri rappresentanti. Deputati, senatori, candidati presidenti e sindaci, da ormai trent'anni, non sono più scelti da noi, ma imposti da due elite, rispettivamente alla guida delle due piramidi del centrosinistra e del centrodestra.

Elite sulle quali i cittadini non possono influire. Le piramidi sono troppo alte e da lassù non ci sentono, anche quando gridiamo.

Perché non c'è anche un quesito del Comitato Besostri al voto? Perché ci silenziarono. Ci cancellarono (gli stessi che oggi ci chiamano al voto, peraltro). Ci dissero che disturbavamo la strategia politica di Landini e della Schlein, in alleanza sempre più stretta con i rossoverdi e i post-stellati.

Landini e la Schlein sono in cima alla piramide.

Chiamano alla conta i cittadini.

I cittadini, però, non sono dei "fan" da mobilitare.

Il voto non è una manifestazione di affetto, da "tifosi", per la propria "squadra".

Non solo questo, almeno!

Ha poco senso essere chiamati a votare su questioni e situazioni giuridiche difficili anche per gli esperti e comunque non risolutive.

Piuttosto dobbiamo il riprenderci il potere di scegliere noi persone di fiducia che le questioni difficili le affrontino nel quotidiano di una buona amministrazione.

Per questo, per la rappresentanza, per la ricostruzione di autentiche democrazie locali, territorio per territorio, continuerò a lottare con gli amici del civismo e delle autonomie.

Buona festa della Repubblica!

Mauro Vaiani
(studioso e attivista in Toscana,
garante di OraToscana,
 blogger di Diverso Toscana)

 

sabato 5 aprile 2025

L'Altra Toscana c'è

 


Si è svolto oggi sabato 5 aprile 2025, a Firenze all'Hotel Hilton, l'evento pubblico di presentazione del coordinamento di realtà civiche autonome "L'Altra Toscana". Circa centocinquanta persone hanno partecipato all'incontro. Il coordinamento avrà come referente regionale il sindaco civico di Viareggio, il dott. Giorgio Del Ghingaro.

Attraverso il collegamento permanente di una trentina di liste e gruppi civici della Toscana è in corso di elaborazione un programma comune per la regione. In una delle bozze si legge, nell'introduzione: 

  1. Su iniziativa di una nuova generazione di leader civici della Toscana, costituiamo il coordinamento “Altra Toscana” fra liste, movimenti, realtà civiche della nostra regione.

  2. Siamo civici autonomi, impegnati con generosità e competenza per il buongoverno dei nostri territori, per le persone, le famiglie, gli anziani, i giovani, i bambini, le generazioni future.

  3. Siamo diversi, per origine e formazione politica e culturale: gruppi civici spontanei, inclusivi e trasversali, ispirati dai valori della Costituzione e uniti attorno a istanze locali; storici attivisti delle autonomie personali, sociali, territoriali; persone protagoniste di un buon civismo di scopo, che hanno messo in agenda per i loro comuni e per i loro territori ciò che da decenni viene trascurato dai partiti.

  4. Ci accomuna l’urgenza di rinnovare la politica toscana, affrontando insieme i problemi politici interterritoriali, rispettando e anzi promuovendo  le rispettive autonomie e diversità, per lasciare emergere, dal basso verso l’alto, con metodo confederale, proposte comuni, competenze ed energie.

 

Qui di seguito una cronaca, a caldo, di questa intensa mattinata di lavoro, moderata dalla giornalista Carlotta Buracchi.

Ha aperto i lavori il prof. Stefano Rolando, l'autore di "Civismo politico" (Rubettino, 2015), che ha parlato del civismo come necessità di ricostruire fiducia e partecipazione in un panorama politico ridotto in macerie. Un civismo originale e autonomo, che non deve esaurirsi in un mero collateralismo alle forze politiche oggi dominanti. Un civismo che sappia essere "G-Local", secondo l'intuizione di Piero Bassetti (il padre della Regione Lombardia).

E' stata cruciale, nella meditazione di Rolando, la necessità di vedere città, territori, regioni, come protagoniste della vita europea, ponendo quindi argine al ritorno dei nazionalismi (che hanno provocato decine di milioni di morti, nei conflitti mondiali e nel colonialismo). I politici che tornano a parlare più di "nazione" che di repubblica, o di paese, rischiano una deriva identitaria, peraltro fondata su una identità "immota", che in realtà è inesistente. Gli Italiani e gli Europei sono sempre continuamente cambiati, nella storia e ancora di più nella globalizzazione. Siamo immersi nel vortice dei cambiamenti resi possibile nell'era digitale, incredibilmente più veloci di quelli che sono stati sin qui fenomeni materiali, come lo spostamento fisico delle persone da un continente all'altro.

Il civismo ha avuto leader importanti nella storia della Repubblica e Rolando ha voluto ricordare Aldo Capitini, Adriano Olivetti, Marco Pannella. Persone che hanno saputo imporre ai partiti di allora temi concreti per il bene delle persone e delle comunità. Oggi i civismi hanno ancora una volta il dovere di mettere in discussione lo status quo, soprattutto quello imposto dagli attuali partiti, che sono ridotti a piramidi lideristiche.

Il secondo contributo culturale è stato quello di Giampaolo Sodano, oggi direttore della rivista Il Mondo Nuovo e protagonista della Federazione Civica Europea, una delle realtà che ha iniziato a tessere il dialogo interterritoriale fra civismi dei diversi territori. Sodano ha ricordato che il mondo è stravolto e distratto dalla rivoluzione digitale. Il computer che ciascuno di noi ha in tasca è uno strumento potentissimo, che pochi di noi sanno veramente controllare, sanno usare senza esserne "usati". Questo però non riduce, ma anzi aumenta la necessità di pensiero, profondità, spessore culturale, generosità politica, per affrontare problemi del mondo che, come la crisi ambientale e la concentrazione di potere finanziario, sono estremamente materiali, altro che virtuali.

Non verranno risolti dal continuo chiacchiericcio e dalle attraenti distrazioni disponibili sui nostri telefonini, ma dal ritorno in campo di leader politici che aspirino a servire, come statisti, le persone umane di oggi e le generazioni future.

Da notare che in questa iniziativa tutta locale, regionale, toscana, nata dal basso, orizzontale e inclusiva, si stanno incontrando e intersecando diverse reti: coordinamenti civici territoriali e provinciali che erano già attivi, come l'iniziativa "Toscana dei Cittadini", promossa dai civici di Scandicci e da altri giovani leader di cui abbiamo già parlato più volte su questo blog; il "Patto Civico Intra Tevere et Arno" che ha eletto Marta Mancianti nel consiglio provinciale di Arezzo l'anno scorso; esponenti delle reti di amministratori locali d'ispirazione cristiana; simpatizzanti del mondo cristiano-sociale; persone impegnate nel sociale e nel volontariato; esponenti locali che hanno rotto con il verticalismo dei partiti tradizionali; gli storici attivisti per le autonomie personali, sociali, territoriali di OraToscana (a loro volta collegati con altri territori italiani ed europei attraverso Autonomie e Ambiente e EFA-Alleanza Libera Europea); cittadini che hanno partecipato a iniziative civiche regionali del passato, come Orgoglio Toscano, Patto per la Toscana, Toscana Civica; persone di altre reti piccole o grandi d'impegno civico e ambientale.

Hanno portato un saluto: Giampaolo Giannoni (dirigente regionale del sindacato infermieri NURSIND); il consigliere regionale civico Andrea Ulmi (Gruppo misto - Merito e Lealtà); Alessandro Polcri (presidente civico della Provincia di Arezzo). Sono stati presenti Paolo Marrocchesi (Toscana Civica) e Alecs Bianchi (Rete Civica - Progetto Emilia-Romagna).

Fra gli intervenuti ricordiamo: Giovanni Bellosi (Scandicci Civica), uno dei più attivi fra i promotori e garanti della nuova rete "Altra Toscana"; Mauro Vaiani (OraToscana); Claudio Lucii (Vivi Poggibonsi); Riccardo Galimberti (RiBella Firenze); Benedetta Manetti (Più Certaldo); Catia Naldini (Liste Civiche Sangiovannesi); Riccardo Tartaglia (Cittadini per Fiesole); Francesca Marrazza (RiBella Firenze); Federico D'Anniballe (Insieme Cambiamo Ponsacco); Francesco Carbini (Liste Civiche Sangiovannesi - centro culturale Agorà); Marco Cannito (Città Diversa - Livorno); Andrea Poggianti (La mia Empoli - lista civica); Marco Donati (Scelgo Arezzo). Molte altre persone presenti hanno dovuto rinunciare a parlare per inevitabili limiti di tempo.

Nel dibattito sono emerse le questioni che stanno più a cuore alle persone e alle comunità locali nella nostra Toscana: la necessità di prossimità nella sanità; le questioni sociali; la compiutezza e l'ammodernamento delle infrastrutture; l'innovazione economica; la protezione dell'ambiente e di un cibo sano prodotto dall'agricoltura locale. Non è mancato, da più parti, un riferimento all'erosione drammatica della partecipazione e della democrazia, di cui sono responsabili le piramidi politiche del centrosinistra e del centrodestra. I partiti che appartengono a questi due schieramenti dominanti sono autoreferenziali, chiusi, incapaci di far emergere nuove competenze, ossessionati dalla spartizione di posti.

Giovanni Bellosi e Mauro Vaiani hanno voluto fare una battuta sul magheggio del "40%", che è stato annunciato dal centrodestra in Parlamento in questi ultimi giorni: questi partiti che ormai convincono a votare solo il 40% degli elettori, vogliono far vincere i loro sindaci con il solo 40% dei voti validi. Una triste competizione a chi prende meno voti e più potere. Il centrosinistra, se fosse veramente sincero nell'opporsi a un quorum di solo il 40% per l'elezione dei sindaci, dovrebbe avere il coraggio di togliere lo stesso quorum che vige nella legge elettorale regionale e che ha consentito loro di evitare sempre il temuto ballottaggio.

Le conclusioni sono state affidate al sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro, un amministratore di lunga esperienza e di comprovata autonomia dalle attuali piramidi politiche dominanti (tutte), che ama definirsi "civico, libero, matto".

Nell'accettare di essere il referente e portavoce regionale del coordinamento "Altra Toscana", Del Ghingaro ha riassunto alcuni degli impegni programmatici che questa nuova realtà civica toscana sta scrivendo, per poi trasformarli in fatti concreti, per il bene delle persone e delle comunità: per una sanità pubblica e universale, in cui non si deve solo spendere di più, ma riformare, semplificare, riportare sul territorio, da rendere sempre più vicina a una popolazione che - grazie al cielo - invecchia perché vive più a lungo; per l'innovazione, la sostenibilità ambientale, la prosperità dei distretti industriali, che sono un patrimonio prezioso della Toscana; per l'ambiente, su cui continua un impegno per "rifiuti zero" e per una economia circolare, di cui Del Ghingaro è stato, ormai da un quarto di secolo, un operoso realizzatore, non uno dei tanti "annunciatori". Il sindaco di Viareggio ha aggiunto anche delle riflessioni sulle politiche sociali, sul diritto alla casa e sull'integrazione nel lavoro di chi è rimasto indietro, perché la povertà cresce, anche in Toscana.

L'Altra Toscana ha dimostrato di esserci e di poter avviare, con umiltà e competenza, un lavoro comune, diventando punto di riferimento per centinaia di realtà civiche della Toscana.

Chiudiamo invitandovi all'ascolto di un breve estratto dall'intervento di Giorgio Del Ghingaro, dedicato all'ambiente. 

 


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domenica 2 marzo 2025

La fallacia della corsa a costituire nuovi partiti all'italiana

 


Si avvicina la primavera e ricominciano i tentativi di fondare nuovi partiti centralizzati, "nazionali", con i migliori propositi di rinnovare la vita politica di tutta la Repubblica Italiana. I tentativi sono talvolta nobili ma anche irrimediabilmente fallaci.

L'articolo 49 della Costituzione italiana garantisce a tutti i cittadini il diritto di associarsi in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica italiana e oggi anche, per estensione e grazie alle garanzie contenute nei trattati e nella legislazione unionale, anche la politica europea. Eppure questo diritto è stato sequestrato dalle elite attualmente al potere a Roma, a Milano, a Bruxelles. Finché non avremo spezzato almeno le catene più pesanti, fondare nuovi partiti "nazionali" non servirà.

Sono in essere feroci e implacabili meccanismi centralisti, tecnocratici, in definitiva autoritari, che stanno rendendo la Repubblica e l'Unione un travestimento della democrazia.

Per fermare questa deriva occorrono coraggiose lotte dal basso per riprenderci la rappresentanza, non nuovi partiti che, in questo quadro, finirebbero per essere uguali a quelli esistenti (sempre che il tirannico bipolarismo dominante e le trappole del maggioritario all'italiana non li uccidano in culla).

Queste lotte riguardano il pluralismo dell'informazione, a cominciare da quella locale, per porre un argine all'analfabetismo funzionale delle persone e alle ondate di terrificante conformismo che ci sommergono quotidianamente; un ordinamento semplificato per l'associazionismo politico, che renda possibile anche al più piccolo gruppo civico locale di formarsi, agire, candidarsi, anche nel più piccolo comune; un finanziamento pubblico a tutti i movimenti politici direttamente proporzionale al loro consenso elettorale; norme di procedimento elettorale che rendano semplice candidarsi, anche a personalità civiche e indipendenti; circoscrizioni elettorali di dimensioni contenute, dove sia possibile agli elettori conoscere davvero i candidati; leggi elettorali più giuste per tutti, che restituiscano agli elettori il potere di scegliere le persone da cui essi vogliono essere rappresentati.

Dobbiamo inoltre abbattere il totem della cosiddetta "governabilità". Abbiamo accettato per decenni come "normale" un'idea che invece è assurda e fonte di molti guai: quella secondo cui ogni capo esecutivo deve avere automaticamente anche una maggioranza di eletti a lui fedeli negli organi legislativi. Così, dopo una successione vergognosa di leggi elettorali che sono state ciascuna una "porcata" peggiore della precedente, le elezioni sono ridotte a una sorta di plebiscito fra pochi leader mediatici, mentre non sappiamo più, letteralmente, chi verrà eletto a rappresentare il nostro territorio. Anzi sappiamo già prima di votare che le assemblee saranno riempite non da persone elette da noi, ma scelte dall'alto e da pochi, sulla base di criteri di fedeltà al capo (se non in base a logiche ancora più opache).

Possiamo e quindi dobbiamo porre fine a questo scandalo. Ci sono molti altri modi per eleggere un esecutivo stabile senza sacrificare la rappresentanza, la rappresentanza, l'autonomia e l'indipendenza degli eletti nelle assemblee legislative!

Queste lotte per la rappresentanza sono già iniziate, per esempio con il Comitato Besostri, che si è ispirato alle antiche lotte per la giustizia elettorale condotte dal compianto avvocato socialista.

Sono attive in Italia e in Europa molte energie locali, civiche, autonome, indipendenti, a cominciare da quelle che cooperano attraverso Autonomie e Ambiente e EFA. Esse possono e quindi devono conoscersi, cooperare, eventualmente confederarsi per portare avanti insieme un cambiamento profondo dal basso.

Sono lotte cruciali, perché l'erosione della democrazia sta distruggendo la coesione sociale, alimenta l'assenteismo, scoraggia ogni forma di partecipazione, semina discordia, settarismo, populismo, estremismo.

Non possiamo più accettare di vivere in una finta democrazia dominata da pochi leader mediatici e dalle loro schiere di fedelissimi sempre più "nominati" che "eletti".

Lottiamo per fare spazio a una nuova generazione di leader locali, espressa dai mondi vivi delle autonomie, del civismo, della sussidiarietà, della solidarietà, del buongoverno che unisce e include trasversalmente persone che hanno storie politiche differenti, delle iniziative concrete per la protezione delle comunità e degli ecosistemi locali.

Anche in una società come quella europea, invecchiata, inquinata, impoverita, stordita dallo strapotere dei media, minacciata da paurose concentrazioni di potere, ci sono ancora persone coraggiose e generose, che si candidano a guidarci.

Dobbiamo incoraggiarle e aiutarle, soprattutto a essere consapevoli dei tetti invisibili che sono sopra la loro testa, a liberarsi dei pesi morti, a spezzare almeno alcune delle catene.

 

Mauro Vaiani Ph.D.

Garante di OraToscana

Vicepresidente segretario di Autonomie e Ambiente

 

martedì 25 giugno 2024

IO VOGLIO SCEGLIERE, campagna per la rappresentanza


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mauro Vaiani è il vicepresidente segretario della rete Autonomie e Ambiente (https://autonomieeambiente.eu/), oltre che uno dei membri del Comitato Referendario per la Rappresentanza (https://www.iovoglioscegliere.it/).

Nello spazio mattutino di Canale Italia (condotto da Massimo Martire - https://canaleitalia.it/presentatori-e-staff/massimo-martire/), Mauro Vaiani sparge la voce che è partita l'iniziativa referendaria ispirata dalle idee e dalle lotte di Felice Besostri.

Si potrà firmare fino al 15 settembre 2024. Chi è consapevole dell'urgenza di porre fine al ventennio dei "nominati" non perda questa occasione. Vada a firmare sul sito https://www.iovoglioscegliere.it/.

 

prova

domenica 23 giugno 2024

The Power of Three


 

La campagna elettorale di Robert Francis Kennedy Jr. come candidato indipendente alla presidenza degli Stati Uniti d'America ci ha incuriosito perché Diverso Toscana è un blog curioso di tutto ciò che sembra sfidare lo status quo.

In particolare approfondiamo tutto ciò che può porre fine a quello che a noi appare una folle polarizzazione, un bipolarismo politico talmente estremizzato da mettere in pericolo le autonomie di tutti, a tutti i livelli, e quindi la vita umana stessa su questo pianeta.

Si dovrebbe conoscere meglio questo questo avvocato ambientalista, classe 1954, quindi quest'anno settantenne, che però ci appare come un giovanotto rispetto agli altri due candidati ottantenni che sono attualmente e salvo sorprese i candidati dei due maggiori partiti che dominano la vita politica negli Stati Uniti: Joseph Robinette Biden Jr. (Joe), classe 1942, attuale presidente e ricandidato del Partito Democratico; Donald John Trump, classe 1946, già presidente americano dal 2017 al 2021 e attualmente ricandidato del Partito Repubblicano.

Roberto F. Kennedy Jr., ha avuto una vita complicata e lontana dal potere, nonostante sia l'ultimo rampollo dell'illustre famiglia di suo zio, il presidente John F. Kennedy, e di suo padre Robert F. Kennedy, entrambi assassinati.

Si è avvicinato alla politica in appoggio alla candidatura di Barak Obama e alle grandi speranze che essa suscitò e che in gran parte andarono deluse.

Negli anni ha maturato convinzioni molto radicali, contrarie al MIC (il military–industrial complex, quello contro cui ci mise in guardia il presidente Dwight D. Eisenhower nel 1961). Durante la grande ondata di centralismo autoritario e nell'orgia del potere di Big Pharma, gli anni della pandemia Covid, è stato ovviamente emarginato e trattato come un ciarlatano e un cospirazionista, per essersi opposto alle politiche dominanti (vaccinazioni obbligatorie di massa, lunghi "lockdown", "greenpass" e altre misure che si stanno rivelando, con il passare del tempo, sempre più discutibili, se non avventate).

Per candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti ha rotto con il Partito Democratico e ha messo in moto una difficile campagna per comparire come indipendente sulle schede elettorali di tutti gli stati e territori dell'Unione.

Lo affianca, come candidata vicepresidente, la giovane filantropa Nicole Shanahan, classe 1985, la figlia di una immigrata dalla provincia cantonese di Guangzhou, che è anch'essa una importante attivista contro l'avvelenamento del Creato e del cibo.

La campagna Kennedy-Shanahan per le elezioni presidenziali del prossimo novembre 2024 ha rilasciato un video molto emotivo e potenzialmente capace di disseminare una salutare ondata di scetticismo contro i due partiti che ancora dominano la vita politica americana e, più in generale, contro gli eccessi di polarizzazione che stanno distruggendo il mondo.

Vi incoraggiamo a guardarlo e a incuriosirvi come ci siamo incuriositi noi.


domenica 14 aprile 2024

Quarant'anni persi per le autonomie


 

Grazie ad alcune testimonianze di prima mano, come quelle di Roberto Gremmo e di altri che ne hanno vissuto gli inizi, possiamo ricordare equanimemente i quarant'anni della Lega Lombarda, poi Lega Nord.

In diversi territori della Repubblica erano da sempre presenti fermenti autonomisti, che si erano resi visibili sin dal 1979 attraverso le liste Federalismo, promosse da Bruno Salvadori e dalla Union Valdôtaine. Alcuni di questi movimenti si incontrarono negli anni ottanta con la protesta territorialista e antipartitocratica della Lista per Trieste.

Alcuni di questi pionieri il 12 aprile 1984 fondarono la Lega. Fra di loro Umberto Bossi che ne diventò subito l'animale politico in capo. Questo leghismo cavalcò la crescente rivolta dei cittadini delle regioni più ricche e più industrializzate d'Italia contro le inefficiente del centralismo e contro l'arroganza dei grandi partiti di allora. S'inventò cose profondamente sbagliate, come il padanismo e il nordismo, ma ebbe una grande fortuna e diventò un movimento popolare.

Purtroppo diventò anche una piramide, una struttura verticale di cui Umberto Bossi fu capo assoluto e indiscutibile. Così, invece di una classe dirigente capace di riforme decentraliste e federaliste, produsse una generazione di esponenti la cui principale capacità era quella di obbedire al capo.

La verticalizzazione della politica, il leaderismo, la riduzione dei partiti a comitati al servizio del loro segretario-padrone, il conseguente conformismo, non furono certo un male della sola Lega, negli anni in cui si formò l'ipocrita, strumentale e divisivo "maggioritario all'italiana". Per una forza autonomista, però, tale degenerazione fu particolarmente straziante.

Dopo aver rappresentato una generazione di amministratori locali che credevano (e qualcuno di loro ancora crede) davvero nel buongoverno e nell'autogoverno, quello della Lega è diventato un caso storico di eterogenesi dei fini, un emblematico "Masaniello" collettivo, una storia che, come quella dell'eponimo, è finita malissimo, con l'arrivo al potere di un capo nazionalista e populista, quel Matteo Salvini che la ha cancellata, creando il suo partito personale, la Lega Salvini.

Il bilancio storico e politico, dal punto di vista di chi crede in una Repubblica delle Autonomie e in una Europa delle Regioni, è disastroso: quarant'anni persi per le autonomie. Ancora peggio, grazie a una serie di ciarlatani portati ai vertici della Repubblica dal leghismo, come per esempio l'ancora potente Roberto Calderoli, antiche, cruciali, necessarie parole come federalismo, autonomismo, sussidiarietà, sono state svuotate di significato e, in alcune situazioni, sono diventate persino impronunciabili. Il grande imbroglio dell'autonomia differenziata, per chi vuole davvero studiarlo, è solo l'ultimo degli inganni.

La ricostruzione di un moderno decentralismo in Italia (e in Europa e nel mondo), cominciata nel 2019 da Autonomie e Ambiente, è tutta in salita, grazie allo storico fallimento leghista, anche se, in questo mondo che sta ancora correndo verso l'autodistruzione, è uno dei pochi segni di speranza.

 

  

sabato 30 marzo 2024

Buona Pasqua e prepariamoci a fare qualcosa per far risorgere la democrazia

 

Sì, ci vuole un altro referendum, dal basso, con coraggio, ben coscienti dei rischi.

Disturbiamo il silenzio del Sabato santo proprio per questo: per invitarvi ad aderire al costituendo Comitato per la rappresentanza, contro il Rosatellum.

Qui trovate un ragionamento più ampio, destinato al nostro mondo di civismo, ambientalismo, territorialismo.

Proprio perché il nostro mondo delle autonomie è stato cacciato dalle elezioni europee, è il momento di fare qualcosa per questa democrazia alla deriva.

La nostra Repubblica era già malata ma dal momento in cui fu varata nel 2005 la legge elettorale nota come Porcellum, poi seguita da altre almeno altrettanto disastrose (Italicum, Rosatellum), la situazione politica ha continuato a degenerare. Non c'è speranza di rimettere in moto alcun riformismo nelle nostre regioni, in Italia e in Europa, se non torniamo a scegliere democraticamente dal basso i membri del Parlamento.

Bisogna porre fine all'era sinistra dei nominati dalle oligarchie delle due ali speculari del bipolarismo italiano. Bisogna rimediare al disastro provocato dall'antipolitica la quale, avendo tagliato il numero dei nostri rappresentanti, ha reso ancora più potenti e prepotenti i vertici di tre o quattro soli partiti.

Invitiamo tutti ad aderire al costituendo comitato referendario per attaccare questa legge elettorale vergognosa, nota come Rosatellum. A questo link il modulo per dare una prima disponibilità per il proprio territorio.

CLICCATE QUI PER DARE LA DISPONIBILITÀ A PARTECIPARE AL COMITATO ANTI-ROSATELLUM!

Ricordiamo che il comitato nasce su iniziativa di un pugno di coraggiosi che hanno lavorato per anni con Felice Besostri, nelle sue battaglie per abbattere le leggi elettorali incostituzionali.

Il comitato "Besostri" ha già raccolto adesioni ampie e trasversali, fra cui quelle del nostro vicepresidente segretario Mauro Vaiani (OraToscana) e del vicepresidente Samuele Albonetti (Rumâgna Unida).

Saranno depositati, subito dopo Pasqua, diversi quesiti referendari abrogativi. Fra i più cruciali ci saranno le richieste di abolire il vergognoso "voto congiunto" e le inaccettabili "pluricandidature", che sono gli strumenti usati dai capi dei partiti per pre-definire la composizione del Parlamento, che essi riempiono di persone da loro nominate.

Per seguire da subito l'iniziativa per la partecipazione, contro le nostre infami regole elettorali: https://t.me/ReferendumBesostri .

Questa battaglia referendaria per il ripristino dell'autonomia e della dignità degli elettori e degli eletti, ricordiamolo in conclusione, è un vero argine che possiamo alzare, qui e ora, contro la deriva verso cui ci stanno trascinando gli aspiranti "sindaci" d'Italia (che ne vogliono diventare i "podestà"), "napoleoni" d'Europa, tiranni della globalizzazione.

Animo e buona Pasqua 2024!

 

 

martedì 13 febbraio 2024

Mameli qualcosa aveva studiato...

 

La fiction su Mameli in questi giorni in onda su Rai Uno difficilmente poteva sfuggire a eccessi di retorica patriottarda, quella che piace molto ai potenti delle elite centraliste e autoritarie.

Tuttavia, come ho fatto altre volte in passato, voglio ricordare a chi non ha mai studiato nulla (e in particolare a tanti sedicenti autonomisti e "indipendentisti", imbroglioni come leghisti, o ignoranti come capre), che Goffredo Mameli qualcosa invece dell'Italia sapeva.

Infatti nel suo "Canto degli Italiani" ha inserito riferimenti colti alla storia dei nostri mille territori.

Segnalo, in particolare, questa strofa, la quarta del Canto:

«Dall'Alpi a Sicilia
dovunque è Legnano,
ogn'uom di Ferruccio
ha il core, ha la mano,
i bimbi d'Italia
si chiaman Balilla,
il suon d'ogni squilla
i Vespri suonò.»

Per capire ciascuno di questi versi occorre, ovviamente, aver studiato un po' di geografia, storia e letteratura italiane. Un avviso d'incoraggiamento: si può sempre partire da Wikipedia, che è il frutto di un generoso lavoro collettivo e senza fini di lucro.

Nella nostra Repubblica delle Autonomie e nell'Europa dei Popoli sono confluite tante storie, tutte diverse e tutte da onorare, anche tornando ad aprire qualche buon libro o - almeno - leggendo qualche blog serio e cercando di schivare i troppi ciarlatani e urlatori che invadono ogni giorno la rete.

 

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Per conoscere il significato della preziosa mappa delle màtrie d'Italia che pubblichiamo in testa a questo post, visitate un luogo di cultura, il Forum 2043.


martedì 16 gennaio 2024

Autonomia "differenziata", il grande imbroglio

 


Proviamo a riassumere perché l'autonomia differenziata è solo un imbroglio e pure pericoloso.

Il testo del disegno di legge Calderoli-Meloni è in Senato (n. 615-XIX legislatura), quindi, per chi ha tempo e voglia di leggere e possiede un minimo di cultura politica e giuridica, non ci sono più alibi. E' tempo di denunciare questa colossale presa in giro.

Le norme Calderoli-Meloni sono uno dei più subdoli attacchi mai sferrati alla nostra parte autonomista, alle nostre forze civiche, ambientaliste, storicamente autonomiste e modernamente territorialiste, ma partiamo dall'inizio.

Da quando è entrato in vigore il nuovo Titolo V del 2001, sappiamo che esso contiene previsioni scivolose e di difficile attuazione. Abbiamo sempre dato per scontato che avremmo incontrato forti resistenze nelle fazioni apertamente o mascheratamente centraliste. Mai avremmo pensato, però, vent'anni fa, che il leghismo (sorto da autentiche leghe locali autonomiste) sarebbe diventato il peggior nemico delle autonomie personali, sociali, territoriali. In una drammatica eterogenesi, la Lega Salvini, con il suo azzeccagarbugli in capo Calderoli, è diventata la principale avversaria di ogni autonomia locale.

Dei principali problemi tecnici e finanziari di attuazione della previsione costituzionale di "ulteriori autonomie" (art. 116, terzo comma, su 23 materie elencate all'art. 117) abbiamo già detto in passato, insieme agli amici e ai compagni del gruppo di studio Forum 2043 di Autonomie e Ambiente

Alla difficoltà oggettiva purtroppo si è aggiunta la cattiva fede dei falsi autonomisti e degli impenitenti centralisti. 

Già il fatto che autonomie "ulteriori", possibili per tutti e dappertutto, siano state chiamate "autonomia differenziata", la dice lunga sulla disonestà intellettuale e politica del leghismo, oltre che sul bigottismo dei centralisti di destra, di centro e di sinistra.

Il disegno di legge Calderoli-Meloni aggiunge subdolamente altri ostacoli a quelli che già erano evidenti sin dai tempi delle bozze d'intesa del 2018 fra Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e il governo Gentiloni:

- stabilisce un percorso a ostacoli, che durerebbe anni; quindi non porterebbe ad alcuna ulteriore autonomia in questa legislatura; tutto è rimandato a un futuro remoto;

- quand'anche una intesa di autonomia giungesse un giorno in porto, essa sarà a tempo, massimo dieci anni; ma quelle concesse o ottriate (dal francese octroyé) non sono autonomie, sono velenosi ritorni al passato (oppure forme innovative di centralismo autoritario...);

- nel frattempo questa maggioranza di centralisti approverà l'elezione diretta del "podestà d'Italia"; quando una tale concentrazione di potere fosse realizzata, tutte le autonomie personali, sociali, territoriali, diventeranno un lontano ricordo.

I territorialisti veri, specie quelli del Sud, come gli amici del Comitato Charta di Melfi, sono profondamente e giustamente arrabbiati. Fra l'altro, essi protestano per la mancata attuazione dell'art. 119 terzo comma della Costituzione. Dopo decenni di spoliazione economica, i territori emarginati e impoveriti, pretendono l'istituzione del fondo perequativo. Rimandiamo, su questo, alla lettura di un articolo di Gino Giammarino.

Siamo soli nell'opporci a questo imbroglio, insieme ad Autonomie e Ambiente, all'Alleanza per l'Autonomia, agli alleati civici, ambientalisti, territorialisti, a coloro che sono ancorati al vero federalismo della Carta di Chivasso.

A sinistra, al centro, a destra, è pieno di centralisti veri, che si stracciano le vesti per queste norme che essi chiamano "spacca Italia", come se le ingiustizie sociali e le diseguaglianze territoriali non fossero già presenti oggi. Chi ha creato l'Italia "arlecchino", questo stato ingiusto, se non il centralismo autoritario? I centralisti sono prigionieri dei loro pregiudizi e odiano la Repubblica delle Autonomie.

Nel centrodestra è in corso uno sciagurato scambio tra una farlocca autonomia "differenziata" e un vero centralismo presidenzialista, che distruggerà autonomie personali, sociali, territoriali.

Non crediamo, tuttavia, di essere così pochi. Gli attivisti dei territori e gli amministratori locali sanno che senza autonomie, il futuro dell'Italia e dell'Europa sarà disumano. Contiamo su di loro e su noi stessi e andiamo avanti. Animo.


Mauro Vaiani


martedì 26 settembre 2023

Manifestazione contro l'aeroporto, popolare e unitaria


OraToscana aderisce alla manifestazione del 30 settembre 2023 contro il nuovo aeroporto. La concentrazione è per le ore 14 di sabato prossimo, in Viale Lombardia alle Piagge di Firenze.

Si manifesta per il ritorno di Peretola entro i limiti di legge. che significa in primo luogo un sonoro NO VOLI dal tramonto all'alba; per la centralità di Pisa nel trasporto aereo toscano; per porre fine alla distruzione della Piana che va da Pistoia, a Prato, a Firenze.

Siamo come sempre al fianco di Fare Città, che sosteniamo anche nella sua esperienza di governo a Campi Bisenzio, con il sindaco Andrea Tagliaferri e la coalizione sinistra-movimenti-civismo.

La grande fissazione della politica fiorentina (spalleggiata sia da Roma che da Milano) per un nuovo aeroporto nella Piana è emblematica della rovina a cui ci stanno conducendo, mano nella mano, il centrosinistra di Giani e Nardella, i renziani, il centrodestra.

La delirante ostinazione nel voler costruire un nuovo aeroporto è, per la Toscana e per tutta l'Italia centrale, quello che la grande montatura del Ponte di Messina è per l'Italia e l'Europa.

Questi ecomostri hanno in comune caratteristiche emblematiche:

- Sono irrealizzabili e, in realtà, a nessuno interessa davvero che queste opere faraoniche siano realizzate; l'importante è che si commissionino progettazioni lautamente compensate, si aprano i cantieri, si cominci a muovere terra, cemento, ferro, cominciando ad attingere abbondantemente ai soldi pubblici; nel medio-lungo termine, poi, chi vivrà vedrà!

- La sola apertura di questi cantieri provocherà inquinamento e disastri sociali quanto una guerra o una calamità naturale; la faccia tosta con cui gli ecomostri vengono approvati da politici che si sono "ritinti di verde", è incredibile; speriamo per loro che siano ipocriti e cinici, perché se invece sono degli avventati che nemmeno si rendono conto che siamo già ben oltre i limiti dello sviluppo quantitativo, allora poveri noi!

- I media di massa e di regime non li studiano, non ne descrivono i dettagli, non ne raccontano i costi, perché altrimenti la gente si sveglierebbe; a Firenze, in particolare, la situazione della consapevolezza civica è gravissima: a Est e a Sud abitano almeno 100.000 Fiorentini, che hanno ancora un reddito decente e vivono in quartieri decenti, che sono relativamente lontani dai problemi d'inquinamento e traffico della Piana. Questi centomila sono letteralmente imbambolati, storditi dalla propaganda. Anche in vista delle prossime elezioni amministrative del 2024 questi tapini voteranno i loro i "lider" nazionali, la destra, la sinistra, il centro, la Meloni, la Schlein, i' Renzi... Senza rendersi conto che questi capi politici "nazionali", sul disastro dell'aeroporto la pensano uguale oppure, anche se avessero dei dubbi, faranno in modo di non chiarirli.

Una nota a margine sul PD a guida Schlein è opportuna. Grazie alla vittoria della nuova segretaria, è diventato segretario regionale Emiliano Fossi, che in teoria sarebbe stato contro l'aeroporto, ma che ovviamente ora non può schierare l'intero PD toscano contro Nardella e Giani. Praticamente in ogni corrente e in ogni territorio, il PD toscano è retto da persone che sono o a favore dell'aeroporto, oppure impossibilite, per ragioni di equilibri politici interni, a schierarsi veramente contro. Una storia già vista, scivolosa e pericolosa... Una deriva che ci auguriamo qualcuno fermi.

Rilanciamo anche l'appello dei promotori a una partecipazione ampia, popolare, unitaria, senza bandiere di partito.

Ci vediamo sabato 30 settembre 2023 in corteo!


 


Approfondimenti e maggiori informazioni:

https://www.farecittacampi.it/

https://pianacontronocivita.noblogs.org/

 

Per collaborare con OraToscana:

https://t.me/OraToscana

 

 


 

domenica 17 settembre 2023

La triste parodia di Pontida

 

La diretta della trentesima edizione del raduno di Pontida conferma una verità triste: Pontida è ormai ridotta a una parodia di se stessa. Siamo passati dal giuramento al tradimento, grazie a una classe dirigente che è al potere e in prima fila da ormai un ventennio. Persino il dirigente giovanile è lì da oltre quindici anni. 

Le leghe di vent'anni fa sono state cancellate dal centralismo autoritario di Bossi e Berlusconi. Per chi mastica un po' di storia, filosofia e scienza politica, è facile capire che si tratta di un classico caso di eterogenesi dei fini, dovuto all'incompatibilità fra fini e mezzi. Non si arriva a realizzare ideali federalisti e decentralisti, con una organizzazione verticale, verticista, che qualcuno giustamente definisce "leninista". 

Quanto al linguaggio e agli slogan, che sono rivelatori di ciò che sta succedendo, ben di più dei formali omaggi alle autonomie, da essi si capisce il posizionamento politico della Lega Salvini: contro i negri, contro le baby gang, contro le auto elettriche, contro un inesistente (e mai esistito, con buona pace del furbissimo Berlusconi che sempre ne evocava lo spettro) "comunismo" italiano ed europeo. Il tutto, ribadiamolo, da una classe politica centrale che da vent'anni contribuisce al declino di tutto, dalla sanità, alla scuola, a tutti i servizi pubblici e beni comuni. Molti amministratori locali sono ben altra cosa da questi cialtroni incompetenti e, politicamente parlando, imbroglioni, ma è chiaro che, manzonianamente, se uno non ha il coraggio di uscire da questa piramide di menzogne e ipocrisia, non se lo può dare.

Tuttavia la Pontida di quest'anno introduce un elemento di chiarezza: la presenza di Marine Le Pen. A questo punto non ci sono più scuse, il castello fantastico tenuto su dai media attorno a capitan Salvini, genero di Verdini, potrà anche reggere, ma senza i voti degli autonomisti di ogni denominazione.

A questo proposito riceviamo e pubblichiamo integralmente un approfondimento politico che abbiamo ricevuto dal Patto Autonomie e Ambiente (di cui fa parte la nostra rete civica OraToscana). Buona lettura!

* * *

C’è vita oltre Pontida

Il tradimento di Pontida chiarisce finalmente un equivoco durato per un ventennio: nessun gruppo autonomista, d’ora in poi, resterà ostaggio del ciarlatanismo politico, del falso popolarismo, degli aspiranti “podestà” d’Italia


Venezia – Milano – Roma – Napoli – Palermo, 15 settembre 2023

Pontida si è trasformata in un raduno italo-francese di nazionalisti e centralisti, all’interno del quale gli autonomismi saranno trattati un po’ come il folklore in età fascista. Finalmente si fa chiarezza e d’ora in poi nessun movimento territoriale, locale, civico resterà più ostaggio dei ciarlatani che hanno tradito il federalismo delle prime leghe.

Le destre e non pochi centristi (più o meno "scatenati") scherzano con il fuoco dell'elezione diretta del "podestà" d'Italia, che sarebbe per la Repubblica più o meno come una bomba atomica su Roma. Altro che popolarismo o conservatorismo, l’elezione diretta del presidente o del primo ministro di una Repubblica complessa e grande come l’Italia, sarebbe l’ennesima recidiva di quella grave malattia politica che è il centralismo autoritario, sempre accompagnato da retorica populista e disprezzo del Parlamento.

Le sinistre, intanto, si accaniscono contro lo spettro di una "autonomia differenziata", che tutti sanno essere irrealizzabile, così come proposta oggi dai salvinisti. Infatti hanno votato – le sinistre con le destre - per far sì che le finte autonomie di Calderoli, oltre che "a tempo", siano anche "revocabili" prima della scadenza. La politica italiana, insomma, continua a bombardare ciò che aveva di più prezioso: le tradizioni autonomiste di buongoverno locale.

Il nostro impegno in difesa della Repubblica delle Autonomie e dell’Europa dei popoli, è quindi necessario. Ci saremo come PATTO AUTONOMIE AMBIENTE, per l'Europa e per la pace, rappresentando i valori della Carta di Chivasso del 1943 e le innumerevoli lotte locali per l'autogoverno e il buongoverno dei territori, per le autonomie personali, sociali, territoriali, per la salvaguardia del creato, per le tradizioni e le libertà di tutti: individui, famiglie, piccole imprese, comunità.

La partecipazione del PATTO AUTONOMIE AMBIENTE alle elezioni europee del giugno 2024 sarà possibile grazie alla nostra forza guida, il Patto per l’Autonomia Friuli-Venezia Giulia, e al nostro partito europeo Alleanza Libera Europea - European Free Alliance (ALE/EFA).

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Per ulteriori approfondimenti:

info@autonomieeambiente.euhttps://www.autonomieeambiente.eu



   


giovedì 3 agosto 2023

Tre cariche e tre partiti


 

Eravamo stati fra i pochi a sollevare il caso Sguanci, sin dall'inizio.

Fra l'indifferenza della stampa toscana, fra gli sguardi quasi compiaciuti dei potenti di Firenze, fra lo scetticismo di persone che pure si dicevano amiche della Rivoluzione Rionale, dei quartieri, delle istituzioni, della democrazia, avevamo dato voce alla protesta di Fabrizio Valleri e dei Liberi Fiorentini contro il cumulo di cariche dell' "uno e trino" Maurizio Sguanci.

Oggi, approfittando del cono d'ombra delle ferie estive, l'ineffabile Sguanci, l'uomo delle tre cariche, diventa anche l'uomo dei tre partiti. In tre anni è passato dal PD, a Italia Viva, a Forza Italia (la foto che lo ritrae insieme ai suoi nuovi mentori è presa da questo sito di notizie online).

Per quanto riguarda la situazione del Quartiere 1, ora che si è sicuri che le elezioni non saranno ripetute, Sguanci lascia.

Il PD fiorentino può essere contento del degrado a cui ha contribuito.

La politica fiorentina resta paralizzata dalle sue contraddizioni, dalla mancanza di decoro e di senso della misura, dall'essere compromessa con i poteri forti della cementificazione, della signorilizzazione, dello sfruttamento del turismo di massa, degli affari turistico-immobiliari delle tramvie, del sogno folle di un nuovo aeroporto a Peretola...

 

 

 

 

sabato 27 maggio 2023

Centenario di don Lorenzo Milani


 

Don Lorenzo Milani significa molte cose, per molti della generazione che anima questo blog. Il Forum 2043 di Autonomie e Ambiente, con cui ci onoriamo di collaborare, per la rinascita di una cultura civica e politica in tutti i territori, ha scelto di onorare il centenario della nascita del priore di Barbiana del Mugello, 27 maggio 1923-2023, rileggendo la sua "controstoria". Scritta nel 1965 in occasione della sua difesa degli obiettori di coscienza, questa fulminante denuncia fu da subito disseminativa di un pensiero anticentralista, antiautoritario, antimilitarista, anticolonialista, cioè di una riscoperta del senso profondo delle autonomie personali, sociali, territoriali. Crediamo tanti giovani di allora l'abbiano letta e per questo, ancora oggi, abbiano a cuore la Repubblica delle Autonomie, una grande confederazione europea capace di imporre la pace, la speranza che dopo il 1989 sia ancora possibile un secolo di solidarietà internazionale, contro tutte le guerre e tutte le ingiustizie della globalizzazione.

Segnaliamo e invitiamo a una lettura attenta di queste parole, che sono ancora scandalose per tanti che si dichiarano "sovranisti", o "europeisti", o "globalisti", parole che usano con avventatezza, ignari che il mondo, per sopravvivere, sta camminando verso un salutare e radicale decentralismo internazionale, contro tutte le concentrazioni di ricchezza e di potere.

Qui il link al Forum 2043:

https://www.autonomieeambiente.eu/forum-2043/155-la-controstoria-di-don-milani

Per chi volesse approfondire, la bibliografia su don Lorenzo Milani è immensa, ma ci permettiamo di raccomandare l'ultimo libro di Mario Lancisi:

https://www.toscanaoggi.it/Cultura-Societa/Presentazione-del-nuovo-libro-di-Mario-Lancisi-Don-Milani.-Vita-di-un-profeta-disobbediente


venerdì 12 maggio 2023

La città giusta nello spazio e nel tempo



La basilica di San Miniato al Monte di Firenze ha ospitato due giorni di riflessione storica e urbanistica, quindi politica e sociale, di uno spessore di cui si sentiva la mancanza da tempo: il convegno "La città giusta nello spazio e nel tempo". L'iniziativa si è svolta in due giornate, il 4 e l' 11 maggio 2023.
 
Il convegno è stato reso possibile dall'impegno di padre Bernardo Gianni, abate di San Miniato al Monte e dell'Associazione Cantiere Venturino Venturi, con la collaborazione di: Fondazione Balducci, Fondazione La Pira, Fondazione Michelucci, Associazione Porcinai, Fondazione Architetti Firenze, Università di Firenze (DIDA, Dipartimento di Architettura). Hanno sostenuto l'evento Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e Generali Italia Valore Cultura.

Ricordare alcuni dei promotori e dei protagonisti non rende giustizia ai lavori, le cui quattro sessioni possono essere riascoltate integralmente su YouTube, grazie al canale "Venturino":
 
 
4 maggio 2023 - sessione mattutina 
https://www.youtube.com/live/0PLXTMCG27w?feature=share

4 maggio 2023 - sessione pomeridiana
https://www.youtube.com/live/Mn8LAoYzJKw?feature=share

11 maggio 2023 - sessione mattutina
https://www.youtube.com/live/SLMqGKBFrrQ?feature=share

11 maggio 2023 - sessione pomeridiana
 
Uno spirito lapiriano ha gonfiato le vele di questi due giorni di studio. E' stato inevitabile, per alcuni di noi che eravamo presenti, ricordare Romano Bilenchi quando raccontava di come Giorgio La Pira riunisse spesso la sua giunta "ombra" con Mario Fabiani e Tristano Codignola.
 
La politica di quegli anni realizzò l'Isolotto, una vera e propria comunità nella città, cellula in parte autosufficiente dell'organismo urbano più ampio. Peraltro quel nuovo quartiere fu realizzato e completato, come comunità educante, produttiva, commerciale, giardino, agorà e rione, come dovrebbero essere tutte le porzioni di una città abitabile.

Quando oggi si sente parlare di città dei "quindici minuti", di walkability nello urban design, di poter raggiungere a piedi in un quarto d'ora tutto ciò che serve alla vita in città, si ha la sensazione di trovarsi di fronte ad apprendisti stregoni o, nella migliore delle ipotesi, a inventori della ruota. Queste "scoperte dell'acqua calda" vengono abbracciate, peraltro solo come espedienti retorici propagandistici, da un ceto politico privo di radici, valori, generosità, visioni.
 
Una città come Firenze ha già in se stessa una storia politica e sociale rionale, che è stata riscoperta più volte: negli anni Settanta da Luigi Bicocchi e dai movimenti per la fondazione dei consigli di quartiere; negli anni Ottanta dai movimenti ambientalisti e in particolare dalla Lista Verde di Giannozzo Pucci; negli anni Novanta da altri gruppi e movimenti di cittadinanza attiva; in questo secolo XXI, buon ultimo (in ordine cronologico, non certo per importanza), da Fabrizio Valleri e dalla sua campagna Libera Firenze 2019 per la "rivoluzione rionale", cioè per il ritorno a ciò che Firenze non avrebbe mai dovuto disperdere, il bene comune preziosissimo della prossimità e del buon vicinato.
 
Firenze è stritolata, come molte altre città storiche, fra contraddizioni formidabili: il dramma della signorilizzazione (gentrification) al suo interno; il dramma più ampio degli eccessi di congestione e inquinamento della Piana, minacciata da ulteriori colate di cemento e di ferro, come l'assurda pretesa di costruire addirittura un nuovo aeroporto (oltre che da altre avidità turistico-immobiliari); il dramma ecologico globale, dall'invasione della plastica fin nelle fibre dei viventi, latte materno compreso, all'insostenibilità di gran parte delle nostre attività agro-industriali e minerarie (comprese quelle che sarebbero necessarie per l'elettrificazione dei trasporti di massa, che, purtroppo, in sé, non è risolutiva di nulla).
 
Durante le emergenze di questo inizio secolo, quella ambientale, quella economica, quella pandemica, quella sociale, quella demografica, quella militare, quella della mancanza ormai conclamata di pluralismo politico e culturale, abbiamo ricevuto diverse scosse. Abbiamo credo compreso meglio quanto la nostra società sia malata e quanto fragile sia dentro la globalizzazione anche Firenze, per quanto essa sia una realtà pregiata e privilegiata. 
 
Non ci dobbiamo inventare niente. In molti vediamo queste contraddizioni e non c'è altro da fare che affrontarle. Non bastano più la vivacità critica di esperienze come la Firenze Viva di Cristina Scaletti o la Sinistra di Tommaso Grassi e di Antonella Bundi. Non riescono a produrre iniziative coraggiose le tradizionali piramidi politiche del centrosinistra e del centrodestra. Non sarebbe saggio restare subalterni al tardo sviluppismo tecnocratico dei cosiddetti centristi post-renziani.
 
Si può e si deve ripartire dalle proteste dei comitati che hanno chiesto invano di correggere i tracciati sbagliati delle tramvie, dalle proteste e dagli studi di Italia Nostra, dalla resistenza di coloro che hanno difeso gli alberi adulti (sterminati dall'insipienza dell'amministrazione comunale degli ultimi vent'anni), da coloro che hanno lottato perché ci siano case popolari, alloggi economici, giardini pubblici, servizi sociali, manutenzione di beni comuni in ogni rione di Firenze.
 
Mentre la maggior parte degli interventi sono stati disseminativi, i cui frutti sono quindi nelle mani della Provvidenza e della fecondità dei cuori e dei cervelli che li hanno ascoltati, almeno due relazioni hanno avuto il coraggio di incidere anche nell'attualità civile e politica di Firenze e della Toscana. Ci riferiamo alla relazione del direttore del Dipartimento di Architettura di Firenze, il prof. Giuseppe De Luca, e alle riflessioni finali della prof.ssa Silvia Mantovani, come architetto, paesaggista e cittadina.
 
Sono stati due interventi forti, possibili grazie a ciò che abbiamo di più indipendente nella vita culturale in questa Repubblica, l'autonomia costituzionalmente garantita dei professori universitari e di pochi altri dirigenti culturali. 
 
Chi, se non una persona con un incarico universitario o culturale, nella Firenze di oggi, potrebbe avere la forza di salire sulla sua cattedra o, se necessario, sui tetti della città, per chiedere la necessaria svolta? Molti altri, per molto meno, perderebbero lavoro, reddito, amici!

Senza voler apparire essere liquidatori, poiché il livello medio delle persone attive nella politica e nella vita pubblica cittadina è basso, poiché molti cuori attivisti stanno invecchiando, poiché nessuno sta formando nuove generazioni di leader locali, ci permettiamo di dire, sommessamente, cari maestri, cari studiosi, cari De Luca e Mantovani, rivediamoci presto.
 

Alcuni amici Liberi Fiorentini di OraToscana
(rete di civismo, ambientalismo, autonomismo)
 

 
 
 
 
 
 


 

sabato 6 maggio 2023

Per la rivoluzione civica di Siena

Esprimiamo, da questo blog e anche a nome della rete civica, ambientalista, autonomista OraToscana, il nostro appoggio alla rivoluzione civica che è in corso a Siena, alla candidatura civica e indipendente di Fabio Pacciani, alle sette liste civiche che lo appoggiano, in vista delle ormai prossime elezioni comunali del 14-15 maggio 2023.

 

Come tutte le cose serie, questa rivoluzione civica di Siena ha una storia, uno spessore, delle radici. Chi volesse approfondirle può attingere dalle pagine del blog di Pierluigi Piccini, che ne ha documentato lo sviluppo quasi quotidianamente. I protagonisti di questa svolta politica e amministrativa si preparano da anni, avendo approfondito, insieme al prof. Maurizio Viroli, le ragioni e diremmo quasi l'urgenza di un impegno politico autonomo degli abitanti della città, totalmente indipendente dalle consorterie ristrette e dai vertici della politica regionale e nazionale.

Le emergenze ambientali, economiche, sanitarie, sociali, militari di questo primo quarto del XXI secolo hanno colpito duramente anche Siena, trovandola non solo esposta a mali comuni a tante città storiche, come lo spopolamento e la signorilizzazione (gentrification), ma particolarmente fragile, perché sono entrate in crisi le sue principali istituzioni (la banca MPS, le università, l'ospedale, oltre che il comune e la provincia). 

Le associazioni del Polo civico hanno cercato una figura che incarnasse l'inizio di una coraggiosa ricostruzione. Prima hanno stabilito dei criteri: assenza di legami a consorterie e di conflitti d’interesse personali; una esperienza civica consolidata al servizio delle istituzioni cittadine; una notoria indipendenza e autonomia di giudizio. Poi la hanno individuata nel dott. Fabio Pacciani, stimato odontoiatra libero professionista ma soprattutto già rettore del Magistrato delle contrade (le 17 comunità di prossimità a cui partecipano gran parte dei Senesi e che competono al Palio) e, prima, a lungo rettore della contrada del Bruco, persona di notevole candore, umiltà, serietà.

Pacciani ha la missione di riunire, dopo anni di lacerazioni (dovute, specie negli ultimi anni della giunta De Mossi, alle avventatezze di persone impreparate, arroganti, divisive, che hanno ottenuto cariche in politica solo perché fedeli a leader e liderini nazionali, quando non anche a vertici e interessi ancora più opachi).

Di seguito i siti web e alcune parole di inquadramento delle sette consorelle civiche che sostengono Fabio Pacciani, nell'ordine in cui compaiono sui manifesti e sulle schede elettorali (fra parentesi il numero d'ordine ufficiale):

 

1- (6) Sena Civitas

https://www.senacivitas.com

E' composta da cittadini di cultura politica moderata, che nel 2018 avevano sostenuto la candidatura civica di Massimo Sportelli.


 

 

 

2- (7) Per Siena

Questa associazione è prevalentemente composta da cittadini che da anni sostengono l'impegno civico progressista di Pierluigi Piccini.



 

 

 

3- (8) Sì - Patto dei cittadini

https://www.sipattodeicittadini.it/

https://www.ideeincomunesiena.it/

Questa lista è stata promossa dal giornalista Daniele Magrini e riunisce cittadini che si sono avvicinati al civismo dopo i convegni con Maurizio Viroli del 2022. 

Oltre ai promotori del "patto dei cittadini", che, come scrivono, hanno abbandonato "il divano del mugugno" e la "sterile critica sui social", sono presenti in questa lista candidati dell'associazione "Idee in Comune", attiva per la democrazia locale e la ricostruzione del legame fra eletti ed elettori dal 2018.


4- (9) Civici in Comune

Questa realtà è attiva dal 2018 e rappresenta il principale gruppo che aveva sostenuto la candidatura civica moderata di Massimo Sportelli (che si ripresenta). Raccoglie e promuove aspirazioni al “buongoverno”, alla valorizzazione del merito, alla sobrietà della politica.



 

 

5- (10) Siena Sostenibile

Siena Sostenibile, “SiSost”, nasce dall’esperienza maturata grazie alla associazione LogoSiena, attiva da anni sul territorio su temi ambientali, sociali e culturali. In vista delle elezioni comunali si è sentita la necessità di farsi parte attiva del rinnovamento, partecipando al progetto del Polo civico senese. E' stata fondata nel 2022 da Federico Nesi, Sara Romano, Tommaso Notari, Stefania Bufalini, Gianni Porcellotti e Silvia Sestini (fra i candidati Matteo Barducci, che ci ha aiutato a seguire il Polo e Siena Sostenibile in più occasioni).


 

6- (11) In Campo

https://incampo.siena.it/

Questa realtà civica nel 2018 aveva sostenuto il candidato sindaco di centrosinistra. Raccoglie cittadini fortemente impegnati nella concretezza dei problemi sociali, della sanità, della scuola, dell'emancipazione degli umili, della piena integrazione delle persone disabili. E' coordinata da Mariapia Bindi.



 

 

7- (12) Riscrivere Siena

https://www.riscrivisiena.it/

Questa lista è stata formata per gemmazione dall'esperienza di "Per Siena", riunendo i candidati più giovani del movimento civico senese. Candida giovani studenti, creativi, scrittori, animatori culturali. 


 

 

 

Qualche cenno agli ultimi vent'anni di civismo senese

Quasi 3.000 cittadini di Siena (in un comune di 50.000 abitanti) che si impegnano, come candidati, attivisti, sottoscrittori delle liste, finanziatori della campagna elettorale, in un movimento civico così maturo, sono il frutto di un processo storico, non certo di un passeggero innamoramento. Dopo la distruzione di tutte le reti amicali e sociali provocata dalla pandemia, se il Polo civico di Siena è sopravvissuto, significa che i suoi valori sono profondi e radicati.

Questo movimento civico ha alle spalle una storia di almeno vent'anni. Nel 2004 l'ex primo cittadino di Siena Pierluigi Piccini, fino ad allora considerato uno dei più capaci sindaci espressi dalla storia comunista toscana, viene espulso dai Democratici di Sinistra (DS). Vengono così emarginati, non senza arroganza, interi gruppi di cittadini colpevoli solo di avere un pensiero autonomo e critico. Come dichiarò lo stesso Piccini, i DS, espellendolo, intesero "sottrarsi al dibattito" sulla visione della città, sfuggire alle sue "critiche aspre sul modello organicistico imposto dai DS locali", oltre che rifiutarsi di riflettere sulla "invadenza della politica in ruoli che non le competono".

Nel 2006, molti cittadini di Siena candidano Pierluigi Piccini come sindaco, attraverso un movimento civico che conquista il 30%. Il centrosinistra si conferma alla guida di Siena, evitando il ballottaggio ma non riuscendo certo a mettere un coperchio su una cittadinanza inquieta. Si è allora, non solo a Siena, alla ricerca di una "alternativa civica e liberale", di un buongoverno locale competente ma meno invadente, di un ambientalismo costruito e condiviso dal basso, di nuove forme di autonomia personale, sociale, territoriale.

Poco dopo anche Siena venne colpita dalle crisi ambientali, economiche, finanziarie, sociali, sanitarie, politiche, istituzionali che tutti conosciamo. I movimenti civici si mettono alla prova. Tornano, a più riprese, a collaborare con le piramidi politiche regionali e nazionali: con il centrosinistra, con il centrodestra, persino (si parva licet) con i Cinque Stelle (l'ultima nata delle piramidi politiche del centralismo italiano, ma non la meno opaca).

Nel 2018 il civismo senese favorisce quella che, per una città di antica appartenenza "rossa", è una storica alternanza: viene eletta al ballottaggio l'amministrazione di centrodestra. Ancora una volta, però, la città viene delusa dall'incompetenza, dalle divisioni, dalle artificiali polarizzazioni, tanto che il sindaco uscente Luigi De Mossi non viene neppure ricandidato.

Pensare che i cittadini debbano ridursi a votare, di volta in volta, l'uno o l'altro dei "nominati" dalle piramidi politiche nazionali, resta tuttavia inaccettabile. Con questo tipo di "bipolarismo", la politica e l'amministrazione si riempiono di persone che non hanno altro merito che l'essere fedeli all'uno o all'altro dei leader mediatici nazionali (o a gruppi di potere che li egemonizzano entrambi), con il conseguente declino della diligenza e della competenza ad ogni livello.

Qualunque sia il risultato elettorale, Siena diventerà un paradigma per la Toscana e ben oltre. Se va bene, sarà una rivoluzione, che spazzerà via parecchie persone incompetenti. Se va meno bene, sarà comunque una resistenza che frenerà il centralismo autoritario, cialtrone e incompetente, senza memoria e senza valori, che sta minacciando la Repubblica delle Autonomie personali, sociali, territoriali (e l'Europa, la pace, la vita e la salute in tutto il mondo, come stanno cercando di spiegare i movimenti civici, ambientalisti, autonomisti).


Ringraziamenti

Questo approfondimento non sarebbe stato possibile senza la collaborazione di Mariapia Bindi, la coordinatrice di "In Campo" che però si è spesa in molti modi per l'intero Polo civico.

Altrettanto decisiva è stata la consultazione del bellissimo blog "Simboli della discordia" del dott. Gabriele Maestri, che da diversi giorni ha pubblicato uno dei suoi consueti autorevoli approfondimenti sulle elezioni comunali di Siena 2023:

https://www.isimbolidelladiscordia.it/2023/05/siena-simboli-e-curiosita-sulla-scheda.html

Indispensabile, per comprendere fino in fondo l'importanza della candidatura di Fabio Pacciani e dello spessore politico, programmatico, culturale del Polo civico, è una visita al sito del candidato sindaco:

https://www.fabiopacciani.it/

In bocca al lupo al dott. Pacciani e alle sette realtà civiche che lo sostengono.


* * *

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