Nel 2006 cominciai a usare l'aggettivo "libertino" per definire l'impegno politico per la Toscana che ho contribuito a ispirare. Parola da usare sempre insieme a "popolano", o come scrisse Mario Lancisi, "paesano", per sottolineare che in Toscana la parola "popolo" storicamente indica ciascuno dei nostri paesini, frazioni, borghi, borgate, rioni e quartieri.
E' stato l'amico Mauro Aurigi, con il suo bel libro "Il Palio (o della liberta')", pubblicato a Siena nel 2006 da Il Torchio, a farmi riscoprire questo senso tutto toscano dell'essere popolani e libertini.
Furono chiamati "libertini" quei Toscani della Repubblica di Siena che nel '500 sacrificarono la propria vita nella resistenza alla signoria medicea, agli invasori stranieri, alla corruzione pontificia.
Questi Toscani sono ancora fonte di ispirazione per il nostro popolo e in particolare per la nostra parte civica e autonomista, riformista e libertaria, per noi che avevamo vagheggiato, nonostante gli errori e le delusioni degli ultimi anni, un possibile "partito toscano della libertà".
Un'ispirazione ancora valida per noi che oggi, a quasi cinquant'anni suonati, portiamo avanti, speriamo con originalità, con irriverenza, con freschezza, un impegno popolano e libertino toscano, portato avanti da Toscani, per la Toscana (NdA, 3/4/2013).
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