Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso
mercoledì 5 febbraio 2014
Per le primarie, contro le preferenze, fino all'ultimo
Tre anni fa, per la Candelora, 2 febbraio 2011, abbiamo iniziato il nostro impegno per sostenere la riforma elettorale toscana.
Tre anni dopo, passata la Candelora 2014, dobbiamo innanzitutto ringraziare le decine di intellettuali, imprenditori, attivisti, cittadini sovrani, che hanno partecipato alla nostra campagna.
Cosa abbiamo ottenuto?
Siamo sinceri: qualcosa, non molto.
In consiglio regionale sembra stia per arrivare un testo che contempla collegi piccoli e un doppio voto agevolato - una croce accanto a nomi già stampati sulla scheda - per un candidato e una candidata.
Diciamo che poteva andare molto peggio, ma è sempre un testo rischioso, che rischia di far saltare la stabilità e la sobrietà del sistema politico toscano - l'unico che non è precipitato sotto gli scandali delle spese pazze dei signori delle preferenze.
Come mai ci siamo salvati? Anche perché siamo l'unica regione ad aver tagliato le gambe ai mister preferenze e ai capi-clientele, dieci anni fa, con le riforme del 2004.
Ma nel frattempo, purtroppo, la doppia promessa del presidente Enrico Rossi non è stata mantenuta: la riforma è in ritardo di anni e la faranno prima a Roma che a Firenze.
Della volontà popolare, il 75% dei Toscani, che non vuole il ritorno delle preferenze, perché non le ha mai usate, non si tiene conto.
Si è preferito ignorare mezzo secolo di studi, fatti dai nostri migliori scienziati, sui guasti del voto facoltativo alle persone - che deve essere sostituito da un voto obbligatorio.
La nostra regione, che per prima ha istituito le primarie con regole chiare e uguali per tutti, pare che le voglia abolire, in favore del ritorno di una doppia preferenza facoltativa.
Avanti tutta verso il passato?
Come mai una strana coalizione di ignoranza e di ignavia tenta ancora di nascondere ai cittadini sovrani l'utilità, diremmo addirittura la saggezza, di votare un turno generale di primarie, ben prima delle secondarie e dell'eventuale ballottaggio?
Perché si tenta ancora di nascondere l'utilità che i partiti scelgano i propri candidati prima delle elezioni, con le primarie, e non durante le elezioni - con il ritorno della guerra di preferenze di tutti contro tutti?
E infine, ci saranno collegi piccoli per far eleggere rappresentanti di Viareggio, Piombino, Pontedera, Empoli? Oppure vedremo nuovamente l'elezione di fiorentini a capo di partitini del due per cento?
Ci sarà un dibattito sulla rappresentanza dei territori periferici e poco popolati, ma non certo marginali, come le montagne, l'Elba, la Costa d'Argento?
Vedremo.
Speriamo.
Lottiamo.
Fino all'ultimo.
* * *
Una lista completa è impossibile, ma qualche nome da ringraziare lo vogliamo scolpire qui:
Alessandra Passigli
Alessandro Benedetti
Alessandro Fabbri
Alessandro Roncolini
Alessandro Vannini
Alfredo Biondi
Andrea Romiti
Antonio Bonfiglio
Antonio Floridia
Antonio Romeo
Carlo Fusaro
Carlo Scognamiglio
Chiara Banchetti
Chiara Boriosi
Claudio Tirinnanzi
Cristiano Pennesi
Daniele Ferranti
Dario Parrini
David Cameron
Davide Bacarella
Donatella Poggi
Edoardo Bettazzi
Emanuele Aloisio
Emiliano Baggiani
Emiliano Lascialfari
Emma Bonino
Fabio Bonari
Fioravante Scognamiglio
Fiorella Lenzi
Francesco Clementi
Francesco Felloni
Francesco Pax
Franco DeBenedetti
Gaspare Polizzi
Giacomo Cecchi
Giacomo Fiaschi
Gianfranco Pasquino
Gianni Tomasi
Gino Selva
Ione Orsini
Ivo Cerrini
Lanmarco Laquidara
Laura Cutini
Laura Lodigiani
Luca Cavallini
Luca Leone
Lucia Pardini
Marco Faraci
Marco Mayer
Marco Taradash
Mario Ascheri
Mario Baldassarri
Mario Lancisi
Massimiliano Pagano
Massimo Balzi
Massimo Gramellini
Maurizio Grassini
Maurizio Pasqualetti
Mauro Vaiani
Michele Delli Gatti
Mike Hagen
Nicola Cariglia
Oscar Giannino
Paolo Armaroli
Paolo Ermini
Pier Paolo Segneri
Pietro Salvatori
Roberto Bernabò
Roberto Giachetti
Salvatore Vassallo
Stefano Ceccanti
Stefano Colombini
Tommaso Caparrotti
Tommaso Ciuffoletti
Tommaso Del Tacca
Tommaso Nannicini
Vincenzo Galasso
La lista integrale di coloro che collaborano alla campagna attraverso Facebook è qui:
https://www.facebook.com/groups/riforma.toscana/members/
* * *
Diffuso anche attraverso Toscana Insieme
giovedì 28 novembre 2013
Sono 30 anni che aspettiamo
Il giorno prima delle primarie PD compio cinquant'anni (50!). Mi aspetto un regalo: che Matteo Renzi vinca; che arrivi presto a palazzo Chigi; che, con Renzi premier, si facciano in 3 anni le riforme che sono mature da 30.
Diffuso su Toscana Insieme
mercoledì 13 novembre 2013
Pane e politica
In questa notte terribile della repubblica italiana, i Toscani, le Toscane, dove sono? Che stanno facendo?
In materia di riforme elettorali, i nostri legislatori regionali erano arrivati a risultati storici:
- consegnare alla storia il disastro delle vecchie preferenze;
- un consenso diffuso su collegi piccoli se non addirittura uninominali;
- le primarie in ogni collegio;
- consenso sul fatto che, se nessuno raggiunge una maggioranza al primo turno, se ne deve fare un secondo, esattamente come avviene per i sindaci, e avveniva per i presidenti delle vecchie province.
E' ancora possibile un sano compromesso toscano, un "Provincellum", per far eleggere 24 consiglieri regionali scelti fra i migliori piazzati della maggioranza, e 16 consiglieri regionali scelti fra i più votati delle minoranze - come accadeva nei consigli delle vecchie province.
Rimandare l'attuazione di questo compromesso, nascondendosi dietro la polvere sollevata da ogni convulsione politica nazionale, è semplimente vile.
E terribile.
La Toscana avrebbe potuto e potrebbe ancora portare un segno di speranza nella scena politica nazionale, superando le proprie liste bloccate con una legge saggia, fondata su primarie obbligatorie, collegi uninominali, doppio turno.
Ogni giorno che passa, è perso.
E sono perse speranze.
E sono perse opportunità.
E sono perse vite.
Che cittadine e cittadini sovrani siamo, in questa morente repubblica, se non vediamo più la connessione intima fra pane e politica?
mercoledì 4 settembre 2013
In cerca di un compromesso toscano
Sì, lo è.
Tutte le principali forze politiche toscane si sono rese conto che i collegi uninominali sono la scelta migliore, se si vuole selezionare una generazione di leader che cerchino il bene delle loro comunità e non siano ostaggi di guerre intestine nei partiti e scontri fratricidi fra fazioni e clientele.
Le forze politiche maggiori riconoscono, almeno in linea di principio, la necessità delle primarie, per selezionare il proprio candidato in ciascun collegio.
Le due attuali principali forze politiche toscane - PD e PDL - riconoscono il valore dell'esperienza del sistema elettorale delle province, così come quello del senato al tempo del Mattarellum, aprendo anche alla possibilità di un ballottaggio, per determinare l'elezione del governatore e l'attribuzione della maggioranza dei seggi in consiglio regionale.
Lo spazio per le donne e per i giovani può essere allargato, oltre che dalle primarie e dalla volontà popolare nei territori, dall'esistenza di una testa di lista regionale per ciascuna parte politica, dove siano previste rappresentanze di genere e di generazione.
Con primarie, secondarie, ballottaggi, la Toscana potrebbe ancora dare un segnale politico di rilevanza nazionale, se non addirittura internazionale.
Oppure, se tradissero tutte le loro promesse, i leader politici toscani potrebbero contribuire al crollo di questa repubblica, di questa Europa, per di più in un tempo di crisi, mentre una guerra terribile si avvicina.
I 55 legislatori toscani in carica portano sulle spalle una responsabilità immensa.
Se ne rendono conto?
Diffuso anche attraverso Toscana Insieme
mercoledì 31 luglio 2013
Cessate il fuoco
Occorrerebbero gesti forti:
- via dall'Afghanistan;
- via il Porcellum;
- via le province e le prefetture;
- via dalle carceri i poveracci in attesa di giudizio;
- via le tasse su chi campa con meno di mille euro al mese;
- via almeno qualche pensione dorata;
- via le tasse sugli interessi per la prima casa, altro che IMU!
Non ci sono stati questi gesti...
E intanto arriva il "generale agosto".
Tutto si ferma e diventa ancora più terribile, per chi è in carcere, in attesa di giudizio e di giustizia, in cerca di lavoro, in fila per una cura, anche palliativa.
Che D-o ci protegga, ma noi, intanto, almeno firmiamo tutti i referendum e prepariamoci a fare ben di più.
* * *
giovedì 25 ottobre 2012
Qualcosa di nobile in Toscana
Il parlamento della Toscana ha approvato la riduzione da 55 a 40 del numero dei propri componenti, oltre a una serie di altre riduzioni dei costi e di dimagrimenti della struttura, in linea con una spending review regionale che è peraltro in atto, va riconosciuto, sin dai tempi di Claudio Martini governatore e di Alessandro Antichi portavoce dell'opposizione.
Questa riforma arriva alla fine di un processo avviato all'inizio degli anni 2000, frutto di un nobile compromesso fra le forze del vecchio centrosinistra e del vecchio centrodestra di allora.
Al centro di quel compromesso, da allora a oggi, ci sono sempre state scelte vitali: passare dalle preferenze alle primarie; da collegi grandi a collegi piccoli; dalla lotta faziosa di tutti contro tutti, alla valorizzazione delle responsabilità della maggioranza e di quelle dell'opposizione.
Ci sono state delle contraddizioni, certo, nel processo, come quando, in un maldestro tentativo di rafforzare i quattro principali partiti di allora (DS, Margherita, Forza Italia, AN), nel 2004 il consiglio regionale decise di aumentare i propri membri a da 50 a 65.
Le contraddizioni, però, con il tempo, si possono superare.
Le conquiste storiche, come l'essere stato il primo consiglio regionale della Repubblica a sperimentare le primarie e a emarginare dalla politica toscana i signori delle preferenze, vanno difese a spada tratta.
La differenza fra la politica in Toscana e quella in altre regioni, come la Sicilia, il Lazio, la Lombardia, infatti, c'è e si vede.
Andiamo avanti così.
Continuiamo a lottare perché la riforma elettorale toscana istituzionalizzi le primarie e i piccoli collegi, lanciando alla politica nazionale - sempre più asserragliata in una specie di fortino distaccato dalla realtà - un segnale netto di fedeltà alla volontà popolare sancita dai referendum.
* * *
Diffuso attraverso Toscana Insieme
mercoledì 10 ottobre 2012
La scomoda verità sulle preferenze
E' inutile parlare di lotta alla corruzione, di riduzione dei costi della politica, addirittura di riforme costituzionali, se intanto, sotto banco, si tenta di ripristinare un sistema di voto in cui non sono affatto gli elettori a controllare gli eletti, ma viceversa, sono i capi-bastone e i signori delle preferenze a controllare, uno per uno, i propri fedeli clienti.
Come ha scritto Carlo Fusaro, mentre fanno finta di darci un potere di scelta delle persone, ci tolgono l'unico vero potere che ci stavamo riprendendo con il Mattarellum: quello di scegliere una persona in rappresentanza del nostro territorio, in un collegio uninominale, con le primarie, in una competizione politica che produce anche, secondo lo stile anglosassone, una vera indicazione popolare del premier.
La scelta fra un futuro fatto di primarie e un ritorno al passato delle vecchie preferenze all'italiana è uno spartiacque generale e trasversale. Più importante ancora della frattura, pur necessaria, fra vecchio e nuovo.
I collegi uninominali attraggono persone audaci e competitive, che possono e vogliono unire delle maggioranze, attorno a temi di interesse generale. Le preferenze attraggono coloro che vogliono salire sulla diligenza della spesa pubblica, per portare vantaggi alla loro minoranza, alla loro fazione.
A qualcuno, per esempio a chi scrive su questo blog, tocca ripetere - fino allo sfinimento - la scomoda verità: i nominati sono un disastro, ma la perpetuazione dei signori delle preferenze, quelli che hanno sin qui spadroneggiato in Lombardia e nel Lazio, nel consiglio comunale di Roma e in quello di Reggio Calabria, è stata e sarà molto peggio.
Prepariamoci a resistere, resistere, resistere.
* * *
Diffuso attraverso Toscana Insieme
mercoledì 3 ottobre 2012
Spartiacque
Siamo schiacciati dai debiti dello stato, degli enti locali, degli enti statali e parastatali. Siamo scandalizzati dai costi impropri della politica, per non parlare della sfacciataggine di alcuni politici.
Davvero qualcuno pensa che, impoveriti e arrabbiati, non ci accorgeremo del disastro del ritorno delle vecchie preferenze all'italiana?
Davvero le elite politiche - ma anche accademiche, anche giornalistiche - credono che i cittadini non si ricordino più che sono state la proporzionale e le preferenze volontarie ad averci storicamente condotto fin qui? Che i guasti di vent'anni di berlusconismo e di anti-berlusconismo sono anch'essi figli delle preferenze?
Davvero i politici che c'erano prima di Berlusconi pensano di poter tornare, impunemente, a chiedere le preferenze, dopo il ritiro di Berlusconi?
Mi sembrano convinzioni al limite dell'impudenza.
Spetta a noi smontarle.
Quel poco che era stato raggiunto con i referendum popolari di vent'anni fa - per esempio l'elezione di una parte del parlamento con collegi uninominali - stava funzionando.
Poi i grandi traditori politici della rivoluzione liberale e della riforma federale hanno imposto il micidiale Porcellum, ma, soprattutto, hanno lasciato che le vecchie preferenze all'italiana impazzassero ancora a ogni altro livello politico ed elettorale.
Così il paese è ancora oggi ostaggio di politici selezionati ai tempi del proporzionale con le preferenze volontarie. Fra i nominati nelle liste bloccate ci saranno certo delle veline e dei velini, ma i veri proci, i veri affossatori della Repubblica sono proprio coloro che sono eletti, ancora oggi, con le vecchie preferenze all'italiana. Più grandi sono i loro collegi, più essi e le loro clientele sono famelici e pericolosi: dal Piemonte alla Sicilia, dalla Lombardia al Lazio, per non parlare della città di Roma.
Una verità scomoda va ripetuta fino allo sfinimento: i signori delle preferenze sono peggio dei nominati.
Coloro che, come chi scrive, ricordano bene come funzionava il sistema politico con le vecchie preferenze all'italiana, vi invitano a rileggervi i dati delle politiche del 1992, o quelli delle regionali del 2000. A chi si domanda come mai la Toscana abbia un parlamento regionale molto più sobrio di quello delle altre regioni, modestamente suggeriamo una risposta: abbiamo abolito le preferenze; abbiamo eletto i nostri consiglieri in collegi piccoli; abbiamo almeno provato a fare le primarie.
L'eventuale ritorno delle vecchie preferenze volontarie condurrebbe alla balcanizzazione degli attuali partiti e ucciderebbe sul nascere le candidature, sia nelle liste vecchie che in quelle nuove, di persone più giovani, o più competenti, o semplicemente diverse.
Questo è un vero spartiacque politico: da una parte coloro che vogliono piccoli collegi e primarie obbligatorie per tutti; dall'altra coloro che vogliono le preferenze volontarie, dove le minoranze organizzate vanno all'assalto della diligenza della spesa pubblica, all'insaputa delle maggioranze.
Il PD e il PDL non sopravviverebbero, se abbandonassero la scelta storica dell'uninominale.
I nuovi movimenti, se imbrogliano la gente con le vecchie preferenze, sono già morti prima di nascere.
Italia Futura, Fermare il declino, Spirito Libero, le liste civiche e tutti gli altri movimenti civili da cui noi ci aspettiamo un impegno per fare finalmente le riforme attese da trent'anni, per trasformarci da sudditi in cittadini, devono dire una parola forte, in favore dei collegi uninominali e delle primarie.
O noi, o loro.
O le primarie, o i signori delle preferenze.
E' arrivato il momento di dire a voce alta da che parte si sta.
Coraggio, guardiamo avanti, non indietro.
* * *
Diffuso attraverso Toscana Insieme
mercoledì 26 settembre 2012
Il dovere di rottamare
E' urgente la scelta di nuovi leader nei partiti che hanno le regole per cambiare leadership - in pratica il solo PD. E' urgente quindi anche la presentazione all'elettorato di nuove liste civiche, che possano candidare donne, giovani, nuove competenze e nuove esperienze. Rottamare è diventato un dovere trasversale e universale. Incuranti del disastro economico a cui hanno condotto la Repubblica (trascinandosi dietro anche le grandi aziende pubbliche, para-pubbliche e persino i grandi monopolisti privati), asserragliate nei loro lussuosi fortini, le caste hanno perso la testa. Via tutti. Quelli di Berlusconi e, ancora di più, quelli che c'erano prima di Berlusconi.
lunedì 30 luglio 2012
Un cittadino contro le preferenze
La legge Calderoli del 2005 è una legge elettorale con gravi difetti. Ma non sono affatto quelli di cui ossessivamente si parla da mesi e anni.
I suoi difetti veri sono due.
Il primo è che prevede due meccanismi di premio separati e diversi per due camere, il che è un nonsenso. In effetti il nonsenso sta nell'esistenza di due camere entrambe titolari del rapporto di fiducia: com'è noto uno schema che non ha eguali al mondo. Dappertutto una è la camera politica con rapporto di fiducia col governo, se la forma di governo è parlamentare. L'altra rappresenta, in parte almeno, interessi diversi ed è svincolata dal rapporto fiduciario.
Il secondo difetto NON è nelle liste bloccate. E' che si tratta di liste bloccate lunghe (fino a 47 candidati) con l'aggravante (il cuore della questione) che una stessa persona può candidarsi dappertutto. Questo è il meccanismo che permette le c.d. "nomine": permette cioè, grazie al controllo delle rinunce di persone elette in diverse circoscrizioni, di far uscire via via chi si preferisce.
E' falso invece che il problema fosse, come si ripete, "aver abolito le preferenze". Qualunque cosa si pensi delle preferenze (ed io ne penso tutto il male possibile sia per esperienza diretta sia per aver studiato un po'):
(a) le preferenze alle politiche già non c'erano più dal 1993;
(b) le preferenze non hanno mai impedito ai partiti - certo, con eccezioni - di far eleggere chi volevano, col sistema delle capolisture ed altri espedienti;
(c) le preferenze scatenano una dannosa caccia al voto DENTRO il proprio elettorato per sé stessi e NON al di fuori per conquistare elettori incerti o nuovi;
(d) le preferenze impongono campagne costose;
(e) le preferenze così come da noi ci sono solo in Grecia e in pochi altri posti; le liste, in genere, sono bloccate, bloccatissime e laddove non lo sono è permesso scavalcare l'elenco presentato dal partito solo con un quorum minimo: che so, almeno la metà o un quarto di voti preferenziali sul totale dei voti del partito.
Infine (f) le preferenze come sono disciplinate in Italia non danno affatto agli elettori il potere di scegliere l'eletto!
Danno questo potere a minoranze efficienti ed organizzate nel controllo dei voti (cosa ciò significhi in circa il 40% del territorio nazionale non ho bisogno di ricordarlo).
In pratica si permette a gruppi di interesse, o fazioni, o peggio, di scegliere per tutti, grazie alle preferenze, al posto del partito (che almeno le sue responsabilità deve assumersele).
Anche se è vero che il ricorso alle preferenze dopo la preferenza unica è cresciuto dappertutto (anche al centro e al nord), resta che sono usate mediamente da minoranze di elettori.
La cosa che mi indigna è che culturalmente i fautori di leggi elettorali davvero migliori (doppio turno alla francese, maggioritario secco, collegi uninominali, liste corte e proporzionale senza recupero di circoscrizione tipo Spagna, etc.) ben presto si son fatti travolgere, con l'aiuto di una stampa francamente cialtrona e superficiale, da parole d'ordine d'accatto che hanno trasformato la legge Calderoli (che io rifiuto di chiamare in modo diverso: perché quello è già il segno della resa politico-culturale) nella sentina di tutti i mali.
Non è così. Ha avuto e ha anche i suoi meriti: basti pensare alla capacità bipolarizzante e al fatto che nel 2008 è stata ben interpretate dalle forze politiche per merito primario di Veltroni (e poi dello stesso Berlusconi) in modo da assicurare camere non frammentate e maggioranze e minoranza non raccogliticce.
Se poi queste si sono sfaldate, il problema non è della legge elettorale ma dell'incompetenza, dell'incapacità e della stupidità di chi ha permesso al proprio partito di andare in pezzi (e di chi permette al proprio di restare rissoso e continuamente esposto al ricatto delle sinistre estreme, o del populismo giustizialista, o - adesso - dei c.d. grillini).
Sta succedendo, è già successo ciò che era successo con la legge Mattarella: Dio sa se io l'ho combattuta, quando speravo con altri illusi di trasformarla in una legge elettorale tutta maggioritaria (non solo per 3/4); ma resta la miglior legge elettorale del dopoguerra.
Si poteva correggere (per esempio togliendo le liste civetta), ma funzionava.
Una volta fallito il tentativo di renderla PIU' maggioritaria, restava comunque una eccellente linea di difesa.
Invece, con la benedizione ed anzi lo stimolo di gente come Sartori (geniale caratteraccio che in vetustà, divenuto incoerente fino alla totale dimenticanza di ciò che lui stesso aveva insegnato), che inventò il termine spregiativo che sappiamo, si posero le basi perché quella legge elettorale fosse sostituita senza colpo ferire (come accadde anche nel 2005, quando vera opposizione non ci fu).
E ci si beccò la Calderoli, coi difetti che ho detto e con l'unico pregio - almeno - di difendere il bipolarismo: cioè il diritto degli elettori di decidere da chi farsi governare.
Adesso la Calderoli è la cosa da sostituire costi quel che costi: ed è altro errore, perché occorre avere l'onestà intellettuale di dire che MEGLIO TENERSI LA CALDEROLI che passare alle preferenze e per di più perdere il potere del voto decisivo sul governo.
Questa è infatti la truffa finale che gente impudente come Casini e tanti altri vanno propinando, quando solennemente affermano che "va restituito agli elettori il potere di eleggere i propri deputati".
Primo perché, collegio uninominale a parte, non l'hanno mai fatto davvero e non c'è nulla da restituire. Si vuol solo restaurare un sistema che ha prodotto guai senza fine fino a che ad esso ci si ribellò 20 anni fa.
Secondo perché si fa finta di dare qualcosa, ma in realtà il vero obiettivo è TOGLIERE il potere di decidere sul governo, che è poi la cosa che conta di più.
Ancor maggiore è il paradosso se si ricorda appena appena che la legge Calderoli, storicamente, fu nel 2005 l'ultimo tentativo di Berlusconi di recuperare con il tipo di legge che questi volevano proprio l'Udc e Casini (i quali pretendevano un ritorno a schemi proporzionalistici: certo non ebbero le preferenze e sperano ora di completare l'opera abolendo anche il premio).
Ma ci sarà un limite alla memoria corta degli italiani e alla tentazione tecnicamente reazionaria e restauratrice delle forze politiche!
In tutto questo ancora una volta quel che non capisco (rectius: non capirei) è perché mai il Pd ci dovrebbe stare.
Mi dicono che il vero sta nel fatto che il Pd cerca alleati e quindi per compiacerli e anche per non spaccarsi fra chi vuole Casini e chi vuole Vendola-Di Pietro, è disposto di fatto a buttare a mare 20 anni di bipolarismo (l'unica grande riforma fatta!).
Una cosa è certa: se cedono su questo il voto di gente come me non l'avranno davvero.
Carlo Fusaro
http://www.carlofusaro.it/
sabato 28 luglio 2012
Contro lo spettro delle preferenze
* * *
Il testo integrale dell'intervento apparso sul Tirreno
-->
Più memoria, più Toscana, contro le preferenze
mercoledì 11 aprile 2012
Tempo scaduto?
Dobbiamo insistere, insistere, insistere, perché, fra tante parole che si sentono dire in questi giorni drammatici, la riforma toscana può diventare una realtà concreta qui, ora, con l'impegno dei nostri consiglieri regionali, in poche settimane.
Lo diciamo con rispetto e con speranza al governatore Enrico Rossi, che lancia dal suo nuovo e interessante blog un appello per una riforma della politica subito, una terza impegnativa iniziativa, da parte sua, dopo le sue due precedenti promesse: ha promesso la riforma elettorale toscana e ha promesso che la riforma toscana si farà prima di quella nazionale.
Lo ricordiamo, con umiltà, ma anche con testardaggine, a tutti i leader del Consiglio regionale toscano, soprattutto a quelli che si sono già sbilanciati in favore dei collegi uninominali, delle primarie, di un compromesso ispirato al modello elettorale tedesco.
Il popolo sa bene perché i collegi uninominali e le primarie sono preferibili ai grandi collegi e alle preferenze. Con le preferenze vengono elette, con poche migliaia di voti, persone che rappresentano minoranze e fazioni, in un clima in cui ineluttabilmente si oscilla fra la compravendita dei voti e la guerra di tutti contro tutti. Nei collegi uninominali e attraverso le primarie, invece, in ciascun partito emergono dei leader locali capaci di unire, di prendere il voto di maggioranze di decine di migliaia di voti, di rappresentare in modo rispettoso di tutte le parti gli interessi del proprio territorio.
Facciamo presto, facciamo presto, facciamo presto.
Lasciamoci alle spalle le lunghe liste bloccate, che finiscono per far eleggere velini e veline, faccendieri e familiari, portaborse e furbetti, autisti e tesorieri. Lo sapevamo già, sin dai tempi della legge Acerbo del 1923, che erano il peggior sistema possibile in Italia e anche in Toscana. La realtà, però, si incarica, quotidinamente, di superare persino la più pessimistica delle immaginazioni.
* * *
mercoledì 7 marzo 2012
Pace e lavoro
Non per motivazioni celesti, ma per considerazioni molto più terra-terra. E' nostra ferma convinzione che, con una nuova generazione di leader locali, selezionati in modo meritocratico ed eletti in ciascun territorio da maggioranze democratiche (e non da minoranze clientelari), avremo più libertà, più pace, più lavoro.
Approfondimenti:
Salvatore Vassallo e Dario Parrini alla Casa del Popolo di Sovigliana di Vinci
Nicola Cariglia su Pensalibero.it
Mauro Vaiani sull'Unità
venerdì 17 febbraio 2012
La preferenza? Sì, ma obbligatoria!
La mia lettera è pubblicata sul numero 7 di domenica 19 febbraio 2012, che è nelle edicole e nelle chiese a partire da sabato 18, ma che è anche consultabile in rete per i lettori registrati del sito di Toscana Oggi.
* * *
Messaggio rilanciato anche attraverso Toscana Insieme, il 21/2/2012 (Nda).
giovedì 2 febbraio 2012
La nostra campagna per la riforma toscana, un anno dopo
Ecco il testo:
* * *
Lo si può leggere anche sulla rassegna stampa del Consiglio regionale della Toscana. Potete anche rivedere, un anno dopo, il nostro appello della Candelora 2011 ai legislatori toscani. Visitate la pagina dedicata alla nostra campagna per l'abolizione delle liste bloccate, per i collegi uninominali, per le primarie obbligatorie in Toscana. Buona Candelora 2012 a tutti!
PS
Alle tante varianti dei detti sulla Candelora, aggiungo quella di casa mia: Per la Candelora, o che nevihi, o che pioa, dell'inverno siamo fora, se c'è i ssole o tira vento, dell'inverno siamo drento. Mettiamola così: la neve di oggi su Firenze e sulla Toscana, oltre che portare sollievo alla siccità invernale, speriamo che sia foriera di una mite primavera. Per la natura, nelle nostre vite... E per le istituzioni dell'autogoverno toscano. Io ho fiducia! Ci voglio credere!
* * *
giovedì 12 gennaio 2012
Un senso di privazione
Questa brutta notizia arriva peraltro in una giornata, in un tempo, in cui registriamo altre preoccupanti forme di chiusura a riccio, su se stessa, di una casta tanto impresentabile quanto arroccata sui propri privilegi.
Noi in Toscana, con la nostra umile ma tenace campagna per il superamento delle liste bloccate, con una riforma elettorale regionale fondata sui collegi uninominali e sulle primarie obbligatorie, abbiamo nelle nostre mani una possibile riscossa.
A coloro che sono appassionati di politica e soprattutto di Toscana, un appello: non lasciamoci prendere da una rabbia impotente, uniamoci per cambiare la legge toscana e dare così una scossa all'intera Repubblica.
Non usciremo dalla crisi e non avremo una politica migliore, senza una selezione meritocratica e democratica, dal basso, di una nuova generazione di leader. Muoviamoci.
Messaggio diffuso anche su Toscana Insieme
lunedì 9 gennaio 2012
Una scossa toscana per il bene di tutta Italia
Post diffuso attraverso Toscana Insieme
giovedì 29 dicembre 2011
La necessità di una soluzione politica
Alcune delle riforme mature da decenni, come il completamento del federalismo, l'abolizione delle province e delle prefetture, una autentica autonomia tributaria e finanziaria degli enti locali, il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, l'abolizione del CNEL, l'abolizione del quorum ai referendum, possono essere realizzate in pochi mesi.
La tregua politica consentita da questo governo di unità nazionale PDL-PD-Polo della Nazione, offre le condizioni ideali per il varo di questi cambiamenti, a livello nazionale.
Provateci, a Roma, per l'amor del cielo!
Qualcosa, intanto, possiamo far succedere anche a livello locale, come stiamo provando a fare noi in Toscana, con la nostra lobby per una riforma elettorale regionale fondata su primarie obbligatorie e collegi uninominali. E' la politica che tiene ferma, costosa e improduttiva, una immensa manomorta pubblica; che impedisce il rafforzamento delle comunità locali; che schiaccia le famiglie, sottraendo loro il denaro che serve per i figli e la casa; che soffoca i pochi settori che potrebbero rapidamente ricominciare a produrre nuova e buona occupazione, come l'agricoltura di qualità, il turismo, la tutela dei beni culturali, la custodia del territorio, il riciclaggio dei rifiuti, le energie rinnovabili, l'innovazione e la ricerca nelle aziende private.
E' la politica il nostro problema, non la finanza.
Cominciamo a smettere di lamentarci, basta essere liberali (o anche democratici) solo a parole!
Mettiamoci finalmente a cambiare qualcosa.
* * *
I miei più sentiti e affettuosi auguri di buon anno nuovo 2012 a tutt*!
domenica 20 novembre 2011
La babele delle preferenze
La Toscana deve cambiare la propria legge elettorale regionale, per superare le liste bloccate e potenziare il potere degli elettori di scegliere le persone, non solo le liste politiche. Qualcuno, purtroppo, si attarda a guardare al passato delle preferenze, invece che a un futuro fondato su primarie davvero partecipate e collegi uninominali.
Ma com'erano queste preferenze? Siamo andati a vedere i numeri delle elezioni regionali del 16 aprile 2000, l'ultima volta che le preferenze sono state usate in Toscana per la selezione dei membri del nostro Parlamento regionale.
Quelle ultime elezioni con le preferenze furono una confusa babele.
Nella sola circoscrizione provinciale di Firenze - i cui dati riportiamo in dettaglio in calce a questo post - si presentarono ben 16 liste e addirittura 173 candidati. I voti validi, in quella realtà, furono poco più di mezzo milione. Le preferenze espresse furono solo un quarto di quelle potenziali e si frammentarono in modo tale che furono delle piccole minoranze organizzate a scegliere gli eletti.
* * *
I dati nelle altre circoscrizioni toscane, che sono tutte più piccole, sono analoghi a quelli di Firenze. La media regionale toscana delle preferenze espresse è solo leggermente più alta di quella fiorentina, perché, come è lecito attendersi, più piccola è la circoscrizione, più diretto e coinvolgente è il rapporto fra elettori ed eletti.
Poco più di un toscano su quattro esercitò, quindi, in quella tornata elettorale, il proprio potere sovrano di scegliere non solo il partito, ma anche la persona che lo avrebbe dovuto rappresentare.
I dati del 2000 furono analizzati dal politologo Roberto De Luca, dell'Università della Calabria, in una sua relazione del 2003, che è disponibile in rete. Lo studioso rilevò che l'uso della preferenza unica aveva conosciuto una vera e propria esplosione.
Dal 1995 al 2000, in Toscana, l'uso della preferenza era aumentato dal 15,4% al 28,6%. A livello nazionale l'indice di utilizzo del voto di preferenza da parte degli elettori era salito, in media, dal 25,2% al 44,2%. Non si trattava, secondo De Luca, soltanto di una forma di "meridionalizzazione" delle abitudini elettorali nel Paese, ma anche di una effettiva crescita della volontà degli elettori, di tutti i territori e di tutti gli orientamenti politici, di contribuire alla scelta delle persone e non più solo delle etichette politiche.
Lo studio di De Luca non rinunciava, tuttavia, a esprimere qualche considerazione problematica sull'imperversare di vecchi e nuovi "campioni delle preferenze" e sui costi delle loro "campagne elettorali permanenti".
La spinta a superare i limiti della vecchia preferenza all'italiana, come si sa, condusse la Toscana, con il succedersi di una serie di faticosi compromessi e di sperimentazioni, non prive di coraggio, alle attuali liste bloccate e alle primarie.
* * *
Le primarie però sono state lasciate facoltative. Ancora nelle ultime elezioni del 2010, sono state adottate solo dal Partito Democratico e da SEL. I risultati di queste primarie, che si tennero il 13 dicembre 2009, in vista delle regionali dell'aprile successivo, non sono stati esaltanti, dal punto di vista della partecipazione.
Nella provincia di Firenze, a fronte di quelli che saranno i 183.795 elettori del PD, solo 29.165, il 15.87%, si sono espressi nelle primarie. Dei 17.158 elettori di SEL, solo 1.708, un modesto 9.95%, ha partecipato alla selezione preliminare.
Sono percentuali troppo basse, rispetto a quel 25% medio di cittadini, che si erano espressi con le preferenze meno di dieci anni prima.
Le primarie, ci pare, vanno quindi organizzate in collegi più piccoli e adottate come strumento generale, obbligatorio e contestuale, per tutti i partiti.
Questa è la strada da percorrere per dare voce alla maggioranza degli elettori di ciascun partito, nella selezione del personale politico della propria parte.
* * *
Tornando ai dati del 2000, si notino i gravi limiti delle vecchie preferenze all'italiana. Le preferenze espresse furono, come abbiamo detto, un quarto dei voti validi ma, se si va a confrontare il numero delle preferenze prese da ciascun eletto, rispetto ai voti del suo partito, si nota che quel 25% di preferenze mediamente espresso si frammenta fra molte persone, producendo il risultato che quasi nessuno degli eletti è veramente rappresentativo degli elettori del proprio partito.
Ci sono alcuni casi di campioni toscani di preferenze: Angelo Passaleva rappresentò il 21% degli elettori del suo Partito Popolare; Riccardo Nencini ebbe la preferenza del 32% degli elettori del suo Partito Socialista. Ma sono eccezioni. Per il resto, i consiglieri regionali sono stati scelti da piccole minoranze, invece che da maggioranze: Achille Totaro fu eletto dall'11,41% degli elettori di Alleanza Nazionale; Riccardo Conti dal 4.52% degli elettori DS; Paolo Bartolozzi dal 9.88% degli elettori di Forza Italia. Gli altri furono eletti con percentuali anche più basse.
* * *
Questo è non l'unico, ma è sicuramente il principale limite della vecchia preferenza all'italiana, che speriamo non torni in Toscana: piccole fazioni organizzate scelgono gli eletti all'insaputa delle maggioranze dei sostenitori della loro area politica.
Abbiamo invece un grande bisogno di far scegliere le persone dalla maggioranza degli elettori, non da minoranze. Abbiamo bisogno di una nuova generazione di leader locali che uniscano, non che dividano. Abbiamo bisogno di rappresentati autorevoli dei territori, non del ritorno della guerra di tutti contro tutti.
Guardiamo avanti, verso i collegi uninominali e le primarie. Non indietro, verso la babele delle preferenze.
* * *
L'ultima volta con le preferenze in Toscana
Elezioni regionali del 16 aprile 2000
Analisi in dettaglio delle preferenze espresse nella circoscrizione di Firenze
L'ultima colonna a destra esprime il quoziente di rappresentatività di ciascun eletto rispetto all'elettorato del proprio partito
Fonte dei dati: http://www.consiglio.regione.toscana.it/pubblicazioni/pubblicazioni/tcr/2000/000523_numero_07/03_candidati_ed_eletti.asp
Leggi anche i numeri delle preferenze nelle altre circoscrizioni toscane
Lista
|
%
|
Voti
|
Candidati
|
Preferenze
|
Eletti
|
Rappr.
|
AN
|
13,15%
|
71,249
|
Totaro Achille
|
8,133
|
Eletto
|
11.41%
|
Bosi Enrico
|
6,356
| |||||
Nascosti Nicola
|
1,818
| |||||
Bocci Enrico
|
1,422
| |||||
Naldoni Desiderio
|
1,108
| |||||
Giannozzi Luca
|
1,088
| |||||
Alberti lacopo
|
615
| |||||
Cappelletti Cecilia
|
548
| |||||
Diligenti Magi Nicoletta
|
181
| |||||
Valentini Mauro
|
71
| |||||
Cungi Umberto
|
42
| |||||
CCD
|
2,27%
|
12,291
|
Carraresi Marco
|
1,844
|
Eletto
|
15.00%
|
Razzanelli Mario
|
1,069
| |||||
Cioni Piero
|
873
| |||||
Corsinovi Alessandro
|
729
| |||||
Baldini Luigi
|
620
| |||||
Bacicchi Silvano
|
452
| |||||
Carriero Giuseppe
|
288
| |||||
Campanella Carlo
|
266
| |||||
Meini Sara
|
252
| |||||
Morano Pasquale Giacomo
|
66
| |||||
Bastogi Mirella
|
0
| |||||
CDU
|
1,74%
|
9,430
|
Banchi Franco
|
879
|
Eletto
|
9.32%
|
Vannucci Iole
|
304
| |||||
Corsi Roberto
|
133
| |||||
Baldini Carlo
|
55
| |||||
Guerrini Aldo
|
44
| |||||
Checcucci Carlo
|
22
| |||||
Gallo Antonio
|
18
| |||||
Quartara Giovanni
|
8
| |||||
Saracino Egidio
|
5
| |||||
Ferrari Sisto
|
4
| |||||
Civeli Ernesto
|
2
| |||||
Com.It.
|
2,89%
|
15,645
|
Ghelli Luciano
|
771
|
Eletto
|
4.93%
|
Fissi Silvia
|
160
| |||||
Cardoso Silvia Pratolini
|
78
| |||||
Casini Lorenzo
|
67
| |||||
Fialdini Ennio
|
50
| |||||
Innocenti Sabrina
|
45
| |||||
Valoriani Vania
|
34
| |||||
Baldi Ivo
|
22
| |||||
Gorpia Marianna
|
20
| |||||
Rossetti Paolo
|
19
| |||||
Montorsi Silvano
|
8
| |||||
DS
|
39,45%
|
213,770
|
Conti Riccardo
|
9,656
|
Eletto
|
4.52%
|
Melani Carlo
|
8,921
|
Eletto
|
4.17%
| |||
Rossi Varis
|
8,861
|
Eletto
|
4.15%
| |||
Cocchi Paolo
|
7,023
|
Eletto
|
3.29%
| |||
Fossati Filippo
|
6,798
|
Eletto
|
3.18%
| |||
Petraglia Alessia
|
3,618
| |||||
Bianco Marino
|
2,145
| |||||
Maggi Annalisa cg Ottoni
|
473
| |||||
Masini Luigi
|
342
| |||||
Soldano Laura
|
248
| |||||
Addis Elisabetta cg Waldmann
|
88
| |||||
Forza It.
|
17,35%
|
94,028
|
Bartolozzi Paolo
|
9,290
|
Eletto
|
9.88%
|
Verdini Denis
|
7,166
|
Eletto
|
7.62%
| |||
Marcheschi Paolo
|
5,123
| |||||
Pollina Angelo
|
1,364
| |||||
Berti Francesco
|
841
| |||||
Collini Sonia
|
275
| |||||
Pugliese Carlo
|
251
| |||||
Poggiali Giancarlo
|
193
| |||||
Casagni Lippi Luca
|
139
| |||||
Berardinelli Maria
|
107
| |||||
Reggioli Loris
|
47
| |||||
I Dem.
|
3,52%
|
19,050
|
Gelli Federico
|
1,200
|
Eletto
|
6.30%
|
Fittante Giovanni
|
1,111
| |||||
Sedita Luigi
|
630
| |||||
Desideri Fabrizio
|
416
| |||||
Rossi Rossella
|
325
| |||||
Cantini Andrea
|
264
| |||||
Lo Monaco Giovanni
|
245
| |||||
Satti Elio
|
150
| |||||
Da Re Maurizio
|
105
| |||||
Spini Andrea
|
98
| |||||
Zanobini Maria
|
25
| |||||
Lega N.
|
0,63%
|
3,419
|
Cordone Marco
|
138
| ||
Gherardini Valter
|
129
| |||||
Rosselli Patrizio
|
23
| |||||
Ceppi Marco
|
21
| |||||
Vennarini Franca
|
20
| |||||
Cannella Filippo Armando
|
17
| |||||
Bruno Aureliano
|
16
| |||||
Catola Ugo
|
12
| |||||
Tagliasacchi Antonio
|
11
| |||||
L. Bonino
|
2,17%
|
11,754
|
Dell’Alba Gianfranco
|
421
| ||
Bacchi Antonio
|
348
| |||||
Scheggi Giancarlo
|
213
| |||||
Cipriani Leonardo
|
88
| |||||
Mecacci Matteo
|
51
| |||||
Galli Grazia
|
36
| |||||
Poretti Donatella
|
19
| |||||
Piero Zazzetta
|
17
| |||||
Mallardi Matteo
|
11
| |||||
Moretti Massimo
|
11
| |||||
Serventi Marco
|
9
| |||||
MAT
|
0,4%
|
2,187
|
Mazzerelli Alessandro
|
110
| ||
Rinaldi Lorenzo
|
23
| |||||
Fedi Franco
|
15
| |||||
Billi Maurizio
|
9
| |||||
Ferrini Giovanni Paolo
|
8
| |||||
Baroncelli Paolo
|
6
| |||||
Olmi Luigi
|
4
| |||||
Lucarini Alessandro
|
3
| |||||
Rossi Maria Rosa
|
3
| |||||
Barsotti Carlo
|
2
| |||||
Pelli Giovanni
|
2
| |||||
P. Soc.
|
0,69%
|
3,754
|
Costagli Nedo
|
168
| ||
Melani Silvano
|
121
| |||||
Corso Gineprari
|
66
| |||||
Monti Luca
|
36
| |||||
Galli Danzio
|
35
| |||||
Mari Massimo
|
24
| |||||
Berni Dario
|
20
| |||||
Niccolai Virando
|
20
| |||||
Baccanelli Mario
|
11
| |||||
Valenti Marisa
|
11
| |||||
P. Um.
|
0,55%
|
2,955
|
Vecchi Paolo
|
303
| ||
Mercuri Armando
|
48
| |||||
Chiti Massimo
|
27
| |||||
Monducci Leonardo
|
24
| |||||
Pinna Elena
|
16
| |||||
Rossi Sasha
|
15
| |||||
Nocera Laura
|
14
| |||||
Squaglia Susanna
|
12
| |||||
Papi Paolo
|
12
| |||||
Bandini Antonella
|
8
| |||||
D’Agostino Arnaldo
|
6
| |||||
PPI
|
3,79%
|
20,516
|
Passaleva Angelo
|
4,427
|
Eletto
|
21.58%
|
Bambagioni Paolo
|
2,064
| |||||
Parrini Gianluca
|
1,879
| |||||
Perini Nicola
|
1,427
| |||||
Tagliaferri Stefano detto Cant
|
1,275
| |||||
Lodovisi Mauro
|
598
| |||||
Biti Giampaolo
|
519
| |||||
Melani Silvia
|
395
| |||||
Casucci Carla Oretta cg Rampini
|
278
| |||||
Maselli Marco
|
192
| |||||
Tsolaki Maria cg Ciampi
|
43
| |||||
RC
|
7,22%
|
39,110
|
Barbagli Giovanni
|
1,422
|
Eletto
|
3.64%
|
Targetti Sandro
|
572
| |||||
Cicali Roberto
|
464
| |||||
Fabbri Genny
|
342
| |||||
Billo Marta
|
291
| |||||
Pinzauti Mauro
|
200
| |||||
Leoni Alessandro
|
182
| |||||
Pieri Leonardo
|
157
| |||||
Nidi Claudio
|
53
| |||||
Galimi Domenico Francesco
|
47
| |||||
Bossoletti Ernesta
|
42
| |||||
SDI-Rep.
|
1,65%
|
8,937
|
Nencini Riccardo
|
2,922
|
E. Listino
|
32.70%
|
Ciucchi Pieraldo
|
1,533
|
Eletto
|
17.15%
| |||
Caciulli Vincenzo
|
722
| |||||
Cappelletti Paolo
|
358
| |||||
Bellini Luigi
|
113
| |||||
Parri Mario Graziano
|
104
| |||||
Badii Paolo
|
57
| |||||
Mazzini Cinzia
|
47
| |||||
Niccolai Armando
|
45
| |||||
Tofani Patrizia
|
33
| |||||
Floridia Massimo
|
25
| |||||
Verdi
|
2,55%
|
13,822
|
Franci Tommaso
|
1,234
|
Eletto
|
8.93%
|
Del Lungo Claudio
|
956
| |||||
Loni Costanza
|
178
| |||||
Bensi Beatrice
|
159
| |||||
Zappalà Maria Rosalia
|
133
| |||||
Margaglio Alessandro
|
106
| |||||
Fazzi Federica
|
103
| |||||
Ghiozzi Damiano
|
68
| |||||
Magni Grazia
|
49
| |||||
Cinquini Antonio
|
27
| |||||
Battain Roberto
|
16
| |||||
16 liste
|
541,917
|
173 candidati
|
136,777
| |||
(Preferenze espresse: 25,23%)
|
Post più popolari degli ultimi 30 giorni
-
Lettera aperta - Appello a unirsi fra liste e movimenti civici autonomi della Toscana per favorire candidature indipenden...
-
La scomoda verità di quest'estate in cui si avvicinano le elezioni regionali in Toscana è che i vertici delle due principali piramidi ...
-
Nell'accogliente contesto dell'Hotel Florence Metropole, a Firenze, si sono riuniti stamane, 28 giugno 2025, ottanta amministrator...
-
Riceviamo e volentieri diffondiamo una nota da L'Altra Toscana, coordinamento di civismi liberi e autonomi della Toscana, guidato da Gio...
-
Yes, this is a full and faithful transcript of the speech Lady Gaga gave in Rome at Europride. The text has been revised with the precious ...
-
Sabato prossimo, 5 aprile 2025, a partire dalle 9.30, presso l'Hotel Hilton Florence Metropole, una nuova generazione di leader civici...
-
In rete si trova facilmente questa icona di una santa famiglia di oggi, che pubblichiamo qui, come benedizione natalizia. La santa famigl...
-
Il potere d'indire le elezioni nella Repubblica Italiana è sempre stato usato e abusato da coloro che sono già "dentro" e si...
-
Una cara vecchia lista postale può essere ancora uno strumento cruciale per servire insieme le autonomie pers...
-
Toscana, 2090. Il cosmonauta Francesco è tornato nella sua terra d’origine, dopo un naufragio spaziale che lo ha tenuto lontano dal...