Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

sabato 31 dicembre 2011

Non ti dimenticheremo mai, 2011

Addio, caro 2011. Non ti dimenticheremo mai. Entri nell'eternità insieme ai tanti 2001, agli altri 1989, a tutti gli anni che ci hanno visto vivere e amare, cadere e rialzarci, ma soprattutto cercare, risolutamente, osando sperare contro ogni speranza, di essere liberi, davvero, di poter afferrare il tocco di grazia che la Provvidenza, lo spirito del tempo, ha in serbo per ogni persona umana, per ciascuno di noi.

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La canzone che fa da colonna sonora a questo emozionante e commovente video di Google è "Sooner or Later" di Mat Kearney, dall'album Young Love del 2011. Riproduciamo qui il testo integrale. Parole semplici, che però rafforzano la nostra determinazione a vivere fino in fondo la nostra vita, senza mai lasciarci sfuggire la bellezza fugace di ogni singolo istante. Ancora auguri, auguri, auguri, a tutti!



We're all standing with our backs against the wall
Sooner or later
Waiting on a phone that never calls, at all
Heartbreak comes rollin' in like a storm
Sooner or later
Trying to swim but you're sinking like a stone,
Alone

And I can feel fire in the night
Waiting here
Baby it's like we're walking on a wire
Through the fear
Take my hand
We'll get there

Sooner or later
I swear we're gonna make it, we're gonna make it
Sooner or later
I swear we're gonna make it, we're gonna make it

Milk and honey 'til we get our fill
I'll keep chasing it
I always will

Sooner or later
I swear
We'll make it there
Sooner than later

Sooner or later
Sooner than later
Sooner or later

We're all waiting on dream that's hard to own,
Sooner or later
Trying to feel the high without the low

You know

You can feel fire in the night
Lying here
Baby its like we're walking on a wire
Through the fear
Take my hand
We'll get there

Sooner or later
I swear we're gonna make it, we're gonna make it

Sooner or later
I swear we're gonna make it, we're gonna make it

Milk and honey 'til we get our fill
I'll keep chasing it
I always will
Sooner or later
I swear
We'll make it there
Sooner than later

Sooner or later

The fear inside
The hills we've climbed
The tears this side of heaven
All these dreams inside of me
I swear 

We're gonna get there

Sooner or later
We're gonna make it
Sooner or later

I know

I swear
We're gonna make it
We're gonna make it

Sooner or later
I swear

We're gonna make it
We're gonna make it

Sooner or later
I swear

We're gonna make it
We're gonna make it

Milk and honey 'til we get our fill
I'll keep chasing it
I always will

Sooner or later
I swear
We'll make it there
Sooner than later

The tears this side of heaven
All these dreams inside of me

(Sooner or later)

All these dreams inside of me
I swear

We're gonna get there

(Sooner or later)

The fear inside
The hills we've climbed
The tears this side of heaven

(Sooner or later)

All these dreams inside of me
I swear

We're gonna get there

Sooner or later


Il testo è stato tratto da http://www.youtube.com/watch?v=K-QQekBc0wY e poi rivisto da chi scrive. Un ringraziamento anche al sito angolotesti.it. (Nda, Capodanno 2012).





giovedì 29 dicembre 2011

La necessità di una soluzione politica

Una serie di interventi di questa fine anno ci ricorda che dalla crisi, la Repubblica Italiana, non potrà uscire senza riforme politiche: fra gli altri voglio segnalare un editoriale di Carlo Calenda, della fondazione Italia Futura, scritto per il Foglio, e l'editoriale di Giulio M. Salerno sulla prestigiosa rivista Federalismi.
Alcune delle riforme mature da decenni, come il completamento del federalismo, l'abolizione delle province e delle prefetture, una autentica autonomia tributaria e finanziaria degli enti locali, il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, l'abolizione del CNEL, l'abolizione del quorum ai referendum, possono essere realizzate in pochi mesi.
La tregua politica consentita da questo governo di unità nazionale PDL-PD-Polo della Nazione, offre le condizioni ideali per il varo di questi cambiamenti, a livello nazionale.
Provateci, a Roma, per l'amor del cielo!
Qualcosa, intanto, possiamo far succedere anche a livello locale, come stiamo provando a fare noi in Toscana, con la nostra lobby per una riforma elettorale regionale fondata su primarie obbligatorie e collegi uninominali. E' la politica che tiene ferma, costosa e improduttiva, una immensa manomorta pubblica; che impedisce il rafforzamento delle comunità locali; che schiaccia le famiglie, sottraendo loro il denaro che serve per i figli e la casa; che soffoca i pochi settori che potrebbero rapidamente ricominciare a produrre nuova e buona occupazione, come l'agricoltura di qualità, il turismo, la tutela dei beni culturali, la custodia del territorio, il riciclaggio dei rifiuti, le energie rinnovabili, l'innovazione e la ricerca nelle aziende private.
E' la politica il nostro problema, non la finanza.
Cominciamo a smettere di lamentarci, basta essere liberali (o anche democratici) solo a parole!
Mettiamoci finalmente a cambiare qualcosa.

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I miei più sentiti e affettuosi auguri di buon anno nuovo 2012 a tutt*!

martedì 27 dicembre 2011

Riciclaggio regali

Ricevo questo regalino dalla mia amica autrice delle vignette di http://www.ladiesbyclaus.com/ e volentieri lo riciclo anch'io. Un po' d'ironia su un'epoca che vogliamo archiviare, sì, ma per andare avanti, non indietro! Ancora auguri!
 
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Dopo il pagamento di oltre 560 milioni di euro a De Benedetti, per Natale, anche Berlusconi ha deciso di riciclare i regali!

domenica 25 dicembre 2011

Un Natale che sfidi ogni pregiudizio


Per augurare a tutti un felice Natale 2011, riecheggiamo questa bella provocazione che sfida tutti i pregiudizi e i conformismi. Ci è arrivata, grazie al solito grandissimo Antonio, dalla Rete Radié Resch di Quarrata - http://www.rrrquarrata.it/ - www.reterr.it ).


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Carissima, carissimo,

a Betlemme hanno trovato un neonato in una stalla: arrestati tre stranieri e un falegname.
L’allarme è scattato nelle prime ore del mattino, grazie alla segnalazione di un solerte cittadino del posto che aveva scoperto una famiglia accampata in una stalla.
Al loro arrivo gli agenti di polizia, accompagnati da uno psicologo e da un’assistente sociale, si sono trovati di fronte ad un neonato avvolto in uno scialle e depositato in una mangiatoia per animali dalla giovane madre, una minore, tale Maria H. di Nazareth.
Al tentativo delle forze dell’ordine e degli operatori sociali di far salire la madre e il bambino sui mezzi delle forze dell’ordine, un uomo, successivamente identificato come Giuseppe K., anch’egli di Nazareth, di professione falegname, ha tentato di opporre resistenza, spalleggiato da alcuni pastori e da tre stranieri presenti sul posto. Sia Giuseppe K. che i tre stranieri, tra l’altro risultati sprovvisti di documenti di identificazione e permesso di soggiorno, sono stati tratti in arresto. La minorenne è stata ricoverata all’ospedale di Betlemme e posta sotto osservazione, mentre
il bambino è stato preso in carico dai servizi sociali. Nei confronti della ragazza madre si ipotizza l’accusa di maltrattamento e tentativo di abbandono di minore.
Il magistrato inquirente nutre seri dubbi sullo stato di salute mentale della donna che ha partorito il bambino, la quale sostiene di essere ancora vergine. Pare che il padre del piccolo sia un tale soprannominato “Spirito Santo”. Gli inquirenti non rilasciano dichiarazioni, ma sono state contattate le autorità civili e religiose del paese di Nazareth per cercare di scoprire quale sia la relazione tra il falegname, la giovane e i tre stranieri, mentre i pastori sono stati lasciati a piede libero.
Nel frattempo le autorità preposte stanno indagando anche per scoprire il Paese di provenienza dei tre clandestini. Secondo fonti di polizia i tre potrebbero essere dediti al riciclaggio e allo spaccio internazionale, dato che sono stati trovati in possesso di ingenti quantitativi di oro e di sostanze presumibilmente illecite. Nel corso del primo interrogatorio gli arrestati hanno affermato di agire in nome e per conto di Dio, per cui non si escludono legami con gruppi terroristici di matrice religiosa come gli Zeloti di Al Quaeda. Le sostanze chimiche rinvenute sono state inviate al laboratorio della scientifica per le opportune analisi.
Non si esclude che i pastori, che si trovavano nei pressi della grotta, oltre ad essere persone senza fissa dimora, siano consumatori abituali di droghe pesanti. Pare infatti che alcuni di loro affermino che siano stati costretti a recarsi nella stalla da un uomo molto alto con una lunga veste bianca e due ali sulla schiena! Un portavoce della sezione antidroga della questura di Betlemme ha così commentato: “Gli effetti delle droghe a volte sono imprevedibili e sorprendenti, ma si tratta del tentativo più assurdo di trovare un’attenuante che sia mai stato concepito da tossicodipendenti”.
Anche i tre stranieri, quasi sicuramente spacciatori appartenenti alla criminalità organizzata internazionale, sembrano prendersi gioco della polizia, poiché hanno cercato di giustificare la propria presenza sul luogo del misfatto a causa di un antiquato navigatore satellitare chiamato “stella cometa”.
Il magistrato ha già chiesto il rinvio a giudizio di tutti i personaggi coinvolti. La prima udienza è fissata per il prossimo anno presso il Palazzo di Giustizia di Erode. Maria ha nominato come proprio avvocato difensore tal Arcangelo Gabriele, che pare faccia parte di uno studio associato con legami che arrivano molto in alto.
Il Console, capo del governo romano, ha già preannunciato una riforma della legge sull’immigrazione e sullo spaccio di droga, con misure più ferme e sanzioni più pesanti: “Simili atti non debbono più ripetersi”.
A Betlemme adesso è tornata la calma, anche se tutti i check point sono allertati. I soldati sono stati invitati ad essere particolarmente vigili. Controllano tutto e tutti, con un occhio rivolto al cielo, ricercato speciale è un anziano con le ali che sembra svanito nel nulla. Forse è “a-sceso” in alto, nel suo Regno e, dal suo terrazzo, se la ride vedendo l’agitazione che ha lasciato. Adesso si riposa in attesa che passino trent’anni, il tempo perché l’agitatore lasciato possa crescere e denunciare tutte le
iniquità. E noi?

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venerdì 23 dicembre 2011

Gira e rigira, si torna sempre all'uninominale...

L'indignazione contro l'inaffidabilità dei politici, la protesta contro le regole calpestate, la contestazione fiscale, tutte cose sacrosante. Gira e rigira, però, come scrive benissimo Franco DeBenedetti, si torna sempre lì, al sistema elettorale. Senza primarie, senza collegi uninominali, non potremo selezionare leader migliori. Senza riforma elettorale, non cambieremo nulla. Venite ad aiutarci in questa buona battaglia e riempiamoci di calorie, in queste feste, perché da gennaio dovremo portare la nostra campagna fuori, per le strade, sfidando il freddo.
Buona Natale e a prestissimo!

giovedì 22 dicembre 2011

Facciamo spazio in politica

Fare spazio in politica a persone di talento, a volti nuovi, è sempre stata una delle mie priorità, come attivista e come intellettuale.
Italia Futura oggi è uno dei principali strumenti, attraverso il quale può essere rinnovata profondamente la proposta politica.
Federico Vecchioni, il nostro presidente di Italia Futura Toscana, è diventato il coordinatore nazionale della rete delle associazioni regionali e territoriali. Una persona che incarna competenza e generosità, slancio e visione. Valori che devono tornare a contare qualcosa, anche in politica.
Congratulazioni, Federico!

mercoledì 21 dicembre 2011

Cuore d'inverno 2011-2012

Siamo nei giorni del solstizio d'inverno, che quest'anno cadrà, per l'esattezza, domani, il 22 dicembre. Sono i giorni più corti dell'anno. Pieni di feste e luci, sono da passare in famiglia e con le persone che ci sono più intime, coltivando ricordi ma soprattutto vivendo fino in fondo, con amore, l'attimo fuggente, che non tornerà mai più.
Non è un caso, se tutte le culture e le religioni del nostro emisfero celebrano delle feste, in questi giorni del cuore d'inverno.
Segnalo che oggi si accende la prima candela di Chanukkà, la prima delle nove che illuminano questa straordinaria festività ebraica del cuore d'inverno. Una festa che è un messaggio universale di libertà, perché è la memoria storica della resistenza della Giudea, guidata dai Maccabei, contro Antioco IV, il sovrano ellenista che praticò una sorta di "totalitarismo" ante litteram: tentò di distruggere la lingua e la cultura ebraiche, vietò la circoncisione, proibì il culto dell'unico D-o.
Qui in Toscana le feste cominciano, per alcuni di noi, patrioti e appassionati della nostra madreterra, con la memoria di Ugo di Toscana, che si rinnova, come ogni anno il 21 dicembre, alle 18, alla Badia Fiorentina.
Auguri a tutti, per tutte le feste, di questo cuore d'inverno 2011-2012.

martedì 20 dicembre 2011

Omaggio a Wicky Hassan

 

Fonte della foto: https://www.mosaico-cem.it/

Venerdì scorso, il 16 dicembre 2011, Wicky Hassan è tornato nel seno di Abramo.
Il cofondatore e creativo del Sixty Group, titolare dei marchi Miss Sixty ed Energie, è stato uno dei più geniali creativi di moda degli ultimi anni. Da quattro anni lottava contro un tumore.
Era gay, era credente, era un liberale autentico. Ci mancherà moltissimo. Spero che continui a illuminarci, dal cielo.
Qualcosa in più su di lui, potete trovarla in questo bel profilo pubblicato dal Messaggero.

Su Kolot, importante portale dell'ebraismo italiano, c'è un'altra bella testimonianza sulla sua vita.

Grazie ad Antonio, un caro amico del gruppo gay credenti di Firenze, il Kairos, abbiamo potuto rileggere una sua lettera inviata a Libero nel settembre scorso, già ampiamente riprodotta su altri siti, ma che faremo risuonare anche qui, per rendergli omaggio.

Grazie Wicky!

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Ho bombardato per mesi, il direttore di questo giornale, con e-mail piene di indignazioni e rancore, per tutti gli articoli antigay, che puntualmente si leggono nelle pagine di Libero. Alla fine sono stato gentilmente invitato da Maurizio Belpietro, come lettore, a dire la mia a difesa dei diritti dei gay.

Impresa ardua, su un giornale così decisamente beffardo e denigratorio rispetto alla questione. Ho accettato, ma poi mi sono detto no, poiché tanto era inutile, in quanto Libero è, e rimarrà, un giornale reazionario, ed è una pia illusione provare a cambiare l’opinione di vecchi lettori bacucchi legati al passato e ai vecchi modelli del “frocio”. Ma poiché io, in quanto liberal, continuo ahimè, a comprare Libero di cui condivido molti degli editoriali del direttore, mi scontro spesso con questi articoli omofobi, che mi rivoltano le budella, ed allora provo a dire la mia a proposito.

1) ESSERE GAY
Essere gay non è facile. E non è nemmeno una scelta, anzi spesso è un dramma.
Io quando ero un ragazzino ho sofferto come una bestia ferita nello scoprirmi gay, una realtà che rifiutavo, ho lottato disperatamente per cambiarmi, sognavo di svegliarmi e diventare come i miei compagni di scuola, quello che sentivo attorno a me sui “froci” era terribile, un incubo ed io ero “quel mostro”!
Non mi capacitavo che stesse succedendo proprio a me. Mamma e papà non sapevano che stavano allevando un mostro. Ero solo, e parlarne non era possibile. Ci è voluto uno sforzo sovrumano per superare tutto ciò. Un incubo! Ora sono un felice imprenditore cinquantenne, accettato e amato da chi mi circonda. Non vorrei che ciò succeda ad altri ragazzi, ma succede sempre. E troppi sono gli articoli che leggo del tipo: «Giovanissimo si uccide. Era diligente sensibile e introverso... non si capiscono le ragioni dell’insano gesto». Esistono ancora genitori che distratti fanno finta di non vedere.

2) IGNORANZA
Molte incomprensioni nascono da vecchi pregiudizi che spesso gli eterosessuali hanno dei gay: li identificano nelle macchiette o i travestiti che ci propina la Tv, nei cliché degli effeminati che vivono la loro vita tra discoteche e divertimento, nella cicale della notte, nel sesso veloce e nascosto. Ma i gay non sono questo!
O meglio, la maggior parte sono altra cosa, la parte più numerosa sono quelli che meno si vedono. È gente fiera consapevole e che non si vergogna più, che spesso si rivela in famiglia e nel posto di lavoro. A volte sono professionisti rispettati di livello, e non solo più vetrinisti, stilisti o commessi, ma anche imprenditori, manager di successo, due nomi per tutti: il direttore della Walt Disney, Rick Ross, e il nuovo Ceo di Apple scelto da Steve Jobs come suo successore: Tim Cook. Entrambi gay dichiarati e con un compagno stabile, uomini come tanti altri, manager affidabili che gestiscono miliardi di dollari. Capite quanto siamo distanti dal cliché che abbiamo in Italia.

3) 15%
Considerando che lo studio fatto dal celebre rapporto Kinsey stimava al 5% la percentuale di gay nella popolazione, e che fu fatto nel lontano 1948, dove il coraggio di dichiararsi era molto difficile, nuovi studi inglesi stimano oggi la popolazione gay attorno al 15%. Qualche politico sveglio lo chiamerebbe una miniera di voti, ma che nessuno in Italia sa prendere in considerazione.

4) LA STORIA SI RIPETE
La lotta per i diritti dei gay è esattamente simile a quella che nella storia hanno dovuto combattere prima gli schiavi, poi le donne, gli uomini di colore, gli ebrei, e altre minoranze. Battaglie che però sono state alla fine vinte, ma che all’inizio hanno avuto strenui oppositori (i reazionari), che per anni hanno vietato ai neri di sposare una donna bianca, alle donne di votare o fare politica, e che ancora oggi nei paesi arabi, impiccano i sodomiti e lapidano le donne perché guidano la macchina. Sono solo diversi livelli di tolleranza e civiltà.

5) INEVITABILE
Chi si oppone come voi ai diritti dei gay fa una battaglia contro i mulini a vento. In tutti i Paesi più avanzati civilmente e dove il senso del diritto è più sviluppato, sono già state fatte leggi molto avanzate ed altre se ne faranno fino all’ottenimento di tutto, compreso il matrimonio e le adozioni, come già avviene a New York, in Inghilterra e Francia. Questo processo è assolutamente inevitabile. Se tutto ciò invece non avviene ancora in paesi come la Libia, Siria o Afghanistan il motivo è che lì sono ancora al Medioevo e non esiste ancora un diritto civile sviluppato. È sintomatico infatti che il livello di civiltà dei vari Paesi è esattamente proporzionale ai diritti che i gay hanno lì ottenuto. L’Italia non sarà un’eccezione. Se ancora rimane indietro all’Europa è solo (e lo sappiamo tutti) per la potenza della Chiesa che riesce ad esercitare nonostante la dichiarata laicità dello Stato la sua influenza.

6) IL MONDO VA AVANTI
E (purtroppo e fortunatamente) i vecchi alla fine ci lasciano, permettendo un ricambio generazionale e di idee. Le scoperte scientifiche, i nuovi modi di essere dei giovani, le influenze dai paesi più progrediti, permettono al nuovo di farsi avanti, perché quello che ci pare nuovo e strano oggi, domani non lo sarà più. I giovani sono spesso i precursori del rinnovamento, e i vecchi si aggrappano tristemente al passato. Gli stessi conservatori di oggi, non sono più quelli dell’era del referendum tra monarchia e repubblica e non sono certo gli stessi reazionari di oggi quelli che votarono “no” al divorzio.

7) DESTRA/SINISTRA
Io sono convinto, che non tutte le persone di centrodestra siano “antigay”, come pure che non tutti quelli di sinistra siano a favore. Ho visto coi miei occhi in tanti salotti radical chic e molto alla moda, sinistri intellettuali mostrare un’orrenda simpatia di facciata fin quando i gay erano solo simpatiche checche, o innocui stilisti, artisti di grido, ma trasformarsi in denigratori e orrendi perbenisti quando i gay si ponevano come gruppo che ha delle richieste. La destra è sempre stata tremenda con i gay, ma anche la Sinistra non è stata molto corretta. La comunità gay infatti non dimentica il tradimento di Prodi con i DiCo promessi in campagna elettorale e subito rimangiati, molti gay oggi tendono a posizionarsi in modo scettico preferendo chi parla loro di rispetto e diritti senza preconcetti ideologici.

8) DI MODA
Certo siamo molto di moda! E chissenefrega! E infatti molti dicono di non avere nulla contro i gay, «Anzi: io ho pure tanti amici gay... mi stanno simpatici»... Ma se parli di coppia, di famiglia è il panico, «ma che vogliono?» che pretendono? Insomma sono gay! «Non penseranno mica di fare famiglia?». Ma che cosa innaturale! Che schifo!».
È difficile per gli eterosessuali pensare che i gay abbiano pure un’affettività, che possano innamorarsi, che desiderino l’Amore, una vita in comune, che piangano per il partner se sta male, che non vogliano morire soli. Tutte banalità, sogni di tutti, ma chissà perché non valide per i gay. Sì, perché i gay sono solo stranezze del sesso, perversi da accettare e forse curare. Purtroppo ciò che non si conosce fa sempre paura.

9) I DIRITTI
I diritti dei gay non levano niente a nessuno. Per me rimane un vero mistero, capire perché tanta gente si oppone a due persone dello stesso sesso che vogliano unirsi in matrimonio. Io mi chiedo perché voler negare a una minoranza quello che quasi tutti hanno? Che cosa leva loro? Il matrimonio è un patto di alleanza, di mutuo soccorso, un impegno d’amore per la vita tra due persone, permetterlo anche ai gay non toglierà nulla ai nuovi, vecchi e futuri sposi. È un arricchimento per tutti, solo un segno di civiltà. La parola matrimonio si arricchirà ancor di più di valore.

10) IO SONO STANCO!
È tardi! E pretendo tutto ciò, lo voglio ora, subito, lo voglio per me e il mio compagno (uno stimato medico) con cui convivo da 32 (trentadue) anni, ed ho con lui un rapporto monogamo che penso possa competere in quanto rispetto e amore con qualsiasi rapporto eterosessuale. Abbiamo passato i primi anni a nasconderci e negare il nostro amore a famigliari e colleghi, ma erano gli anni ’80. Il coming out di 25 anni fa, mi ha fatto guadagnare la stima di tutti quelli che ci stanno intorno. Ora mi chiedo perché in uno Stato civile come questo io debba essere considerato un cittadino di serie B che non può sposarsi. A chi farei male? Chi è a rischio?

Wichy Hassan

domenica 18 dicembre 2011

Grazie Vaclav Havel, padre del grande 89

Foto dal http://www.nytimes.com/
Grazie Vaclav, voce di chi non aveva voce, liberatore dei senza potere, padre del nostro grande 1989, poeta e patriota ceco ed europeo. La mia vita è cambiata, grazie a te, al Forum Civico, a Charta 77, al tuo libruccino del 1975, "Il potere dei senza potere". Continua a ispirarci, il 1989 è appena iniziato!











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Approfondimenti:

http://vaclavhavel.cz/

http://en.wikipedia.org/wiki/Vaclav_Havel

http://www.nytimes.com/2011/12/19/world/europe/vaclav-havel-dissident-playwright-who-led-czechoslovakia-dead-at-75.html?_r=1&hp

http://www.corriere.it/esteri/11_dicembre_18/vaclav-havel-morte-repubblica-ceca_47898430-2969-11e1-b27e-96a5b74e19a5.shtml

sabato 17 dicembre 2011

Drusilla Foer for ANLAIDS

Thank you, Drusilla, for your ispiration and commitment.
Grazie, Drusilla, per questa tua ispirazione e per il tuo impegno.
Please visit - Visitate anche:
http://www.anlaids.org/

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venerdì 16 dicembre 2011

La felicità di Christopher Hitchens

Christopher Hitchens ci ha lasciati.
Credo che abbia avuto la sua "earthly happiness", la felicità terrena, l'unica in cui lui, neo-ateo grazie a D-o davvero poco devoto, credeva.
Di certo ne ha data tanta a me che vi scrivo, stimolando, provocando, aiutando a riflettere sugli errori, insegnando a difendere con coerenza le proprie posizioni, specie le più scomode.
Non scrivo altro, perché non voglio rubarvi il tempo che vi serve per andare a leggere l'epitaffio su Hitchens scritto dal mio caro amico ateo Giovanni Fontana, una straordinaria laudatio funebris.
Leggetevi anche qualcuna delle sue citazioni, che resteranno per sempre e per sempre ci faranno pensare e crescere. Contengono tutte il più importante moltiplicatore dell'intelligenza umana, una fulminante ironia.

giovedì 15 dicembre 2011

Il mondo all'incontrario degli amici della nipote di Mubarak

C'è una bella differenza fra Nicola D'Angelo, l'unico funzionario pubblico italiano di cui si ha notizia che abbia rinunciato al doppio stipendio e il disgustoso mondo all'incontrario comandato da quei parlamentari italiani (PDL, Lega e altri disponibili), che hanno dichiarato ufficialmente, con il voto, di credere che la famosa Ruby era la nipote di Mubarak.
Non scordiamocela!
Mai!

mercoledì 14 dicembre 2011

No all'odio

Sono stato in piazza Dalmazia, a Firenze, stasera, alla fiaccolata convocata, fra gli altri, dalla Rete Antirazzista. L'iniziativa è nata per onorare le vittime della violenza di ieri e per esprimere solidarietà alla comunità senegalese.
Confesso che le sparatorie per le strade della nostra capitale mi hanno molto colpito. Mi sono sentito come tanti anni fa, dopo l'attentato mafioso ai Georgofili, nella notte fra il 26 e il 27 maggio 1993. Ho sentito la mia terra violata da una forza estrema, da un male assoluto. C'è da riflettere e da pregare, tanto, per reagire e andare avanti.
Ho tanto apprezzato la composta commozione dei Fiorentini e dei Toscani. Ho ammirato la moderazione e la sobrietà dei nostri concittadini originari del Senegal, con i loro cartelli dove c'era scritto semplicemente: no all'odio.

Qualche sbavatura c'è stata, proveniente da fazioni di una (cosiddetta...) sinistra parecchio estrema, in cerca di visibilità. Per esempio delle polemiche strumentali contro l'ex assessore fiorentino Graziano Cioni, che a suo tempo si batté per il decoro e la sicurezza, e contro il presidente toscano, Enrico Rossi, accusato di "volere il centro di concentramento degli immigrati", mentre il governatore si è sempre battuto per creare strutture più piccole, e quindi più umane, di accoglienza, identificazione e smistamento degli immigrati.
La politica ha fatto tanti sbagli, figuriamoci in tema di immigrazione e accoglienza degli stranieri, ma questa denigrazione gratuita dell'avversario politico proprio non la sopporto più.
Mi sembra una delle cose da cambiare, in Toscana, volendo guardarci un pochino dentro, con sincerità, senza autoassolverci, senza infingimenti.
Oppure si crede davvero che la violenza verbale non c'entri nulla con la diffusione di una cultura dell'odio?
O ci si vuole illudere che gli estremismi non si alimentino tutti, l'uno con l'altro, in un circolo vizioso?
Una signora, che contestava gli interventi troppo politicizzati, si è sentita chiedere oggi, in piazza:
- Ma dove erano i tuoi nonni, quando noi combattevamo il fascismo?
- Mio nonno è finito in foiba. - ha risposto la donna.

Ecco, in un paese dove ancora ci sono i nostalgici del fascismo e i negazionisti delle foibe, vorrei sommessamente dire questo: arginare l'odio politico e politicizzato è necessario. E' un compito immenso. Che riguarda tutti. Che non si esaurisce in questa nostra breve vita. Che deve essere portato avanti attraverso le generazioni.
Avanti!


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martedì 13 dicembre 2011

Lacrime a S.Lucia

E' stata una bella giornata, questa ricorrenza di S.Lucia, oggi, martedì 13 dicembre 2012. All'università abbiamo finito un lavoro. A casa e con gli amici stiamo godendo di un prezioso periodo di serenità di cui siamo grati alla Provvidenza. La nostra campagna per le primarie e l'uninominale in Toscana, proprio oggi, ha visto aprirsi nuove preziose interlocuzioni. Purtroppo S.Lucia è finita fra le lacrime di Firenze per le vittime della ferocia di Gianluca Casseri, prima contro alcuni immigrati senegalesi - di cui due, Samb Modou (40 anni) e Diop Mor (54 anni), sono morti e altri tre sono feriti gravemente - e poi contro se stesso. Casseri era un estremista anti-sionista, anti-gay, anti-donne, razzista, prigioniero di tutte le peggiori paranoie, un autentico "perdente radicale", nel senso spiegato da  Enzensberger. Un dramma non molto diverso e ancora più sanguinoso è accaduto a Liegi, in Vallonia. Siamo di fronte al ripetersi di quanto era già accaduto a Oslo. L'Europa sia unita, stasera, nella preghiera, nell'implorare da S.Lucia, protettrice degli occhi, una visione più chiara e la necessaria chiarezza morale, per continuare a vivere liberi, fedeli ai nostri principi più autentici, alle nostre radici più profonde.

sabato 10 dicembre 2011

La riforma toscana in 10 punti e 250 parole

1. La Toscana può dare un segnale di rinnovamento, varando, magari prima del referendum 2012, una legge elettorale regionale fondata sulle primarie obbligatorie e sui collegi uninominali.
2. Così il legislatore toscano restituirebbe al popolo sovrano il potere di scegliere la persona, non solo il partito.
3. L'abolizione delle vecchie preferenze all'italiana, nel 2004, fu senz'altro nobile, ma le liste bloccate e le primarie facoltative non sono state una risposta adeguata.
4. Nel 2015 è prevista l'elezione di 40 consiglieri regionali toscani: un'assemblea più piccola, che vogliamo più autorevole e rappresentativa.
5. Proponiamo almeno 24 collegi uninominali, disegnati in modo da garantire rappresentanza anche ai territori più periferici e meno popolati.
6. In ciascun collegio vorremmo un turno di elezioni primarie aperte, contestuali, obbligatorie per tutti.
7. Al turno successivo, e decisivo, in ciascun collegio, ciascun partito sarebbe rappresentato dal suo candidato più votato alle primarie.
8. In ciascun collegio verrebbe eletto il candidato più votato.
9. Tutti i voti, inoltre, opportunamente ponderati in base alla popolazione di ciascun collegio ed eventualmente scorporati dei voti del vincitore di collegio, confluirebbero in un collegio unico regionale, dove assegnare altri 16 seggi, con metodo proporzionale, come avveniva, per esempio, per le elezioni del Senato con il Mattarellum.
10. Gli eletti di questa parte proporzionale potrebbero essere, per ciascun partito, i candidati meglio piazzati nei collegi, oppure quelli indicati dal partito stesso in una lista regionale, magari con riserve a favore della rappresentanza dei generi e delle generazioni.

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Queste sono le nostre idee per una riforma toscana fondata su primarie obbligatorie, sulla bellezza del collegio uninominale, con un giusto recupero proporzionale. I principi che proponiamo rendono gli elettori protagonisti della vita dei loro partiti, incoraggiano la formazione di grandi formazioni politiche aperte e inclusive, non costringono a coalizioni artificiali o strumentali, assicurano un principio maggioritario temperato dal diritto di tribuna per tutte le forze significative. Seguici su questo blog e aderisci al nostro gruppo Facebook per la riforma toscana. Ti aspettiamo!

mercoledì 7 dicembre 2011

Imposta comunale sugli immobili, tutti

In questa Repubblica, la grande maggioranza della popolazione è d'accordo sulla necessità di spostare le tasse dal lavoro alle cose. Se si decide di avere una imposta sugli immobili, essa deve essere pagata da tutti. Tutti vuol dire tutti: comprese aziende, organizzazioni no-profit, enti pubblici, chiese, partiti, sindacati. Non deve essere nulla di esoso, anzi, la si faccia il più leggera possibile, ma riguardi tutti. Non è solo per un principio di equità astratta. Si deve sancire il principio, ben più concreto, che le proprietà non devono essere manomorta, non devono essere lasciate incustodite, non devono essere lasciate improduttive. Gli enti pubblici, le chiese, l'associazionismo, sono spesso grandi consumatori di spazi urbani preziosissimi, che vengono malgestiti e non di rado sottoutilizzati. Una imposizione su tutti gli immobili può aiutare un cambiamento di mentalità, oltre che aituare i comuni, a cui sono affidati i catasti e i piani regolatori, e che sono i primi interessati a veder stimolate, sul proprio territorio, la massima cura e la massima valorizzazione di ogni spazio.

Spazio a chi si muove diversamente

Sono spesso a S.Donato di Novoli, in questo periodo di studio. Un angolo di Firenze che è stato totalmente ridisegnato. Tante cose sono ancora incompiute. Tante scelte penso che avrebbero dovuto essere più meditate. Vedremo come tutte queste cose nuove reggeranno all'usura del tempo, ma una cosa assolutamente positiva mi sento di sottolinearla: nel nuovo centro commerciale, culturale e civico, c'è spazio per chi si muove diversamente. Ci si può muovere a piedi, in bicicletta, in autobus, non solo in auto. C'è vera possibilità di accesso per i disabili in carrozzina. E' uno di quei posti, ancora troppo rari a Firenze e in Toscana, dove le barriere architettoniche sono davvero quasi completamente azzerate. Complimenti e auguri.

martedì 6 dicembre 2011

Concentrarsi su ciò che possiamo cambiare davvero, con le nostre forze

Al Palazzo dei Congressi, a Firenze, ieri, Italia Futura Toscana ha riunito 300 persone per un incontro con il presidente Luca Cordero di Montezemolo. Sono state presentate le delegazioni già costituite in 11 città toscane, tutti i capoluoghi di provincia, più Carrara. C'erano ospiti e amici. Ho avuto l'onore di parlare anch'io, di un processo importante e che seguo da tempo: l'aggregazione dei piccoli comuni in comunità più forti. Riporto qui il corpo del mio intervento, preceduto da alcune mie riflessioni.

* * *

Sono grato al presidente Montezemolo e al presidente Vecchioni del loro impegno. Stiamo formando in Toscana una rete che unisce la testarda coerenza di persone conosciute e l'entusiasmante generosità di tanti volti nuovi. Ho ascoltato diversi discorsi del presidente Montezemolo, negli anni, nel 2006, nel 2008, più recentemente e infine ieri. Ammiro la sua chiarezza e la sua coerenza, nel tempo. Chiunque sia al potere, Montezemolo continua a chiedere, senza riguardi per nessuno, che ci concentri sulla necessità di realizzare le riforme che sono mature nella coscienza del paese ormai da decenni.

Ci somiglia, il presidente Montezemolo. Somiglia a noi testardi, che da vent'anni ci battiamo per riforme d'ispirazione anglosassone, per primarie all'americana, per un federalismo compiuto alla svizzera, per uno stato sociale riformato alla tedesca, per la rivoluzione liberale.

Dopo aver seguito il lavoro di Italia Futura, a partire da quello del suo direttore Andrea Romano, e dopo aver letto il programma di governo - non saprei come altro chiamarlo - contenuto negli interventi di Nicola Rossi, sono sempre più convinto che potremmo, insieme, cambiare davvero qualcosa.

Federico Vecchioni, il presidente di Italia Futura Toscana, è un leader naturale, che si è gettato anima e corpo nella lotta per porre fine alla disastrosa distanza che avvelena la politica, quella fra il dire e il fare, fra ciò che si annuncia e ciò che poi non si realizza.

Ringrazio la Provvidenza che ha mobilitato queste persone e le ha fatte incontrare. Sono una novità necessaria nel dopo Berlusconi, almeno per quelli che, come me, non sono disposti a votare quelli che c'erano prima di lui.

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I punti del mio intervento 
sull'unificazione dei comuni  


Per non essere più liberali solo a parole
Non basta più l'essere liberali solo a parole. Come ho potuto scrivere in un mio intervento sul sito di Italia Futura, in questa Repubblica bloccata c'è qualcosa che noi cittadini possiamo fare subito, senza aspettare che cambino la Costituzione o le leggi. A Costituzione e legislazione invariate, possiamo migliorare il nostro primo governo, quello più vicino a noi tutti, quello del nostro comune. Nonostante le contraddizioni dell'ultimo governo Berlusconi, tanto federalista a parole, quanto centralista nei fatti, il comune resta ancora l'organo più vitale e più elastico, più accessibile e più controllabile.


Comuni in crisi, confini da cambiare
3.750.000 Toscani vivono in 287 comuni. La metà di essi, 144, ha meno di 5.000 abitanti. I confini comunali sono immutati da oltre mezzo secolo, nonostante i grandi cambiamenti intercorsi. Ci sono comuni di montagna ormai troppo gracili e comuni di pianura ormai conurbati, in cui gli attuali confini non hanno più senso. Come si cambiano i confini comunali? L'art. 133 della Costituzione prevede che sia sentito direttamente il popolo sovrano interessato, tramite referendum indetti con legge regionale. Se pensiamo che qualcosa debba cambiare nel nostro comune, non aspettiamo che intervenga qualcuno dall'alto o da altrove. Attiviamoci, in prima persona. Questo hanno fatto i cittadini del Casentino, per superare l'attuale divisione in 13 comuni. Questo potrebbero fare i cittadini dell'Elba, dove i 30.000 abitanti sono divisi in ben 8 comuni. Questo potrebbe accadere in molte altre parti della Toscana, che hanno bisogno di amministrazioni comunali meno frammentate.

 

Per un campanilismo adatto ai tempi
Mi viene domandato spesso come sia possibile superare il tradizionale campanilismo, quando si discute di unificazione fra comuni. La risposta è più semplice di quanto si pensi: in un comune piccolo e gracile, l'amministrazione si occupa a malapena del borgo capoluogo e di pochi servizi centrali, mentre gli altri borghi, le frazioni, le periferie, restano neglette. Se il comune non è sufficientemente forte, se i suoi confini non sono più attuali, se non attrae una popolazione sufficiente, i borghi e i quartieri vanno incontro al degrado, il territorio viene abbandonato. Senza comuni rinnovati, forti e autorevoli, i nostri borghi sono in pericolo. La nostra civiltà toscana è in pericolo, quella bellezza della Toscana, che è frutto di custodia e lavoro millenari. Non dobbiamo assolutamente perdere il nostro orgoglio di borghesi, cittadini del nostro borgo, del nostro quartiere e, su questo, riproporrò - presto spero - qualcosa che ho scritto in un mio libruccino del 1998, sull'autogoverno toscano. E' però bene che il nostro campanilismo si affermi all'interno di un comune più adatto ai tempi. 


Via le province e le prefetture

Questa riforma borghese, l'unificazione dei comuni, va da sé, è anche un modo concreto per ridurre i costi impropri della politica. Dei comuni allargati non avrebbero più bisogno di comunità montane, comprensori, circondari. Una pletora di enti e autorità intermedie potrebbe essere spazzata via. Anche il dibattito sull'abolizione delle province - e, come chiedeva Luigi Einaudi nel 1944, anche delle prefetture - risulterebbe decisamente incoraggiato dall'accorpamento fra comuni.


Un esempio per il paese
Con delle iniziative popolari, in tempi ragionevoli, in modo partecipato, senza forzature, si potrebbe arrivare presto a una forte riduzione degli attuali 287 comuni toscani. La cosa avrebbe una risonanza, credo, ben oltre la Toscana, in tutti gli 8.000 comuni italiani. In particolare di quelli, che sono oltre 5.000, che hanno meno di 5.000 abitanti.


I comuni come santuario di libertà
Più studio le relazioni internazionali e la geopolitica globale, più mi rendo conto dell'importanza dell'autogoverno locale. Il messaggio universale della libertà diventa vero nel quotidiano di ciascun essere umano, solo grazie a libere istituzioni di autogoverno locale, quei comuni di cui Tocqueville diceva che sono così essenziali all'esistenza umana, da sembrare che siano usciti direttamente dalle mani del Creatore.


Cambiare davvero qualcosa 
Tocca a noi spezzare lo status quo e portare nei nostri comuni uno spirito diverso. Sempre ascoltando la gente, cercando di capirne i bisogni più autentici, specie quelli delle persone più deboli. Osservando umilmente ciò che succede e, se possibile, facendo succedere qualcosa anche noi.


Mauro Vaiani

lunedì 5 dicembre 2011

Viva la Germania

Volevo scriverlo da diversi giorni: viva la Germania!
Più sento la casta parlare della crisi, dando la colpa alla Germania, più voglio gridarlo: viva la Germania! Sono veramente senza vergogna, proprio quelli che sono corresponsabili del disastro italiano di una spesa pubblica che non si riesce a tagliare e di un debito pubblico insostenibile.

Contro coloro che volevano difendere l'Euro socializzando le perdite e il debito italiano, in modo tale da non cambiare nulla in questa malandata e corrotta Repubblica, voglio ripeterlo: viva la Germania!
Sono e resto un eurocritico, ma contro i nostalgici che vorrebbero uscire dall'Euro e dall'Europa, per tornare a essere una repubblica indipendente fondata sulla sovrana e continua svalutazione della moneta nazionale, urlo: viva la Germania!
Non mi considero un fanatico monetarista, ma contro coloro che vorrebbero che la BCE si mettesse a stampare Euro, per salvare tutti i cialtroni - stati e regioni, grandi banche e grandi imprese pubbliche - che hanno accumulato deficit insostenibili, voglio cantare: viva la Germania!
L'Euro ha molti difetti, ma fra questi non ci sono, a mio parere, la sua stabilità e la necessità che i paesi che vogliono usarlo, abbiano conti pubblici in ordine.
Questa generazione deve abbattere il debito pubblico, cominciando qui e ora, risparmiando chi soffre, incoraggiando chi lavora, tassando le cose che invece sono ferme e improduttive.
Qualcosa di serio e strutturale, nell'azione del governo Monti, c'è. Continuiamo a incalzarlo, perché finisca in fretta il suo lavoro.

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Leggete Mario Seminerio.

Leggete Oscar Giannino.

Rileggiamo Nicola Rossi, presidente dell'Istituto Bruno Leoni ed esponente di Italia Futura.

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