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Venerdì scorso, il 16 dicembre 2011, Wicky Hassan è tornato nel seno di Abramo.
Il cofondatore e creativo del Sixty Group, titolare dei marchi Miss Sixty ed Energie, è stato uno dei più geniali creativi di moda degli ultimi anni. Da quattro anni lottava contro un tumore.
Era gay, era credente, era un liberale autentico. Ci mancherà moltissimo. Spero che continui a illuminarci, dal cielo.
Qualcosa in più su di lui, potete trovarla in questo bel profilo pubblicato dal Messaggero.
Su Kolot, importante portale dell'ebraismo italiano, c'è un'altra bella testimonianza sulla sua vita.
Grazie ad Antonio, un caro amico del gruppo gay credenti di Firenze, il Kairos, abbiamo potuto rileggere una sua lettera inviata a Libero nel settembre scorso, già ampiamente riprodotta su altri siti, ma che faremo risuonare anche qui, per rendergli omaggio.
Grazie Wicky!
* * *
Ho bombardato per mesi, il direttore di questo giornale, con e-mail piene di indignazioni e rancore, per tutti gli articoli antigay, che puntualmente si leggono nelle pagine di Libero. Alla fine sono stato gentilmente invitato da Maurizio Belpietro, come lettore, a dire la mia a difesa dei diritti dei gay.
Impresa ardua, su un giornale così decisamente beffardo e denigratorio rispetto alla questione. Ho accettato, ma poi mi sono detto no, poiché tanto era inutile, in quanto Libero è, e rimarrà, un giornale reazionario, ed è una pia illusione provare a cambiare l’opinione di vecchi lettori bacucchi legati al passato e ai vecchi modelli del “frocio”. Ma poiché io, in quanto liberal, continuo ahimè, a comprare Libero di cui condivido molti degli editoriali del direttore, mi scontro spesso con questi articoli omofobi, che mi rivoltano le budella, ed allora provo a dire la mia a proposito.
1) ESSERE GAY
Essere gay non è facile. E non è nemmeno una scelta, anzi spesso è un dramma.
Io quando ero un ragazzino ho sofferto come una bestia ferita nello scoprirmi gay, una realtà che rifiutavo, ho lottato disperatamente per cambiarmi, sognavo di svegliarmi e diventare come i miei compagni di scuola, quello che sentivo attorno a me sui “froci” era terribile, un incubo ed io ero “quel mostro”!
Non mi capacitavo che stesse succedendo proprio a me. Mamma e papà non sapevano che stavano allevando un mostro. Ero solo, e parlarne non era possibile. Ci è voluto uno sforzo sovrumano per superare tutto ciò. Un incubo! Ora sono un felice imprenditore cinquantenne, accettato e amato da chi mi circonda. Non vorrei che ciò succeda ad altri ragazzi, ma succede sempre. E troppi sono gli articoli che leggo del tipo: «Giovanissimo si uccide. Era diligente sensibile e introverso... non si capiscono le ragioni dell’insano gesto». Esistono ancora genitori che distratti fanno finta di non vedere.
2) IGNORANZA
Molte incomprensioni nascono da vecchi pregiudizi che spesso gli eterosessuali hanno dei gay: li identificano nelle macchiette o i travestiti che ci propina la Tv, nei cliché degli effeminati che vivono la loro vita tra discoteche e divertimento, nella cicale della notte, nel sesso veloce e nascosto. Ma i gay non sono questo!
O meglio, la maggior parte sono altra cosa, la parte più numerosa sono quelli che meno si vedono. È gente fiera consapevole e che non si vergogna più, che spesso si rivela in famiglia e nel posto di lavoro. A volte sono professionisti rispettati di livello, e non solo più vetrinisti, stilisti o commessi, ma anche imprenditori, manager di successo, due nomi per tutti: il direttore della Walt Disney, Rick Ross, e il nuovo Ceo di Apple scelto da Steve Jobs come suo successore: Tim Cook. Entrambi gay dichiarati e con un compagno stabile, uomini come tanti altri, manager affidabili che gestiscono miliardi di dollari. Capite quanto siamo distanti dal cliché che abbiamo in Italia.
3) 15%
Considerando che lo studio fatto dal celebre rapporto Kinsey stimava al 5% la percentuale di gay nella popolazione, e che fu fatto nel lontano 1948, dove il coraggio di dichiararsi era molto difficile, nuovi studi inglesi stimano oggi la popolazione gay attorno al 15%. Qualche politico sveglio lo chiamerebbe una miniera di voti, ma che nessuno in Italia sa prendere in considerazione.
4) LA STORIA SI RIPETE
La lotta per i diritti dei gay è esattamente simile a quella che nella storia hanno dovuto combattere prima gli schiavi, poi le donne, gli uomini di colore, gli ebrei, e altre minoranze. Battaglie che però sono state alla fine vinte, ma che all’inizio hanno avuto strenui oppositori (i reazionari), che per anni hanno vietato ai neri di sposare una donna bianca, alle donne di votare o fare politica, e che ancora oggi nei paesi arabi, impiccano i sodomiti e lapidano le donne perché guidano la macchina. Sono solo diversi livelli di tolleranza e civiltà.
5) INEVITABILE
Chi si oppone come voi ai diritti dei gay fa una battaglia contro i mulini a vento. In tutti i Paesi più avanzati civilmente e dove il senso del diritto è più sviluppato, sono già state fatte leggi molto avanzate ed altre se ne faranno fino all’ottenimento di tutto, compreso il matrimonio e le adozioni, come già avviene a New York, in Inghilterra e Francia. Questo processo è assolutamente inevitabile. Se tutto ciò invece non avviene ancora in paesi come la Libia, Siria o Afghanistan il motivo è che lì sono ancora al Medioevo e non esiste ancora un diritto civile sviluppato. È sintomatico infatti che il livello di civiltà dei vari Paesi è esattamente proporzionale ai diritti che i gay hanno lì ottenuto. L’Italia non sarà un’eccezione. Se ancora rimane indietro all’Europa è solo (e lo sappiamo tutti) per la potenza della Chiesa che riesce ad esercitare nonostante la dichiarata laicità dello Stato la sua influenza.
6) IL MONDO VA AVANTI
E (purtroppo e fortunatamente) i vecchi alla fine ci lasciano, permettendo un ricambio generazionale e di idee. Le scoperte scientifiche, i nuovi modi di essere dei giovani, le influenze dai paesi più progrediti, permettono al nuovo di farsi avanti, perché quello che ci pare nuovo e strano oggi, domani non lo sarà più. I giovani sono spesso i precursori del rinnovamento, e i vecchi si aggrappano tristemente al passato. Gli stessi conservatori di oggi, non sono più quelli dell’era del referendum tra monarchia e repubblica e non sono certo gli stessi reazionari di oggi quelli che votarono “no” al divorzio.
7) DESTRA/SINISTRA
Io sono convinto, che non tutte le persone di centrodestra siano “antigay”, come pure che non tutti quelli di sinistra siano a favore. Ho visto coi miei occhi in tanti salotti radical chic e molto alla moda, sinistri intellettuali mostrare un’orrenda simpatia di facciata fin quando i gay erano solo simpatiche checche, o innocui stilisti, artisti di grido, ma trasformarsi in denigratori e orrendi perbenisti quando i gay si ponevano come gruppo che ha delle richieste. La destra è sempre stata tremenda con i gay, ma anche la Sinistra non è stata molto corretta. La comunità gay infatti non dimentica il tradimento di Prodi con i DiCo promessi in campagna elettorale e subito rimangiati, molti gay oggi tendono a posizionarsi in modo scettico preferendo chi parla loro di rispetto e diritti senza preconcetti ideologici.
8) DI MODA
Certo siamo molto di moda! E chissenefrega! E infatti molti dicono di non avere nulla contro i gay, «Anzi: io ho pure tanti amici gay... mi stanno simpatici»... Ma se parli di coppia, di famiglia è il panico, «ma che vogliono?» che pretendono? Insomma sono gay! «Non penseranno mica di fare famiglia?». Ma che cosa innaturale! Che schifo!».
È difficile per gli eterosessuali pensare che i gay abbiano pure un’affettività, che possano innamorarsi, che desiderino l’Amore, una vita in comune, che piangano per il partner se sta male, che non vogliano morire soli. Tutte banalità, sogni di tutti, ma chissà perché non valide per i gay. Sì, perché i gay sono solo stranezze del sesso, perversi da accettare e forse curare. Purtroppo ciò che non si conosce fa sempre paura.
9) I DIRITTI
I diritti dei gay non levano niente a nessuno. Per me rimane un vero mistero, capire perché tanta gente si oppone a due persone dello stesso sesso che vogliano unirsi in matrimonio. Io mi chiedo perché voler negare a una minoranza quello che quasi tutti hanno? Che cosa leva loro? Il matrimonio è un patto di alleanza, di mutuo soccorso, un impegno d’amore per la vita tra due persone, permetterlo anche ai gay non toglierà nulla ai nuovi, vecchi e futuri sposi. È un arricchimento per tutti, solo un segno di civiltà. La parola matrimonio si arricchirà ancor di più di valore.
10) IO SONO STANCO!
È tardi! E pretendo tutto ciò, lo voglio ora, subito, lo voglio per me e il mio compagno (uno stimato medico) con cui convivo da 32 (trentadue) anni, ed ho con lui un rapporto monogamo che penso possa competere in quanto rispetto e amore con qualsiasi rapporto eterosessuale. Abbiamo passato i primi anni a nasconderci e negare il nostro amore a famigliari e colleghi, ma erano gli anni ’80. Il coming out di 25 anni fa, mi ha fatto guadagnare la stima di tutti quelli che ci stanno intorno. Ora mi chiedo perché in uno Stato civile come questo io debba essere considerato un cittadino di serie B che non può sposarsi. A chi farei male? Chi è a rischio?
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