Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

domenica 22 settembre 2024

Civici in festa a Scandicci

 


L'associazione politica comunale "Scandicci Civica", animata da Giovanni Bellosi e protagonista di un importante affermazione elettorale nelle ultime amministrative del proprio comune, ha organizzato "Civici in festa" ieri e oggi, 21 e 22 settembre 2024, in piazza Guglielmo Marconi. Questa due giorni di incontri, amicizia, condivisione conferma che il civismo toscano è più vivo che mai.

Hanno portato una testimonianza, fra gli altri, Claudio Lucii (Poggibonsi), Enrico Buoncompagni (Figline e Incisa Valdarno), Renzo Luchi (Fiesole), Riccardo Galimberti (Firenze), Mauro Vaiani (Prato, garante di OraToscana e dirigente di Autonomie e Ambiente), Anna Ravoni (per dieci anni sindaca civica di Fiesole).

Nella loro diversità di storia personale e formazione culturale, queste persone stanno animando il dialogo regionale "La Toscana dei Cittadini", mantenendosi autonomi sia dal centrosinistra che dal centrodestra. Non è solo il rifiuto di un bipolarismo coatto, che non produce più alternative, ma solo alternanze di ceti politici al potere locale. Questa nuova stagione di civismo toscano rivendica un'identità nitidamente distinta dai partiti nazionali, per mettere avanti a tutto le attese della gente e la buona amministrazione.

I cittadini hanno il diritto di costituire formazioni politiche locali - veri e propri "partiti" comunali - secondo l'art. 49 della Costituzione. Si può "determinare la politica nazionale" lavorando autonomamente dal basso, dal proprio quartiere, dal paesino, dal comune, dalle relazioni interterritoriali e dalla dimensione regionale, senza lasciare che tutto venga deciso dai "cari leader" dei partiti del centralismo.

È a livello comunale che si devono assolvere le funzioni amministrative primarie, secondo l'art. 118 della Costituzione, dando piena attuazione a un antico, prezioso, umanissimo principio di sussidiarietà. Le persone devono poter trovare, quando possibile addirittura andando a piedi, tutto ciò che serve loro: ambulatori, servizi, scuole, buon cibo, acqua pura, sicurezza.

In questa eterogenea famiglia di civismo autonomo e autonomista sta emergendo una resistenza contro il progetto della "multiutility" regionale toscana. 

Rileggendo e cercando di attualizzare l'art. 43 della Costituzione, ci si domanda se davvero abbia senso concentrare in una unica azienda toscana (di diritto privato ancorché a capitale prevalentemente o anche integralmente pubblico) tutti i servizi essenziali, le fonti di energia, i monopoli naturali del ciclo dell'acqua e del riscaldamento, la raccolta dei rifiuti, le reti di comunicazione digitale e chissà cos'altro.

Questa "azienda" diventerebbe un "grande fratello" della Toscana. Svuoterebbe di poteri e risorse la regione, le province, le associazioni fra comuni, i comuni stessi. È un pericolo per chi crede nella democrazia, nel pluralismo, nelle diversità, nella prossimità.

Una tale concentrazione di potere e di risorse non ha nulla di sociale o liberale, popolare od ecologista.

Poiché la filosofia della "multiutility" è al momento egemone sia nella sinistra che nella destra, chi ha qualche dubbio in proposito si deve organizzare, nel modo più inclusivo e innovativo possibile.


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