Su segnalazione del Coordinamento Ferma Tramvie siamo andati a rileggere un articolo che ci sembra rivelatore di ciò che hanno in testa gli amministratori della Città Metropolitana di Firenze. E' una intervista di Edoardo Semmola ad Andrea Simoncini, sul Corriere Fiorentino. Simoncini, professore di diritto e consigliere dell'Opera del Duomo, viene intervistato nella sua qualità di "ideatore del piano strategico della Città Metropolitana".
L'intervista è datata 12/11/2020, è presentata come uno sforzo di guardare in avanti, ma a noi è parsa incredibilmente vecchia, come se fosse stata registrata non solo prima della pandemia, ma addirittura quarant'anni fa.
L'intervistato sembra rimasto fissato a quando, alla fine degli anni '80, si pensava davvero a una unica grande conurbazione comprendente tutta la Piana e si credeva possibile cementificarla completamente. Tutti i vuoti tra città e cittadine, borghi e borgate, paesi e paesini, avrebbero dovuto essere colmati da investimenti immobiliari e infrastrutturali.
La metropoli fiorentina avrebbe dovuto inglobare anche Prato (per questo non si voleva far nascere la provincia autonoma nel distretto laniero) e Pistoia.
La conurbazione avrebbe dovuto attrarre ulteriore popolazione fino ad arrivare a due milioni e mezzo di abitanti. Oggi le tre province di Firenze, Prato e Pistoia arrivano appena a un milione e mezzo, la Toscana intera poco oltre tre milioni e mezzo. Quindi da dove sarebbe dovuto spuntar fuori un altro milione di abitanti da concentrare e far vivere rammontati nella Piana? Boom delle nascite, spopolamento di altre zone rurali e periferiche, migrazioni? Evidentemente, per essere consulenti strategici della Città Metropolitana di Firenze, non deve esser necessario sapere molto di geografia, demografia, statistica, storia economica e sociale della Toscana, forse nemmeno di semplice aritmetica.
Oggi sappiamo molto bene che questi progetti di conurbazione sono folli e incompatibili con la sopravvivenza di ciò che resta dell'equilibrio idrogeologico, di una qualche significativa qualità della vita umana in pianura, dell'abitabilità delle nostre comunità, della nostra stessa identità toscana. Purtroppo sono ancora al potere persone che sembrano ignorare studi profondi, e anche molto ben divulgati, come quelli, tra tanti altri, di Giorgio Pizziolo e Rita Micarelli. Questo, oltre che essere triste, è anche preoccupante.
Mentre a parole e sui media, si predica bene di freno al consumo di suolo e di ripensamenti dell'urbanesimo, a Firenze i magnati continuano a razzolare male.
Gli unici milioni che sono veramente in arrivo nella Piana non sono di nuovi abitanti (né di nuovi turisti, temiamo), ma di Euro, derivanti da immensi debiti pubblici che si vorrebbero investire male, in modo da far arricchire poche grandi società anonime di capitali privati.
Temiamo che ben poco verrà investito in "conoscenza", ma, come ammette candidamente anche l'intervistato, per dotare Firenze di maggiore "mobilità".
Si chiederanno alle autorità centrali della Unione Europea e della Repubblica Italiana fondi per le solite grandi opere faraoniche, inutili e devastanti, come il "buco" Foster, il nuovo aeroporto di Peretola e chilometri di tremi-tram che dovrebbero percorrere a zigzag tutta la Piana.Le tramvie, che costeranno centinaia di milioni di soldi pubblici ma che saranno private, sono emblematiche di una mentalità speculatrice ed estrattiva, ancora dominante.
Serviranno per portare in centro, ma anche per far sfollare rapidamente a fine giornata, masse di turisti e lavoratori più poveri, quelli che non potranno certo permettersi di vivere a Firenze, ma dovranno andare, anzi già oggi vanno, a dormire a Scandicci e a Campi, a Sesto e Prato, o addirittura a Pistoia.
Firenze e la Toscana erano già malate prima della crisi sanitaria, sociale ed economica del coronavirus, come ci ha ricordato recentemente Fabrizio Valleri di Libera Firenze, ma ora, dopo il Covid-19, siamo di fronte a un cieco accanimento nello sventramento e nella svendita di Firenze e dell'intera Toscana .
Milioni sulla Piana, insomma, per distruggere il poco che resta di una vita a dimensione umana, in comunità locali dove il più possibile delle cose importanti sia a portata di piedi e quindi di anziani e di bambini (l'antica ma sempre nuova speranza della Rivoluzione Rionale!).
Intere comunità e comuni della Toscana, oggi ancora riconoscibili e dotati di una qualche significativa vita comunitaria, come Larciano, Carmignano, Sesto Fiorentino, comuni, comunità, borghi, quartieri, frazioni e rioni, dovrebbero insomma diventare meri dormitori, periferia indistinta di una città che sarà chiamata ancora Firenze, ma che di fiorentino e di toscano non avrà più nulla.
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Questa è l'opinione che si è fatto il titolare di questo blog. Per farvi la vostra idea leggete direttamente e integralmente l'intervista di Semmola a Simoncini, cliccando qui.
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