Pourquoi être autonomiste, même en 2020
L’Union Valdôtaine, à l’occasion du 40e anniversaire de la mort de Bruno Salvadori, a voulu se souvenir de la figure de ce grand autonomiste avec une initiative qui s'est tenue lundi 8 juin 2020, à 21h00, sur la page Facebook et la chaîne Youtube de l’Union Valdôtaine.
https://www.facebook.com/unionvaldotaine/videos/2791190041114268/
Omaggio a Bruno Salvadori, toscano, friulano, valdostano, pioniere dell'autogoverno per tutti, dappertutto
A partire dalla bella testimonianza pubblicata dal figlio Massimo Salvadori, sul sito Aosta Sera, e dopo aver ascoltato la commemorazione organizzata dalla Union Valdôtaine, moderata da Guido Grimod, con gli interventi di Erik Lavevaz (presidente UV), dello stesso Massimo Salvadori, del senatore Albert Lanièce, di François Stévenin (presidente Institut historique de la Résistance), Guido Corniolo, Claudio Magnabosco, Frédéric Piccoli, vogliamo ricordare anche qui questa figura straordinaria.
Salvadori è stato il punto di riferimento di un moderno autonomismo ma anche il pioniere di un moderno decentralismo valido per l'Italia, l'Europa, tutto il mondo.
Bruno Salvadori nacque ad Aosta il 23 marzo 1942 da padre toscano e madre friulana. Crescendo, scelse di essere Valdostano e si iscrisse al movimento popolare e antifascista che rappresentava la Valle d'Aosta, la Union Valdôtaine. Proseguì sulla scia dell'eredità di Émile Chanoux, uno degli autori della Carta di Chivasso del 1943. Diventò più Valdostano di tanti Valdostani di ben più antica origine, hanno detto di lui. L'etnia, l'appartenenza a una comunità etno-linguistica, nel suo pensiero e nella sua azione politica, non era stabilita dal sangue o dagli antenati, ma dalla scelta attiva di una persona di assumersi la responsabilità di un territorio, di una comunità, di una cultura.
Purtroppo Salvadori morì prematuramente e tragicamente in un incidente stradale l'8 giugno 1980, mentre tornava in Valle dopo essere stato a trovare la famiglia che era al mare in Liguria.
Scrive il figlio Massimo, in occasione del quarantesimo anniversario, che "Nonostante siano passati tanti anni, le sue idee, i concetti che teorizzava e la visione lungimirante su tanti aspetti della vita economica, politica e sociale della Valle d’Aosta, ma non solo, sono oggi più che mai di attualità".
Fu candidato alle elezioni europee del 1979, con la lista di raccolta dei movimenti territoriali Federalismo - l’Union Valdôtaine, una esperienza che, quarant'anni dopo, diverse forze localiste, territorialiste, autonomiste, indipendentiste della Repubblica Italiana sperano di poter ripetere al più presto, attraverso iniziative come la rete Autonomie e Ambiente.
Nel 1979, durante quella campagna elettorale europea, conobbe Umberto Bossi e diventarono amici. E' noto che fu Salvadori a spiegare il federalismo a Bossi, ma quest'ultimo lasciò presto per strada un programma, anche minimo, di cambiamento federalista dell'Italia. Ebbe successo, invece, come leader populista e autoritario di un movimento che rimase federalista solo a parole e sappiamo come poi è andata a finire.
L'eredità di Salvadori, invece, è più viva che mai e quella di un moderno decentralismo, dell'autogoverno per tutti dappertutto, è l'unica direzione politica in cui vale la pena camminare, per assicurare un futuro alle generazioni future, un mondo a misura della persona umana.
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