Quello di Maurizio Sguanci diventerà un caso giuridico e politico, a Firenze e in Toscana, in questo ultimo scorcio del difficile anno 2020.
Sguanci nel 2019 è stato eletto direttamente dal popolo come presidente del Quartiere 1 di Firenze, quello del Centro Storico. Entro pochi giorni, però, essendo Stefania Saccardi stata scelta come assessore regionale e vicepresidente della nuova amministrazione toscana presieduta da Eugenio Giani, le subentrerà come consigliere regionale supplente.
Maurizio Sguanci, infatti, nelle recenti elezioni regionali del 20-21 settembre 2020, era candidato nella lista Italia Viva con la stessa Saccardi, risultando il primo dei non eletti, con circa 850 preferenze. Non moltissime, a dire il vero. Evidentemente i Fiorentini non hanno granché gradito che una persona che si era appena fatta eleggere presidente di quartiere con il PD, tentasse la scalata al Consiglio regionale con la nuova formazione renziana di Italia Viva.
Diventare consigliere regionale, ancorché precario, è sicuramente una opportunità, a cui sarà difficile per Sguanci rinunciare. Tuttavia il suo ingresso nel Parlamento toscano come supplente scatena una serie di problemi giuridici e di interrogativi politici.
Intanto, una norma nazionale generale della Repubblica, l'art. 65 del Testo unico dell'ordinamento degli enti locali (D. lgs. 18 agosto 2000, n. 267, noto come TUEL, o anche come TUOEL) stabilisce l'incompatibilità tra l'essere amministratore comunale e l'essere consigliere regionale. I presidenti di quartiere sono in tutto e per tutto assimilati, da varie normative generali e locali, a sindaci e assessori. Inoltre, esistono già pareri che estendono anche ai consiglieri regionali supplenti le incompatibilità vigenti per i consiglieri regionali effettivi. Si potrà sicuramente disquisire e rinviare, speculando su varie lacune e silenzi che si troveranno nella legislazione nazionale e regionale, ma il problema giuridico resta e dovrà essere affrontato.
Inoltre, se Sguanci andrà in regione e se prevarrà la dottrina dell'incompatibilità, non basterà riunire il consiglio di quartiere per eleggere un nuovo presidente. Il cerino dei problemi giuridici resterà nelle mani dell'amministrazione Nardella, la quale dovrà organizzare nuove elezioni per il quartiere 1 nel 2021. Sarà una grande incognita, conseguenza diretta dell'aver voluto imporre, senza adeguata meditazione e preparazione, l'elezione diretta dei presidenti di quartiere, che Nardella ha tentato di spacciare come piccoli sindaci "vicini alla gente", mentre invece erano solo personaggi di quella sua continua campagna mediatica che il sindaco di Firenze crede essere sufficiente per governare Firenze.
Anche risolti i problemi giuridici, comunque, resteranno ovviamente tutti gli interrogativi politici.
La legge elettorale toscana rivela, una volta di più, i suoi insopportabili difetti. Porta a sedere nel Parlamento toscano un'altro eletto fiorentino, che ha preso molti meno voti di tanti altri esclusi.
A meno che Sguanci non faccia il bel gesto di rinunciare alla nuova carica, i cittadini di Firenze dovranno interrogarsi sul perché i loro eletti comunali, dopo solo un anno, tentino di sistemarsi in regione, invece che stare a fronteggiare, a fianco della loro gente, gli anni terribili delle vacche magre che aspettano la Firenze, dopo la pandemia e dopo la fine del turismo di massa.
Se davvero si tornerà a votare per il quartiere 1 del Centro Storico, ci si dovrà anche domandare - e sarebbe ora - perché abbiamo quartieri così grandi e così impotenti, mentre la gente avrebbe drammaticamente bisogno di quella prossimità dei servizi che viene autorevolmente proposta dal grande messaggio della Rivoluzione Rionale.
Sguanci, in conclusione, non potrà restare a lungo sia presidente del quartiere centrale di Firenze, sia consigliere regionale della Toscana. Il cumulo di queste due cariche, che non sono certo delle sinecure, è insostenibile, vuoi per ragioni giuridiche, o politiche, o di semplice opportunità. Auguriamocelo tutti, per il bene di Firenze e della Toscana.
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