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Bruno Bozzetto per Oscar Giannino
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Ricevo e rilancio una bella lettera di Oscar Giannino, che spiega con notevole chiarezza morale e politica il punto a cui è arrivata l'idea di costruire una grande lista civica nazionale per le elezioni politiche del 2013, un "fronte per la crescita", costruito attorno alle intelligenze e alle generosità raccolte da Italia Futura, in collaborazione stretta con molte altre realtà civiche e civili, a partire dal movimento Fermareildeclino.it promosso dallo stesso Oscar Giannino.
Dico subito che mi piacciono i contenuti, il tono, le prospettive di questa lettera, e che appoggio l'idea di una lista civica nazionale che promuova un drammatico ma necessario cambio generazionale nelle elite politiche e burocratiche di questa nostra povera repubblica.
Mi permetto di osservare però che manca qualcosa.
Mancano i territori e le città, in questi ragionamenti che leggo, da parte degli intellettuali e dei promotori di questa nuova iniziativa politica nazionale, popolare e liberale.
Mi piace sentir parlare di una grande consultazione popolare per designare un premier capace di guidare un "fronte per la crescita", ma è ora di discutere anche, insieme, su come i territori e le città, potranno partecipare concretamente alle scelte programmatiche, alla indicazione dei candidati, alla sintesi delle nuove regole.
Sono i territori che devono finalmente dire la loro, sul completamento della transizione italiana da repubblica d'impronta centralista e partitocratica, a repubblica federale integrata con l'Europa.
Sono le città e le regioni che hanno il diritto di eleggere, localmente, i commissari che dovranno mobilizzare la grande manomorta pubblica, per abbattere il debito nazionale e quelli locali.
Sono i comuni e le comunità locali che devono vedersi conferire tutta l'autonomia impositiva necessaria per gestire l'austerità, ma anche per trovare alternative concrete all'austerità permanente.
Non ci crediamo alla salvezza centralizzata dell'Italia.
Non è mai venuto nulla di durevolmente buono, all'Italia e agli Italiani, dalle centralizzazioni. E continuiamo a non fidarci di elite politiche nazionali - ma anche europee e internazionali - che continuano a parlare di crisi dell'Euro, mentre siamo di fronte a una drammatica e storica crisi dei debiti pubblici. Che non può essere risolta centralmente, ma solo localmente, laddove ci sono le risorse pubbliche da valorizzare, le persone e le idee da liberare.
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Oscar
Giannino spiega i contenuti dell'incontro tra Fermare il declino e
Italia Futura: prinicipi, modalità, tempi, leadership e
prossime iniziative.
Fermare
il declino e Italia Futura: le ragioni e le modalità della
collaborazione
Cara
amica, caro amico,
Come
forse hai letto sul nostro sito o sugli organi di stampa che ne hanno
parlato, sabato si è tenuto a Roma un incontro tra Fermare il
declino e Italia Futura, presso la sede nazionale di
IF: loro hanno uffici e personale retribuito, sono in pista da due
annni e mezzo. All'incontro hanno partecipato per Fermare il declino,
oltre ai fondatori presenti in Italia, anche i rappresentanti di
alcune delle associazioni che si sono finora riconosciute nel nostro
manifesto e programma, come Zero+, Civicum, Costituente liberale,
Fondazione Oltremare, Indipendenti per Monti. L'incontro nasceva
dalla comune esigenza di verificare la possibilità di un'agenda
il più possible comune, politica e organizzativa, che tenga conto
dei tempi estremamente ristretti nei quali ci dobbiamo misurare, per
verificare quali esiti e sviluppi dare alla nostra iniziativa.
È vero
che la prima linea di Italia Futura si è riconosciuta nel nostro
appello e programma. E che in talune parti d'Italia tra i nostri
aderenti nelle prime settimane vi sono anche sostenitori di Italia
Futura. Ma è altrettanto ovvio che il loro essere campo da due anni
e mezzo con proprie risorse, presenze e agenda, poneva il problema di
una immediata verifica operativa che sgombrasse il campo da ogni
equivoco, mettesse a fuoco convergenze o margini di dissenso, ed
elaborasse bozze di organi e procedure per strutturare da subito
processi decisionali e un metodo di lavoro davvero condivisi.
Per
questo io stesso ho proposto a inizio dei lavori un ordine del giorno
in tre punti. Primo: organi e procedure di lavoro, politici
organizzativi e programmatici. Secondo: valutazioni politiche
sui tempi e i modi dello sviluppo della nostra iniziativa. Terzo:
quali criteri seguire per l'estensione ulteriore del nostro
movimento, ad associazioni, espressioni civiche, ma anche pezzi ed
esponenti di politica locale in uscita dai vecchi partiti e
coalizioni.
Ho
premesso a tutto ciò una considerazione che ha una importanza
essenziale, e che desidero qui ribadire con grande chiarezza a tutti,
a maggior ragione vista la lettura che il Corriere della sera ha
voluto proporre ieri del nostro incontro.
È ovvio
che tra non molte settimane - stante che l'ipotesi realistica è che
le elezioni politiche saranno tra fine marzo e metà aprile - quando
dovremo tirare le fila dello sviluppo futuro di Fermare il declino,
l'indicazione di una leadership sarà parte essenziale di una
proposta credible per il Paese. Ma, ho aggiunto, quello che è chiaro
è che non ci sono leader "in sonno" già decisi
e che aspettano solo che altri lavorino per poi cavalcare l'onda:
nè Montezemolo, nè Marcegaglia, nè altri. Quando sarà il momento
la decisione sarà presa e saranno gli aderenti a votare e
scegliere tra le candidature con le primarie.
Con
questa inequivoca dichiarazione nostra gli esponenti presenti di
Italia Futura si sono dichiarati d'accordo. E qui desidero ribadirlo
a voi tutti, soprattutto ai molti che in rete e per mail ci hanno
legittimamente chiesto conto di quella che per il Corriere stamane
era invece solo una mera tattica per tirare la volata a un candidato
leader già scelto. Non è così: come sempre abbiamo detto e come
ieri con noi ha convenuto chi rappresentava Italia Futura.
La
discussione sui tre punti è durata circa quattro ore. E ha prodotto
i seguenti risultati.
Sul
primo punto, è stato deciso senza particolari problemi di
costituire tre comitati ristretti da porre al lavoro al più presto:
un comitato politico, e al di sotto un comitato
organizzativo e uno programmatico. Il comitato
politico nasce attualmente come espressione di Fermare il declino e
Italia Futura, per poi allargarsi in caso di auspicate nuove
estensioni della nostra rappresentanza a soggetti civici,
associazioni culturali e movimenti. Al comitato organizzativo
spetta l'immediata attivazione della messa a matrice comune delle
nostre presenze in tutte le Regioni, Province e Comuni dove sia
possibile, e il coordinamento delle attività di adesione e sostegno
alla nostra iniziativa.
Al
comitato programmatico l'indirizzo prioritario dei punti del
programma da approfondire ed estendere, a cominciare dai temi del
lavoro, condizione femminile e giovanile sui quali molti degli
intervenuti hanno puntato il dito, per sventare il rischio di
apparire come una formazione a caratterizzazione solo macroeconomica.
Numerosi interventi hanno risollevato un punto che torna in rete e
sui social network ogni giorno: com pensarla su questo e su quello.
Noi
restiamo fedeli all'idea che partiti e movimenti con una linea
definita su ogni cosa siano un retaggio delle vecchie chiese.
Nasciamo su alcune priorità per invertire il declino italiano,
riconosciamo che dobbiamo perfezionare profondità ed estensione
delle nostre proposte su alcuni temi, ma non ambiamo a diventare
produttori di linea per ogni voce dell'ecnciclopedia.
Sul
punto due, la discussione ha toccato a lungo il giudizio
sul governo Monti. Le sensiblità erano e restanto diverse. I
fondatori di Fermare il declino riconoscono a Monti uno stance
internazionale che il predecessore non poteva neppur sognarsi, ma
ritengono che il governo Monti non abbia scalfito le pessime prassi
della PA italiana che sommate alla cecità della politica hanno
condotto al declino italiano. Gli esponenti di Indipendenti per Monti
hanno ribadito che tuttavia l'offerta attuale della politica
consiglia di restare a difesa attiva di Monti oggi, e pronti a
sostenerlo anche un domani se presenti in Parlamento. In posizione
mediana IF, convinta dell'inopportunità di apparire come nemici del
premier, mentre diverso è criticare anche pesantemente errori dei
suoi ministri.
Sul
punto
tre,
il radicamento
territoriale
e l'apertura verso l'inclusione di nuove associazioni e movimenti
dovrà portare a "filtri"
nei confronti di pezzi di vecchia politica e amministratori locali
che si avvicinassero a noi.
Regole formali scritte e precetti validi per tutti non possono essere
facilmente identificati, l'esame della crediblità personale e
collettiva andrà fatto caso per caso, alla luce dei punti del nostro
manifesto e del programma.
A
conclusione dei lavori, esaminato il presumibile calendario
elettorale, la decisione finale è stata di tenere una grande
convention
a inizio novembre,
nella quale sciogliere defitivamente il dilemma intorno alle modalità
della piattaforma politica con la quale lanceremo una proposta nuova
al Paese, programmatica e di cambio di classe politica e dirigente.
Non serve un partitino nuovo. L'essenziale è capire se e come saremo
in condizione di presentare liste e candidati in coerenza a ciò per
cui siamo nati e che ci unisce, alla luce anche di quella che sarà
l'eventuale riforma elettorale. E a quella data, in una
manifestazione che potrebbe unire due luoghi evocativi del lavoro e
della cultura a nord e a sud collegati via satellite, dovrà
ovviamente essere sciolto anche il problema della leadership.
Cari
amici, come vedete si tratta di un pecorso molto impegnativo. Il
tempo è poco, le nostre risorse sono ancora troppo limitate. Ma
se in quattro setimane di agosto ventimila hanno aderito, ora si
tratta di di moltiplicare l'impegno di tutti per accresere le
adesioni. I coordinatori di cui stiamo annnciando la nomina
nelle diverse Regioni non sono al vertice di gerarchie nè eligendi a
questa o quella assemblea politica, sono volontari tra volontari
tra volontari che accettano di iniziare a organizzare e
focalizzare presenza e iniziative degli amici. Servono in particolare
da subito due tipi di eventi, localmente. Incontri anche
conviviali finalizzati al fund raising, estesi a non aderenti,
con la partecipazione di uno di noi che illustri brevemente le
prorità che qui trovate. E vere e proprie presentazini pubbliche
della nostra iniziativa, del suo programma, delle sue intenzioni
di rimettere in piedi l'Italia senza più cadere trappola nè delle
vecchie promesse dei partiti, nè della nuova seduzione della pura
protesta.
C'è
molto, moltissimo da fare. E lo
faremo su base volontaria.
Continuando a potenziarci nella comunicazione, dove siamo solo agli
inizi. E nel web, dove già siamo un poco più avanti, con oltre 10
mila like al sito. Ma l'obiettivo alla nostra portata deve essere
quello di arrivare oltre quota 50 mila nel giro delle prossime sei
settimane, con un fund raising appropriato a sostenere le nuove
iniziative che annunciamo.
Contiamo
su ciascuno di voi, sul vostro entusiasmo, sulla vostra disponibilità
a metterci faccia, tempo e credibilità. Come noi tutti facciamo..
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