No a ogni intervento neocolonialista in Libia.
Non tocca a noi occidentali, né alle plutocrazie arabe porre fine alla frammentazione libica.
La pressione internazionale per la costituzione del cosiddetto "governo unitario", la corruzione finanziata dagli sceicchi, le infiltrazioni francesi, i droni americani, il supporto logistico ai bombardamenti concesso (non senza la solita italianissima ipocrisia) dalla nostra ministra Pinotti, sono tutte mosse avventate, benzina sul fuoco.
L'unica strada praticabile per i libici è quella dell'armistizio, della distensione, del dialogo a lungo termine fra le forze più ragionevoli, quelle che hanno controllo e responsabilità della Tripolitania, della Cirenaica, dei deserti tribali, delle comunità Tuareg.
Le forze che vengono rappresentate come terroriste, gli islamisti di Sirte, occupano solo una piccola enclave proprio ai confini fra il governo di Tobruk e l'assemblea di Tripoli.
Sono un pericolo geopolitico? Tripoli e Tobruk possono cooperare nel controllarlo, senza bisogno di intrusioni neocolonialiste dall'esterno.
Una certa retorica mediatica e diplomatica internazionale, invece, sta riempiendo i nostri orecchi di confusione e paure, al solo scopo di trascinarci in un'altra insensata guerra per la ulteriore distruzione della Libia, a maggior gloria dei nostri apparati militari-industriali.
Svegliamoci!
Fonte: Wikipedia |
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