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venerdì 17 gennaio 2020

Bocciato l'uninominale in salsa neonazionalista



La Corte Costituzionale ha bocciato la proposta di referendum abrogativo sottoscritta da diverse regioni governate dalla Lega neonazionalista e dai suoi alleati post-berlusconiani del c.d. "centrodestra".

La sentenza della Corte è positiva e vorrei spiegare perché, soprattutto ai pochi che mi conoscono come attivista che ha sempre amato il piccolo collegio uninominale, quello vero, risalente a una antica tradizione liberale.

Non ho cambiato idea, ho solo preso atto che i collegi uninominali, in Italia, sono sempre stati e continuano a essere inquinati dall'imbroglio. Sono, al momento, una chimera irrealizzabile.

E' così da quando è entrato potentemente nella politica italiana il bieco centralismo autoritario, sdoganato prima da Silvio Berlusconi, poi coltivato anche dai leader del centrosinistra, fino all'ultracentralista Matteo Renzi, che poi ha contagiato anche i Cinque Stelle, fino a diventare l'ideologia ufficiale di Matteo Salvini e di altre sinistre figure del postberlusconismo.

Il collegio uninominale, in Italia, è solo una triste parodia della democrazia. Una farsa o forse una tragedia, dove non si possono candidare indipendenti; dove i partiti non possono organizzare primarie (attenzione: non possono, anche se volessero, grazie a norme vergognose che sono in vigore dai tempi del Porcellum); dove si può essere solo indicati dall'alto da coalizioni farlocche e opportunistiche; dove non ci sono condizioni eque di finanziamento pubblico delle campagne; dove non c'è informazione locale; dove non c'è equità in nessuna fase del processo elettorale.

In questa greve messinscena, nel calare dall'alto candidati improbabili, nello scegliere sempre altrove i nominati, il centrodestra italiano berlusconiano, postberlusconiano, nazionalista e neocentralista, è stato, probabilmente, più abile e più vergognoso di tutti gli altri schieramenti.

Mi pare che l'attuale bolla mediatica lo dimostri una volta di più. Alla gente viene detto di votare Salvini, mentre invece vengono eletti, ad importanti cariche locali, figure improbabili e improvvisate, come praticamente tutti gli ultimi presidenti di regione indicati dalla nuova Lega neonazionalista,

Questa indecenza che la Lega e altri postberlusconiani si ostinano a chiamare "centrodestra unito espressione della maggioranza del paese", è consentita solo dalla grande nebbia mediatica.

Le nebbie però passano e gli elettori si rendono presto conto di essere stati ingannati.

Ancora un po' di pazienza.

Le cose cambieranno.


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