Lo rilanciamo anche da questo blog, perché lo consideriamo un esempio di una politica meno cinica, più seria. Le forze territoriali che partecipano a questo #DialogoAutogoverno stanno cogliendo la connessione cruciale fra i grandi problemi del nostro tempo e la necessità di restituire ai territori poteri e facoltà per iniziare a risolverli.
Studiare di più, guardare più da vicino i problemi delle nostre comunità, pensare globalmente ma agire localmente, senza più esitare.
Queste forze decentraliste possono fare davvero qualcosa per le nostre comunità locali, l'euroregionalismo, la libertà e la pace, dopo i decenni di disastri provocati dai leader centralisti e neocentralisti (Berlusconi, Prodi, Monti, Renzi, e oggi anche Di Maio e Salvini).
Questo documento contiene un chiaro posizionamento politico, in undici punti, e indica tre battaglie politiche urgenti, per frenare il centralismo e il neocentralismo, sia in Italia che in Europa, e per ripristinare minimi elementi di rapporto democratico fra elettori ed eletti, territorio per territorio.
Buona lettura!
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Udine, Trieste, Venezia, Firenze, Roma, Palermo, 19 dicembre 2018
75° anniversario della Carta di Chivasso (1943-2018)
Chi siamo
1. Siamo forze politiche territoriali, organizzazioni diverse, con anime indipendentiste, confederaliste, federaliste, autonomiste, civiche e ambientaliste locali, determinate a stabilire una collaborazione politica a lungo termine, una sorellanza che ci rafforzi reciprocamente nel nostro impegno decentralista, per cogliere insieme obiettivi pratici, conquiste concrete di maggiore autogoverno per tutti, dappertutto.2. Le nostre forze politiche territoriali condividono la scelta dell’indipendenza dai partiti italiani e si impegnano a partecipare in modo distinto dai partiti centralisti alle elezioni regionali, italiane ed europee.
3. Ci impegniamo per l’autogoverno dei territori con metodi nonviolenti e democratici, con moderazione e senso della gradualità, senza settarismi né pregiudizi, pronti a collaborare trasversalmente con tutti coloro che condividono i nostri obiettivi di autogoverno.
4. I nostri bilanci e il nostro autofinanziamento sono trasparenti, nel rispetto della legge.
5. La nostra organizzazione interna è democratica, ostile al cumulo delle cariche, capace di ricambio e di creare spazio politico per promuovere nuove generazioni di donne e uomini che intendano servire la propria terra.
6. Al centro della nostra azione politica c’è il bene dei territori e quindi l’impegno per l’ambiente, la vitalità delle economie locali, i beni comuni, i servizi pubblici universali ma gestiti localmente, la solidarietà sociale ma erogata dai comuni, i mestieri e le attività tradizionali, i prodotti tipici, i beni culturali, tutte le nostre tradizioni, lingue, identità e spiritualità originali.
7. Vogliamo smantellare sia il centralismo italiano, che il centralismo tecnocratico delle attuali istituzioni europee, perché crediamo nella costruzione di una confederazione europea, incarnazione dell’antica ma sempre più attuale aspirazione a una Europa dei popoli, dei territori, delle regioni, retta da istituzioni leggere, fondata sulla sussidiarietà, strumento per il mantenimento della pace perpetua.
8. Siamo forze storicamente solidali con l’anticolonialismo e concretamente impegnate contro le perduranti ingiustizie del neocolonialismo.
9. Forti istituzioni di autogoverno di dimensioni più limitate, più a misura d’uomo, dove sia possibile un rapporto più diretto fra governati e governanti, sono l’alternativa possibile, sia ai disastri (e alle promesse sempre mancate) dei politici centralisti italiani ed europei, sia ai guasti di una globalizzazione ecocida e genocida; sono l’alternativa che chiunque può toccare con mano ovunque essa è stata messa in pratica e lasciata libera di crescere e maturare nel tempo, con originalità e responsabilità (come è accaduto in Valle d’Aosta, Trentino e Sudtirolo, ma anche altrove in Europa e nel mondo).
10. Intendiamo dare visibilità in Italia e in Europa a questo impegno comune per più autogoverno di tutti, dappertutto, nel modo più aperto e più inclusivo possibile.
11. Oltre questi punti comuni di dialogo, ciascuna delle nostre forze politiche è e resta libera di perseguire il buongoverno della propria terra, secondo i propri valori culturali e politici.
Impegni comuni urgenti
A) Riaffermiamo, ancora una volta, la nostra totale solidarietà con
il processo di autodeterminazione della Catalogna, la richiesta della
liberazione di tutti i prigionieri politici, il nostro appoggio a ogni
processo di autogoverno, ovunque nel mondo.
B) Per poter realizzare ambiziose riforme decentraliste delle
istituzioni italiane ed europee, noi crediamo che sia necessario, prima
di tutto, ripristinare il diritto di ogni comunità locale a scegliere,
attraverso il voto, i propri rappresentanti; lotteremo quindi per avere
leggi elettorali semplici e chiare, che garantiscano a tutti i livelli
competizioni aperte e leali in collegi circoscritti; per le elezioni
italiane ed europee le circoscrizioni non devono essere più grandi delle
regioni, delle province autonome, dei territori storici; nessun quorum
“nazionale” deve impedire l’elezione di chi ottiene un risultato utile
nella propria circoscrizione.
C) Vogliamo confrontarci con le forze raccolte nella Alleanza Libera Europea (European Free Alliance)
e con tutte le forze dell’autonomismo attive in Italia, che abbiano
dimostrato di essere indipendenti dai partiti centralisti e
neocentralisti.
Messaggio diffuso da
Comitato Libertà Toscana (* 2017-2021)
Comitato promotore “Libero Governo Cittadino” di Roma
Liga Veneta Repubblica
Patrie Furlane, a nome del Patto per l’Autonomia
Progetto Assemblea Popolare per il Libero Territorio di Trieste
Siciliani Liberi
* Nota bene: CLT come è esistito dal 2017 al 2021 si è dissolto. L'eredità dell'impegno civico autonomista ambientalista in Toscana è stata raccolta da OraToscana - Ndr del 27 giugno 2022.
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