Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

venerdì 6 aprile 2018

Sinistra, centro o destra?



Ancora una volta, come spesso in passato, noi attivisti per l'autogoverno della Toscana ci imbattiamo nella domanda: siamo persone di sinistra, centro o destra?
Con il passare degli anni, forse possiamo dare oggi una risposta più articolata.
Noi sappiamo che ci sono persone che si dicono di sinistra, centro e destra, eppure tutte incredibilmente credono nelle stesse forme di concentrazione geopolitica del potere e delle ricchezze, concentrazioni che noi combattiamo.
Altrettanto vero è che ci sono persone che si dicono di sinistra, centro e destra, che invece sono schierate con noi, in un decentralismo a tutto campo, contro i grandi stati oppressivi al proprio interno e guerrafondai nei confronti del resto del mondo.
Quindi?
Sicuramente non sottovalutiamo il significato di queste tre parole - sinistra, centro, destra - soprattutto nel contesto italiano.
Sappiamo che non tutti danno ad esse lo stesso significato e la stessa importanza ma, come ci ha insegnato Sergio Salvi, pioniere di un toscanismo che ha radici profonde nei movimenti popolari europei, non ci permettiamo di dire che queste tre parole non hanno più senso.
Sulla base di ciò che abbiamo imparato grazie all'esperienza storica dei primi movimenti politici localisti, autonomisti e indipendentisti, che sono sempre stati aperti e trasversali sin dagli anni ottanta, semplicemente le affrontiamo, con una consapevolezza che ci pare essere cresciuta nel tempo.
Ci rivolgiamo a tutti i Toscani, di nascita e di elezione, che, prima di credere nelle proprie tradizionali appartenenze e nelle ideologie dei vecchi partiti italiani, accettano di condividere con noi un progetto radicale di autogoverno.
Sappiamo già che non saremo ascoltati da chi, quando parla di sinistra, centro o destra, in realtà intende i propri pregiudizi ideologici, l'appartenenza a una casta politica, o magari una mera posizione di rendita.
Prendiamo atto che coloro che sono centralisti italiani o che aspirano addirittura a un centralismo europeo, sono quelli veramente distanti da noi, non importa se essi si definiscano di destra, centro, sinistra.
Ci rivolgiamo a tutti quelli che centralisti non sono, che difendono le regioni storiche, che mettono fra le loro priorità la difesa delle autonomie locali e aspirano a forme ancora più avanzate di autogoverno.
La nostra proposta toscanista ha certamente maturato una proposta sociale, ambientale, politica e geopolitica molto forte, che magari non potrà piacere a tutti, ma nel caso, ci auguriamo, per i suoi contenuti concreti, non per le etichette.
Ci piace pensare che siamo fedeli ad antiche radici popolari anarchiche e socialiste, ma siamo anche conservatori di parecchie cose borghesi e aristocratiche non meno importanti. Senz'altro siamo liberali nel profondo, in tutto e verso tutti.
Quindi, prima di incasellarci, riflettete un attimo su quanto e come vogliamo mettere in discussione lo status quo in Italia e in Europa, oltre che praticamente tutto il sistema delle credenze politiche attualmente sapientemente veicolate dai media di stato.
Ci si giudichi dalle cose concrete che stiamo dicendo a questa generazione, in questo nostro tempo, non solo dalle etichette del passato:
- crediamo che i beni e i servizi pubblici toscani debbano essere proprietà del popolo toscano (un po' come socialisti di una volta);
- non vogliamo il presidenzialismo italiano e tantomeno quello europeo, perché preferiamo assolutamente forme di governo confederali, di stile svizzero;
- appoggiamo il diritto di Catalogna e Sardegna all'autodeterminazione e siamo fieramente contrari a ogni forma di neocolonialismo;
- lavoriamo per una confederazione di matrie indipendenti d'Europa, una delle quali sarà la nostra Toscana;
- amiamo l'ordine e la legalità, rione per rione, ma proprio per questo vogliamo la fine degli stolti proibizionismi, che sono una delle più grandi menzogne dei vecchi stati centralisti e militaristi, per giustificare la loro vera natura oppressiva e repressiva;
- siamo contro ogni discriminazione, a partire da quelle nei confronti delle persone diverse (come chi scrive), ma insieme vogliamo anche autentiche condizioni di giustizia economica e sociale per tutti coloro che risiedono stabilmente in Toscana;
- crediamo fortemente nella libertà economica (un po' come antichi liberali), ma all'interno di mercati locali ben sorvegliati, dove il territorio, la natura, la persona umana siano fortemente tutelati;
- crediamo nella protezione sociale, ma non da parte di grandi strutture burocratiche statali, bensì esercitata da agili servizi locali fondati sulla prossimità e la responsabilità;
- siamo libertari ma anche intransigenti, ai limiti del bigottismo, sulla conservazione delle nostre tradizioni toscane e sulla religione civile che unisce tutti gli abitanti della nostra comunità, cristiani o meno, nativi o no.
Siamo Toscani impegnati in un progetto politico di autogoverno, convinti di perseguire la libertà e il benessere di tutti e ancora di più delle generazioni future, con umiltà, non senza un pizzico di ironia e speriamo anche di autoironia.
Il nostro progetto si poggia di certo su alcuni solidi principi, ma il suo sviluppo è aperto alle idee e al contributo di tutti.

Non fermatevi alle prime impressioni, incuriositevi!

Chiudiamo e salutiamo con la una bella ed emblematica canzone che tanti anni fa fu dedicata a persone che erano già allora un po' come noi. E' quella famosa di Giorgio Gaber, che come sapete aveva radici mitteleuropee, era cresciuto milanese e infine è voluto morire toscano, a Montemagno di Camaiore, nel 2003...



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