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lunedì 21 agosto 2023

Promemoria Piombino

 


Un anno fa abbiamo raccolto in un documento base tutte le considerazioni, politiche ma anche giuridiche, che ci hanno sempre fatto abbracciare la netta opposizione al rigassificatore di Piombino, la nave Golar Tundra. Lo archiviamo qui, un anno dopo (21 agosto 2023), perché gli attivisti di OraToscana, i cittadini di Piombino, l'intera opinione pubblica non ne perda memoria.

 

Denunciamo il progetto di ancorare a una banchina del porto di Piombino in provincia di Livorno in Toscana una nave gassiera (chiamata anche metaniera). La nave in arrivo è la GOLAR TUNDRA (IMO: 9655808, MMSI: 538004982 - Offshore Support Vessel), costruita nel 2015 che naviga sotto bandiera della Marshall Islands. Le dimensioni sono 293 metri di lunghezza e 44 metri di larghezza. Si tratta di una unità navigante capace di rigassificare e stoccare gas (Floating Storage and Regasification Unit, FSRU).

La decisione è stata presa senza alcuna procedura di partecipazione e informazione ai cittadini e contro il parere dell’Amministrazione comunale di Piombino e dei sindaci dei comuni della circostante Val di Cornia.

La nave gassiera sarà il terminale di un traffico di navi di rifornimento di gas naturale liquefatto (GNL), e di supporto, di dimensioni comparabili, incompatibile quindi con l’ordinata navigazione di un porto cruciale per i collegamenti con le isole dell’Arcipelago toscano, con la Sardegna e con la Corsica.

Si sottolinea che l’attività di rigassificazione verrebbe, almeno per i primi anni, svolta in banchina e non al largo, quindi non rispettando i criteri di sicurezza in vigore, come la distanza dagli abitati, dalle attività dell’economia del mare, dalle principali rotte, contrariamente a come si è proceduto invece per l’impianto rigassificatore di Livorno.

Si ricorda, in particolare, che attorno all’impianto di Livorno c’è un’area d’interdizione alla navigazione e ad altre attività di economia del mare che nel porto di Piombino sarebbe irrealizzabile.

Si apprende dalla stampa (articolo di Stefano Tamburini, Bisenzio Sette, venerdì 5 agosto 2022) che le autorità di governo non avrebbero proceduto ad alcuna valutazione comparativa, ma adottato a scatola chiusa un unico progetto predisposto dalla società SNAM, ben prima dell’inizio dell’emergenza della Guerra russo-ucraina.

Si ricorda che il porto di Piombino è baricentro logistico fondamentale sia per il Parco nazionale dell’Arcipelago toscano che per la custodia degli immensi beni comuni archeologici e naturalistici delle vicine Populonia e Baratti e dell’interro entroterra.

Si ricorda che l’area è sito di interesse nazionale (SIN), dove lo Stato ha riconosciuto di avere inquinato a tal punto da doversi impegnare a bonificare e dove ora, nemmeno troppo velatamente, si minacciano le popolazioni locali che non si procederebbe alle migliorie e ai risanamenti promessi, se non venisse accettata l’imposizione del rigassificatore. Si sta insomma configurando una inaccettabile e ricattatoria logica di scambio, che umilia cittadini e autorità locali.

Si fa notare che la rigassificazione prescelta sarebbe del tipo a CICLO APERTO, che comporta quindi che il gas liquido verrà riscaldato pompando acqua di mare, la quale verrà poi rigettata, raffreddata, clorata e ad alta pressione in mare.

Si consumerebbe quindi meno carburante per il riscaldamento del gas, ma si avrebbe un continuo raffreddamento dell'acqua di mare, con la distruzione dell’habitat marino attuale e con una minaccia alle attività di allevamento e ad altre forme di economia del mare che sono presenti nell’area.

Inoltre si avrebbe il rilascio di cloro libero residuo, le cui conseguenze a lungo termine sono poco conosciute, tranne una che è nota: la selezione di forme di vita batterica resistenti al trattamento con cloro, con un impatto sulle generazioni future imprevedibile e quindi incompatibile con i principi internazionali, europei e costituzionali di precauzione e tutela dei diritti delle generazioni future. Si profilano, si ritiene, gravi incongruenze con la normativa italiana (si veda, fra gli altri, il D.Lgs. 152/2006).

Anche a voler prescindere da altri aspetti legati alla sicurezza della popolazione, dei naviganti, dei lavoratori, a causa di una “emergenza nazionale” (che andrebbe comunque circoscritta in termini legali e costituzionali, cosa che al momento non è), la realizzazione di impianti di rigassificazione a ciclo aperto nei mari del piccolo Mediterraneo è da considerarsi altamente pericolosa e assolutamente sconsigliabile. 

Senza voler pretendere di fare qui, in questo memorandum, la complessa valutazione della compatibilità ambientale e opportunità economica dell’intero ciclo della liquefazione, del suo acquisto a prezzi proibitivi (con larghi margini per una possibile corruzione all’estero, lontano dagli occhi della pubblica opinione e dalle possibilità di controllo della giurisdizione nazionale), del trasporto del GNL su lunghe distanze, dei costi della sua rigassificazione, si può e si deve osservare che un impianto a CICLO CHIUSO, pur meno profittevole per il gestore, sarebbe assolutamente da considerarsi più opportuno.

Il rigassificatore imposto a Piombino, in ultimo ma non per importanza, porrà fine all’impegno delle amministrazioni locali per impostare “su nuovi criteri l’assetto del territorio in modo da coniugare le esigenze del turismo, che determina in grandissima parte il reddito del tessuto economico, con l’agricoltura di qualità, le attività produttive, le esigenze dei residenti”, come ha scritto il sindaco civico di San Vincenzo, Paolo Riccucci, che ha poi aggiunto: “Nonostante gli sforzi in essere, non solo di San Vincenzo, per la diversificazione e per la promozione di altri modelli turistici legati alle risorse del paesaggio collinare, ai vicini borghi e al patrimonio storico e archeologico, il mare resta la nostra risorsa fondamentale e la sua tutela l’obiettivo strategico primario per l’intera comunità. Basta questo per sostanziare come l’ipotesi di inserire un progetto come quello del rigassificatore all’interno di un territorio già in precario equilibrio tra modelli economici del passato e un futuro in gran parte da costruire, sia impraticabile e inaccettabile. La decisa reazione dei sindaci di Piombino, Follonica, Campiglia, San Vincenzo, Suvereto e la popolazione che rappresentano, a cui ho assistito [ieri] in piazza Bovio, testimonia la preoccupazione e la contrarietà di un intera comunità. Da troppo tempo attendiamo impegni concreti sulle necessità reali di un territorio in attesa di bonifiche, interventi strutturali, piani di rilancio produttivi concreti e realizzabili nonché coerenti con la nostra terra. Basta individuare nella Val di Cornia un territorio marginale da penalizzare imponendo ciò che altrove viene rifiutato! La Val di Cornia sia il territorio del rilancio e del più grande esperimento di rigenerazione ambientale ed economica fondata sui nuovi settori ad alto contenuto tecnologico e funzionali alla riconversione ambientale, che possano garantire un futuro ad una comunità altrimenti dimentica e umiliata.” (fonte Facebook, Officina San Vincenzo, 19 giugno 2022).

Si raccomanda, in assenza di un ripensamento politico, un intervento della Procura della Repubblica competente per valutare se siano in corso violazioni di nome penali quali:

674 c.p. che punisce chiunque getta o versa, in un luogo di pubblico transito o in un luogo privato ma di comune o di altrui uso, cose atte a offendere o imbrattare o molestare persone;

733 c.p. che incrimina chiunque distrugga, deteriori o comunque danneggi un monumento o altra cosa propria di rilevante pregio, purché ciò cagioni un nocumento al patrimonio archeologico, storico o artistico della nazione;

734 c.p. che incrimina chiunque, mediante costruzioni, demolizioni, o in qualsiasi altro modo, distrugge o altera le bellezze naturali dei luoghi soggetti alla speciale protezione dell'Autorità;

452 bis c.p. che punisce chiunque abusivamente cagiona una compromissione o un deterioramento significativi e misurabili delle acque o dell'aria, o di porzioni estese o significative del suolo o del sottosuolo;

452 quater c.p. che punisce chiunque abusivamente cagiona un disastro ambientale, costituito da 1) l'alterazione irreversibile dell'equilibrio di un ecosistema; 2) l'alterazione dell'equilibrio di un ecosistema la cui eliminazione risulti particolarmente onerosa e conseguibile solo con provvedimenti eccezionali; 3) l'offesa alla pubblica incolumità in ragione della rilevanza del fatto per l'estensione della compromissione o dei suoi effetti lesivi ovvero per il numero delle persone offese o esposte a pericolo;

338 c.p. che incrimina chiunque usa violenza o minaccia ad un corpo politico, amministrativo o giudiziario, ai singoli componenti o ad una rappresentanza di esso o ad una qualsiasi pubblica autorità costituita in collegio o ai suoi singoli componenti.

Si segnala che vanno considerate “persone informate dei fatti” tutti i pubblici ufficiali del Governo, della Regione Toscana, dell’Autorità portuale competente, oltre che i dirigenti delle aziende responsabili dell’installazione e della gestione, tutte le suddette in associazione o in concorrenza, senza escludere peraltro la necessità di ascoltare o indagare altre persone fisiche a chi scrive al momento ignote.

In particolare si crede necessario che siano ascoltati, senza pregiudizio della loro onorabilità personale, ma esclusivamente al fine di un attento scrutinio dell’evidente, a parere di chi scrive, mancato rispetto delle norme penali:

  • il Presidente del Consiglio dei ministri, prof. Mario Draghi;

  • il Ministro della transizione ecologica, dott. Roberto Cingolani;

  • il Presidente della Regione Toscana, dott. Eugenio Giani, in quanto Commissario straordinario per il rigassificatore (DPCM, 8 giugno 2022).


Scritto da Mauro Vaiani nell'agosto del 2022



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