Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

giovedì 21 dicembre 2023

Il voto #NOMES del Parlamento italiano non ci preoccupa, anzi

 


La maggior parte del nostro mondo civico, autonomista, territorialista, oggi unito dai valori di Chivasso e raccolto in un largo patto per le autonomie, l'ambiente, la pace, è contraria al MES da tempi non sospetti. E' del marzo 2020 questa nostra presa di posizione:

https://www.autonomieeambiente.eu/news/8-perche-le-persone-e-i-territori-vivano-durante-e-dopo-l-emergenza-coronavirus

Al contrario, in gran parte siamo convinti che ci sarebbe voluto più coraggio da parte delle elite al potere: non ci si doveva limitare a fermarne la revisione (sulla quale peraltro sinistre, centri, destre, vecchi e nuovi movimenti hanno traccheggiato e temporeggiato in modo opportunistico e avventato); si doveva, e da tempo, avere il coraggio di denunciare il trattato e aprire una riflessione profonda sulla riforma della BCE e della gestione dei debiti pubblici (e delle sofferenze delle grandi banche).

Nessuno di noi si meraviglia che questo coraggio sia mancato. Li conosciamo bene, questi grandi leader televisivi che da trent'anni occupano la scena pubblica (qualche volta al potere, qualche volta all'opposizione): siccome sono privi di convinzioni e competenze, da loro c'è da aspettarsi di tutto.

Al netto delle ipocrisie di schieramento e di posizionamento politico nella scena mediatica, forse il voto di oggi - 21 dicembre 2023 - nel Parlamento italiano ha fatto un favore a tutta l'Europa. Nessuno rimpiangerà questa riformetta. Nemmeno i potenti mandarini del MES, che per il momento continueranno a occupare le loro poltrone dorate. Smantellare questa concentrazione di potere e di ricchezza richiederà comunque anni. Possono stare tranquilli.

Essendo inguaribili ottimisti, vogliamo pensare che nei prossimi mesi si potrà parlare delle riforme profonde di cui abbiamo bisogno come cittadini che vivono nella Eurozona - una delle aree monetarie più forti ma anche più disfunzionali che esistano sulla Terra.

Noi, nel nostro piccolo, in ultimo grazie al contributo degli amici del Comitato Charta di Melfi, facciamo la nostra parte perché le riforme siano anticentraliste, antiautoritarie, antiausteritarie:

https://www.autonomieeambiente.eu/news/213-sette-sfide-dal-nostro-sud-per-il-bene-di-tutta-europa

Altro che MES, altro che patto di stabilità! Vogliamo lavorare, vogliamo guadagnare, vogliamo fare investimenti, vogliamo vivere, vogliamo costruire i nostri paesi nuovi.

Mauro Vaiani 


domenica 17 dicembre 2023

La gioia contagiosa di Chivasso

 


 

 

Da Prato, dopo Chivasso, domenica 17 dicembre 2023

Poche centinaia di storici autonomisti, insieme a una nuova generazione di territorialisti e ad alcuni ambientalisti localisti e bioregionalisti stanno iniziando un viaggio con cui intendono raggiungere almeno un milione di cittadini appassionati di diversità e biodiversità. E’ una missione difficile e quindi proprio per questo necessaria.

A Chivasso sabato 16 dicembre 2023 un gruppo di dirigenti di movimenti e gruppi territoriali, riuniti per celebrare gli 80 anni della incredibilmente attuale Carta di Chivasso, hanno confermato la decisione presa già da alcuni mesi: prenderà il largo una navicella politica armata solo della storia di EFA (l’alleanza europea delle piccole nazioni e delle regioni in cerca di autogoverno), dei quattro anni di lavoro politico e culturale di Autonomie e Ambiente (sotto la guida degli amici del Patto per l’Autonomia Friuli-Venezia Giulia), dell’apporto dell’Alleanza per l’Autonomia; dell’energia di alcuni campioni di civismo e ambientalismo sparsi in tutti i territori della Repubblica.

Il progetto sarà contraddistinto, oltre che dal colore viola di EFA, da tre parole chiave: patto, autonomie, ambiente. In vista c’è l’importante scadenza elettorale delle elezioni europee del giugno 2024, una occasione imperdibile per rivolgere un messaggio a tutti i cittadini elettori della Repubblica, almeno a quelli che vanno ancora a votare, che non sono accecati dal rancore e dal disprezzo verso la politica, che hanno già cuore e mente aperte alle autonomie personali, sociali, territoriali. Autonomie che sono state ferocemente tradite da tutti gli altri partiti e partitini italiani.

La nuova lista, per quanto inclusiva e plurale, potrà sembrare un vaso di coccio fra coloro che i media raccontano come i veri vasi di ferro. Una informazione greve e conformista racconta di uno scontro polarizzato fra destra e sinistra, tra pochi leader nazionali. Sembra esserci davvero poco spazio per i battitori liberi in questo bipolarismo che è anche una competizione a chi è più ignorante, semplicistico, greve, spesso volgarmente opportunista.

Eppure dai pochi coraggiosi di Chivasso vengono pronunciate ad alta voce parole di verità e di speranza difficili da ignorare, anche dall’attuale greve e conformista mainstream.

Da ormai trent’anni centrosinistra, centrodestra, vecchi e nuovi movimenti si alternano al potere, ma tutti condividono la stessa mentalità centralista. La fallacia di sinistre, centri, destre, salviniani e pentastellati è che esistano ricette “italiane” (o anche “europee”) che possano funzionare dalle Alpi alle isole Pelagie. Ricette one fits for all che semplicemente non funzionano, non importa quanti slogan vengano inventati dagli spin doctor per bombardare i pochi spazi rimasti di dibattito pubblico.

Essendo tutte subalterne alla stessa mentalità centralista e – come si è visto chiaramente in tempi di pandemia e guerra – autoritaria, le forze politiche dominanti, una volta al potere, si acconciano alla mera difesa dello status quo (italiano, europeo, atlantico, onusiano). Magari si rivelano anche moderate, ma restano incapaci di fermare il declino. Magari si presentano come competenti, ma non è con la tecnocrazia centralizzata che salveremo una vita a misura di persona umana per le generazioni future.

E’ profondamente sbagliato credere che ai problemi creati dalle concentrazioni di potere e ricchezze della modernità si possa porre rimedio con più centralismo, non importa se italiano, europeo o internazionale.

Ci sono almeno un milione di persone in grado di comprendere i pericoli del centralismo autoritario in questa Repubblica? Quelli del patto Autonomie e Ambiente scommettono di sì.

Per raggiungerli alzano dei segnali luminosi, visibili anche a grande distanza. Ricordiamo i principali:

- prendere coscienza che la democrazia mediatica è un grande imbroglio e quindi sono inaccettabili tutte le forme di elezione diretta di un capo politico dello stato italiano (no al premierato, no al sindaco d’Italia, no al podestà d’Italia;

- lavorare per una confederazione europea di regioni, territori, popoli, rifiutando gli “Stati Uniti d’Europa”, che purtroppo sono diventati l’etichetta di coloro che tifano per un superstato ancora più centralista dello stato italiano, ma rifiutando anche i nazionalisti che vogliono conservare i vecchi stati centralisti così come sono;

- rispettare la Costituzione e gli Statuti vigenti nella Repubblica delle autonomie, oggi sfacciatamente traditi, tornando a decentrare risorse e competenze al più basso livello possibile, attuando fino in fondo il principio della sussidiarietà.

Solo enti locali forti e competenti possono garantire la giustizia, la sicurezza, i beni comuni, i servizi pubblici locali, la sanità pubblica di prossimità, l’assistenza ai nostri anziani, lavoro di qualità per i giovani, un ambiente abitabile per le generazioni future.

Bisogna essere esigenti in materia di protezione sociale e responsabilità ambientale, ma se a risolvere i problemi non ce la fanno coloro che vivono vicino e conoscono ciò e coloro che governano, nessuna tecnocrazia più alta e lontana potrà riuscirsi al loro posto. Questo è il succo del nostro realismo personalista, comunitario, umanitario, libertario, decentralista e confederalista.

Questo pensiero e questa modalità di azione sono l’opposto della mentalità dominante, ma, per coloro che le abbracciano, saranno anche fonte di una gioia che potrebbe risultare contagiosa.

Grazie al chiarore di questi segnali, si sono potuti avviare cantieri politico-culturali ancora più ambiziosi, come la lotta contro opere faraoniche inutili e pericolose (per esempio il Ponte di Messina), il gruppo di studio Sanità Pubblica e Prossima, le riforme economiche anticentraliste e antiautoritarie elaborate dal Comitato Charta di Melfi e, ultimo non certo per importanza, il Forum 2043, dove si immaginano paesi nuovi, ancora abitabili, una speranza per le generazioni future.

Come disse Émile Chanoux, l’autonomista valdostano e martire antifascista, ciò che fu scritto a Chivasso vale per tutte le regioni, tutti i territori, tutti i popoli. La Carta di Chivasso ha proiettato antichissimi principi confederalisti nella modernità e nella contemporaneità.

Ora tocca a noi, che sentiamo dentro la gioia di Chivasso e vogliamo lasciare che essa si diffonda, contagi, risvegli, unisca.

Mauro Vaiani Ph.D.

garante di OraToscana

segreteria interterritoriale del patto Autonomie e Ambiente


mercoledì 13 dicembre 2023

The Charter of Chivasso 1943 - 80° anniversary

 

Introduction to the Charter of Chivasso

The present “Declaration of the representatives of the Alpine populations”, better known as the Charter of Chivasso, was drawn up on 19 December 1943 in Chivasso (Piedmont), during a clandestine conference organized by representatives of the Antifascist Resistance of the Alpine valleys. The small town was chosen because it was halfway between those who came from the Waldensian valleys and the Aosta Valley people, as well as easy to reach from Turin and Milan.

One of the main protagonists of the meeting was the notary Émile Chanoux from the Aosta Valley - who died a few months later in a Fascist prison

The Charter postulated for Italy the transformation into a federal and republican political system on a regional and cantonal basis. It is a fundamental document for historical autonomism, but its audacity still makes it an inspiration for a modern decentralization, a territorialism for the 21st century.

The Charter of Chivasso is dated, but certainly not dusty. His words are incredibly alive. It has the very force of an evangelical "Sermon on the Mount" for those who believe that self-government, at the lowest level permitted by history and nature, is the most humane way for humans to organize themselves politically.

Chivasso, 13 December 2023

Mauro Vaiani Ph.D.

(Autonomies and Environment interterritorial secretariat -
segreteria interterritoriale di Autonomie e Ambiente)

PS:

I thank my beloved friend Eric Canepa, for his kind help (M.V.).



The Charter of Chivasso (full English translation)


What the representatives of these valleys have stated, applies to all territories
(
Émile Chanoux)


The Charter of Chivasso 1943

(aka Chivasso Declaration)


We, the populations of the Alpine Valleys,

NOTING

that the twenty years of leveling and centralizing misgovernment summarized by the brutal and boastful motto of ‘Roma Doma’, have had the following painful and significant results for our Valleys:

POLITICAL OPPRESSION, through the work of its political and administrative agents (soldiers, commissioners, prefects, federal officials, teachers), petty despots who are oblivious and ignorant of any local tradition, of which they were zealous destroyers;

ECONOMIC RUIN, through the dilapidation of forestry and agricultural assets, the ban on emigration with the hermetic closure of the borders, the effective lack of technical and financial organization of agriculture, masked by the empty display of central assistance, and the incapacity to establish a modern tourist structure, respectful of our localities, all of which are conditions that have resulted in Alpine depopulation;

DESTRUCTION OF LOCAL CULTURE, through the suppression of the fundamental language of the area, where it exists, the brutal and clumsy transformation into Italian of local names and inscriptions, the closure of schools and autonomous institutes, a cultural heritage which is also an asset for the purposes of temporary migration abroad.

AFFIRMING

that freedom of language, like freedom of worship, is an essential condition for the protection of the human personality;

that federalism is the most suitable framework to provide the guarantees of this individual and collective right and represents the solution to the problems of small nationalities and minor ethnic groups, enabling the definitive liquidation of the historical phenomenon of irredentism, guaranteeing in a future European construct the establishment of a stable and lasting peace;

that a democratic republican regime with a regional and cantonal basis is the only guarantee against a return of the dictatorship which found in the centralized Italian monarchic state the ready-made instrument for its domination of the country; that in this democratic-federal regime the working classes must certainly see their rights safeguarded with the appropriate worker autonomy in order to prevent any capitalist return;

and that this would be faithful to the best spirit of the Risorgimento.

WE DECLARE the following.

POLITICAL-ADMINISTRATIVE AUTONOMY:

In the general framework of the next Italian State, which, economically and administratively, we hope will be organized on federalist criteria and politically on democratic principles, we seek the recognition of the right of the Alpine Valleys to form autonomous political-administrative communities of the cantonal type.

As such, they will be assured, whatever their numerical size, at least one seat in the regional and national legislative assemblies.

The exercise of local, municipal and cantonal political and administrative functions must be entrusted to elements native to the place or having stable residence there for a specific number of years which will be determined by the local assemblies.

AUTONOMY OF CULTURE AND SCHOOLS:

Due to their geographical position as intermediaries between different cultures, respect for their traditions and their ethnic personality, and for the advantages deriving from the knowledge of different languages, in the Alpine Valleys a particular cultural and linguistic autonomy must be fully respected and guaranteed, consisting in:

The right to use the local language, where it exists, alongside Italian in all public documents and in the local press.

The right to teach the local language in schools of all levels with the necessary guarantees in competitions so that teachers are suitable to teach it. Teaching will generally be under the control and direction of a local council.

The immediate restoration of all local names.

ECONOMIC AUTONOMY:

To facilitate the development of the mountain economy and consequently combat the depopulation of the Alpine Valleys, the following is necessary:

A comprehensive system of taxation of the industries located in the Alpine cantons (hydroelectric, mining, tourism and processing, etc.), so that a part of their profits returns to the Alpine Valleys and this regardless of whether these industries are collectivized or not.

A system of fair tax reduction that varies from area to area depending on the richness of the land and the prevalence of agriculture, forestry or pastoralism.

A rational and substantial agrarian reform including:

the unification of agricultural family ownership, which is too fragmented today, with the aim of improving business performance through land exchanges and compensation and through adequate legislation;

the technical-agricultural assistance provided by resident personnel , having, for example, teaching duties in local schools, some of whose subject matter may have agricultural relevance;

the strengthening by the local authority of economic life through free production and consumption cooperatives.

The strengthening of industry which leads to the formation of an advanced and capable working class. For this purpose, the control or administration of local businesses may also be entrusted, where necessary, to the regional or cantonal administration, even in the case of collectivist organization, of local enterprises.

The dependence of local public works on the cantonal administration and the latter's control over all services and concessions of a public nature.

- - -

We, the representatives of the Alpine Valleys, want to see these principles affirmed by the new Italian State, just as we also want them to be affirmed in the case of those Italians who are or could find themselves under foreign political domination, and we proclaim them today with the certainty that in doing so we are serving the interests and aspirations of all those who, like us, believe in the ideals of freedom and justice.

Chivasso, 19 December 1943

* * *

The present English translation from the original Italian text was edited by Autonomies and Environment interterritorial secretariat on 11 december 2023 and first published by European Free Alliance (EFA) here: https://e-f-a.org/2023/12/12/charter-of-chivasso-80-anniversary/.

The main political event to celebrate the 80° anniversary was organized by Autonomies and Environment Pact (Patto Autonomie e Ambiente), along with EFA, in Chivasso, on 16 December 2023.

To learn more about the values of the Charter of Chivasso, and how the political work of the Autonomies and Environment Pact develops on it, subscribe to the Telegram channel:

https://t.me/Forum2043

Information: info@autonomieeambiente.eu




mercoledì 29 novembre 2023

I tiranni del mondo non avranno l'ultima parola

Il mondo è pieno di tiranni, alcuni dei quali sono, non importa quanto coscientemente, aspiranti padroni del mondo, ma non saranno loro ad avere l'ultima parola nella storia dell'umanità.

Tutti gli stati, a partire da quelli più grandi, sono governati da elite centraliste e autoritarie, ma gli esseri umani contemporanei, per quanto massificati e bombardati dai conformismi della globalizzazione, restano affamati di autonomie personali, sociali, territoriali. Autonomie che si tengono le une con le altre, guai a dimenticarlo.

Le grandi e medie concentrazioni di potere finanziario sono giganti dai piedi d'argilla. L'argilla sono le comunità e le economie locali che esse stanno distruggendo, contribuendo così, però, alla propria rovina.

Le multinazionali e le grandi corporazioni, specie quelle dell'agroindustria e della farmaceutica, stanno distruggendo l'ambiente e, con gli ecosistemi e le biodiversità, la salute e la felicità delle generazioni future. Per quanto siano confusi, gli esseri umani, non potranno essere ingannati tutti, né ancora a lungo.

Le centrali del terrore (per esempio Hamas) e gli apparati militari-industriali (per esempio la cricca Netanyahu) continuano a sostenersi a vicenda, alimentando guerre insopportabilmente ingiuste, ma le persone di questo terzo millennio sono sempre meno convinte che si debba morire per servire immonde bandiere.

Le organizzazioni internazionali (dall'OMS alla NATO) sono in mano a elite corrotte, che dall'alto delle loro bolle di privilegi e lusso sfrenato impongono le loro agende alle persone, alle comunità, alle diversità del pianeta, ma non mancano in ogni territorio persone e movimenti, come quelli raccolti in Autonomie e Ambiente nella Repubblica italiana e più in generale tutti i decentralisti in ogni angolo della Terra, che si ribellano alla velenosa metastasi di norme uguali imposte come un giogo uniforme a territori, ambienti, persone diverse. Lo chiamano "one size fits for all", ma non è davvero il bene di tutti.

I media locali e indipendenti vengono perseguitati, quelli globali sono al servizio di padroni e padroncini e tentano di addormentarci, chiudendoci in casa, terrorizzandoci con sempre nuove emergenze, costringendoci a drogarci dei loro programmi di un intrattenimento che è indottrinamento, imponendoci di consumare i loro prodotti industriali velenosi, somministrandoci le loro medicine prodotte su scala industriale. Tuttavia, proprio per la loro greve uniformità, la loro credibilità sta crollando verticalmente.

La digitalizzazione, in quanto operata da poche grandi concentrazioni di potere, di ricchezze, di dati, sta mostrando il suo vero volto, riducendo le persone a numeri, sottoponendoci a una inaccettabile sorveglianza universale, sostituendo alle relazioni umane l'angosciante ottusità delle intelligenze artificali.

No, non periremo nell'ignoranza, nella rassegnazione, nell'obbedienza. 

La modernità e l'occidentalizzazione del mondo non produrrano la concentrazione del potere in un distopico e pauroso stato mondiale, né, per quanto riguarda i nostri territori, nell'incubo di uno stato centralista europeo, tanto meno nella prosecuzione di questo insopportabile centralismo italiano.

Seguendo Machiavelli, Cattaneo, Chanoux, Hugo, Camus, De Rougemont e mille altri profeti di decentralismo, autonomie, libertà, che troverete ampiamente commentati nel Forum 2043, il nostro futuro non sarà la Cina, ma la Svizzera.

Le persone anticonformiste, ribelli, libertarie, affamate di autonomie, assetate di giustizia sociale e ambientale al momento paiono inaridite e disperse. Siamo come frantumi dei grandi miraggi di vetro che si sono sbriciolati, a cominciare dalle istituzioni e dalle formazioni sociali che un tempo ci difendevano ed oggi sono diventate le carnefici dei beni comuni, dei servizi pubblici essenziali, della sanità pubblica, della giustizia. Possiamo però tornare a forgiare, riscoprendo i valori umani, cristiani, socialisti e liberali delle autonomie, dei nuovi specchi di Archimede, strumenti cruciali di resistenza contro tutte le tirannie.

Per fermare ogni deriva centralista e autoritaria, occorre irrobustirci, a partire dal ritrovare e sviluppare radici più profonde. Noi vecchi autonomisti e nuovi territorialisti possiamo offrire la voce semplice, comprensibile, umile ma potente, antica ma sempre giovanissima, della Carta di Chivasso, di cui presto celebreremo l'80° anniversario (1943-2043), insieme con il Patto Autonomie e Ambiente e con la European Free Alliance, uniti spiritualmente con tutti gli anticentralisti del pianeta. Il 16 dicembre 2023 ci sarà il nostro incontro a Chivasso, per forgiare ancora speranza per le generazioni future. Salvatevi la data!

Le parole di Chivasso, disse Chanoux, non sono solo per qualche valle alpina, ma per tutti i territori. Riascoltatele, quelle parole, in questa registrazione fatta a Prato da attivisti della resistenza a ogni forma di centralismo autoritario: https://www.youtube.com/watch?v=wSLSjx0PJ0c.

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La copertina del libro intitolato "Il padrone del mondo", riportata in cima a questo post, è quella del cupo romanzo di Robert Hugh Benson, del 1907. Uno dei primi romanzi distopici a intuire come l'oppressione moderna nella società di massa, governata da pochi centri di potere mondiali, si sarebbe presentata come benevolmente "umanitaria", essendo in realtà capace d'imporre un feroce conformismo e di perseguitare ogni diversità.


domenica 26 novembre 2023

Il civismo chiede dieci minuti in più

 


Il compito dei consiglieri comunali eletti in liste civiche è quello di parlare sempre dieci minuti in più degli altri, per non dare nulla per scontato, per chiedere, rispondere, spiegare, capire e far capire ai cittadini cosa sta accadendo nella scena pubblica, facendoli sentire coinvolti e, magari, facendoli tornare a votare. Un lavoro durissimo, quindi, quello di cui ci ha parlato Pierluigi Piccini, fondatore e mentore del movimento civico "Per Siena", uno dei più importanti della Toscana, alla festa di "Un Cuore per Vecchiano", ieri sera sabato 25 novembre 2023.

In questi giorni tristi, nel ricordo degli ostaggi, delle vittime di tutte le guerre, dei perseguitati politici, degli esiliati, delle donne e dei bambini colpiti dalla violenza, la lista civica ambientalista autonomista "Un Cuore per Vecchiano" ha celebrato una serata familiare per festeggiare i propri cinque anni di attività, al ristorante "Mirovino" di Vecchiano, a cui hanno partecipato oltre 40 persone.

Gli ideali civici abbracciati dalla lista "Un Cuore per Vecchiano" sono quelli rappresentati nell'Allegoria del Buono Governo di Ambrogio Lorenzetti, il famoso affresco della prima metà del Trecento che si può vedere nel palazzo civico di Siena: giustizia e concordia, nella chiara coscienza che senza buona amministrazione dei beni comuni anche le più solide fortune private vanno incontro alla rovina.

I partiti verticali del nostro tempo ci vogliono ridotti a tifosi, con i loro slogan semplicistici e le loro sterili contrapposizioni fra leader soli al comando. Ai movimenti civici, ambientalisti, autonomisti dal basso tocca la formazione e la preparazione di una nuova generazione di leader locali per una politica meno cinica e più seria, che consenta a ogni persona di essere un cittadino libero, né servo, né padrone.


 


venerdì 17 novembre 2023

Un antico e sempre nuovo umanesimo per un cambiamento profondo


Vannino Chiti è garanzia di esperienza e serietà politica. Per questo siamo andati volentieri ad ascoltarlo a Cafaggio, oggi (venerdì 17 novembre 2023), alla presentazione del suo saggio "Dare un'anima alla sinistra - Idee per un cambiamento profondo" (Guerini e Associati, 2023), organizzata presso la casa del popolo di Cafaggio. Ha dialogato con l'autore la consigliera Ilaria Bugetti.

Fra i temi trattati, con grande coraggio, dal rispettato ex presidente della regione Toscana (1992-2000): la crisi della rappresentanza, che impedisce ai cittadini di selezionare i propri leader locali, per colpa di leggi elettorali oscene (che Chiti ha combattuto spesso restando isolato nel suo stesso Partito Democratico); il pluridecennale fraintendimento delle conseguenze economiche della globalizzazione, cantonata storica che ha praticamente distrutto la sinistra (non solo in Italia); la dissonanza fra il PD al potere e le paure dei cittadini di questa Italia che invecchia e che s'impoverisce; i problemi del capitalismo della sorveglianza digitale universale.

Vannino Chiti e Ilaria Bugetti, moderati dal giornalista Giancarlo Gisonni (direttore TV Prato), hanno anche riflettuto insieme su cosa sia possibile fare per rinnovare profondamente il PD e, più in generale, per consentire ai partiti di svolgere in questa Repubblica il ruolo loro assegnato dalla Costituzione. Fra le prime iniziative possibili, quella per una legge sullo statuto dei partiti e sul loro finanziamento pubblico.

Non ci soffermiamo sulle differenze che abbiamo registrato e sulle (poche) cose su cui i nostri accenti sarebbero stati diversi. E' più importante sottolineare quello che, a parere di chi scrive, è stato il contributo più importante della serata e che più interessa al mondo civico, ambientalista, territorialista dei lettori di questo blog: la conferma dell'intima adesione di Vannino Chiti e di Ilaria Bugetti a un umanesimo nuovo (ma in realtà antico), socialista e cristiano.

La persona umana deve essere al centro di tutto e la società non deve essere disumanizzata dalla competizione economica, dallo sviluppo tecnologico, dall'inquinamento, dalle guerre.

Per questo umanesimo abbiamo combattuto nazionalismo e fascismo. Questo umanesimo ha scritto la Costituzione e sancito molte autonomie personali, sociali, territoriali (mai abbastanza per noi autonomisti, ma comunque importanti).

Recuperando questo umanesimo i Democratici ritroveranno la propria anima; saranno in grado di "riformare il riformismo", come ha detto Vannino Chiti, echeggiando un Romano Prodi in uno dei suoi momenti migliori; sapranno selezionare una nuova generazione di leader in grado di dialogare con altre culture e realtà politiche (fra cui il nostro mondo di localisti).


domenica 5 novembre 2023

Il cemento uccide e non solo in Toscana


 

Non sono incoraggianti i primi interventi pubblici degli amministratori della Toscana, dopo la crisi del 2 novembre 2023. Questa alluvione non è stata uno scherzo. I morti sono stati pochissimi, ma i danni sono diffusi. Lacerante, inoltre, è stata la sensazione che gli oltre sessant'anni trascorsi dalle terribili alluvioni del 1966 non abbiano insegnato nulla.

I leader attualmente al potere nella regione e nella città metropolitana di Firenze non mostrano alcuna consapevolezza della gravità della cementificazione della piana di Pistoia-Prato-Firenze.

Nemmeno gli allegamenti registrati in edifici relativamente recenti, che si sono verificati ben lontano dalle rotture negli argini, sembrano averli scossi.

Non abbiamo ancora sentito una parola di ripensamento rispetto a scelte deliranti come costruire il nuovo aeroporto, nuovi nastri di tramvie turistico-immobiliari, nuovi centri commerciali, in zone che si sono completamente allagate.

Invitiamo a leggere questa presa di posizione di OraToscana, ospitata dal sito del Patto Autonomie e Ambiente:

https://www.autonomieeambiente.eu/news/204-toscana-animo

Per favore, non si faccia finta di non capire: la piana fiorentina è stata eccessivamente cementificata e parlare a vanvera di svolta "green" non ci sta portando da nessuna parte.

E' tempo di una svolta audace per RESTITUIRE SPAZIO ALL'ACQUA e perché gli enti locali possano RIAPPROPRIARSI DI COMPETENZE E RISORSE per decementificare e curare il proprio territorio.

 



 

lunedì 30 ottobre 2023

Ribelliamoci contro le due torri

 


Vogliono le due torri e noi dobbiamo ribellarci.

Proprio perché gonfi delle loro idee anacronistiche, privi di competenza geopolitica e amministrativa, saliti al potere urlando facili slogan, vogliono cogliere due obiettivi per loro emblematici, nell'ignavia di quanto siano dannosi.

Vogliono l'elezione diretta di una persona sola al comando della Repubblica italiana, scelta attraverso una campagna elettorale che sarà solo un concorso di apparenza e semplicismo mediatici, una corsa a cui potranno iscriversi solo grandi concentrazioni di potere e di denaro, il congelamento di quella gara a chi è più ignorante e fedifrago che è il bipolarismo italiano fra centrosinistra e centrodestra.

Vogliono il ponte sullo Stretto di Messina, opera faraonica e orgia di potere e denaro. La sola apertura di questo folle cantiere creerebbe una corte di profittatori del movimento terra, del cemento e del ferro, talmente ricchi e potenti da potersi comprare tutti i media (e gran parte dei nominati con il "Rosatellum") e mettere a tacere ogni dissenso.

Le due torri del progetto di ponte, alte 400 metri, quindi come una collina appenninica, se e quando realizzate, si posizionerebbero fra gli edifici più alti del mondo, subito dopo analoghi monumenti altrettanto faraonici (e voluti da poteri altrettanto centralisti e autoritari) come il Burj Khalifa di Dubai (più di 800 metri), la Shanghai Tower (più di 600 metri), l'edificio Abraj Al Bait a La Mecca (600 metri circa).

Podestà d'Italia e ponte di Messina sono due pericoli che incombono e che, per il solo fatto di avviarne i cantieri - il primo istituzionale e il secondo materiale - minerebbero definitivamente la Repubblica delle Autonomie personali, sociali, territoriali.

Noi territorialisti non siamo gli unici a voler fermare queste due follie, queste due torri: il premierato con cristallizzazione dell'inganno bipolare e il mostro di Messina. Siamo tuttavia i soli a condurre questa lotta con una prospettiva seriamente decentralista, orientata al ritorno alla Costituzione e alla democrazia, per il bene delle generazioni future.

Bene che oggi gran parte delle opposizioni siano pronte a opporsi insieme a noi alle due torri, ma non possiamo dimenticare quanta parte del centrosinistra, del centro, dei movimenti sedicenti post-ideologici, delle tecnocrazie, abbia civettato a lungo con la suggestione del maggioritario e del bipolarismo, o con lo sviluppismo delle grandi opere e delle cattedrali nel deserto. Il risultato sono stati trent'anni persi per la Repubblica e per l'Europa dei popoli, delle regioni e dei territori, sia dal punto di vista istituzionale che dal punto di vista ambientale.

Noi sappiamo che fare e come farlo: con l'iniziativa del Patto Autonomie e Ambiente raggiungeremo quei concittadini almeno un po' incuriositi dai valori della Carta di Chivasso 1943, della Charta di Melfi 2019 e di tutta la storia di buongoverno locale che c'è stata nel frattempo. 

Eleggeremo nuovi rappresentanti in tutti i consessi, dal Parlamento europeo in giù, e finalmente si sentirà una voce contraria a questo pensiero unico e a tutte le forme di centralismo autoritario, che ci preparano un futuro disumano e distopico di cibo artificiale, farmacodipendenza di massa, instupidimento digitale, metastasi normativa, sorveglianza universale, emergenze continue e guerre senza fine.

Ribellarci contro le due torri è cruciale. Facciamo quel che dobbiamo e poi accada ciò che può.

Prato, 30 ottobre 2023

Mauro Vaiani

garante di OraToscana e vicepresidente di Patto Autonomie e Ambiente  

 

sabato 21 ottobre 2023

Un sogno toscano per un mondo migliore

 


 

In estrema sintesi "Cosmonauta Francesco" è un romanzo che racconta un grande sogno toscano di autonomie personali, sociali, territoriali, di pace fra gli esseri umani e l'ambiente, di tradizioni e libertà, della riscoperta di valori spirituali francescani, ma anche di una religione civile capace di riunirci davvero nella quotidianità e ancora di più di fronte alle "halamità".

Il sogno non è solo per la Toscana e per i Toscani, ma per tutto il pianeta, per tutti i popoli e tutti i territori, dappertutto, per tutti.

Emblematica, da questo punto di vista, la scelta dell'autore, Mauro Vaiani, di farsi accompagnare dalla lettura di alcuni versi della poetessa tosco-neozelandese Jennifer E. Quinn, venuta dall'altro capo del mondo qui in Toscana.

Si ringrazia la presidenza del Parlamento toscano per aver voluto ospitare questa presentazione ieri, venerdì 20 ottobre 2023: 

https://inconsiglio.it/comunicato-stampa/libri-cosmonauta-francesco-la-visione-di-una-toscana-migliore-nel-romanzo-di-mauro-vaiani/

Nella foto, da sinistra, il dott. Luca Cavallini, il vicepresidente Marco Casucci, la consigliera Ilaria Bugetti, il dott. Mauro Vaiani.

Prato, 21 ottobre 2023

 

 

martedì 17 ottobre 2023

Cosmonauta Francesco in Consiglio regionale

 

 

Venerdì 20 ottobre 2023, ore 17.00, nella Sala Affreschi, nel Palazzo del Pegaso, sede del Parlamento toscano, in via Cavour 4 a Firenze, la presidenza del Consiglio regionale ospita l'attivista e studioso Mauro Vaiani per la presentazione del suo romanzo di fantapolitica ottimista e positiva, umanistica e ambientalista.

Chi può esserci sia puntuale, perché all'ingresso del palazzo consiliare si devono lasciare i propri documenti.

Ringraziamo il presidente Antonio Mazzeo e il vicepresidente Marco Casucci per l'invito. Si ringraziano l'assessora Stefania Saccardi, vicepresidente della Giunta regionale, e la consigliera Ilaria Bugetti per la presenza e il saluto che porteranno.

Vaiani sarà intervistato da Luca Cavallini.

Sarà presente, su invito dell'autore del Cosmonauta, per leggere qualche suo verso, la poetessa Jennifer Elizabeth Quinn (originaria della Nuova Zelanda ma toscana dal 2004).




giovedì 12 ottobre 2023

Un appello per Gaza anche per difendere Israele

 


Parto da un concetto difficile, che davvero pochi capiscono: conoscere le ragioni di inimicizie secolari è utile, ma la storia non torna indietro. Conosco abbastanza bene le ragioni storiche degli abitanti ebrei, arabi, drusi, armeni, beduini, samaritani e di molte altre comunità, della più svariata origine, ma invito a non usarle per distribuire patenti di torto o di ragione. 

Il passato può aiutare a capire quanti errori politici e geopolitici siano stati fatti, da forze locali, coloniali, internazionali. Ma non ci sarebbe nulla di più irrealistico che immaginare che il passato possa essere riparato o ripetuto. Non si riparerà mai abbastanza e non si ripeterà mai come molti, specie le persone stupide e settarie, vorrebbero. 

Accettiamo di guardare avanti, con fantasia, creatività, amore per le generazioni future, come fecero - più o meno sinceramente - le due più importanti realtà politiche arabe e israeliane al tempo di Rabin e Arafat, con gli accordi di Oslo del 1993.

Porto il lutto per tutti i morti (tutti vuol dire tutti, purtroppo quando si è in conflitto si uccide e si viene uccisi), ma mi rifiuto anche di partecipare a piagnistei. Non vedo innocenti, e nemmeno persone lungimiranti, fra coloro che hanno governato da quelle parti negli ultimi vent'anni (faccio una piccola eccezione per Yair Lapid, un uomo della mia generazione, che spero non mi deluda, perché ha ancora molto da dire e da fare).

Da vecchio amico di Israele non smetterò mai di augurarmi la cacciata di Netanyahu, narciso prepotente, incompetente, pericoloso per Israele, insieme a tutti quei parassiti (sedicenti "religiosi") che ha portato al potere. 

Come difensore da sempre dei diritti umani di tutti dappertutto, non smetterò mai di criticare la corruzione di tutte le organizzazioni internazionali, europee, arabe, palestinesi, che sprecano cifre enormi (gli Arabi Palestinesi non sono affatto dei poveri dimenticati, ma letteralmente mantenuti, con modalità che sono profondamente criticabili, a mio modesto parere).

Sui criminali di Hamas che sono al potere a Gaza non importa che scriva nulla, perché la degenerazione di quella setta fanatica è sotto gli occhi di tutti.

Se avessi un ruolo e una voce pubblica più importante, non mi sottrarrei al tentativo di porre limiti alla carneficina di questi giorni, dopo lo sciagurato pogrom scatenato da Hamas il 7 ottobre. Pare che molti potenti della Terra si stiano muovendo per la liberazione degli ostaggi (e spero anche per la liberazione di qualche prigioniero politico nelle carceri israeliane) e per una tregua. Me lo auguro sinceramente e prego perché qualche risultato sia raggiunto.

Come attivista e intellettuale, impegnato nel civismo in Toscana, e come esponente di una rete come Autonomie e Ambiente, che ha ambizioni di governo nella Repubblica delle Autonomie e nell'Europa dei Popoli, voglio espormi in un appello per gli abitanti di Gaza.

Se le cifre diffuse dai media internazionali sono attendibili, strette fra l'ignavia dell'Egitto e le politiche securitarie di Israele, schiacciati sotto il malgoverno di Hamas, mantenuti ma anche vessati dalla corruzione dell'Autorità Nazionale Palestinese, vivrebbero almeno due milioni di persone, a Gaza. Almeno un milione di esse sarebbero minori.

Sono troppi per restare tutti in quel fazzoletto di territorio ormai reso inabitabile dagli errori fatti sin qui.

Occorre aprire un corridoio umanitario per farne venire un po' da noi. Non come profughi, non come rifugiati, non come ospiti temporanei, ma come nuovi cittadini, da integrare, perché non hanno e non avranno mai un paese in cui tornare.

Apriamo un canale che consenta a intere famiglie di Gaza di immigrare qui in Toscana e negli altri territori italiani che fossero disponibili, aiutandoli un minimo (senza aggiungere il nostro assistenzialismo a quello internazionale che li ha ridotti come li ha ridotti), consentendo loro di rifarsi una vita qui.

Conosco abbastanza la nostra Repubblica di autonomie, per azzardare che potremmo accogliere decine di migliaia di famiglie che ormai laggiù non hanno più un posto dove vivere o dove tornare.

Sarebbe da fare.

Sarà fatto?

(Mauro Vaiani)


 





mercoledì 4 ottobre 2023

II anniversario di OraToscana

 


Ieri 3 ottobre 2023, alla vigilia della festa di San Francesco, abbiamo celebrato insieme alla presidenza e alla segreteria interterritoriale del Patto Autonomie e Ambiente, il II anniversario dell'avvio di OraToscana, la nostra rete civica, ambientalista, territorialista e autonomista della Toscana. 

Oggi OraToscana compie due anni. E' ancora piccola, s'identifica con i piccoli, lavora per una primavera di comunità locali piccole, cioè a misura di persona umana, in pace con l'ambiente:

https://www.autonomieeambiente.eu/news/190-la-societa-dei-piccoli-per-le-piccole-societa

Ringraziamo di cuore tutte le persone che sono passate a salutarci, dagli altri gruppi civici della Toscana, dalla Sardegna (tantissimi!), dalla Sicilia, dal Sud (associati e associandi di Autonomie e Ambiente), da Roma, dall'Umbria, dalla Romagna, da Genova, dal Nordovest e dal Nordest.

Un grazie particolare a Canio Trione, economista di Bari portatore di un pensiero profondo contro le concentrazioni di potere e di ricchezza nella contemporaneità. Un grazie altrettanto sentito a Gino Giammarino, che ha approfittato dell'occasione per annunciare che il Patto Autonomie e Ambiente, in collaborazione con la famiglia politica europea di ALE-EFA, terrà a Melfi il prossimo 27 ottobre 2023 un incontro pubblico per lanciare idee molto forti di decentramento e liberazione finanziaria, economica e sociale.

Un saluto e ancora in bocca al lupo a Walter Pruner, che si è candidato per il consiglio provinciale del Trentino, alle elezioni ormai imminenti del 22 ottobre 2023.

Mauro Vaiani, come garante di OraToscana, ha introdotto l'incontro con cinque punti di METODO, più cinque promemoria di CONTENUTO, su temi forti e condivisi, già affrontati dal Patto Autonomie e Ambiente, che riportiamo in sintesi di seguito.


METODO

1) Agiamo sempre con un tocco di grazia, ironia, autoironia, umiltà. Proprio perché il nostro moderno decentralismo ha conseguenze radicali, dobbiamo essere prudenti e moderati nei toni.

2) Occasionalmente ci parliamo a distanza o ci incontriamo in sporadici incontri dal vivo, ma non perdiamo mai di vista la centralità della parola scritta, della conoscenza scambiata attraverso scritture competenti e letture serie, della memorizzazione degli impegni minimi contenuti nei documenti, unico modo per essere in sintonia fra di noi, nella nostra diversità, da un territorio all’altro.

3) La maggior parte di noi è giustamente concentrata sul proprio comune e sul proprio territorio. La prossima primavera vanno al voto migliaia di comuni della Repubblica. Siamo sicuri che ci sarà una primavera civica, ma alcuni di noi devono sacrificarsi per il lavoro interterritoriale e per il messaggio politico e culturale alto e profondo che abbiamo deciso di portare alle elezioni europee del 9 giugno 2023. Abbiamo radici profonde. Non siamo un partito nuovo, non siamo nuovi. Siamo tutti in qualche modo eredi degli 80 anni della Carta di Chivasso, spesso di tradizioni e libertà ancora più antiche. Così, con serietà e con prudenza, teniamo alla larga i ciarlatani e gli imbroglioni, perché un’area civica, ambientalista, territorialista deve riprendersi nella Repubblica delle Autonomie e nell’Europa dei Popoli il posto che gli spetta.

4) Per le europee abbiamo un simbolo, che è fatto di due elementi: i mattoncini, un po’ di viola come riferimento alla nostra famiglia politica europea ALE-EFA, le tre parole “PATTO AUTONOMIE AMBIENTE”. Questo simbolo è frutto dell’intesa fra il partito europeo, il partito territoriale che ci guida – il Patto per l'Autonomia Friuli-Venezia Giulia - e i partecipanti alla nostra III assemblea, tenutasi a Udine nel giugno scorso, Diventerà anche un contrassegno elettorale, per cui è arrivato il momento di condividerlo e farlo comparire sempre, accanto alle nostre insegne locali.

5) I nostri 76 candidati alle Europee, per eleggerne tre o quattro, cercano il consenso di un milione di cittadini. Noi crediamo che nella Repubblica un milione di persone che condividono i valori della Carta di Chivasso ci siano.

 

MERITO

1) Per la sanità pubblica e prossima, in una società malata, inquinata, impoverita, invecchiata non ci facciamo illusioni, ma abbiamo deciso di ripartire dalla persona.

2) Per le piccole opere e la compiutezza dei lavori pubblici, comune per comune, e quindi contro le opere faraoniche, calate dall’alto, quindi contro il Ponte di Messina e contro il nuovo aeroporto di Firenze.

3) In questa società postdemocratica, sempre più massificata e bombardata da massicci irraggiamenti di pensieri unificanti indiscutibili, ci siamo messi di traverso contro le elezioni mediatiche di capi: contro il presidenzialismo in ogni sua forma, contro gli aspiranti podestà d’Italia, contro gli aspiranti napoleoni d’Europa, rimettendo in discussione l’elezione diretta di presidenti di regioni vaste e sindaci di grandi città.

4) Il ritorno alla Costituzione e agli Statuti per porre fine al loro tradimento, per autonomie vere, per processi di autogoverno concreti nel campo dell’energia, del cibo, della custodia del territorio, della valorizzazione dei beni comuni, della gestione dei servizi pubblici essenziali, della possibilità di lavorare per le piccole e medie imprese locali e di guadagnare per tutti i lavoratori. Il che ci porta in rotta di collisione non solo (a) con il grande specchietto delle allodole dell’autonomia differenziata, (b) non solo coloro che vogliono declinare in modo centralista e autoritario – in termini di sorveglianza universale e ancora più massificazione e omologazione, cancellazione delle nostre diversità - i grandi cambiamenti della digitalizzazione e della conversione ecologica, ma anche (c) contro la metastasi normativa europea, statale, regionale, delle agenzie e delle autorità, che viene disapplicata o bonariamente interpretata per i grandi ma invece schiaccia i piccoli in uno stato di perenne incertezza e insicurezza.

5) La pace, unico stato in cui sono possibili vita, libertà, dignità. Come è scritto nella pacata ma ferma presa di posizione del Patto Autonomie e Ambiente, noi rifiutiamo di assolutizzare il principio dell’integrità territoriale degli stati, che è una pretesa contraria agli interessi delle generazioni future e un pericolo per l’integrità della creazione. Il principio è importante, ma va temperato con altri principi di diritto internazionale che sono almeno altrettanto importanti, in primis l’autodeterminazione delle comunità locali.

Tutto ciò che il Patto Autonomie e Ambiente elabora e propone è accessibile attraverso il sito della sorellanza:

https://www.autonomieeambiente.eu/

 

Lucca, 4 ottobre 2023, festa di San Francesco d'Assisi

 

martedì 26 settembre 2023

Manifestazione contro l'aeroporto, popolare e unitaria


OraToscana aderisce alla manifestazione del 30 settembre 2023 contro il nuovo aeroporto. La concentrazione è per le ore 14 di sabato prossimo, in Viale Lombardia alle Piagge di Firenze.

Si manifesta per il ritorno di Peretola entro i limiti di legge. che significa in primo luogo un sonoro NO VOLI dal tramonto all'alba; per la centralità di Pisa nel trasporto aereo toscano; per porre fine alla distruzione della Piana che va da Pistoia, a Prato, a Firenze.

Siamo come sempre al fianco di Fare Città, che sosteniamo anche nella sua esperienza di governo a Campi Bisenzio, con il sindaco Andrea Tagliaferri e la coalizione sinistra-movimenti-civismo.

La grande fissazione della politica fiorentina (spalleggiata sia da Roma che da Milano) per un nuovo aeroporto nella Piana è emblematica della rovina a cui ci stanno conducendo, mano nella mano, il centrosinistra di Giani e Nardella, i renziani, il centrodestra.

La delirante ostinazione nel voler costruire un nuovo aeroporto è, per la Toscana e per tutta l'Italia centrale, quello che la grande montatura del Ponte di Messina è per l'Italia e l'Europa.

Questi ecomostri hanno in comune caratteristiche emblematiche:

- Sono irrealizzabili e, in realtà, a nessuno interessa davvero che queste opere faraoniche siano realizzate; l'importante è che si commissionino progettazioni lautamente compensate, si aprano i cantieri, si cominci a muovere terra, cemento, ferro, cominciando ad attingere abbondantemente ai soldi pubblici; nel medio-lungo termine, poi, chi vivrà vedrà!

- La sola apertura di questi cantieri provocherà inquinamento e disastri sociali quanto una guerra o una calamità naturale; la faccia tosta con cui gli ecomostri vengono approvati da politici che si sono "ritinti di verde", è incredibile; speriamo per loro che siano ipocriti e cinici, perché se invece sono degli avventati che nemmeno si rendono conto che siamo già ben oltre i limiti dello sviluppo quantitativo, allora poveri noi!

- I media di massa e di regime non li studiano, non ne descrivono i dettagli, non ne raccontano i costi, perché altrimenti la gente si sveglierebbe; a Firenze, in particolare, la situazione della consapevolezza civica è gravissima: a Est e a Sud abitano almeno 100.000 Fiorentini, che hanno ancora un reddito decente e vivono in quartieri decenti, che sono relativamente lontani dai problemi d'inquinamento e traffico della Piana. Questi centomila sono letteralmente imbambolati, storditi dalla propaganda. Anche in vista delle prossime elezioni amministrative del 2024 questi tapini voteranno i loro i "lider" nazionali, la destra, la sinistra, il centro, la Meloni, la Schlein, i' Renzi... Senza rendersi conto che questi capi politici "nazionali", sul disastro dell'aeroporto la pensano uguale oppure, anche se avessero dei dubbi, faranno in modo di non chiarirli.

Una nota a margine sul PD a guida Schlein è opportuna. Grazie alla vittoria della nuova segretaria, è diventato segretario regionale Emiliano Fossi, che in teoria sarebbe stato contro l'aeroporto, ma che ovviamente ora non può schierare l'intero PD toscano contro Nardella e Giani. Praticamente in ogni corrente e in ogni territorio, il PD toscano è retto da persone che sono o a favore dell'aeroporto, oppure impossibilite, per ragioni di equilibri politici interni, a schierarsi veramente contro. Una storia già vista, scivolosa e pericolosa... Una deriva che ci auguriamo qualcuno fermi.

Rilanciamo anche l'appello dei promotori a una partecipazione ampia, popolare, unitaria, senza bandiere di partito.

Ci vediamo sabato 30 settembre 2023 in corteo!


 


Approfondimenti e maggiori informazioni:

https://www.farecittacampi.it/

https://pianacontronocivita.noblogs.org/

 

Per collaborare con OraToscana:

https://t.me/OraToscana

 

 


 

mercoledì 20 settembre 2023

Cominciare a uscire da un quarto di secolo di errori sull'immigrazione

 

Nessuna, fra le voci che abbiamo raccolto su questo blog, ha delle ricette in tasca, né può fare annunci roboanti, né può riempire i media di sciocchezze. Siamo però attivisti politici. Abbiamo dei principi, delle competenze, una grande passione, una creatività, un devoto realismo (la realtà sarà la nostra guida interiore, scriveva E. Mounnier).

Fatto: da almeno un quarto di secolo i media italiani e i leader di centrodestra e centrosinistra - peraltro tutti più o meno da allora sotto il controllo delle stesse teste e degli stessi gruppi di potere - non sta governando né fronteggiando il problema delle migrazioni; né dell'immigrazione legale o clandestina; né delle emigrazioni. Se da così tanto tempo hanno fallito tutti quanti, si potrebbe anche legittimamente pensare che qualcuno ci abbia marciato. Ma quest'ultima, ovviamente, è solo una ipotesi "andreottiana". Non penso solo agli ultimi imprenditori della paura che sono saliti al potere - Salvini e Meloni - ma anche a molti altri.

Non penso, sia chiaro, a persone che ho conosciuto nei territori, come il mio antico e colto amico Alessandro Antichi, sul versante di centrodestra, oppure i miei tanti amici di centrosinistra. Penso a persone molto più potenti, molto più in alto, che non mancano di certo (NdA).

Fatto: i numeri veramente biblici di migranti hanno origine dalle guerre. Non è nel potere della Repubblica Italiana (e nemmeno dell'Unione Europea), ricostruire il Biafra, l'Iraq, lo Yemen del Sud, la Siria, la Libia, il Tigrè, l'Ucraina, della cui distruzione, peraltro, le nostre tecnocrazie portano qualche responsabilità. Il problema, davvero, non sono duecentomila africani che sbarcano sulle spiagge di Lampedusa o della Sicilia in un anno.

Non nego, sia chiaro, che dall'Africa subsahariana siano in moto centinaia di migliaia di persone che affrontano un viaggio terribile che per molti di loro terminerà con la morte nel deserto o in mare. Già dieci anni fa la piccola repubblica di Tunisia, circa dieci milioni di abitanti, ospitava già un milione di africani in cerca di una vita migliore - lo so perché me ne occupavo come responsabile di una iniziativa caritativa. Non sarà facile governare le loro illusioni e soprattutto le loro disillusioni (NdA).

Venticinque anni di errori, di legislazione (internazionale, europea, italiana) sbagliata, di malgoverno, malagestione e - non di rado - malversazione, non possono essere risolti in poco tempo, da nessuno.

Eppure, nonostante la gravità della situazione, noi coltiviamo la speranza che questi problemi possano essere affrontati.

Il primo fondamentale passo che dobbiamo fare, nella Repubblica Italiana, se possibile in accordo con tutti i nostri partner dello spazio Schengen, è abolire le leggi proibizioniste e quindi criminogene, a cominciare dalla famigerata Bossi-Fini (ma ce ne sono molte altre, che riguardano l'istruzione, la previdenza, l'assistenza sociale, la cittadinanza - e va fatto senza guardare né troppo a destra, né troppo a sinistra, ma tenendo ferma la barra sul buongoverno di tradizione autonomista, ispirato da antichi principi cristiani, socialisti e liberali).

Per questo da anni lottiamo e dobbiamo continuare a lottare.

Per questo noi, che rappresentiamo un'anima civica e civile, ambientalista e territorialista, riformista e sempre orientata verso giustizia, libertà, responsabilità, quell'anima, anzi quelle anime che si stanno raccogliendo nel Patto Autonomie e Ambiente, dobbiamo, dovremo partecipare alla vita pubblica e alle prossime elezioni europee 2024, con parole di verità, di compassione, di buon senso.


domenica 17 settembre 2023

La triste parodia di Pontida

 

La diretta della trentesima edizione del raduno di Pontida conferma una verità triste: Pontida è ormai ridotta a una parodia di se stessa. Siamo passati dal giuramento al tradimento, grazie a una classe dirigente che è al potere e in prima fila da ormai un ventennio. Persino il dirigente giovanile è lì da oltre quindici anni. 

Le leghe di vent'anni fa sono state cancellate dal centralismo autoritario di Bossi e Berlusconi. Per chi mastica un po' di storia, filosofia e scienza politica, è facile capire che si tratta di un classico caso di eterogenesi dei fini, dovuto all'incompatibilità fra fini e mezzi. Non si arriva a realizzare ideali federalisti e decentralisti, con una organizzazione verticale, verticista, che qualcuno giustamente definisce "leninista". 

Quanto al linguaggio e agli slogan, che sono rivelatori di ciò che sta succedendo, ben di più dei formali omaggi alle autonomie, da essi si capisce il posizionamento politico della Lega Salvini: contro i negri, contro le baby gang, contro le auto elettriche, contro un inesistente (e mai esistito, con buona pace del furbissimo Berlusconi che sempre ne evocava lo spettro) "comunismo" italiano ed europeo. Il tutto, ribadiamolo, da una classe politica centrale che da vent'anni contribuisce al declino di tutto, dalla sanità, alla scuola, a tutti i servizi pubblici e beni comuni. Molti amministratori locali sono ben altra cosa da questi cialtroni incompetenti e, politicamente parlando, imbroglioni, ma è chiaro che, manzonianamente, se uno non ha il coraggio di uscire da questa piramide di menzogne e ipocrisia, non se lo può dare.

Tuttavia la Pontida di quest'anno introduce un elemento di chiarezza: la presenza di Marine Le Pen. A questo punto non ci sono più scuse, il castello fantastico tenuto su dai media attorno a capitan Salvini, genero di Verdini, potrà anche reggere, ma senza i voti degli autonomisti di ogni denominazione.

A questo proposito riceviamo e pubblichiamo integralmente un approfondimento politico che abbiamo ricevuto dal Patto Autonomie e Ambiente (di cui fa parte la nostra rete civica OraToscana). Buona lettura!

* * *

C’è vita oltre Pontida

Il tradimento di Pontida chiarisce finalmente un equivoco durato per un ventennio: nessun gruppo autonomista, d’ora in poi, resterà ostaggio del ciarlatanismo politico, del falso popolarismo, degli aspiranti “podestà” d’Italia


Venezia – Milano – Roma – Napoli – Palermo, 15 settembre 2023

Pontida si è trasformata in un raduno italo-francese di nazionalisti e centralisti, all’interno del quale gli autonomismi saranno trattati un po’ come il folklore in età fascista. Finalmente si fa chiarezza e d’ora in poi nessun movimento territoriale, locale, civico resterà più ostaggio dei ciarlatani che hanno tradito il federalismo delle prime leghe.

Le destre e non pochi centristi (più o meno "scatenati") scherzano con il fuoco dell'elezione diretta del "podestà" d'Italia, che sarebbe per la Repubblica più o meno come una bomba atomica su Roma. Altro che popolarismo o conservatorismo, l’elezione diretta del presidente o del primo ministro di una Repubblica complessa e grande come l’Italia, sarebbe l’ennesima recidiva di quella grave malattia politica che è il centralismo autoritario, sempre accompagnato da retorica populista e disprezzo del Parlamento.

Le sinistre, intanto, si accaniscono contro lo spettro di una "autonomia differenziata", che tutti sanno essere irrealizzabile, così come proposta oggi dai salvinisti. Infatti hanno votato – le sinistre con le destre - per far sì che le finte autonomie di Calderoli, oltre che "a tempo", siano anche "revocabili" prima della scadenza. La politica italiana, insomma, continua a bombardare ciò che aveva di più prezioso: le tradizioni autonomiste di buongoverno locale.

Il nostro impegno in difesa della Repubblica delle Autonomie e dell’Europa dei popoli, è quindi necessario. Ci saremo come PATTO AUTONOMIE AMBIENTE, per l'Europa e per la pace, rappresentando i valori della Carta di Chivasso del 1943 e le innumerevoli lotte locali per l'autogoverno e il buongoverno dei territori, per le autonomie personali, sociali, territoriali, per la salvaguardia del creato, per le tradizioni e le libertà di tutti: individui, famiglie, piccole imprese, comunità.

La partecipazione del PATTO AUTONOMIE AMBIENTE alle elezioni europee del giugno 2024 sarà possibile grazie alla nostra forza guida, il Patto per l’Autonomia Friuli-Venezia Giulia, e al nostro partito europeo Alleanza Libera Europea - European Free Alliance (ALE/EFA).

* * *

Per ulteriori approfondimenti:

info@autonomieeambiente.euhttps://www.autonomieeambiente.eu



   


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