Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

sabato 22 febbraio 2020

No al podestà d'Italia




Aver convinto milioni di cittadini di questa nostra Repubblica italiana ad odiare i parlamentari, i consiglieri regionali, gli amministratori locali, è stata la più grande vittoria delle elite centraliste, autoritarie, tecnocratiche.
Un grande imbroglio che fa tornare a mente il famoso aforisma di Malcolm X: "se non state attenti, i media vi faranno odiare le persone che vengono oppresse e amare quelle che opprimono".
Ora vogliono farci fare un ulteriore passo in avanti verso il baratro, proponendoci l'elezione diretta (cioè telecomandata dall'alto, attraverso il controllo dei media) di un capo per l'intera Italia.
Alcuni lo chiamano il "sindaco d'Italia", mentre sappiamo che ne diventerebbe il podestà.
Non esistono soluzioni "centraliste" ai problemi che sono stati creati dal centralismo, dalla tecnocrazia europea, dagli eccessi e dagli errori della globalizzazione.
Diciamo No al podestà d'Italia.
Sì alla Repubblica delle autonomie, dei consigli, dei parlamenti, della diversità, dei territori, delle libertà e delle responsabilità (di conseguenza, aggiungiamolo, dobbiamo esprimere un forte scetticismo sulla drastica riduzione del numero dei membri del parlamento italiano, in particolare di quelli del Senato).
Anche per questo, nonostante si viva in tempi difficili, in cui la sirena del #centralismo suona forte, noi continuiamo a scommettere nelle Autonomie.
Forti autonomie locali sono le uniche istituzioni che possono pensare globalmente e agire localmente, con moderazione e con equilibrio, vicine alla gente e insieme alle persone e alle imprese, senza lasciare mai nessuno emarginato e solo, nemmeno in questa preoccupante contingenza del #coronavirus.
Le Autonomie hanno, da ieri, dopo i lavori di Udine, uno strumento politico in più, una sorellanza di forze territoriali, con collegamenti in tutta Italia, in Europa e nel mondo:

https://www.autonomieeambiente.eu


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Il post di commento a questa immagine è ripresa da Il Riformista del 20 febbraio 2020, con il triste annuncio che Matteo Renzi vuole fare come De Gaulle... La Repubblica delle autonomie e l'Europa delle Regioni sono di nuovo in pericolo, grazie a leader avventati come lui... Non dobbiamo guardare alla Francia di Macron o peggio alla Turchia di Erdogan... Dobbiamo guardare alla Svizzera! 

domenica 16 febbraio 2020

Resistenza dei territori contro il presidenzialismo


Molti di noi siamo tornati a impegnarsi in politica nel 2016, contro le riforme ultracentraliste di Renzi e Verdini, fedeli a una visione che abbiamo coltivato sin da ragazzi, man mano con sempre maggiore chiarezza, fra tanti errori e limiti personali: lasciare alle generazioni future un vero #Autogoverno della #Toscana; all'interno di una #RepubblicadelleAutonomie che somigli alla #Svizzera, non alla Turchia; nel quadro di una nuova confederazione che realizzi gli ideali evocati con i motti #EuropadelleRegioni, #EuropadeiTerritori, #EuropadeiPopoli.
Quindi, assieme a molti movimenti territorialisti, localisti, autonomisti, federalisti, indipendentisti, decentralisti da ogni angolo d'Italia e d'Europa, cominciando dal nostro prossimo raduno di #Udine del 21 febbraio 2020, chiamiamo alla #Resistenza contro la minaccia centralista e autoritaria del #presidenzialismo.
  • No all'elezione diretta del presidente della Repubblica italiana.
  • No all'elezione diretta del presidente del consiglio dei ministri e no a ogni forma di #premierato o #cancellierato.
  • No a una repubblica dominata da un unico #capopolitico o comunque da una cerchia ristretta di padroni dei media e delle risorse.
Diciamo NO, inoltre, a ogni sistema elettorale che, come dice il conformismo dominante nei media italiani e come ripetono spesso #Renzi, #Salvini e #Meloni, ci dica chi ha vinto "la sera stessa dello scrutinio".
Non c'è nulla di facile in questa nuova #Resistenza, perché dobbiamo batterci, da subito, contro l'eterno ritorno del bieco e crudele centralismo italiano, prima sabaudo, poi nazionalista, poi colonialista e guerrafondaio, poi fascista, poi postfascista negli anni della Ricostruzione (che fu anch'essa centralista, concentrata sulle aree industriali del Nord, sulla crescita abnorme di Roma come capitale burocratica e parassitaria, sul neocolonialismo nei confronti del Sud e delle isole).
Solo in parte la bestia centralista italiana è stata tenuta sotto controllo dalla Costituzione, dagli Statuti speciali, dagli Statuti regionali e comunali, dall'architettura della #RepubblicadelleAutonomie, che infine è stata sfigurata dalle cosiddette "riforme".
La bestia non è mai stata completamente legata e oggi è tornata libera, pronta a divorarci.
Ha dominato gli ultimi 25 anni, grazie alla subalternità ad essa da parte di gran parte dei prodiani e dei berlusconiani.
Ha fatto fallire tutti i progetti di decentramento e federalismo, che negli anni novanta avevano il consenso di due terzi della popolazione della Repubblica.
La bestia odia le nostre comunità locali, le nostre culture native, le nostre differenze, la nostra resilienza economica e sociale, il nostro rifiuto del neoliberismo.
Ci odia in quanto non abbiamo mai accettato di essere sufficientemente sudditi delle elite centraliste dominanti.
Ha ottenuto il controllo del processo di unificazione europea e ha prosperato sui guasti della globalizzazione. Tra elite centraliste italiane, europee e globali c'è una alleanza di fatto. Chi non la vede, è perduto!
Ha in ultimo conquistato l'egemonia culturale sulla sinistra con #Renzi (anche i se-dicenti antirenziani sono stati contagiati dalle sirene del centralismo), sul centro con #Salvini, sulla destra con la #Meloni.
Ebbene, non dobbiamo, non possiamo, non vogliamo stare a guardare, subire passivamente, tanto meno arrenderci.
Lotteremo con tutte le forze e fermeremo i progetti di Renzi, della Lega di Salvini, di Fratelli d'Italia e di tutti i loro ascari.
Ne va della nostra buona vita locale, dei nostri beni ambientali e culturali, del futuro delle nostre famiglie, imprese e comunità.
Fermeremo la deriva italiana verso la Turchia e lotteremo per tornare a guardare verso la Svizzera, attaccati ai valori della Carta di Chivasso del 1943, della Costituzione, delle lotte anticolonialiste per l'autogoverno di tutti, dappertutto.




giovedì 13 febbraio 2020

Bocciato l'aeroporto di Peretola



Bocciato l'ingrandimento dell'aeroporto di #Peretola.
Una sentenza storica, scrive - finalmente - la stampa (in passato molto inginocchiata di fronte alle follie dei potenti).
Una grande vittoria dei cittadini, dei comitati, degli attivisti, degli avvocati dello studio Giovannelli di Prato.
Un momento di verità in una società toscana fondata sulla menzogna.
Qui qualche reazione a caldo:
https://www.facebook.com/MauroVaianiProfiloPubblico/posts/10158359275513756/
Qui un approfondimento, per chi ha tempo e voglia:

https://diversotoscana.blogspot.com/2019/03/laeroporto-e-noi-toscani.html


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