L'autogoverno libero e responsabile dei territori non piace a tutti, ce ne rendiamo conto.
Per questo dobbiamo prepararci a lottare duramente, per portare avanti il nostro ideale, non solo in Italia, ma in tutta Europa e in tutto il mondo.
Cominciamo quindi smascherando alcune delle più grosse bugie che a reti unificate ci stanno dicendo contro le autonomie.
1) E' FALSO che non ci sia un grande dibattito pubblico. Se ne parla da trent'anni, dall'estremo Nord all'estremo Sud. Quando sentite dire che non se ne è discusso abbastanza, vi stanno semplicemente mentendo.
2) E' FALSO che una ulteriore devoluzione di competenze in materia di sanità o di altro, aumenti le "disparità". Le disparità sono state create da decenni di centralismo. Chi nega questo è, politicamente parlando, una persona accecata dai pregiudizi o, peggio, un mentitore.
3) E' invece VERO che ogni volta che un territorio riprende il controllo delle elezioni e della nomina dei propri leader, dei propri prèsidi, dei propri insegnanti, dei propri rettori, dei propri tecnici ambientali, dei propri esperti economici e sociali, dei propri sovrintendenti artistici e culturali, ricomincia ad attrarre intelligenze, competenze, risorse umane, materiali, finanziarie, con ricadute importanti, nel medio-lungo termine, sulla propria capacità di progredire in modo sostenibile e responsabile. Lo dimostrano la storia del Trentino o della Valle d'Aosta, che sono fra le poche autonomie veramente perseguite e realizzate con tenacia (non solo in Italia, non solo in Europa).
4) E' altrettanto VERO che ATTUARE le autonomie speciali ancora incompiute (come quelle di Sicilia, Sardegna, Friuli-Venezia Giulia), o CREARE dal nulla autonomie differenziate ancora tutte da sperimentare (come quelle richieste da Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, ma anche da quasi tutte le altre regioni), oltre che difficile, richiede di LASCIARE SUL TERRITORIO MOLTE PIU' RISORSE, a fronte però di un crollo verticale dei TRASFERIMENTI DAL CENTRO. Sarà necessario passare attraverso riforme profonde. Il federalismo fiscale, non a caso tante volte annunciato e mai realizzato, richiederà sacrifici per tutti. La verità è che molte regioni c.d. "ricche", perderanno gettito, non lo guadagneranno, ma tutti i territori avranno in compenso la possibilità di spendere in modo più appropriato e più responsabile.
Noi crediamo che la storia moderna, in particolare a partire dagli anni della decolonizzazione e ancora di più dopo il 1989, dimostri abbondantemente che paesi più piccoli, o più confederali, o semplicemente più decentrati, siano paesi più equilibrati, più giusti, più sereni.
Non ci credete? Non volete cambiare? Bene, godetevi lo stato attuale delle cose, se vi piace tanto, ma piantiamola con le bugie, che hanno le gambe corte e finiranno con il diventare divisive e distruttive, mentre nulla come il confederalismo dal basso può unire, includere, aprire nuovi orizzonti.
Fonte dell'immagine: http://td-architects.eu/projects/show/independence-day/ |
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