Dopo tanti anni di discussioni, ma soprattutto di ipocrisie e fallimenti, ora basta. Occorre da parte di noi cristiani una posizione chiara, netta, in favore delle unioni civili. Questo intervento è stato pubblicato su Gionata e sul sito del Kairos.
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Tante persone cristiane
queer aderiscono alle manifestazioni civili di sabato 23 gennaio
2016, in sostegno dell'introduzione anche nella Repubblica Italiana
di un riconoscimento pubblico delle coppie omosessuali e delle loro
famiglie.
Scenderemo nelle piazze
unite dallo slogan-tag #SvegliatItalia. Molti di noi, persone
cristiane lgbt*, parteciperemo, con le nostre famiglie, ovunque siano
stati indetti incontri pubblici per ricordare che “è ora di essere
civili”.
Non abbiamo una agenda
politica o legislativa da portare avanti in quanto persone
omosessuali cristiane. Fra di noi c'è lo stesso pluralismo che c'è
nel resto della società, come è naturale che sia.
Tuttavia condividiamo
una idea semplice e chiara, che è matura da tempo nella Repubblica,
tanto da essere stata consacrata da importanti sentenze e
pronunciamenti delle più alte istanze poste a tutela dei diritti
umani fondamentali e costituzionali: ci deve essere un istituto che
consenta a tutte le coppie omosessuali di essere riconosciute e
rispettate, in tutti gli aspetti essenziali della loro convivenza.
Ci deve essere
riconoscimento pubblico dell'aver messo in comune i beni, di essere
l'una persona al fianco dell'altra nella salute e nella malattia, di
accudire insieme i propri figli e i propri anziani.
Il riconoscimento delle
nostre coppie e delle nostre famiglie è la prossima e necessaria
tappa della nostra scelta di cominciare a vivere, finalmente, alla
luce del sole, nella società e nelle nostre chiese.
Non spetta a noi
entrare nei dettagli, ma stiamo seduti alla porta dei nostri
legislatori e non smetteremo di bussare.
Mauro
Vaiani
cristiano
omosessuale del gruppo Kairos di Firenze
volontario
del progetto Gionata
presidente
del fondo Samaria
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