Una indiscrezione del Tirreno di stamattina rivela che il parlamento della Toscana potrebbe tentare di varare una unificazione forzata dei comuni di Abetone e Cutigliano.
Nel recente referendum, i cittadini del comune di Abetone hanno detto "No".
Non è mai accaduto in precedenza che il parlamento in Toscana abbia forzato la mano alle comunità locali, interpretando l'art. 133 della Costituzione italiana nel senso che il parere delle popolazioni, in ciascun comune, sia meramente consultivo. Né è mai accaduto che si siano contati, in modo capzioso, i "Sì" totali nel territorio di tutti i comuni interessati, rendendo così possibile una sorta di annessione dei comuni meno popolati da parte di quelli più densamente abitati.
A parere di chi scrive, sarebbero due interpretazioni deboli, discutibili, meritevoli di ricorso alla Corte costituzionale, da parte delle popolazioni eventualmente forzatamente "unificate".
E' noto che questo blog è stato pioniere della unificazione dei comuni toscani in comunità più grandi, ma siamo anche sempre stati chiari sul fatto che le unificazioni richiedano partecipazione e consenso.
A questa tentazione di forzare la mano all'Abetone, il parlamento della Toscana deve resistere, per non mettere in pericolo la Costituzione e non minare la fiducia delle popolazioni di montagna nella politica toscana.
C'è e si deve portare avanti la strada alternativa della unione di comuni e prepararsi, semmai, a presentare alle popolazioni, più avanti, un progetto più articolato e più maturo di comune-comunità, dove ogni borgo possa sentirsi più valorizzato, più sostenuto, non più periferico e abbandonato.
Magari ripartendo dopo aver dato corpo al progetto dei municipi toscani, di recente annunciato dal presidente Eugenio Giani.
Eugenio Giani, presidente del parlamento toscano, lo scorso 21 dicembre 2015 |
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