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lunedì 20 gennaio 2014

In appoggio al compromesso #ForzaRenzi

Matteo Renzi ha appena presentato alla direzione PD il compromesso che in rete ho battezzato #ForzaRenzi (fra la nuova Forza Italia, rifondata da Berlusconi, e il nuovo PD guidato dal sindaco di Firenze).
Primo punto, abolizione dell'elezione diretta dei senatori e delle loro indennità. Il nuovo senato non voterà la fiducia e avrà poteri diversi da quelli della camera. Sarà composto da presidenti regionali e sindaci.
Secondo punto, riforma del Titolo V della Costituzione. Si aboliranno le materie concorrenti e torneranno alla Repubblica poteri in materia di grandi reti e di gestione della nostra immagine all'estero. Ai consiglieri regionali sarà chiesto anche di diminuirsi lo stipendio fino al livello di quello dei sindaci del loro capoluogo regionale. Si aboliscono i finanziamenti impropri ai gruppi consiliari regionali.
Terzo punto, la nuova legge elettorale. Piccoli collegi plurinominali - con l'impegno per le primarie e per la rappresentanza di genere - oggi del PD, domani, magari, obbligatorie per tutti. No al ritorno delle vecchie preferenze all'italiana. Attribuzione dei seggi solo alle forze che superano i quorum del 5% (sole), dell'8% (in coalizione), del 12% (l'intera coalizione). Premio di maggioranza a chi supera il 35%, altrimenti ballottaggio fra le prime due forze politiche.
Matteo Renzi propone un progetto politico di unità del suo partito, di vocazione maggioritaria, di assunzione di responsabilità per il futuro.
Vuole che il suo PD provi a vincere e a governare, anche da solo. E ovviamente anche altri hanno il diritto di provarci, all'interno di un sistema politico maggioritario e tendenzialmente bipartitico.
E' un cambiamento netto, in meglio.
Appoggiamolo.

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Matteo Renzi ha avuto un mandato pieno dalla direzione di oggi. Segnalo uno degli interventi più belli, quello della giovane e brava Cristiana Alicata, che si è preparata e ha dimostrato equilibrio e concretezza. Segnalo anche l'intervento di un senior, Franco Marini, che pure qualche motivo di insoddisfazione rispetto a Renzi certamente ce l'ha, per la sua intelligente comprensione della necessità di un legame vitale fra gli eletti e l'intera popolazione del loro collegio - non certo solo con i "clientes" che ti danno la preferenza.

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Cristiana Alicata



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Franco Marini



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