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giovedì 16 gennaio 2014

Il no del sindaco alle preferenze


Segnaliamo un bel articolo del Corriere di oggi - giovedì 16 gennaio 2013 - su come Matteo Renzi sta tenendo testa ai fautori del ritorno dei signori delle preferenze - cosa difficilissima, perché di aspiranti organizzatori di minoranze privilegiate è piena la società italiana, PD non escluso. Ne riproduciamo qui l'incipit. A ben vedere, lo scontro frontale, da oltre vent'anni, è soprattutto questo: da una parte coloro che vogliono affermarsi come leader eletti dalla maggioranza della propria area politica, nel proprio territorio, capaci di candidarsi in un piccolo collegio, dove conquistare la maggioranza dei voti del popolo sovrano; dall'altra i capi di minoranze organizzate, stile CL, stile burosauri vecchio PCI, stile correnti vecchia DC, stile un certo tipo di sindacati di pensionati, stile un certo tipo di vecchie ACLI, membri della casta o aspiranti tali, che vedono la politica come un insieme di piccoli partiti faziosi, a loro volta divisi in rissose e avide correnti, dove i signori delle tessere e delle preferenze possono conquistare posti e vivere alle spalle di tutti e all'insaputa della gente comune.


    Giovedì 16 Gennaio, 2014
    CORRIERE DELLA SERA
    Pag. 6


Il no del sindaco sulle preferenze nel duello serrato con il vicepremier

Alfano: il tuo Pd entri nel governo. Renzi: non riconosco poteri di veto

ROMA — C’erano una volta vertici dove i leader di partito annegavano minacciosi avvertimenti e offerte di patti dentro lunghe prolusioni politiche, che toccava all’interlocutore interpretare. Ieri invece Renzi e Alfano si sono visti ma è come se abbiano twittato, scambiandosi frasi brevi, con un linguaggio diretto e a tratti ruvido, quasi fosse un incontro di ping pong. Se sia l’alba della Terza Repubblica o l’epilogo della Seconda si vedrà, di sicuro ieri il segretario del Pd — che si è intestato la partita della riforma elettorale e che finora ha tenuto coperto il proprio gioco — ha dovuto iniziare a scoprire la prima carta. Ed è stato subito scontro. Certo, il primo colloquio non poteva che essere interlocutorio, ma il nodo delle preferenze su cui si è incentrato parte dell’incontro segna una distanza che il leader del Nuovo centrodestra non intende colmare. Lo si era capito da come si era presentato all’appuntamento, con un’intervista a Radio Anch’io in cui per la prima volta aveva risposto alle «provocazioni» di Renzi: «L’arroganza non paga». E giusto per non dar segni di cedimento, il capo democrat gli ha offerto il suo biglietto da visita: «Ci tengo a tener salda la maggioranza e a ricercare l’intesa sulla riforma, ma non riconosco poteri di veto». (...)
E appena Renzi ha provato a spiegare la sua «preventiva» contrarietà al sistema delle preferenze, [Alfano] ha replicato che «noi non accettiamo l’idea di avere di nuovo dei parlamentari nominati o paracadutati», (...)
La divergenza cela differenti interessi: mentre Renzi punta sulla propria leadership e non intende perdere il controllo dei gruppi con le preferenze, Alfano ne ha bisogno per garantire e affermare l’identità del suo Ncd quando si dovrà coalizzare alle elezioni. (...)

Francesco Verderami




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