Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso
giovedì 31 ottobre 2013
Omaggio a Giachetti e Farinetti
mercoledì 30 ottobre 2013
Big data or big lies?
States and agencies are collecting big data, but why?
Results, in terms of security, are difficult to appreciate.
For sure, costs are impressive, and furthermore it is unacceptable that our leaders do not know nor details, neither the extent of these illegal activities.
Should we believe spies on their parole, when they say they do all the stuff to protect us? Or, are they threatening our privacy, freedom, life?
In such a mess, we see only room for arbitrariness, blackmail and corruption.
This is the shutdown we can agree with, in a bipartisan way.
domenica 27 ottobre 2013
Gli impegni di Matteo Renzi
Il primo punto, Italia, è stato a sua volta declinato in quattro obiettivi precisi per le riforme istituzionali:- via il senato, con l'abolizione del bicameralismo perfetto;
- via le province;
- legge elettorale che consenta l'elezione del sindaco d'Italia, quindi primarie, collegi, doppio turno;
- riforma della giustizia, a partire dalle storie drammatiche di coloro che languono nella cosiddetta e orrenda carcerazione preventiva, prigionieri dei tempi assurdi dell'amministrazione giudiziaria.
Sull'Europa, Matteo Renzi intuisce la necessità di sburocratizzare, pur ribadendo la speranza di un cammino federale. Intanto promette disciplina di bilancio, in cambio di un allentamento dell'austerità e di una maggiore solidarietà fra europei su questioni urgenti e concrete, a partire dalla frontiera di Lampedusa.
Sul lavoro, ribadisce il patrimonio storico accumulato dalle Leopolde, negli anni: codice del lavoro unificato e semplificato; sburocratizzazione e libertà di impresa; riforma della formazione professionale e del collocamento.
Su educazione e cultura, ha promesso meno riforme dall'alto e più fondi, più dignità, più centralità.
Il tutto ci è stato trasmesso in un discorso davvero energico e bello, già disponibile online dopo poche ore.
Renzi ha promesso che su questi quattro capitoli, se gli dovesse capitare di avere un ruolo nella politica nazionale ed europea, accetterà di essere valutato e ci proporrà di valutarci tutti insieme, alla Leopolda 2014 che verrà.
Che risultati saremo stati capaci di portare a casa?
Buon lavoro, a Matteo Renzi e alla sua squadra, sarà davvero dura, ma qualcosa può davvero cambiare.
Da questo blog ti daremo una mano, perché, come ha detto Alessandro Baricco, vogliamo tornare a casa, a quella libertà, ricchezza, bellezza, che ci appartengono, che vogliamo riprenderci.
* * *
PS di lunedì 28 ottobre 2013, ore 7.57:
Tutto bene? No, avrei tante cose da criticare e nel tempo sarò sempre esplicito con Matteo Renzi e il movimento politico che si sta raccogliendo attorno alla sua leadership. Questa leadership, tuttavia, è una occasione di cambiamento. Si può essere scettici quanto si vuole, ma non si può stare a guardare in disparte, magari augurandoci che tutto vada male...
La confessione di Epifani
Ha parlato della sua classe di liceo, una venticinquina di giovani che si maturarono, andarono tutti all'università, tutti divennero professori, professionisti, sindacalisti e politici.
Tutti classe dirigente, insomma.
Ha accennato, a mezza bocca, al fallimento di un'intera stagione politica, sì, ma ha detto anche che vorrebbe ricostruire un paese dove quel tipo di successo - che lui ha chiamato "libertà" - sia possibile.
Ci domandiamo, rispettosamente:
- chi ha distrutto la capacità di un liceo o di una università di garantire una professione e una realizzazione?
- chi sta impedendo, qui, oggi, l'accesso dei meritevoli a qualche opportunità?
- ma poi, è davvero giusto prospettare ai giovani, per la loro realizzazione, un mondo dove campano bene solo quelli che occupano il potere?
Non sono davvero sicuro di avere una risposta a queste domanda, ma una cosa credo di averla capita: non ce l'ha Epifani, né la classe dirigente di cui fa parte.
sabato 26 ottobre 2013
Tavolo 57 - Politica economica europea
Paure da vincere, miti da sfatare, ma anche sogni da rilanciare, speranze da coltivare, questo il crogiuolo che abbiamo creato. Ho lanciato qualche considerazione critica sulle grandi diseguaglianze, i costi burocratici, le derive tecnocratiche, che sono conseguenza diretta delle integrazioni sbagliate e degli eccessi di concentrazione di potere in sedi alte, lontane, distanti dal territorio e dalle democrazie locali.
Toscana, Corsica, Baviera, Fiandre, potrebbero e dovrebbero avere un ruolo maggiore nella costruzione della casa europea, mentre cerchiamo di ridimensionare i costi di tutte le burocrazie.
In attesa della relazione che sarà sintetizzata da Dario Parrini, segnalo che a tutti, veramente a tutti - nel gruppo ma credo anche fuori - sta a cuore che le istituzioni dell'Eurozona trovino soluzioni sempre piu' efficaci per continuare ad abbattere il costo degli interessi sui debiti pubblici. E l'austerità deve essere ripensata, modulata, ridistruibuita, in ciascun territorio, avendo sempre chiaro l'obiettivo storico dello sradicamento della povertà.
venerdì 25 ottobre 2013
Leopolda 2013
Porto con me la mia voglia di vedere la nostra terra maggiormente curata e custodita - capace di resistere, quindi, a eventi come le drammatiche piogge in stile monsonico di questo inizio autunno.
Porto con me la mia determinazione a chiedere al 10 per cento della popolazione, che possiede il 50 per cento della ricchezza, di dare una mano al restante 90 per cento, accettando che il peso della fiscalità si sposti dal lavoro alle cose - un'altra delle cose che aspettiamo da decenni!
Porto con me il mio impegno a sostenere coloro che, come Roberto Giachetti, si sacrificano in prima persona per farci uscire dalla palude: riforma elettorale con doppio turno, collegi ed elezione del sindaco d'Italia subito e si torni presto al voto - tutto il resto è - anche se viene dal Quirinale - una solenne presa in giro.
Sì, stavo riflettendo in questi giorni, il documento congressuale di Matteo Renzi è pieno di difetti, anzi, è sicuramente una delle peggiori piattaforme politiche che io abbia mai sostenuto nella mia vita, a parte tutte le altre...
Con Matteo Renzi, quindi, avanti.
lunedì 21 ottobre 2013
Assemblea a Palazzo Vecchio
Ho partecipato all'assemblea sindacale di stamattina a Palazzo Vecchio. Una occasione perduta per cercare di uscire da un circolo vizioso di frustrazioni e strumentalizzazioni.
Ci sono problemi contrattuali e stipendiali gravi, che né alti funzionari locali e centrali, né sindacalisti, né politici sembrano essere in grado di risolvere.
Si finirà con il taglieggare i lavoratori più poveri - la vasta platea di quelli che guadagnano meno di 3.000 Euro al mese lordi.
Lo sapete a quanto corrispondono netti e disponibili, vero? Sapete ancora fare i conti? Sapreste ancora pagarvi un mutuo e mantenerci un figlio?
E' stato interessante vedere che i più sofferenti, stamani, erano troppo spesso fra i più scatenati nel rifiutare le proposte politiche nazionali del sindaco Matteo Renzi che, fra i suoi tanti difetti, ha almeno il pregio di essere schierato - nella redistribuzione dei pesi dell'austerità - dalla parte di quelli che stanno sotto i 3.000 lordi, chiedendo maggiori sacrifici a chi sta sopra.
Cambiare davvero lo status quo è dannatamente difficile.
Occorre maggiore competenza e occorre il coraggio di essere più umili.
Con i fatti e anche con le parole.
E questa richiesta di coraggio, dobbiamo trovare il modo di trasmetterla anche a Matteo Renzi, l'unico leader politico toscano e italiano che sembra volerci provare davvero e avere qualche probabilità di farcela.
giovedì 17 ottobre 2013
Carcere, non tortura
Non direi nemmeno, come scrive sul Corriere Fiorentino di oggi il mio brillante amico Tommaso Ciuffoletti, che Renzi abbia veramente cambiato idea.
C'è stata una sbavatura concettuale, ma non c'è, nella storia del Sindaco, come ha ricordato l'amico Massimo Lenzi, l'essere indifferente nei confronti delle vittime. Fra di esse, ci sono, purtroppo e senza alcun dubbio, le migliaia di vittime della tortura carceraria italiana.
Perché è di questo che stiamo parlando, sia chiaro, non di una delle tante ingiustizie e inefficienze della nostra moribonda repubblica, ma di un paese - il nostro - condannato per tortura dalle corti internazionali, che ci hanno dato pochi mesi per rimediare.
Non ha invece sbagliato - e speriamo che anche su questo sia determinato, come su tante altre questioni irrisolte da decenni - a mettere i problemi nel giusto ordine, e cioè:
- prima di tutto l'immediata depenalizzazione di questioni bagatellari di costume, come il consumo di marjuana e di sesso (ma perché allora non ha firmato i referendum?);
- poi una soluzione diversa dal carcere per le decine di migliaia di concittadini che sono in attesa di giudizio;
- infine, la necessaria clemenza per chi ha sofferto e la necessaria amnistia per sgombrare i palazzi giudiziari da milioni di pratiche ormai irrecuperabili che la ingolfano.
Il problema, purtroppo, è sempre lo stesso: il governo Napolitano-Letta-Alfano-Letta ha la forza morale e politica di fare queste cose drammaticamente importanti in poche settimane? Nelle stesse settimane in cui devono essere varate norme che alleggeriscano l'austerità per i poveri e in cui si deve tornare al Mattarellum o a qualcosa di comunque meno ingiusto del Porcellum?
A voi è sembrato che il governo Napolitano-Letta-Alfano-Letta abbia il senso della drammaticità e dell'urgenza della situazione?
O non pare anche a voi, piuttosto, che quelli vogliano solo durare - non più solo fino al 2015, ora Letta parla ormai apertamente di un "percorso triennale"...
Ma fateci il piacere, tutti quanti.
Forza Matteo Renzi.
Non ci aspettiamo che tu sia perfetto, e possiamo perdonare una certa confusione nella tua comunicazione sulla giustizia.
Ci aspettiamo che tu faccia qualcosa, prima che la casta dei chiacchieroni impotenti ci faccia crollare tutto addosso.
Forza!
sabato 12 ottobre 2013
Con Matteo Renzi, riproviamo
Non ci è piaciuto tutto, ma - posso dirlo? - meno male!
Ha detto due o tre cose che per me fanno la differenza e staccano tutti gli altri concorrenti di diverse lunghezze.
Le cito senza un particolare ordine:
- la repubblica può essere salvata e le prime cose di cui c'è bisogno sono l'abolizione del senato e una legge elettorale maggioritaria che consenta l'elezione del presidente-sindaco d'Italia; la gente che soffre - quella che secondo i politicanti imbroglioni, ha "altre priorità" - sa che questo deve essere fatto e capisce molto bene che prima arriva questa riforma, prima andranno al potere leader di una nuova generazione capaci di liberalizzare e rilanciare l'economia;
- il lavoro deve essere liberato, dalle troppo norme e dalle troppe tasse; non si parla di libertà di licenziare, si parla di porre fine alla paura di assumere; è una questione che è in sospeso da decenni;
- le pensioni d'oro, gli stipendi della dirigenza pubblica (fuori mercato e fuori controllo) e le altre rendite devono essere le prime a contribuire al risanamento fiscale; non è una questione di bilancio, è una questione di giustizia.
Ecco, stasera mi fermo qui.
Fosse solo per queste tre cose, varrebbe la pena sostenere un uomo nato nel 1975 e tentare di portarlo alla guida della repubblica.
Forza Matteo.
Io - e parecchi altri amici civico-liberali - ci siamo e ci saremo.
Che D-o benedica l'Italia in questa rinnovato tentativo di scrollarsi di dosso sfruttatori, cementificatori, avvelenatori, chiacchieroni e fannulloni.
giovedì 10 ottobre 2013
Amnistia per la nostra morente repubblica
Questo blog è in rotta con re Giorgio, lo sapete.
Il messaggio sulla tragedia carceraria, però, è una cosa seria.
Depenalizzazioni, amnistia e indulto, sono necessarie per fronteggiare l'emergenza, in attesa di cambiamenti più profondi.
Fra le riforme strutturali, lo ha ripetuto ieri Oscar Giannino, dovrebbe partire subito almeno la separazione fisica, logistica e giuridica fra coloro che sono in attesa di giudizio e coloro che sono condannati.
Una separazione che i movimenti civico-liberali chiedono da decenni, ormai, inascoltati.
A coloro che fanno finta di non capire, diciamo: che il grano che guadagnate con le vostre carriere di urlatori e imbonitori, finisca in crusca.
Guai a quelli che, da posizioni di presunta forza politica, decidessero di ignorare le sofferenze degli ultimi!
Guai ai - politicamente parlando - imbroglioni delle varie Leghe che, dopo aver politicamente fallito per vent'anni, vogliono conservare lo stipendio facendo gli imprenditori della paura.
Guai agli opportunisti e ai senza principi - di sinistra, centro, destra, pentastellati compresi - che non hanno firmato i sacrosanti referendum e ora parlano a vanvera di riforme.
Guai ai giustizialisti, che strumentalizzano problemi giganteschi, per continuare a giustificare il loro anti-berlusconismo professionale. La loro stessa esistenza - dovremmo ricordarlo più spesso - spiega come mai Berlusconi è potuto sopravvivere tanto a lungo, come leader politico, nonostante tutti i suoi immensi errori politici.
L'elettorato ha avuto giustamente orrore di costoro e, spesso, al loro niente ha preferito Berlusconi, che è tante cose, ma è anche meno peggio di loro.Leggete attentamente il messaggio inviato alle camere dal presidente della nostra morente repubblica, secondo quanto previsto dall'art. 87 della costituzione: l'Italia viene condannata perché infligge torture ai suoi carcerati; con le nostre tasse dovremo rimborsare migliaia di persone che hanno sofferto in carcere; abbiamo decine di migliaia di persone che languono in prigione in attesa di giudizio; abbiamo i tribunali ingolfati da milioni di pratiche che resteranno sospese per anni ancora o finiranno in prescrizione - salvo che per i poveri, i disgraziati, i bagatellari, naturalmente.
L'amnistia è per l'intera repubblica, cioè per noi, prima che per tanti carcerati.
lunedì 7 ottobre 2013
Il popolo toscano è per le unificazioni, purché non calate dall'alto
Trovo che ci sia una connessione profonda fra i tragici fatti di Maremma di ieri e i risultati, che sono arrivati oggi, dei referendum sulle unificazioni di alcuni comuni toscani.
Esprimo, innanzitutto, le mie condoglianze alle due vittime. Voglio aggiungere anche un pensiero per i miei tanti cittadini che hanno subito danni. Un abbraccio particolare a Fiorella Lenzi, imprenditore vinicolo e agricolo dell'Alta Maremma, che si è trovata personalmente in grande difficoltà, sola in mezzo all'acqua e al fango.
La connessione, secondo me, sta nel motivo più importante per cui lottiamo per una rinnovata rete di borghi e comuni forti in Toscana: vogliamo meno burocrazie e meno politicanti, ma autorità locali più competenti, più incisive, che si prendano cura dei nostri territori.
Vogliamo la pulitura dei fossi, la tutela degli alvei dei torrenti, una rete di laghi e canali, l'ampliamento delle golene, la fine della cementificazione e della distruzione del nostro territorio.
Crediamo che la Toscana possa sopportare dei nubifragi straordinari, così come delle siccità prolungate, senza dover pagare un prezzo così alto!
Vogliamo comuni-comunità più ampi e più forti, per avere più stradini, più vigili del fuoco e dell'acqua, più borgomastri che si prendano cura di ciascuno dei nostri borghi.
Alcune delle unificazioni comunali che erano sottoposte al vaglio popolare in questa tornata, sono saltate, ma alcune sono state approvate.
Lo ripetiamo ancora una volta: la direzione è quella giusta, ma occorre che queste proposte non siano calate troppo dall'alto.
Occorre lasciare una libertà vera alle popolazioni locali, a ciascun borgo della Toscana.
Occorre accettare che gli elettori sovrani dettino i tempi e i modi.
Questo processo è troppo importante per essere telecomandato da pochi.
Mi vengono da segnalare alcuni punti critici, che non devono essere sottovalutati (come invece mi pare che si faccia in certe sintesi come questa dell'Anci Toscana):
- l'Abetone ha diritto di valutare la sua unione con i vicini emiliani, più che con il resto della Montagna pistoiese;- l'unione di Vaiano con Cantagallo rischia di rappresentare, per l'ennesima volta, il predominio di un pezzo di città sulla montagna; gran parte del comune di Vaiano, forse, dovrebbe tornare a essere un borgo di Prato; le comunità urbane e le comunità rurali hanno necessità profondamente diverse;
- alcune unificazioni, nel Chianti, sull'Amiata, altrove, sono troppo timide, e troppo condizionate dai vecchi confini provinciali;
- si devono affrontare alcune unificazioni fra tessuti urbani ormai indissolubilmente legati, come quella fra Pisa e S.Giuliano, fra Firenze e Sesto, abbandonando l'idea semplicistica che le unificazioni siano solo materia per comuni rurali e spopolati.
Questa deve continuare a essere una rivoluzione dal basso, una cosa seria, che richiede tenacia, coraggio, lungimiranza, ma anche tanta umiltà.
venerdì 4 ottobre 2013
19 comuni toscani al voto
L'unificazione fra piccoli comuni vicini è l'unico vero cambiamento che sia partito, in questa repubblica bloccata e morente.
E' l'unica rivoluzione dal basso che sia, al momento, possibile. Dopo tanti anni di appelli civico-liberali, oggi, finalmente, questo messaggio è stato recepito trasversalmente e persino nei ceti politici.
La formazione di comuni più ampi e più forti in Toscana è un prerequisito fondamentale, per portare avanti la battaglia contro lo status quo, per l'abolizione delle province, delle prefetture, di tanti inutili enti intermedi.
Non è solo lotta ai costi impropri della politica, o alle burocrazie, è molto di più: è la riaffermazione della centralità dell'autonomia di ciascuno dei nostri borghi e, al tempo stesso, della necessità di governare unitariamente i territori che formano la Toscana.
Certo, ci sono anche rischi e problemi.
Ne riparleremo.
Ma intanto, Toscan*, votate.
Cominciamo a cambiare qualcosa.
giovedì 3 ottobre 2013
Please, do not do it
Potremmo fare qualcosa di concreto per porre fine
a queste disgraziate partenze?
Sì, potremmo, come scrive da Tunisi il mio amico Giacomo Fiaschi.
We implore all of you, migrants: do not be fooled by enslavers, do not mess with smugglers, do not embark illegally.
There is no hope for you, over the Strait of Sicily, but only the hypocrisy of a helpless and dying republic, the Italian one.
The Western humanitarian system will always think first to the salaries of its bureaucrats and will never have enough resources to help all of you.
If you can, please, do not leave, do not come that way.
- Another inevitable tragedy (Italian)
- Scores die off of Italy (English)
- Naufrage (French)
martedì 1 ottobre 2013
Occasioni perse e distanze da colmare
L'ultimo pacchetto referendario dei Radicali e di altri coraggiosi riformatori è arrivato in cassazione praticamente dimezzato.
Solo alcuni dei dodici quesiti proposti, hanno raccolto la firma di 500.000 proponenti.
Si tratta, lo ricordiamo, di quelli sulla giustizia, quelli che hanno raccolto l'appoggio dei tifosi di Berlusconi.
Che dire ai Grillini che hanno ignorato il referendum contro il finanziamento pubblico?
Che dire a SEL e a Vendola, che avevano promesso di firmare alcuni - importantissimi - quesiti per le depenalizzazioni? Depenalizzazioni che sono essenziali per porre fine alle ingiustizie nei palazzi di giustizia e nelle carceri.
Che dire a tanti democratici - renziani compresi - che si sono tenuti tatticamente in disparte?
Non voglio accusare nessuno. Do' per scontate le furbizie politiche e, naturalmente, le tattiche di sopravvivenza di tutti gli sfruttatori e imprenditori delle indignazioni e delle paure popolari.
Di certo costoro hanno perso una occasione importante di mettere una zeppa negli ingranaggi della dittatura dello status quo. Ammesso e non concesso che lo vogliano...
Quelli che hanno veramente perso una occasione, comunque, sono i cittadini connessi in rete - i cosiddetti netizens - che devono imparare che non bastano i "like" su Facebook per cambiare le cose.
Senza alzare il sedere dal divano, senza uscire di casa - per esempio andando in comune a firmare per referendum che possono minare le caste - non si cambierà nulla.
Non basta essere tifosi, o indignati in rete.
Occorre essere cittadini attivi nella realtà, non solo navigatori nella rete virtuale.
Ci sono ancora grandi distanze da colmare - per lo più a piedi, in bici, o sui defatiganti e fatiscenti mezzi pubblici italiani - per riprenderci la vita, la libertà, la repubblica.
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