Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

domenica 28 agosto 2022

Piombino e Ravenna, una differenza c'è

 

La nave gasiera Golar Tundra (fonte: https://www.marinetraffic.com/) destinata a Piombino

La nave gasiera BW Singapore (fonte: https://www.marinetraffic.com/) destinata a Ravenna


La Repubblica Italiana ha già dei rigassificatori di GNL (gas naturale liquido), ha già metanodotti che arrivano anche dal Mediterraneo, non solo dalla Federazione Russia. Inoltre ha (o almeno dovrebbe avere, speriamo che non sia come per il Covid) piani di ulteriore diversificazione degli approvvigionamenti e contenimento dei consumi.

La terribile guerra di aggressione lanciata dalla Federazione Russa contro l'Ucraina, ben oltre i territori contesi e le province ribelli della Crimea e del Donbass, impone sicuramente una ulteriore riduzione degli acquisti dall'Est. Ammesso questo, non si racconti alle persone e ai territori che siamo nei guai a causa di Putin.

Siamo nei guai, invece, perché il mercato del metano è impazzito già almeno dall'anno scorso, come sanno bene i proprietari di auto a metano, molto prima che ci si potesse anche solo immaginare la guerra.

Il TTF (Title Transfer Facility) di Amsterdam, mercato di riferimento per lo scambio del gas naturale d'Europa, è un fallimento economico e quindi anche politico. E' diventato un covo di speculatori. Qualcuno nella Unione Europea si svegli e lo chiuda, per prepararne poi, passata l'emergenza, la riforma. Qualcuno si svegli anche nel governo dei "migliori" e cominci a immaginarsi la temporanea amministrazione del prezzo di tutte le energie e di tutti i carburanti, oltre che aiuti massicci a famiglie, imprese, territori.

La situazione è drammatica, ma non per scarsità di gas, bensì per scarsità di buongoverno politico.

Nel frattempo la SNAM (la società nazionale dei metanodotti), spalleggiata dal governo dei "migliori" e da un numero enorme di tecnocrati di sinistra, centro e destra, ha comprato due navi gasiere, equipaggiate con le cosiddette Floating Storage and Regassification Unit (FSRU), la Golar Tundra e la BW Singapore. SNAM, il ministro Cingolani, l'intero governo Draghi dicono che queste navi sono indispensabili. Ne fanno una questione di interesse nazionale. Le stanno imponendo a Piombino e a Ravenna.

Le dimensioni delle due navi sono analoghe:

- GOLAR TUNDRA (IMO: 9655808, MMSI: 538004982), costruita nel 2015, dimensioni 293 metri di lunghezza e 44 metri di larghezza

- BW SINGAPORE (IMO: 9684495, MMSI: 235113083), costruita nel 2015, dimensioni 292 metri di lunghezza e 43 metri di larghezza

Davanti a Piombino c'è il delicatissimo mare dell'Arcipelago toscano, pieno di traghetti, pescatori, coltivatori del mare.

Davanti a Ravenna c'è l'altrettanto delicato mare Adriatico, peraltro già fortemente martoriato dagli eccessi di antropizzazione.

Purtroppo entrambe le navi gasiere funzioneranno con il cosiddetto ciclo aperto. Il gas liquido verrà quindi riscaldato pompando acqua di mare, la quale verrà poi rigettata, raffreddata, clorata e ad alta pressione in mare. Si avrebbe un continuo raffreddamento dell'acqua di mare, con la distruzione dell’habitat marino attuale e con una minaccia alle attività di allevamento e ad altre forme di economia del mare. Inoltre si avrà rilascio di cloro libero residuo, le cui conseguenze a lungo termine sono poco conosciute, tranne una che è certa: la selezione di forme di vita batterica resistenti al trattamento con cloro, con un impatto sulle generazioni future imprevedibile e quindi incompatibile con i principi internazionali, europei e costituzionali di precauzione e tutela dei diritti delle generazioni future. Si profilano, ritengono in molti, gravi incongruenze con la normativa italiana (si veda, fra gli altri, il D.Lgs. 152/2006).

Fra Piombino e Ravenna, infine, c'è una grande, drammatica differenza.

Per Piombino, si parla di ancoraggio in porto, almeno per i primi anni, con sprezzo del pericolo e contro ogni buon senso.

Per Ravenna, invece, si parla di ancoraggio a circa otto chilometri al largo e, di conseguenza, di un avvio operativo non prima del 2024.

Non ci meravigliamo del centralismo autoritario di queste scelte imposte da pochi a molti, ma non ci si venga a raccontare che Piombino è ribelle perché povera e ignorante, mentre Ravenna sarebbe contenta perché è governata dal presidente so-tutto-io Bonaccini.

 

giovedì 25 agosto 2022

Parlare di autonomie ma senza autonomisti

 


Il Meeting di Rimini 2022 ha dedicato mercoledì 24 settembre 2022 un incontro al tema estremamente caro a questo blog: la Repubblica delle Autonomie. Non si pensi a un momento di approfondimento. Diciamo che è stato un "talk", che ha concesso agli intervenuti giusto il tempo di lanciare qualche slogan. Una occasione sprecata, in poche parole.

Sono intervenuti: Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni e della Regione Friuli Venezia Giulia; Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali e le Autonomie; Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli; Andrea Prete, presidente Unioncamere. Ha introdotto e moderato Francesco Magni, ricercatore di Pedagogia Generale e Sociale all’Università degli Studi di Bergamo. 

Il mondo di CL (Comunione e Liberazione) non è certamente ostile alle autonomie. Sicuramente credono nella sussidiarietà (forse più in quella orizzontale che favorisce lo sviluppo delle loro opere che in quella verticale, ma non facciamo polemiche su questo qui e ora). 

Il Meeting è comunque un appuntamento di grande rilievo, ma forse proprio per questo la delusione di chi scrive è ancora più netta.

E' stata una successione di comizietti pronunciati da persone che o non sanno nulla, o non fanno nulla, o addirittura sono contrarie alle autonomie. Se si voleva parlare di autonomie senza autonomisti, ci si è riusciti.

Scontati e prevedibili, peraltro, questi comizietti, parole pronunciate con supponenza ma prive di spessore e anzi minate dai più triti pregiudizi alimentando i quali le elite dominanti da trent'anni si adoperano per soffocare l'ideale di una Repubblica delle Autonomie (e di una Europa delle regioni, dei popoli, dei territori).

Alcuni degli errori più marchiani (che in alcuni momenti sono scesi al livello di vere e proprie dissonanze cognitive):

- hanno parlato di autonomie quasi che esse fossero una problematica di "management", una scelta di organizzazione dei servizi (ovviamente perseguendo la riduzione dei costi...), invece che un problema di democrazia, partecipazione, inclusione; in questo si sono distinti la Gelmini e Fedriga e la cosa non meraviglia purtroppo; 

- hanno parlato con leggerezza di una "semplificazione" attraverso la digitalizzazione, che significherebbe, a loro parere, spogliare i territori dei propri centri decisionali, di studio, di competenza; una volta che a un territorio si toglie una istituzione o un ufficio - fosse anche uno dei più inutili, come una Camera di commercio - si innesca un processo di spopolamento e di fuga di risorse umane, economiche e sociali, che non può certo essere compensato dall'accesso di un impiegato in telelavoro a un portale "nazionale"; in questo, e ne sono dispiaciuto, si è distinto Andrea Prete; capita, se si va a un dibattito sulle autonomie senza essere un autonomista;

- hanno fatto chiudere l'incontro con una invettiva antiautonomista trita e ritrita, quella del sindaco di Napoli Manfredi, contro il pericolo che nuove autonomie possano "aumentare il divario" fra cittadini e territori; c'è un limite a tutto, anche alla disonestà intellettuale di un professore che la "autonomia" della sua Università, guarda caso, se la teneva ben stretta; gli attuali "divari", gentile signor sindaco, sono l'eredità di un secolo e mezzo di centralismo, non certo di processi autonomistici, i quali, al contrario, quando erano stati avviati i divari avevano cominciato a ridurli; le cose vanno invece molto peggio da quando un centralismo italiano (ed europeo, e austeritario) ha ripreso il sopravvento nel sistema politico italiano.

Unica presenza che, con il suo breve saluto iniziale, va salvata, è quella di Luca Beccari, il Segretario di Stato per gli Affari Esteri, la Cooperazione Economica Internazionale e le Telecomunicazioni della Repubblica di San Marino. Ha ricordato, con poche e semplici parole, che la sua comunità di trentamila abitanti, pur così piccola e così permeabile da tutti i guai che l'Italia e l'Europa possono provocare, riesce a vivere e a fornire ai suoi cittadini tutto quanto è essenziale.

E' possibile, oltre che più umano, vivere in comunità più ristrette che si autogovernano e quindi è in quella direzione che si deve andare. Questa è la nostra convinzione, alla faccia dei soloni autonomisti solo a parole e dei demagoghi antiautonomisti.


domenica 21 agosto 2022

Per l'autogoverno della Sicilia

 

 
 
Il 25 settembre 2022 i Siciliani, oltre che per il parlamento della Repubblica, voteranno anche per eleggere i propri presidente e parlamento regionale.

Autonomie e Ambiente, la sorellanza di forze territoriali e locali che crede nell'ideale della Repubblica delle Autonomie personali, sociali e territoriali, insieme a molti altri movimenti e gruppi locali che credono nel decentralismo, per le regionali siciliane appoggia il movimento politico dei Siciliani Liberi e la loro candidata presidente Eliana Esposito.

I Siciliani Liberi si ripresentano dopo cinque anni, sono maturati, hanno allargato la propria comunità di attivisti, hanno coinvolto una nuova generazione di giovani che sono pronti a impegnarsi. Si sono, cosa altrettanto importante, mantenuti indipendenti dai partiti politici del centralismo romano. 

Il partito dei Siciliani Liberi vuole attuare, con tutta la gradualità e il buon senso necessari, un obiettivo molto ambizioso: il pieno autogoverno della Sicilia, per farne uno dei paesi nuovi che tutti i decentralisti d'Europa (del mondo!) sognano.

Sarà difficile convincere coloro che non votano più, sarà dura raggiungere le persone ostaggio delle solite appartenenze e clientele, ma il solo fatto che i Siciliani Liberi tornino sulla scheda elettorale sarà una garanzia per tutti i Siciliani che le elite al potere non potranno continuare a far finta di nulla nei terribili anni di crisi che abbiamo davanti. 

Lo Statuto siciliano deve trovare piena attuazione.

La Zona Economica Speciale deve diventare "Integrale" (ZESI!).

Le imposte devono essere territorializzate. Non è più accettabile che l'IVA che un siciliano paga per un elettrodomestico costruito da società che hanno sede a Milano o in Lussemburgo, sparisca dalla Sicilia. Problema che, peraltro, riguarda non solo i contribuenti siciliani ma tutti, perché in tutto il mondo siamo stanchi di pagare tasse che non restano sul territorio (e che non vanno affatto in "aiuto" ad altri territori!).

Dobbiamo ribellarci al centralismo autoritario che tratta la Sicilia e molti altri territori (non solo del Sud) come colonie interne da cui estrarre risorse e da cui far emigrare giovani.

Centralismo che, lo si tenga bene a mente, non è solo italiano, ma è anche europeo e globalista. Che non è solo economico, ma che ci ha investito in pieno, fin nei nostri corpi, durante la pandemia, con il ricatto del #Greenpass, e che ci insegue fin dentro le nostre case con l'avanzare di una sempre più sinistra sorveglianza digitale universale.

Se da tutta Italia e ben oltre, stanno arrivando messaggi di solidiarietà e di appoggio alla comunità dei Siciliani Liberi per queste elezioni è anche perché, di fronte ai pericoli del centralismo autoritario, del presidenzialismo, di coloro che con insopportabile leggerezza invocano il "sindaco d'Italia" (che ne diventerebbe fatalmente il nuovo "podestà" o peggio), in Sicilia, regione strategica al centro del Mediterraneo, abbiamo bisogno di una roccaforte di speranza.

Coltivare, con umiltà e con serietà, il progetto del pieno autogoverno della Sicilia è cruciale per il futuro dell'autogoverno di tutti dappertutto!

Che abbiamo bisogno di una nuova generazione di leader locali che pensino al buongoverno locale, alle tradizioni e alle libertà che rendono più umana e più vera la vita, lo comprendiamo anche dal fatto che, sotto elezioni, tutti diventano "civici", "autonomisti", "ambientalisti". Si moltiplicano liste e simboli "sicilianisti" guidati da persone che si presentano come novelli "Masaniello", ma che però sono in politica da decenni. 

Se erano capaci di fare qualcosa di autonomista, questi masanielli, forse, avrebbero dovuto dimostrarlo prima, è lecito domandarsi. 

I Siciliani Liberi, con Eliana Esposito, con il professore Massimo Costa, con Ciro Lomonte, sono di gran lunga più coerenti, più coraggiosi, più credibili. Non facciamoci confondere!

C'è una speranza per l'emancipazione della Sicilia da vecchi e nuovi colonialismi, dai masanielli (veri o presunti, si sa già come vanno a finire), dai gattopardi (per i quali obbedire a Napoli, a Roma, a Milano, a Bruxelles non ha mai cambiato niente). Questa speranza sono le persone libere e moderate, competenti e autorevoli del movimento Siciliani Liberi.

Buon lavoro ai Siciliani Liberi e AN.TU.DO.! (Animus Tuus Dominus, il coraggio sia il tuo signore).

Mauro Vaiani Ph.D.

(garante di OraToscana, segreteria di Autonomie e Ambiente)

info@autonomieeambiente.eu

 


sabato 6 agosto 2022

Prove di centralismo a Piombino

 


Prove di centralismo autoritario a Piombino: per coloro che ancora si rifiutano di capire quanto sia pericoloso aver lasciato così tanto potere in così poche mani, la vicenda del rigassificatore SNAM che si vuole imporre a Piombino sia la campana del risveglio.

Un coraggioso articolo uscito oggi su Bisenzio Sette (numero di venerdì 5 agosto 2022, a cui si riferisce la foto a corredo del post), a firma di Stefano Tamburini, oltre a riassumere i principali errori di Draghi, Cingolani, Giani, Calenda, Renzi, rivela che avremmo potuto anche avere alternative meno impattanti. 

A Piombino e a Ravenna si vogliono imporre dall'alto non solo scelte prese da pochi e nell'interesse (privato, non pubblico) di pochissimi, ma queste scelte sono vecchie. Costano e costeranno molto di più di quelle che potevano essere le alternative. 

Gli attivisti civici, ambientalisti, autonomisti che fanno riferimento a OraToscana, non sono colti di sorpresa. E' nostro compito costruire una alternativa di governo regionale che ponga fine all'ignavia dell'amministrazione di Eugenio Giani. Non si tratta della persona, ma di poca cultura di governo, poca conoscenza dei problemi geopolitici del XXI secolo, poca o nulla coscienza ambientale (tanto ritingersi di verde a parole, ma zero fatti).

La protezione dei media a senso unico s'incrinerà. Centinaia di consiglieri comunali, ignorati quando non derisi dai loro capi partito (di tutti i partiti, purtroppo), si ribelleranno. Le piccole sigle politiche e associative che si autodefiniscono "verdi" senza avere rapporti con i territori, ma solo con il PD, saranno superate.

Ora è il tempo della solidarietà con tutta la comunità e le istituzioni di Piombino, ma ora è anche il tempo di preparare una lista civica regionale che respinga la deriva centralista e autoritaria presa dagli ultimi governi, con la scusa delle continue emergenze.

Ora è il momento di una nuova generazione di leader locali che ponga fine a una retorica ecologista parolaia; che smetta di fare gli interessi delle multinazionali; che si metta di traverso di fronte alla minaccia del presidenzialismo; che restituisca alla Toscana risorse, competenze, poteri e doveri; che ricostruisca sanità e scuola in Toscana; che si riprenda l'acqua e tutti i beni comuni; che gestisca e amministri direttamente le reti di produzione e distribuzione energetica; che abbia come unica priorità la comunità locale, il territorio, l'economia locale, la piccola impresa, la famiglia, le autonomie personali, sociali, territoriali.

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Chi passa da questa pagina e intende partecipare a una seria, competente, moderata svolta civica, ambientalista, autonomista, si iscriva al canale Telegram https://t.me/OraToscana

Amministratori e attivisti possono iscriversi al gruppo Facebook: https://www.facebook.com/groups/566717150501072

Per iscriversi a una tradizionale mailing list: https://diversotoscana.blogspot.com/2022/06/cara-vecchia-lista-postale.html

Le liste e i gruppi civici che volessero contattare Mauro Vaiani, il garante di OraToscana, e i comoderatori Ione Orsini e Cristiano Pennesi: oratoscana@gmail.com 


 


lunedì 1 agosto 2022

Le elezioni precipitate

Su questa disgraziata e decadente Repubblica Italiana sono piombate come una meteorite le elezioni politiche anticipate, che meritano di essere definite "precipitate".

Le responsabilità vanno ben distribuite, certo: la crisi dei Cinque Stelle, questo "Masaniello" collettivo che si sta disintegrando lasciandoci in eredità sia il trasformismo di Di Maio che il giustizialismo di Bonafede; l'opportunismo e il cinismo del centrodestra; la confusione interna al centrosinistra; la sostanziale disorganizzazione politica del centro, prigioniero di figure come Renzi e Calenda che paiono più autoritarie che autorevoli, come accade spesso a chi è subalterno a progetti tecnocratici.

Non possiamo però tacere anche le responsabilità del presidente Draghi: la sua è parsa più una fuga capricciosa che una risposta responsabile alla necessità di accorciare la vita della legislatura. Né è esente da critiche il presidente della Repubblica Mattarella, che ci ha costretto a un voto balneare mai sperimentato prima (ignorando, stavolta, che ci sono ancora problemi sanitari, come mai? Ci sono molti più morti, per Covid e con Covid, di quanti ne avevamo l'anno scorso).

Questa corsa al voto ha stroncato molti provvedimenti necessari e di buon senso, fra i quali la necessaria manutenzione della legge elettorale.

Hanno dovuto fermarsi anche intere comunità politiche, fra cui quella che sta a cuore a questo blog e di cui fa parte la nostra OraToscana, cioè Autonomie e Ambiente (AeA). Nella rete civica, ambientalista e autonomista si stava riflettendo su come portare nel prossimo parlamento delle voci sinceramente appassionate della Repubblica delle Autonomie personali, sociali, territoriali.

Autonomie e Ambiente si è riunita (con i propri organi e in un seminario politico allargato a molte forze sorelle e amiche) e ha misurato le sue forze, decidendo infine di essere costretta a fermarsi, per proteggere il proprio progetto a lungo termine dall'essere maciullato nel tritacarne di una campagna elettorale brevissima, dominata da pochi capi politici centralisti, segnata dalla mancanza di informazione e da regole che, negli ultimi anni, sono state rese ancora più ingiuste e bizantine (grazie anche di questo al disastroso ministero Bonafede).

Pubblichiamo qui integralmente il documento politico di Autonomie e Ambiente, duro con i responsabili del disastroso momento politico e attento a delineare un programma di lavoro ancora più duro per le forze civiche, ambientaliste, autonomiste (quelle vere) che fossero disposte a fare rete in AeA nei prossimi mesi e anni, a partire dalle elezioni regionali siciliane.

 


 

Dichiarazione di Autonomie e Ambiente
sulle imminenti elezioni politiche del 25 settembre 2022
e sulle elezioni regionali siciliane

Udine, 1 agosto 2022

01. Autonomie e Ambiente (AeA), in quanto tale, non presenterà liste alle imminenti elezioni politiche del 25 settembre 2022, ma le forze territoriali che ne fanno parte e che sono in rete con noi non rimarranno in silenzio o in disparte in questo momento storico così difficile.

02. AeA condanna il modo disordinato con cui i vertici istituzionali hanno voluto porre precipitosamente fine alla legislatura, quando erano necessari e possibili importanti provvedimenti di fine anno ed era ancora più necessaria una minima manutenzione della legge elettorale, per aumentare il pluralismo della proposta politica e per restituire agli elettori fiducia nella partecipazione alla vita politica della Repubblica.

03. Nei diversi territori - spesso pateticamente nella migliore tradizione del trasformismo italiano – alcuni avranno la sfrontatezza di definirsi “civici, ambientalisti, autonomisti”, ma i nostri gruppi, attivisti, elettori sapranno riconoscere i millantatori, senza peraltro rinunciare a sostenere qualche personalità veramente indipendente e sinceramente impegnata per la Repubblica delle Autonomie personali, sociali, territoriali.

04. Tutte le forze territoriali della nostra rete manterranno rigidamente le distanze da candidati e liste portatrici di proposte presidenzialiste, centraliste, nazionaliste.

05. I principi autonomisti della Costituzione e gli Statuti di autonomia sono ancora largamente inattuati e di tutto la Repubblica e i territori hanno bisogno, fuorché di una ulteriore verticalizzazione del potere.

06. Dobbiamo invece lottare per autonomie locali ancora più forti, come indispensabile presidio di libertà, corresponsabilità, solidarietà, in questi tempi di centralismo autoritario, guerra e disinformazione, crisi sociale e sanitaria, stagnazione e inflazione.

07. Se vogliamo che giustizia fiscale e monetaria, assistenza sociale agli ultimi, innovazione tecnologica, transizione ambientale, siano perseguite con moderazione ed equità, esse devono essere portate avanti da autorità locali vicine alle persone e alle comunità, non da alte e lontane tecnocrazie centrali, tanto meno da multinazionali.

08. Autonomie e Ambiente esprime il proprio convinto sostegno alle candidature autonomiste che saranno presentate nei collegi uninominali della Valle d’Aosta.

09. Per le prossime elezioni regionali della Sicilia, AeA appoggia convintamente le liste del movimento Siciliani Liberi e la candidata presidente Eliana Esposito, portatrici di un coraggioso programma di piena attuazione dello Statuto siciliano, ricostruzione di una economia e di una finanza locali con il progetto della Zona Economica Speciale Integrale (ZESI), impegno contro lo spopolamento e l’impoverimento della Sicilia, che sono la dolorosa conseguenza di ciò che non esitiamo a chiamare con il suo nome: colonialismo interno.

10. Gli impegni di lungo termine che le forze di Autonomie e Ambiente e gli alleati civici, ambientalisti, autonomisti avevano preso con l’Appello 2023 saranno mantenuti e portati avanti.

11. Proseguiremo il nostro lavoro politico ed elettorale per dare attuazione ai principi autonomisti che furono ripristinati dai padri e dalle madri costituenti, oltre che per spingere l’Europa intera verso ideali di “autogoverno per tutti dappertutto”, pace, giustizia, salvaguardia del creato, libertà e responsabilità verso le generazioni future.

 

A cura della presidenza di Autonomie e Ambiente - AeA

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