Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

martedì 29 marzo 2022

Non dimenticheremo


 

Da un'amica, che preferisce restare in disparte, ricevo e volentieri pubblico...


27 marzo 2022

Fine dello Stato di Emergenza?


In questi giorni ricorre un anno dalla mia guarigione da Covid. Che guarigione non è stata. È stato un lungo Covid che lentamente mi sta lasciando. 

Pochi giorni fa ho scoperto che oltre ai problemi cardiaci, il Covid ha lasciato cicatrici sui miei polmoni e ho avuto la polmonite interstiziale che non ho curato perché non sapevo di averla. Come ho fatto a superarla non lo so.  Ora ho capito perché non riuscivo neppure a salire le scale… 

Io non li perdonerò mai. 

So che in pochi la pensano come me, ritenendo l’operato del governo “il meglio possibile”, date le circostanze. Va bene così. Ognuno ha il proprio sentire. Per quanto possa valere, pochissimo, lo so, io, nel mio piccolo, disprezzerò la classe dirigente che ha gestito questa pandemia finché avrò vita.

Non li perdonerò per non aver fatto il possibile per sperimentare cure precoci per le persone malate di Covid. Per aver mantenuto in essere un protocollo assurdo di “tachipirina e vigile attesa”, che ha fatto migliaia di morti ed ha lasciato soli gli ammalati. Che una volta “guariti”, se hanno riportato conseguenze, devono vedersela con le proprie disponibilità economiche, rivolgendosi alla Sanità privata, perché il Pubblico non ha risorse e rimanda accertamenti diagnostici e visite a mesi a venire. Nessun protocollo per i “guariti” se non sono stati ospedalizzati.

Non li perdonerò per l’assenza di un piano pandemico, per esserci trovati senza mascherine, guanti o camici, per i medici e tutti gli operatori sanitari morti sul lavoro, a trattare qualcosa di sconosciuto a mani nude. 

Non li perdonerò per gli anziani morti nelle Rsa, dove hanno portato i positivi a contagiare tutti.

Non li perdonerò per i tagli dei posti letto, per i tagli al personale, per il blocco del turnover, per le razionalizzazioni mascherate da potenziamenti, per aver lasciato indietro altre patologie, per l’ingerenza della politica in Sanità. E non li perdonerò perché dopo due anni pochissimo si continua a fare. 

Non li perdonerò per i danni psicologici ad una fetta consistente della popolazione a causa di una comunicazione terroristica e colpevolizzante ed aver tergiversato per garantire supporto psicologico a tutti. 

Non li perdonerò per aver abbandonato bambini e adolescenti, per averli additati come untori, per non averli rassicurati. Per non aver fatto della Scuola in presenza una vera priorità, investendo in locali areati meccanicamente, in numeri più piccoli per classe, in vero e capillare tracciamento e screening,  in mascherine Ffp2 per i docenti ed il personale. Per aver permesso che un luogo di inclusione, la Scuola, diventasse un luogo di discriminazione. 

Non li perdonerò per i bus ed i treni che erano carri bestiame prima e lo sono rimasti. 

Non li perdonerò per i soldi sprecati in mascherine-pannolino inutilizzabili, banchi a rotelle o bonus assurdi, mentre attività fallivano e famiglie non arrivavano a fine mese. 

Non li perdonerò per aver avviato la campagna vaccinale lasciando indietro gli anziani ed i fragili, vaccinando prima categorie come avvocati e giornalisti o giovani insegnanti, mentre i sessantenni/settantenni morivano. 

Non li perdonerò per aver messo a rischio i giovani con gli "open day", con farmaci raccomandati per gli over 60. 

Non li perdonerò per non aver mai preso in considerazione il principio di precauzione per la vaccinazione a bambini e adolescenti (anche guariti!) e continuare a somministrare agli under 30 quando è appurato che i rischi di miocardite aumentano. È scritto pure sul bugiardino! 

Non li perdonerò per una vaccinazione di massa che ha stritolato persone impaurite, che non ha saputo comunicare e dialogare, che non ha previsto esoneri basati sul principio di precauzione o pareri di specialisti, che ha visto medici di medicina generale e pediatri, completamente succubi, abdicare alla loro funzione.

Non li perdonerò per il trattamento riservato ai guariti, contro ogni evidenza scientifica. 

Non li perdonerò per la politica paternalistica e ricattatoria del "Green Pass", con ricadute pesantissime su minorenni e giovani non vaccinati. Ancora, fino al 1 maggio, ci sono dei ragazzini che non possono fare sport perché non hanno il "super Green Pass", mentre Omicron colpisce indiscriminatamente vaccinati e non. 

Non li perdonerò per aver fatto passare l’idea che i diritti (istruzione, lavoro, mobilità) si possano mettere fra parentesi, senza, peraltro aver cercato, prima, con oggi mezzo, altre soluzioni. 

Non li perdonerò per aver scaricato la responsabilità sui cittadini, per aver zittito il confronto ed il dibattito fra persone autorevoli, proponendoci la semplificazione macchiettistica vax-novax, per il linguaggio bellico ed il linguaggio d’odio che è entrato nel nostro quotidiano, a partire proprio dalle Istituzioni e ha spalancato le porte al pensiero binario che troviamo pari pari nel dibattito sulla guerra Russia-Ucraina. 

Infine, non li perdonerò perché so, che la prossima volta, faranno lo stesso e non avremo imparato nulla.
 

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Il fatto che questo testo, che evoca il J'accuse di Zolà, che ci riporta al Pasolini di "Io so", che ci ricorda come le menti delle masse siano state oscurate, debba essere pubblicato senza il nome della sua Autrice, è agghiacciante. Ma non disperiamo! Come persone impegnate in politica, non spetta a noi condannare o perdonare, ma ricordare sì. Tutto ciò che è accaduto deve essere ricordato e, nella prossima legislatura, portato davanti a una commissione d'inchiesta che riporti la verità, unica base per una riconciliazione duratura (nota di Mauro Vaiani, blogger di Diverso Toscana, 29/3/2022).


mercoledì 23 marzo 2022

Sfidenza, avanguardia del credito sociale


 

Fidenza si è ribattezzata Sfidenza, per sottolineare di essere all'avanguardia nel controllo sociale, perché degli esseri umani proprio non ci si può fidare.

Grazie alla sua efficiente amministrazione di "sinistra", ai big data, agli studi che il Comune ha finanziato sulla "psicologia sociale", probabilmente grazie anche all'esperienza maturata attraverso una applicazione maniacale del "Green Pass", ha finalmente abbracciato i primi elementi di tecnofascismo, avviandosi alle magnifiche sorti e progressive del postcomunismo cinese. 

Le innovazioni sono state rese possibili grazie ad ACER, http://www.aziendacasapr.it/, azienda di gestione delle case pubbliche della provincia di Parma.

Gli asociali, i pigri, gli improduttivi, i maleducati, i diversi, che hanno ottenuto un appartamento di quelli per "povery", saranno finalmente sottoposti a un regime meritocratico, attraverso una patente a punti, un sistema di credito sociale per il controllo delle loro abitudini, che sono quasi sempre cattive. Avranno 50 punti e potranno perderne 20 se innaffiando i vasi l'acqua colerà dai terrazzi.

Immaginiamo che, per controllare questi improduttivi e marginali nuclei familiari, si ricorrerà alla sorveglianza universale digitale, con telecamere, ma ci si avvarrà anche di sistemi più tradizionali, come la delazione di vicinato e il kapò di condominio.

Per approfondire:

https://www.byoblu.com/2022/03/22/fidenza-patente-a-punti-per-case-popolari/

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Ironia a parte su questo pezzo d'Emilia caduto nelle grinfie di tali tecnocrati che evidentemente non credono a nulla e quindi sono capaci di tutto, proponiamo un contrappunto.

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Per i pochi che ancora hanno un po' di cultura politica, princìpi e valori, o almeno un po' di buon senso, ricordiamo una piccola storia toscana, anzi più precisamente maremmana.

Torniamo un attimo indietro di una settantina d'anni, alla riforma agraria. 

Con tutti i suoi enormi difetti, trasformò diverse migliaia di poveri salariati in piccoli proprietari coltivatori diretti. Spesso troppo piccoli, poco preparati (oltre che mal guidati e mal consigliati dalle autorità pubbliche, ma di questo parleremo un'altra volta) per riuscire a fare del proprio podere una vera azienda autosufficiente. 

Quasi tutti, però, si sentirono più forti grazie alla casa e alla terra che avevano ricevuto a condizioni di favore, riscattabile in trent'anni. 

Si avviarono così al loro riscatto. Si inventarono altri lavori. Mandarono i loro figlioli a scuola. Crearono botteghe e fabbrichette. Le campagne si spopolarono meno che altrove. Nacquero persino nuovi borghi, in un tempo in cui tutti i paesi antichi dell'entroterra stavano invecchiando e morendo.

E' vero, non c'era l'Europa, non c'era la globalizzazione, non c'era il digitale, ma forse c'erano convinzioni e un cuore cristiano e socialista batteva nella nostra Maremma amara.


sabato 19 marzo 2022

Il nodo di San Giuseppe e l'appello per salvare i crinali fra Toscana e Romagna

 


In questo giorno ci siamo svegliati che fischiava il nodo di San Giuseppe. Un bel po' di vento e freddo, proprio nell'imminenza della primavera, a cui siamo abituati e che anzi speriamo che duri, in questo tempo in cui temiamo sorprese climatiche ben peggiori.

Ricevendo dai comitati e dai movimenti mobilitati contro l'eolico sul crinale tosco-romagnolo, le notizie sulla loro bella giornata di mobilitazione di oggi a San Godenzo, prendeva un po' di sconforto, pensando a quanto miopi, ignoranti, avventate siano le nostre classi dirigenti in Toscana, in così larga parte.

Ci sarà un motivo per cui, qui in Toscana, siamo stati terra di mulini ad acqua e non di mulini a vento? E' così difficile comprendere che siamo sulla strada sbagliata? Che stiamo facendo prendere decisioni a persone che i territori su cui tendono le loro pericolose ambizioni non li hanno nemmeno mai visti?

Non si capisce come possano restare inascoltate le voci contrarie a riempire i crinali della Toscana di torri di 160 metri. Il maxieolico l'abbiamo già provato e abbiamo già compreso che non è adatto alla nostra terra. Perché insistere?

Qui di seguito, riportiamo uno degli appelli che abbiamo ricevuto e ribadiamo l'adesione di OraToscana alla protesta contro l'eolico nel Mugello.

Mauro Vaiani Ph.D.

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Comunicato stampa:
 
LA BATTAGLIA CONTRO L'IMPIANTO EOLICO INDUSTRIALE
SUL GIOGO DI VILLORE E CORELLA CONTINUA!!!
 
La realizzazione dell'impianto eolico industriale sul crinale del Giogo di Villore e Corella, come da progetto presentato da AGSM-AM, è davvero un errore grave da evitare assolutamente.
La Conferenza dei Servizi avviata nel 2020 per evidenziare la compatibilità del progetto con le norme di Valutazione d'Impatto Ambiantale (VIA) e di Valutazione di Incidenza Ambientale (VIncA) si è conclusa a fine 2021 e la Regione Toscana con Delibera di Giunta del 7 febbraio 2022 ha approvato il progetto. Molti e importanti problemi non sono stati affatto risolti, si è passati direttamente all'approvazione delprogetto rimandandone la soluzione al momento dell'esecuzione, per non essere costretti a bocciare il progetto in quanto incompleto.
I pareri negativi o sospesi degli Enti preposti alla salvaguardia dell'ambiente e del paesaggio, quali la Soprintendenza A.B.A.P. per la città metropolitana di Firenze, Pistoia e Prato, l'Ente Parco delle Foreste Casentinesi, ARPAT (Agenzia regionale di protezione ambientale Toscana) i comuni di S.Godenzo e quello di S.Benedetto e Portico di Romagna, e da associazioni ambientaliste di rilevanza nazionale quali Italia Nostra, C.A.I. (Club Alpino Italiano), AsOER (Associazione non lucrativa e di volontariato di ornitologi), Associazione IDRA, e di numerosi cittadini abitanti della zona, sono stati volutamente ignorati.
Ci chiediamo come la Regione abbia potuto ammettere la realizzazione di un impianto industriale sull'Appennino, a 1000 m di quota e che ricade per opere accessorie in Siti protetti della Rete Natura 2000, quali nel territorio toscano: ZSC IT5140005 Muraglione Acquacheta, ZSC IT514004 Giogo-Colla di Casaglia e ZSC IT5180002 Foreste Alto Bacino dell'Arno (ricadenti nella città metropolitana di Firenze) e in Romagna: ZSC-ZPS IT408002 Acquacheta e SIC-ZPS IT408003 Monte Gemelli – Monte Guffone (ricadenti nella provincia di Forlì-Cesena).
 
QUESTI SONO I DANNI PIU' RILEVANTI CHE CI FANNO RITENERE INSENSATA LA DECISIONE DELLA GIUNTA REGIONALE TOSCANA:
 
•il dissesto idrogeologico e il pericolo di frane e smottamenti del versante appenninico e della valle di Corella derivati dai lavori di realizzazione della nuova viabilità di avvicinamento al crinale e quella di allargamento e rifacimento della strada di Corella;
 
•le interferenze con il reticolo idrografico e in particolare con la fonte del Solstretto che andranno ad impattare negativamente sulle risorse idriche di tutta l'area castanicola di Villore e sulle fonti del comune di Vicchio a rischio scomparsa;
 
•la scomparsa certa di almeno 9 Ha di bosco in vetta e lungo il percorso di avvicinamento dalla cabina SNAM al crinale, che saranno completamente rasi al suolo per fare posto alle strutture stradali di avvicinamento e ai cantieri di lavoro, e chepotranno diventare anche molti di più all'occorrenza. Questi boschi sarannopersi per sempre, infatti, nonostante la disponibilità di terreni offerta dalla UMCM, il proponente AGSM-AM ha risposto negativamente alla richiesta di piantumazione sostitutiva, preferendo pagare una misera ammenda, piuttosto che impegnarsi a restituire i boschi al territorio;
 
•la strage progressiva di uccelli di elevatissima importanzaper la biodiversità e gli equilibri tra popolazioni del sito e delle aree protette limitrofe, quali i grandi rapaci e gli uccelli migratori, le cui rotte si appoggiano precisamente ai valichi appenninici;
 
•l'abbattimento d'intere popolazioni di pipistrelli a rischio estinzione, fondamentali per l'equilibrio ecologico tra le specie;
 
•l'inquinamento delle acque in uscita dai cantieri in quanto non è stata prevista una rete di raccolta dei reflui superficiali dotata d'impianto di depurazione in quota perprevenirne la diffusione degli inquinanti nell'ambiente;
 
•l'interferenza visiva delle pale (160 m alte) con il paesaggio appenninico di crinale, che, oltrepassando anche la distanza massima prevista dalla normativa, ne deturpa la bellezza.
 
Questi e molti altri problemi che sono rimasti aperti ci inducono a ritenere che la Regione Toscana avesse già in partenza deciso di approvare il progetto per far quadrare i conti con le previsioni del programma di riduzione di CO2 al 2020 imposti dalla UE e che l'intero procedimento del PAUR (procedimento autorizzatorio unico) sia stata solo una grande farsa, inutile e costosa.
 
VOGLIAMO EVITARE CHE SI REALIZZI QUALCOSA DI CUI A BREVE DOVREMO PENTIRCI SENZA PERO' POTER PIU' TORNARE INDIETRO
 
A QUESTO SCEMPIO DICIAMO NO
 
PER TUTELARE IL CRINALE CONTINUIAMO A BATTERCI!
 
CHIEDIAMO A TUTTI I CITTADINI MUGELLANI DI UNIRSI A NOI IL 19 MARZO PROSSIMO NELLA GIORNATA DI PROTESTA E DI FESTA CHE ORGANIZZIAMO A S. GODENZO, CON IL PATROCINIO DEL COMUNE E L'ADESIONE DELLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE E I GRUPPI CONSILIARI DEI COMUNI DI VICCHIO E DICOMANO CHE SONO CONTRARI ALL'IMPIANTO.
 
Comitato per la Tutela del Crinale Mugellano (CTCM)
 
libericrinali2021@gmail.com
 
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OraToscana, la nostra piccola rete civica ambientalista autonomista, aderisce totalmente all'appello e continuerà a seguire la resistenza dei crinali, dal lato della Toscana, solidarizzando con gli attivisti di Romagna impegnati sull'altro.

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Scriveteci a oratoscana@gmail.com


giovedì 17 marzo 2022

Appello di Autonomie e Ambiente per il 2023


Pochi giorni fa, per la precisione il 9 marzo 2022, Autonomie e Ambiente ha pubblicato un appello per la formazione di una lista dei territori per la Repubblica delle Autonomie. Non in solitudine, si specifica, ma cercando alleanze con tutte le forze storiche delle Autonomie e con quelle tantissime realtà civiche, ambientaliste, autonomiste, localiste, decentraliste, territorialiste, che si stanno moltiplicando in tutti i territori della Repubblica.

L'appello è articolato in dodici punti, molto densi, che richiedono a chi li voglia approfondire qualcosa che oggi è rara avis: capacità di studio, scelte di campo, senso di sacrificio. Non è, evidentemente, scritto per tutti. L'appello si rivolge a persone che coordinano realtà e lotte territoriali, che si sono già presentate alle loro elezioni locali, che amministrano o hanno amministrato.

Si capisce subito, dalla lettura dell'appello, che i movimenti di Autonomie e Ambiente, durante questi ultimi due anni di crisi pandemica, si sono schierati contro le torsioni autoritarie e il delirio del #GreenPass. Si comprende che la sorellanza decentralista è appassionata di economie locali e ispirata da decenni di resistenza alle storture della globalizzazione. Molto nette sono le prese di posizione contro il presidenzialismo e contro tutte le concentrazioni di potere. Tuttavia il mondo che potrebbe riunirsi in Autonomie e Ambiente, in una comune battaglia contro il centralismo dello stato italiano e della tecnocrazia europea, è ampio e diversificato. Non si sta unendo in un partito, ma anzi aspira a far arrivare nel prossimo parlamento una nuova ed estremamente plurale generazione di leader locali.

Interessante è la rivendicazione delle radici storiche. Ormai è raro incontrare in politica iniziative che abbiano una memoria così lunga. L'appello cita un elenco esemplare di padri costituenti: il valdostano Giulio Bordon, il toscano Piero Calamandrei, l'umbro Tristano Codignola, il siciliano Andrea Finocchiaro Aprile, il sardo Emilio Lussu, il romagnolo Aldo Spallicci, il friulano Tiziano Tessitori. Ciascuno di essi è stato "autonomista" a suo modo ma di certo, se le loro idee avessero prevalso, la nostra Repubblica Italiana sarebbe oggi molto più fedele al progetto di Repubblica delle Autonomie inciso nella Costituzione. Non saremmo ancora la Svizzera, ma di certo saremmo molto meno arretrati, dal punto di vista della qualità e della responsabilità dell'autogoverno locale, di quanto siamo oggi.

 

L'appello politico-elettorale è accompagnato da una suggestione grafica molto significativa (vedi immagine qui sopra): una carrellata di sei simboli che sono stati usati in quasi mezzo secolo di alleanze tra forze politiche territoriali. La suggestione contiene un messaggio che solo coloro che hanno partecipato in prima persona a questo dialogo tra forze locali possono ascoltare.

La sfida di Autonomie e Ambiente è quella di tramandare alla generazioni future sentimenti apparentemente lontani nel tempo e nello spazio, eppure incredibilmente convergenti come l'antico autonomismo antifascista della Union Valdôtaine, la storica rivendicazione dell'identità e dell'autogoverno friulano, l'autonomismo della Romagna e della Toscana, la voglia di riscatto di Napoli, la rivolta di una terra come la Calabria contro un feroce neocolonialismo interno, l'anticolonialismo esplicitamente indipendentista di Sicilia e Sardegna.

Per approfondire, si deve leggere integralmente l'appello:

https://www.autonomieeambiente.eu/appello-2023

Su uno dei siti più attenti ai movimenti profondi della politica italiana, "I simboli della discordia", Gabriele Maestri ha dedicato un ottimo articolo ad Autonomie e Ambiente: 

https://www.isimbolidelladiscordia.it/2022/03/autonomie-e-ambiente-il-progetto-e.html

Non si dimentichi che Autonomie e Ambiente è strettamente connessa con una piccola ma combattiva famiglia politica europea, l'Alleanza Libera Europea, meglio nota come European Free Association (EFA). Si tratta della componente, interna al gruppo verde nel Parlamento europeo, che raccoglie le storiche nazioni senza stato, come Catalogna e Corsica, ma anche tantissimi autonomisti ambientalisti da tutto il continente. Per chi volesse approfondire questo aspetto:

https://www.autonomieeambiente.eu/chi-siamo

Un'ultima annotazione la vogliamo fare riguardo allo studio di simbolo con cui si presenta Autonomie e Ambiente (riprodotto in cima a questo post). Non è un simbolo elettorale definitivo, quello verrà scelto più avanti dalle forze della sorellanza, ma contiene senza dubbio alcune idee forti: la scelta ecologista, la critica dell'Europa così com'è oggi, l'antiautoritarismo del "Ragazzo che sorride" (lo Smiling Boy del Forum Civico di Vaclav Havel). Non si può fare a meno di notare, infine, in questa famiglia politica confederalista, la centralità della persona umana e delle comunità in cui essa si realizza. E' per la persona e le sue comunità più prossime e quindi più vitali, che Autonomie e Ambiente ha abbracciato la suggestione dell'autogoverno di tutti dappertutto, tanto cara al nostro blog.

* * *



 

mercoledì 16 marzo 2022

Centenario di Gioiello Orsini: pace e lavoro, ricostruzione e libertà


 

Cento anni fa, il 16 marzo 1922, nasceva Gioiello Orsini: #CentenarioGioielloOrsini.

Fu attivista socialista, amministratore e poi sindaco della ricostruzione del comune di Vecchiano e dei suoi paesi. Poi diventò presidente della provincia di Pisa e, se non fosse morto relativamente giovane, avrebbe sicuramente continuato a contribuire alla vita politica toscana e dell'intera Repubblica.

Non è solo un anniversario di coloro che hanno una storia e una tradizione socialista. E' una memoria che ci riguarda tutti, tanto più in questi anni così drammatici che stiamo vivendo, in mezzo a problemi che non si risolveranno facilmente.

Tramandiamo, attraverso il ricordo di Gioiello Orsini, gli anni in cui la politica era speranza, pace e lavoro, ricostruzione e libertà.

In attesa che le istituzioni (in particolare il comune di Vecchiano e la provincia di Pisa) celebrino in modo opportuno e unitario il centenario di Orsini, il gruppo civico, ambientalista, autonomista "Un Cuore per Vecchiano", lo ricorderà ogni giorno con una foto, una parola, un segno.

Potete seguire le celebrazioni a partire da questa pagina Facebook:

 


Qui un collegamento diretto:

https://www.facebook.com/UnCuoreperVecchiano/posts/3164913373760567

Qui il collegamento a un articolo che l'autore di questo blog scrisse alcuni anni fa:

https://diversotoscana.blogspot.com/2016/06/33-anni-dopo-ancora-simbolo-di.html


domenica 13 marzo 2022

La guerra che non si può vincere

 


La guerra nella modernità globalizzata non si può vincere.

David Grossman, quando scrisse il suo bel libro del 2014 intitolato "La guerra che non si può vincere" parlava dello stato di Israele e delle comunità arabo-palestinesi, ma qualcosa del genere, più avanza la globalizzazione, più diventa vera per tutti.

La Russia non potrà mai in alcun modo sottomettere l'Ucraina e anche se la radesse al suolo e costringesse non due milioni ma venti milioni di Ucraini all'esilio, la Federazione russa guidata da Putin incasserebbe tali contraccolpi da uscirne dissolta.

Allo stesso modo l'Ucraina, una volta sopravvissuta all'invasione, non potrà mai più riprendersi il Donbass, le repubbliche di Lugansk e Donetsk, la repubblica di Crimea.

In modo analogo, l'Etiopia non riuscirà mai più a sottomettere definitivamente il Tigrè (Tigray), l'Arabia Saudita non riuscirà a domare lo Yemen del Sud, il governo di Brasilia non riuscirà a terminare la colonizzazione dell'Amazzonia, la Cina postcomunista non riuscirà a riprendersi Taiwan con la forza.

Sono solo degli esempi, che ci servono per evocare la grande trasformazione che ci aspetta, l'età della disintegrazione, la necessaria decentralizzazione universale.

I teorici della mobilitazione sociale lo dicono almeno dagli anni Sessanta: in un mondo globalizzato, con la popolazione di tutto il pianeta fortemente interconnessa, con una diffusa capacità di accedere a notizie, immagini, letture, simboli e concetti, l'obbedienza diventa man mano la risorsa più scarsa e ogni forma di concentrazione di potere è destinata a declinare.

Karl Deutsch scrisse che fra tante utopie e distopie che si sono rivelate fallaci, ce n'è un tipo speciale, destinata a rivelarsi la più improbabile, in verità la più utopista, cioè irrealizzabile, di tutte. Si tratta di quella che suggerisce che il mondo possa restare com'è stato fino a oggi (Deutsch, Karl W., 1970 - Politics and Government : How People Decide Their Fate - p. 391).

Siamo nel XXI secolo e pare che le grandi potenze, i grandi media, le grandi multinazionali, le grandi istituzioni internazionali siano dominate da persone con la testa prigioniera del XX secolo.

Questa guerra è già durata 18 giorni, a oggi, domenica 13 marzo 2022. Sono già troppi.

Una guerra che non si può vincere è persino peggio di una guerra che nessuno voleva. 

Non può che finire e finirà. 


venerdì 4 marzo 2022

Pasolini contro il tecnofascismo

 


Per onorare il centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini vogliamo ricordare la sua intuizione forse più ficcante, quella contro l'avvento, nella modernità tecnologica, di un tecnofascismo capace di irrigidire i rapporti di forza nella società fino a renderli immodificabili.

Pasolini, poeta e romanziere, saggista e regista, nacque per caso a Bologna il 5 marzo 1922 e morì, nelle note terribili circostanze, a Roma il 2 novembre 1975. Ma era friulano e parlava e scriveva la sua madrelingua, oltre all'italiano medio.

Fu una figura controversa, capace di suscitare polemiche furiose per la radicalità della sua critica alla nascente società dei consumi, in cui vedeva dissolversi la tradizione, i valori più profondi della vita umana, l'equilibrio tra essere umano e natura.

Di più, intravedeva nel trionfo del capitalismo consumista globale, una massificazione capace di piallare ogni diversità economica e culturale locale, l'avvento di un nuovo autoritarismo planetario, sotto il cui giogo non sarebbero sopravvissute le autonomie personali, sociali, territoriali.

Tutto, sotto il rullo compressore dell'omologazione, del conformismo, del consumismo di massa, sarebbe diventato immodificabile: i rapporti tra persone impoverite di relazioni familiari e sentimentali, le relazioni tra ceti, i rapporti di forza tra classi sociali, i confini degli stati, i tempi e i ritmi dell'urbanesimo, gli abiti che ci avrebbero fatto indossare, il cibo standardizzato, le medicine prodotte in modo industriale per somministrazioni di massa, il flusso delle informazioni, gli stessi pensieri. Suona familiare tutto questo, vero?

Dopo il lavaggio del cervello a cui siamo stati sottoposti per farci accettare cose che non stanno né in cielo né in terra come il "Green Pass", forse ce ne rendiamo maggiormente conto. E poiché l'inquinamento, le guerre, le ingiustizie continuano, continueranno anche a mentirci per farci accettare di tutto e di più.

Fu una cassandra dell'avvento di un pensiero unico, che si sarebbe ovviamente presentato come benevolo e "liberale", che si sarebbe addirittura ammantato di "antifascismo", per realizzare un fascismo ancora più perfetto, che avrebbe richiesto una obbedienza ancora più cieca delle dittature e dei totalitarismi del passato.

A una umanità privata di radici, di spiritualità, di diversità, di senso della famiglia e della comunità locale, di educazione popolare di prossimità, di servizi pubblici e beni comuni locali, sarebbero state offerte, in cambio di una rigida obbedienza, alcune misere cose: una certa quantità di beni di consumo materiali; qualche diritto civile da esercitare sempre entro i rigidi canoni stabiliti dal pensiero dominante; l'illusione di essere liberi e persino, ogni tanto, la possibilità di poter scegliere tra candidati apparentemente diversi e in realtà tutti difensori dello status quo.

Non fu certo un pensatore sistematico e forse fu eccessivamente pessimista. Per esempio, forse, non intravide che la sua rivolta contro il falso progresso avrebbe contribuito alla primavera del pensiero divergente civico, ambientalista, autonomista, antiautoritario che pure stiamo vivendo. 

Tuttavia fu grande, profondo, coraggioso e tutti dovrebbero leggere almeno qualcuna delle sue "Lettere luterane".

Che la Provvidenza lo custodisca nel suo seno.


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