Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

domenica 18 novembre 2018

Ecotoscanismo

 

Una delle cose da salvare, del grande lavoro del dott. Mauro Vaiani nei quattro anni del CLT 2017-2021, è un documento intitolato "Ecotoscanismo", che riproduciamo interamente come si presentava fino al suo ultimo aggiornamento, risalente al 18 novembre 2018. Abbiamo salvato anche l'immagine che corredava il post originale, uno scatto significativo del lago Massaciuccoli, ripreso nel 2013 dalle colline di Vecchiano (ndr, archiviato il 16 aprile 2022).

 


 

 

Ecotoscanismo

Non esiste toscanismo senza una svolta ambientale radicale.

Grazie a chi ci sta scrivendo per migliorare questo documento ecotoscanista!

Fra i primi che hanno voluto suggerirci miglioramenti: Luca Pardi, autore insieme a Jacopo Simonetta di "Picco per capreCapire, cercando di cavarsela, la triplice crisi: economica, energetica ed ecologica", Luce Edizioni, 2017; Gianluca Serra, biologo conservazionista, ecologista e naturalista. I contenuti e i limiti dell’articolo restano, ovviamente, responsabilità politica degli attivisti.

Ultimo aggiornamento: 18 novembre 2018

* * *

Noi crediamo nella Toscana come paese a misura di persona umana, fatto a miccino per una esperienza di autogoverno civico, liberale, democratico, sociale. La Toscana è la “dolce patria nostra” (Piero Calamandrei).

L’amore per la nostra terra, l’assunzione di responsabilità di autogoverno, paesino per paesino, quartiere per quartiere, rione per rione, implica una scelta ambientalista netta e profonda. Accettiamo i cambiamenti che sono necessari: combattiamo gli sprechi, incoraggiamo – senza bigottismi e senza proibizionismi – stili di vita più sobri.

Dobbiamo imparare dalle piccole nazioni e regioni che hanno fatto già molto meglio di noi, puntando a fare molto di più. Dobbiamo proteggere il mare, l’aria, la terra, la flora, la fauna, il paesaggio di Toscana fino al punto di diventare noi stessi un esempio per tutto il mondo.

Dobbiamo fare la nostra parte per rispondere alla crisi ecologica planetaria che, tra le altre cose, ha comportato, solo negli ultimi decenni, la perdita del 60% delle popolazioni di fauna selvatica, oltre che un ritmo di estinzioni di specie viventi che fa scrivere gli studiosi di “sesta estinzione di massa” nella storia della Terra. L’inquinamento riversato nell’ambiente in soli due secoli di età industriale ci sta tornando indietro sotto forma di eventi climatici sempre più estremi, anche in Toscana. Il cambiamento è necessario, e urgente.

Alla base di questa svolta ecologista, ci devono essere investimenti regionali in studio, conoscenza, ricerca, innovazione, oltre che, con saggezza e pacatezza, in educazione dei giovani e informazione a tutta la cittadinanza toscana.

In Toscana vogliamo raggiungere l’eccellenza di una ricerca scientifica orientata verso la salvaguardia del creato. Non consentiremo segretezza, né brevettazione degli studi sui viventi e sul loro patrimonio genetico, né sfruttamento, né crudeltà. Ciò che vive ha una dignità intrinseca, non è solo “utile” o “funzionale” all’uomo, come abbiamo anche recentemente ribadito.

Tutto ciò che è protezione ambientale, dai forestali all’agricoltura, dall’acqua pubblica alla tutela del mare, deve essere riportato sotto il controllo esclusivo e responsabile delle comunità locali.

L’intero territorio toscano, con tutti i suoi beni ambientali e culturali, deve essere considerato come la propria “hasa” e deve essere integralmente protetto.

Perché questo nostro “ecotoscanismo” diventi un programma politico concreto, accettiamo con coraggio le sfide qui ennciate:

Depurazione integrale di tutti gli scarichi liquidi, sia urbani che industriali, con metodi sostenibili, con restituzione di acqua buona all’ambiente; in tutti i corsi e specchi d’acqua toscani deve tornare la vita.

Progressiva messa al bando di ogni prodotto che non sia pensato in termini di riciclo; raccolta facile e agevolata di ogni tipo di rifiuto; riciclaggio di tutto, senza incenerimento e dispersione delle relative polveri nell’ambiente; sostituzione progressiva di ogni materiale plastico o misto, con materiali effettivamente biodegradabili e compostabili; attenzione severa al fatto che molte cosiddette bioplastiche sono compostabili solo in determinate condizioni e comunque devono essere comunque tutte raccolte, per non finire nelle acque e in mare.

Sì a nuovi bacini (e a nuovi impianti idroelettrici) ma solo con il consenso delle popolazioni e solo contestualmente a progetti sostenibili per trattenere e rallentare l’acqua piovana in bacini e casse di espansione, con letti di scorrimento allargati e naturalizzati, per la salvaguardia del territorio e per la mitigazione degli eventi climatici estremi (picchi di siccità, bombe d’acqua).

Sì alla produzione privata, locale, regionale di energie alternative, purché veramente rinnovabili e sostenibili, con procedure snelle e con tecnologie facilmente aggiornabili e comunque reversibili; sì a ogni possibile investimento per lo sviluppo di una rete elettrica intelligente (smart grid) e di nuove tecnologie per la conservazione dell’energia, sotto il controllo di compagnie pubbliche locali toscane. Il grande apporto della geotermia al fabbisogno elettrico della Toscana è importante, ma non possiamo premere oltre sullo sfruttamento. Ci si deve aprire a ogni innovazione disponibile nell’impiego del sole, del vento, del freddo delle profondità, delle maree e della gravità, con il consenso e la partecipazione delle popolazioni locali, nel rispetto del paesaggio e senza consumo irreversibile di territorio. La Toscana deve prendersi la responsabilità, come regione industrializzata che negli ultimi 70 anni ha contribuito significativamente al cambiamento climatico del pianeta, di essere apripista di una vigorosa politica di uscita dalla dipendenza da carburanti fossili in favore delle energie rinnovabili.

Fermo assoluto di ogni ulteriore cementificazione: nessuna nuova costruzione, senza perequazione e restituzione di suolo alla vegetazione e all’agricoltura; sostegno pubblico a ogni forma di bioedilizia; sostegno pubblico a ogni intervento per il risparmio energetico nei luoghi di vita e di lavoro.

Sostegno pubblico a una agricoltura progressivamente meno intensiva e meno dipendente dal petrolio e dalla chimica, dando priorità alle produzioni tipiche e locali; bando di pesticidi e diserbanti.

In Toscana solo allevamento sostenibile di animali, all’aperto, non intensivo, senza medicinali, senza crudeltà; in particolare sostegno all’apicoltura; incoraggiamento di una dieta prevalentemente vegetariana; disincentivi al consumo di latte vaccino importato e di prodotti caseari industriali.

Moratoria della pesca industriale nelle acque toscane; sostegno ai pescatori che accettano di essere protagonisti di una pesca sostenibile e rispettosa; sostegno all’itticoltura sostenibile.

I veri appassionati di caccia e pesca devono essere adeguatamente formati e inquadrati in associazioni di volontariato per la sorveglianza del territorio e il controllo della fauna, ponendosi all’avanguardia nel rispondere alle nuove necessità ambientali e sociali. Porremo fine, insieme ai cacciatori, al bracconaggio, ai ripopolamenti impropri, alle immissioni illegali, agli incidenti mortali, alle regole di accesso troppo lasche, ai calendari troppo lunghi, alla caccia come pratica impropriamente “ricreativa”. In molte aree antropizzate e agricole la fauna va controllata, con l’aiuto di conoscitori e appassionati, ma il concetto di caccia come “sport” deve essere archiviato insieme a tante altre esagerazioni individualistiche e consumistiche.

Rapido abbandono del diesel e della benzina; incoraggiamento dei motori alternativi; valorizzazione di aziende locali toscane per lo sviluppo della mobilità elettrica; valutazione attenta dei carburanti di transizione (idrogeno, biometano, biodiesel), anche per mezzi pubblici (traghetti e aerei compresi); è fondamentale uscire al più presto, nella mobilità e non solo, dalla schiavitù del fossile.

La Toscana vuole la piena responsabilità sul sistema dei parchi nazionali, che, integrati con le altre aree protette, devono essere custoditi gelosamente in quanto rappresentano ciò che rimane di un patrimonio naturale e paesaggistico insostituibile. Tutta la Toscana per noi deve essere trattata come una terra inestimabile, ma i nostri parchi devono essere l’emblema della nostra capacità di conservare e proteggere, per motivi educativi, scientifici, estetici, storici e spirituali. Attorno ai parchi le comunità locali devono essere responsabilizzate nella gestione di una economia locale fondata su ecoturismo e agriturismo.

Che ne pensate?

Volete aiutarci a costruire un ecotoscanismo serio, concreto, praticabile?

Diventate insieme a noi attivisti per costruire insieme il nostro nuovo paese toscano.


* * * 

Purtroppo questo "ecotoscanismo" del CLT 2017-2021 è rimasta soffocato nel solipsismo incompetente e presuntuoso del vecchio "toscanismo". Per coloro che fossero interessati a un impegno popolare per civismo, ambientalismo e autonomismo, raccomandiamo di collegarsi al canale Telegram di OraToscana: https://t.me/OraToscana (ndr).



sabato 17 novembre 2018

Contro centralismo e ignoranza


Contro centralismo e ignoranza, che sono sempre strettamente collegati, i movimenti decentralisti sono una delle poche speranze che abbiamo. Ovunque viviate e lavoriate, cercateci e dateci una mano.



martedì 13 novembre 2018

I comuni sono enti autonomi



Dalla Costituzione italiana:

Articolo 114. La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato. I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i princìpi fissati dalla Costituzione.

Lo riproduciamo qui, come memento per coloro che volessero aggirare la Costituzione, imponendo ad altri piccoli comuni toscani, che domenica scorsa, 11 novembre 2018, hanno votato NO alla fusione, una annessione forzata al comune vicino e più grande.

Per chi volesse mettersi al fianco dei comuni che hanno resistito alle unificazioni imposte dall'alto, invitiamo alla lettura di questo intervento, che a sua volta riporta altre testimonianze ed altri materiali.

Un grazie dal profondo del cuore a Michele Bazzani e Paolo Tacconi di Barberino Val d'Elsa, a tutti ma proprio tutti i comitati per il NO, a Sergio Staderini, a Simone Rimondi, a Marco Buselli, per l'impegno che hano profuso in questo dibattito politico ed elettorale.

Spero che qualcuno dei pochi che ci leggono, trovi il tempo e l'energia per lavorare su un progetto ambizioso: una rivoluzione paesana per tutta la Toscana.

PS: Che c'entra Gandhi? Ci piaceva riprodurre, come hanno fatto gli attivisti del NO alle fusioni, uno dei suoi più noti aforismi: prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono, infine vinci. Di fronte alla prepotenza e alla supponenza con cui si sono volute imporre dall'alto le unificazioni dei comuni, l'unica risposta seria e lungimirante è la lotta nonviolenta per lo SWARAJ, un ideale di autogoverno radicale, di tutti, dappertutto.
 

domenica 4 novembre 2018

A lesson from New Caledonia




I am really sorry about it, but self-government was not built in a single day of glory.
It was instead another independence referendum that went short of a victory, today 4 November 2018, in New Caledonia (Kanak, Nouvelle Calédonie, Nuova Caledonia).
The OUI to full self-government obtained a solid 43%, much more than expected. Two of three provinces voted overwhelmingly OUI.
Unfortunately the third province, the South with the capital Nouméa, which is the most subsidized from France, preferred to remain attached to Paris. 
It is not a definitive political defeat, for the independence movement.
The decolonization process won't be stopped.
Further consultations are already planned in the coming years about the final status of New Caledonia.
It must also be remembered that New Caledonia is already largely self-governing and its autonomy is going to be gradually improved.
So, it is important to look forward, with hope.

However, in my modest opinion, this popular vote in favor of colonial dependence, teaches a lesson to every decentralist movement all around the world.

Decentralism activists should learn how deeply people are brain-washed with a slippery "interdependence" narrative, which is even more powerful than older nationalism (which is not definitely buried, by the way).
The blessing of self-government is not frontally denied - it won't be possible - but it is ambiguously represented as a risky path, and this may result as an easy winning card in a referendum.
You do not even need a "Project Fear", again, as the one put in place to stop Scottish independence in 2014.
You do not even need open brutality, as the one delivered in 2017 to stop Catalan independence.
It is much more easier to speak softly about metropolitan "solidarity", economic "opportunities", individual and family "protection" thanks to a passport which is more widely internationally recognized.
Listening to this paternalistic narrative, the colonized ends up obeying the colonizer.

To cope with this powerful globalist domination of imaginary, virtuality and reality, it is very important to plan self-government as a gradual but irreversible, step-by-step process.
Every territory in search of less dependence, has to fight a nonviolent war of position, made of small advancements and slowly advancing trenches. Fiscal and financial autonomy must be conquered little by little. Powers and resources must be taken one by one from the dominant power.
Step by step, one day soon, a country might have become so soundly and effectively self-governing, that recognition of full and formal independence will be a last and easy move. It happened this way, as some may know, to a few former British dominions (New Zealand, Australia, Canada). It will happen also in New Caledonia.

Moreover, even in the case of a victory, this process would be necessary as well. Too many countries have become formally independent and in fact they are still colonies. The process of conquering effective self-government, little by little, is nonetheless essential, everywhere in this corrupted, polluted, militarized, centralized, still neocolonialist world.

In the meantime, we wish the Kanak people all the best. We were inspired by their colorful and meaningful independence campaign. We believe their full self-government will become reality very soon, because it is the only natural and human political state for everyone, everywhere.

International solidarity with Kanak independence movement
from Florence (Committee Liberty Tuscany)





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