Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

venerdì 28 agosto 2015

Migrants to Death

Source: The Guardian

Perhaps we cry in vain, as voices in the deafening silence of the sea, but we will not keep silent.
We can do something, to stop the slaughter of migrants.
We should help Tunisia, and local governments in Libya, to help refugees on their ground.
And Europeans have a vast diplomatic network. We beseech them to use it, by opening their embassies and consulates, as centers for information, identification and - for those who qualify - asylum concession, in Tunisia, Tripolitania, Cyrenaica, Fezzan, Azawad, Northern Nigeria, North Chad, southern Sudan, Ethiopia, Eritrea, Egypt, Jordan, Lebanon.
And we continue to plead migrants: do not embark, humans, because there's nothing worth your life in Europe - and for those who enter illegally, only exploitation and misery.


lunedì 24 agosto 2015

Black Monday

Copyright info

Dietro l'ennesimo #BlackMonday di oggi non ci sono solo l'avventurismo economico e l'autoritarismo politico della Cina, ma un problema più profondo, crediamo.
Sul mercato finanziario globale circolano immensi capitali creati da ormai incalcolabili debiti pubblici e privati, molto più che dal lavoro e dal risparmio.
Queste immense ricchezze possono rapidamente moltiplicarsi, ma altrettanto velocemente distruggersi. Sono solo virtuali.
Questo non vuol certo dire che non dobbiamo preoccuparcene.
Dietro le fosche previsioni rese popolari in rete da personaggi come Warren Buffett, c'è sempre il rischio che l'ennesimo crollo della borsa virtuale spazzi via anche le persone vere, mettendo in pericolo il loro lavoro, le loro proprietà, il loro status economico e sociale.
Giganteggia, all'inizio di un altro anno economico e sociale che si annuncia non meno difficile dei precedenti, la lezione intellettuale ed esistenziale di Nassim Taleb: non possiamo proprio prevedere.
I mercati virtuali fanno alzare e crollare in un attimo il valore di beni rifugio, case, materie prime, metalli preziosi, oltre che quello di titoli e azioni.
Su questa rischiosa volatilità - intimamente connessa con il debito pubblico, la competizione valutaria, l'austerità, l'impoverimento dei lavoratori, la concentrazione delle ricchezze, il declino dell'uguaglianza - siatene certi, non si costruiscono le forti economie e democrazie locali di cui abbiamo bisogno per vivere e morire con dignità.
Qualcosa deve cambiare.
E presto.

sabato 22 agosto 2015

La caduta di Roma (o di Matteo Renzi?)


Siamo tutti addolorati per Roma, la nostra vicina, figlia e madre della Toscana. Si succedono scandali, disastri, incidenti, e ora un funerale.
All'interno dell'attuale ordinamento repubblicano italiano, non c'è alternativa alle elezioni anticipate per un nuovo sindaco e una nuova assemblea capitolina, di fronte a questa crisi.
Si voti la prossima primavera, dopo il necessario commissariamento.
Si cambino, per l'amor del cielo, anche i vertici di questura e prefettura, che sono rette da figure totalmente subalterne all'attuale andazzo, chiamando una figura diversa, una persona che venga da lontano.
Si può chiamare un europeo, come si è fatto per gli Uffizi?
Ovviamente, senza primarie, senza collegi più ristretti, senza limitazioni serie al sistema criminogeno delle preferenze, la speranza che qualcosa possa cambiare, con nuove elezioni comunali, è minima.
Ma non dobbiamo disperare.
Magari verrà eletta sindaco una persona totalmente fuori dall'attuale status quo.
Con maggiore libertà spirituale, con maggiore indipendenza, il prossimo sindaco (o sindaca) potrebbe far meglio.
Spero che Matteo Renzi, a cui vogliamo bene, capisca la lezione che gli mandano i Casamonica dal loro sfarzoso e pacchiano funerale: l'Italia contemporanea, dopo due guerre mondiali e dopo una serie impressionante di crisi economiche globali, non si può governare con una specie di neo-centralismo via twitter.
Senza la ricostruzione paziente di forti autonomie locali, responsabilità locali, economie locali, il nostro futuro, caro Matteo, non sono gli Stati Uniti, o la Repubblica Federale Tedesca, o la Svizzera, ma la Cina, il Brasile, o il Sudafrica.
Sveglia!


domenica 16 agosto 2015

Notturni e festivi


Approfitto di questa fresca giornata di San Rocco per una piccola riflessione sul lavoro festivo e notturno, che è stato uno dei temi trattati dai media quest'estate.
Qui in Toscana abbiamo un ipermercato che ha deciso di aprire 24 ore su 24, 7 giorni su 7.
Una importante azienda, su nel nord, ha deciso di produrre frigoriferi di lusso anche il giorno dell'Assunta.
A livello nazionale, il Ministero dei Beni Culturali ha deciso l'apertura dei musei nello stesso giorno di Ferragosto.
Tre situazioni diverse, che però possono essere discusse sulla base di uno stesso, e a nostro parere importante, principio.
Voglio essere diretto: imprese e servizi, privati e pubblici, devono essere liberi di chiedere straordinari festivi e notturni, ma questi straordinari devono essere pagati parecchio bene.
Per pagare parecchio bene, intendo qualcosa come il doppio la notte, il triplo il festivo, il quadruplo il notturno festivo, il quintuplo i giorni delle grandi feste tradizionali, quelle attorno a cui si costituisce la nostra identità comunitaria.
Altrimenti si entra in una dinamica di sfruttamento e autosfruttamento.
L'allungamento degli orari mette in discussioni autentici beni pubblici - l'unità delle famiglie, il riposo finesettimanale, la religione civile - e quindi deve essere ripagato con un compenso adeguato, perché ciò avvenga se e quando c'è una utilità ampiamente condivisa nella comunità.
Per sancire il principio generale, occorrono buone leggi, che stabiliscano quale debba essere la giusta mercede per chi lavora, o chi è reperibile, di notte, nel finesettimana, nei giorni delle grandi feste.
Devono essere leggi locali, perché ogni comunità locale ha le sue stagioni, i suoi riti, i suoi traffici. Esigenze specifiche che solo forti democrazie locali possono mettere a fuoco, per rafforzare le proprie economie locali.
Anche il lavoro notturno e festivo, insomma, secondo me, non può e non deve essere un ingrediente di una competizione globale a chi sfrutta di più le persone e la natura, ma un elemento di stimolo a una maggiore inclusione sociale e a un maggior rispetto per il creato.

lunedì 10 agosto 2015

Nonviolence as a revolution in Anatolia

Along with many others, from all over the world, we encourage all the Kurdish peoples and their organizations to transform their struggle in a nonviolent revolution in Turkey, from Istanbul to every corner of Anatolia.This is the time for mass civil disobedience, remembering that if we resist the Turkish state violence with other violence, we simply concede them the ground where the Fascist are stronger.
All available weapons, all the fighters, rather, should move on the Rojava front, in defense of the three autonomous Kurdish cantons of Jazira, Kobani and Afrin.
Let us send our solidarity to HDP co-chair, Selahattin Demirtaş, for his commitment to peace.
Let us send a political prayer to PKK leader Abdullah Öcalan: a nonviolent strategy is urgent in Turkey.
Do not hesitate! The Turkish republic is ready for a nonviolent revolution.

Insights:

- The PKK and the necessary revolutionary nonviolence

- Peace demonstration in Istambul

- The future is not with Erdogan

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