Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso
sabato 31 gennaio 2015
Noè Renzi
Matteo non è più solo Tina - There Is No Alternative - ma ormai anche Noè - dopo di lui il diluvio.
Un'altra bella vittoria, senza sembrare, almeno a una opinione pubblica esterna e simpatizzante come quella a cui chi scrive appartiene, eccessivo e strafottente.
Su Sergio Mattarella, in odore di bigottismo e conservatorismo, non ci facciamo illusioni, ma essere smentiti ci farà piacere.
Si tratta pur sempre di un rampollo di una prestigiosa aristocrazia politica siciliana, un mondo dove tante cose si fiutano prima che avvengano, nemico della mafia e delle ingiustizie sociali, amico dell'Europa, del Mediterraneo, e anche della Toscana.
Potrebbe persino aiutare Matteo Renzi a moderare nei suoi collaboratori una certa vena di velenoso, arrogante, ignorante neo-centralismo, che è, ci pare, la più pericolosa mina su cui potrebbero saltare le riforme e parecchie altre cose.
domenica 25 gennaio 2015
Give Us Hope Greece
Give us hope, Greece, before the morning come.
A few lessons Greece might teach Europe, and beyond, with today's general elections:
- problems cannot be solved with the same mind set and by the same people that created them;
- more equality is possible, even in a small, impoverished, peripheral country;
- lowering debt service and allowing controlled default is capitalism, not barbarism;
- debts forgiveness is in the Gospel, not Apocalypse!
In conclusion, let us repeat it: to create more cash, without increasing debts, it might require something beyond the Euro, to strengthen local democracies and local economies, in the long term, but this would not mean any extremist departure from the status quo.
Forza Greece!
#GUHG! #GiveUsHopeGreece
Starving Greeks queue for food (Source: Daily Mail) |
venerdì 23 gennaio 2015
Il mitico Vincenzo D'Anna, l'ultimo giapponese
Il mitico, ironico e auto-ironico, senatore Vincenzo D'Anna, in senato, in questi giorni, è diventato, da campano che è, un vero ultimo giapponese in difesa del diritto e di una cultura giuridica che esige, prima di tutto, leggi semplici, chiare, leggibili da tutti. Mette, spesso e volentieri, il dito nella piaga di come è stato malamente scritto l'Italicum-Espositum. Il suo forte accento e la sua straordinaria cortesia da vecchio signore napoletano, lo rendono, se possibile, ancora più irresistibile delle sue battute contro i cialtroni e gli stregoni che purtroppo stanno minando, dall'interno, questo disperato tentativo di riformare il paese. Purtroppo la nuova legge Renzi-Berlusconi - per colpa dei loro azzeccagarbugli, temo e, per carità toscana non farò nomi, non ora almeno - sta per essere partorita con un metodo assurdo e incomprensibile di ripartizione dei seggi, in un collegio unico nazionale in cui si dovranno fare calcoli da paura. Come ne usciremo? Siamo ancora in tempo a correggere! Altrimenti ci faremo male.
mercoledì 21 gennaio 2015
Attenti ai lontani
Si fermi, per esempio, l'attacco alle regioni e alle autonomie locali e sociali, come chiedeva, nel 2012 non un secolo fa, Alberto Provantini. E, specularmente, si resista alla tentazione di lasciare intatto il potere delle caste legate alle province, ai prefetti, alle procure, alle superprocure.
Non ci si lasci abbagliare dalla deriva neo-centralista.
Attenti a coloro che vivono lontani da Roma e da Bruxelles.
E' facile dimenticarli, danneggiarli, deluderli.
martedì 20 gennaio 2015
Radicali e liberisti per Tsipras
Marco Cappato, radicale e liberista, si augura il successo della lista Tsipras - quella vera, quella greca - con argomenti pericolosamente vicini alla nostra riflessione su come dare più quattrini al popolo.
Non ne siamo affatto sorpresi, ma anzi piacevolmente compiaciuti e scopriamo, una volta di più, quanto sia importante un pensiero anti-conformista e anti-status quo, per la libertà, per la giustizia, per la democrazia in Europa.
Con una drastica riduzione degli interessi su tutti i debiti, con una ampia remissione dei debiti a tutti i più umili, potremmo forse tirare una riga e avviare un ciclo di ricostruzione, di riforme.
Sì, certo, è difficile.
E' una grande operazione di ristrutturazione, che richiede fantasia e nuovi strumenti (ricordate il nostro discorso su un infruttino per la salvezza della Repubblica italiana?).
Ma abbiamo forse alternative?
Quattrini alla gente, non alle elite
Un'altra voce, stavolta dalla Germania, si spende in favore di misure che aumentino la liquidità in mano alla gente: Daniel Stelter, fondatore di un think-tank berlinese chiamato «Oltre l'ovvio». La tesi è semplice e suggestiva: stampiamo degli euro in funzione anti-recessiva, ma non diamoli alle banche e agli accumulatori di titoli di stato, bensì ai cittadini, direttamente. Troverete molto interessanti anche i commenti, dove si cita, fra le altre cose, una esperienza fatta in Australia. Temiamo che non siano interventi possibili su una scala continentale così vasta e così eterogenea come quella europea, ma queste prese di posizioni contengono una verità: occorre distribuire denaro alla gente.
sabato 17 gennaio 2015
Una notte dedicata al popolo toscano
Bella iniziativa dell'ARCI Toscana stasera, la Notte Rossa.
Coincide anche - non so se volutamente - con la festa tradizionale di S.Antonio abate, protettore amato nelle nostre tradizioni popolari.
In quasi 200 case del popolo ci saranno eventi speciali e si potrà mangiare, bere e stare insieme fino a tardi, spendendo il giusto.
Anche Il Tirreno ha dedicato una bella pagina all'evento.
Le case del popolo sono state un punto di riferimento per borgate e borghi toscani, nei decenni drammatici della modernizzazione e della distruzione delle nostre tradizioni, dei nostri legami sociali, del nostro patrimonio culturale e ambientale. Sono rimaste tali lungo tutto la nostra storia recente, specialmente nei momenti di crisi politica e istituzionale. In questi ultimi anni, le case del popolo e i circoli analoghi sono fra i pochi luoghi rimasti, dove si può ancora discutere di superamento della partitocrazia, di primarie, di rinnovamento, dal basso, della vita pubblica.
Hanno bisogno di rinnovamento e cambiamento, dall'interno, prima di tutto.
E di leggi migliori, che consentano loro di esistere come luoghi di socialità e di cultura.
E di una centralità nel territorio, che può essere garantita ai circoli solo da un rinnovamento politico fondato su una maggiore partecipazione popolare.
martedì 13 gennaio 2015
Three radical dropouts
Prof. Olivier Roy, of the European University Institute, was interviewed today by Il Fatto Quotidiano and expressed what we think is a well-considered view of the Paris terrorists, calling them three marginalized, idle dropouts who were attracted to a very modern brand of nihilism, having only the slightest relationship to religion. On the contrary, their sinister sensibility was very westernized: with self-indulgent victimization, the cowardly bullying of the unarmed, and destructive hatred they sought to compensate for their personal failures.
We do not need new bureaucracies, agencies, and prosecutors to deal with such radical losers. Instead we need law and order, neighborhood by neighborhood - burgh by burgh - with local professional police patrols.
And we need to keep in mind that there is a still open social question that cannot be ignored. For many people – not only immigrants and the young – the risk of becoming labor slaves or joining the marginalized unemployed is too high in our capitalist society.
Clearly, neither of these fates justify becoming a murderer. But if we still believe in our open society, we need to restore inclusion and equality alongside responsibility and legality.
domenica 11 gennaio 2015
Res Publica Europea
Tutti a Parigi, per l'unità repubblicana europea.
Laetare Res Publica Europea.
Laetare Res Publica Europea #WeAreCharlie #FreedomAboveAll #OpCharlieHebdo @matteorenzi
— Mauro Vaiani (@mauro_vaiani) 11 Gennaio 2015
venerdì 9 gennaio 2015
The Radical Loser
Considering the way humanity has organized itself in our global modernity, the number of losers increases every day. After Westernization, uprooted people have become extraordinarily gullible, because ancient religions, traditional cultures, family values, have been destroyed.
When such people, as the Muslim immigrates do, ask themselves, “Why are we humiliated?”, they come up with
simplistic - even if not totally false - answers: the Western world oppress us, hate us, discriminate
against us...
The deprived, the defeated, the loser person may accept her fate, or find her own way to social redemption.
But she may instead seek for a nihilist revenge, embracing false prophets, sinister utopias, extremist movements.
To understand the radical loser, a reading of Hans Magnus Enzensberger is a must.
We are in danger, because our open societies are very fragile and exposed to nihilist terror.
We mourn our martyrs.
We must defend our principles, even by force.
We need to bring to justice the criminals.
But we have also to understand that radical losers are a social reality, not a geopolitical menace.
We do not need another war, but demanding profound social and political reforms.
mercoledì 7 gennaio 2015
Siamo tutti Charlie Hebdo
Prima di tutto la libertà.
Chi sa ridere, è libero, e vive per sempre.
Riposate in pace, sorelle e fratelli caduti a Parigi.
Noi ce la metteremo tutta per continuare a deridere i potenti e i criminali.
Siamo tutti Charlie.
PS
I tre vigliacchi si sono scatenati contro un obiettivo facile e delle persone inermi.
Si tratta, ancora una volta, di disgraziati perdenti radicali.
sabato 3 gennaio 2015
Se Roma non risolve neppure a Roma...
Pare quindi che il caso dell'assenteismo di Capodanno dei vigili di Roma si sgonfierà presto. Sarebbero alla fine solo 44 (su oltre 5.000) gli agenti che si sono dati malati all'ultimo minuto. Non sono pochi, ma sono un numero controllabile e, se necessario, da punire con severità. Da dove venga fuori il calcolo della percentuale di 83% di assenteisti non si capisce...
La vera lezione di questa tempesta mediatica è comunque un'altra: Roma non riesce a comandare e a gestire neppure se stessa.
Del resto ci tocca - vox clamantis in deserto? - ripeterlo: non si possono governare le decine di comunità italiane, dall'alto, da Roma, a suon di proclami televisivi, tweet e messaggini essemmesse.
E' il vero tallone d'Achille di Matteo Renzi, il punto debole che può impedirgli di realizzare le sue - non poche - preziose intuizioni.
Presidente Renzi, fermati e soprattutto ferma questa deriva neocentralista, anti-regionalista, che è anche - e non ne siamo affatto sorpresi - anti-popolare e classista.
La Repubblica e l'Unione Europea sono società vecchie e sempre più complicate, ingiuste e divise.
O torna in campo una prospettiva federale italiana e confederale europea, oppure continueremo a veder crescere odio e povertà.
PS
Direi che sarebbe anche l'ora di smetterla di lapidare gufi e sacrificare capri.
giovedì 1 gennaio 2015
Money to the people, not only in Greece
Ordinary people, all over Europe, not only in Greece with Syriza, do not ask for the moon.
They just want to work harder and, in return, have cash enough for living their own way.
The problem is not the Euro, in Europe.
A strong, international currency, whose value might be protected from politicians' follies, is still more an opportunity than a problem.
People are happy with Eurozone's low interest rates and Euro's high purchase power.
What is really urgent is putting more Euros in ordinary people's hands.
A wide, global reflection is indeed urgent about the necessity of printing less money but transfter more money to the people - a good start may be read in this article by Mark Blyth and Eric Lonergan.
To create more cash, without increasing debts, it is certainly necessary to study something beyond the Euro, to strengthen local democracies and local economies, in the long term. But in the short and mid term there is no need to imagine a radical departure from the status quo!
For start, it would be enough a new season of fiscal equity, within each country, and a new European political solidarity, of the kind had already happened in European history, to save countries from poverty - as Germany after the Second World War.
It would also be very useful to abstain from a gloomy narrative about financial panic in the Eurozone: most of the countries - Greece included - can afford to restructure, or even to default, in many cases of huge public and private debts. And the «markets» know it very well and have already discounted the possible losses. Losses that, by the way, in recent European economic history, have mostly been covered by states' intervention and already paid by the general public through taxation.
So we need something ancient in this new year 2015: mutual generosity and debt forgiveness.
Politicians and central bankers have to struggle to lower as much as possible the interest on all public and private debts.
Italy, for istance, in times of strong Euro and enduring deflation, is still paying 80 billion every year in interest on its debt, 10% of its national budget. Is it really fair? Is the austerity, then, fattening few rentiers at the expense of many workers?
And, of course, if lowering debt service would not prove enough, we must not be afraid to ask the forgiveness of our debts and to forgive our debtors.
Being European means an important thing, among many: we may change perspective, mindset, approach. We may innovate. Let's do it.
Happy new year 2015, peoples of Europe.
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