Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

venerdì 7 dicembre 2012

Speranza per l'Elba

Tutti Uniti per il comune unico “Isola d’ Elba”
Centro convegni “De Laugier“
Portoferraio
Venerdì 7 dicembre, ore 15.oo

Convegno organizzato, in vista del referendum per il Comune Unico “Isola d’Elba”
dal Comitato Comune Unico per l’Elba
Viale Manzoni, 17
57037 Portoferraio
Cell. +39 349 2330350
http://www.comuneunicoelba.com
 
Intervento di Mauro Vaiani
dottorando in Geopolitica dell'Università di Pisa
(Scuola di Geopolitica diretta dal prof. Maurizio Vernassa)
http://diversotoscana.blogspot.com


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Trascrizione del mio intervento, pronunciato online, via Skype, al convegno, nda.

Ringrazio il comitato per questo invito ad intervenire online, non potendo purtroppo essere presente all'Elba. Seguo con passione, ma anche con tanta umiltà, la possibile unificazione dei comuni toscani, come studioso, ma anche come attivista civico-liberale e come cittadino. Questo è il mio contributo, che presento anche in forma scritta.

Voglio innanzitutto ringraziare tre persone, che considero, nella loro diversità, emblematiche della possibilità di una amministrazione diversa per l'isola: prima di tutto il sindaco Roberto Peria <r.peria@comune.portoferraio.li.it>, il cui impegno per l'Elba non ha bisogno di essere ricordato da me; poi il sindaco Anna Bulgaresi, <a.bulgaresi@comune.marciana.li.it>, per il suo coraggio nella riapertura simbolica del sentiero a mare; infine il sindaco Andrea Ciumei, <a.ciumei@comune.marcianamarina.li.it>, che spero sia coinvolto pienamente in questo processo, per i motivi che si capiranno fra poco.

Voglio dire solo tre cose.

La prima: il coraggio dei campanilisti. Ricordiamo che le divisioni campanilistiche della fine del XIX secolo, portarono alla creazione all'Elba, nel 1893-94, del comune più piccolo d'Italia, Marciana Marina, che diventò anche uno dei pochissimi comuni toscani e italiani composti da un unico borgo.
Questa frammentazione avvenne in una Italia centralizzata e centralista, autoritaria e gerarchica. Le ragioni dei campanilisti sono quindi facilmente comprensibili. Volevano fare qualcosa, da sé, con le proprie forze, per il proprio paese.
Fu proprio allora che si cominciò a costruire a Marciana Marina la sua bella passeggiata a mare.
Furono coraggiosi, perché essere indipendenti, autogovernarsi, per un borgo, è una cosa vitale, ma difficile.
Può portare a un processo di coinvolgimento di tutti i residenti, i proprietari, gli imprenditori, nella protezione dei beni ambientali e culturali, nella bellezza, nel futuro.
Allora io faccio una semplice domanda: è possibile che, 120 anni dopo, dopo che è cambiato tutto, non si debba avere lo stesso coraggio che ebbero allora i campanilisti?
I campanilisti ebbero il coraggio di fondare dei piccoli comuni. Allora era possibile, nella amministrazione, nella fiscalità, nell'economia del tempo. Era forse la risposta giusta. Ma lo è ancora oggi?
Oggi, quegli stessi campanilisti, quelli che amano il proprio territorio, devono domandarsi se non sia ora di cambiare gli attuali otto comuni, che sono vecchi, gracili, sproporzionati, indeboliti dalla crisi, dalle mancate riforme, dal mancato federalismo.
Se si vuole fare qualcosa per ciascuno dei borghi dell'Elba, occorre cambiare l'amministrazione dell'intera isola.
Se proviamo a vedere bene cosa avviene in altri territori, vediamo che tutti i comuni più innovativi, oggi, stanno riformandosi, stanno valorizzando le proprie frazioni, i propri quartieri.
Ma per valorizzare i propri borghi, occorre un comune moderno e forte.

La seconda: non tanto municipi, ma piazze.
Ho letto e ascoltato che si parla di 8, 10 o anche 12 municipi, nel nuovo comune.
Non so se la gente ha bisogno di municipi.
Di certo i cittadini hanno bisogno di sentirsi rappresentati e di far parte di borghi la cui identità sia tutelata nel tempo.
E allora io faccio la mia seconda domanda: chi deve decidere le forme di autogoverno all'interno del comune unico?
La risposta è facile: il popolo. Non certo un gruppo di politici o di studiosi. Ci mancherebbe.
Il popolo di ogni borgo deve essere informato, fatto partecipare e fatto decidere, in questo processo.
Vedo che le parrocchie sono almeno quindici, per esempio.
Io, da geopolitico, appassionato di una conservazione del territorio affidata alla responsabilità dei residenti, ne vedo almeno diciotto, di borghi.
Non credo nell'apertura di quindici o diciotto sedi comunali, sia chiaro.
Credo, piuttosto, nella elezione diretta di quindici, o diciotto, o forse anche più borgomastri.
Sì, borgomastri, cioè cittadini che rappresentino ciascun borgo, in modo onorario, con i quali la futura amministrazione unitaria dell'isola possa un domani confrontarsi ogni giorno.
Non devono essere espressione delle parti politiche, come i consiglieri comunali.
Devono essere i rappresentanti non partigiani di ciascun territorio.
I quindici, o diciotto, o ventidue borghi dell'Elba hanno bisogno di una persona a cui politicamente ci possa rivolgere per discutere ogni cosa.
Non impiegati, non uffici, non un piccolo o grande consiglio, ma una persona, una faccia, un proprio conpaesano.
Una persona che, come un portavoce, come un difensore civico, si interessi che il proprio borgo abbia sempre un vigile sul territorio, una piazzola per i rifiuti, una fermata in cui prendere un autobus, una scuola, un giardino, la piazza!


La terza, e ultima: l'unione fra piccoli comuni gracili è un segno di speranza. 
E' l'unica cosa che i cittadini possono fare da se', con le proprie forze, a Costituzione e legislazione invariata, in una Repubblica in declino, in cui sono in crisi, per mancata riforma, tutte le altre istituzioni.
E' anche la cosa più difficile.
Come hanno dimostrato i casi dei recenti referendum del Casentino e dell'isola d'Ischia, nonostante il popolo non sia mai stato tanto sensibile come oggi alla riforma della politica, alla diminuzione dei costi della politica, alla semplificazione amministrativa, basta un po' di diffidenza per fermare ogni cambiamento.
Per come sono impostati i referendum, per come è impostato anche questo referendum elbano, basta che in uno solo, fosse anche il più piccolo dei comuni, vinca il no all'unificazione, e l'unificazione si ferma anche per gli altri sette comuni.
Questo è ovviamente giusto, sia chiaro. E sinceramente, da lontano, in astratto, non sarei affatto sicuro che avrebbe avuto senso proporre al popolo delle subordinate, come il ritorno, per esempio, ai tre comuni storici dell'Elba.
Quindi stavolta non faccio una domanda, ma mi assumo la responsabilità di dare un consiglio: andate ad aprire un dialogo diretto con tutti, come minimo in ciascuna delle quindici parrocchie dell'isola.
E andate a Marciana Marina, a conquistare il cuore degli abitanti del più piccolo dei comuni dell'isola. Quello dove questo referendum potrebbe essere vinto o perso.
Vi auguro di avere, tutti insieme, dal più piccolo al più grande, il coraggio di unirvi, esattamente come oltre un secolo fa, ci fu il coraggio di separarsi.


Grazie di cuore dell'invito, buon lavoro, auguri a tutti per le imminenti feste del cuore d'inverno.

Mauro Vaiani

* * *

Il programma dell'intero convegno:

Ore 15.00
Saluti istituzionali
Roberto Peria, Sindaco di Portoferraio
Introduce

Gabriele Orsini, Coordinatore del Comitato
Comune Unico per l’Elba

Modera
Gaetano Scognamiglio, Presidente Promo PA Fondazione
Ore 15.30

Il riordino delle Province e il ruolo dei Comuni
Emanuele Rossi, Scuola Superiore S.Anna Pisa
Ore 16.00

L’ipotesi di statuto del nuovo Comune e i Municipi
Paolo Carrozza, Scuola Superiore S.Anna di Pisa
Ore 16.30

Il riassetto organizzativo nel Comune Unico
Luca Anselmi, Scuola Superiore Pubblica Amministrazione di Roma
Ore 17.00

Interventi programmati
Umberto Gentini, già Direttore E.V.E
Giuseppe Tanelli, 1°Presidente Parco Arcipelago Toscano
Marco Mantovani, Locman Italia

Ore 17.30
Interventi liberi
- Mauro Vaiani collegato via Skype da Firenze

Ore 18.00
Conclusioni
Riccardo Nencini, Assessore Enti locali
Regione Toscana

* * *

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