Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

mercoledì 25 marzo 1987

L'Europa dei dodici

Frugando nell'archivio digitale, in cerca di qualcosa con cui onorare i 70 anni della Casa del giovane "La Madonnina" di Milano (1953-2023), mi è capitato di ritrovare un mio vecchio articolo del 1987. Penso che sia stato uno dei primi che, oltre che essere stampato, sia stato online su un vecchio sito che aprii su Agorà Telematica per la Casa stessa, come segno di gratitudine per l'istituzione di Don Abramo Martignoni, che mi aveva dato ospitalità a Milano per un anno di formazione professionale. Lo pubblico integralmente, perché mi ha piacevolmente sorpreso che, pur essendo così giovane e ignorante, oltre che soggetto al conformismo dominante, non ero del tutto privo di un certo distacco critico dai processi centralisti e autoritari del nostro tempo. NdA, 9 luglio 2023.


PER L' INFORMATORE DELLA CASA DEL GIOVANE

DA PRATO, 25 MARZO 1987 (RIVISTO A FIRENZE 15 APRILE 1987)

30 ANNI DI EUROPA

UNA TORTA DI COMPLEANNO O UN MARE DI FORMAGGIO ?

Alla fine del Marzo scorso le Comunita' Europee hanno celebrato i 30 di vita. A Roma c'e' stato un vertice solenne per ricordare la firma del Trattato costitutivo, avvenuta proprio 30 anni fa a Roma, in Campidoglio.

Esattamente nel 1957 sei stati europei si unirono per formare un organismo europeo che ponesse le basi della loro integrazione. Erano: FRANCIA, OLANDA, BELGIO, LUSSEMBURGO, GERMANIA OVEST, ITALIA. Ai sei membri originari delle Comunita' Europee si sono aggiunti dopo una decina di anni la GRAN BRETAGNA, l'IRLANDA e la DANIMARCA. Agli inizi degli anni 70 stava per entrare anche la Norvegia, che poi si ritiro' perche' il Trattato di Adesione fu bocciato dai norvegesi in un referendum popolare. In questi ultimi anni hanno portato a termine le trattative di adesione e sono entrati a far parte integrante delle Comunita' Europee la GRECIA, la SPAGNA e il PORTOGALLO. A meta' Aprile ha presentato ufficialmente la propria richiesta di adesione la Turchia. Diciamo per inciso che nell' attuale fase politica questa nuova domanda di adesione richiedera' anni per essere portata a buon fine.

Le Comunita' Europee sono quindi composte ad oggi di 12 stati. Costituiscono quella che e' stata appunto chiamata l' Europa dei 12.

Cosa significava esattamente l'espressione "porre le basi dell' integrazione", usata sin dai Trattati di Roma? La risposta esatta e': affidare sempre piu' poteri politici ed economici ad un' autorita' comune, con l' obiettivo finale di diventare un unico STATO.

Il Trattato di Roma creo' un sistema complesso che comprendeva tre distinte organizzazioni internazionali:

- la CECA (Comunita' Europea del Carbone e dell' Acciaio);

- la CEEA, conosciuta anche come Euratom (Comunita' Europea dell' Energia Atomica);

- la CEE, conosciuta anche come Mercato Comune (Comunita' Economica Europea).

Le strutture comunitarie da allora si sono notevolmente sviluppate. Oggi sono dotate di organi decisionali comuni, che sono:

* il Parlamento Europeo

* la Commissione Esecutiva

* il Consiglio dei Ministri

* il Vertice dei Capi di Governo

* la Corte di Giustizia.

Questi organi sono comunemente noti come le istituzioni delle Comunita' Europee.

Con questo minimo di "vocabolario" ogni cittadino puo' orientarsi meglio di fronte a questo anniversario, e chiedersi anche a cosa tutto cio' gli e' servito.

Da quando abbiamo le Comunita' Europee e la loro complicata burocrazia (chiamata anche, con ovvio gioco di parole, EUROCRAZIA), gli Europei dei 12 paesi membri commerciano tra di loro senza dogane interne. Adottano verso l'esterno tariffe doganali omogenee. Godiamo nei 12 paesi di una notevole liberta' di circolazione ed anche di lavoro. La Comunita' ha emanato norme che hanno avvicinato la legislazione dei paesi membri e l'hanno fatta progredire (ricordiamo solo le direttive in materia ambientale e quelle che tolsero di mezzo certi coloranti dai nostri cibi). L' Europa ha infine una notevole politica agricola, un Fondo Sociale (il cui principale compito e' quello di finanziare corsi di formazione professionale i cui contenuti siano validi per tutti i giovani europei), un Fondo Regionale (che investe nelle regioni piu' povere della Comunita', come il Mezzogiorno, la Scozia, l' Andalusia, la Macedonia greca).

Su un piano diverso i cittadini dei paesi membri hanno avuto vantaggi dalla collaborazione piu' "politica" tra i 12 Stati. In questi 30 anni di vita comunitaria i paesi membri - vecchi e nuovi - con i loro incontri e contatti continui e la massa di interessi che hanno messo in comune, hanno INPERCETTIBILMENTE, ma sicuramente messo da parte la GUERRA, dalle loro relazioni. Il che non e' davvero poco, vista la storia insanguinata del nostro Continente.

Nello stesso tempo i 12 hanno consolidato le proprie DEMOCRAZIE. Forse l'Inghilterra e la Danimarca ci erano riuscite anche in proprio. Ma l'Italia delle trame nere e rosse, la Grecia che solo ieri era in mano ai colonnelli, la Francia tentata dalla democrazia protetta alla De Gaulle, forse di questo aggancio comunitario hanno avuto spesso urgente bisogno.

E ora? I 12 sono abbastanza vicini ad unificare le proprie disposizioni economiche e finanziarie per unificare ancora di piu' i loro mercati. La Comunita' continua ad investire per il progresso sociale e tecnologico. I ministri degli esteri si incontrano per darsi posizioni comuni sugli eventi del mondo, riuscendoci persino, qualche volta. I ministri degli interni collaborano per la lotta al terrorismo. C' e' qualcosa che non va? No, nonostante le lamentele dei federalisti piu' accesi, l'integrazione si conserva e si consolida. Si accusano le strutture comunitarie di affogare in un mare di discussioni sul formaggio olandese e sulle eccedenze di agrumi italiani; oppure di mantenere una costosa eurocrazia solo per promuovere la protezione dell'ambiente e dei beni culturali. O, peggio, servirebbe solo per mandare in giro i cittadini dei 12 stati con un passaporto in cui - sotto la testata nazionale - c'e' scritto anche "Comunita' Europee" in una dozzina di lingue.

Questa ultima cosina, in verita', apparentemente cosi' sciocca, prelude alla possibilita' ormai prossima per il cittadino di uno dei 12 stati, di farsi assistere all'estero non solo dal proprio Consolato, ma anche da quello di un qualsiasi stato comunitario. Il che - se avete esperienze di studio e lavoro fuori dall' Europa lo sapete - non e' davvero poco.

Le critiche e le ironie sbagliano nel sottovalutare i vantaggi dell' Europa dei 12. E' una forma di unione tra stati originale, innovativa, in sviluppo. Saremmo tentati di dire PRODUTTIVA, addirittura. C'e' inoltre la possibilita' concreta che nel prossimo decennio lo spazio umano della Comunita' venga allargato ancora, con l' adesione di altri paesi. L'adesione dell' Austria, per esempio, rappresenterebbe per i nostri concittadini del Sud Tirolo, un'ulteriore e definitiva garanzia che la loro provincia restera' a far parte della regione culturale tedesca e non verra' dissolta dall'assorbimento italiano. L' adesione della Turchia porterebbe alla definitiva composizione delle frizioni che in Egeo ci sono tra greci e turchi.

Questo standard di collaborazione e' positivo e verra' conservato per altri 30 anni magari, forse per sempre. Il problema e' semmai un altro: molti chiedono che l'integrazione si completi, cioe' i 12 diventino un unico STATO. Da questo, in effetti siamo ancora molto lontani, nonostante le buone intenzioni dei Trattati di 30 anni fa.

Se l'Europa diventasse uno Stato solo, molte cose sarebbero diverse. Saremmo una grande potenza. Dovremmo usare la nostra potenza sullo scacchiere mondiale. Potremmo avere la nostra area di influenza nel Terzo Mondo.

La futura Unione Europea avrebbe di fronte un bivio: lottare per un piu' sicuro posto al sole in un mondo diviso, oppure proporre anche su scala planetaria una maggiore integrazione, per la costruzione di un' umanita' piu' solidale e senza piu' alcuna frontiera. Si entrerebbe in un' altra fase storica, ricca di benefici e di rischi, ricca di prevedibili vantaggi, ma anche di incerti. E' un' opportunita' per un'era di pace? C'e' il pericolo di un mondo spartito tra piu' grandi potenze (Europa, Cina, oltre agli USA e all' URSS)?

Di certo e' una decisione troppo seria per lasciare che qualcuno la prenda al posto nostro. Buon compleanno Europa, quindi, se alla tua festa possiamo partecipare tutti, con la nostra coscienza e la nostra intelligenza.

Mauro Vaiani 



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