Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

mercoledì 4 luglio 2018

Una rivoluzione paesana in Toscana

Questo appello per una rivoluzione paesana in Toscana fu pubblicato da Mauro Vaiani tra il giugno e il luglio 2018. La data che abbiamo scelto per archiviarlo è meramente indicativa. Si evocano i temi per cui il dott. Mauro Vaiani si è impegnato sin dalla pubblicazione del suo libro "NOI STESSI" del 1998 e in realtà anche da prima. Si è salvata anche la foto di Montepescali di Maremma, a suo tempo scelta da Vaiani come presentazione del post, originariamente apparso sul sito del CLT 2017-2021, prima che quel comitato si autodistruggesse. Alla fine del 2021, infatti, dopo aver espulso Mauro Vaiani, che lo aveva organizzato e strutturato, e ogni altro attivista civico ambientalista e autonomista, il CLT tornò a essere il micropartito di "indipendentisti" toscani che era stato sin dal 2014, quando era stato fondato come "Toscana Stato" (ndr, archiviato il 16 aprile 2022).


 


Una rivoluzione paesana per la Toscana

Crediamo in una idea semplice e radicale: ogni persona in Toscana ha diritto a vivere in una comunità locale a misura d’uomo e ha il dovere di partecipare all’autogoverno della stessa.

Lo abbiamo scritto nei nostri punti fondamentali.

Ne parliamo nel nostro “libro bianco-rosso“.

A Firenze abbiamo declinato questo principio in una vera e propria “Rivoluzione Rionale“.

A Barberino Val d’Elsa ci siamo messi di traverso contro le unificazioni forzate di comuni, imposte dagli interessi delle oligarchie politiche (fu una grande battaglia personale di Michele Bazzani e del gruppo civico Obiettivo Comune, ndr).

Questa proposta politica riguarda l’intera nostra terra toscana, ciascuno dei suoi comuni e non basta: noi crediamo che debba essere realizzata in ciascun borgo, borgata, frazione, quartiere, rione della Toscana, in ogni angolo del nostro territorio, in ciascuno dei nostri paesini.

Il comune di Firenze lo vediamo composto da decine di rioni. Prato, Livorno e tutte le altre città toscane le vediamo formate dai loro quartieri e dalle loro frazioni. La maggior parte dei comuni toscani non ha solo un centro capoluogo, ma ha altre frazioni, borgate, comunità paesane, che ne costituiscono la cellula fondamentale.

Non tutti viviamo in comunità che sono classificate fra i borghi più belli come Scarperia, o in quartieri che furono disegnati a misura d’uomo come il vecchio Isolotto, o in località suggestive come Migliarino, o in città storiche come Volterra, o in frazioni di grande qualità di vita come Figline di Prato.

La maggior parte dei Toscani vive e lavora in paesi, quartieri, frazioni molto più a rischio: rese anonime e grigie da una cementificazione scriteriata; inquinate e abbandonate dalle attuali autorità locali; prive di una piazza, una scuola, una biblioteca, un centro medico, un giardino, un centro di raccolta di rifiuti, negozi locali, monumenti storici, circoli e case del popolo.

Noi proponiamo non solo di fermare la distruzione della vita comunitaria e paesana, ma di restaurarla al più presto, mobilitando le persone di ogni paesino in una rivoluzione paesana.

A Costituzione e legislazione vigente abbiamo una prima battaglia civile e civica da vincere: attivare in ogni comune della Toscana la creazione di una rappresentanza istituzionale per ciascun paesino della Toscana, ai sensi dell’art. 8 del Testo Unico degli Enti Locali (D. Legs. n. 267 del 2000 e successive modifiche e integrazioni).

Quando ogni comunità paesana della Toscana tornerà ad avere i suoi rappresentanti eletti e un minimo di presenza organizzata di un distaccamento degli uffici comunali, da lì in poi molte cose che oggi sembrano impossibili, potranno diventare progetti politici di perequazione urbanistica a consumo zero di suolo (sul serio, non a chiacchiere, come avviene adesso), di raccolta differenziata dei rifiuti (facile e alla portata di tutti, non imposta dall’alto a scopi propagandistici e secondo logiche estranee al territorio), di abbellimento (deciso dal basso, non opere imposte dalle elite), di potenziamento dei servizi pubblici (veramente pubblici, fermando le assurde esternalizzazioni e il saccheggio dei beni comuni), di salvaguardia del decoro e della sicurezza (costruita insieme, con una presenza continua sul territorio di una pattuglia di polizia locale in ciascun paese), di protezione dei beni naturali e artistici (con la collaborazione attiva di tutti, cominciando da ciò che le grandi piramidi statali hanno abbandonato).

Una rivoluzione paesana sarà possibile solo con la partecipazione di tutti, con il coinvolgimento di persone di ogni orientamento e storia politica e personale, ma non bastano civismo e comitati spontanei. Occorre una forte rete politica. Serve, crediamo, un movimento politico toscano.

Le vecchie e nuove appartenenze alle forze politiche centraliste italiane non ci interessano e non devono essere di ostacolo. PD, Lega, Cinque Stelle rivaleggiano fra di loro per il potere a Roma e a Bruxelles, ma non possiamo e non vogliamo dipendere più da loro per decidere sul futuro di una vita a misura di persona umana nella nostra terra toscana.

Noi vi stiamo proponendo un sogno: ritornare ad avere il vostro paesino, all’interno di un paese antico e nuovo, la nostra Toscana.

Venite a darci una mano!

Scriveteci, chiamateci, incontriamoci!


L’immagine che abbiamo scelto per questo intervento ritrae Montepescali (uno scatto di http://www.maremmanews.it, 2017), un paese dal profilo suggestivo, terrazza della Maremma (non esente da problemi, sempre a rischio di diventare un dormitorio, ancorché stupendo), ma dove comunque si conserva ancora un ideale di vita comunitaria nel rispetto della nostra storia e della nostra natura toscane.

 

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