Un discorso diverso in Toscana, per chi crede, in questa nostra madreterra, in questa fugace vita, in qualcosa di diverso

domenica 25 maggio 2014

Preferenza unica a Nicola Danti

Ho votato nel mio seggio di Pisa, dove sono ancora residente, nonostante ormai la mia vita e il mio lavoro siano proiettati su Firenze e su Prato.
Ho scelto il PD per sostenere l'iniziativa riformatrice di Matteo Renzi.
Non sono d'accordo su tutto. Non mi piace tutto, anzi, ma bisogna tentare di portare avanti l'antico progetto di una repubblica senza prefetti, senza province, senza CNEL, senza superstipendi ai burosauri, con un senato federale più piccolo, composto solo da rappresentanti dei territori.
Su tanti altri problemi, sull'Europa, sui debiti pubblici e privati, sul carcere, sulla giustizia, su un vero federalismo, siamo ancora in alto mare, ammettiamolo.
Tuttavia, sinceramente, non credo che Grillo o Berlusconi, o altre forze minori, abbiano idee più coraggiose o più praticabili.
Semmai bisognerebbe accettare la realtà che tante questioni - debiti, emergenza giustizia, ma anche l'abolizione della cassa integrazione in favore di un sussidio di disoccupazione universale - semplicemente non possono essere affrontate se non da una nuova leadership, che ottenga un chiaro mandato, attraverso nuove elezioni, da celebrarsi al più presto.
Tutti dovrebbero impegnarsi per fare presto la riforma del senato e la riforma elettorale, invece che remare contro. E poi si dovrebbe al più presto votare.
Chi non capisce questo, chi non lavora per questo, a mio modesto parere, sta minando le ultime speranze di riforma di questa repubblica.
Aggiungo un dettaglio importante sul mio voto di oggi: ho dato la mia preferenza a Nicola Canti.
Preferenza unica, naturalmente, perché sono contrario a tutte le forme di voto multiplo facoltativo, specialmente alle vecchie preferenze all'italiana. Le vecchie preferenze, non importa se ripresentare sotto la veste politicamente corretta della preferenza multipla di genere, sono fonte certa di confusione e corruzione, di brogli e imbrogli.
Le preferenze sono, se possibile, ancora più pericolose in grandi circoscrizioni come quelle delle elezioni europee o quelle dei consigli comunali delle grandi città.
È una vergogna che la stampa e i media mainstream si rifiutino di approfondire i difetti delle vecchie preferenze all'italiana. Quelle grazie a cui, storicamente, il popolo crede di votare un leader, mentre le minoranze organizzate fanno eleggere i suoi nemici interni.
Fra i molti meriti dell'operoso Nicola Danti, ne devo a questo proposito rammentare uno importante: da consigliere regionale renziano, pur venendo da una storia politica non certo estranea alla cultura della preferenza, è stato uno dei pochi che ha sostenuto la riforma elettorale toscana, fondata su primarie, piccoli collegi, voto praticamente obbligatorio alle persone.
Riforma elettorale toscana che ancora non è andata in porto, come i lettori di questo blog sanno bene. Non certo per colpa di Nicola Danti e dei renziani, sia chiaro.
Comunque vadano queste europee, al contrario di tanto certo politico europeo, italiano, toscano, fatto di banderuole senza principi, noi facciamo il nostro dovere: restiamo fermi sulle nostre convinzioni civiche e liberali, popolane e libertine, federaliste, riformatrici.
Viviamo in Toscana, in Italia, in Europa.
E' qui, è ora, che dobbiamo migliorare le cose.
Per ciò che resta della nostra vita e soprattutto per le generazioni future.
Al voto, al lavoro.


PS del 27 maggio 2014:

Complimenti a Nicola Danti, anche se i dati confermano i difetti della preferenza multipla volontaria su circoscrizioni troppo grandi.
E' arrivata prima la capolista settentrionale
(BONAFÈ SIMONA, VARESE,  12  Luglio 1973, 288.446 preferenze).
Seguono tre romani
(SASSOLI DAVID MARIA, FIRENZE,  30  Maggio 1956, 206.359 voti;
GASBARRA ENRICO, ROMA,  12  Agosto 1962, 112.755 voti;
BETTINI GOFFREDO MARIA,  ROMA,  05  Novembre 1952, 90.462 voti).
Nicola Danti è arrivato quinto
(DANTI NICOLA, PELAGO (FI),  06  Settembre 1966, 80.024 voti).
E' evidente che per l'Europa occorre un collegio toscano.
Ne riparleremo!


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